5 alla primaria
+12
franco71
Mairu
alessia giulia
Annaangelaelvira
eragon
chicca70
macro
paniscus_2.1
seasparrow
Titti76
Hoffnung2
Axe
16 partecipanti
Pagina 1 di 2
Pagina 1 di 2 • 1, 2
5 alla primaria
Scusate, non trovo la sezione giusta. Se ho sbagliato mi scuso. Vi chiedo:cosa pensate del voto 5 dato nelle verifiche alla scuola primaria?
Axe- Messaggi : 376
Data d'iscrizione : 09.08.17
Re: 5 alla primaria
In quinta ci può stare, prima no.
Hoffnung2- Messaggi : 2473
Data d'iscrizione : 16.05.14
Re: 5 alla primaria
Bah, la maestra di mio figlio l'anno scorso in prima ha dato più volte a più persone 3/10: si trattava di dettati di 10 parole dove ne venivano scritte correttamente solo 3. Gli altri bambini avevano tutta la gamma di "voti" dal 5 al 10.
Al primo dettato di seconda pare ci sia stata una strage ed anche mio figlio ha avuto un 5, cioè ha scritto bene 5 parole su 10.
Nessun dramma e nessun problema, fatto salvo convincerlo a leggere di più e ripassare qualcosina di ortografia.
Al primo dettato di seconda pare ci sia stata una strage ed anche mio figlio ha avuto un 5, cioè ha scritto bene 5 parole su 10.
Nessun dramma e nessun problema, fatto salvo convincerlo a leggere di più e ripassare qualcosina di ortografia.
Titti76- Messaggi : 1044
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: 5 alla primaria
Io intendevo 5 come voto finale della verifica, non il resoconto delle risposte esatte (tipo 5 su 10)
Axe- Messaggi : 376
Data d'iscrizione : 09.08.17
Re: 5 alla primaria
Non ci trovo nulla di scandaloso. Basta spiegare chiaramente ai bambini il significato e il motivo di quel voto, senza farne una tragedia.
Ci si aspetta che sia una cosa "traumatizzante" solo perché sono stati gli adulti, prima, ad abituarli a pensare che sia così: basterebbe cominciare a interrompere questa catena, e il problema non esisterebbe.
Anche perché già adesso si ripropone ipocritamente lo stesso: se si assume che non si possa assolutamente dare un 4 o un 5 e che si debba partire dal 6 (anche quando il compito è completamente sbagliato o è consegnato quasi in bianco), allora i bambini lo capiscono benissimo che il 6 è il voto peggiore possibile, e che di fatto è un'indicazione che il compito è insufficiente, e quindi rimarrebbero mortificati anche dal 6. E allora che si fa? si parte dal 7? Quindi c'è da temere che rimangano mortificati dal 7 che è il voto peggiore, e così via... diamo 10 a tutti?
Ci si aspetta che sia una cosa "traumatizzante" solo perché sono stati gli adulti, prima, ad abituarli a pensare che sia così: basterebbe cominciare a interrompere questa catena, e il problema non esisterebbe.
Anche perché già adesso si ripropone ipocritamente lo stesso: se si assume che non si possa assolutamente dare un 4 o un 5 e che si debba partire dal 6 (anche quando il compito è completamente sbagliato o è consegnato quasi in bianco), allora i bambini lo capiscono benissimo che il 6 è il voto peggiore possibile, e che di fatto è un'indicazione che il compito è insufficiente, e quindi rimarrebbero mortificati anche dal 6. E allora che si fa? si parte dal 7? Quindi c'è da temere che rimangano mortificati dal 7 che è il voto peggiore, e così via... diamo 10 a tutti?
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: 5 alla primaria
È per capire. .. La normativa parla di didattica inclusiva, di valutazione formativa ecc ecc.. L'insuccesso palese pare non sia contemplato alla primaria di cui sto parlando..
Axe- Messaggi : 376
Data d'iscrizione : 09.08.17
Re: 5 alla primaria
Come insegnanti dovremmo interrogarci su quello che ci succede intorno.
Ci sono medici che scoprono che un bambino di sei anni ha la leucemia. Sono diaspiaciutissimi.
Decidono di abbassare i valori delle analisi per far diventare la diagnosi qualcosa che sia più trattabile. I genitori e il bambino stesso potranno sopportare meglio la notizia....
Ora: si capisce dove voglio arrivare?
Perchè ci sono professioni in cui non è assolutamente possibile falsare i dati e altre in cui si fa la gara a farlo?
Anche solo per questo pensiero, come insegnante, cerco di andare con i piedi di piombo nel fare il mio lavoro di valutazione.
Noi siamo nel campo dell'intellettuale e sembra che per questo possiamo dire e fare quello che vogliamo perchè il pensiero, in ambito intellettuale, è assolutamente "curvabile".
La valutazione è però sempre una valutazione. Non potrebbe essere curvabile.
Esiste la valutazione pietosa, interessata, comoda, poco scientifica. Ma qui stiamo parlando di obbrobri rispetto a ciò che valutazione deve essere veramente.
Se un alunno è da cinque o quattro o due, non ci si scappa: è tale.
Noi questa cosa a volte non la comunichiamo neanche ai genitori che cresceranno un figlio illudendosi.
Il bambino non è necessario che sappia delle sue prestazioni, ma è assolutamente necessario che venga aiutato.
La scuola è in serio difetto su questo versante, e quindi assolvendo l'alunno assolve in verità se stessa.
I genitori devono sapere le condizioni in cui versa il figlio, ma pure loro devono essere aiutati o addirittura minacciati se hanno gravi responsabilità su ciò che il figlio è.
La scuola comunque è scarsa in questi campi di intervento. E quindi nasce tutto questo equivoco sulla valutazione.
La scuola è poi molto competitiva. Spesso gli insegnanti puntano su questo per ottenere risultati. E' ovvio che però poi saltano fuori gli incapaci alla competizione. Con quelli, non sapendo come fare in altro modo, useremo la valutazione pietosa, tanto ci penserà la vita a sistemare tutto.
La scuola oggi deve essere inclusiva, ma abbiamo capito come ci riesce ad esserlo?
