Part time negato

Buonasera ho una domanda da fare. Per motivi gravi e personali non ho effettuato la domanda di part time entro il 15 marzo 2021. Ho presentato quindi domanda di part time in ritardo allegando lettera con motivazione scritta. La Ds della mia scuola che conosce le mie problematiche ha accettato la mia domanda di part time, ma successivamente l'usp ha rigettato la domanda. Quello che mi chiedo è: di chi è competenza concedere il part time? Poteva opporsi l'usp nonostante l'accettazione della Ds? Preciso che la domanda non è stata accettata "solo" per decorrenza dei termini, non per altri motivi (25% del contingente, ecc...)
Grazie

È competente l'Usp

In realtà né il ds né l'usp possono opporsi al part time: gli unici motivi per il rigetto sono il raggiungimento del 25% del contingente e la decorrenza dei termini per la domanda (che comunque può essere derogata), se tu hai presentato domanda nei termini sarà la scuola ad essere stata inerte nella trasmissione della domanda...

caesar753 ha scritto:In realtà né il ds né l'usp possono opporsi al part time: gli unici motivi per il rigetto sono il raggiungimento del 25% del contingente e la decorrenza dei termini per la domanda (che comunque può essere derogata), se tu hai presentato domanda nei termini sarà la scuola ad essere stata inerte nella trasmissione della domanda...

Basterebbe leggere il messaggio per capire che la domanda l'ha inviata dopo il 15 Marzo.

Mi ero perso un "non", allora ha "sbagliato" l'utente (la deroga può essere concessa ma non è dovuta)

in ogni caso e' da ricordare purtroppo
che il tempo parziale non e' un diritto del lavoratore
cioe' non e' possibile un ricorso al giudice del lavoro
se per una qualsiasi ragione non e' stato dato

purtroppo e' cosi'
praticamente su tutte le graduatorie
e' possibile avere docenti disposti a lavorare
(anche sulle graduatorie dove c'e' la narrazione
che ci sono pochi insegnanti se si va sulle mad
le domande arrivano numerose)

pero' il tempo parziale non e' un diritto
sono molte le ragioni invece per le quali
dovrebbe essere un diritto

figli piccoli, genitori anziani, una malattia da gestire e cosi' via

e' la prova di quanto cattivo e' lo stato

(197)

Grazie a tutti, purtroppo ero letteralmente impossibilitato prima del 15/03, vedrò come gestire

mi.ki.mi.ki ha scritto:Grazie a tutti, purtroppo ero letteralmente impossibilitato prima del 15/03, vedrò come gestire

Se è proprio grave grave e te lo puoi permettere chiedi aspettativa non retribuita per motivi personali/familiari...

Buonasera. Se un docente titolare di contratto a tempo determinato non potesse più lavorare a causa del TFA Sostegno da seguire in presenza presso una sede universitaria a 1.500 km di distanza dal capoluogo della sua GPS, sarebbe costretto a licenziarsi o avrebbe un modo per arrivare ai 180 gg. e “salvare” l’anno almeno giuridicamente? Ad esempio permessi studio, ferie, mutua, aspettativa non retribuita.

Grazie a chi vorrà darmi un riscontro,
Fr. Rav.

L'aspettativa non retribuita non fa maturare punteggio, oltre che stipendio.
La "mutua" non so cosa intendi, sinceramente.
Ferie.. sono 6 giorni all'anno (se ricordo bene), dubito ti siano sufficienti.
Se è richiesta la presenza "fisica" al corso non vedo altra alternativa che licenziarsi o andare in aspettativa. Ai fini pratici non cambia nulla.

Per mutua intendevo i permessi per malattia, ma evidentemente non può essere questo il caso. Comunque sia, grazie Arrubiu, sei stato molto chiaro: “salvare” l’anno giuridico e seguire il TFA Sostegno in presenza a quelle condizioni è operazione incompatibile.

Approfitto per un’altra questione: è possibile accettare una cattedra di 18 h in sede di convocazione da GPS e poi, durante l’anno, chiedere di passare a 9, ottenendole?

Di nuovo,
Fr. Rav.

Solo quando prendi servizio.
La malattia si prende se stai male, non si programma.

Quindi durante l'anno non è possibile, mentre è lecito nel momento della presa di servizio: ottimo.

Malattia non c'entra, è stato un mio refuso.

Grazie, alla prossima,
Fr. Rav.

Fr. Rav. ha scritto:... sede universitaria a 1.500 km di distanza dal capoluogo della sua GPS,...

Praticamente Aosta - Siracusa :-))

Fr. Rav. ha scritto:Buonasera. Se un docente titolare di contratto a tempo determinato non potesse più lavorare a causa del TFA Sostegno da seguire in presenza presso una sede universitaria a 1.500 km di distanza dal capoluogo della sua GPS, sarebbe costretto a licenziarsi o avrebbe un modo per arrivare ai 180 gg. e “salvare” l’anno almeno giuridicamente? Ad esempio permessi studio, ferie, mutua, aspettativa non retribuita.

Per quanto riguarda i permessi studio, mi sembra che vadano richiesti in autunno per l'anno solare successivo.

Fradacla, sarebbe Vercelli-Messina.

Sì Dec, è come scrivi, però in questo caso sarebbero inutili, temo.

Fr. Rav.

Fr. Rav. ha scritto:Fradacla, sarebbe Vercelli-Messina.

Via Michelin dice che sono 1317..., ma non stiamo a guardare il capello :-)
In ogni caso non potresti accettare un incarico in Piemonte e frequentare il TFA in Sicilia.

Grazie fradacla per il dettaglio dei km.

Peraltro ho scoperto oggi che UniMe non rilascia il nulla osta per immatricolarsi altrove, dunque se il corso sarà in presenza avrò importanti decisioni da assumere.

Fr. Rav.

Ma hai già presentato domanda per l'ammissione al TFA a Messina? Pensavo che i bandi fossero appena stati pubblicati o in via di pubblicazione.

Non mi risulta che siano previsti trasferimenti da una sede all'altra dopo il superamento delle prove d'accesso; non credo quindi che sia una scelta di Messina quella di non rilasciare nulla-osta.
A meno che tu ti riferisca agli idonei, quelli che in un precedente ciclo hanno superato le prove d'accesso ma non hanno poi frequentato o non sono rientrati nel contingente fissato.

Sono idoneo.

Fr. Rav.