Vi è successo...?
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Vi è successo...?
Promemoria primo messaggio :
Sono entrato in ruolo lo scorso anno. Lettere scuole medie. Non posso dire di non aver avuto problemi in passato, ma negli ultimo anno e mezzo di ruolo i miei problemi si sono acuiti. Lo scorso anno ho avuto disturbo d'ansia, depressione e attacco di panico. Non ho superato l'anno di prova per mancanza dei 180 giorni necessari. Quest'anno, trasferitomi in un altra scuola, continuo a mal sopportare questo lavoro in cui avevo creduto tanto e nel quale avevo riposto tanto impegno e per il quale credevo di nutrire una grande passione. Ma la realtà è che questo lavoro ho finito per odiarlo,vado avanti ad ansiolitici e davvero me ne dispiaccio, perché vincere un concorso mi è costato tanto e davvero amavo quello che sono andato ad insegnare. Dico "amavo" perché non sono più sicuro neanche di amare quello che dovrei trasmettere.
Non sono adatto a questo mestiere, punto, ormai mi sembra evidente. Vorrei capire da voi se nei vostri inizi avete avuto queste forti crisi e le avete superate oppure è un problema mio, che devo cambiare strada (cosa non facile ma forse non infattibile, non sono proprio un anzianotto). Faccio fatica nella gestione quotidiana della classe, della burocrazia e del programma, pur impegnandomi davvero molto (mi alzo ogni mattina almeno un'ora prima del dovuto per finire quello che magari non sono riuscito a finire). Sembro molto giovane e questo mi penalizza, credo.
Ma al di là del motivo o di un altro, è che da quando sono entrato nel mondo della scuola mi sono spento e sono diventato una persona a metà; mi sento sempre in colpa; tutti mi sembrano più bravi di me e la frustrazione, il senso d'inutilità e di rimorso per aver scelto una strada forse non consona a me accompagna le mie giornate. Di errori ne faccio non pochi. Già solo dover lavorare il pomeriggio a ciò che devo fare mi mette ansia da prestazione. Ansia che poi non si traduce in un'effettivo apprezzamento del mio lavoro da parte dei ragazzi: pare non gliene freghi davvero nulla. Non cercavo davvero onori e gloria alla professor Keating, ma davvero ormai per me la scuola è sinonimo di odio e di fastidio. E sono solo all'inizio della carriera! E sono al punto di pensare di dimettermi! Ma so che sarebbe un'alternativa errata e vado avanti così, rovinandomi anche i weekend, aspettando con preoccupazione la settimana successiva che verrà.
Scusate lo sfogo, ma forse questo 12 dicembre dovrei prendere e pensare seriamente a costruirmi un'alternativa di vita. Non voglio finire in una gabbia dalla quale non riesco ad uscire. Certo, sono esagerato, ma a volte mi sembra di pensarla così.
Forse è sbagliato l'ordine di scuola (alle medie prevale l'aspetto "educativo" per il quale sono meno versato), ma non credo che alle superiori le cose migliorerebbero, anzi.
Chissà.
Sono entrato in ruolo lo scorso anno. Lettere scuole medie. Non posso dire di non aver avuto problemi in passato, ma negli ultimo anno e mezzo di ruolo i miei problemi si sono acuiti. Lo scorso anno ho avuto disturbo d'ansia, depressione e attacco di panico. Non ho superato l'anno di prova per mancanza dei 180 giorni necessari. Quest'anno, trasferitomi in un altra scuola, continuo a mal sopportare questo lavoro in cui avevo creduto tanto e nel quale avevo riposto tanto impegno e per il quale credevo di nutrire una grande passione. Ma la realtà è che questo lavoro ho finito per odiarlo,vado avanti ad ansiolitici e davvero me ne dispiaccio, perché vincere un concorso mi è costato tanto e davvero amavo quello che sono andato ad insegnare. Dico "amavo" perché non sono più sicuro neanche di amare quello che dovrei trasmettere.
Non sono adatto a questo mestiere, punto, ormai mi sembra evidente. Vorrei capire da voi se nei vostri inizi avete avuto queste forti crisi e le avete superate oppure è un problema mio, che devo cambiare strada (cosa non facile ma forse non infattibile, non sono proprio un anzianotto). Faccio fatica nella gestione quotidiana della classe, della burocrazia e del programma, pur impegnandomi davvero molto (mi alzo ogni mattina almeno un'ora prima del dovuto per finire quello che magari non sono riuscito a finire). Sembro molto giovane e questo mi penalizza, credo.
Ma al di là del motivo o di un altro, è che da quando sono entrato nel mondo della scuola mi sono spento e sono diventato una persona a metà; mi sento sempre in colpa; tutti mi sembrano più bravi di me e la frustrazione, il senso d'inutilità e di rimorso per aver scelto una strada forse non consona a me accompagna le mie giornate. Di errori ne faccio non pochi. Già solo dover lavorare il pomeriggio a ciò che devo fare mi mette ansia da prestazione. Ansia che poi non si traduce in un'effettivo apprezzamento del mio lavoro da parte dei ragazzi: pare non gliene freghi davvero nulla. Non cercavo davvero onori e gloria alla professor Keating, ma davvero ormai per me la scuola è sinonimo di odio e di fastidio. E sono solo all'inizio della carriera! E sono al punto di pensare di dimettermi! Ma so che sarebbe un'alternativa errata e vado avanti così, rovinandomi anche i weekend, aspettando con preoccupazione la settimana successiva che verrà.
