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Messaggio Da Axe Mer Nov 06, 2019 9:30 pm

Promemoria primo messaggio :

Scusate, non trovo la sezione giusta. Se ho sbagliato mi scuso. Vi chiedo:cosa pensate del voto 5 dato nelle verifiche alla scuola primaria?

Axe

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Messaggio Da paniscus_2.1 Sab Nov 09, 2019 3:27 pm

Ma perché non si arriva a riconoscere che il "PRENDERE ATTO CHE IL BAMBINO NON SI E' IMPEGNATO" e il "CAPIRE PERCHE' IL BAMBINO NON SI IMPEGNA" sono due cose diverse, e che possono benissimo convivere entrambe, senza essere incompatibili? Perché si sostiene che una debba escludere l'altra?

Cioè, perché è così inaccettabile la situazione secondo cui l'insegnante cerca di capire perché ha avuto un risultato insufficiente, e come si possa fare per recuperarlo, ma intanto il risultato insufficiente esiste comunque?

Scusate se uso le maiuscole, ma mi pare l'unico modo possibile per evidenziare, visto che sono spariti tutti i grassetti, i corsivi, e i quoting...


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Messaggio Da paniscus_2.1 Sab Nov 09, 2019 3:29 pm

[quote="macro"]Perchè ci sono professioni in cui non è assolutamente possibile falsare i dati e altre in cui si fa la gara a farlo?

Esiste la valutazione pietosa, interessata, comoda, poco scientifica. Ma qui stiamo parlando di obbrobri rispetto a ciò che valutazione deve essere veramente.[/quote]

Sottoscrivo in pieno.

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Messaggio Da Miyagi Sab Nov 09, 2019 5:08 pm

[quote="macro"]Come insegnanti dovremmo interrogarci su quello che ci succede intorno.
Ci sono medici che scoprono che un bambino di sei anni ha la leucemia. Sono diaspiaciutissimi.
Decidono di abbassare i valori delle analisi per far diventare la diagnosi qualcosa che sia più trattabile. I genitori e il bambino stesso potranno sopportare meglio la notizia....
Ora: si capisce dove voglio arrivare?
Perchè ci sono professioni in cui non è assolutamente possibile falsare i dati e altre in cui si fa la gara a farlo?
Anche solo per questo pensiero, come insegnante, cerco di andare con i piedi di piombo nel fare il mio lavoro di valutazione.
Noi siamo nel campo dell'intellettuale e sembra che per questo possiamo dire e fare quello che vogliamo perchè il pensiero, in ambito intellettuale, è assolutamente "curvabile".
La valutazione è però sempre una valutazione. Non potrebbe essere curvabile.
Esiste la valutazione pietosa, interessata, comoda, poco scientifica. Ma qui stiamo parlando di obbrobri rispetto a ciò che valutazione deve essere veramente.
Se un alunno è da cinque o quattro o due, non ci si scappa: è tale.
Noi questa cosa a volte non la comunichiamo neanche ai genitori che cresceranno un figlio illudendosi.
Il bambino non è necessario che sappia delle sue prestazioni, ma è assolutamente necessario che venga aiutato.
La scuola è in serio difetto su questo versante, e quindi assolvendo l'alunno assolve in verità se stessa.
I genitori devono sapere le condizioni in cui versa il figlio, ma pure loro devono essere aiutati o addirittura minacciati se hanno gravi responsabilità su ciò che il figlio è.
La scuola comunque è scarsa in questi campi di intervento. E quindi nasce tutto questo equivoco sulla valutazione.
La scuola è poi molto competitiva. Spesso gli insegnanti puntano su questo per ottenere risultati. E' ovvio che però poi saltano fuori gli incapaci alla competizione. Con quelli, non sapendo come fare in altro modo, useremo la valutazione pietosa, tanto ci penserà la vita a sistemare tutto.
La scuola oggi deve essere inclusiva, ma abbiamo capito come ci riesce ad esserlo?
E' legittimo dare un cinque nella prima primaria, ma, come adulti, bisogna essere capaci di partire da lì (la realtà). Viceversa si da un sette.

