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Una riflessione sulla A052 a Catania.

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Messaggio Da Rimoto Lun Lug 25, 2011 11:24 pm

Premessa: il mio non vuole essere un atto di accusa né il preludio di una polemica sterile. Vorrei soltanto chiedere, soprattutto agli amministratori del forum che mi sembrano persone in gamba, un'opinione su quanto sto per scrivere.

Oggi finalmente è uscita la graduatoria di Catania. Eppure, dopo sei anni di permanenza, questa provincia non è più affar mio. La ragione è presto detta: negli ultimi due anni ho insegnato soltanto quattro mesi e per giunta non nella mia classe di concorso. Scegliere di cambiare drasticamente era ormai un imperativo, se avevo intenzione di continuare la carriera di insegnante. E così ho fatto.


Curiosità o nostalgia, tedio estivo o innocua malignità, ho spulciato la famigerata graduatoria notando, non senza averne sentore, come le posizioni alte fossero rimaste invariate. In particolare mi riferisco alla A052, sulla quale già altri utenti prima di me, in riflessioni a più ampio raggio, hanno scritto cose interessanti e degne di nota.

Orbene, a Catania nel 2010 in questa classe di concorso c'erano 210 aspiranti, oggi sono rimasti in 157. Alcuni sono sicuramente emigrati, altri saranno probabili M.I.A. (Missing in Action, dal gergo militare), altri ancora depennati perché hanno chiuso colla scuola. Nuovi inserimenti? Solo nove, e tutti in posizioni davvero innocue.

E arriviamo al punto della questione. Quanti incarichi ci sono stati l'anno scorso in questa tanto bistrattata classe di concorso? Uno, forse due. Ecco, in una provincia che ha 14 (lo scrivo a lettere, per chiarire meglio: quattordici) licei classici, hanno conferito un solo incarico. Sì appunto, i sovrannumerari, i tagli e tutto il resto. Ma rimane l'evidenza di una sproporzione incredibile tra numero di scuole, numero di aspiranti e effettiva possibilità lavorativa.

Tutti avranno lavorato colle supplenze allora. Certo, perché a scorgere la suddetta graduatoria si fa presto a notare che i primi trenta aspiranti hanno tutti ventiquattro punti di servizio. Prevengo l'obiezione. Non ho ragione di dubitare della veridicità di quanto dichiarato. Per me, se l'AT glieli ha riconosciuti, si tratta di punti autentici. Non sono uno che fa ricorsi o solleva polveroni. Non ho né il tempo né la voglia né il denaro per seguire questa strada. La lascio volentieri ad altri. Voglio credere dell'essere umano ciò che alcuni "eroi" di Dostoevskij sostengono. E dunque, punti autentici.

Ma devono averne conferite davvero tante, di supplenze. E tutte lunghe, ma proprio tutte. Perché anche gli aspiranti collocati oltre la trentesima posizione hanno ventiquattro punti. E scendendo il punteggio del servizio non cambia. Ventiquattro, ventiquattro, ventiquattro. Certo, c'è il sostegno e via di seguito. Ventiquattro, ecc. ecc.

A quanto pare, la gente smette di lavorare solo se ci si spinge oltre la cinquantesima posizione. Lì le cose si fanno critiche. Di colpo si passa da ventiquattro a zero. Ventiquattro, ventiquattro, zero, zero, zero. Dall'ebbrezza al colpo apoplettico. Il signor cinquantaXX lavora, il signor cinquantaXX2 non si ricorda nemmeno più quando è stato l'ultima volta a scuola.

Mi direte che è normale, che si tratta della dura legge delle graduatorie. Mors tua vita mea. 24-0, normale un corno. La verità purtroppo è un'altra e si chiama scuola paritaria. Per colpa della scuola paritaria niente è normale in alcune graduatorie di Catania.
E posso spiegarle perché, signor giudice.