Scusate lo sfogo, ma forse questo 12 dicembre dovrei prendere e pensare seriamente a costruirmi un'alternativa di vita. Non voglio finire in una gabbia dalla quale non riesco ad uscire. Certo, sono esagerato, ma a volte mi sembra di pensarla così.
Forse è sbagliato l'ordine di scuola (alle medie prevale l'aspetto "educativo" per il quale sono meno versato), ma non credo che alle superiori le cose migliorerebbero, anzi.
Chissà.
Fred85- Messaggi : 73
Data d'iscrizione : 29.05.12
Re: Vi è successo...?
Com'è andata avanti la discussione! Grazie a tutti!
@gugu: il supporto che ricevo è sempre stato molto blando e non vedo come possa andare dalla mia DS, che peraltro è una persona molto carina, a dire "sono in enorme difficoltà". Il problema parte da fuori scuola e io non posso risolverlo nella scuola, la scuola è un contesto in cui bisogna essere performanti subito e neanche l'utenza può risentire troppo dei miei guai. Per questo meditavo di lasciare. Cambiare lavoro non sarà la soluzione definitiva, ma in altri contesti che ho vissuto non ho mai avuto problemi come nella scuola (ammetto però che erano lavori a tempo determinato con meno responsabilità). Ma per ora tiriamo avanti...
@chicca70: sono cose che faccio, io mi preparo con attenzione degli appunti, ma poi mi agito, mi blocco, non gestisco le situazioni, non so come punire. Mi capita addirittura di dire scempiaggini o di avere vuoti di memoria. Oggi uscito dalle prime due ore mi veniva da piangere, poi sono rientrato nella quarta che mi sentivo uno straccio. In certi casi quando interrogo fatico a sentire cosa mi rispondono, sto lì che con un orecchio spero non facciano casino, con l'altro "mi ascolto" cercando di captare come sto interrogando. Sì, è un grosso grosso problema di ansia. A fine giornata scolastica per scaricare la tensione mi capita di dormire due-tre ore il pomeriggio. A volte provo fastidio nel sentir parlare delle mie materie e sto leggendo pochissimo. Devo trovare una quadra anche farmacologica, credo, o fregarmene di più, non so.
@Davide: il sostegno è complicato ed è una responsabilità grande, non credo sia la soluzione.
@Cozza: io sono pieno di incertezze, purtroppo.
@Robert Bruce e altri: le famose "tecniche didattiche innovative" ho provato ad applicarle ma ho paura non mi vengano e mi sento insicuro di fronte ad esse. Sui DSA e sui BES, poi, che confusione, e chi la vuole cotta, e chi la vuole cruda.
@catiusciagr: sì, è una grande opportunità (che mi sono ipersudato eh, fra TFA e concorso), ma mi sta rovinando la vita. Non mollerò, però, e penso che il part-time lo chiederò.
@Dec e Scuola70: può darsi che siano stati fattori esterni ad avermi instillato inadeguatezza (un fattore che però ho sempre portato con me), ma credo proprio di essere un docente mediocre e questa convinzione si cementifica di giorno in giorno. Mi rode perché odio dover lavorare in un aurea mediocritas o peggio male, non fornendo un effettivo quid in più a chi si rivolge a me, ma varie sono le cose che me lo fanno pensare e che in parte ho già citato.
Poi sapete cos'è? Quanto mi ha messo in confusione la messe di nozioni, teorie, applicazioni e dettami pedagogici e didattici che ho accumulato in questi anni fra TFA e concorso. Vorrebbero un docente iper-efficiente, invece ci si ritrova ad essere dei docenti con miliardi di dubbi, di incombenze per la testa, con una formazione ipertrofica con la quale devi sbrigartela da solo d'èmblée. Anche il concorso con annessa abilitazione è stata per me un'esperienza logorante che alla mia salute psicologica temo non abbia fatto bene. Mi trovo con un MARE di dubbi, mi sembra di lavorare pescando a strascico da un mare magnum dal quale non si vede mai la terraferma.
@paniscus e Stefania Biancani: la vedo come una professione di stampo intellettuale E di aiuto, ma senza esagerare nel secondo versante, che per me, per un docente, resta minoritario anche se presente ed è giusto che sia presente. Oggi si demanda qualunque cosa al docente...la scuola ha bisogno di personale qualificato in grado di far fronte a problematiche che un docente da solo non può affrontare, perché le tematiche "intellettuali" che un docente affronta non sono affatto secondarie, anche se la direzione è quella di renderle tali. Si chiede una didattica per competenze, tarata sulle intelligenze del singolo, ma al contempo si aumenta il carico burocratico e si richiede più soft skills. Non se po' fa. Rendiamoci conto. Le nozze coi fichi secchi non fanno bene mai. Io vorrei un aiuto nell'aspetto educativo e gestionale, temo di essere proprio né portato - problema mio - né ho maturato le competenze per poterlo fare.
Non andrei sul sostegno non perché "professione assistenziale di stampo umanitario" di cui non mi frega nulla, ma perché se non riesco a fare granché il mio lavoro di classe, perché fare altrettanto male un lavoro così delicato come quello sul sostegno, date le mie caratteristiche? Non può essere un ripiego.
