Whatsapp e affermazioni offensive nei confronti di insegnanti esterne

Su una chat docenti whatsapp di una scuola sono stati condivisi vocali di docenti esterni e sono stati espressi commenti offensivi, inoltre spesso vengono condivisi post di studenti cui seguono commenti poco edificanti da parte dei docenti stessi. Vi è mai capitato e come vi siete comportati? Specialmente se la persona destinataria l'avete conosciuta. Grazie.

Non mi è mai capitato, Penso comunque che nel momento che uno condivide una cosa sui social non c’è più privacy… può essere rimbalzata da una parte all’altra. Cosa diversa è se la persona viene registrata a sua insaputa e poi questa cosa viene diffusa. Non ho mai capito sinceramente quei docenti che tengono gli alunni su WhatsApp, Facebook e compagnia bella.

Non ho Facebook per due motivi:
1. ci tengo alla mia privacy
2. c'è stato un fatto increscioso a scuola, una collega A è entrata in un gruppo di ex-studenti e questi hanno iniziato a sparlare, anche pesantemente, di una collega B. La A era combattuta se avvertire o no B della situazione. Ho pensato che non fosse il caso di mettersi nelle grane per cose del genere.

A parte il caso elencato,quello che non capite eppure siete docenti -  facebook  - wuozzappa e altro ,sono degli schedari dove ognuno di voi a quasi dichiarato tutto mancano solo le analisi del sangue.Li chiamano social,ma sono strumenti  di statistica, marketing, controlli di abitudini e spostamenti delle masse.
Un normale kazz-eggio giornaliero sul social di turno mette in moto degli algoritmi di controllo dell'utente,da li il passo e breve per quanto detto sopra.

Meglio starne alla larga
Ho avuto grossi problemi e pesanti conseguenze per cose del genere. Sono stato ingenuo, forse molto stupido, ma tant’è, dovevo passarci. Da allora ho fatto piazza pulita di tutto

Posto che zippo ha sostanzialmente ragione, tutto sta nello stare attenti e sapere quello che si fa.
Si usa whatsapp in chat di gruppo con colleghi? Stare attenti e limitarsi all'indispensabile. Se poi non si è in grado di tenere a freno la lingua/le dita (e da quello che leggo nel forum qualcuno potrebbe avere questo problema), meglio evitare direttamente.

arrubiu ha scritto:Posto che zippo ha sostanzialmente ragione, tutto sta nello stare attenti e sapere quello che si fa.
Si usa whatsapp in chat di gruppo con colleghi? Stare attenti e limitarsi all'indispensabile. Se poi non si è in grado di tenere a freno la lingua/le dita (e da quello che leggo nel forum qualcuno potrebbe avere questo problema), meglio evitare direttamente.

Ancora più deleterio oltreché professionalmente inopportuno è stare in chat con gli studenti

Mario1970 ha scritto:Meglio starne alla larga
Ho avuto grossi problemi e pesanti conseguenze per cose del genere. Sono stato ingenuo, forse molto stupido, ma tant’è, dovevo passarci. Da allora ho fatto piazza pulita di tutto

Non è quindi sempre e solo colpa dei Dirigenti (maschi o femmine) ma anche nostra quando ci infiliamo nei guai o no?

franco.71 ha scritto:

arrubiu ha scritto:Posto che zippo ha sostanzialmente ragione, tutto sta nello stare attenti e sapere quello che si fa.
Si usa whatsapp in chat di gruppo con colleghi? Stare attenti e limitarsi all'indispensabile. Se poi non si è in grado di tenere a freno la lingua/le dita (e da quello che leggo nel forum qualcuno potrebbe avere questo problema), meglio evitare direttamente.

