Supplenza e valutazione
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Mario1970
Anto14
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Supplenza e valutazione
Promemoria primo messaggio :
Se un docente si assenta e il supplente fa svolgere delle verifiche scritte valide per l'orale (in materie che prevedono solo l'orale) con relativi voti, il docente di ruolo al suo ritorno ha il diritto di può controllare le verifiche scritte?
Se un docente si assenta e il supplente fa svolgere delle verifiche scritte valide per l'orale (in materie che prevedono solo l'orale) con relativi voti, il docente di ruolo al suo ritorno ha il diritto di può controllare le verifiche scritte?
Ultima modifica di Anto14 il Sab Feb 26, 2022 11:59 am - modificato 3 volte.
Anto14- Messaggi : 697
Data d'iscrizione : 25.11.12
Re: Supplenza e valutazione
Certo che sì, ma sei te che decidi quale percentuale dare alla specifica prova. La soggettività, sacrosanta dovuta alle differenze di sensibilità tra docenti diversi, sta lì.
fntscnzt- Messaggi : 1273
Data d'iscrizione : 02.06.20
Re: Supplenza e valutazione
fntscnzt ha scritto:Certo che sì, ma sei te che decidi quale percentuale dare alla specifica prova. La soggettività, sacrosanta dovuta alle differenze di sensibilità tra docenti diversi, sta lì.
No, la percentuale viene in base alle risposte giuste su quelle sbagliate. Se intendi come valutare delle risposte aperte, lì sì, sei tu che decidi che punteggio mettere su un punteggio massimo. Io sto parlando per le lingue.
maxwell41- Messaggi : 233
Data d'iscrizione : 20.04.18
Re: Supplenza e valutazione
Le griglie funzionano quando il compito è semplice e coinvolge un numero limitato di competenze e, comunque, non risolvono mai del tutto il problema della soggettività della valutazione.
In una verifica di matematica, ad esempio, si può assegnare un punteggio ad ogni esercizio svolto e un punteggio extra per l'ordine e la consequenzialità dei passaggi: si fa la somma e si ottiene il risultato, che non a caso spesso risulta inferiore al 4. Lo stesso può valere per una verifica strutturata in lingue e in generale per ogni verifica impostata al criterio binario giusto/sbagliato.
In uno scritto di italiano le cose risultano enormemente più complesse, perché le competenze coinvolte sono molte di più e, a differenza di un esercizio di matematica, non esiste una esattezza oggettiva a cui fare riferimento. Nella correzione di un tema spesso diventa preponderante l'idea che il docente ha del discente, cosa che da un lato rende la valutazione umana, dall'altro rischia di farla diventare troppo umana e quindi particolarmente soggetta all'effetto alone: quando leggo le prove di italiano degli esami di terza media mi capita frequentemente di non essere d'accordo con il giudizio del collega o della collega, che nel voto tengono memoria sia in senso positivo che negativo di tutta la relazione pregressa tra docente e discente.
In una prova scritta di musica, di arte, di scienze, di tecnologia si fondono sempre una parte conoscitiva e una parte espositiva, bisogna poi valutare la capacità di rielaborazione, la appropriatezza del linguaggio specifico disciplinare e la padronanza dell'italiano, per cui la valutazione deve tener conto di tutti questi fattori e risulta molto difficile da ricondurre a una griglia.
In tutto ciò la griglia aderisce a un'idea misurabile della conoscenza che non è applicabile a qualsiasi campo e che indirizza gli alunni ad aderire a un modello di "idiota sapiente": ad esempio le prove invalsi di italiano danno conto di una proceduralità che può essere allenata ad hoc, ma che non restituisce affatto il reale livello di comprensione di un testo.
La feticizzazione delle griglie è da inquadrare nell'ottica di quello che chiamo "insegnamento difensivo", quell'atteggiamento cioè per cui il docente prima che dell'insegnamento deve preoccuparsi di giustificare la propria valutazione e in generale il proprio operato in vista di possibili contestazioni o ricorsi.
Il risultato di questa sopravvalutazione sono quelle griglie zeppe di indicatori e sottoindicatori che, volendo spaccare il capello in quattro, rendono la correzione di un compito una fatica di Sisifo per il docente e assolutamente fuorviante nella lettura complessiva delle capacità raggiunte dall'alunno, che vengono discretizzate in decine di sottocompetenze che non restituiscono l'unitarietà dell'alunno stesso e del processo di insegnamento-apprendimento.
