Percentuale ipotetica
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Rdz
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Percentuale ipotetica
Promemoria primo messaggio :
Un caro saluto agli utenti del forum e i miei complimenti ai suoi moderatori ed ai suoi professionali componenti.
Mi presento per la prima volta e brevemente riporto la mia attuale situazione lavorativa.
Esercito la professione di avvocato in una provincia del Sud da quindici anni, coniugato e con due figli. Ho conseguito l'abilitazione nell'anno 2000 attraverso l'ultimo concorso di prove scritte ed orale. Dopo di che ho sempre esercitato la professione libera nella mia provincia senza mai essere chiamato a fare supplenze dacche la classe AO19 è stata sempre satura. Per tal motivo non ho mai messo pensiero né riposto alcuna speranza nella scuola atteso che sin dall'inizio il mio principale desiderio era fare l'avvocato. Sebbene la professione libera non vada male e per mia scelta non lavoro per conto di privati (ovviamente porto a casa un entrata mensile simile ad un prof), due anni fa mi sono trasferito nella Gae di una lobtana provincia del nord dove lo scorso anno ho per la prima volta supplito.
Vista la vostra risaputa esperienza e soprattutto la globale conoscenza della
attuale situazione, in termini di percentuale quante possibilità ho di essere chiamato nella prossima fase C? Ultimamente ho interpellato casualmente due colleghi professori, uno appena immesso a ruolo e l'altro supplente da quasi 25 anni, i quali, se qualche mese fa erano pessimisti sulla reale assunzione voluta dala legge della Buona scuola, oggi sono diventati piu ottimisti, dandomi addirittura il 90% delle possibilità di essere assunto a ruolo attraverso la fase C.
Secondo voi esperti la percentuale è esagerata? Premetto che sono pronto o meglio sono consapevole, almeno per l'inizio, di dover eventualmente stare lontano da casa e dalla famiglia (il sacrificio lo si fa per loro), quindi non pretendo scelte comode. Vorrei sapere la vostra opinione circa le mie reali possibilità, piu che altro perché vorrei iniziare a prepararmi psicologicamente alla nuova esperienza, se debba o meno illudermi, anche per organizzarmi quanto meglio possibile l'attivita di libero professionista qui, dei cui proventi attualmente vivo.
Grazie ed un abbraccio a tutti
Un caro saluto agli utenti del forum e i miei complimenti ai suoi moderatori ed ai suoi professionali componenti.
Mi presento per la prima volta e brevemente riporto la mia attuale situazione lavorativa.
Esercito la professione di avvocato in una provincia del Sud da quindici anni, coniugato e con due figli. Ho conseguito l'abilitazione nell'anno 2000 attraverso l'ultimo concorso di prove scritte ed orale. Dopo di che ho sempre esercitato la professione libera nella mia provincia senza mai essere chiamato a fare supplenze dacche la classe AO19 è stata sempre satura. Per tal motivo non ho mai messo pensiero né riposto alcuna speranza nella scuola atteso che sin dall'inizio il mio principale desiderio era fare l'avvocato. Sebbene la professione libera non vada male e per mia scelta non lavoro per conto di privati (ovviamente porto a casa un entrata mensile simile ad un prof), due anni fa mi sono trasferito nella Gae di una lobtana provincia del nord dove lo scorso anno ho per la prima volta supplito.
Vista la vostra risaputa esperienza e soprattutto la globale conoscenza della
attuale situazione, in termini di percentuale quante possibilità ho di essere chiamato nella prossima fase C? Ultimamente ho interpellato casualmente due colleghi professori, uno appena immesso a ruolo e l'altro supplente da quasi 25 anni, i quali, se qualche mese fa erano pessimisti sulla reale assunzione voluta dala legge della Buona scuola, oggi sono diventati piu ottimisti, dandomi addirittura il 90% delle possibilità di essere assunto a ruolo attraverso la fase C.
Secondo voi esperti la percentuale è esagerata? Premetto che sono pronto o meglio sono consapevole, almeno per l'inizio, di dover eventualmente stare lontano da casa e dalla famiglia (il sacrificio lo si fa per loro), quindi non pretendo scelte comode. Vorrei sapere la vostra opinione circa le mie reali possibilità, piu che altro perché vorrei iniziare a prepararmi psicologicamente alla nuova esperienza, se debba o meno illudermi, anche per organizzarmi quanto meglio possibile l'attivita di libero professionista qui, dei cui proventi attualmente vivo.
Grazie ed un abbraccio a tutti
Rdz- Messaggi : 109
Data d'iscrizione : 04.10.15
Età : 51
Re: Percentuale ipotetica
Rdz ha scritto:Proverò brevemente a spiegare la mia situazione, di modo che potrete dirmi e comprendere i motivi della mia scelta.