Ancora più deleterio oltreché professionalmente inopportuno è stare in chat con gli studenti

Mi è capitato, come docente di sostegno, di stare in chat "di classe" di altri colleghi, con gli alunni. Semplicemente ho usato quella chat con criterio.

arrubiu ha scritto:

franco.71 ha scritto:

arrubiu ha scritto:Posto che zippo ha sostanzialmente ragione, tutto sta nello stare attenti e sapere quello che si fa.
Si usa whatsapp in chat di gruppo con colleghi? Stare attenti e limitarsi all'indispensabile. Se poi non si è in grado di tenere a freno la lingua/le dita (e da quello che leggo nel forum qualcuno potrebbe avere questo problema), meglio evitare direttamente.

Ancora più deleterio oltreché professionalmente inopportuno è stare in chat con gli studenti

Mi è capitato, come docente di sostegno, di stare in chat "di classe" di altri colleghi, con gli alunni. Semplicemente ho usato quella chat con criterio.

Sì, uno ci sta a proprio "rischio e pericolo", soppesando parole ed interventi. Voglio dire che se dovesse succedere qualcosa, di cui non si è direttamente coinvolti, non ci si può far scudo di niente, si risponde in prima persona, quando era meglio evitare.

Non si deve chattare con nessun alunno, assolutamente mai, gli alunni sono inferiori agli adulti/insegnanti/pubblici ufficiali e vanno trattati da inferiori, il rapporto docente-alunno è asimmetrico e deve restare tale. L'insegnante è un pubblico ufficiale, non è un amicone. Adesso molti fanno i simpaticoni, gli amiconi su facebook e whatsapp ed allora proprio per la loro idiozia meritano di essere sputtanati da alunni e genitori, messi alla gogna, scherniti, e infine licenziati in quanto non adeguati al compito docente.

Leggo interventi davvero sconcertanti. Ma infatti è proprio la non conoscenza ed ingenuità di molti docenti dei social e delle chat che consiglierebbe di non parteciparvi proprio.
Alcune precisazioni: nessuno è responsabile su un gruppo WhatsApp di cosa scrive un appartemente al gruppo: ma quando mai ma dove..ognuno è responsabile per se. Capisco che i docenti ormai si sentano responsabili pure di cosa fumano gli studenti ad agosto in spiaggia, ma non è così. Le chat e i social sono sicuri se li si conosce un minimo. La regola generale è che basta non scrivere nulla che non abbia stretta attinenza con la scuola.
WhatsApp e social vari avevano un senso durante la dad o le chiusure come COMODITÀ. personalmente sono uscito da ogni gruppo classe e social quando siamo rientrati. Non c è piu motivo di utilizzarli. Non abbiamo nulla da dire né da condividere con gli studenti fuori dalla scuola e fuori dalle discussioni relative alla scuola. Se siamo consapevoli di questo siamo tranquilli.
Facebook non è più utilizzato dagli studenti, dai ragazzi in generale, almeno da 6-7 anni. Quasi nessuno ha un profilo Facebook. Oggi Facebook è un utile strumento culturale essendo ormai utilizzato dagli adulti, e si trovano numerosissimi gruppi sui piu svariati ambiti culturali, sportivi, lavorativi. È una risorsa, come pure lo è instagram, in cui per esempio ci sono tutorial su varie discipline
Noi adulti siamo in grado di utilizzare i social come risorsa anche culturale o di discussione, basta evitare magari i gruppi di dementi del calcio e sfruttare quelli con contenuti più interessanti.
Per chi teme della propria privacy o ha terrore dei social così come di usare il bancomat, ci sono le enciclopedie di carta ingiallita e il telefono a gettoni. Ognuno sceglie di vivere nel decennio che preferisce