E' legittimo dare un cinque nella prima primaria, ma, come adulti, bisogna essere capaci di partire da lì (la realtà). Viceversa si dà un sette.
Ps: faccio presente che in tutto questo discorso si trascura se la valutazione è fatta bene o con i piedi. E' un tema altrettanto complesso.
Ci sono medici che scoprono che un bambino di sei anni ha la leucemia. Sono diaspiaciutissimi.
Decidono di abbassare i valori delle analisi per far diventare la diagnosi qualcosa che sia più trattabile. I genitori e il bambino stesso potranno sopportare meglio la notizia....
Ora: si capisce dove voglio arrivare?
Perchè ci sono professioni in cui non è assolutamente possibile falsare i dati e altre in cui si fa la gara a farlo?
Anche solo per questo pensiero, come insegnante, cerco di andare con i piedi di piombo nel fare il mio lavoro di valutazione.
Noi siamo nel campo dell'intellettuale e sembra che per questo possiamo dire e fare quello che vogliamo perchè il pensiero, in ambito intellettuale, è assolutamente "curvabile".
La valutazione è però sempre una valutazione. Non potrebbe essere curvabile.
Esiste la valutazione pietosa, interessata, comoda, poco scientifica. Ma qui stiamo parlando di obbrobri rispetto a ciò che valutazione deve essere veramente.
Se un alunno è da cinque o quattro o due, non ci si scappa: è tale.
Noi questa cosa a volte non la comunichiamo neanche ai genitori che cresceranno un figlio illudendosi.
Il bambino non è necessario che sappia delle sue prestazioni, ma è assolutamente necessario che venga aiutato.
La scuola è in serio difetto su questo versante, e quindi assolvendo l'alunno assolve in verità se stessa.
I genitori devono sapere le condizioni in cui versa il figlio, ma pure loro devono essere aiutati o addirittura minacciati se hanno gravi responsabilità su ciò che il figlio è.
La scuola comunque è scarsa in questi campi di intervento. E quindi nasce tutto questo equivoco sulla valutazione.
La scuola è poi molto competitiva. Spesso gli insegnanti puntano su questo per ottenere risultati. E' ovvio che però poi saltano fuori gli incapaci alla competizione. Con quelli, non sapendo come fare in altro modo, useremo la valutazione pietosa, tanto ci penserà la vita a sistemare tutto.
La scuola oggi deve essere inclusiva, ma abbiamo capito come ci riesce ad esserlo?
E' legittimo dare un cinque nella prima primaria, ma, come adulti, bisogna essere capaci di partire da lì (la realtà). Viceversa si dà un sette.
Ps: faccio presente che in tutto questo discorso si trascura se la valutazione è fatta bene o con i piedi. E' un tema altrettanto complesso.
Ultima modifica di macro il Dom Nov 10, 2019 11:14 am - modificato 1 volta.
macro- Messaggi : 91
Data d'iscrizione : 06.03.19
Re: 5 alla primaria
[quote="Axe"]È per capire. .. La normativa parla di didattica inclusiva, di valutazione formativa ecc ecc.. L'insuccesso palese pare non sia contemplato alla primaria di cui sto parlando.. [/quote]
L'insuccesso deve essere palese, altrimenti il miglioramento è impossibile. Il mio quaderno di matematica delle elementari era strapieno di valutazioni negative e, proprio grazie ad esse, sapevo di dovermi impegnare di più. Se la mia maestra avesse evitato l'insuccesso palese, oggi non saprei neanche fare una moltiplicazione.
L'insuccesso deve essere palese, altrimenti il miglioramento è impossibile. Il mio quaderno di matematica delle elementari era strapieno di valutazioni negative e, proprio grazie ad esse, sapevo di dovermi impegnare di più. Se la mia maestra avesse evitato l'insuccesso palese, oggi non saprei neanche fare una moltiplicazione.
chicca70- Messaggi : 3610
Data d'iscrizione : 26.12.14
Re: 5 alla primaria
E i genitori (ma anche colleghi) che sostengono che il 5 a un bambino di 7/8 anni lede l'autostima e non lo aiuta a migliorare ma anzi, rappresenta uno schiaffo in un'età in cui devono sì imparare, ma stanno soprattutto costruendo la fiducia in sé. Molti sostengono che a questa età sarebbe meglio puntare sul recupero di ciò che non hai capito (che lascerò per ipotesi senza voto ma con una dicitura del tipo "cerca di impegnarti di più" ) piuttosto che sul giudizio.
Axe- Messaggi : 376
Data d'iscrizione : 09.08.17
Re: 5 alla primaria
[quote="Axe"]E i genitori (ma anche colleghi) che sostengono che il 5 a un bambino di 7/8 anni lede l'autostima e non lo aiuta a migliorare ma anzi, rappresenta uno schiaffo in un'età in cui devono sì imparare, ma stanno soprattutto costruendo la fiducia in sé. Molti sostengono che a questa età sarebbe meglio puntare sul recupero di ciò che non hai capito (che lascerò per ipotesi senza voto ma con una dicitura del tipo "cerca di impegnarti di più" ) piuttosto che sul giudizio. [/quote]
Quindi una "brava maestra" non ti direbbe che il primo periodo che hai scritto ha una sintassi parecchio traballante. Se il bambino non è sciocco, capisce benissimo che la frase "cerca di impegnarti di più " è un giudizio negativo. Se il compito fosse fatto bene, perché dovrei impegnarmi di più? Se gli altri ricevono un voto e io non lo ricevo, che significa? La conclusione che trae un bambino è quella ovvia: il mio compito era fatto male.
Quindi una "brava maestra" non ti direbbe che il primo periodo che hai scritto ha una sintassi parecchio traballante. Se il bambino non è sciocco, capisce benissimo che la frase "cerca di impegnarti di più " è un giudizio negativo. Se il compito fosse fatto bene, perché dovrei impegnarmi di più? Se gli altri ricevono un voto e io non lo ricevo, che significa? La conclusione che trae un bambino è quella ovvia: il mio compito era fatto male.
chicca70- Messaggi : 3610
Data d'iscrizione : 26.12.14
Re: 5 alla primaria
La brava maestrina mi ha corretto mentre scrivevo velocemente ferma al semaforo. Per fortuna ci sei tu!