@baustelle: sì, sono perfezionista e un po' ossessionato, devo lavorarci.
@herman il lattoniere: grazie per i consigli, già chiesto il trasferimento. La scuola precedente era una baraonda, ho ottenuto trasferimento in una scuola più tranquilla e più vicina ma i miei problemi, anche se meno forti, sono ancora tutti lì. Sono addirittura i ragazzi a chiedermi di essere più severo con alcuni, ma IO-NON-CI-RIESCO. Sono un caso patologico (non andrei da psicologo e psichiatra, sennò), spiace dirlo ma la verità nudissima è quella. Poi io sono molto orgoglioso e faccio una fatica bestiale ad aprirmi, non voglio che i colleghi mi vedano come quello che non sa gestire nulla, il problematico. Vabbè, insomma, quattro pagine per arrivare a una conclusione per la quale ne bastava mezza: devo fare un grosso lavoro su di me che sta durando pura da un po', ma nel frattempo mi sto logorando e la mia vita è letteralmente mangiata dalle preoccupazioni riguardanti la scuola.
Grazie a tutti!
@gugu: il supporto che ricevo è sempre stato molto blando e non vedo come possa andare dalla mia DS, che peraltro è una persona molto carina, a dire "sono in enorme difficoltà". Il problema parte da fuori scuola e io non posso risolverlo nella scuola, la scuola è un contesto in cui bisogna essere performanti subito e neanche l'utenza può risentire troppo dei miei guai. Per questo meditavo di lasciare. Cambiare lavoro non sarà la soluzione definitiva, ma in altri contesti che ho vissuto non ho mai avuto problemi come nella scuola (ammetto però che erano lavori a tempo determinato con meno responsabilità). Ma per ora tiriamo avanti...
@chicca70: sono cose che faccio, io mi preparo con attenzione degli appunti, ma poi mi agito, mi blocco, non gestisco le situazioni, non so come punire. Mi capita addirittura di dire scempiaggini o di avere vuoti di memoria. Oggi uscito dalle prime due ore mi veniva da piangere, poi sono rientrato nella quarta che mi sentivo uno straccio. In certi casi quando interrogo fatico a sentire cosa mi rispondono, sto lì che con un orecchio spero non facciano casino, con l'altro "mi ascolto" cercando di captare come sto interrogando. Sì, è un grosso grosso problema di ansia. A fine giornata scolastica per scaricare la tensione mi capita di dormire due-tre ore il pomeriggio. A volte provo fastidio nel sentir parlare delle mie materie e sto leggendo pochissimo. Devo trovare una quadra anche farmacologica, credo, o fregarmene di più, non so.
@Davide: il sostegno è complicato ed è una responsabilità grande, non credo sia la soluzione.
@Cozza: io sono pieno di incertezze, purtroppo.
@Robert Bruce e altri: le famose "tecniche didattiche innovative" ho provato ad applicarle ma ho paura non mi vengano e mi sento insicuro di fronte ad esse. Sui DSA e sui BES, poi, che confusione, e chi la vuole cotta, e chi la vuole cruda.
@catiusciagr: sì, è una grande opportunità (che mi sono ipersudato eh, fra TFA e concorso), ma mi sta rovinando la vita. Non mollerò, però, e penso che il part-time lo chiederò.
@Dec e Scuola70: può darsi che siano stati fattori esterni ad avermi instillato inadeguatezza (un fattore che però ho sempre portato con me), ma credo proprio di essere un docente mediocre e questa convinzione si cementifica di giorno in giorno. Mi rode perché odio dover lavorare in un aurea mediocritas o peggio male, non fornendo un effettivo quid in più a chi si rivolge a me, ma varie sono le cose che me lo fanno pensare e che in parte ho già citato.
Poi sapete cos'è? Quanto mi ha messo in confusione la messe di nozioni, teorie, applicazioni e dettami pedagogici e didattici che ho accumulato in questi anni fra TFA e concorso. Vorrebbero un docente iper-efficiente, invece ci si ritrova ad essere dei docenti con miliardi di dubbi, di incombenze per la testa, con una formazione ipertrofica con la quale devi sbrigartela da solo d'èmblée. Anche il concorso con annessa abilitazione è stata per me un'esperienza logorante che alla mia salute psicologica temo non abbia fatto bene. Mi trovo con un MARE di dubbi, mi sembra di lavorare pescando a strascico da un mare magnum dal quale non si vede mai la terraferma.
@paniscus e Stefania Biancani: la vedo come una professione di stampo intellettuale E di aiuto, ma senza esagerare nel secondo versante, che per me, per un docente, resta minoritario anche se presente ed è giusto che sia presente. Oggi si demanda qualunque cosa al docente...la scuola ha bisogno di personale qualificato in grado di far fronte a problematiche che un docente da solo non può affrontare, perché le tematiche "intellettuali" che un docente affronta non sono affatto secondarie, anche se la direzione è quella di renderle tali. Si chiede una didattica per competenze, tarata sulle intelligenze del singolo, ma al contempo si aumenta il carico burocratico e si richiede più soft skills. Non se po' fa. Rendiamoci conto. Le nozze coi fichi secchi non fanno bene mai. Io vorrei un aiuto nell'aspetto educativo e gestionale, temo di essere proprio né portato - problema mio - né ho maturato le competenze per poterlo fare.