Lettere di fantasia, storie reali: prendiamo G., che conosco bene. Non ha mai messo piede in una scuola pubblica. Lavora da quando è abilitato in una nota scuola privata, di quelle cosiddette d'élite. Anche qui prevengo l'obiezione: non lo invidio affatto. I preti mi terrorizzano e ho detto tutto. G. ha già da un pezzo superato il mezzo del cammin di nostra vita, lavora da anni, detiene un'ottima posizione in graduatoria, ma non ha mai, dicasi mai, lavorato in una scuola pubblica. Non sa proprio cosa sia, una scuola pubblica. Eppure è lì, in alto. Quando la vedrà la scuola pubblica? A mezzo secolo d'età compiuto? Considerando che nella A052 di Catania si può arrivare ad oltre 220 punti e non avere il ruolo, forse G., che punti ne ha meno, dovrà lavorare a lungo nella sua beneamata scuola d'élite.

E poi c'è G2. Anche il secondo soggetto non ha mai messo piede in una scuola pubblica. In alto anche lui, come nulla fosse. E poi c'è A. che in una scuola pubblica una volta ci ha lavorato. Giusto il tempo di finire incenerita (non è soltanto una metafora... ) e poi ha subito trovato il rimedio della sua vita. Scuola d'élite, problema risolto. E A. vola in alto nella graduatoria, senza affanni, senza più patemi.

Parlo con G., parlo con G2, parlo con A. Mi colpisce ciò che dicono. È strano, mi dicono tutti e tre la stessa cosa. Loro hanno trovato le suddette scuole semplicemente presentando il curriculum. Non solo, le suddette scuole li pagano regolarmente. Ma io sapevo che in Sicilia gli istituti paritari...

No, evidentemente G., G2, A. sono diversi. Sono fortunati. Le loro scuole sono serie, migliori. Allora ci provo anch'io a portarlo, questo benedetto curriculum. Busso alla scuola d'élite. Mi aprono ma non vogliono darmi udienza. Dicono che non possono. Lascio il curriculum all'addetta alle pulizie. Sarà lei stessa a consegnare il documento alla preside. Rimango dubbioso e allora, dopo due giorni, telefono, chiedo della preside. Lei per poco non mi manda al diavolo. Mi fa gli auguri, loro posti non ne hanno. E lo stesso, anzi persino peggio, accade anche negli altri istituti. In uno, ad esempio, mi lasciano dietro la porta. Si rifiutano di aprire. Non è uno scherzo, hanno fatto finta di non sentire il campanello. Erano dentro ma fingevano di non esserci. Se avessi avuto modo di riprendere colla telecamera quanto accaduto, l'avrei fatto. Per dare testimonianza agli altri di quello che è stato uno dei momenti più bassi della mia vita.

Ma G. diceva che... e A. spergiurava che...


Mentivano. E continuano a mentire. La cosa che non mi piace del mondo della scuola sono i colleghi. Non temo la maleducazione dei ragazzi, né la prepotenza di certi genitori, e nemmeno gli ingorghi burocratici che da anni ormai soffocano gli insegnanti. Non mi spaventa avere a che fare con l'ignoranza, perché in qualche modo si può arginare. Mi spaventa piuttosto la falsità. Certe ipocrisie le possono avere solo gli adulti, non i ragazzi.


Vorrei chiedere ai colleghi meridionali (qualcuno ci sarà sul forum, no?) che, grazie ai loro privati, mi hanno prima seppellito e poi costretto ad andare via, se hanno il coraggio di dire la verità, una volta. La verità sullo stipendio che percepiscono (?), la verità sul modo in cui hanno avuto accesso a queste scuole simili piuttosto a campi di concentramento.

E qualcuno osa ancora parlare di meritrocrazia e graduatoria di merito?






P.S.: vorrei puntualizzare che non tutti i meridionali sono furbi e costantemente dediti all'acquisto di punti. Ci sono anche gli onesti che fanno la fine dei cretini.


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Messaggio Da rasselcrou Mar Lug 26, 2011 12:12 am

Rimoto ha scritto:Premessa: il mio non vuole essere un atto di accusa né il preludio di una polemica sterile. Vorrei soltanto chiedere, soprattutto agli amministratori del forum che mi sembrano persone in gamba, un'opinione su quanto sto per scrivere.