Axe- Messaggi : 376
Data d'iscrizione : 09.08.17
Re: 5 alla primaria
[quote="Axe"]Io intendevo 5 come voto finale della verifica, non il resoconto delle risposte esatte (tipo 5 su 10)[/quote]
Le maestre dei miei figli non danno voti finali alle verifiche diversi dal resoconto delle risposte esatte. Scrivono solo 10/10 o 5/10.... a volte anche 23/24.. insomma, ci siamo capiti.
Le maestre dei miei figli non danno voti finali alle verifiche diversi dal resoconto delle risposte esatte. Scrivono solo 10/10 o 5/10.... a volte anche 23/24.. insomma, ci siamo capiti.
Titti76- Messaggi : 1044
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: 5 alla primaria
Una cosa è misurare, un'altra cosa è valutare.
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? Il bambino è in grado di capire autonomamente quali sono state le proprie azioni che lo hanno portato a quel risultato negativo? E' in grado di capire quali strategie deve mettere in campo per "recuperare"? Ha la capacità di elaborare quel giudizio, che lui comunque avvertirà come negativo, per recuperare?
Sarebbe più sensato concentrarsi sul perchè il bambino non ha raggiunto questi risultati (ed a differenze delle scuole medie/superiori, la responsabilità va distribuita su tutti, docenti, famiglia, e, capacità del bambino) e, senza mortificarlo, guidarlo nel recupero.
Chiaro, se il risultato è dovuto al fatto che il bambino il pomeriggio fa tutt'altro, tranne che seguire le indicazioni dei docenti allora la tirata di orecchie va data ai genitori, e non al bambino; se il risultato è scadente nonostante l'impegno e lo studio bisognerebbe indagare eventuali problemi di fondo. Resta inteso che il risultato può essere scadente anche per precisa colpa degli insegnanti, che, alla primaria, hanno una funzione di guida indubbiamente maggiore rispetto agli altri ordini di scuola.
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? Il bambino è in grado di capire autonomamente quali sono state le proprie azioni che lo hanno portato a quel risultato negativo? E' in grado di capire quali strategie deve mettere in campo per "recuperare"? Ha la capacità di elaborare quel giudizio, che lui comunque avvertirà come negativo, per recuperare?
Sarebbe più sensato concentrarsi sul perchè il bambino non ha raggiunto questi risultati (ed a differenze delle scuole medie/superiori, la responsabilità va distribuita su tutti, docenti, famiglia, e, capacità del bambino) e, senza mortificarlo, guidarlo nel recupero.
Chiaro, se il risultato è dovuto al fatto che il bambino il pomeriggio fa tutt'altro, tranne che seguire le indicazioni dei docenti allora la tirata di orecchie va data ai genitori, e non al bambino; se il risultato è scadente nonostante l'impegno e lo studio bisognerebbe indagare eventuali problemi di fondo. Resta inteso che il risultato può essere scadente anche per precisa colpa degli insegnanti, che, alla primaria, hanno una funzione di guida indubbiamente maggiore rispetto agli altri ordini di scuola.
eragon- Messaggi : 1062
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: 5 alla primaria
[quote="eragon"]
Sarebbe più sensato concentrarsi sul perchè il bambino non ha raggiunto questi risultati (ed a differenze delle scuole medie/superiori, la responsabilità va distribuita su tutti, docenti, famiglia, e, capacità del bambino) e, senza mortificarlo, guidarlo nel recupero.[/quote]
E allora, chi la pensa così abbia il coraggio di dire esplicitamente che, nella sua ottica, bisognerebbe abolire completamente la valutazione.
Dire che la valutazione è accettabile purché sia sempre solo positiva, mentre tutte le valutazioni negative dovrebbero essere abolite, non ha senso, né logico, né educativo, né legale.
Sarebbe più sensato concentrarsi sul perchè il bambino non ha raggiunto questi risultati (ed a differenze delle scuole medie/superiori, la responsabilità va distribuita su tutti, docenti, famiglia, e, capacità del bambino) e, senza mortificarlo, guidarlo nel recupero.[/quote]
E allora, chi la pensa così abbia il coraggio di dire esplicitamente che, nella sua ottica, bisognerebbe abolire completamente la valutazione.
Dire che la valutazione è accettabile purché sia sempre solo positiva, mentre tutte le valutazioni negative dovrebbero essere abolite, non ha senso, né logico, né educativo, né legale.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: 5 alla primaria
[quote="eragon"]Una cosa è misurare, un'altra cosa è valutare.
[/quote]
Infatti, ma attenzione che una misurazione quando già viene confrontata con un'altra misurazione produce una valutazione, cioè si entra già in un merito preciso. Se un bambino è alto 1 metro e 20 abbiamo una misurazione, ma se poi facciamo un confronto con un altro bambino, essendo il confronto orientato ad un pensiero (es: è meglio essere piccoli o più grandi?) avremo una inevitabile valutazione.
[quote="paniscus_2.1"]Dire che la valutazione è accettabile purché sia sempre solo positiva, mentre tutte le valutazioni negative dovrebbero essere abolite, non ha senso, né logico, né educativo, né legale.
[/quote]
E' per il ragionamento fatto sopra quindi che la valutazione è inevitabile. E' veramente difficile che possano esserci solo misurazioni e non valutazioni. Il nostro scopo di viventi è sempre sapere dove e come stiamo andando e quindi finiamo sempre con il valutare. Come tale la valutazione a mio avviso può essere primariamente logica (l'aspetto educativo e legale diventano più o meno necessari a seconda dei contesti). Il problema quindi non è se ci vuole la valutazione o meno, ma come la si usa. Qui e là nella scuola si sente ancora parlare di attività a-valutativa. Impossibile! Si dovrebbe dire attività in cui non si vuole (o non si può/non si sa) mettere nero su bianco. Dalla valutazione non possiamo scappare, perchè un pensiero sicuramente ce lo facciamo (questo è stato più rapido, completo, consapevole di quell'altro o di tutti).