Non andrei sul sostegno non perché "professione assistenziale di stampo umanitario" di cui non mi frega nulla, ma perché se non riesco a fare granché il mio lavoro di classe, perché fare altrettanto male un lavoro così delicato come quello sul sostegno, date le mie caratteristiche? Non può essere un ripiego.
@baustelle: sì, sono perfezionista e un po' ossessionato, devo lavorarci.
@herman il lattoniere: grazie per i consigli, già chiesto il trasferimento. La scuola precedente era una baraonda, ho ottenuto trasferimento in una scuola più tranquilla e più vicina ma i miei problemi, anche se meno forti, sono ancora tutti lì. Sono addirittura i ragazzi a chiedermi di essere più severo con alcuni, ma IO-NON-CI-RIESCO. Sono un caso patologico (non andrei da psicologo e psichiatra, sennò), spiace dirlo ma la verità nudissima è quella. Poi io sono molto orgoglioso e faccio una fatica bestiale ad aprirmi, non voglio che i colleghi mi vedano come quello che non sa gestire nulla, il problematico. Vabbè, insomma, quattro pagine per arrivare a una conclusione per la quale ne bastava mezza: devo fare un grosso lavoro su di me che sta durando pura da un po', ma nel frattempo mi sto logorando e la mia vita è letteralmente mangiata dalle preoccupazioni riguardanti la scuola.
Grazie a tutti!
Fred85- Messaggi : 73
Data d'iscrizione : 29.05.12
Re: Vi è successo...?
Fred85 ha scritto:
(...)
Non andrei sul sostegno non perché "professione assistenziale di stampo umanitario" di cui non mi frega nulla, ma perché se non riesco a fare granché il mio lavoro di classe, perché fare altrettanto male un lavoro così delicato come quello sul sostegno, date le mie caratteristiche? Non può essere un ripiego.
@baustelle: sì, sono perfezionista e un po' ossessionato, devo lavorarci.
(...)
Grazie a tutti!
su questo non concordo affatto: fermo restando le inclinazioni personali (ad alcuni può piacere e si scopre di esserci portati, ad altri magari piace meno) e premettendo che ci sono casi più difficili e impegnativi di altri, e che in questi ultimi si lavora con molta più tranquillità, lavorare su sostegno può invece aiutare a vedersi "dall'altra parte", e scoprire anche punti deboli da rafforzare oppure atteggiamenti da ripensare. Per chi sa fare questo tipo di osservazione, oltre ad averne interesse naturalmente, osservare il lavoro del curricolare da questa prospettiva (e la risposta della classe, le varie dinamiche) può anche aiutare molto, e forse proprio in quei casi in cui l'esperienza ancora non ha permesso di delineare la propria strada. Dunque non lo vedrei come ripiego, ma come una alternativa sperimentabile.
Parlo in generale, le premesse fatte all'inizio sono imprescindibili.
sempreconfusa1- Messaggi : 6338
Data d'iscrizione : 05.08.11
Località : MA COSA E' SUCCESSO AL FORUM??????
Re: Vi è successo...?
"mi capita addirittura di dire scempiaggini o avere vuoti di memoria"
Questa è la normalità per qualunque insegnante, anche il più preparato.
Questa tua ossessione nel confrontarti con un modello irraggiungibile di insegnante ideale mi sembra una strategia di rimozione: forse la verità è che non vuoi fare questo lavoro, che lo odi.
Ti consiglio a questo punto di consultare un sindacato per chiedere aiuto.
https://www.orizzontescuolaforum.net/t106781-scusate-come-posso-passare-da-insegnante-al-profilo-ata
Questa è la normalità per qualunque insegnante, anche il più preparato.
Questa tua ossessione nel confrontarti con un modello irraggiungibile di insegnante ideale mi sembra una strategia di rimozione: forse la verità è che non vuoi fare questo lavoro, che lo odi.
Ti consiglio a questo punto di consultare un sindacato per chiedere aiuto.
https://www.orizzontescuolaforum.net/t106781-scusate-come-posso-passare-da-insegnante-al-profilo-ata
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: Vi è successo...?
Herman, mi pare l'unica soluzione per non licenziarsi, passare ad ATA, se in grado ovviamente. Non tutti lo sono. Anche lì potrebbero nascere problemi con colleghi, DS o altro.
Dopo tutto questo lungo discorso la storia inizia a sembrare molto strana.
Sbaglierò, ma mi sembra una storia inventata per gettare un caso molto particolare e far discutere.
Esternato tale mio dubbio, che si discuta, tanto tutti i casi proposti sul forum sono ipotetici, nessuno è verificabile nella sua veridicità o meno.
Dopo tutto questo lungo discorso la storia inizia a sembrare molto strana.
Sbaglierò, ma mi sembra una storia inventata per gettare un caso molto particolare e far discutere.
Esternato tale mio dubbio, che si discuta, tanto tutti i casi proposti sul forum sono ipotetici, nessuno è verificabile nella sua veridicità o meno.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: Vi è successo...?
sempreconfusa1 ha scritto:Fred85 ha scritto:
(...)
