Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
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avidodinformazioni
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Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
avidodinformazioni ha scritto:https://www.orizzontescuola.it/diplomati-magistrale-bruschi-ruolo-tramite-concorso-solo-cosi-si-verificano-gli-standard-professionali-richiesti/
L'analisi di Bruschi è piuttosto impietosa, veritiera e saggia, ma incompleta; sembra che da parte ministeriale non sia mai possibile, nemmeno nei casi migliori, avere una piena autocritica.
In buona sostanza Bruschi dice che, pur vero che il diritto deformato e trasformato negli anni poteva dare ragione ai diplomati magistrale, considerazioni pragmatiche sul superiore diritto all'istruzione dei nostri figli hanno imposto la giustizia sommaria del CdS riunito in sessione plenaria.
La sequenza dei concetti sarebbe:
1) i diplomati avevano un diritto
2) il MIUR si è accorto che tale diritto non rispondeva agli interessi della Nazione
3) il MIUR ha cambiato le carte in tavola, formalmente commettendo un abuso, ma per il bene della Nazione
4) il MIUR ha dato 7 cicli SISS/SFP et similia di possibilità ai diplomati magistrale buoni per risolvere la situazione
5) quelli che non hanno colto l'opportunità sono i diplomati non buoni che è meglio perdere che trovare
6) se sei buono ne verrai comunque fuori, basta che ti rimbocchi le maniche e ti iscrivi ad SFP.
Nulla da eccepire, ma molto da aggiungere; il MIUR non è santo come appare da quanto sopra.
1bis) (da porre tra 1 e 2) dalle magistrali uscivano ragazzi (ragazze) buoni oltre che cani e porci, il diritto lo avevano tutti, anche i cani ed i porci, che sarebbero andati a rovinare migliaia di bambini; di chi è la colpa ? Dei docenti che li diplomavano e del MIUR che faceva finta di non vedere. Cosa bisognava fare se si era seri ? Cancellare il valore abilitante del diploma ? No, rendere il diploma serio, intervenendo sui docenti con controlli ed impedendo la deriva buonista; accettando che potesse diplomarsi solo il 10 % degli iscritti senza puntare il dito sui docenti indicandoli come incapaci di istruire le scimmie.
3bis) Il MIUR ha istituito la SISS ovvero fuffologia pura, tutta roba assolutamente inutile, al solo fine di selezionare quelli che avevano voglia di studiare (anche le cazzate) da quelli che non l'avevano. E' corretto istituire un simile abominio ? E' colpevole starne alla larga se si ha la possibilità di farlo ? Come si sarebbe dovuto comportare un MIUR serio ? Rendendo serio ed utile il nuovo percorso abilitante, dando spazio alla ricerca scientifica sulla didattica ovvero consentendo di applicare tutte le nuove teorie fuffologiche e passandole poi al vaglio impietoso di un organismo esterno ed autonomo; così facendo avremmo capito se era meglio il cognitivismo, il comportamentismo, il costruttivismo o qualsiasi altra cretinata si sono inventati fin ora; avremmo finalmente capito quale sia la teoria didattica che fa imparare di più il leggere lo scrivere ed il far di conto. Avremmo capito se il rinforzo positivo conferisce fiducia in se stessi o se induce il cretinetto di turno ad approfittarsi di un sistema marcio e buonista. Avremmo capito se il rifiuto delle classi di livello porta a livellare gli apprendimento verso l'altro o verso il basso, se stiamo migliorando i peggiori e se stiamo mettendo palle al piede ai migliori. Avrebbe consentito di capire se obbligare i quattordicenni riottosi a scaldare i banchi del biennio delle superiori abbia o meno delle ripercussioni positive sugli apprendimenti loro e di chi gli siede affianco.
Certo per queste indagini servono veri Scienziati non gli scienziati dell'educazione (s minuscola), capaci nel migliore dei casi di compilare un questionario di gradimento.
Io sono convinto che ben pochi diplomati magistrale del 2000 abbiano la statura morale ed intellettuale per fare i maestri e le maestre; sono anche convinto che quelli buoni degli anni successivi siano stati in parte rovinati da SFP e sono infine convinto che un concorso da vincere farebbe bene a tutti, ma non un concorso del menga come quello dell'anno scorso (18 minuti per tamburellare sulla tastiera e scrivere cretinate fuffodidattiche), uno come quelli di 20 anni fa
4) Veramente i cicli della SSIS sono stati nove, ma cosa c'entra la SSIS con l'insegnamento nella scuola primaria e nell'infanzia? E Sfp non l'hanno mica chiusa: continua ad accettare iscrizioni e a laureare studenti, non so se preparati o meno per fare i maestri e le maestre.
5) L'occasione non è stata tanto sfp, quanto i concorsi del 1999 (per chi si è diplomato prima di quell'anno), del 2012 e del 2016. Ho più volte espresso critiche su quei concorsi, ma credo che si possa dire con buona approssimazione che chi non ha superato nessuno dei tre (o dei due, per gli ultimi diplomati) forse non era il migliore tra i partecipanti.
6) Anche per il futuro basterà vincere un concorso, forse perfino semplificato (già si parla di una fase transitoria), senza iscriversi a sfp.
1bis) Sai bene che questo discorso riguarda non solo l'istituto magistrale, ma tutte le scuole di ogni ordine e grado (e indirizzo); non è realistico pensare che una sola scuola avrebbe dovuto restare eccellente, anzi migliorare ancora di più rispetto al passato, mentre tutte le altre (compresi i licei classici e scientifici subivano un declino).
A prescindere da questo, credo che sia un bene che ad insegnare alle elementari non sia un diciassettenne uscito da una scuola superiore di quattro anni, ma almeno un ventiquattrenne, che ha conseguito una laurea. Il problema era solo come doveva essere gestito il passaggio da un sistema all'altro. Ricordo solo che tutti i diplomati magistrali che hanno ottenuto il ruolo negli anni hanno superato un corso, serio o meno che fosse; non si capisce perché solo questi ultimi diplomati avrebbero dovuto entrare in ruolo senza superarlo.
Dec- Moderatore
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Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
avidodinformazioni ha scritto:https://www.orizzontescuola.it/diplomati-magistrale-bruschi-ruolo-tramite-concorso-solo-cosi-si-verificano-gli-standard-professionali-richiesti/
1bis) (da porre tra 1 e 2) dalle magistrali uscivano ragazzi (ragazze) buoni oltre che cani e porci, il diritto lo avevano tutti, anche i cani ed i porci, che sarebbero andati a rovinare migliaia di bambini; di chi è la colpa ? Dei docenti che li diplomavano e del MIUR che faceva finta di non vedere. Cosa bisognava fare se si era seri ? Cancellare il valore abilitante del diploma ? No, rendere il diploma serio, intervenendo sui docenti con controlli ed impedendo la deriva buonista; accettando che potesse diplomarsi solo il 10 % degli iscritti senza puntare il dito sui docenti indicandoli come incapaci di istruire le scimmie.
3bis) Il MIUR ha istituito la SISS ovvero fuffologia pura, tutta roba assolutamente inutile, al solo fine di selezionare quelli che avevano voglia di studiare (anche le cazzate) da quelli che non l'avevano. E' corretto istituire un simile abominio ?