Oggi finalmente è uscita la graduatoria di Catania. Eppure, dopo sei anni di permanenza, questa provincia non è più affar mio. La ragione è presto detta: negli ultimi due anni ho insegnato soltanto quattro mesi e per giunta non nella mia classe di concorso. Scegliere di cambiare drasticamente era ormai un imperativo, se avevo intenzione di continuare la carriera di insegnante. E così ho fatto.


Curiosità o nostalgia, tedio estivo o innocua malignità, ho spulciato la famigerata graduatoria notando, non senza averne sentore, come le posizioni alte fossero rimaste invariate. In particolare mi riferisco alla A052, sulla quale già altri utenti prima di me, in riflessioni a più ampio raggio, hanno scritto cose interessanti e degne di nota.

Orbene, a Catania nel 2010 in questa classe di concorso c'erano 210 aspiranti, oggi sono rimasti in 157. Alcuni sono sicuramente emigrati, altri saranno probabili M.I.A. (Missing in Action, dal gergo militare), altri ancora depennati perché hanno chiuso colla scuola. Nuovi inserimenti? Solo nove, e tutti in posizioni davvero innocue.

E arriviamo al punto della questione. Quanti incarichi ci sono stati l'anno scorso in questa tanto bistrattata classe di concorso? Uno, forse due. Ecco, in una provincia che ha 14 (lo scrivo a lettere, per chiarire meglio: quattordici) licei classici, hanno conferito un solo incarico. Sì appunto, i sovrannumerari, i tagli e tutto il resto. Ma rimane l'evidenza di una sproporzione incredibile tra numero di scuole, numero di aspiranti e effettiva possibilità lavorativa.

Tutti avranno lavorato colle supplenze allora. Certo, perché a scorgere la suddetta graduatoria si fa presto a notare che i primi trenta aspiranti hanno tutti ventiquattro punti di servizio. Prevengo l'obiezione. Non ho ragione di dubitare della veridicità di quanto dichiarato. Per me, se l'AT glieli ha riconosciuti, si tratta di punti autentici. Non sono uno che fa ricorsi o solleva polveroni. Non ho né il tempo né la voglia né il denaro per seguire questa strada. La lascio volentieri ad altri. Voglio credere dell'essere umano ciò che alcuni "eroi" di Dostoevskij sostengono. E dunque, punti autentici.

Ma devono averne conferite davvero tante, di supplenze. E tutte lunghe, ma proprio tutte. Perché anche gli aspiranti collocati oltre la trentesima posizione hanno ventiquattro punti. E scendendo il punteggio del servizio non cambia. Ventiquattro, ventiquattro, ventiquattro. Certo, c'è il sostegno e via di seguito. Ventiquattro, ecc. ecc.

A quanto pare, la gente smette di lavorare solo se ci si spinge oltre la cinquantesima posizione. Lì le cose si fanno critiche. Di colpo si passa da ventiquattro a zero. Ventiquattro, ventiquattro, zero, zero, zero. Dall'ebbrezza al colpo apoplettico. Il signor cinquantaXX lavora, il signor cinquantaXX2 non si ricorda nemmeno più quando è stato l'ultima volta a scuola.

Mi direte che è normale, che si tratta della dura legge delle graduatorie. Mors tua vita mea. 24-0, normale un corno. La verità purtroppo è un'altra e si chiama scuola paritaria. Per colpa della scuola paritaria niente è normale in alcune graduatorie di Catania.
E posso spiegarle perché, signor giudice.

Lettere di fantasia, storie reali: prendiamo G., che conosco bene. Non ha mai messo piede in una scuola pubblica. Lavora da quando è abilitato in una nota scuola privata, di quelle cosiddette d'élite. Anche qui prevengo l'obiezione: non lo invidio affatto. I preti mi terrorizzano e ho detto tutto. G. ha già da un pezzo superato il mezzo del cammin di nostra vita, lavora da anni, detiene un'ottima posizione in graduatoria, ma non ha mai, dicasi mai, lavorato in una scuola pubblica. Non sa proprio cosa sia, una scuola pubblica. Eppure è lì, in alto. Quando la vedrà la scuola pubblica? A mezzo secolo d'età compiuto? Considerando che nella A052 di Catania si può arrivare ad oltre 220 punti e non avere il ruolo, forse G., che punti ne ha meno, dovrà lavorare a lungo nella sua beneamata scuola d'élite.