La scuola negli ultimi decenni è andata in crisi su questi aspetti. Ha cominciato a confondere i piani e, anche per questo, ha perso credibilità e rispetto.
La capacità valutativa della scuola è fondamentale per una società.
Siccome però la scuola non si è mai dotata di efficaci strumenti a supporto del suo valutare (al massimo usava la bocciatura , oppure rimandava a settembre -adesso, in verità, ha anche le ore di potenziato ottime per coprire i buchi degli assenti(sic)) la valutazione è diventata un ectoplasma o un supposto misurare.
Ci voleva poi l'avvento delle competenze che vanno certificate su una scala di quattro punti dove non esiste il "non competente"...
Che circo!
[/quote]
Infatti, ma attenzione che una misurazione quando già viene confrontata con un'altra misurazione produce una valutazione, cioè si entra già in un merito preciso. Se un bambino è alto 1 metro e 20 abbiamo una misurazione, ma se poi facciamo un confronto con un altro bambino, essendo il confronto orientato ad un pensiero (es: è meglio essere piccoli o più grandi?) avremo una inevitabile valutazione.
[quote="paniscus_2.1"]Dire che la valutazione è accettabile purché sia sempre solo positiva, mentre tutte le valutazioni negative dovrebbero essere abolite, non ha senso, né logico, né educativo, né legale.
[/quote]
E' per il ragionamento fatto sopra quindi che la valutazione è inevitabile. E' veramente difficile che possano esserci solo misurazioni e non valutazioni. Il nostro scopo di viventi è sempre sapere dove e come stiamo andando e quindi finiamo sempre con il valutare. Come tale la valutazione a mio avviso può essere primariamente logica (l'aspetto educativo e legale diventano più o meno necessari a seconda dei contesti). Il problema quindi non è se ci vuole la valutazione o meno, ma come la si usa. Qui e là nella scuola si sente ancora parlare di attività a-valutativa. Impossibile! Si dovrebbe dire attività in cui non si vuole (o non si può/non si sa) mettere nero su bianco. Dalla valutazione non possiamo scappare, perchè un pensiero sicuramente ce lo facciamo (questo è stato più rapido, completo, consapevole di quell'altro o di tutti).
La scuola negli ultimi decenni è andata in crisi su questi aspetti. Ha cominciato a confondere i piani e, anche per questo, ha perso credibilità e rispetto.
La capacità valutativa della scuola è fondamentale per una società.
Siccome però la scuola non si è mai dotata di efficaci strumenti a supporto del suo valutare (al massimo usava la bocciatura , oppure rimandava a settembre -adesso, in verità, ha anche le ore di potenziato ottime per coprire i buchi degli assenti(sic)) la valutazione è diventata un ectoplasma o un supposto misurare.
Ci voleva poi l'avvento delle competenze che vanno certificate su una scala di quattro punti dove non esiste il "non competente"...
Che circo!
macro- Messaggi : 91
Data d'iscrizione : 06.03.19
Re: 5 alla primaria
Insomma, ma poi nella vita questi bambini mai valutatinegativamente perché “poveriiiiini!”, mai messi davanti ad una situazione negativa da imparare a gestire sia razionalmente che emotivamente, quando saranno adulti come affronteranno un colloquio di lavoro (o un concorso, una gara, un rapporto interpersonale, ...) andato male, una mancata promozione, un qualunque esito negativo di umana azione?
Certo in tutto questo grande responsabilità hanno pure le famiglie, e i pedagoghi, che ormai hanno preso come dogma della genitorialita’ il dover risparmiare ai figli qualunque frustrazione, fatica, emozione, sofferenza.
Ma è sbagliato.
Sarebbe ora che la pedagogia venisse giù dal pero e capisse il disastro di tutto ciò.
Certo in tutto questo grande responsabilità hanno pure le famiglie, e i pedagoghi, che ormai hanno preso come dogma della genitorialita’ il dover risparmiare ai figli qualunque frustrazione, fatica, emozione, sofferenza.
Ma è sbagliato.
Sarebbe ora che la pedagogia venisse giù dal pero e capisse il disastro di tutto ciò.
Annaangelaelvira- Messaggi : 2310
Data d'iscrizione : 03.09.15
Re: 5 alla primaria
nelle scuole medie in cui ho insegnato, il voto minimo era 4
alessia giulia- Messaggi : 333
Data d'iscrizione : 28.08.11
Re: 5 alla primaria
[quote="eragon"]Una cosa è misurare, un'altra cosa è valutare.
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? Il bambino è in grado di capire autonomamente quali sono state le proprie azioni che lo hanno portato a quel risultato negativo? E' in grado di capire quali strategie deve mettere in campo per "recuperare"? Ha la capacità di elaborare quel giudizio, che lui comunque avvertirà come negativo, per recuperare?
Sarebbe più sensato concentrarsi sul perchè il bambino non ha raggiunto questi risultati (ed a differenze delle scuole medie/superiori, la responsabilità va distribuita su tutti, docenti, famiglia, e, capacità del bambino) e, senza mortificarlo, guidarlo nel recupero.
Chiaro, se il risultato è dovuto al fatto che il bambino il pomeriggio fa tutt'altro, tranne che seguire le indicazioni dei docenti allora la tirata di orecchie va data ai genitori, e non al bambino; se il risultato è scadente nonostante l'impegno e lo studio bisognerebbe indagare eventuali problemi di fondo. Resta inteso che il risultato può essere scadente anche per precisa colpa degli insegnanti, che, alla primaria, hanno una funzione di guida indubbiamente maggiore rispetto agli altri ordini di scuola. [/quote]
Non mi trovi d'accordo. Dare un 4 ad una verifica non significa certo sbattere in faccia al bambino il voto, non significa mortificarlo, non significa ledere la sua autostima. Significa solo che quel compito indica una prestazione fatta adeguatamente per 4/10 del totale. Per noi 4 su 10 corrisponde ad una prestazione insufficiente nel complesso. Il bambino deve capire solo questo, cioè che il compito che ha svolto è indice di una prestazione non sufficiente. La mortificazione la sente solo se l'adulto gliela fa avvertire come tale.
