Non sarei stato d'accordo.
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Non sarei stato d'accordo.
Promemoria primo messaggio :
https://www.orizzontescuola.it/se-dinnanzi-a-me-avessi-il-ministro-dellistruzione-gli-farei-sapere-che-la-scuola-ha-bisogno-di-docenti-che/
Buonasera,
nell'articolo in questione ho notato la seguente sezione:
Se dinnanzi a me avessi il Ministro dell’Istruzione gli farei sapere che la scuola ha bisogno di docenti che sappiano e facciano… Questa era la terza sollecitazione. Per gli alunni ma anche per l’intera comunità scolastica…
“Al ministro dell’istruzione i ragazzi chiedono dei docenti formati sulla gestione dell’emotività propria e dell’alunno. Docenti che siano capaci di rendere la scuola un luogo dove sia veramente possibile conciliare l’apprendimento con il benessere emotivo”.
Questo non avviene?
“A volte non avviene. Ad esempio quando il docente entra in classe e prima di chiedere agli studenti Come state? si occupa di offrire contenuti o proiettare slides. Questo accade anche quando il docente non crea in classe un clima nel quale gli studenti o gli alunni possano dichiarare il proprio disaccordo tra loro e con il docente, perché si educa al rispetto offrendosi come modello di riferimento, perché il rispetto per l’altro, più che raccontarlo, il buon docente lo fa vedere facendo vedere rispettato e valorizzato l’alunno, qualunque sia il pensiero dell’alunno stesso, anche dove vi sia un intervento da correggere, perché non ricordiamo quello che gli altri ci hanno detto con le parole ma ricordiamo soprattutto come ci hanno fatto sentire”.
Ebbene, io da adolescente non sarei stato assolutamente d'accordo; alle superiori lo studio non mi entusiasmava e non era certamente l'aspetto preponderante delle mie giornate, tuttavia ricordo che gli insegnanti che stimavo maggiormente erano quelli che sapevano veicolare contenuti in modo semplice, chiaro e che in nessun modo pretendevano di essere modelli o genitori. Quelli che non reggevo erano quelli eccessivamente autoritari o quelli che cercavano di elicitare confidenze, entrambi assolutamente distruttivi. Riflettendo su questa tematica però devo dire che non ero una mosca bianca; ricordo che i compagni prendevano molto poco sul serio i docenti "modelli di vita" anche se sapevano, con molta astuzia, simulare identificazione e identità di vedute.
Senza nulla togliere all'interesse dell'iniziativa e all'opinione degli alunni/e che vi hanno partecipato (ben venga una riflessione sul significato della scuola da parte di chi sta concludendo l'iter) mi chiedo se realmente gli adolescenti cerchino in maggioranza di essere valorizzati emotivamente o di essere guidati da un punto di riferimento o piuttosto non sia una minoranza che ha questa visione delle cose...
Buonasera,
nell'articolo in questione ho notato la seguente sezione:
Se dinnanzi a me avessi il Ministro dell’Istruzione gli farei sapere che la scuola ha bisogno di docenti che sappiano e facciano… Questa era la terza sollecitazione. Per gli alunni ma anche per l’intera comunità scolastica…
“Al ministro dell’istruzione i ragazzi chiedono dei docenti formati sulla gestione dell’emotività propria e dell’alunno. Docenti che siano capaci di rendere la scuola un luogo dove sia veramente possibile conciliare l’apprendimento con il benessere emotivo”.
Questo non avviene?
“A volte non avviene. Ad esempio quando il docente entra in classe e prima di chiedere agli studenti Come state? si occupa di offrire contenuti o proiettare slides. Questo accade anche quando il docente non crea in classe un clima nel quale gli studenti o gli alunni possano dichiarare il proprio disaccordo tra loro e con il docente, perché si educa al rispetto offrendosi come modello di riferimento, perché il rispetto per l’altro, più che raccontarlo, il buon docente lo fa vedere facendo vedere rispettato e valorizzato l’alunno, qualunque sia il pensiero dell’alunno stesso, anche dove vi sia un intervento da correggere, perché non ricordiamo quello che gli altri ci hanno detto con le parole ma ricordiamo soprattutto come ci hanno fatto sentire”.
Ebbene, io da adolescente non sarei stato assolutamente d'accordo; alle superiori lo studio non mi entusiasmava e non era certamente l'aspetto preponderante delle mie giornate, tuttavia ricordo che gli insegnanti che stimavo maggiormente erano quelli che sapevano veicolare contenuti in modo semplice, chiaro e che in nessun modo pretendevano di essere modelli o genitori. Quelli che non reggevo erano quelli eccessivamente autoritari o quelli che cercavano di elicitare confidenze, entrambi assolutamente distruttivi. Riflettendo su questa tematica però devo dire che non ero una mosca bianca; ricordo che i compagni prendevano molto poco sul serio i docenti "modelli di vita" anche se sapevano, con molta astuzia, simulare identificazione e identità di vedute.