In questo senso la lettura di una pagella della scuola primaria è istruttiva e desolante al tempo stesso: il livello degli alunni, in precedenza espresso da un numero che, per quanto potesse essere inesatto o gonfiato, rendeva un'idea ben chiara a tutti, è oggi trasformata in una serie di frasi generate automaticamente dagli algoritmi dei registri elettronici, a loro volta programmati per l'utilizzo di frasi eufemistiche e, in ossequio al politicamente corretto, non giudicanti; il giudizio che ne consegue, oltre ad essere un birignao con involontari effetti comici, rende praticamente impossibile ad alunni e famiglie capire quali sono i reali risultati dell'apprendimento. Questa pretesa oggettività, a dispetto di ogni sbandierata istanza di trasparenza, rende la valutazione assolutamente più opaca e quindi ancora meno "ricorribile" da parte delle famiglie.
In tutto ciò va detto che sono i docenti ad aver assecondato questa deriva nei consigli di classe, nei dipartimenti e nei collegi docenti; lo scopo forse non secondario raggiunto imponendo questo tipo di valutazione e far introiettare ancora meglio ai docenti il loro ruolo di burocrati e meri esecutori e cancellare forse definitivamente l'idea, ritenuta eversiva, che l'insegnante sia una persona coinvolta nella relazione con i propri alunni, un cittadino dotato di coscienza critica, un intellettuale.
In una verifica di matematica, ad esempio, si può assegnare un punteggio ad ogni esercizio svolto e un punteggio extra per l'ordine e la consequenzialità dei passaggi: si fa la somma e si ottiene il risultato, che non a caso spesso risulta inferiore al 4. Lo stesso può valere per una verifica strutturata in lingue e in generale per ogni verifica impostata al criterio binario giusto/sbagliato.
In uno scritto di italiano le cose risultano enormemente più complesse, perché le competenze coinvolte sono molte di più e, a differenza di un esercizio di matematica, non esiste una esattezza oggettiva a cui fare riferimento. Nella correzione di un tema spesso diventa preponderante l'idea che il docente ha del discente, cosa che da un lato rende la valutazione umana, dall'altro rischia di farla diventare troppo umana e quindi particolarmente soggetta all'effetto alone: quando leggo le prove di italiano degli esami di terza media mi capita frequentemente di non essere d'accordo con il giudizio del collega o della collega, che nel voto tengono memoria sia in senso positivo che negativo di tutta la relazione pregressa tra docente e discente.
In una prova scritta di musica, di arte, di scienze, di tecnologia si fondono sempre una parte conoscitiva e una parte espositiva, bisogna poi valutare la capacità di rielaborazione, la appropriatezza del linguaggio specifico disciplinare e la padronanza dell'italiano, per cui la valutazione deve tener conto di tutti questi fattori e risulta molto difficile da ricondurre a una griglia.
In tutto ciò la griglia aderisce a un'idea misurabile della conoscenza che non è applicabile a qualsiasi campo e che indirizza gli alunni ad aderire a un modello di "idiota sapiente": ad esempio le prove invalsi di italiano danno conto di una proceduralità che può essere allenata ad hoc, ma che non restituisce affatto il reale livello di comprensione di un testo.
La feticizzazione delle griglie è da inquadrare nell'ottica di quello che chiamo "insegnamento difensivo", quell'atteggiamento cioè per cui il docente prima che dell'insegnamento deve preoccuparsi di giustificare la propria valutazione e in generale il proprio operato in vista di possibili contestazioni o ricorsi.
Il risultato di questa sopravvalutazione sono quelle griglie zeppe di indicatori e sottoindicatori che, volendo spaccare il capello in quattro, rendono la correzione di un compito una fatica di Sisifo per il docente e assolutamente fuorviante nella lettura complessiva delle capacità raggiunte dall'alunno, che vengono discretizzate in decine di sottocompetenze che non restituiscono l'unitarietà dell'alunno stesso e del processo di insegnamento-apprendimento.
In questo senso la lettura di una pagella della scuola primaria è istruttiva e desolante al tempo stesso: il livello degli alunni, in precedenza espresso da un numero che, per quanto potesse essere inesatto o gonfiato, rendeva un'idea ben chiara a tutti, è oggi trasformata in una serie di frasi generate automaticamente dagli algoritmi dei registri elettronici, a loro volta programmati per l'utilizzo di frasi eufemistiche e, in ossequio al politicamente corretto, non giudicanti; il giudizio che ne consegue, oltre ad essere un birignao con involontari effetti comici, rende praticamente impossibile ad alunni e famiglie capire quali sono i reali risultati dell'apprendimento. Questa pretesa oggettività, a dispetto di ogni sbandierata istanza di trasparenza, rende la valutazione assolutamente più opaca e quindi ancora meno "ricorribile" da parte delle famiglie.