Io sono convinto che ben pochi diplomati magistrale del 2000 abbiano la statura morale ed intellettuale per fare i maestri e le maestre; sono anche convinto che quelli buoni degli anni successivi siano stati in parte rovinati da SFP e sono infine convinto che un concorso da vincere farebbe bene a tutti, ma non un concorso del menga come quello dell'anno scorso (18 minuti per tamburellare sulla tastiera e scrivere cretinate fuffodidattiche), uno come quelli di 20 anni fa
1bis) Sì, cancellare il valore abilitante del diploma era la scelta giusta e mi chiedo perché abbiano aspettato fino agli anni 2000 per fare una cosa così ovvia. Non è concepibile che un insegnante abbia un titolo di studio basso come un diploma delle superiori, poteva andare bene negli anni '70 quando ancora più di metà della popolazione aveva solo la terza media e alle superiori ci andava solo chi aveva davvero una buona testa. Chi ha il solo diploma è mediamente troppo ignorante per insegnare, lo è oggi e lo era pure a fine anni '90, tanto più chi usciva dall'istituto magistrale che aveva un livello culturale molto più basso del liceo. Diplomare solo il 10% degli iscritti è un'utopia e non sarebbe stato nemmeno giusto perché il concorso è sempre stato previsto per entrare a scuola proprio per scremare i cani e i porci da quelli buoni. Se quelli buoni usciti nel 2000 non sono stati abbastanza buoni da superare gli ultimi concorsi come le loro maestre di 50 anni prima evidentemente non erano così buoni.
3bis) Sì, è corretto istituire un simile abominio e ti spiego perché. Chi non ha voglia di studiare scemenze fuffodidattiche non ha voglia nemmeno di imparare le conoscenze minime da insegnare se non le ha imparate 20 anni fa o se le è dimenticate nel frattempo. Chi non ha voglia di studiare scemenze fuffodidattiche di norma non ha più preso un libro in mano dal giorno in cui si è diplomato. Questo significa avere una maestra ignorante che non ricorda nemmeno le regole grammaticali e non sa produrre un testo decente. Chi si è laureato, pure se in fuffologia, ha dovuto almeno scrivere una tesi, per quanto priva di contenuti sensati, e fare qualche decina di esami scritti.
Sulla fuffologia sono d'accordo con te, ma ad SFP di esami di fuffologia ne abbiamo dati forse una metà del totale. Perché pensi che dare esami di matematica, storia, geografia, biologia, inglese e linguistica, fonetica o grammatica non contribuisca a formare una maestra meno ignorante?
Per ultimo aggiungo che una fetta enorme di diplomati magistrali (anche quelli usciti nel 2000) ha un imbarazzante impedimento con la tecnologia, anche cose minime come creare una cartella dove mettere le progettazioni, cercare un file nel PC se non si trova nel desktop o attaccare i cavi della LIM o della stampante al PC.
Kuru-nee- Messaggi : 609
Data d'iscrizione : 27.07.17
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
Kuru-nee ha scritto:Chi ha il solo diploma è mediamente troppo ignorante per insegnare, lo è oggi e lo era pure a fine anni '90, tanto più chi usciva dall'istituto magistrale che aveva un livello culturale molto più basso del liceo.
Non si può generalizzare così. Ci sono tantissimi docenti che non sanno scrivere bene in italiano e sono tutti usciti da un percorso universitario. Molti non conoscono nessuna lingua straniera, nemmeno per comunicare a livello base. E non leggono nulla, nemmeno un libro all'anno. Spesso ho colleghi di lettere che scrivono male, peggio di me che non insegno italiano. Mi chiedo come abbiano fatto a passare gli scritti all'università (sempre che abbiano sostenuto degli esami scritti di italiano).
Il problema non è il titolo di studio, ma il desiderio della persona di curare la propria formazione nel tempo, di provare interessi culturali, di leggere per conoscere e capire. Un diplomato che cura la propria formazione e ha interessi culturali può essere un docente più presentabile ed efficace di un laureato entrato in ruolo che è totalmente privo di interessi culturali, non legge e non cura la propria formazione. Un laureato così come può essere dopo 10 anni dalla laurea?
JaneEyre- Messaggi : 1988
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
@avidodinformazioni: La SSIS una cretinata, giusto? Nient'affatto, invece. Innazitutto non è vero che non si doveva studiare per la prova preselettiva, si doveva studiare eccome, come si doveva studiare anche per la prova scritta relativa alle materie, che riguardava la classe di concorso con domande didattiche, e non relativa alla FUFFA. Non siamo entrati nella SSIS per grazia di Dio, una selezione c'è stata. E poi, di quale fuffa parli? Si studiava anche storia della scuola, legislazione scolastica, didattica relativa alla materia insegnata con approfondimenti disciplinari, nozioni di diritto, di psicologia evolutiva,di metodologia didattica, che non è fuffa, ma è conoscenza di teorie che possono essere condivise o meno, ma almeno si conoscono.
E dopo due anni si doveva fare un esame in cui dovevi esaminare un caso o progettare un ciclo di lezioni, sulla disciplina insegnata, non sul costruttivismo o simili.
E dopo due anni si doveva fare un esame in cui dovevi esaminare un caso o progettare un ciclo di lezioni, sulla disciplina insegnata, non sul costruttivismo o simili.
Scuola70- Messaggi : 1434
Data d'iscrizione : 28.02.14
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
Scuola70 ha scritto:@avidodinformazioni: La SSIS una cretinata, giusto? Nient'affatto, invece.
Quoto e condivido. Le SISS erano tutt'altro che una cretinata. La selezione in ingresso era abbastanza seria (io preferivo quella dei TFA, con la preselettiva nazionale a crocette per fare la scrematura più grossa) ed il percorso didattico non era poi così sbilanciato verso la fuffologia come si va dicendo oggi.
Cmq SISS, TFA, Concorso... tutto, IMHO, andrebbe bene purché ci sia:
a) Un percorso di selezione in ingresso che non faccia sconti a nessuno.
b) Un iter formativo serio, basato sul tirocinio in classe e nel quale la fuffologia venga ridotta al minimo necessario (non la si può eliminare del tutto)
c) La certezza, per chi arriva in fondo, del posto.
Ma temo che il mio auspicio sia irrealizzabile, almeno finché ci saranno organizzazioni sindacali che basano la propria azione sulla proposizione di ricorsi il cui fine è, ad esempio, quello di consentire a gente che ha preso un diplomino 20 anni fa, di venir assunta ope legis dallo stato...
Lenar_- Messaggi : 78
Data d'iscrizione : 02.11.17
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
avidodinformazioni ha scritto:https://www.orizzontescuola.it/diplomati-magistrale-bruschi-ruolo-tramite-concorso-solo-cosi-si-verificano-gli-standard-professionali-richiesti/
L'analisi di Bruschi è piuttosto impietosa, veritiera e saggia, ma incompleta; sembra che da parte ministeriale non sia mai possibile, nemmeno nei casi migliori, avere una piena autocritica.
In buona sostanza Bruschi dice che, pur vero che il diritto deformato e trasformato negli anni poteva dare ragione ai diplomati magistrale, considerazioni pragmatiche sul superiore diritto all'istruzione dei nostri figli hanno imposto la giustizia sommaria del CdS riunito in sessione plenaria.
