Analisi della lavagna di Giovanna Cosenza blogger del Fatto
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Analisi della lavagna di Giovanna Cosenza blogger del Fatto
Ho già detto cosa penso dell’arroganza con cui negli ultimi dieci giorni i vari rappresentanti del governo Renzi hanno trattato gli insegnanti – e in generale il mondo della scuola – che contestano la “Buona scuola”. Poi è arrivato il video di quindici minuti, con una spiegazione tradotta in cinque punti scritti con i gessetti colorati su una lavagna scura.
Non entro nel merito della spiegazione di Renzi e della sua rispondenza o meno a ciò che sta nel testo della “Buona scuola”, e nemmeno entro nel merito delle contestazioni. Mi limito a osservare che gli impliciti di quella lavagna non fanno che rinforzare l’atteggiamento supponente nei confronti degli insegnanti, perché:
1. Mettendosi alla lavagna, Renzi fa come se fosse un insegnante, si mette al posto degli insegnanti. Se io fossi una insegnante di scuola, penserei: come si permette? Oppure: mi sta prendendo in giro? Sta scimmiottando il mio lavoro?
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2. Mettendosi alla lavagna, cioè nella posizione del maestro o del professore di scuola, Renzi si mette up e colloca il suo uditorio – gli insegnanti – down. Lui sopra, gli insegnanti sotto, lui con più autorità e autorevolezza, gli insegnanti con meno. In una situazione in cui – è Renzi stesso a dirlo nel video – bisogna restituire autorità e autorevolezza agli insegnanti, bisogna tornare a quando le famiglie li collocavano allo stesso livello dei notabili del paese, trattarli invece come scolaretti non è certo un bel modo per fare il primo passo nel lavoro di restituzione.
3. Mettendosi alla lavagna per dare una spiegazione, è come se Renzi ribadisse – ancora! – il concetto che i vari rappresentanti del suo governo hanno ripetuto come un mantra nei giorni scorsi: gli insegnanti non capiscono, non hanno capito la riforma, non capiscono le buone intenzioni del governo, non capiscono Renzi. Non capiscono, punto. E allora io mi metto alla lavagna – implica Renzi – con la santa pazienza del maestro di fronte agli allievi più zucconi, e glielo rispiego.
4. Usando una lavagna “all’antica” (non una Lim e nemmeno una lavagna a fogli mobili), Renzi – che da sempre si vuole innovatore, rottamatore, digitale e twittatore – implica che il suo uditorio sia all’antica e che lui vi si adatti. Doppiamente sbagliato: da un lato conferma nella posizione rétro gli insegnanti che stentano a usare strumenti più innovativi, dall’altro non riconosce gli insegnanti più digitalizzati e connessi (che ci sono, eccome).
Va detto che, se guardiamo il video dal punto di vista di chi non è insegnante e chi di scuola capisce poco e niente, la spiegazione di Renzi non sarebbe neanche malaccio, perché se non conosci i dettagli è semplice, chiara, e appare ben mirata nella selezione dei contenuti in relazione alle proteste (non entro nel merito né degli uni né delle altre, ripeto). E – sempre se guardiamo il video dal punto di vista di chi non è insegnante – la lavagna sembra solo un simbolo della scuola. Insomma, pare quasi che il video sia rivolto più ai non insegnanti che agli insegnanti. Peccato che la scuola sia da molti decenni un bacino di elettori fedeli di sinistra e centrosinistra. Che Renzi voglia cambiare anche questo, nel Pd, perdendoli?
Non entro nel merito della spiegazione di Renzi e della sua rispondenza o meno a ciò che sta nel testo della “Buona scuola”, e nemmeno entro nel merito delle contestazioni. Mi limito a osservare che gli impliciti di quella lavagna non fanno che rinforzare l’atteggiamento supponente nei confronti degli insegnanti, perché:
1. Mettendosi alla lavagna, Renzi fa come se fosse un insegnante, si mette al posto degli insegnanti. Se io fossi una insegnante di scuola, penserei: come si permette? Oppure: mi sta prendendo in giro? Sta scimmiottando il mio lavoro?
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2. Mettendosi alla lavagna, cioè nella posizione del maestro o del professore di scuola, Renzi si mette up e colloca il suo uditorio – gli insegnanti – down. Lui sopra, gli insegnanti sotto, lui con più autorità e autorevolezza, gli insegnanti con meno. In una situazione in cui – è Renzi stesso a dirlo nel video – bisogna restituire autorità e autorevolezza agli insegnanti, bisogna tornare a quando le famiglie li collocavano allo stesso livello dei notabili del paese, trattarli invece come scolaretti non è certo un bel modo per fare il primo passo nel lavoro di restituzione.