Poi è ovvio che l'insegnante deve concentrarsi sul perché il bambino ha avuto una prestazione insufficiente e sul recupero, ma questo dovrebbe valere con ogni alunno di ogni età. La responsabilità non va affatto distribuita su tutti, a meno di palesi mancanze da parte di famiglia e scuola. Il responsabile dell'apprendimento è e sarà sempre il bambino/ragazzo, sia che abbia 4 anni sia che ne abbia 15. Se il bambino il pomeriggio non fa i compiti non è responsabilità del genitore, ma del bambino. Il genitore può cercare di spronare, di incoraggiare, di invogliare il bambino ad impegnarsi, ma se il bambino non si impegna la responsabilità è la sua.
Stiamo crescendo dei bambini irresponsabili perché la colpa è sempre di qualcun altro. Non è che il bambino nel passaggio dalla primaria alla secondaria può diventare responsabile di sé stesso con uno schiocco di dita. Le responsabilità vanno date ai bambini, in maniere graduale e crescente, fin dai primi anni di vita. A 6 anni un bambino non può certo essere responsabile della propria vita, ma può essere responsabile dei propri compiti e del proprio rendimento scolastico. Questo non vuol dire che i genitori devono disinteressarsi del percorso scolastico dei figli, ma non possono farsene una colpa se i figli vanno male a scuola.
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? Il bambino è in grado di capire autonomamente quali sono state le proprie azioni che lo hanno portato a quel risultato negativo? E' in grado di capire quali strategie deve mettere in campo per "recuperare"? Ha la capacità di elaborare quel giudizio, che lui comunque avvertirà come negativo, per recuperare?
Sarebbe più sensato concentrarsi sul perchè il bambino non ha raggiunto questi risultati (ed a differenze delle scuole medie/superiori, la responsabilità va distribuita su tutti, docenti, famiglia, e, capacità del bambino) e, senza mortificarlo, guidarlo nel recupero.
Chiaro, se il risultato è dovuto al fatto che il bambino il pomeriggio fa tutt'altro, tranne che seguire le indicazioni dei docenti allora la tirata di orecchie va data ai genitori, e non al bambino; se il risultato è scadente nonostante l'impegno e lo studio bisognerebbe indagare eventuali problemi di fondo. Resta inteso che il risultato può essere scadente anche per precisa colpa degli insegnanti, che, alla primaria, hanno una funzione di guida indubbiamente maggiore rispetto agli altri ordini di scuola. [/quote]
Non mi trovi d'accordo. Dare un 4 ad una verifica non significa certo sbattere in faccia al bambino il voto, non significa mortificarlo, non significa ledere la sua autostima. Significa solo che quel compito indica una prestazione fatta adeguatamente per 4/10 del totale. Per noi 4 su 10 corrisponde ad una prestazione insufficiente nel complesso. Il bambino deve capire solo questo, cioè che il compito che ha svolto è indice di una prestazione non sufficiente. La mortificazione la sente solo se l'adulto gliela fa avvertire come tale.
Poi è ovvio che l'insegnante deve concentrarsi sul perché il bambino ha avuto una prestazione insufficiente e sul recupero, ma questo dovrebbe valere con ogni alunno di ogni età. La responsabilità non va affatto distribuita su tutti, a meno di palesi mancanze da parte di famiglia e scuola. Il responsabile dell'apprendimento è e sarà sempre il bambino/ragazzo, sia che abbia 4 anni sia che ne abbia 15. Se il bambino il pomeriggio non fa i compiti non è responsabilità del genitore, ma del bambino. Il genitore può cercare di spronare, di incoraggiare, di invogliare il bambino ad impegnarsi, ma se il bambino non si impegna la responsabilità è la sua.
Stiamo crescendo dei bambini irresponsabili perché la colpa è sempre di qualcun altro. Non è che il bambino nel passaggio dalla primaria alla secondaria può diventare responsabile di sé stesso con uno schiocco di dita. Le responsabilità vanno date ai bambini, in maniere graduale e crescente, fin dai primi anni di vita. A 6 anni un bambino non può certo essere responsabile della propria vita, ma può essere responsabile dei propri compiti e del proprio rendimento scolastico. Questo non vuol dire che i genitori devono disinteressarsi del percorso scolastico dei figli, ma non possono farsene una colpa se i figli vanno male a scuola.
Mairu- Messaggi : 544
Data d'iscrizione : 14.03.16
Re: 5 alla primaria
[quote="eragon"]Una cosa è misurare, un'altra cosa è valutare.
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? [/quote]
Ma allora come si spiega che noi un po' più attempatelli (ma nemmeno troppo vecchi, parlo di chiunque abbia dai 40 anni in su, compresa la maggior parte dei genitori di questi ragazzini attuali), qualche volta i nostri "male" o "4" o "5" o "scarso" o "mediocre" ce li siamo beccati... e comunque (tranne l'inevitabile nicchia di problematici veri o di devianti veri), in stragrande maggioranza siamo diventate persone normali, in grado di lavorare, di cavarsela nella vita pratica, di avere relazioni sociali, amicizie, amori, famiglie e figli?
Io sono sempre stata una che andava abbastanza bene, in tutti gli ordini di scuola, ma qualche volta i miei piccoli incidenti di percorso, su qualche singola verifica totalmente sbagliata, me li sono presi anch'io, anche alle elementari. Ma appunto era proprio quello, a far scattare la consapevolezza che i risultati gratificanti non fossero garantiti in automatico per il solo fatto di essere nati, ma che andavano mantenuti e consolidati con l'impegno.
E allora? Si ritiene che io (come milioni di miei coetanei o di generazione vicina) sarei adesso più competente, più sicura, più ragionevole e più felice, se mi avessero tenuto nascosto di aver avuto qualche risultato insufficiente, e mi avessero illusa di essere sempre bravissima e meravigliosa qualunque cosa combinassi?
Io decisamente penso di no.