E poi c'è G2. Anche il secondo soggetto non ha mai messo piede in una scuola pubblica. In alto anche lui, come nulla fosse. E poi c'è A. che in una scuola pubblica una volta ci ha lavorato. Giusto il tempo di finire incenerita (non è soltanto una metafora... ) e poi ha subito trovato il rimedio della sua vita. Scuola d'élite, problema risolto. E A. vola in alto nella graduatoria, senza affanni, senza più patemi.

Parlo con G., parlo con G2, parlo con A. Mi colpisce ciò che dicono. È strano, mi dicono tutti e tre la stessa cosa. Loro hanno trovato le suddette scuole semplicemente presentando il curriculum. Non solo, le suddette scuole li pagano regolarmente. Ma io sapevo che in Sicilia gli istituti paritari...

No, evidentemente G., G2, A. sono diversi. Sono fortunati. Le loro scuole sono serie, migliori. Allora ci provo anch'io a portarlo, questo benedetto curriculum. Busso alla scuola d'élite. Mi aprono ma non vogliono darmi udienza. Dicono che non possono. Lascio il curriculum all'addetta alle pulizie. Sarà lei stessa a consegnare il documento alla preside. Rimango dubbioso e allora, dopo due giorni, telefono, chiedo della preside. Lei per poco non mi manda al diavolo. Mi fa gli auguri, loro posti non ne hanno. E lo stesso, anzi persino peggio, accade anche negli altri istituti. In uno, ad esempio, mi lasciano dietro la porta. Si rifiutano di aprire. Non è uno scherzo, hanno fatto finta di non sentire il campanello. Erano dentro ma fingevano di non esserci. Se avessi avuto modo di riprendere colla telecamera quanto accaduto, l'avrei fatto. Per dare testimonianza agli altri di quello che è stato uno dei momenti più bassi della mia vita.

Ma G. diceva che... e A. spergiurava che...


Mentivano. E continuano a mentire. La cosa che non mi piace del mondo della scuola sono i colleghi. Non temo la maleducazione dei ragazzi, né la prepotenza di certi genitori, e nemmeno gli ingorghi burocratici che da anni ormai soffocano gli insegnanti. Non mi spaventa avere a che fare con l'ignoranza, perché in qualche modo si può arginare. Mi spaventa piuttosto la falsità. Certe ipocrisie le possono avere solo gli adulti, non i ragazzi.


Vorrei chiedere ai colleghi meridionali (qualcuno ci sarà sul forum, no?) che, grazie ai loro privati, mi hanno prima seppellito e poi costretto ad andare via, se hanno il coraggio di dire la verità, una volta. La verità sullo stipendio che percepiscono (?), la verità sul modo in cui hanno avuto accesso a queste scuole simili piuttosto a campi di concentramento.

E qualcuno osa ancora parlare di meritrocrazia e graduatoria di merito?






P.S.: vorrei puntualizzare che non tutti i meridionali sono furbi e costantemente dediti all'acquisto di punti. Ci sono anche gli onesti che fanno la fine dei cretini.



Sottoscriverei tutto.

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Messaggio Da mystika Mar Lug 26, 2011 9:44 am

basterebbe dimezzare i punti fatti con le paritarie
il loro potere "d'acquisto" così verrebbe enormemente ridimensionato e la differenza tra chi lavora sulla statale e chi sulla privata sarebbe evidente e trasparente

e basterebbe annullare i punti dei master (io li ho fatti eh, ma ne sarei felice ugualmente)

ma di questa ipotesi ai piani alti neanche l'ombra

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Messaggio Da winternight Mar Lug 26, 2011 9:56 am

Rimoto ha scritto:....