La sequenza dei concetti sarebbe:
1) i diplomati avevano un diritto
2) il MIUR si è accorto che tale diritto non rispondeva agli interessi della Nazione
3) il MIUR ha cambiato le carte in tavola, formalmente commettendo un abuso, ma per il bene della Nazione
4) il MIUR ha dato 7 cicli SISS/SFP et similia di possibilità ai diplomati magistrale buoni per risolvere la situazione
5) quelli che non hanno colto l'opportunità sono i diplomati non buoni che è meglio perdere che trovare
6) se sei buono ne verrai comunque fuori, basta che ti rimbocchi le maniche e ti iscrivi ad SFP.
Nulla da eccepire, ma molto da aggiungere; il MIUR non è santo come appare da quanto sopra.
1bis) (da porre tra 1 e 2) dalle magistrali uscivano ragazzi (ragazze) buoni oltre che cani e porci, il diritto lo avevano tutti, anche i cani ed i porci, che sarebbero andati a rovinare migliaia di bambini; di chi è la colpa ? Dei docenti che li diplomavano e del MIUR che faceva finta di non vedere. Cosa bisognava fare se si era seri ? Cancellare il valore abilitante del diploma ? No, rendere il diploma serio, intervenendo sui docenti con controlli ed impedendo la deriva buonista; accettando che potesse diplomarsi solo il 10 % degli iscritti senza puntare il dito sui docenti indicandoli come incapaci di istruire le scimmie.
3bis) Il MIUR ha istituito la SISS ovvero fuffologia pura, tutta roba assolutamente inutile, al solo fine di selezionare quelli che avevano voglia di studiare (anche le cazzate) da quelli che non l'avevano. E' corretto istituire un simile abominio ? E' colpevole starne alla larga se si ha la possibilità di farlo ? Come si sarebbe dovuto comportare un MIUR serio ? Rendendo serio ed utile il nuovo percorso abilitante, dando spazio alla ricerca scientifica sulla didattica ovvero consentendo di applicare tutte le nuove teorie fuffologiche e passandole poi al vaglio impietoso di un organismo esterno ed autonomo; così facendo avremmo capito se era meglio il cognitivismo, il comportamentismo, il costruttivismo o qualsiasi altra cretinata si sono inventati fin ora; avremmo finalmente capito quale sia la teoria didattica che fa imparare di più il leggere lo scrivere ed il far di conto. Avremmo capito se il rinforzo positivo conferisce fiducia in se stessi o se induce il cretinetto di turno ad approfittarsi di un sistema marcio e buonista. Avremmo capito se il rifiuto delle classi di livello porta a livellare gli apprendimento verso l'alto o verso il basso, se stiamo migliorando i peggiori o se stiamo mettendo palle al piede ai migliori. Avrebbe consentito di capire se obbligare i quattordicenni riottosi a scaldare i banchi del biennio delle superiori abbia o meno delle ripercussioni positive sugli apprendimenti loro e di chi gli siede affianco.
Certo per queste indagini servono veri Scienziati non gli scienziati dell'educazione (s minuscola), capaci nel migliore dei casi di compilare un questionario di gradimento.
Io sono convinto che ben pochi diplomati magistrale del 2000 abbiano la statura morale ed intellettuale per fare i maestri e le maestre; sono anche convinto che quelli buoni degli anni successivi siano stati in parte rovinati da SFP e sono infine convinto che un concorso da vincere farebbe bene a tutti, ma non un concorso del menga come quello dell'anno scorso (18 minuti per tamburellare sulla tastiera e scrivere cretinate fuffodidattiche), uno come quelli di 20 anni fa
Intervengo sulla questione "diplomati magistrali nella graduatorie ad esaurimento" per esprimere il mio punto di vista, ovviamente soggettivo ed opinabile, che sottopongo alla vostra valutazione, scusandomi per la lunghezza dell'intervento.
Premetto di avere svolto la mia carriera scolastica come docente prima di diritto ed economia (si chiamava così allora la classe di concorso), poi (a seguito di superamento di un successivo concorso a cattedre) di filosofia e, da qualche anno, come docente comandato presso un Ufficio Scolastico Regionale che si è occupato, tra l'altro, anche dell'esame dei ricorsi proposti contro l'Amministrazione per la predisposizione delle relazioni da fornire all'Avvocatura dello Stato.
Ho quindi avuto modo di esaminare decine e decine di ricorsi di diplomati magistrali che chiedevano l'inserimento nella graduatorie ad esaurimento e sono rimasto colpito da alcuni dati che troppo spesso sono stati (volutamente) trascurati:
Questa lunga e noiosa premessa per dire che, a mio parere, la sentenza del Consiglio di Stato (ripeto, assolutamente impeccabile e, a mio parere, anche per mettere in guardia coloro che pensano di aderire ad improbabili e disastrosi ricorsi alla Corte di Cassazione) oltre che su basi giuridiche si è fondata anche su altre valutazioni, altrettanto rilevanti, già espresse dal Consiglio di Stato con la sentenza parziale di rimessione n. 364/2016.
Alcuni passaggi di quella sentenza sono, a mio parere, illuminanti:
"Nella situazione in esame, peraltro, non si comprende perché il possesso di titolo abilitante........sia stato fatto valere a tanti anni di distanza dal relativo conseguimento, senza alcun richiamo a pregressi titoli di servizio...........l’inserimento in una graduatoria, destinata a consentire per mero scorrimento lo stabile ingresso nel ruolo docente, non dovrebbe prescindere da una seria ricognizione dell’esperienza maturata dai singoli interessati, di cui nel caso di specie non sono noti né l’attuale iscrizione nelle graduatorie di Istituto, né l’eventuale, ulteriore percorso formativo seguito dopo il conseguimento (in anni molto risalenti nel tempo) del diploma abilitante".
In altri termini nella decisione di escludere i diplomati magistrali dalla graduatorie ad esurimento hanno pesato sia le motivazioni giuridiche che quelle derivanti dalla pretesa (assai discutibile) della maggior parte dei ricorrenti di diventare insegnanti decenni dopo avere conseguito il diploma magistrale senza avere mai insegnato e senza essersi mai preso il disturbo di partecipare ad un concorso pubblico, pretesa che ha rappresentato un vero e proprio abuso del diritto e, finalmente, la Magistratura Amministrativa ne ha preso atto.
Tutti gli insegnanti che, dopo anni di supplenze e sacrifici, sono state esclusi dalle graduatorie o, addirittura, immessi in ruolo con riserva e rischiano di perdere il posto, hanno la mia solidarietà, tuttavia sarebbe meglio non se la prendessero contro il Consiglio di Stato ma contro coloro che, per mero interesse, le hanno illuse e danneggiate, alimentando e presentando sullo stesso piano sia i loro ricorsi che quelli di gente che nulla aveva a vedere con la scuola e che vedeva l'insegnamento solo come un mezzo per ottenere uno stipendio.
Premetto di avere svolto la mia carriera scolastica come docente prima di diritto ed economia (si chiamava così allora la classe di concorso), poi (a seguito di superamento di un successivo concorso a cattedre) di filosofia e, da qualche anno, come docente comandato presso un Ufficio Scolastico Regionale che si è occupato, tra l'altro, anche dell'esame dei ricorsi proposti contro l'Amministrazione per la predisposizione delle relazioni da fornire all'Avvocatura dello Stato.