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? [/quote]
Ma allora come si spiega che noi un po' più attempatelli (ma nemmeno troppo vecchi, parlo di chiunque abbia dai 40 anni in su, compresa la maggior parte dei genitori di questi ragazzini attuali), qualche volta i nostri "male" o "4" o "5" o "scarso" o "mediocre" ce li siamo beccati... e comunque (tranne l'inevitabile nicchia di problematici veri o di devianti veri), in stragrande maggioranza siamo diventate persone normali, in grado di lavorare, di cavarsela nella vita pratica, di avere relazioni sociali, amicizie, amori, famiglie e figli?
Io sono sempre stata una che andava abbastanza bene, in tutti gli ordini di scuola, ma qualche volta i miei piccoli incidenti di percorso, su qualche singola verifica totalmente sbagliata, me li sono presi anch'io, anche alle elementari. Ma appunto era proprio quello, a far scattare la consapevolezza che i risultati gratificanti non fossero garantiti in automatico per il solo fatto di essere nati, ma che andavano mantenuti e consolidati con l'impegno.
E allora? Si ritiene che io (come milioni di miei coetanei o di generazione vicina) sarei adesso più competente, più sicura, più ragionevole e più felice, se mi avessero tenuto nascosto di aver avuto qualche risultato insufficiente, e mi avessero illusa di essere sempre bravissima e meravigliosa qualunque cosa combinassi?
Io decisamente penso di no.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: 5 alla primaria
Secondo me il fulcro del discorso è: ha senso sbattere in faccia un 5 a un bambino di 8 anni, che è comunque denigrate; o ha più senso dire al bambino "ci sono diverse cose che non vanno bene in questa verifica. Proviamo a rivederle insieme"? Certo che il bambino capisce di non aver fatto una buona prestazione, ma mi sembra più costruttivo per lui capire dove ha sbagliato e perché. Stiamo parlando dei primi anni della primaria, dove non tutti i bambini hanno raggiunto la maturità per reggere un giudizio negativo.
Axe- Messaggi : 376
Data d'iscrizione : 09.08.17
Re: 5 alla primaria
[quote="Mairu"][quote="eragon"]Una cosa è misurare, un'altra cosa è valutare.
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? Il bambino è in grado di capire autonomamente quali sono state le proprie azioni che lo hanno portato a quel risultato negativo? E' in grado di capire quali strategie deve mettere in campo per "recuperare"? Ha la capacità di elaborare quel giudizio, che lui comunque avvertirà come negativo, per recuperare?
Sarebbe più sensato concentrarsi sul perchè il bambino non ha raggiunto questi risultati (ed a differenze delle scuole medie/superiori, la responsabilità va distribuita su tutti, docenti, famiglia, e, capacità del bambino) e, senza mortificarlo, guidarlo nel recupero.
Chiaro, se il risultato è dovuto al fatto che il bambino il pomeriggio fa tutt'altro, tranne che seguire le indicazioni dei docenti allora la tirata di orecchie va data ai genitori, e non al bambino; se il risultato è scadente nonostante l'impegno e lo studio bisognerebbe indagare eventuali problemi di fondo. Resta inteso che il risultato può essere scadente anche per precisa colpa degli insegnanti, che, alla primaria, hanno una funzione di guida indubbiamente maggiore rispetto agli altri ordini di scuola. [/quote]
Non mi trovi d'accordo. Dare un 4 ad una verifica non significa certo sbattere in faccia al bambino il voto, non significa mortificarlo, non significa ledere la sua autostima. Significa solo che quel compito indica una prestazione fatta adeguatamente per 4/10 del totale. Per noi 4 su 10 corrisponde ad una prestazione insufficiente nel complesso. Il bambino deve capire solo questo, cioè che il compito che ha svolto è indice di una prestazione non sufficiente. La mortificazione la sente solo se l'adulto gliela fa avvertire come tale.
Poi è ovvio che l'insegnante deve concentrarsi sul perché il bambino ha avuto una prestazione insufficiente e sul recupero, ma questo dovrebbe valere con ogni alunno di ogni età. La responsabilità non va affatto distribuita su tutti, a meno di palesi mancanze da parte di famiglia e scuola. Il responsabile dell'apprendimento è e sarà sempre il bambino/ragazzo, sia che abbia 4 anni sia che ne abbia 15. Se il bambino il pomeriggio non fa i compiti non è responsabilità del genitore, ma del bambino. Il genitore può cercare di spronare, di incoraggiare, di invogliare il bambino ad impegnarsi, ma se il bambino non si impegna la responsabilità è la sua.
Stiamo crescendo dei bambini irresponsabili perché la colpa è sempre di qualcun altro. Non è che il bambino nel passaggio dalla primaria alla secondaria può diventare responsabile di sé stesso con uno schiocco di dita. Le responsabilità vanno date ai bambini, in maniere graduale e crescente, fin dai primi anni di vita. A 6 anni un bambino non può certo essere responsabile della propria vita, ma può essere responsabile dei propri compiti e del proprio rendimento scolastico. Questo non vuol dire che i genitori devono disinteressarsi del percorso scolastico dei figli, ma non possono farsene una colpa se i figli vanno male a scuola. [/quote]
Continui a confondere/fondere il momento della misurazione con quello della valutazione.
Affermi che un bambino di 6 anni sia l'unico responsabile del proprio apprendimento (si parla sempre di azione di insegnamento-apprendimento proprio per indicare che non c'è un mai un solo polo in questo rapporto).
Vi è una sterminata letteratura sull'importanza dell'alleanza educativa scuola-famiglia (pensa un po', pure alle superiori!!!).
Riproponi affermazioni "se il bambino non si impegna..." quando io ho più volte ribadito che forse è importante capire il "perchè" del mancato impegno del bambino ed intervenire.
Le tue affermazioni mi lasciano perplesso.
Le tue affermazioni mi lasciano perplesso...
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? Il bambino è in grado di capire autonomamente quali sono state le proprie azioni che lo hanno portato a quel risultato negativo? E' in grado di capire quali strategie deve mettere in campo per "recuperare"? Ha la capacità di elaborare quel giudizio, che lui comunque avvertirà come negativo, per recuperare?