Senza nulla togliere all'interesse dell'iniziativa e all'opinione degli alunni/e che vi hanno partecipato (ben venga una riflessione sul significato della scuola da parte di chi sta concludendo l'iter) mi chiedo se realmente gli adolescenti cerchino in maggioranza di essere valorizzati emotivamente o di essere guidati da un punto di riferimento o piuttosto non sia una minoranza che ha questa visione delle cose...
elirpe- Messaggi : 1127
Data d'iscrizione : 02.08.17
Re: Non sarei stato d'accordo.
Neh, se tanto mi da tanto, così come gli allievi hanno bisogno di confidarsi con noi, possiamo anche noi frustrati nevrotici confidarci con loro..boston ha scritto:paniscus_2.1 ha scritto:Io personalmente, da studentessa, ho sempre avuto la condsiderazione PEGGIORE e la più netta disistima per quegli insegnanti che pretendevano di improvvisarsi psicologi, confessori e coccolatori invece di insegnare.
E non ho mai cambiato idea, nemmeno con l'esperienza di insegnante che ho adesso.
Psicologo no, ma una persona adulta esterna alla famiglia a cui poter confidare qualcosa di personale sì. Io ricordo delle belle chiacchierare illuminanti con la mia professoressa di filosofia a cui se chiedevi "posso parlarne un attimo?" si fermava volentieri ad ascoltarti. E io lo faccio talvolta con alcuni studenti. Perché spesso un ragazzo/a ha bisogno di un confronto con una figura adulta, che sia uno sfogo, un consiglio, una visione diversa delle cose. In questo non ci vedo nulla di male, anzi. E non significa affatto fare gli amiconi, i ruoli sono ben chiari e i limiti li deve stabilire l'adulto cioè noi. Io li sgrido tutti miei studenti ma ci scherzo pure, non voglio un clima di terrore nelle mie classi ma neanche da carnevale di Rio. Quando ho iniziato questo lavoro ho sempre pensato che avrei voluto essere come certi miei insegnanti che mi hanno davvero ispirata e mai come altri che ho detestato per le loro nevrosi e rigidità che facevano pagare in classe. Io li vedo i colleghi frustrati che hanno i problemi a casa e li portano in classe, sono la specie peggiore perché possono anche essere preparatissimi ma privi di qualsiasi predisposizione e carisma che serve.
Insomma trasformiamo le aule in gruppi di auto aiuto psicologico, di mutuo soccorso, tanto la didattica è una cosa superata. Non serve più studiare, basta affidarsi agli " esperti" che ci dicono tutto cosa dobbiamo e non possiamo fare.
Cloretta_2- Messaggi : 252
Data d'iscrizione : 10.06.22
Re: Non sarei stato d'accordo.
Non esiste comunque uno stile di insegnamento che piace a tutti, ogni insegnante entra sempre più in sintonia con i suoi simili. Al di là della preferenza visiva, uditiva o di altro tipo come canale nell’apprendimento, le personalità si possono dividere in due tipi:
1) quelle che danno molta importanza al sentimento e all’emozione;
2) quelle che invece sono più razionali e logiche.
La maggioranza delle persone appartiene al primo gruppo, motivo per cui il professore che riesce a “emozionare”, affrontando anche discorsi in classe sulla vita privata degli alunni, cosa che io personalmente detesto, spesso e volentieri piace eccome. Noi che siamo qui sopra più di tanto non facciamo testo, non siamo un target di riferimento valido per capire cosa piace al pubblico. Siamo quasi tutti insegnanti e statisticamente chi scrive sui forum appartiene più alla personalità del secondo tipo, logica razionale.
Ho una collega, veramente molto brava e anche abbastanza severa, che spesso durante le lezioni (lavoro in compresenza con lei) fa delle battute parlando della vita privata delle persone della classe, in generale questa cosa risulta molto gradita. Se la maggior parte delle persone della classe fossero come me sarebbe una cosa proprio odiata, io non sopporterei che un insegnante lo facesse, nonostante questo reputo la collega sotto tutti gli altri aspetti una numero uno.
Sono d’accordo che la scuola non debba essere obbligatoria per troppi anni, non condivido però il fatto che sin dalla più tenera età si debba scegliere di fare solo quello che piace… Questo è il sistema per crescere dei tiranni onnipotenti viziati. La vita è fatta anche di cose sgradevoli e obbligatorie, è altamente educativo fare sin dalla più tenera età anche quello che non piace. Sono invece d’accordo che da una certa età in poi non ha più nessun senso obbligare gente che non ha nessuna vocazione allo studio ad andare a scuola. Per me l’ideale sarebbe come era una volta, che già dalle scuole medie si sceglieva se fare l’avviamento al lavoro o una preparazione per la scuola superiore.
È verissima questa cosa che dici, infatti la bulla che era in classe da me si era iscritta nella nostra scuola semplicemente perché venivano delle persone che a lei piacevano, non aveva nessuna attitudine per quello che facevamo. Il disturbatore ha bisogno di avere un pubblico, quale luogo migliore di una classe di pari con un insegnante che ormai non ha nessun potere?