Ho quindi avuto modo di esaminare decine e decine di ricorsi di diplomati magistrali che chiedevano l'inserimento nella graduatorie ad esaurimento e sono rimasto colpito da alcuni dati che troppo spesso sono stati (volutamente) trascurati:
- l'età media di gran parte dei ricorrenti (45-50 anni e, in un caso 60)
la debolezza delle argomentazioni giuridiche proposte (sì, perché sarebbe stata sufficiente una semplice disamina della normativa, come finalmente ha fatto l'Adunanza Plenaria, per capire che l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento era impossibile), mascherate da una campagna mediatica fatta a colpi di proclami al solo scopo di reclutare quanti più ricorrenti possibili, per motivi facilmente comprensibili.
A tutti coloro che, in previsione di analoghi ricorsi, mi hanno chiesto un parere (che ho sempre rifiutato perché so bene che il tuo amico di oggi cui hai dato un consiglio sbagliato diventerà il tuo peggior nemico domani) ho rivolto la stessa domanda "perché, a tanti anni dal conseguimento del diploma, senza mai avere partecipato ad un concorso e senza mai avere svolto un giorno di servizio, vuoi percorrere questa strada?" La risposta è stata sempre la stessa: "perché no? c'é l'opportunità di ottenere un posto statale e uno stipendio sicuro e io dovrei rinunciarci?"Questa lunga e noiosa premessa per dire che, a mio parere, la sentenza del Consiglio di Stato (ripeto, assolutamente impeccabile e, a mio parere, anche per mettere in guardia coloro che pensano di aderire ad improbabili e disastrosi ricorsi alla Corte di Cassazione) oltre che su basi giuridiche si è fondata anche su altre valutazioni, altrettanto rilevanti, già espresse dal Consiglio di Stato con la sentenza parziale di rimessione n. 364/2016.
Alcuni passaggi di quella sentenza sono, a mio parere, illuminanti:
"Nella situazione in esame, peraltro, non si comprende perché il possesso di titolo abilitante........sia stato fatto valere a tanti anni di distanza dal relativo conseguimento, senza alcun richiamo a pregressi titoli di servizio...........l’inserimento in una graduatoria, destinata a consentire per mero scorrimento lo stabile ingresso nel ruolo docente, non dovrebbe prescindere da una seria ricognizione dell’esperienza maturata dai singoli interessati, di cui nel caso di specie non sono noti né l’attuale iscrizione nelle graduatorie di Istituto, né l’eventuale, ulteriore percorso formativo seguito dopo il conseguimento (in anni molto risalenti nel tempo) del diploma abilitante".
In altri termini nella decisione di escludere i diplomati magistrali dalla graduatorie ad esurimento hanno pesato sia le motivazioni giuridiche che quelle derivanti dalla pretesa (assai discutibile) della maggior parte dei ricorrenti di diventare insegnanti decenni dopo avere conseguito il diploma magistrale senza avere mai insegnato e senza essersi mai preso il disturbo di partecipare ad un concorso pubblico, pretesa che ha rappresentato un vero e proprio abuso del diritto e, finalmente, la Magistratura Amministrativa ne ha preso atto.
Tutti gli insegnanti che, dopo anni di supplenze e sacrifici, sono state esclusi dalle graduatorie o, addirittura, immessi in ruolo con riserva e rischiano di perdere il posto, hanno la mia solidarietà, tuttavia sarebbe meglio non se la prendessero contro il Consiglio di Stato ma contro coloro che, per mero interesse, le hanno illuse e danneggiate, alimentando e presentando sullo stesso piano sia i loro ricorsi che quelli di gente che nulla aveva a vedere con la scuola e che vedeva l'insegnamento solo come un mezzo per ottenere uno stipendio.
oizan- Messaggi : 111
Data d'iscrizione : 20.04.15
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
Giustissimo oizan.
Ma risolta alla meno peggio una questione, dopo anni ed anni, siamo già dentreo ad un'altra questione simile e di difficile soluzione: gli ITP che vedono riconosciuto il loro diploma come alibiltante, e quindi scavacano nelle graduatorie moltissimi docenti laureati accaparrandosi la maggior parte delle supplenze senza specializzazione sul sostegno.
Io ne ho molti casi nella mia scuola, e e certo non voglio generalizzare né pensare che ovunque tutti si comportino così, ma è triste quello che capita nel mio istituto: è stato nominato anche un docente di sostegno con evidenti problemi, che a sua volta pochi anni fa aveva il sostegno. Altri docenti ITP che non solo sono inesperti (come sarebbe un laureato, ci mancherebbe), ma sono anche arroganti, supponenti, e non si rendono conto minimamente di quanto sia delicato il loro compito. Non penso certo che una qualsiasi laurea aiuti a svolgere meglio questo lavoro, ma una laurea se non altro comporta un minimo di selezione, inoltre costringe a studiare, ad acculturarsi almeno un pochino, il che a mio avviso è un requisito indispensabile per un docente di sos.
Eppure il diploma e un ricorso da 100 euro cad. permettono a questa gente di scavalcare in graduatoria moltissimi colleghi di terza fascia che hanno almeno 5 anni di studi in più.
Non credo che il problema sia di chi ha fatto ricorso, ma del MIUR che -come sempre ma in modo particolare quando si tratta di reclutamento- si rivela incapace di stabilire regole in generale ragionevoli ed eque. Così ci troviamo a passare da un estremo (i diplomati erano stati esclusi illegittimamente dall'ultimo concorso) ad un altro (i diplomati in materie techiche sono automaticamente abilitati e quindi lavorano di più degli ex liceali laureati).
Ma è proprio così difficile gestire quel ministero in modo ragionevole, senza fare fesserie, imponendo regole chiare, semplici, inequivocabili?
Ma si può permettere a qualcuno (compreso il semisquilibrato che ora fa il docente di sos) di fare il supplente, per anni ed anni, senza alcuna selezione, senza coltrollo, magari lasciando fuori dal giro persone degnissime e capaci?
Ma risolta alla meno peggio una questione, dopo anni ed anni, siamo già dentreo ad un'altra questione simile e di difficile soluzione: gli ITP che vedono riconosciuto il loro diploma come alibiltante, e quindi scavacano nelle graduatorie moltissimi docenti laureati accaparrandosi la maggior parte delle supplenze senza specializzazione sul sostegno.
Io ne ho molti casi nella mia scuola, e e certo non voglio generalizzare né pensare che ovunque tutti si comportino così, ma è triste quello che capita nel mio istituto: è stato nominato anche un docente di sostegno con evidenti problemi, che a sua volta pochi anni fa aveva il sostegno. Altri docenti ITP che non solo sono inesperti (come sarebbe un laureato, ci mancherebbe), ma sono anche arroganti, supponenti, e non si rendono conto minimamente di quanto sia delicato il loro compito. Non penso certo che una qualsiasi laurea aiuti a svolgere meglio questo lavoro, ma una laurea se non altro comporta un minimo di selezione, inoltre costringe a studiare, ad acculturarsi almeno un pochino, il che a mio avviso è un requisito indispensabile per un docente di sos.