Non andrei sul sostegno non perché "professione assistenziale di stampo umanitario" di cui non mi frega nulla, ma perché se non riesco a fare granché il mio lavoro di classe, perché fare altrettanto male un lavoro così delicato come quello sul sostegno, date le mie caratteristiche? Non può essere un ripiego.
@baustelle: sì, sono perfezionista e un po' ossessionato, devo lavorarci.
(...)
Grazie a tutti!
su questo non concordo affatto: fermo restando le inclinazioni personali (ad alcuni può piacere e si scopre di esserci portati, ad altri magari piace meno) e premettendo che ci sono casi più difficili e impegnativi di altri, e che in questi ultimi si lavora con molta più tranquillità, lavorare su sostegno può invece aiutare a vedersi "dall'altra parte", e scoprire anche punti deboli da rafforzare oppure atteggiamenti da ripensare. Per chi sa fare questo tipo di osservazione, oltre ad averne interesse naturalmente, osservare il lavoro del curricolare da questa prospettiva (e la risposta della classe, le varie dinamiche) può anche aiutare molto, e forse proprio in quei casi in cui l'esperienza ancora non ha permesso di delineare la propria strada. Dunque non lo vedrei come ripiego, ma come una alternativa sperimentabile.
Parlo in generale, le premesse fatte all'inizio sono imprescindibili.
Concordo con le tue motivazioni, se la problematica riguarda la gestione del gruppo classe (25 alunni) e la mole di lavoro e correzioni (25 compiti scritti più gli orali, per ogni classe), a cui non si riesce a star dietro serenamente. Il sostegno può essere una alternativa da sperimentare. Sottolineo ALTERNATIVA e non RIPIEGO come detto sopra. Se tale alternativa non interessa minimamente all'utente in questione o se le problematiche sono ben altre, è ovvio che non la si prenderà in considerazione, ciò non ne limita la sua validità ipotetica.
Ultima modifica di Davide il Mar Dic 11, 2018 3:58 pm - modificato 1 volta.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: Vi è successo...?
@Fred: Senti a me, sono gli psicofarmaci che ti stanno rovinando, buttali vita, ti rendono solo sostanzialmente rimbabinbito (il concetto è chiaro….), infinitamente più vulnerabile e come tu stesso osservi non bloccano l'ansia e la depressione, che continui ad avere, visto che appunto a volte ti viene da piangere e provi ansia di fronte alle situazioni difficili.
Scuola70- Messaggi : 1434
Data d'iscrizione : 28.02.14
Re: Vi è successo...?
Eviterei di dare consigli di questo tipo, ci sono specialisti che stanno cercando di aiutarlo che, ipotizzo, sono molto più competenti di te su queste cose.Scuola70 ha scritto:@Fred: Senti a me, sono gli psicofarmaci che ti stanno rovinando, buttali vita, ti rendono solo sostanzialmente rimbabinbito (il concetto è chiaro….), infinitamente più vulnerabile e come tu stesso osservi non bloccano l'ansia e la depressione, che continui ad avere, visto che appunto a volte ti viene da piangere e provi ansia di fronte alle situazioni difficili.
Sono argomenti sensibili, ci andrei cauto con queste affermazioni.
arrubiu- Moderatore
- Messaggi : 28333
Data d'iscrizione : 24.10.14
Località : Casteddu70
Re: Vi è successo...?
Io ho solo espresso la mia opinione, ma del resto egli stesso afferma che non migliora per nulla, si sente sempre in ansia e depresso e sul punto di piangere, quindi in definitiva gli psicofarmaci non sembrano avere tutto questo effetto. In realtà, e non intervengo più oltre, io so che il meccanismo degli psicofarmaci è sostanzialmente simile a quello di una sostanza psicotropa, che interviene solo temporaneamente sulla struttura chimica cerebrale (sui neurotrasmettitori) ma, di fatto, non cura davvero il problema: è molto diverso ad esempio dal prendere un farmaco che cura un'infezione o un tumore, poiché quello davvero uccide i germi o le cellule anomale, mentre nel caso dei farmaci per la mente non esiste un reale ed obiettivo vantaggio dimostrabile che si mantiene anche quando l'effetto del farmaco è ormai finito. Inoltre esistono effetti collaterali pesanti come rallentamento dei riflessi, possibile sonnolenza, diminuzione della lucidità del pensiero che, purtroppo, sono un fattore pesante di debolezza se devi gestire una classe. Il mio intento non voleva essere cattivo, anzi, volevo solo esporre ciò che pensavo, esistono sempre più psichiatri contrari all'uso di sostanze psicotrope come gli antidepressivi.
Scuola70- Messaggi : 1434
Data d'iscrizione : 28.02.14
Re: Vi è successo...?
Davide ha scritto:Herman, mi pare l'unica soluzione per non licenziarsi, passare ad ATA, se in grado ovviamente. Non tutti lo sono. Anche lì potrebbero nascere problemi con colleghi, DS o altro.
Dopo tutto questo lungo discorso la storia inizia a sembrare molto strana.
Sbaglierò, ma mi sembra una storia inventata per gettare un caso molto particolare e far discutere.
Esternato tale mio dubbio, che si discuta, tanto tutti i casi proposti sul forum sono ipotetici, nessuno è verificabile nella sua veridicità o meno.
Anche a me sono venuti pensieri analoghi, non sei da solo :-)
sempreconfusa1- Messaggi : 6338
Data d'iscrizione : 05.08.11
Località : MA COSA E' SUCCESSO AL FORUM??????