Tutti avranno lavorato colle supplenze allora. Certo, perché a scorgere la suddetta graduatoria si fa presto a notare che i primi trenta aspiranti hanno tutti ventiquattro punti di servizio. Prevengo l'obiezione. Non ho ragione di dubitare della veridicità di quanto dichiarato. Per me, se l'AT glieli ha riconosciuti, si tratta di punti autentici. Non sono uno che fa ricorsi o solleva polveroni. Non ho né il tempo né la voglia né il denaro per seguire questa strada. La lascio volentieri ad altri. Voglio credere dell'essere umano ciò che alcuni "eroi" di Dostoevskij sostengono. E dunque, punti autentici.

Ma devono averne conferite davvero tante, di supplenze. E tutte lunghe, ma proprio tutte. Perché anche gli aspiranti collocati oltre la trentesima posizione hanno ventiquattro punti. E scendendo il punteggio del servizio non cambia. Ventiquattro, ventiquattro, ventiquattro. Certo, c'è il sostegno e via di seguito. Ventiquattro, ecc. ecc.

A quanto pare, la gente smette di lavorare solo se ci si spinge oltre la cinquantesima posizione. Lì le cose si fanno critiche. Di colpo si passa da ventiquattro a zero. Ventiquattro, ventiquattro, zero, zero, zero. Dall'ebbrezza al colpo apoplettico. Il signor cinquantaXX lavora, il signor cinquantaXX2 non si ricorda nemmeno più quando è stato l'ultima volta a scuola.

....

Credo che, a parte i pochi fortunati che lavorano nelle private, la maggior parte dei 24 punti per servizi sia da attribuire al Salvaprecari degli ultimi due anni.

Poi che sia difficile entrare nelle private è sicuramente vero, ma penso che sia dovuto più alla situazione di crisi della scuola (troppi docenti che cercano di lavorare negli istituti privati) che ad altro: la mia annata di abilitati sissis, non trovando posto nella scuola pubblica, si rivolse agli istituti privati venendo assorbita quasi per intero.

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Messaggio Da filosofa82 Mar Lug 26, 2011 11:07 am

Ecco finalmente qualcuno che grida come stanno le cose. Questo è quello che so da anni e da cui pure io siciliana sono fuggita. Non ho mai messo piede in una scuola privata, oggi sono stata superata da ben 11 persone nella mia graduatoria al nord e molti di questi hanno lavorato nelle scuole private di Palermo, Catania e Siracusa. Quelli che ho conosciuto anche quando studiavo a Catania me lo dicevano chiaramente che erano entrati per raccomandazione. Altro che curriculum...è uno schifo. Io me la prendo esattamente con questi colleghi che svendono la loro professionalità se ne hanno, che si abbassano a queste logiche mafiose..per me questa è mafia nel vero senso della parola. Queste scuole non esisterebbero se non ci fossero docenti conniventi, pronti a tutto pur di fare i 12 punti l'anno. Sapete adesso qual è uno dei miei problemi? Non solo sono stata scavalcata e non mi darebbe per nulla fastidio se questi insegnanti fossero alla ricerca di un futuro migliore (come ho fatto io) e avessero lavorato nelle scuole pubbliche, ma se non mi chiamano come temo, dietro di me in graduatoria ho anche altra gente di Catania che attualmente lavora in scuole private, cioè io rischio di essere superata anche da chi è dietro di me che standosene a casetta propria fanno punteggio e poi se saranno chiamati nella mia città si trasferiranno. Per me questa si chiama disonestà civile. Quali valori dovranno insegnare ai loro studenti questi docenti? I valori della lealtà, del senso civico???

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Messaggio Da marinacos Mar Lug 26, 2011 11:47 am

perchè invece di lamentarvi non preparate una bella lettera al ministro chiedendo di decuratare il punteggio delle private? Forse perche in cuor vostro sapete che mai e poi mai lo faranno.
Sono d'accordo con qunato avete deto, ma ci sono affermazioni che mi fanno dibitare: caro remoto, perchè se le scuole paritarie ti fanno così schifo hai bussato alla loro porta e ti sei umiliato? Ovviamente per bisogno, così come gli altri tuoi colleghi che ci hanno lavorato o ci lavorano. Se ne avessi avuta la possibilità avresti accettato quello che hanno accettato loro, siccome non la hai avuta la critichi: quando non si può arrivare all'uva si dice che è marcia.
Di marciume nelle scuole private ce n'è, ma è la vita. Verrai sempre superato da chi se ne sta a casa e lavora nelle private, e questi prenderanno sempre il ruolo al tuo posto, è la vita, fattene una ragione