3. Mettendosi alla lavagna per dare una spiegazione, è come se Renzi ribadisse – ancora! – il concetto che i vari rappresentanti del suo governo hanno ripetuto come un mantra nei giorni scorsi: gli insegnanti non capiscono, non hanno capito la riforma, non capiscono le buone intenzioni del governo, non capiscono Renzi. Non capiscono, punto. E allora io mi metto alla lavagna – implica Renzi – con la santa pazienza del maestro di fronte agli allievi più zucconi, e glielo rispiego.
4. Usando una lavagna “all’antica” (non una Lim e nemmeno una lavagna a fogli mobili), Renzi – che da sempre si vuole innovatore, rottamatore, digitale e twittatore – implica che il suo uditorio sia all’antica e che lui vi si adatti. Doppiamente sbagliato: da un lato conferma nella posizione rétro gli insegnanti che stentano a usare strumenti più innovativi, dall’altro non riconosce gli insegnanti più digitalizzati e connessi (che ci sono, eccome).
Va detto che, se guardiamo il video dal punto di vista di chi non è insegnante e chi di scuola capisce poco e niente, la spiegazione di Renzi non sarebbe neanche malaccio, perché se non conosci i dettagli è semplice, chiara, e appare ben mirata nella selezione dei contenuti in relazione alle proteste (non entro nel merito né degli uni né delle altre, ripeto). E – sempre se guardiamo il video dal punto di vista di chi non è insegnante – la lavagna sembra solo un simbolo della scuola. Insomma, pare quasi che il video sia rivolto più ai non insegnanti che agli insegnanti. Peccato che la scuola sia da molti decenni un bacino di elettori fedeli di sinistra e centrosinistra. Che Renzi voglia cambiare anche questo, nel Pd, perdendoli?
trumma- Messaggi : 862
Data d'iscrizione : 09.10.09
Re: Analisi della lavagna di Giovanna Cosenza blogger del Fatto
Ma infatti il monologo di renzi alla lavagna non era diretto agli insegnanti, ma a tutti gli altri... e il colpo è andato a segno: leggi ad esempio QUI cosa pensa "la gente" di noi.
Onofrio Del Grillo- Messaggi : 891
Data d'iscrizione : 25.04.14
Re: Analisi della lavagna di Giovanna Cosenza blogger del Fatto
Io e mia madre (ex docente) ci siamo già fatti infinite risate sul fatto che il principale propugnatore di una Nuova Buona Scuola debba usare la lavagna di ardesia e nemmeno sia buono di scrivere alla LIM...
Ospite- Ospite
Re: Analisi della lavagna di Giovanna Cosenza blogger del Fatto
Concordo anch'io... è un video fatto per tutti tranne che per gli insegnanti; è più facile parlare all'opinione pubblica che ci considera con antipatia "quelli che hanno tre mesi di vacanza, 15 giorni a Natale, solo 18 ore a settimana" ecc ecc ecc...
Filosofo80- Messaggi : 1216
Data d'iscrizione : 11.02.13
Località : TRINACRIA
Re: Analisi della lavagna di Giovanna Cosenza blogger del Fatto
precario_acciaio ha scritto:Io e mia madre (ex docente) ci siamo già fatti infinite risate sul fatto che il principale propugnatore di una Nuova Buona Scuola debba usare la lavagna di ardesia e nemmeno sia buono di scrivere alla LIM...
Le lim sono sorpassate (perchè non vogliono spendere 1k euro per ogni aula dei 40k plessi scolastici italiani), ora c'è il tablet , fornito dalla scuola (in genere orridi mediacom 7", inutili anche solo per fruire di un minimo di contenuti) o con la filosofia del "bring your own device", cioè portatelo a casa che non abbiamo li sordi per comprartelo lol.
mordekayn- Messaggi : 6796
Data d'iscrizione : 19.07.11
Età : 34
Re: Analisi della lavagna di Giovanna Cosenza blogger del Fatto
Filosofo80 ha scritto:Concordo anch'io... è un video fatto per tutti tranne che per gli insegnanti; è più facile parlare all'opinione pubblica che ci considera con antipatia "quelli che hanno tre mesi di vacanza, 15 giorni a Natale, solo 18 ore a settimana" ecc ecc ecc...
E' chiaro che è così.
Ai dibattiti (cioè forme di propaganda degne del minculpop) sulla buona scuola il MIUR voleva che vi partecipassero gli "stakeholder" della scuola italiana..cioè genitori, aziende, etc,etc..i sindacati, i docenti e gli ata (questi ultimi cancellati di fatto dalla buona scuola) non sono soggetti con cui discutere sul futuro dell'istruzione italiana...Renzi su questo è stato chiarissimo..decide lui e non i sindacati, nè tantomeno i lavoratori.
Il DDL lo approveranno a forza di canguri e solite manovrine parlamentari in modo da trasformare le scuole italiane in feudi personali del dirigente scolastico, espungendo il personale inutile dalle scuole (ata in primis) e trasformando i docenti in impiegati lecchini del preside.
mordekayn- Messaggi : 6796
Data d'iscrizione : 19.07.11
Età : 34
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