Sarebbe più sensato concentrarsi sul perchè il bambino non ha raggiunto questi risultati (ed a differenze delle scuole medie/superiori, la responsabilità va distribuita su tutti, docenti, famiglia, e, capacità del bambino) e, senza mortificarlo, guidarlo nel recupero.
Chiaro, se il risultato è dovuto al fatto che il bambino il pomeriggio fa tutt'altro, tranne che seguire le indicazioni dei docenti allora la tirata di orecchie va data ai genitori, e non al bambino; se il risultato è scadente nonostante l'impegno e lo studio bisognerebbe indagare eventuali problemi di fondo. Resta inteso che il risultato può essere scadente anche per precisa colpa degli insegnanti, che, alla primaria, hanno una funzione di guida indubbiamente maggiore rispetto agli altri ordini di scuola. [/quote]
Non mi trovi d'accordo. Dare un 4 ad una verifica non significa certo sbattere in faccia al bambino il voto, non significa mortificarlo, non significa ledere la sua autostima. Significa solo che quel compito indica una prestazione fatta adeguatamente per 4/10 del totale. Per noi 4 su 10 corrisponde ad una prestazione insufficiente nel complesso. Il bambino deve capire solo questo, cioè che il compito che ha svolto è indice di una prestazione non sufficiente. La mortificazione la sente solo se l'adulto gliela fa avvertire come tale.
Poi è ovvio che l'insegnante deve concentrarsi sul perché il bambino ha avuto una prestazione insufficiente e sul recupero, ma questo dovrebbe valere con ogni alunno di ogni età. La responsabilità non va affatto distribuita su tutti, a meno di palesi mancanze da parte di famiglia e scuola. Il responsabile dell'apprendimento è e sarà sempre il bambino/ragazzo, sia che abbia 4 anni sia che ne abbia 15. Se il bambino il pomeriggio non fa i compiti non è responsabilità del genitore, ma del bambino. Il genitore può cercare di spronare, di incoraggiare, di invogliare il bambino ad impegnarsi, ma se il bambino non si impegna la responsabilità è la sua.
Stiamo crescendo dei bambini irresponsabili perché la colpa è sempre di qualcun altro. Non è che il bambino nel passaggio dalla primaria alla secondaria può diventare responsabile di sé stesso con uno schiocco di dita. Le responsabilità vanno date ai bambini, in maniere graduale e crescente, fin dai primi anni di vita. A 6 anni un bambino non può certo essere responsabile della propria vita, ma può essere responsabile dei propri compiti e del proprio rendimento scolastico. Questo non vuol dire che i genitori devono disinteressarsi del percorso scolastico dei figli, ma non possono farsene una colpa se i figli vanno male a scuola. [/quote]
Continui a confondere/fondere il momento della misurazione con quello della valutazione.
Affermi che un bambino di 6 anni sia l'unico responsabile del proprio apprendimento (si parla sempre di azione di insegnamento-apprendimento proprio per indicare che non c'è un mai un solo polo in questo rapporto).
Vi è una sterminata letteratura sull'importanza dell'alleanza educativa scuola-famiglia (pensa un po', pure alle superiori!!!).
Riproponi affermazioni "se il bambino non si impegna..." quando io ho più volte ribadito che forse è importante capire il "perchè" del mancato impegno del bambino ed intervenire.
Le tue affermazioni mi lasciano perplesso.
Le tue affermazioni mi lasciano perplesso...
eragon- Messaggi : 1062
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: 5 alla primaria
[quote="paniscus_2.1"][quote="eragon"]Una cosa è misurare, un'altra cosa è valutare.
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? [/quote]
Ma allora come si spiega che noi un po' più attempatelli (ma nemmeno troppo vecchi, parlo di chiunque abbia dai 40 anni in su, compresa la maggior parte dei genitori di questi ragazzini attuali), qualche volta i nostri "male" o "4" o "5" o "scarso" o "mediocre" ce li siamo beccati... e comunque (tranne l'inevitabile nicchia di problematici veri o di devianti veri), in stragrande maggioranza siamo diventate persone normali, in grado di lavorare, di cavarsela nella vita pratica, di avere relazioni sociali, amicizie, amori, famiglie e figli?
Io sono sempre stata una che andava abbastanza bene, in tutti gli ordini di scuola, ma qualche volta i miei piccoli incidenti di percorso, su qualche singola verifica totalmente sbagliata, me li sono presi anch'io, anche alle elementari. Ma appunto era proprio quello, a far scattare la consapevolezza che i risultati gratificanti non fossero garantiti in automatico per il solo fatto di essere nati, ma che andavano mantenuti e consolidati con l'impegno.
E allora? Si ritiene che io (come milioni di miei coetanei o di generazione vicina) sarei adesso più competente, più sicura, più ragionevole e più felice, se mi avessero tenuto nascosto di aver avuto qualche risultato insufficiente, e mi avessero illusa di essere sempre bravissima e meravigliosa qualunque cosa combinassi?
Io decisamente penso di no. [/quote]
Mi sono ritrovato a seguire bambini, con ADHD e altre problematiche. Il "mediocre", il "4", il confronto con la classe (perchè i bambini lo fanno) è devastante. Poi puoi essere libera di pensare che sia "formativo" mortificare un bambino ma sappi che lo mortifichi, lo fai stare male e soprattutto non lo aiuti.
A parte il fatto che "4" cosa? "mediocre" cosa? E' già difficile fare capire ad un ragazzo delle superiori la complessità di una valutazione, e voi anime belle volete sbattere in faccia ad un bambino un "4".
Il compito di un insegnante dovrebbe essere diverso: cura educativa, collaborazione con la famiglia, padronanza metodologica e didattica, ecc, ecc, tutto questo per evitare che si arrivi al "mediocre" ed al "4". E se le azioni che vanno bene per tutti non permettono al bambino di raggiungere gli obiettivi prefissati (dai un "4" o un "mediocre", si spera sulla base di una scala misurativa tarata su un obiettivo), si cercano altre strade, si scompone l'obiettivo in sotto-obiettivi, si prende in carico il problema...altro che il bimbo non si impegna!!!