Eppure il diploma e un ricorso da 100 euro cad. permettono a questa gente di scavalcare in graduatoria moltissimi colleghi di terza fascia che hanno almeno 5 anni di studi in più.
Non credo che il problema sia di chi ha fatto ricorso, ma del MIUR che -come sempre ma in modo particolare quando si tratta di reclutamento- si rivela incapace di stabilire regole in generale ragionevoli ed eque. Così ci troviamo a passare da un estremo (i diplomati erano stati esclusi illegittimamente dall'ultimo concorso) ad un altro (i diplomati in materie techiche sono automaticamente abilitati e quindi lavorano di più degli ex liceali laureati).
Ma è proprio così difficile gestire quel ministero in modo ragionevole, senza fare fesserie, imponendo regole chiare, semplici, inequivocabili?
Ma si può permettere a qualcuno (compreso il semisquilibrato che ora fa il docente di sos) di fare il supplente, per anni ed anni, senza alcuna selezione, senza coltrollo, magari lasciando fuori dal giro persone degnissime e capaci?
dubitoergosum- Messaggi : 1923
Data d'iscrizione : 04.09.10
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
Dubitoergosum, mI chiami direttamente in causa e mi fa piacere risponderti, anche se non vorrei scadere nel qualunquismo.
Ciascuno di noi che ha esperienza nel mondo della scuola conosce benissimo le cause di tutto questo.
Da diversi anni a questa parte la funzione docente ha perso il ruolo e la dignità sociale che un tempo rivestiva.
Oggi il docente è un semplice burocrate a cui, secondo l'opinione comune, è attribuito il compito di ripetere a pappagallo agli alunni sempre le stesse cose imparate bene o male quando (anni ed anni prima) era studente, per poi fare promossi tutti (tanto poi la vita farà la selezione).
Oggi il docente è, sempre secondo l'opinione comune, una persona che lavora per non più di quattro ore al giorno per cinque giorni alla settimana e gode di pomeriggi liberi e ferie illimitate.
La professione di docente, inoltre, è compatibile (incredibile a dirsi) con lo svolgimento di altra attività libero professionale.
Non deve stupire quindi che la professione di docente sia ambitissima, a dispetto del misero stipendio, perché è vista come una professione a cui si accede senza un concorso e che ti permette di guadagnare senza faticare o, addirittura, di godere di uno stipendio (del tutto legittimo, sia ben chiaro) da aggiungere al reddito di libero professionista.
Ho personalmente assistito (come, presumo, sarà accaduto anche a te) a scene surreali in occasione dell'infornata di immissioni in ruolo ex legge 107/2015: nella mia scuola (un liceo scientifico) sono arrivati 2 neo immessi in ruolo di economia e 2 di diritto (materie che allo scientifico non si insegnano), ovviamente anche commercialisti e avvocati, nessuno dei quali aveva mai fatto un giorno di lezione: ebbene, in occasione della presa di servizio, prima ancora di presentarsi ai colleghi e di informarsi quali sarebbero statii loro compiti, si sono precipitati nella stanza delle dirigente (io ero casualmente presente) per precisare che:
avevano intenzione di ottenere il part time;
Ognuno di loro voleva un ben preciso giorno della settimana libero (perché aveva udienza o doveva andare all'agenzia delle entrate o in esattoria per discutere delle pratiche dei clienti);
Ognuno di loro aveva problemi per partecipare ai consigli di classe o ai collegi docenti "perché di pomeriggio io ho il ricevimento clienti, non si potrebbero fissare dopo le sette di sera?".
Ognuno di loro ha copiato da internet, durante l'anno di prova, il bilancio delle competenze iniziale e finale, vantandosene, e ottenendo la conferma in ruolo, senza che nessuno verificasse le loro effettive capacità.
Converrai con me, quindi, che tutti sono disposti a tutto per diventare insegnante (e non certo per il prestigio sociale).
Tuttavia, secondo me, la responsabilità di tutto ciò non è del MIUR (che, anzi, è vittima) ma della politica e dei sindacati che hanno contribuito a creare il sistema, prova ne è che i partiti, in previsione delle elezioni fanno a gara a promettere ai diplomati magistrali soluzioni al loro problema e immissioni in ruolo a go go e i sindacati stanno concludendo un rinnovo contrattuale con aumenti miserabili.
Non ti disperare per i ricorsi degli ITP, accetta lo stato delle cose com'é perché non c'é nulla da fare.
In conclusione ti segnalo due chicche (a proposito di assalti alla diligenza):
I i ricorsi dei dottori di ricerca per l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento: per fortuna il TAR e il Consiglio di Stato stavolta hanno capito l'antifona e hanno stabilito che a loro va riconosciuta l'abilitazione (non si sa per quale classe di concorso, "ci pensi il MIUR") ma non il diritto all'inserimento nelle GAE (CDS n. 5153/2017) e i diplomati AFAM cui non è stata riconosciuto il valore abilitante del titolo (TAR Lazio n. 12652/2017), fino al prossimo ricorso, naturalmente.
Ciascuno di noi che ha esperienza nel mondo della scuola conosce benissimo le cause di tutto questo.
Da diversi anni a questa parte la funzione docente ha perso il ruolo e la dignità sociale che un tempo rivestiva.
Oggi il docente è un semplice burocrate a cui, secondo l'opinione comune, è attribuito il compito di ripetere a pappagallo agli alunni sempre le stesse cose imparate bene o male quando (anni ed anni prima) era studente, per poi fare promossi tutti (tanto poi la vita farà la selezione).
Oggi il docente è, sempre secondo l'opinione comune, una persona che lavora per non più di quattro ore al giorno per cinque giorni alla settimana e gode di pomeriggi liberi e ferie illimitate.
La professione di docente, inoltre, è compatibile (incredibile a dirsi) con lo svolgimento di altra attività libero professionale.
Non deve stupire quindi che la professione di docente sia ambitissima, a dispetto del misero stipendio, perché è vista come una professione a cui si accede senza un concorso e che ti permette di guadagnare senza faticare o, addirittura, di godere di uno stipendio (del tutto legittimo, sia ben chiaro) da aggiungere al reddito di libero professionista.
Ho personalmente assistito (come, presumo, sarà accaduto anche a te) a scene surreali in occasione dell'infornata di immissioni in ruolo ex legge 107/2015: nella mia scuola (un liceo scientifico) sono arrivati 2 neo immessi in ruolo di economia e 2 di diritto (materie che allo scientifico non si insegnano), ovviamente anche commercialisti e avvocati, nessuno dei quali aveva mai fatto un giorno di lezione: ebbene, in occasione della presa di servizio, prima ancora di presentarsi ai colleghi e di informarsi quali sarebbero statii loro compiti, si sono precipitati nella stanza delle dirigente (io ero casualmente presente) per precisare che:
avevano intenzione di ottenere il part time;
Ognuno di loro voleva un ben preciso giorno della settimana libero (perché aveva udienza o doveva andare all'agenzia delle entrate o in esattoria per discutere delle pratiche dei clienti);
Ognuno di loro aveva problemi per partecipare ai consigli di classe o ai collegi docenti "perché di pomeriggio io ho il ricevimento clienti, non si potrebbero fissare dopo le sette di sera?".
Ognuno di loro ha copiato da internet, durante l'anno di prova, il bilancio delle competenze iniziale e finale, vantandosene, e ottenendo la conferma in ruolo, senza che nessuno verificasse le loro effettive capacità.