Cloretta_2 ha scritto:Leggo interventi davvero sconcertanti.  Ma infatti è proprio la non conoscenza ed ingenuità di molti docenti dei social e delle chat che consiglierebbe di non parteciparvi proprio.
Alcune precisazioni: nessuno è responsabile su un gruppo WhatsApp di cosa scrive un appartemente al gruppo: ma quando mai ma dove..ognuno è responsabile per se. Capisco che i docenti ormai si sentano responsabili pure di cosa fumano gli studenti ad agosto in spiaggia, ma non è così. Le chat e i social sono sicuri se li si conosce un minimo. La regola generale è che basta non scrivere nulla che non abbia stretta attinenza con la scuola.
WhatsApp e social vari avevano un senso durante la dad o le chiusure come COMODITÀ.  personalmente sono uscito da ogni gruppo classe e social quando siamo rientrati. Non c è piu motivo di utilizzarli. Non abbiamo nulla da dire né da condividere con gli studenti fuori dalla scuola e fuori dalle discussioni relative alla scuola. Se siamo consapevoli di questo siamo tranquilli.
Facebook non è più utilizzato dagli studenti, dai ragazzi in generale, almeno da 6-7 anni. Quasi nessuno ha un profilo Facebook.  Oggi Facebook è un utile strumento culturale essendo ormai utilizzato dagli adulti, e si trovano numerosissimi gruppi sui piu svariati ambiti culturali, sportivi, lavorativi. È una risorsa, come pure lo è instagram,  in cui per esempio ci sono tutorial su varie discipline
Noi adulti siamo in grado di utilizzare i social come risorsa anche culturale o di discussione, basta evitare magari i gruppi di dementi del calcio e sfruttare quelli con contenuti più interessanti.
Per chi teme della propria privacy o ha terrore dei social così come di usare il bancomat,  ci sono le enciclopedie di carta ingiallita e il telefono a gettoni. Ognuno sceglie di vivere nel decennio che preferisce

Beata ingenuità,ancora non ti hanno clonato la carta di credito,o rubato i dati personali della c.i. .Vedrai che se ti capita rimpiengerai la carta ingiallita e il telefono a gettoni.Ricorda su internet si puo tutto anche mettere in ginocchio una nazione.La rete con tutte le protezioni e precauzioni del caso , è vulnerabile.

Scuola70 ha scritto:Non si deve chattare con nessun alunno, assolutamente mai, gli alunni sono inferiori agli adulti/insegnanti/pubblici ufficiali e vanno trattati da inferiori, il rapporto docente-alunno è asimmetrico e deve restare tale. L'insegnante è un pubblico ufficiale, non è un amicone. Adesso molti fanno i simpaticoni, gli amiconi su facebook e whatsapp ed allora proprio per la loro idiozia meritano di essere sputtanati da alunni e genitori, messi alla gogna, scherniti, e infine licenziati in quanto non adeguati al compito docente.

Hai dimenticato la deportazione alle isole Tremiti.

Ma che caldo! Questo Scipione e' micidiale.

franco.71 ha scritto:

Mario1970 ha scritto:Meglio starne alla larga
Ho avuto grossi problemi e pesanti conseguenze per cose del genere. Sono stato ingenuo, forse molto stupido, ma tant’è, dovevo passarci. Da allora ho fatto piazza pulita di tutto

Non è quindi sempre e solo colpa dei Dirigenti (maschi o femmine) ma anche nostra quando ci infiliamo nei guai o no?

Pare di no

C'è differenza tra fare gli amiconi e avere una chat che si usa per comunicazioni di servizio. E la differenza la facciamo noi con l'uso che ne facciamo.
Ribadisco: ognuno sceglie se usare questi strumenti o no, ma come tutti gli strumenti bisogna sapere come usarli.

franco.71 ha scritto:

Mario1970 ha scritto:Meglio starne alla larga
Ho avuto grossi problemi e pesanti conseguenze per cose del genere. Sono stato ingenuo, forse molto stupido, ma tant’è, dovevo passarci. Da allora ho fatto piazza pulita di tutto

Non è quindi sempre e solo colpa dei Dirigenti (maschi o femmine) ma anche nostra quando ci infiliamo nei guai o no?