1) quelle che danno molta importanza al sentimento e all’emozione;
2) quelle che invece sono più razionali e logiche.
La maggioranza delle persone appartiene al primo gruppo, motivo per cui il professore che riesce a “emozionare”, affrontando anche discorsi in classe sulla vita privata degli alunni, cosa che io personalmente detesto, spesso e volentieri piace eccome. Noi che siamo qui sopra più di tanto non facciamo testo, non siamo un target di riferimento valido per capire cosa piace al pubblico. Siamo quasi tutti insegnanti e statisticamente chi scrive sui forum appartiene più alla personalità del secondo tipo, logica razionale.
Ho una collega, veramente molto brava e anche abbastanza severa, che spesso durante le lezioni (lavoro in compresenza con lei) fa delle battute parlando della vita privata delle persone della classe, in generale questa cosa risulta molto gradita. Se la maggior parte delle persone della classe fossero come me sarebbe una cosa proprio odiata, io non sopporterei che un insegnante lo facesse, nonostante questo reputo la collega sotto tutti gli altri aspetti una numero uno.
Scuola70 ha scritto:Il problema della scuola è che è obbligatoria… Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere se studiare e che cosa studiare, a che cosa dedicarsi, in base ai propri personali interessi sin dalla più tenera età.
Sono d’accordo che la scuola non debba essere obbligatoria per troppi anni, non condivido però il fatto che sin dalla più tenera età si debba scegliere di fare solo quello che piace… Questo è il sistema per crescere dei tiranni onnipotenti viziati. La vita è fatta anche di cose sgradevoli e obbligatorie, è altamente educativo fare sin dalla più tenera età anche quello che non piace. Sono invece d’accordo che da una certa età in poi non ha più nessun senso obbligare gente che non ha nessuna vocazione allo studio ad andare a scuola. Per me l’ideale sarebbe come era una volta, che già dalle scuole medie si sceglieva se fare l’avviamento al lavoro o una preparazione per la scuola superiore.
paniscus_2.1 ha scritto:Chi in classe disturba, non lo fa per reazione stizzita al fatto di essere "obbligato" controvoglia a stare in classe quando invece preferirebbe stare fuori... al contrario, lo fa perché si diverte a stare in classe apposta per disturbare, senza rischiare nessuna conseguenza grave. Se preferisse stare fuori, starebbe fuori, ma invece appunto preferisce fare il bullo o il provocatore a scuola piuttosto che fuori, perché è più comodo e più vantaggioso così!
È verissima questa cosa che dici, infatti la bulla che era in classe da me si era iscritta nella nostra scuola semplicemente perché venivano delle persone che a lei piacevano, non aveva nessuna attitudine per quello che facevamo. Il disturbatore ha bisogno di avere un pubblico, quale luogo migliore di una classe di pari con un insegnante che ormai non ha nessun potere?
hypernova- Messaggi : 2145
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Re: Non sarei stato d'accordo.
Io mi sono diplomato 10 anni fa, eppure ho avuto docenti che "a storia più di sette e mezzo non lo do, perché basta studiare".paniscus_2.1 ha scritto:E' da almeno 20 anni che il concetto di "usare tutta la scala completa" è stato interiorizzato ovunque
Mah, io do i voti da 1 a 10. È chiaro che i 10 sono più frequenti dell'1, che per me equivale al consegnare compiti in bianco, e chi li consegna davvero in bianco senza scrivere neanche una frasetta?paniscus_2.1 ha scritto:(chissà perché, solo verso la parte alta della scala, perché l'1 e il 2 non li usa quasi nessuno).
fntscnzt- Messaggi : 1273
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Re: Non sarei stato d'accordo.
balanzone21 ha scritto:@melia ha scritto:Quelli che detestavo e detesto tuttora sono i professori amiconi, molto di più dei cazzari impreparati. Non mi interessava avere amici con 20 o 30 anni di più, per quello c'erano i miei genitori. Il cazzaro impreparato almeno non si interessava dei fatti miei, l'amicone perdeva un sacco di tempo per cercare di saperli.
Ma quando abbiamo fatto la scuola noi ( anni 70, primi anni 80) esistevano tutti questi " amiconi" ficcanaso?
Ho fatto il liceo in una scuola di paese, sezione staccata di quella in città. Molti miei insegnanti erano ex-sessantottini e qualcuno faceva l'amicone. Poi ne ho trovati anche tra i colleghi da docente.
@melia- Messaggi : 4461
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Re: Non sarei stato d'accordo.
hypernova ha scritto:Non esiste comunque uno stile di insegnamento che piace a tutti, ogni insegnante entra sempre più in sintonia con i suoi simili. Al di là della preferenza visiva, uditiva o di altro tipo come canale nell’apprendimento, le personalità si possono dividere in due tipi:
1) quelle che danno molta importanza al sentimento e all’emozione;
2) quelle che invece sono più razionali e logiche.