Converrai con me, quindi, che tutti sono disposti a tutto per diventare insegnante (e non certo per il prestigio sociale).
Tuttavia, secondo me, la responsabilità di tutto ciò non è del MIUR (che, anzi, è vittima) ma della politica e dei sindacati che hanno contribuito a creare il sistema, prova ne è che i partiti, in previsione delle elezioni fanno a gara a promettere ai diplomati magistrali soluzioni al loro problema e immissioni in ruolo a go go e i sindacati stanno concludendo un rinnovo contrattuale con aumenti miserabili.
Non ti disperare per i ricorsi degli ITP, accetta lo stato delle cose com'é perché non c'é nulla da fare.
In conclusione ti segnalo due chicche (a proposito di assalti alla diligenza):
I i ricorsi dei dottori di ricerca per l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento: per fortuna il TAR e il Consiglio di Stato stavolta hanno capito l'antifona e hanno stabilito che a loro va riconosciuta l'abilitazione (non si sa per quale classe di concorso, "ci pensi il MIUR") ma non il diritto all'inserimento nelle GAE (CDS n. 5153/2017) e i diplomati AFAM cui non è stata riconosciuto il valore abilitante del titolo (TAR Lazio n. 12652/2017), fino al prossimo ricorso, naturalmente.
oizan- Messaggi : 111
Data d'iscrizione : 20.04.15
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
JaneEyre ha scritto:Kuru-nee ha scritto:Chi ha il solo diploma è mediamente troppo ignorante per insegnare, lo è oggi e lo era pure a fine anni '90, tanto più chi usciva dall'istituto magistrale che aveva un livello culturale molto più basso del liceo.
Non si può generalizzare così. Ci sono tantissimi docenti che non sanno scrivere bene in italiano e sono tutti usciti da un percorso universitario. Molti non conoscono nessuna lingua straniera, nemmeno per comunicare a livello base. E non leggono nulla, nemmeno un libro all'anno. Spesso ho colleghi di lettere che scrivono male, peggio di me che non insegno italiano. Mi chiedo come abbiano fatto a passare gli scritti all'università (sempre che abbiano sostenuto degli esami scritti di italiano).
Il problema non è il titolo di studio, ma il desiderio della persona di curare la propria formazione nel tempo, di provare interessi culturali, di leggere per conoscere e capire. Un diplomato che cura la propria formazione e ha interessi culturali può essere un docente più presentabile ed efficace di un laureato entrato in ruolo che è totalmente privo di interessi culturali, non legge e non cura la propria formazione. Un laureato così come può essere dopo 10 anni dalla laurea?
Perché laurearsi allora per insegnare inglese? Io alla fine delle superiori sapevo inglese e francese meglio di molti laureati in lingue e letteratura e avevo probabilmente anche migliori conoscenze di letteratura. Perché non lasciar insegnare inglese agli studenti migliori usciti dal linguistico o dallo scientifico?
Più della metà degli studenti usciti dalle superiori è troppo ignorante per poter insegnare e questo basta a farmi dire che il diploma di scuola superiore non è sufficiente a garantire un livello culturale decente per un insegnante. La volontà individuale di curare la propria cultura non è valutabile e non si può lasciare insegnare qualcuno senza laurea perché è molto volenteroso nel formarsi. Conosco signore di 80 anni che con la quinta elementare hanno un livello culturale migliore di molte diplomate uscite dalle magistrali nel 2000. Quindi?
Se il titolo di studio non è un problema allora possiamo lasciar insegnare anche chi ha la terza media o la quinta elementare, l'importante è che si siano acculturati negli anni.
Mi dispiace, serve uno standard culturale per consentire l'accesso all'insegnamento e per me questo standard è la laurea, non il diploma delle superiori. Se chi si è diplomato ha curato la propria cultura, sa scrivere benissimo e ha delle buone conoscenze, allora ha di certo le capacità per prendersi una laurea e poi andare ad insegnare.
Kuru-nee- Messaggi : 609
Data d'iscrizione : 27.07.17
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
oizan ha scritto:
...commercialisti e avvocati, nessuno dei quali aveva mai fatto un giorno di lezione: ebbene, in occasione della presa di servizio, prima ancora di presentarsi ai colleghi e di informarsi quali sarebbero statii loro compiti, si sono precipitati nella stanza delle dirigente (io ero casualmente presente) per precisare che:
avevano intenzione di ottenere il part time;
Ognuno di loro voleva un ben preciso giorno della settimana libero (perché aveva udienza o doveva andare all'agenzia delle entrate o in esattoria per discutere delle pratiche dei clienti);
Ognuno di loro aveva problemi per partecipare ai consigli di classe o ai collegi docenti "perché di pomeriggio io ho il ricevimento clienti, non si potrebbero fissare dopo le sette di sera?".
Voglio sperare che un dirigente degno di questo nome li abbia cortesemente ma fermamente mandati a stendere e che abbia spiegato loro che nel maGGico mondo del lavoro dipendente fisso non funziona così...
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
paniscus_2.1 ha scritto:oizan ha scritto:
...commercialisti e avvocati, nessuno dei quali aveva mai fatto un giorno di lezione: ebbene, in occasione della presa di servizio, prima ancora di presentarsi ai colleghi e di informarsi quali sarebbero statii loro compiti, si sono precipitati nella stanza delle dirigente (io ero casualmente presente) per precisare che:
avevano intenzione di ottenere il part time;
Ognuno di loro voleva un ben preciso giorno della settimana libero (perché aveva udienza o doveva andare all'agenzia delle entrate o in esattoria per discutere delle pratiche dei clienti);
Ognuno di loro aveva problemi per partecipare ai consigli di classe o ai collegi docenti "perché di pomeriggio io ho il ricevimento clienti, non si potrebbero fissare dopo le sette di sera?".
Voglio sperare che un dirigente degno di questo nome li abbia cortesemente ma fermamente mandati a stendere e che abbia spiegato loro che nel maGGico mondo del lavoro dipendente fisso non funziona così...
Ahahahahahah! Cos'è una barzelletta? Nella mia pur breve esperienza come insegnante, ho visto colleghi chiedere permessi e ottenerli per cose molto più marginali. La mentalità da dipendente pubblico è diffussisima a scuola probabilmente perchè la maggior parte dei docenti non ha mai lavorato in un'azienda privata.
tecnologo alim- Messaggi : 392
Data d'iscrizione : 16.04.14
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
La mentalità da dipendente pubblico è diffussisima a scuola probabilmente perchè la maggior parte dei docenti non ha mai lavorato in un'azienda privata.
Ma scusa un attimo, qua nion si stava parlando dell'esatto contrario? Ossia di gente che non aveva mai messo piede nella scuola né nel pubblico impiego in generale, e che era abituata a lavorare solo nelle libere professioni o in piccolissime imprese private? Come avrebbero fatto a maturare istantaneamente la cosiddetta "mentalità da dipendente pubblico", subito al primo giorno di presa di servizio?