Re: Vi è successo...?
Fred85 ha scritto: (...)
@Dec e Scuola70: può darsi che siano stati fattori esterni ad avermi instillato inadeguatezza (un fattore che però ho sempre portato con me), ma credo proprio di essere un docente mediocre e questa convinzione si cementifica di giorno in giorno. Mi rode perché odio dover lavorare in un aurea mediocritas o peggio male, non fornendo un effettivo quid in più a chi si rivolge a me, ma varie sono le cose che me lo fanno pensare e che in parte ho già citato.
Poi sapete cos'è? Quanto mi ha messo in confusione la messe di nozioni, teorie, applicazioni e dettami pedagogici e didattici che ho accumulato in questi anni fra TFA e concorso. Vorrebbero un docente iper-efficiente, invece ci si ritrova ad essere dei docenti con miliardi di dubbi, di incombenze per la testa, con una formazione ipertrofica con la quale devi sbrigartela da solo d'èmblée. Anche il concorso con annessa abilitazione è stata per me un'esperienza logorante che alla mia salute psicologica temo non abbia fatto bene. Mi trovo con un MARE di dubbi, mi sembra di lavorare pescando a strascico da un mare magnum dal quale non si vede mai la terraferma.
(...)
Ma oltre alla formazione teorica, imparare da colleghi proprio no? Possibile che lavorando fianco a fianco non ci siano anche situazioni che alleggeriscano questa tua ansia da prestazione? Mi stupisce questa lamentela per la formazione-preparazione a cui ci si sottopone, come se fosse necessario doverla applicare "alla lettera" nel proprio operato.
Prima del ruolo avrai pur fatto supplenze, non ti hanno lasciato null'altro che ansia e frustrazione? Inoltre, una curiosità: hai mai svolto altri tipi di lavori nella tua vita?
sempreconfusa1- Messaggi : 6338
Data d'iscrizione : 05.08.11
Località : MA COSA E' SUCCESSO AL FORUM??????
Re: Vi è successo...?
Da quello che scrivi è l insicurezza il tuo proBlema. I ragazzi ed anche i colleghi la sentono da un 1 km e si comportano di conseguenza. ...i colleghi spero non tutti.
Secondo me il part time non è la soluzione .
Secondo me il part time non è la soluzione .
luna7- Messaggi : 604
Data d'iscrizione : 23.02.16
Re: Vi è successo...?
@herman: diciamo così, mi sembrava di amarlo, ho finito per odiarlo. Sì, non lo amo più. Indubbiamente non è una situazione bella per nessuno, né per me, né per i ragazzi che si meritano altro. Addirittura parlare col sindacato? Non so...
@Davide e sempreconfusa: siete liberi di non crederci, però non capisco come questa storia possa sembrare "strana". Cioè, la diffidenza l'accetto, ma addirittura che tutto questo sia inverosimile e proprio non possa succedere...
@Scuola70: su quest'aspetto sì, ci andrei cauto, però sono tanto confuso anche su questo...
@sempreconfusa: ma i colleghi ti possono dire la tal cosa o darti il tal spunto, e me li hanno dati, ma lì ci sei tu e solamente tu. Non è un lavoro di affiancamento. Sento di non crescere ed è per me molto frustrante. Forse un difetto mio è quello di non esternare molto, di cercare di dissimulare molto, perché la compassione proprio non la sopporterei. Mi confido con pochissimi. Cioè, qui si parla proprio di una sensazione di dissociazione, di fare qualcosa che proprio non è nelle mie corde, che mi "violenta" in un certo senso. Lo so che emerge molta confusione dai miei racconti, ma è un coacervo di emozioni quelle che provo e comunque c'è sempre un progresso di una personalità sempre un po' tormentata e iper-sensibile.
Ho fatto altri lavori, ho convissuto con questi aspetti del mio carattere, ma li ho fatti, anche se erano tutti a tempo determinato. Non ho invece fatto supplenze prima di questo anno e quasi mezzo.
@luna7: sì, è proprio così.
Oggi, per dire, ho portato i ragazzi in biblioteca, al ritorno si sono comportati male e io tornato a casa mi sono sentito umiliato e m'è venuto pure da piangere. Cioè, scusate, so che è patetico imbarazzante strano e tutto quanto, ma questo è quanto. Mi sono sentito un co..one perché non li ho saputi tenere. Lo scorso anno mi è accaduta la stessa cosa. Mi sembra chiaro che la risposta alla domanda iniziale "Vi è successo...?" sia che è successo a me e pochi altri, quindi forse la scuola proprio non è per me.
@Davide e sempreconfusa: siete liberi di non crederci, però non capisco come questa storia possa sembrare "strana". Cioè, la diffidenza l'accetto, ma addirittura che tutto questo sia inverosimile e proprio non possa succedere...
@Scuola70: su quest'aspetto sì, ci andrei cauto, però sono tanto confuso anche su questo...