La maggioranza delle persone appartiene al primo gruppo, motivo per cui il professore che riesce a “emozionare”, affrontando anche discorsi in classe sulla vita privata degli alunni, cosa che io personalmente detesto, spesso e volentieri piace eccome. Noi che siamo qui sopra più di tanto non facciamo testo, non siamo un target di riferimento valido per capire cosa piace al pubblico. Siamo quasi tutti insegnanti e statisticamente chi scrive sui forum appartiene più alla personalità del secondo tipo, logica razionale.
Ho una collega, veramente molto brava e anche abbastanza severa, che spesso durante le lezioni (lavoro in compresenza con lei) fa delle battute parlando della vita privata delle persone della classe, in generale questa cosa risulta molto gradita. Se la maggior parte delle persone della classe fossero come me sarebbe una cosa proprio odiata, io non sopporterei che un insegnante lo facesse, nonostante questo reputo la collega sotto tutti gli altri aspetti una numero uno.
Attenzione però. Per affrontare certi discorsi non occorre sempre portare esempi personali o riferirsi ai ragazzi risultando inopportuni.
Perché questa visione unidirezionale? State un po' deragliando e vi state scordando del senso profondo di determinate discipline.
Posso capire chi insegna materie più tecnico-scientifiche e vuole mantenere uno stile più funzionale, tenendosi sul sobrio e in certa misura anche severo, vecchio stampo, come molti nostalgicamente stanno rimpiangendo. Ha un senso e funziona in buona percentuale.
Ma nelle materie cosiddette umanistiche, come per esempio in Arte, è quasi un obbligo morale avere una comunicazione efficace e partecipata, nella quale gli argomenti stessi conducono all'interazione di sensi, sensazioni e sentimenti.
Le opere trattate, per la loro importanza, costituiscono già ampio materiale di confronto è discussione. Al massimo, sempre senza andare sul personale, si possono fare riferimenti a fatti di attualità, a vicende di cronaca, più o meno note.
Io colgo sempre al volo pure l'occasione di fare una battuta, ma raramente riguarda gli alunni, quando càpita è sempre perché l'input viene dai ragazzi stessi e il piacere di farsi una brevissima risata è condiviso, senza fraintendimenti.
Insomma, va bene pensare ancora che i professori migliori siano quelli che senza un accenno di sorriso ti caricano sulle spalle il cosiddetto "bagaglio culturale", completo di tutta l'attrezzatura... Ok, potrà tornare certamente utile per tante cose in futuro, compreso il citare a memoria. Ma se lo facciamo asetticamente pure per determinate materie rischiamo di farla diventare una fredda zavorra, ben poco edificante per la persona.
Una sana via di mezzo tra la sfinge che ti fulmina con lo sguardo e l'amicone impiccione no?
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Non sarei stato d'accordo.
fntscnzt ha scritto:Mah, io do i voti da 1 a 10. È chiaro che i 10 sono più frequenti dell'1, che per me equivale al consegnare compiti in bianco, e chi li consegna davvero in bianco senza scrivere neanche una frasetta?paniscus_2.1 ha scritto:(chissà perché, solo verso la parte alta della scala, perché l'1 e il 2 non li usa quasi nessuno).
Nelle materie scientifiche non si pone il problema di "scrivere una frasetta" .
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Non sarei stato d'accordo.
Io faccio matematica e fisica. Se vedo un tentativo di soluzione, pur se maldestro e tutto sbagliato in ogni parte, metto 2; se non c'è neanche quello, metto 1.paniscus_2.1 ha scritto:fntscnzt ha scritto:Mah, io do i voti da 1 a 10. È chiaro che i 10 sono più frequenti dell'1, che per me equivale al consegnare compiti in bianco, e chi li consegna davvero in bianco senza scrivere neanche una frasetta?paniscus_2.1 ha scritto:(chissà perché, solo verso la parte alta della scala, perché l'1 e il 2 non li usa quasi nessuno).
Nelle materie scientifiche non si pone il problema di "scrivere una frasetta" .
fntscnzt- Messaggi : 1273
Data d'iscrizione : 02.06.20
Re: Non sarei stato d'accordo.
Ciccio.8 ha scritto:Attenzione però. Per affrontare certi discorsi non occorre sempre portare esempi personali o riferirsi ai ragazzi risultando inopportuni.
Ma la collega non risulta inopportuna ai più, anzi alla maggioranza piace che si parli anche di cose personali in gruppo e non solo di argomenti di scuola.
Ciccio.8 ha scritto:… in Arte, è quasi un obbligo morale avere una comunicazione efficace e partecipata, nella quale gli argomenti stessi conducono all'interazione di sensi, sensazioni e sentimenti.
Questa è una visione dell’arte abbastanza recente, che non tutti condividono… Io insegno materie artistiche e non ho mai impostato le mie lezioni dal punto di vista emozionale, sensoriale ecc.
Ciccio.8 ha scritto: Una sana via di mezzo tra la sfinge che ti fulmina con lo sguardo e l'amicone impiccione no?