Ps: faccio presente che in tutto questo discorso si trascura se la valutazione è fatta bene o con i piedi. E' un tema altrettanto complesso.[/quote]
Bell'intervento. Non ho ancora letto tutto il thread ma volevo scriverlo. Potresti espanderlo in un articolo. O lo hai fatto già?
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Messaggio Da Mairu Sab Nov 09, 2019 5:19 pm

Eragon, se le mie affermazioni ti lasciano perplesso, io resto perplessa dalle tue.
La situazione posta da Axe io la immagino così:
Si fa una verifica, mettiamo sull'analisi logica. Il bambino di 8 anni riesce ad individuare correttamente solo il predicato verbale e il soggetto, non riesce a individuare il complemento diretto e quelli indiretti in nessuna frase che l'insegnante fa analizzare. L'insegnante dà un 5 perché ritiene che quella prestazione (analisi logica di di tot frasi fatta in tot tempo) sia corretta per 5/10. Il voto è obbligatoriamente sul compito, quella che tu chiami misurazione. Tale misurazione è collegata alla valutazione dell'insegnante che il bambino non è in grado di riconoscere i complementi diretti e indiretti.
L'insegnante riporta i compiti in classe, spiega al bambino di 8 anni che ha preso un 5 in quella verifica perché non ha saputo riconoscere i complementi diretti e indiretti. Non capisco dove sia la mortificazione. Il bambino potrebbe rimanerci male perché non è stato in grado di svolgere bene il compito, ma da qui a sentirsi mortificato perché ha svolto una prestazione insufficiente ce ne passa. Rimanerci male di fronte ad un insuccesso scolastico è una cosa che un bambino di 8 anni dovrebbe saper gestire senza entrare in una crisi di autostima.
Anche perché l'insegnante, dopo aver riportato la verifica, non si limiterà certo a chiudere lì la questione. Potrebbe rivedere il compito con il bambino e capire come mai ha ottenuto quel voto (voto che comunque viene dato): può dipendere da una difficoltà del bambino nel capire la funzione logica dei complementi, potrebbe dipendere da uno studio o da un esercizio insufficiente, potrebbe dipendere da una insufficiente concentrazione sul compito durante l'esecuzione, ecc. Capito qual è il problema, l'insegnante può decidere se rispiegare, se dare al bambino ulteriori esercizi per consolidare l'apprendimento, se fornire al bambino delle strategie per concentrarsi adeguatamente sul compito la volta successiva. Può decidere se fargli fare una verifica scritta di recupero, oppure una verifica orale. Il bambino ha la responsabilità del proprio apprendimento nel senso che è lui il responsabile degli esercizi che farà, del tempo e della concentrazione che deciderà di impiegare nello studio individuale, della volontà di seguire le indicazioni e i suggerimenti dell'insegnante.
Il genitore in tutto questo processo ha un ruolo scarso o addirittura nullo, a meno che non obblighi il figlio a fare altre attività sottraendogli tempo per lo studio individuale. Se il bambino non ha voglia di fare i compiti perché preferisce giocare la responsabilità non può essere del genitore, è del bambino.

Dare 5 è come dare 8: è dare un voto ad una prestazione. In nessuno dei due casi si sbatte in faccia il voto, semplicemente si mostra al bambino (ma anche al ragazzo di 18 anni, non cambia niente) che misurazione è stata fatta per quella prestazione e che valutazione ne consegue.
Poi si cerca di fornire al bambino/ragazzo gli strumenti per migliorare. Il resto è nelle mani del bambino/ragazzo. La responsabilità non può essere di nessun altro. La collaborazione fra scuola e famiglia ci dovrebbe sempre essere, per esempio convenendo che prendere un 5 non è una tragedia, non cercando di capire di chi è la colpa se un bimbo di 8 anni ha preso un 5.


Ultima modifica di Mairu il Sab Nov 09, 2019 5:52 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Mairu Sab Nov 09, 2019 5:29 pm

[quote="Axe"]Secondo me il fulcro del discorso è: ha senso sbattere in faccia un 5 a un bambino di 8 anni, che è comunque denigrate; o ha più senso dire al bambino "ci sono diverse cose che non vanno bene in questa verifica. Proviamo a rivederle insieme"? Certo che il bambino capisce di non aver fatto una buona prestazione, ma mi sembra più costruttivo per lui capire dove ha sbagliato e perché. Stiamo parlando dei primi anni della primaria, dove non tutti i bambini hanno raggiunto la maturità per reggere un giudizio negativo. [/quote]