@sempreconfusa: ma i colleghi ti possono dire la tal cosa o darti il tal spunto, e me li hanno dati, ma lì ci sei tu e solamente tu. Non è un lavoro di affiancamento. Sento di non crescere ed è per me molto frustrante. Forse un difetto mio è quello di non esternare molto, di cercare di dissimulare molto, perché la compassione proprio non la sopporterei. Mi confido con pochissimi. Cioè, qui si parla proprio di una sensazione di dissociazione, di fare qualcosa che proprio non è nelle mie corde, che mi "violenta" in un certo senso. Lo so che emerge molta confusione dai miei racconti, ma è un coacervo di emozioni quelle che provo e comunque c'è sempre un progresso di una personalità sempre un po' tormentata e iper-sensibile.
Ho fatto altri lavori, ho convissuto con questi aspetti del mio carattere, ma li ho fatti, anche se erano tutti a tempo determinato. Non ho invece fatto supplenze prima di questo anno e quasi mezzo.
@luna7: sì, è proprio così.
Oggi, per dire, ho portato i ragazzi in biblioteca, al ritorno si sono comportati male e io tornato a casa mi sono sentito umiliato e m'è venuto pure da piangere. Cioè, scusate, so che è patetico imbarazzante strano e tutto quanto, ma questo è quanto. Mi sono sentito un co..one perché non li ho saputi tenere. Lo scorso anno mi è accaduta la stessa cosa. Mi sembra chiaro che la risposta alla domanda iniziale "Vi è successo...?" sia che è successo a me e pochi altri, quindi forse la scuola proprio non è per me.
Fred85- Messaggi : 73
Data d'iscrizione : 29.05.12
Re: Vi è successo...?
Prenderne atto non è un fallimento ma un momento di crescita. Siamo umani, abbiamo limiti e punti di forza.
Ciò che è perfetto per me e che a me riesce facilmente può essere un incubo per te...ma attenzione...vale anche il contrario eh.
Ciò che è perfetto per me e che a me riesce facilmente può essere un incubo per te...ma attenzione...vale anche il contrario eh.
Cozza- Messaggi : 10689
Data d'iscrizione : 08.11.10
Re: Vi è successo...?
Fred85 ha scritto:
@sempreconfusa: ma i colleghi ti possono dire la tal cosa o darti il tal spunto, e me li hanno dati, ma lì ci sei tu e solamente tu. Non è un lavoro di affiancamento. Sento di non crescere ed è per me molto frustrante. Forse un difetto mio è quello di non esternare molto, di cercare di dissimulare molto, perché la compassione proprio non la sopporterei. Mi confido con pochissimi. Cioè, qui si parla proprio di una sensazione di dissociazione, di fare qualcosa che proprio non è nelle mie corde, che mi "violenta" in un certo senso. Lo so che emerge molta confusione dai miei racconti, ma è un coacervo di emozioni quelle che provo e comunque c'è sempre un progresso di una personalità sempre un po' tormentata e iper-sensibile.
Ho fatto altri lavori, ho convissuto con questi aspetti del mio carattere, ma li ho fatti, anche se erano tutti a tempo determinato. Non ho invece fatto supplenze prima di questo anno e quasi mezzo.
(...)
Solo un'ultima precisazione.
Quando facevo riferimento ai colleghi, non intendevo soltanto per consigli o per spunti, ma lo mettevo in relazione con il problema formazione-preparazione che genera poi frustrazione in chi pensa di dover essere -esattamente- così come si apprende dai testi.
Tradotto: non hai mai fatto caso che magari neanche i tuoi colleghi sono dei superprof? Magari, anziché dissimulare, potresti cercare di imparare ad osservare di più attorno a te.
Detto ciò concludo, a differenza di franco, mi va di coltivare l'istinto. Auguri.
sempreconfusa1- Messaggi : 6338
Data d'iscrizione : 05.08.11
Località : MA COSA E' SUCCESSO AL FORUM??????
Re: Vi è successo...?
E tu comunque non sei una psichiatra o una neurologa per permetteri di fare certe affermazioni. Se sono opinioni personali TUE tienile per te vista la delicatezza dell'argomento. Ci si affida ai medici apposta e solitamente il farmaco é associato a psicoterapie per curare sintomo e causa. Non mi pare corretto dire "butta i farmaci", limitati a parlare di scuola.Scuola70 ha scritto:Io ho solo espresso la mia opinione, ma del resto egli stesso afferma che non migliora per nulla, si sente sempre in ansia e depresso e sul punto di piangere, quindi in definitiva gli psicofarmaci non sembrano avere tutto questo effetto. In realtà, e non intervengo più oltre, io so che il meccanismo degli psicofarmaci è sostanzialmente simile a quello di una sostanza psicotropa, che interviene solo temporaneamente sulla struttura chimica cerebrale (sui neurotrasmettitori) ma, di fatto, non cura davvero il problema: è molto diverso ad esempio dal prendere un farmaco che cura un'infezione o un tumore, poiché quello davvero uccide i germi o le cellule anomale, mentre nel caso dei farmaci per la mente non esiste un reale ed obiettivo vantaggio dimostrabile che si mantiene anche quando l'effetto del farmaco è ormai finito. Inoltre esistono effetti collaterali pesanti come rallentamento dei riflessi, possibile sonnolenza, diminuzione della lucidità del pensiero che, purtroppo, sono un fattore pesante di debolezza se devi gestire una classe. Il mio intento non voleva essere cattivo, anzi, volevo solo esporre ciò che pensavo, esistono sempre più psichiatri contrari all'uso di sostanze psicotrope come gli antidepressivi.
boston- Messaggi : 1371
Data d'iscrizione : 16.09.10
Re: Vi è successo...?