In tutto ciò va detto che sono i docenti ad aver assecondato questa deriva nei consigli di classe, nei dipartimenti e nei collegi docenti; lo scopo forse non secondario raggiunto imponendo questo tipo di valutazione e far introiettare ancora meglio ai docenti il loro ruolo di burocrati e meri esecutori e cancellare forse definitivamente l'idea, ritenuta eversiva, che l'insegnante sia una persona coinvolta nella relazione con i propri alunni, un cittadino dotato di coscienza critica, un intellettuale.
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: Supplenza e valutazione
Qualcuno mi darebbe delucidazioni sul contenuto del decreto Lorenzini? Non riesco a trovare riferimenti.
Gouomi- Messaggi : 421
Data d'iscrizione : 08.08.21
Re: Supplenza e valutazione
Niente, devo morire nella mia ignoranza.
Tutti a citare un decreto Lorenzini che non conosco e di cui non trovo traccia facendo una ricerca su Google, ma nessuno che sappia spiegarmi in cosa consiste.
Tutti a citare un decreto Lorenzini che non conosco e di cui non trovo traccia facendo una ricerca su Google, ma nessuno che sappia spiegarmi in cosa consiste.
Gouomi- Messaggi : 421
Data d'iscrizione : 08.08.21
Re: Supplenza e valutazione
Anche per matematica le cose sono molto più complesse di così. Si valuta non solo l'esercizio in sé, ma anche la qualità del linguaggio e lessico utilizzato e la qualità dell'argomentazione di procedimento e soluzione ottenuta. La soggettività entra, giocoforza, in questi ultimi aspetti, dove per me la soglia della sufficienza nell'uso del linguaggio scientifico può essere più o meno alta rispetto ad altri colleghi, così come un'argomentazione può essere per me sufficiente e per un collega no.herman il lattoniere ha scritto:In una verifica di matematica, ad esempio, si può assegnare un punteggio ad ogni esercizio svolto e un punteggio extra per l'ordine e la consequenzialità dei passaggi: si fa la somma e si ottiene il risultato, che non a caso spesso risulta inferiore al 4. Lo stesso può valere per una verifica strutturata in lingue e in generale per ogni verifica impostata al criterio binario giusto/sbagliato.
Accade anche in matematica: se invece di dare un giudizio globale sulla prova in termini di quattro o cinque indicatori (come accade alla maturità, ad esempio) lo si da per ogni singolo esercizio, abbiamo un'esplosione di numeretti che rendono praticamente impossibile comprenderla da parte dello studente.Il risultato di questa sopravvalutazione sono quelle griglie zeppe di indicatori e sottoindicatori che, volendo spaccare il capello in quattro, rendono la correzione di un compito una fatica di Sisifo per il docente e assolutamente fuorviante nella lettura complessiva delle capacità raggiunte dall'alunno, che vengono discretizzate in decine di sottocompetenze che non restituiscono l'unitarietà dell'alunno stesso e del processo di insegnamento-apprendimento.
fntscnzt- Messaggi : 1273
Data d'iscrizione : 02.06.20
Re: Supplenza e valutazione
Gouomi ha scritto:Niente, devo morire nella mia ignoranza.
Tutti a citare un decreto Lorenzini che non conosco e di cui non trovo traccia facendo una ricerca su Google, ma nessuno che sappia spiegarmi in cosa consiste.
Ma davvero non hai ancora capito che è una battuta umoristica?
Una parodia di un decreto che non esiste, e che fa riferimento alla scuola di Pinocchio e al relativo paese dei somari?
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Supplenza e valutazione
No. Confesso che non ho letto il post dall'inizio...avevo citato io Pinocchio, in effetti.
Mistero risolto, posso rilassarmi per il weekend.
Mistero risolto, posso rilassarmi per il weekend.
Gouomi- Messaggi : 421
Data d'iscrizione : 08.08.21
Re: Supplenza e valutazione
herman il lattoniere ha scritto:
In tutto ciò va detto che sono i docenti ad aver assecondato questa deriva nei consigli di classe, nei dipartimenti e nei collegi docenti; lo scopo forse non secondario raggiunto imponendo questo tipo di valutazione e far introiettare ancora meglio ai docenti il loro ruolo di burocrati e meri esecutori e cancellare forse definitivamente l'idea, ritenuta eversiva, che l'insegnante sia una persona coinvolta nella relazione con i propri alunni, un cittadino dotato di coscienza critica, un intellettuale.
che dire, concordo...su tutto
maxwell41- Messaggi : 233
Data d'iscrizione : 20.04.18
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