In ogni caso, io non ho niente contro i colleghi che fanno anche la libera professione o collaborazioni nel privato, esono anche d'accordo sul fatto che negli istituti tecnici e professionali siano una risorsa preziosa... purché sia chiaro che gli impegni del lavoro dipendente vengono PRIMA, e che lo sforzo di organizzarsi in maniera da fare entrambe le cose spetti unicamente all'interessato, senza pretendere che la scuola gli venga incontro apposta.
Uno che pretende di saltare tutti i consigli di classe (o che vorrebbe che venissero fissati dopo le sette di sera, all'anima del rispetto per i colleghi) perchè è più importante ricevere i clienti nello studio privato, semplicemente, il lavoro a scuola non dovrebbe accettarlo, punto. E se lo accetta sapendo già in partenza di non avere la minima intenzione di rispettare certi criteri rigorosi... al primo sgarro la scuola dovrebbe ritirargli il permesso di svolgere attività privata, e al secondo dovrebbe buttarlo fuori.
Se io fossi un DS (non lo sarò mai, eh! si dice per scherzo!) che si ritrova con un docente che viene beccato a patrocinare una causa in tribunale mentre è in malattia, o a fare un sopralluogo in un cantiere edile mentre è in permesso per legge 104 per assistere la nonna invalida, a parte il provvedimento disciplinare interno... ma una bella denuncia sia per falso che per danno erariale non gliela toglierebbe nessuno.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
Nessun problema nei confronti dei liberi professionisti che lavorano anche a scuola, purchè si rendano conto che appunto si tratta di lavoro, non di una sinecura che dà una rendita senza sforzo alcuno. Per la verità mai mi è capitato di vedere un collega con pretese tipo quelle elencate da oizan. A parte il giorno libero, quello lo chiediamo tutti, con o senza secondo lavoro.
chicca70- Messaggi : 3610
Data d'iscrizione : 26.12.14
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
Popocatepetl ha scritto:O professionisti con part time non godono di alcun esonero dalle attività obbligatorie. Chiaramente avendo part time il numero di ore 40+40 si riduce in proporzione
Si si riducono in proporzione le 40 ore dei consigli di classe ma io, pur essendo in part time, devo fare tutte le ore collegiali che, in realtà, non sono mai più di 30.
chicca70- Messaggi : 3610
Data d'iscrizione : 26.12.14
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
Kuru-nee ha scritto:JaneEyre ha scritto:Kuru-nee ha scritto:Chi ha il solo diploma è mediamente troppo ignorante per insegnare, lo è oggi e lo era pure a fine anni '90, tanto più chi usciva dall'istituto magistrale che aveva un livello culturale molto più basso del liceo.
Non si può generalizzare così. Ci sono tantissimi docenti che non sanno scrivere bene in italiano e sono tutti usciti da un percorso universitario. Molti non conoscono nessuna lingua straniera, nemmeno per comunicare a livello base. E non leggono nulla, nemmeno un libro all'anno. Spesso ho colleghi di lettere che scrivono male, peggio di me che non insegno italiano. Mi chiedo come abbiano fatto a passare gli scritti all'università (sempre che abbiano sostenuto degli esami scritti di italiano).
Il problema non è il titolo di studio, ma il desiderio della persona di curare la propria formazione nel tempo, di provare interessi culturali, di leggere per conoscere e capire. Un diplomato che cura la propria formazione e ha interessi culturali può essere un docente più presentabile ed efficace di un laureato entrato in ruolo che è totalmente privo di interessi culturali, non legge e non cura la propria formazione. Un laureato così come può essere dopo 10 anni dalla laurea?
Perché laurearsi allora per insegnare inglese? Io alla fine delle superiori sapevo inglese e francese meglio di molti laureati in lingue e letteratura e avevo probabilmente anche migliori conoscenze di letteratura. Perché non lasciar insegnare inglese agli studenti migliori usciti dal linguistico o dallo scientifico?
Più della metà degli studenti usciti dalle superiori è troppo ignorante per poter insegnare e questo basta a farmi dire che il diploma di scuola superiore non è sufficiente a garantire un livello culturale decente per un insegnante. La volontà individuale di curare la propria cultura non è valutabile e non si può lasciare insegnare qualcuno senza laurea perché è molto volenteroso nel formarsi. Conosco signore di 80 anni che con la quinta elementare hanno un livello culturale migliore di molte diplomate uscite dalle magistrali nel 2000. Quindi?
Se il titolo di studio non è un problema allora possiamo lasciar insegnare anche chi ha la terza media o la quinta elementare, l'importante è che si siano acculturati negli anni.
Mi dispiace, serve uno standard culturale per consentire l'accesso all'insegnamento e per me questo standard è la laurea, non il diploma delle superiori. Se chi si è diplomato ha curato la propria cultura, sa scrivere benissimo e ha delle buone conoscenze, allora ha di certo le capacità per prendersi una laurea e poi andare ad insegnare.
Guarda che non hai capito la mia osservazione, con la quale ti invitavo semplicemente a non generalizzare.
JaneEyre- Messaggi : 1988
Data d'iscrizione : 25.11.11
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
oizan ha scritto:
Tutti gli insegnanti che, dopo anni di supplenze e sacrifici, sono state esclusi dalle graduatorie o, addirittura, immessi in ruolo con riserva e rischiano di perdere il posto, hanno la mia solidarietà, tuttavia sarebbe meglio non se la prendessero contro il Consiglio di Stato ma contro coloro che, per mero interesse, le hanno illuse e danneggiate, alimentando e presentando sullo stesso piano sia i loro ricorsi che quelli di gente che nulla aveva a vedere con la scuola e che vedeva l'insegnamento solo come un mezzo per ottenere uno stipendio.
Sostanzialmente oizan ha scritto, meglio di come avrei potuto fare io, quello che è il mio punto di vista; sottolineo soltanto rispetto ad alcuni interventi che l'abilitazione all'insegnamento resta, e abolirla è stato un grande errore, ma pur riconosciuta non consente di per se l'accesso alle gp ora gae:
cito proprio dalla sentenza (il cui passaggio cruciale a mio avviso è aver riconosciuto questo aspetto):
"In definitiva, quindi, l’abilitazione all’insegnamento nella scuola materna ed elementare ex artt. 194 e 197 del D.lgs. 297/1994, e d.P.R. 323/1998, non ha mai costituito titolo sufficiente per l’inserimento nelle graduatorie permanenti istituite dall’art. 401 D.lgs. 297/1994, essendo, invece, previsto a tale fine il superamento di procedure di natura concorsuale (concorsi regionali per titoli ed esami) rispetto alle quali il diploma magistrale costituiva requisito di partecipazione (ai sensi dell’art. 402 D.lgs. 297/1994).
Ciò vale anche per le procedure riservate al personale in possesso del diploma magistrale e di determinati requisiti di servizio, istituite ai sensi dell’art. 2, comma 4, L. 124/1999, (O.M. 153/99) ed ai sensi dell’art. 2, c. 1, lett. c-bis d.l. 97/2004 (O.M. 25 e 80 del 2005) che richiedevano, ai fini del rilascio del titolo, il superamento di una procedura selettiva di tipo concorsuale."
Giusto quindi che i diplomati magistrali siano abilitati, possano partecipare alle selezioni concorsuali e ad ogni altro diritto consentito dal possesso dell'abilitazione, diritto che non avrebbe mai compreso l'iscrizione in gp o gae, anche quando queste erano aperte.