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Messaggio Da Rimoto Mar Lug 26, 2011 1:59 pm

marinacos ha scritto:perchè invece di lamentarvi non preparate una bella lettera al ministro chiedendo di decuratare il punteggio delle private? Forse perche in cuor vostro sapete che mai e poi mai lo faranno.
Sono d'accordo con qunato avete deto, ma ci sono affermazioni che mi fanno dibitare: caro remoto, perchè se le scuole paritarie ti fanno così schifo hai bussato alla loro porta e ti sei umiliato? Ovviamente per bisogno, così come gli altri tuoi colleghi che ci hanno lavorato o ci lavorano. Se ne avessi avuta la possibilità avresti accettato quello che hanno accettato loro, siccome non la hai avuta la critichi: quando non si può arrivare all'uva si dice che è marcia.
Di marciume nelle scuole private ce n'è, ma è la vita. Verrai sempre superato da chi se ne sta a casa e lavora nelle private, e questi prenderanno sempre il ruolo al tuo posto, è la vita, fattene una ragione


Il ministro è lo stesso che ha aumentato i fondi alle paritarie o sbaglio? Rampognare la politica serve a poco, temo.


Vorrei però rispondere ai tuoi dubbi leciti.

Ho bussato alle paritarie, se non si fosse capito, per profondo rammarico. Mai avrei voluto farlo eppure mi sono visto senza alternative. Il semplice gesto di recarmi in quei luoghi mi ha fatto sentire un miserabile. Anche se non ho racimolato un misero punto, per certi versi mi sento sollevato. Non è la storia dell'uva, te lo dico in tutta sincerità.


Il problema vero è un altro, per favore cerca di comprendermi. Se ci sono 150 aspiranti nella A052 di Catania, e prima erano molti di più, e ogni anno, ben che vada, ne entra in ruolo uno solo, quanti anni ci vorrebbero per esaurire questa graduatoria? Circa un centinaio d'anni. La vita media delle persone raggiunge la soglia dei 140 anni? Non credo.

È un circolo vizioso ma anche un paradosso perché in una graduatoria praticamente catatonica ci sono fiumi di persone col punteggio pieno. E vorrei dire all'amico Winternight che i punteggi 24/24 di servizio c'erano anche nei bienni 2005-2007 e 2007-2009, quando ancora il salvaprecari non esisteva. Se non ci credi consulta le vecchie graduatorie di Catania. Sono un monumento (all'inerzia), nel vero senso della parola. Io ero già lì e non mi chiamava nessun liceo classico. Eppure i 24 punti di servizio, alla fine, fioccavano. E fioccavano soprattutto per chi nella graduatoria stava dietro di me. È uno scontro impari se io faccio sei punti, aspettando la supplenza, e chi è dietro di me ne fa ventiquattro. Fossero uno o due, pazienza. Ma mezza graduatoria agisce in questo modo, stravolgendo ogni ordine.

Ci tengo a specificare un'altra cosa: la maggior parte dei colleghi con i punteggi veramente alti rimane dove ha piantato radici (con metastasi annesse). Non cambiano la strada certa per l'incerta, e la prova è appunto la pubblicazione della graduatoria. Lì sono rimasti e lì rimarranno anche la prossima volta. Se uno se ne va, ce ne sono dieci, venti, trenta che rimangono dove sono. Questi il ruolo lo vogliono sotto casa. Coll'aggravante che lo raggiungono senza aver mai conosciuto la scuola pubblica.

Ma il paradosso lo colgo soltanto io?

Mi piacerebbe che alla discussione partecipassero anche i moderatori.