Ma non ho mai affermato questo e soprattutto non sono mai fuggito dalle mie responsabilità

zippo ha scritto:

Cloretta_2 ha scritto:Leggo interventi davvero sconcertanti.  Ma infatti è proprio la non conoscenza ed ingenuità di molti docenti dei social e delle chat che consiglierebbe di non parteciparvi proprio.
Alcune precisazioni: nessuno è responsabile su un gruppo WhatsApp di cosa scrive un appartemente al gruppo: ma quando mai ma dove..ognuno è responsabile per se. Capisco che i docenti ormai si sentano responsabili pure di cosa fumano gli studenti ad agosto in spiaggia, ma non è così. Le chat e i social sono sicuri se li si conosce un minimo. La regola generale è che basta non scrivere nulla che non abbia stretta attinenza con la scuola.
WhatsApp e social vari avevano un senso durante la dad o le chiusure come COMODITÀ.  personalmente sono uscito da ogni gruppo classe e social quando siamo rientrati. Non c è piu motivo di utilizzarli. Non abbiamo nulla da dire né da condividere con gli studenti fuori dalla scuola e fuori dalle discussioni relative alla scuola. Se siamo consapevoli di questo siamo tranquilli.
Facebook non è più utilizzato dagli studenti, dai ragazzi in generale, almeno da 6-7 anni. Quasi nessuno ha un profilo Facebook.  Oggi Facebook è un utile strumento culturale essendo ormai utilizzato dagli adulti, e si trovano numerosissimi gruppi sui piu svariati ambiti culturali, sportivi, lavorativi. È una risorsa, come pure lo è instagram,  in cui per esempio ci sono tutorial su varie discipline
Noi adulti siamo in grado di utilizzare i social come risorsa anche culturale o di discussione, basta evitare magari i gruppi di dementi del calcio e sfruttare quelli con contenuti più interessanti.
Per chi teme della propria privacy o ha terrore dei social così come di usare il bancomat,  ci sono le enciclopedie di carta ingiallita e il telefono a gettoni. Ognuno sceglie di vivere nel decennio che preferisce

Beata ingenuità,ancora non ti hanno clonato la carta di credito,o rubato i dati personali della c.i. .Vedrai che se ti capita rimpiengerai la  carta ingiallita e il telefono a gettoni.Ricorda su internet si puo tutto anche mettere in ginocchio una nazione.La rete con tutte le protezioni e precauzioni del caso , è vulnerabile.

Beh, tutto è vulnerabile, anche tenere 5000 euro nella credenza di casa o andare in giro pieni di contanti..
Personalmente ritengo la tracciabilità nei pagamenti elettronici un vantaggio, a mia tutela, dato che la tracciabilità è elemento fondamentale, ad esempio, per dimostrare un acquisto e per la garanzia. I miei pagamenti elettronici, online, sono coperti da codice monouso per sms e impronta digitale, non basta quindi " rubare una password ". Anche io sono abbastanza intimorito da un mondo " senza contante ",ma anche il rifiuto totale è controproducente. Quanto ai social, se si un gruppo trovo una cartolina di roma del 1903 o  un tutorial su come sostituire la batteria da solo al monopattino, allora w i social, che ti devo dire...

patrizia89 ha scritto:Su una chat docenti whatsapp di una scuola

Esistono formalmente le "chat docenti di una scuola"?????

Quella non è una chat ufficiale della scuola,
è una chat privata di un gruppo di persone che hanno scelto di aderirvi privatamente,
e che per la scuola nemmeno dovrebbe considerata esistente.

paniscus_2.1 ha scritto:

patrizia89 ha scritto:Su una chat docenti whatsapp di una scuola

Esistono formalmente le "chat docenti di una scuola"?????

Quella non è una chat ufficiale della scuola,
è una chat privata di un gruppo di persone che hanno scelto di aderirvi privatamente,
e che per la scuola nemmeno dovrebbe considerata esistente.

Ovvio che non esiste formalmente.
Ma esistono e si usano. Io per esempio anni fa ero in una chat dove c'erano un bel po' di docenti dove giravano le circolari. E, personalmente, mi faceva comodo averle su whatsapp, oltre che per gli altri canali. Ma, come sempre, libera scelta di entrarci oppure no.