Assolutamente d’accordo, ma infatti io non dicevo che l’insegnante non deve mai fare una battuta o scherzare… Forse mi sono spiegata male. Intendevo che ci sono alcuni insegnanti, quasi sempre estroversi, che puntano molto sul lato comunicativo emozionale e piacciono, molto di più di quelli che invece tendono a rimanere più sugli argomenti di lezione.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Non sarei stato d'accordo.
Alle superiori non mi piaceva nessun professore. Chiaramente, se proprio dovevo scegliere, tra quello che parlava dei fatti suoi che poi ti metteva pure un voto basso e invece quello che qualcosa te la spiegava, preferivo il secondo.
Ho avuto professori che non spiegavano un cappero e mettevano pure voti bassi e certo non avevano le mie simpatie.
Nel 2011 (anno del mio diploma classico) ancora si bocciava.
Ricordo una prof severissima, greco e latino, una che ti fulminava con lo sguardo. Ebbene sta qua mi fece, in privato, un discorso estremamente personale! E la cosa non mi piaceva (in pratica considerava anormale il mio starmene per i fatti miei).
I professori di matematica tutti non pervenuti, quello del biennio molto all'acqua di rose ma poi ti metteva 2. Potete considerare quanto mi fosse simpatico.
Quella del triennio era nella media, senza infamia e senza lode. Immagino sia una professoressa come ce ne sono mille, una che di matematica ne capirà, ma certo non brillava nell' insegnamento. Mi stava antipatica e ricordo la fatica di prendere un voto decente.
Chi andava bene? Suppergiù la stessa gente in tutte le materie, tranne alcuni che avevano picchi in alcune discipline e cali in altre. Il profilo dello studente era come dice Marco Terzi, lo studente di famiglia borghese che aveva incalanato l'idea del profitto. Non eravamo una classe particolarmente brillante, i nostri prof non erano tutti particolarmente brillanti. Più di tutto non ci ammazzavamo di studio e neppure di sotterfugi (ricordo una compagna di un'altra classe con il massimo dei voti che già a catechismo in quarta elementare si portava le preghiere già scritte per vincere le caramelle).
L'alunna più brava della nostra classe eccelleva soprattutto nelle materie umanistiche. Era molto emotiva. Ricordo che era motivata, dato pure che si alzava alle 6 per venire da un'altra regione.
Poi c'era la cricca di quelle figlie di professori che fare bene era questione di orgoglio. Una era superbissima, bella, diligente, ma che era chiaro lo facesse per puro profitto infatti ora fa tutt'altro, musical e spettacoli.
Infine c'erano quelli senza infamia e senza lode, chi era più sul versante bravetto e chi più sul versante lavativo.
I professori li ricordo generalmente come poco umani, la loro conoscenza non colmava ai miei occhi questa lacuna, certo tra l'infame che manco spiegava e quello che magari qualcosa te la insegnava la scelta mi era chiara, ma non avevo vere e proprie preferenze, anzi, i miei professori li avrei visti tutti volentieri bruciare all'inferno!
Ora che insegno, seppur in gradi inferiori, sto perdendo un po' il mito della severità, che spesso e volentieri ho visto davanti ai miei occhi trattarsi di nevrosi contenuta (e non sempre neanche così tanto). Basta che l'insegnante insegni qualcosa e che il clima in classe sia vivibile (quindi né caos né terrore).
Capisco chi preferisce il terrore poiché nel caos difficilmente si lavora.
Ho avuto professori che non spiegavano un cappero e mettevano pure voti bassi e certo non avevano le mie simpatie.
Nel 2011 (anno del mio diploma classico) ancora si bocciava.
Ricordo una prof severissima, greco e latino, una che ti fulminava con lo sguardo. Ebbene sta qua mi fece, in privato, un discorso estremamente personale! E la cosa non mi piaceva (in pratica considerava anormale il mio starmene per i fatti miei).
I professori di matematica tutti non pervenuti, quello del biennio molto all'acqua di rose ma poi ti metteva 2. Potete considerare quanto mi fosse simpatico.
Quella del triennio era nella media, senza infamia e senza lode. Immagino sia una professoressa come ce ne sono mille, una che di matematica ne capirà, ma certo non brillava nell' insegnamento. Mi stava antipatica e ricordo la fatica di prendere un voto decente.
Chi andava bene? Suppergiù la stessa gente in tutte le materie, tranne alcuni che avevano picchi in alcune discipline e cali in altre. Il profilo dello studente era come dice Marco Terzi, lo studente di famiglia borghese che aveva incalanato l'idea del profitto. Non eravamo una classe particolarmente brillante, i nostri prof non erano tutti particolarmente brillanti. Più di tutto non ci ammazzavamo di studio e neppure di sotterfugi (ricordo una compagna di un'altra classe con il massimo dei voti che già a catechismo in quarta elementare si portava le preghiere già scritte per vincere le caramelle).
L'alunna più brava della nostra classe eccelleva soprattutto nelle materie umanistiche. Era molto emotiva. Ricordo che era motivata, dato pure che si alzava alle 6 per venire da un'altra regione.