Ultima modifica di Rimoto il Mar Lug 26, 2011 2:07 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da subspecieaeternitatis Mar Lug 26, 2011 2:07 pm

Rimoto ha scritto:Premessa: il mio non vuole essere un atto di accusa né il preludio di una polemica sterile. Vorrei soltanto chiedere, soprattutto agli amministratori del forum che mi sembrano persone in gamba, un'opinione su quanto sto per scrivere.

Oggi finalmente è uscita la graduatoria di Catania. Eppure, dopo sei anni di permanenza, questa provincia non è più affar mio. La ragione è presto detta: negli ultimi due anni ho insegnato soltanto quattro mesi e per giunta non nella mia classe di concorso. Scegliere di cambiare drasticamente era ormai un imperativo, se avevo intenzione di continuare la carriera di insegnante. E così ho fatto.


Curiosità o nostalgia, tedio estivo o innocua malignità, ho spulciato la famigerata graduatoria notando, non senza averne sentore, come le posizioni alte fossero rimaste invariate. In particolare mi riferisco alla A052, sulla quale già altri utenti prima di me, in riflessioni a più ampio raggio, hanno scritto cose interessanti e degne di nota.

Orbene, a Catania nel 2010 in questa classe di concorso c'erano 210 aspiranti, oggi sono rimasti in 157. Alcuni sono sicuramente emigrati, altri saranno probabili M.I.A. (Missing in Action, dal gergo militare), altri ancora depennati perché hanno chiuso colla scuola. Nuovi inserimenti? Solo nove, e tutti in posizioni davvero innocue.

E arriviamo al punto della questione. Quanti incarichi ci sono stati l'anno scorso in questa tanto bistrattata classe di concorso? Uno, forse due. Ecco, in una provincia che ha 14 (lo scrivo a lettere, per chiarire meglio: quattordici) licei classici, hanno conferito un solo incarico. Sì appunto, i sovrannumerari, i tagli e tutto il resto. Ma rimane l'evidenza di una sproporzione incredibile tra numero di scuole, numero di aspiranti e effettiva possibilità lavorativa.

Tutti avranno lavorato colle supplenze allora. Certo, perché a scorgere la suddetta graduatoria si fa presto a notare che i primi trenta aspiranti hanno tutti ventiquattro punti di servizio. Prevengo l'obiezione. Non ho ragione di dubitare della veridicità di quanto dichiarato. Per me, se l'AT glieli ha riconosciuti, si tratta di punti autentici. Non sono uno che fa ricorsi o solleva polveroni. Non ho né il tempo né la voglia né il denaro per seguire questa strada. La lascio volentieri ad altri. Voglio credere dell'essere umano ciò che alcuni "eroi" di Dostoevskij sostengono. E dunque, punti autentici.

Ma devono averne conferite davvero tante, di supplenze. E tutte lunghe, ma proprio tutte. Perché anche gli aspiranti collocati oltre la trentesima posizione hanno ventiquattro punti. E scendendo il punteggio del servizio non cambia. Ventiquattro, ventiquattro, ventiquattro. Certo, c'è il sostegno e via di seguito. Ventiquattro, ecc. ecc.

A quanto pare, la gente smette di lavorare solo se ci si spinge oltre la cinquantesima posizione. Lì le cose si fanno critiche. Di colpo si passa da ventiquattro a zero. Ventiquattro, ventiquattro, zero, zero, zero. Dall'ebbrezza al colpo apoplettico. Il signor cinquantaXX lavora, il signor cinquantaXX2 non si ricorda nemmeno più quando è stato l'ultima volta a scuola.

Mi direte che è normale, che si tratta della dura legge delle graduatorie. Mors tua vita mea. 24-0, normale un corno. La verità purtroppo è un'altra e si chiama scuola paritaria. Per colpa della scuola paritaria niente è normale in alcune graduatorie di Catania.
E posso spiegarle perché, signor giudice.