Io non lavoro per conto di privati perché in 15 anni l'essermi prodigato per ore ed ore per conto della societa per cui ora lavoro, mi ha portato inevitabilmente a perdere la clientela di privati, che bisogna dire. Ho sempre sperato in questi anni di poter essere assunto dalla società per la quale lavoro ma ci vogliono i santi in paradiso. Il mio pertanto è un rapporto di consulenza processuale esterna sebbene realizzata con ottimi risultati e tanto impegno. Ma semmai malauguratamente dopo 15 anni, la società dovesse un bel giorno cambiare programmi, strategie, scelte etc etc, io mi troverei fuori e con un pugno di mosche in mano e sotto i ponti. Possono i 15 anni fatti ininterrottamente per la società essere una garanzia lavorativa per me per i prossimi 25 anni?. Stiamo parlando di professione libera, con tutti i rischi del caso.
Così è chiaro. Si tratta di un lavoro da dipendente mascherato da libera professione, con tutti gli svantaggi connessi ma senza i corrispondenti vantaggi. Effettivamente, in questo caso, si può capire la scelta di dedicarsi alla scuola.
chicca70- Messaggi : 3610
Data d'iscrizione : 26.12.14
Re: Percentuale ipotetica
Chicca70:proprio così, perchè poi a dovermi pagare Iva e contributi di pensione tocca a me, su un reddito che per intero è tutto fatturato, dacchè raramente ho lavorato in nero come invece succede ad altri miei colleghi.
Ciò che più mi fa pensare è l'incertezza del futuro o meglio la garanzia che potrò lavorare per conto della Società a vita. Dopo 15 anni consecutivi, mi chiedo se sto facendo bene, se posso dormire tranquillo. La risposta è SI se mi limito a vedere il presente, perchè almeno ciò che faccio mi verrà pagato a sottoscosto ma comunque retribuito, però c'è anche il momento in cui la risposta è NO perchè non so se questo stato di cose possa perdurare a vita. E' chiaro che ora come ora sottoscriverei a vita la situazione attuale pur di continuare così per altri 25 anni, perchè ormai ci sono dentro da anni, non si può tornare indietro, mi ritrovo tanto rispettato dai colleghi perchè ti vedono difendere una società prestigiosa, ma a quale costo? Chi vive di privati si esaurisce più di me, questo è sicuro, ma almeno può contare su un "pacchetto" che ha i suoi alti ed i suoi bassi ma che raramente potrà correre il rischio di chiudere la serranda della propria bottega di studio ed inventarsi un nuovo mestiere. Anche se per molti questo è un momento nerissimo, soldi non girano e tanti sono davvero in crisi. Di fronte a questa crisi, ora potrei dire di aver investito giusto, dedicando anima e corpo ad un solo cliente, ma quando e per quanto tempo potrà durare questa leggera favola di sopravvivenza?
Il mio reddito mensile è paragonabile a quello di un docente, con la differenza che quest'ultimo ha delle garanzie maggiori, può star più tranquillo, più sereno, perchè almeno può contare su una paga continuativa mensile, a differenza mia, visto che ad esempio, se spesso mi capita che non vengo retribuito ad Ottobre, poi accade magari a Novembre di ricevere il corrispettivo di Ottobre e Novembre insieme. Ma intanto a cosa è servito se poi ad Ottobre sono stato alle strette, ho dovuto tirare la cinta e magari non aver potuto programmare anche un semplice acquisto giunto all'improvviso? Per la serie uno o due giorni da leone e gli altri da pecora.
Ovviamente se non ci fosse stata concessa questa speranza chiamata piano C, mi sarei accollato la croce ed il dovere di continuare, con la speranza di un futuro non dico migliore, per non vestirmi da vittima, ma almeno uguale.
E' pur vero che questo increscioso stato di ansia investe quasi tutti noi di questa generazione. Un po di sana rabbia mi viene allorchè se guardo indietro, avrò avuto 10 anni più o meno, arrivo a dire che la nostra generazione non può ritenersi fortunata rispetto a quella della cosiddetta "Vecchia Repubblica" allorquando con fare "dritto e storto" prima o poi trovavi lavoro, ma certamente non morivi di fame se eri in possesso di una laurea, e mi limito a quest'ultima, perchè anche con il semplice diploma trenta anni fa, molta gente ha fatto bingo.