Poi c'era la cricca di quelle figlie di professori che fare bene era questione di orgoglio. Una era superbissima, bella, diligente, ma che era chiaro lo facesse per puro profitto infatti ora fa tutt'altro, musical e spettacoli.
Infine c'erano quelli senza infamia e senza lode, chi era più sul versante bravetto e chi più sul versante lavativo.
I professori li ricordo generalmente come poco umani, la loro conoscenza non colmava ai miei occhi questa lacuna, certo tra l'infame che manco spiegava e quello che magari qualcosa te la insegnava la scelta mi era chiara, ma non avevo vere e proprie preferenze, anzi, i miei professori li avrei visti tutti volentieri bruciare all'inferno!
Ora che insegno, seppur in gradi inferiori, sto perdendo un po' il mito della severità, che spesso e volentieri ho visto davanti ai miei occhi trattarsi di nevrosi contenuta (e non sempre neanche così tanto). Basta che l'insegnante insegni qualcosa e che il clima in classe sia vivibile (quindi né caos né terrore).
Capisco chi preferisce il terrore poiché nel caos difficilmente si lavora.
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: Non sarei stato d'accordo.
Caspita! Qua abbiano colleghi maturati nel 2011! E il balanza parla di " noi diplomati a fine anni 70"
Nel forum ci sono almeno 3 generazioni di profffs.
Nel forum ci sono almeno 3 generazioni di profffs.
Cloretta_2- Messaggi : 252
Data d'iscrizione : 10.06.22
Re: Non sarei stato d'accordo.
Io ho un bel ricordo dei miei insegnanti delle superiori, anche di quelli che poi alla fine non mi hanno insegnato più di tanto… Un bel ricordo proprio a livello umano. Ma in generale ce l’ho di quasi tutti gli insegnanti che ho avuto a scuola, a parte qualcuno che ricordo proprio con antipatia. Quello che è diverso oggi non sono le persone, sono le regole che mancano perché non vengono fatte rispettare, non c’è nessuno che dirige, i DS sono a zerbino di alunni e e genitori. In una tale situazione di anarchia va da sé che viene poi apprezzato l’insegnante dittatore…
Ultima modifica di hypernova il Ven Giu 24, 2022 8:49 am - modificato 1 volta.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Non sarei stato d'accordo.
Credo ce ne siano anche di più giovani (io ho la laurea in Scienze della formazione primaria + mi sto specializzando in sostegno).
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: Non sarei stato d'accordo.
Io non ho buoni ricordi in particolare, eppure non ero proprio una zeppa.
Mi ricordo che in quarto ginnasio ci fu una mezza strage, tra rimandati (e poi bocciati in larga parte ad agosto), bocciati e quelli che hanno cambiato scuola.
Il grosso della bocciatura ci fu tra il quarto e il quinto ginnasio, poi più nulla tranne un caso in seconda liceo di un ragazzo che dormiva sul banco, si faceva le canne (non era l'unico) ed era pure un po' bulletto. Questo minacciava ricorso ma non se ne fece nulla.
La nostra sezione era considerata facile rispetto alle altre e infatti nel triennio raccattammo parecchi bocciati di altre sezioni. Anche il livello di figli di professionisti non era particolarmente alto, c'erano figli di piccoli imprenditori (pochi) ma anche di insegnanti (dalla maestra al prof delle superiori).
Adesso vedo che chi proveniva da un ambiente culturalmente stimolante o da una famiglia agiata era favorito pure nello studio, anche fosse solo per una propensione a impegnarsi nel profitto. Ma c'erano pure quelli bocciati nonostante la famiglia bene (ed erano quelli che venivano da altre sezioni nella nostra).
Tra le mie colleghe, di lavoro e di università, oggi, noto che molte sono figlie di maestre o nipoti o sorelle, la cosa mi fa sorridere, c'è classismo anche in quello.
Mi ricordo che in quarto ginnasio ci fu una mezza strage, tra rimandati (e poi bocciati in larga parte ad agosto), bocciati e quelli che hanno cambiato scuola.
Il grosso della bocciatura ci fu tra il quarto e il quinto ginnasio, poi più nulla tranne un caso in seconda liceo di un ragazzo che dormiva sul banco, si faceva le canne (non era l'unico) ed era pure un po' bulletto. Questo minacciava ricorso ma non se ne fece nulla.
La nostra sezione era considerata facile rispetto alle altre e infatti nel triennio raccattammo parecchi bocciati di altre sezioni. Anche il livello di figli di professionisti non era particolarmente alto, c'erano figli di piccoli imprenditori (pochi) ma anche di insegnanti (dalla maestra al prof delle superiori).
Adesso vedo che chi proveniva da un ambiente culturalmente stimolante o da una famiglia agiata era favorito pure nello studio, anche fosse solo per una propensione a impegnarsi nel profitto. Ma c'erano pure quelli bocciati nonostante la famiglia bene (ed erano quelli che venivano da altre sezioni nella nostra).