Non capisco perché dare 5 esclude il poter dire al bambino: "ci sono diverse cose che non vanno bene in questa verifica. Proviamo a rivederle insieme?"
Non capisco perché prendere 5 sia denigratorio o mortificante. A me sembra grave che nei primi anni della primaria il bambino non abbia la maturità per reggere un giudizio negativo, espresso chiaramente con i dovuti modi. Pensa un po' che io insegno all'infanzia e non mi esimo dal dare giudizi negativi ai miei bambini quando non svolgono bene un compito che ho loro assegnato. Dovrei avere bambini traumatizzati, che non vogliono venire a scuola e timorosi di svolgere le attività. E invece niente di tutto questo.
La denigrazione non la dà un numero, ma la dà l'atteggiamento dell'adulto di fronte a quel numero. Certo che se tutti gli insegnanti e i genitori hanno l'atteggiamento di Axe e di eragon, non mi stupisco che un alunno possa sentirsi mortificato e denigrato quando prende un brutto voto.


Ultima modifica di Mairu il Sab Nov 09, 2019 5:58 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Miyagi Sab Nov 09, 2019 5:36 pm

Però speriamo che si sistemi presto il problema delle citazioni/quote perché leggere quel che scrivete è faticosissimo così.

Aggiungo che se è vero che dalla scuola ci si aspetta sempre una valutazione positiva, così non è in molti altri campi.
I bambini che fanno scuola calcio, o rugby, o un altro qualsiasi sport, conoscono ben presto il significato di uno strillo del mister e non sempre sono trattati con il, diciamo, "rispetto" con cui sono trattati (e che i genitori si aspettano) dalla scuola.

Evidentemente l'allenatore pensa che a volte un richiamo brusco (che è assimilabile al 4 scolastico, o al 3, al 2...) faccia bene, sia educativo.
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Messaggio Da macro Sab Nov 09, 2019 10:49 pm

MAIRU
"La denigrazione non la dà un numero, ma la dà l'atteggiamento dell'adulto di fronte a quel numero"

Esatto. I bambini (ma non solo loro) sono sempre immersi un mondo di valutazione. Anche vedere che un compagno ha 200 figurine doppie parla di una valutazione (quella dei suoi genitori che lo sostengono nella raccolta).
Il problema a scuola è proprio quello del confronto. Un voto o un giudizio viene confrontato e pone (può porre) dei problemi. Da lì nasce la preoccupazione dell'adulto a non fare differenze quando queste sono pure evidenti.
L'insegnante deve imparare a gestire queste situazioni.
Ci ricordiamo quando i risultati finali alle superiori erano affissi all'entrata della scuola? Oggi non si può più perchè c'è la "privacy". Un tempo sembrava una cosa pratica...
L'insegnante fa continue valutazioni: col tono della voce , con una smorfia, con esclamazioni, flappettando le palpebre(!). Questa comunicazione non verbale è peggiore di tanti altri voti. Si spera che però questi ultimi arrivino da un lavoro più distaccato e preciso.
Rimane il problema di comunicarli o se comunicarli, e lì si rischia la denigrazione: addirittura la vendetta...
Il ruolo dell'insegnante non è sicuramente questo, ma ribadisco che il sistema scuola ha fatto pochissimo affinché fosse tutt'altro.
Magari un insegnante riuscisse a fare quello che  MAIRU ipotizza si possa fare!
(Mairu: Anche perché l'insegnante, dopo aver riportato la verifica, non si limiterà certo a chiudere lì la questione. Potrebbe rivedere il compito con il bambino e capire come mai ha ottenuto quel voto (voto che comunque viene dato): può dipendere da una difficoltà del bambino nel capire la funzione logica dei complementi, potrebbe dipendere da uno studio o da un esercizio insufficiente, potrebbe dipendere da una insufficiente concentrazione sul compito durante l'esecuzione, ecc. Capito qual è il problema, l'insegnante può decidere se rispiegare, se dare al bambino ulteriori esercizi per consolidare l'apprendimento, se fornire al bambino delle strategie per concentrarsi adeguatamente sul compito la volta successiva. Può decidere se fargli fare una verifica scritta di recupero, oppure una verifica orale.)

---->Un insegnante non ha un solo alunno! E se anche ne ha uno gravemente compromesso, ce ne sono una decina almeno che a vario titolo hanno bisogno di attenzione, senza considerare che nella filosofia dell'inclusione anche gli alunni bravi devono avere attenzione e le giuste stimolazioni!