Io sono in una chat di colleghi, ma solo per il fatto che siamo amici tra di noi… Non sono quasi mai argomenti che riguardano la scuola in maniera seria.

patrizia89 ha scritto:Su una chat docenti whatsapp di una scuola sono stati condivisi vocali di docenti esterni e sono stati espressi commenti offensivi, inoltre spesso vengono condivisi post di studenti cui seguono commenti poco edificanti da parte dei docenti stessi. Vi è mai capitato e come vi siete comportati? Specialmente se la persona destinataria l'avete conosciuta. Grazie.

Ricovero in psichiatria e licenziamento, è evidente che questi docenti non sono adatti al ruolo che ricoprono. Mi viene il vomito solo a pensare che qualche docente si metta a curiosare sui profili degli studenti (magari pure minorenni).

cdfjgrjgnjugf ha scritto:

patrizia89 ha scritto:Su una chat docenti whatsapp di una scuola sono stati condivisi vocali di docenti esterni e sono stati espressi commenti offensivi, inoltre spesso vengono condivisi post di studenti cui seguono commenti poco edificanti da parte dei docenti stessi. Vi è mai capitato e come vi siete comportati? Specialmente se la persona destinataria l'avete conosciuta. Grazie.

Ricovero in psichiatria e licenziamento, è evidente che questi docenti non sono adatti al ruolo che ricoprono. Mi viene il vomito solo a pensare che qualche docente si metta a curiosare sui profili degli studenti (magari pure minorenni).

Addirittura il vomito.. 
Diversi datori di lavoro o dell'ufficio personale danno un'occhiata ai profili social dei candidati o dei dipendenti. Non mi pare così scandaloso che un asilo privato che cerca delle educatrici,  tanto per fare un esempio, escluda una candidata che mostra liberamente sui social foto con superalcolici,  immagini esoteriche o violente, oppure una bella piantina di marijuana coltivata sul balcone.
La legge consente di visionare i profili lasciati pubblici.. Non è reato guardare i profili altrui. Più che altro nel caso dei minorenni la sorveglianza spetterebbe ai genitori..se tua figlia ha 12 anni e pubblica certe foto pubbliche , il problema è di un genitore che lascia libero e incontrollato uso dello smarphone ad una preadolescente. E se il professore puo' guardare il profilo di un minorenne, lo possono fare centinaia di milioni di altre persone in tutto il mondo, probabilmente tra essi pure gente molto più malintenzionata di un prof.
Dunque non c'è scampo e tutela? Certo che c'è: controllo quotidiano dello smartphone del figlio, filtri parentali, password, e a 14 anni il profilo instagram o tikketokke te lo puoi anche scordare...
Per i maggiorenni ci sono tutte le impostazioni privacy che consentono ad un docente di frequentare i social senza che gli alunni possano né trovarlo né tantomeno accedere a contenuti personali e multimediali. Mi pare  che gli strumenti esistano.

patrizia89 ha scritto:Su una chat docenti whatsapp di una scuola sono stati condivisi vocali di docenti esterni e sono stati espressi commenti offensivi, inoltre spesso vengono condivisi post di studenti cui seguono commenti poco edificanti da parte dei docenti stessi. Vi è mai capitato e come vi siete comportati? Specialmente se la persona destinataria l'avete conosciuta. Grazie.

Fino ai 18 anni si tratta di cyberbullismo dopo di reato. Ingiuria diffamazione. Quando agito nei confronti di minori da parte di docenti la cosa si aggrava parecchio. Come minimo mi dissocerei e uscirei di lì. Se dovesse uscire questa vergogna risulterebbe responsabile non solo chi ha iniziato

veramente nel codice penale i reati non dipendono dall'età di chi li compie o di chi li subisce. Anzi il cosiddetto cyberbullismo non è un reato a sè stante, ma ricade in quelli da te citati.
Che ci siano docenti così stupidi da scambiare commenti offensivi sugli alunni in chat sinceramente lo credo poco. Ma è estate e bisogna tirare su i click e l'umore dei troll con questi espedienti.