Tra le mie colleghe, di lavoro e di università, oggi, noto che molte sono figlie di maestre o nipoti o sorelle, la cosa mi fa sorridere, c'è classismo anche in quello.
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: Non sarei stato d'accordo.
Ellie* ha scritto:Io non ho buoni ricordi in particolare, eppure non ero proprio una zeppa.
Mi ricordo che in quarto ginnasio ci fu una mezza strage, tra rimandati (e poi bocciati in larga parte ad agosto), bocciati e quelli che hanno cambiato scuola.
Scusa, se ti sei diplomata nel 2011 vuol dire che la quarta ginnasio l'hai finita nel 2007.
Come è possibile che ci siano stati i rimandati e bocciati a settembre (o ad agosto), se il ripristino degli esami di recupero è avvenuto l'anno dopo?
O ricordo male io?
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Non sarei stato d'accordo.
" ..I miei professori li avrei visti tutti volentieri bruciare all' inferno".
Perdinci, che pensieri benevoli!
Neanche ti avessero tutti molestato ripetutamente.
Perdinci, che pensieri benevoli!
Neanche ti avessero tutti molestato ripetutamente.
balanzone21- Messaggi : 773
Data d'iscrizione : 29.08.21
Re: Non sarei stato d'accordo.
Da due anni stiamo tutti bruciando all'inferno. A volte le mandi e arrivano davverobalanzone21 ha scritto:" ..I miei professori li avrei visti tutti volentieri bruciare all' inferno".
Perdinci, che pensieri benevoli!
Neanche ti avessero tutti molestato ripetutamente.
Cloretta_2- Messaggi : 252
Data d'iscrizione : 10.06.22
Re: Non sarei stato d'accordo.
Cloretta_2 ha scritto:Da due anni stiamo tutti bruciando all'inferno. A volte le mandi e arrivano davverobalanzone21 ha scritto:" ..I miei professori li avrei visti tutti volentieri bruciare all' inferno".
Perdinci, che pensieri benevoli!
Neanche ti avessero tutti molestato ripetutamente.
Effettivamente le mascherine sono una tortura infernale, come voler piegare la terra piatta per farla diventare tonda. E in fondo questo significa etimologicamente " torturare": torcere.
La fantasia morbosa dell' Alighieri agli aguzzini della dittatura sanitaria ci fa un baffo.
E che dire della raffinata crudeltà mentale con cui si è deciso di raccomandare la mascherina agli esami, in modo da mettere in imbarazzo la Cupida Gioventù, come ha già osservato un tuo sodale terrapiattista?
" Se mi presento senza mascherina, poi quegli str***I si vendicano".
Ma si può essere più diabolicamente perfidi?
balanzone21- Messaggi : 773
Data d'iscrizione : 29.08.21
Re: Non sarei stato d'accordo.
Cloretta_2 ha scritto:Meglio il cambiamento climatico, i dati sugli iscritti all'università e la shoah..le buone abitudini quotidiane di chi si ciba di autoreferenzialita' stucchevolelucetta.10 ha scritto:Ah beh...ci pasciamo solo di ovvietà!
D'altra parte chi non apprezza l'usato sicuro e i crogiolamenti sui bei tempi andati della giovinezza in tempi orwelliani?
quindi dici che è meglio eliminare la Shoah e i cambiamenti climatici dai programmi?
Forse non ti è noto che non sto citando argomenti di chiacchiera al bar o crogiolamenti da diporto, ma contenuti presenti nelle Indicazioni nazionali: leggere per credere!
lucetta.10- Messaggi : 720
Data d'iscrizione : 06.02.22
Re: Non sarei stato d'accordo.
Ellie* ha scritto:Tra le mie colleghe, di lavoro e di università, oggi, noto che molte sono figlie di maestre o nipoti o sorelle, la cosa mi fa sorridere, c'è classismo anche in quello.
Il classismo con questa cosa non c’entra, è che viene naturale avere interessi e attitudini simili ai genitori e ripetere quello che hanno fatto gli avi. Poi non è sempre così, magari da un genitore erediti alcune cose e in altre sei l’opposto (per fortuna!)… Io ad esempio alla fine faccio il lavoro che ha fatto mia madre per tanti anni. Per quanto riguarda le mie passioni e i miei interessi, moltissime cose che mi piacciono sono le stesse che piacciono anche ai miei genitori, si eredita caratteristiche fisiche ma anche mentali. Quasi tutte le cose in cui sono abile sono delle attività che svolgevano bene anche i miei genitori, oppure i miei nonni e i miei bisnonni.
Ultima modifica di hypernova il Ven Giu 24, 2022 10:50 am - modificato 1 volta.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Non sarei stato d'accordo.
hypernova ha scritto:Ellie* ha scritto:Tra le mie colleghe, di lavoro e di università, oggi, noto che molte sono figlie di maestre o nipoti o sorelle, la cosa mi fa sorridere, c'è classismo anche in quello.