Lettere di fantasia, storie reali: prendiamo G., che conosco bene. Non ha mai messo piede in una scuola pubblica. Lavora da quando è abilitato in una nota scuola privata, di quelle cosiddette d'élite. Anche qui prevengo l'obiezione: non lo invidio affatto. I preti mi terrorizzano e ho detto tutto. G. ha già da un pezzo superato il mezzo del cammin di nostra vita, lavora da anni, detiene un'ottima posizione in graduatoria, ma non ha mai, dicasi mai, lavorato in una scuola pubblica. Non sa proprio cosa sia, una scuola pubblica. Eppure è lì, in alto. Quando la vedrà la scuola pubblica? A mezzo secolo d'età compiuto? Considerando che nella A052 di Catania si può arrivare ad oltre 220 punti e non avere il ruolo, forse G., che punti ne ha meno, dovrà lavorare a lungo nella sua beneamata scuola d'élite.

E poi c'è G2. Anche il secondo soggetto non ha mai messo piede in una scuola pubblica. In alto anche lui, come nulla fosse. E poi c'è A. che in una scuola pubblica una volta ci ha lavorato. Giusto il tempo di finire incenerita (non è soltanto una metafora... ) e poi ha subito trovato il rimedio della sua vita. Scuola d'élite, problema risolto. E A. vola in alto nella graduatoria, senza affanni, senza più patemi.

Parlo con G., parlo con G2, parlo con A. Mi colpisce ciò che dicono. È strano, mi dicono tutti e tre la stessa cosa. Loro hanno trovato le suddette scuole semplicemente presentando il curriculum. Non solo, le suddette scuole li pagano regolarmente. Ma io sapevo che in Sicilia gli istituti paritari...

No, evidentemente G., G2, A. sono diversi. Sono fortunati. Le loro scuole sono serie, migliori. Allora ci provo anch'io a portarlo, questo benedetto curriculum. Busso alla scuola d'élite. Mi aprono ma non vogliono darmi udienza. Dicono che non possono. Lascio il curriculum all'addetta alle pulizie. Sarà lei stessa a consegnare il documento alla preside. Rimango dubbioso e allora, dopo due giorni, telefono, chiedo della preside. Lei per poco non mi manda al diavolo. Mi fa gli auguri, loro posti non ne hanno. E lo stesso, anzi persino peggio, accade anche negli altri istituti. In uno, ad esempio, mi lasciano dietro la porta. Si rifiutano di aprire. Non è uno scherzo, hanno fatto finta di non sentire il campanello. Erano dentro ma fingevano di non esserci. Se avessi avuto modo di riprendere colla telecamera quanto accaduto, l'avrei fatto. Per dare testimonianza agli altri di quello che è stato uno dei momenti più bassi della mia vita.

Ma G. diceva che... e A. spergiurava che...


Mentivano. E continuano a mentire. La cosa che non mi piace del mondo della scuola sono i colleghi. Non temo la maleducazione dei ragazzi, né la prepotenza di certi genitori, e nemmeno gli ingorghi burocratici che da anni ormai soffocano gli insegnanti. Non mi spaventa avere a che fare con l'ignoranza, perché in qualche modo si può arginare. Mi spaventa piuttosto la falsità. Certe ipocrisie le possono avere solo gli adulti, non i ragazzi.


Vorrei chiedere ai colleghi meridionali (qualcuno ci sarà sul forum, no?) che, grazie ai loro privati, mi hanno prima seppellito e poi costretto ad andare via, se hanno il coraggio di dire la verità, una volta. La verità sullo stipendio che percepiscono (?), la verità sul modo in cui hanno avuto accesso a queste scuole simili piuttosto a campi di concentramento.

E qualcuno osa ancora parlare di meritrocrazia e graduatoria di merito?






P.S.: vorrei puntualizzare che non tutti i meridionali sono furbi e costantemente dediti all'acquisto di punti. Ci sono anche gli onesti che fanno la fine dei cretini.



è una realtà che solo dalla bocca di un meridionale può esser così ben descritta e non portare ad accuse di razzismo.

quando lo diciamo noi colleghi del nord ci accusano di razzismo, antimeridionalismo....

io sono uno di questi punti servizio 0

non sono mai riuscita ad entrare in una paritaria

i miei colleghi del sud ci lavorano da anni, tutti
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Una riflessione sulla A052 a Catania. Empty Re: Una riflessione sulla A052 a Catania.

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