E' un lavoro impossibile quello che scriviamo allegramente nei nostri ptof. E quindi tendiamo a sistemare il problema a monte: non facciamo differenze, diciamo che più o meno sono tutti bravi. Tanto sarà la vita a fare i dovuti distinguo.


Ultima modifica di macro il Dom Nov 10, 2019 11:12 am - modificato 1 volta.

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Messaggio Da macro Sab Nov 09, 2019 10:57 pm

[quote="Miyagi"]Però speriamo che si sistemi presto il problema delle citazioni/quote perché leggere quel che scrivete è faticosissimo così.

Aggiungo che se è vero che dalla scuola ci si aspetta sempre una valutazione positiva, così non è in molti altri campi.
I bambini che fanno scuola calcio, o rugby, o un altro qualsiasi sport, conoscono ben presto il significato di uno strillo del mister e non sempre sono trattati con il, diciamo, "rispetto" con cui sono trattati (e che i genitori si aspettano) dalla scuola.

Evidentemente l'allenatore pensa che a volte un richiamo brusco (che è assimilabile al 4 scolastico, o al 3, al 2...) faccia bene, sia educativo.[/quote]

Non ci aspetta sempre una valutazione positiva dalla scuola. POsitiva o negativa che sia dovrebbe essere almeno una valutazione formativa. Anche le altre agenzie educative dovrebbero fare così. Ma alla fin fine non lo fanno, così come comunque anche la scuola non dà sempre una valutazione formativa. Anzi, raramente. :'(

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Messaggio Da macro Sab Nov 09, 2019 11:04 pm

[quote="Mairu"] Il bambino ha la responsabilità del proprio apprendimento nel senso che è lui il responsabile degli esercizi che farà, del tempo e della concentrazione che deciderà di impiegare nello studio individuale, della volontà di seguire le indicazioni e i suggerimenti dell'insegnante.
[/quote]

Scusa, ma capacità di questo tipo le riconosco forse, forse dai quindici anni in su. Prima le possono avere solo i predestinati...

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Messaggio Da Dec Dom Nov 10, 2019 12:51 am

[quote="macro"]Ci ricordiamo quando i risultati finali alle superiori erano affissi all'entrata della scuola? Oggi non si può più perchè c'è la "privacy". Un tempo sembrava una cosa pratica...
[/quote]

Veramente è ancora così, solo che per i non ammessi e i sospesi si scrive appunto non ammesso e sospeso senza le valutazioni materia per materia, ma la sostanza è quella ed è visibile a tutti.

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Messaggio Da michetta Dom Nov 10, 2019 9:28 am

sbattersi sino alla scuola per vedere i risultati negativi di un ex alunno (e goderne magari ...)

alquanto bizzarro...
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Messaggio Da macro Lun Nov 11, 2019 10:58 am

[quote="franco71"]
Il fascino perverso del mestiere di docente, un pò come la vendetta del Conte di Montecristo.[/quote]

Ecco, vedete? Parlando di valutazione saltano fuori queste situazioni deprecabili. Avevo già scritto in un altro mio intervento che la valutazione può essere anche vendicativa (oltreché poco scientifica ed altro).
Cerchiamo di dire tante belle parole, ma l'insegnante frustrato da un sistema che non funziona proprio, finisce anche con il vendicarsi. Non mi aspettavo che però si andasse a vedere il percorso scolastico di un ex studente per magari goderne (non sono riuscito a bocciarti io, ma come vedi prima o poi giustizia è fatta...).
Mi aspetterei che fosse il sistema stesso a darmi delle indicazioni, a darmi dei feedback sulla carriera scolastica di un alunno.
Quella dei feedback è una tecnica che distingue una civiltà propriamente detta, da una "mezza" civiltà. Sapere come si sono sviluppate le cose permette di migliorare il proprio approccio professionale. Questo è verissimo per un medico, per uno psicologo, perfino per un architetto (ecc.)
Anche nel caso di un insegnante questi dati sono importanti, ma siccome siamo una "mezza" civiltà è più facile gli stessi, qualora disponibili, vengano usati per eventualmente goderne in determinati casi. Fare ammenda, invece, mai?
Il metodo scientifico sta aspettando ancora fuori dalla porta.
E questo succede anche anche alla famosa valutazione formativa....

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