Certo, è molto più facile fare la propria lezioncina, seguire il libricino, e a chi resta indietro sbattergli in faccia qualche "mediocre" e qualche "4"; molto più difficile mettere in campo quelle azioni che evitino il "mediocre" ed il "4": ma questo distingue un ottimo insegnante da uno qualunque.
Qua non si tratta di nascondere o illudere, qua si tratta di credere di essere un buon insegnante e mettere in campo tutte le azioni per supportare il bambino (ed in quel caso il "4" o il "mediocre" è l'ultimo dei problemi) o farla facile, mettere "4" o "mediocre" e lavarsi la coscienza, credendo, erroneamente, che la "responsabilità" sia del bambino stesso.
Purtroppo spesso ci si chiede di quantificare la valutazione e ricadiamo nell'errore di far coincidere la misurazione con la valutazione.
La valutazione, tra l'altro, dovrebbe avere una funziona prettamente formativa, specialmente alla primaria.
A fronte di una performance scadente di un bambino che senso ha sbattergli in faccia un "male", "4" o roba simile? [/quote]
Ma allora come si spiega che noi un po' più attempatelli (ma nemmeno troppo vecchi, parlo di chiunque abbia dai 40 anni in su, compresa la maggior parte dei genitori di questi ragazzini attuali), qualche volta i nostri "male" o "4" o "5" o "scarso" o "mediocre" ce li siamo beccati... e comunque (tranne l'inevitabile nicchia di problematici veri o di devianti veri), in stragrande maggioranza siamo diventate persone normali, in grado di lavorare, di cavarsela nella vita pratica, di avere relazioni sociali, amicizie, amori, famiglie e figli?
Io sono sempre stata una che andava abbastanza bene, in tutti gli ordini di scuola, ma qualche volta i miei piccoli incidenti di percorso, su qualche singola verifica totalmente sbagliata, me li sono presi anch'io, anche alle elementari. Ma appunto era proprio quello, a far scattare la consapevolezza che i risultati gratificanti non fossero garantiti in automatico per il solo fatto di essere nati, ma che andavano mantenuti e consolidati con l'impegno.
E allora? Si ritiene che io (come milioni di miei coetanei o di generazione vicina) sarei adesso più competente, più sicura, più ragionevole e più felice, se mi avessero tenuto nascosto di aver avuto qualche risultato insufficiente, e mi avessero illusa di essere sempre bravissima e meravigliosa qualunque cosa combinassi?
Io decisamente penso di no. [/quote]
Mi sono ritrovato a seguire bambini, con ADHD e altre problematiche. Il "mediocre", il "4", il confronto con la classe (perchè i bambini lo fanno) è devastante. Poi puoi essere libera di pensare che sia "formativo" mortificare un bambino ma sappi che lo mortifichi, lo fai stare male e soprattutto non lo aiuti.
A parte il fatto che "4" cosa? "mediocre" cosa? E' già difficile fare capire ad un ragazzo delle superiori la complessità di una valutazione, e voi anime belle volete sbattere in faccia ad un bambino un "4".
Il compito di un insegnante dovrebbe essere diverso: cura educativa, collaborazione con la famiglia, padronanza metodologica e didattica, ecc, ecc, tutto questo per evitare che si arrivi al "mediocre" ed al "4". E se le azioni che vanno bene per tutti non permettono al bambino di raggiungere gli obiettivi prefissati (dai un "4" o un "mediocre", si spera sulla base di una scala misurativa tarata su un obiettivo), si cercano altre strade, si scompone l'obiettivo in sotto-obiettivi, si prende in carico il problema...altro che il bimbo non si impegna!!!
Certo, è molto più facile fare la propria lezioncina, seguire il libricino, e a chi resta indietro sbattergli in faccia qualche "mediocre" e qualche "4"; molto più difficile mettere in campo quelle azioni che evitino il "mediocre" ed il "4": ma questo distingue un ottimo insegnante da uno qualunque.
Qua non si tratta di nascondere o illudere, qua si tratta di credere di essere un buon insegnante e mettere in campo tutte le azioni per supportare il bambino (ed in quel caso il "4" o il "mediocre" è l'ultimo dei problemi) o farla facile, mettere "4" o "mediocre" e lavarsi la coscienza, credendo, erroneamente, che la "responsabilità" sia del bambino stesso.
eragon- Messaggi : 1062
Data d'iscrizione : 23.08.10
Pagina 1 di 2 • 1, 2
Argomenti simili
» Bocciare alla primaria
» Valutazione servizio alla primaria con il passaggio alla secondaria di secondo grado
» Passaggio di Ruolo alla secondaria dove indicare gli anni svolti in ruolo alla primaria
» docenti a 24 ore..e alla primaria?
» Espressioni alla primaria
» Valutazione servizio alla primaria con il passaggio alla secondaria di secondo grado
» Passaggio di Ruolo alla secondaria dove indicare gli anni svolti in ruolo alla primaria
» docenti a 24 ore..e alla primaria?
» Espressioni alla primaria
Pagina 1 di 2
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Gio Ago 18, 2022 10:01 pm Da arrubiu
» AP Ottenuta su COE
Gio Ago 18, 2022 10:00 pm Da sirosergio
» L'unico votabile: De Magistris
Gio Ago 18, 2022 9:57 pm Da franco.71
» Primo giorno assoluto da docente dopo superamento concorso ordinario
Gio Ago 18, 2022 9:56 pm Da arrubiu
» Ridatemi i soldi versati!
Gio Ago 18, 2022 9:31 pm Da nuts&peanuts
» SOS rinuncia al ruolo
Gio Ago 18, 2022 9:25 pm Da lilli87&!
» docente in ruolo a.s. 2020-2021 - accettazione nuovo ruolo da gm straordinario 2020 dal 1 settembre 2022
Gio Ago 18, 2022 9:16 pm Da giuseppedong
» Firma digitale per presa di servizio e stipula contratto
Gio Ago 18, 2022 9:02 pm Da gugu
» Chi ha usufruito dei 6 mesi può prendere altri 3?
Gio Ago 18, 2022 8:37 pm Da Dark