Il mio però non vuole essere un piagnisteo, sia chiaro, ma solo riflessione. A chi non capita di riflettere? Poi per fortuna innata sono un ottimista per natura, o forse meglio un sognatore, non un illuso ma ci sia concessa almeno la libertà di attendere un po di fortuna. Quest'ultima conta sempre. Chiudo il discorso dicendo che in questi giorni, ovvero da quando è venuta fuori questa "bella speranza della buona scuola", sono giunto ad una conclusione, magari sempliciotta e stupida, ma che per certi versi racchiude l'essenza della vita, ovvero:"Quando cerchi e desideri alcune cose, succede che non le trovi mai, se invece le ignori, non le pensi, non ci hai messo pensiero, non le hai mai inseguite, sembra che vengono loro da te". E' questa, a tratti, la sensazione che ora come ora mi pare di vivere. Mi sbaglio? O sono fuori tema?
Un caro saluto
Ciò che più mi fa pensare è l'incertezza del futuro o meglio la garanzia che potrò lavorare per conto della Società a vita. Dopo 15 anni consecutivi, mi chiedo se sto facendo bene, se posso dormire tranquillo. La risposta è SI se mi limito a vedere il presente, perchè almeno ciò che faccio mi verrà pagato a sottoscosto ma comunque retribuito, però c'è anche il momento in cui la risposta è NO perchè non so se questo stato di cose possa perdurare a vita. E' chiaro che ora come ora sottoscriverei a vita la situazione attuale pur di continuare così per altri 25 anni, perchè ormai ci sono dentro da anni, non si può tornare indietro, mi ritrovo tanto rispettato dai colleghi perchè ti vedono difendere una società prestigiosa, ma a quale costo? Chi vive di privati si esaurisce più di me, questo è sicuro, ma almeno può contare su un "pacchetto" che ha i suoi alti ed i suoi bassi ma che raramente potrà correre il rischio di chiudere la serranda della propria bottega di studio ed inventarsi un nuovo mestiere. Anche se per molti questo è un momento nerissimo, soldi non girano e tanti sono davvero in crisi. Di fronte a questa crisi, ora potrei dire di aver investito giusto, dedicando anima e corpo ad un solo cliente, ma quando e per quanto tempo potrà durare questa leggera favola di sopravvivenza?
Il mio reddito mensile è paragonabile a quello di un docente, con la differenza che quest'ultimo ha delle garanzie maggiori, può star più tranquillo, più sereno, perchè almeno può contare su una paga continuativa mensile, a differenza mia, visto che ad esempio, se spesso mi capita che non vengo retribuito ad Ottobre, poi accade magari a Novembre di ricevere il corrispettivo di Ottobre e Novembre insieme. Ma intanto a cosa è servito se poi ad Ottobre sono stato alle strette, ho dovuto tirare la cinta e magari non aver potuto programmare anche un semplice acquisto giunto all'improvviso? Per la serie uno o due giorni da leone e gli altri da pecora.
Ovviamente se non ci fosse stata concessa questa speranza chiamata piano C, mi sarei accollato la croce ed il dovere di continuare, con la speranza di un futuro non dico migliore, per non vestirmi da vittima, ma almeno uguale.
E' pur vero che questo increscioso stato di ansia investe quasi tutti noi di questa generazione. Un po di sana rabbia mi viene allorchè se guardo indietro, avrò avuto 10 anni più o meno, arrivo a dire che la nostra generazione non può ritenersi fortunata rispetto a quella della cosiddetta "Vecchia Repubblica" allorquando con fare "dritto e storto" prima o poi trovavi lavoro, ma certamente non morivi di fame se eri in possesso di una laurea, e mi limito a quest'ultima, perchè anche con il semplice diploma trenta anni fa, molta gente ha fatto bingo.
Il mio però non vuole essere un piagnisteo, sia chiaro, ma solo riflessione. A chi non capita di riflettere? Poi per fortuna innata sono un ottimista per natura, o forse meglio un sognatore, non un illuso ma ci sia concessa almeno la libertà di attendere un po di fortuna. Quest'ultima conta sempre. Chiudo il discorso dicendo che in questi giorni, ovvero da quando è venuta fuori questa "bella speranza della buona scuola", sono giunto ad una conclusione, magari sempliciotta e stupida, ma che per certi versi racchiude l'essenza della vita, ovvero:"Quando cerchi e desideri alcune cose, succede che non le trovi mai, se invece le ignori, non le pensi, non ci hai messo pensiero, non le hai mai inseguite, sembra che vengono loro da te". E' questa, a tratti, la sensazione che ora come ora mi pare di vivere. Mi sbaglio? O sono fuori tema?
Un caro saluto
Rdz- Messaggi : 109
Data d'iscrizione : 04.10.15
Età : 51
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