@Fred85: mi dispiace molto per la tua situazione. Mi pare davvero evidente che il problema non sia solo inerente al lavoro, ma che il lavoro sia quasi il "pretesto" per agire e mettere in moto tutte le tue ansie e insicurezze. Si evince un''autostima molto bassa di cui per altro sei ben consapevole perché sei una persona intelligente e analitica, e a mio avviso è proprio su questo che devi continuare a lavorare. Avere scarso valore di sé non aiuta nel nostro mestiere, ma non aiuterebbe in nessun'altra professione e penso che la psicoterapia debba lavorare proprio in questa direzione. È un bene che tu stia facendo un percorso psicologico, come ben saprai ci sono tanti di quegli indirizzi che se non fossi soddisfatto di quello che fai puoi sempre rivolgerti altrove. L'importante è che la personalità si strutturi in modo più forte, e non è impossibile, credimi. Forse resterai sempre una persona tendenzialmente un po' ansiosa e più sensibile delle altre, ma non ti farai divorare dall'ansia e da un senso di impotenza così grande. Poi per carità puoi davvero scoprire che questo lavoro non fa per te e decidere di cambiare, ma solo se ne sarai completamente consapevole. Lasciare ora mi sembra più che altro una fuga dall'ansia ma poi ti verrebbe l'ansia all'idea di aver lasciato. Aspetta! L'esperienza aiuta moltissimo nel nostro lavoro. Anno dopo anno ci si fortifica le ossa, la capacità di relazionarsi aumenta, la sicureza in se stessi aumenta, aumenta la consapevolezza del proprio ruolo e anche la capacità di nin prendere tutto sul personale. Insomma datti un po' di tempo prima di pensare di avere fallito. E magari opra per un part time come suggerito da altri colleghi. In bocca al lupo e relax. Yoga e meditazione potrebbero aiutarti a trovare un po' di pace interiore.
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boston- Messaggi : 1371
Data d'iscrizione : 16.09.10
Re: Vi è successo...?
Secondo me un modo per rafforzare la tua personalità (azzardo, non è sicuro sia giusto…) potrebbe forse essere anche quello di iniziare a punire in modo più severo gli alunni più maleducati e oppositivi, facendo pressioni per consigli di classe straordinari e sospensioni, dando compiti aggiuntivi e note per le loro malefatte, così se vedi che gli alunni si comportano meglio la tua autostima aumenterà, perché vedrai che gli interventi sortiscono effetto. Invece se continui ad essere gentile con la classe e remissivo e non vedi effetti tangibili la tua autostima non potrà far altro che calare e poi essendo tu in anno di prova il comitato di valutazione effettivamente valuta proprio la capacità di gestire disciplinarmente la classe per verificare l'idoneità o meno di un docente. Preparati inoltre una tesina per l'anno di prova in cui analizzi bene i problemi che si sono presentati e le strategie che hai messo in atto per risolverli, tenendo una specie di diario di bordo in cui annoti le varie situazioni, i motivi sia dei fallimenti sia dei successi. Così darai l'impressione di essere un docente consapevole, sia dei tuoi punti di forza sia di quelli su cui devi lavorare ancora.
Scuola70- Messaggi : 1434
Data d'iscrizione : 28.02.14
Re: Vi è successo...?
Scuola70 ha scritto:Secondo me un modo per rafforzare la tua personalità (azzardo, non è sicuro sia giusto…) potrebbe forse essere anche quello di iniziare a punire in modo più severo gli alunni più maleducati e oppositivi, facendo pressioni per consigli di classe straordinari e sospensioni, dando compiti aggiuntivi e note per le loro malefatte
... e quindi beccandosi anche le reprimende e gli improperi dai colleghi buonisti, mammisti e complimentosi, quelli che non mettono mai note a nessuno e non mettono mai insufficienze a nessuno, e che si arrangiano distribuendo gratificazioni a tutti e facendo meno fatica possibile da parte propria.
Questo genere di colleghi, in primis, non hanno nessuna voglia di essere convocati in continuazione per consigli di classe straordinari,
e in secundis ne approfitteranno ben volentieri per sostenere che "se ci sono tutte queste note solo con te, mentre con noi si comportano benissimo", allora la colpa deve essere sua...
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Vi è successo...?
Scuola70 ha scritto: poi essendo tu in anno di prova il comitato di valutazione effettivamente valuta proprio la capacità di gestire disciplinarmente la classe per verificare l'idoneità o meno di un docente. Preparati inoltre una tesina per l'anno di prova in cui analizzi bene i problemi che si sono presentati e le strategie che hai messo in atto per risolverli, tenendo una specie di diario di bordo in cui annoti le varie situazioni, i motivi sia dei fallimenti sia dei successi. Così darai l'impressione di essere un docente consapevole, sia dei tuoi punti di forza sia di quelli su cui devi lavorare ancora.
Su questi punti ho dei seri dubbi. Non so se fare una tesina sui problemi che ha è un buon consiglio.
Poi sulle valutazioni del comitato ci sono molti elementi di soggettivita'.
Poi scusa come fai a dare certi consigli non conoscendo il suo ds ecc?
luna7- Messaggi : 604
Data d'iscrizione : 23.02.16
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