Riguardo alla parte quotata, che condivido, non posso invece non rilevare come questa strategia non sia necessariamente un modo di procedere un po' naif ma, in concerto con lo stato disastroso della nostra giustizia amministrativa, diventi una strategia politica ben precisa: creare un problema e chiederne la soluzione.
defraz- Messaggi : 723
Data d'iscrizione : 11.04.13
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
JaneEyre ha scritto:Kuru-nee ha scritto:JaneEyre ha scritto:Kuru-nee ha scritto:Chi ha il solo diploma è mediamente troppo ignorante per insegnare, lo è oggi e lo era pure a fine anni '90, tanto più chi usciva dall'istituto magistrale che aveva un livello culturale molto più basso del liceo.
Non si può generalizzare così. Ci sono tantissimi docenti che non sanno scrivere bene in italiano e sono tutti usciti da un percorso universitario. Molti non conoscono nessuna lingua straniera, nemmeno per comunicare a livello base. E non leggono nulla, nemmeno un libro all'anno. Spesso ho colleghi di lettere che scrivono male, peggio di me che non insegno italiano. Mi chiedo come abbiano fatto a passare gli scritti all'università (sempre che abbiano sostenuto degli esami scritti di italiano).
Il problema non è il titolo di studio, ma il desiderio della persona di curare la propria formazione nel tempo, di provare interessi culturali, di leggere per conoscere e capire. Un diplomato che cura la propria formazione e ha interessi culturali può essere un docente più presentabile ed efficace di un laureato entrato in ruolo che è totalmente privo di interessi culturali, non legge e non cura la propria formazione. Un laureato così come può essere dopo 10 anni dalla laurea?
Mi dispiace, serve uno standard culturale per consentire l'accesso all'insegnamento e per me questo standard è la laurea, non il diploma delle superiori. Se chi si è diplomato ha curato la propria cultura, sa scrivere benissimo e ha delle buone conoscenze, allora ha di certo le capacità per prendersi una laurea e poi andare ad insegnare.
Guarda che non hai capito la mia osservazione, con la quale ti invitavo semplicemente a non generalizzare.
Per stabilire la validità di un titolo bisogna fare purtroppo una generalizzazione, individuare un livello generale e capire se quel livello è accettabile. Più della metà di coloro che hanno quel titolo è inadeguata ad insegnare? Allora il titolo non è ritenuto valido in generale, pure se 10 persone su 100 sono eccellenti.
Kuru-nee- Messaggi : 609
Data d'iscrizione : 27.07.17
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
Io però eviterei di valutare la serietà e la validità di un corso di studi solo da quanto sia selettivo il test di accesso a numero chiuso iniziale. La percentuale di quelli che riescono a entrare non dipende solo da quanto sia difficile la prova, ma dipende soprattutto da quanta gente vi concorre.
Se per 100 posti concorrono in 200, basta essere nella metà superiore dei meno cialtroni per rientrare tra i qualificati, ma se per 100 posti concorrono in 2000 le cose cambiano, anche se la difficoltà del test è identica.
Esistono tuttora una marea di corsi universitari (penso soprattutto ad alcuni indirizzi, non tutti, delle professioni paramediche, o anche di psicologia o di scienze dell'educazione) che sono considerati selettivissimi solo perché è difficile entrare, però poi, una volta entrati, vanno avanti tutti con la massima facilità, e le bocciature o gli abbandoni sono quasi inesistenti.
Per cui, non è nemmeno vero che siano selettivi perché il test di accesso è difficile, ma semplicemente sono selettivi perché gli aspiranti sono troppi.
Se per 100 posti concorrono in 200, basta essere nella metà superiore dei meno cialtroni per rientrare tra i qualificati, ma se per 100 posti concorrono in 2000 le cose cambiano, anche se la difficoltà del test è identica.
Esistono tuttora una marea di corsi universitari (penso soprattutto ad alcuni indirizzi, non tutti, delle professioni paramediche, o anche di psicologia o di scienze dell'educazione) che sono considerati selettivissimi solo perché è difficile entrare, però poi, una volta entrati, vanno avanti tutti con la massima facilità, e le bocciature o gli abbandoni sono quasi inesistenti.
Per cui, non è nemmeno vero che siano selettivi perché il test di accesso è difficile, ma semplicemente sono selettivi perché gli aspiranti sono troppi.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Il vaso di Pandora coperto con lo scotch
dubitoergosum ha scritto:
Ma risolta alla meno peggio una questione, dopo anni ed anni, siamo già dentreo ad un'altra questione simile e di difficile soluzione: gli ITP che vedono riconosciuto il loro diploma come alibiltante, e quindi scavacano nelle graduatorie moltissimi docenti laureati accaparrandosi la maggior parte delle supplenze senza specializzazione sul sostegno.
Io ne ho molti casi nella mia scuola, e e certo non voglio generalizzare né pensare che ovunque tutti si comportino così, ma è triste quello che capita nel mio istituto: è stato nominato anche un docente di sostegno con evidenti problemi, che a sua volta pochi anni fa aveva il sostegno.
Ma si può permettere a qualcuno (compreso il semisquilibrato che ora fa il docente di sos) di fare il supplente, per anni ed anni, senza alcuna selezione, senza coltrollo, magari lasciando fuori dal giro persone degnissime e capaci?
Scusate la domanda naif, ma faccio presente che lavoro in un liceo, per cui non vedo da vicino un ITP da parecchi anni (e gli insegnanti di sostegno che vedo sono tutti abilitatissimi), e quindi non sapevo che le graduatorie degli ITP fossero usate come scorciatoia per acchiapparsi gli incarichi sul sostegno senza averne i titoli. Ma comunque, qualcuno può chiarirmi questo dubbio su un punto di cui, veramente, non riesco a capacitarmi?
Ovvero, per quale motivo negli ultimi anni c'è stata un'impennata della necessità di insegnanti di sostegno talmente famelica da rendere necessario ricorrere a qualsiasi "ultima spiaggia", nella persona di docenti non specializzati, ma a volte nemmeno abilitati su materia, e in qualche caso anche disperati, cialtroni o squilibrati che avrebbero bisogno del sostegno loro stessi, come è stato descritto qui?
E' mai possibile che le certificazioni di disabilità siano aumentate così tanto negli ultimi anni? Oltretutto, proprio a ridosso dell'entrata in vigore della sciagurata normativa sui BES, uno dei cui obiettivi principali era proprio quello di "derubricare" i casi di handicap lieve, in maniera da risparmiare sulle nomine di sostegno, lasciandoli smazzare indipendentemente agli insegnanti curricolari? Non mi risulta che ci sia tutta 'sta folla di famiglie che preme a tutti i costi perché al figlio sia dato il sostegno, anzi, nella stragrande maggioranza dei casi "lievi" i genitori preferiscono di gran lunga evitare la certificazione di handicap e andare avanti con diagnosi pietose di DSA o di BES assortiti.
Per cui, quale sarebbe il motivo per cui la richiesta di insegnanti di sostegno è sempre in aumento, tanto da dover ricorrere a personale privo di titoli, e in qualche caso anche completamente inadeguato su altri piani?
E' possibile che siano oggettivamente aumentati i casi effettivi di disabilità gravi nel giro di pochissimi anni?
Non riesco a capirlo!
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
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