Il classismo con questa cosa non c’entra, è che viene naturale avere interessi e attitudini simili ai genitori e ripetere quello che hanno fatto gli avi. Poi non è sempre così, magari da un genitore erediti alcune cose e in altre sei l’opposto… Io ad esempio alla fine faccio il lavoro che ha fatto mia madre per tanti anni. Per quanto riguarda le mie passioni e i miei interessi, moltissime cose che mi piacciono sono le stesse che piacciono anche ai miei genitori, si eredita caratteristiche fisiche ma anche mentali. Quasi tutte le cose in cui sono abile sono delle attività che svolgevano bene anche i miei genitori, oppure i miei nonni e i miei bisnonni.
e in tutto questo vedi qualcosa di "naturale"?
Direi che è quanto di più "sociale" esista perpetrare le abitudini prese in famiglia... e si chiama anche classismo.
O vogliamo collocare l'aspirazione all'insegnamento a livello cromosoma?
lucetta.10- Messaggi : 720
Data d'iscrizione : 06.02.22
Re: Non sarei stato d'accordo.
hypernova ha scritto:Ellie* ha scritto:Tra le mie colleghe, di lavoro e di università, oggi, noto che molte sono figlie di maestre o nipoti o sorelle, la cosa mi fa sorridere, c'è classismo anche in quello.
Il classismo con questa cosa non c’entra, è che viene naturale avere interessi e attitudini simili ai genitori e ripetere quello che hanno fatto gli avi. Poi non è sempre così, magari da un genitore erediti alcune cose e in altre sei l’opposto (per fortuna!)… Io ad esempio alla fine faccio il lavoro che ha fatto mia madre per tanti anni. Per quanto riguarda le mie passioni e i miei interessi, moltissime cose che mi piacciono sono le stesse che piacciono anche ai miei genitori, si eredita caratteristiche fisiche ma anche mentali. Quasi tutte le cose in cui sono abile sono delle attività che svolgevano bene anche i miei genitori, oppure i miei nonni e i miei bisnonni.
Ah beh, "ste cose le ho già sentite e lette . Ohibò , andiamo di bene in meglio.
balanzone21- Messaggi : 773
Data d'iscrizione : 29.08.21
Re: Non sarei stato d'accordo.
lucetta.10 ha scritto:
O vogliamo collocare l'aspirazione all'insegnamento a livello cromosoma?
Non proprio di cromosoma, ma per la precisione di DNA mitocondriale.
Altrimenti non si spiegherebbe come mai si trasmetta quasi sempre da parte femminile...
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Non sarei stato d'accordo.
Se nemmeno gli psicologi sanno fare il loro mestiere, come pretendono che lo sappiano fare gli insegnanti? A me fa ridere questa cosa che dovremmo insegnare le soft skills, mi pare che stiamo togliendo sempre di più responsabilità che dovrebbero essere delle famiglie per addossarle alla scuola. Manca solo che tra poco dovremo insegnare agli alunni a lavarsi e pettinarsi, perché se in Italia qualcosa va male è perché dovrebbero insegnartela a scuola.
Aristotelica- Messaggi : 137
Data d'iscrizione : 13.04.22
Re: Non sarei stato d'accordo.
Le maestre, per la stragrande maggioranza, sono di sesso femminile. Così come chi studia Scienze della formazione primaria. Io parlo delle mie colleghe, che sono perlopiù di genere femminile e che svolgono lo stesso identico mestiere di alcuni loro parenti stretti, anch'essi di genere femminile trattandosi di un mestiere con prevalenza femminile. Basta andare in una qualsiasi facoltà di Scienze della formazione primaria oppure basta anche una scuola primaria per rendersi conto della maggioranza schiacciante. Se ero professoressa avrei fatto considerazioni diverse.
Basta aprire la lista degli ammessi a Scienze della formazione primaria o i vincitori di un concorso per la scuola primaria e vedere la proporzione femmine/maschi. Non serve manco contare.
Mi sa che hai ragione, la memoria mi inganna. Allora i bocciati ad agosto sono stati in quinta ginnasio.
Basta aprire la lista degli ammessi a Scienze della formazione primaria o i vincitori di un concorso per la scuola primaria e vedere la proporzione femmine/maschi. Non serve manco contare.
Mi sa che hai ragione, la memoria mi inganna. Allora i bocciati ad agosto sono stati in quinta ginnasio.
Ultima modifica di Ellie* il Ven Giu 24, 2022 11:31 am - modificato 1 volta.
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: Non sarei stato d'accordo.
paniscus_2.1 ha scritto:lucetta.10 ha scritto:
O vogliamo collocare l'aspirazione all'insegnamento a livello cromosoma?
Non proprio di cromosoma, ma per la precisione di DNA mitocondriale.
Altrimenti non si spiegherebbe come mai si trasmetta quasi sempre da parte femminile...
che evidentemente si eredita insieme alla ambizione a stipendi più bassi e spiega "naturalmente" la composizione del corpo docente
lucetta.10- Messaggi : 720
Data d'iscrizione : 06.02.22
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