Riforma della scuola e parità di diritti
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Riforma della scuola e parità di diritti
Gentili signore e signori,
giornalisti e sindacati, docenti di ruolo e precari,
scrivo a nome degli insegnanti dimenticati all’estero e di serie B per i nostri sindacati.
I sindacati che si propongono come difensori dei diritti dei precari solo se compresi nel loro orizzonte, orizzonte ristretto che non riguarda i docenti italiani precari all’estero, troppo lontani.
Gli insegnanti all’estero lavorano assunti direttamente dal MAECI o dagli Enti gestori.
Nel primo caso sono docenti già di ruolo che hanno superato un concorso di certificazione linguistica B1 della lingua del Paese in cui andranno ad insegnare.
L’Ente gestore è finanziato dal Ministero ma i docenti impiegati sono assunti invece con contratto locale. Sono cioè pagati in modo differente e suscettibili di licenziamento, anche se assunti a tempo indeterminato. Quando? Ogni volta che un corso serve per completare la cattedra di un docente di ruolo.
Insegnanti degli Enti gestori che da un ventennio insegnano nei corsi di lingua e cultura italiana, sono considerati di serie B, quasi come dei parassiti a cui nessun diritto debba essere riconosciuto. Perché anche se insegnano da decenni, non saranno mai al livello di un docente italiano che venga dall’Italia…Lo è solo finché serve.
E i sindacati? Loro si preoccupano dello stipendio che diminuisce. Noi non ci preoccupiamo dello stipendio, ci preoccupiamo di veder riconosciuti i nostri diritti di docenti a tutti gli effetti.
A causa della Spending Review quest’anno molti corsi sono passati agli Enti gestori. Ancora il privato contro il pubblico, si afferma. Ma noi siamo persone, che abbiamo investito risorse e passione in questo ambito e che meritiamo di poter continuare a lavorare serenamente.
Si parla di riforma della scuola in direzione aziendalistica, i sindacati sono un’azienda là dove si preoccupano solo dei propri interessi e hanno smarrito il senso del loro esistere: proteggere i diritti di tutti.
Io non sono tra quelli che intende far guerra ai docenti di ruolo che vengono dall’Italia, sebbene capisca le rimostranze dei miei colleghi. Io credo che anche loro, per legge, abbiano diritto di venire all’estero ad insegnare e semmai di collaborare con noi per gli obiettivi comuni: fornire gli alunni di strumenti per lo sviluppo di competenze per l’autopromozione di sé, sviluppo di consapevolezza della ricchezza delle proprie costellazioni culturali e per la promozione della nostra lingua e cultura.
COLLABORAZIONE, SOLIDARIETÀ, NON COMPETIZIONE E INDIVIDUALISMI. Ma non capisco perché, come ho letto dagli inizi dell’anno, i cari signori votanti la sinistra (?!)chiedessero al MAECI di prevedere la conservazione dei corsi con i supplenti per poi in fase di crescita economica riprenderseli…
Insegnanti usa e getta.
Adesso che i Corsi sono stati passati agli Enti, si vorrebbe far passare una maggiore capacità di spesa per poterseli riprendere.
È una vergogna. Non sono dipesi da noi i tagli ed io con i miei colleghi chiediamo che finalmente nella Riforma della Scuola all’estero venga cancellata la norma secondo cui in qualsiasi momento i corsi dei docenti degli Enti possono essere tolti e dati ai docenti di ruolo provenienti dall’Italia.
Inoltre bisogna anche far notare che non è giusto che all’insegnamento all’estero possano accedervi solo insegnanti italiani dall’Italia, nei successivi concorsi bisognerebbe prevedere possibilità d’accesso anche ai docenti locali. Quanti alunni sceglierebbero di studiare l’italiano anche all’Università, se avessero anche loro le opportunità di insegnare nei corsi, un giorno? Perché i nostri alunni non dovrebbero poter accedere all’insegnamento dei Corsi (prevedendone la formazione adeguata e i soggiorni in Italia).
Ribadisco la mia gentile richiesta al Governo e ai sindacati, così come a Voi giornalisti di riflettere sulla disparità di trattamento e la totale mancanza di rispetto dei più elementari diritti di un docente che lavora da anni nei Corsi di un Ente gestore o di un’insegnante come me che comunque si è formato esattamente come gli italiani in Italia e che ha servizio.
Chiedo rispetto anche per gli alunni che meritano continuità nell’insegnamento e di non assistere a queste guerre di basso profilo tra lavoratori.
Per la Vs. cortese attenzione e profonda riflessione,
Vi ringrazio in anticipo.
giornalisti e sindacati, docenti di ruolo e precari,
scrivo a nome degli insegnanti dimenticati all’estero e di serie B per i nostri sindacati.
I sindacati che si propongono come difensori dei diritti dei precari solo se compresi nel loro orizzonte, orizzonte ristretto che non riguarda i docenti italiani precari all’estero, troppo lontani.
Gli insegnanti all’estero lavorano assunti direttamente dal MAECI o dagli Enti gestori.
Nel primo caso sono docenti già di ruolo che hanno superato un concorso di certificazione linguistica B1 della lingua del Paese in cui andranno ad insegnare.
L’Ente gestore è finanziato dal Ministero ma i docenti impiegati sono assunti invece con contratto locale. Sono cioè pagati in modo differente e suscettibili di licenziamento, anche se assunti a tempo indeterminato. Quando? Ogni volta che un corso serve per completare la cattedra di un docente di ruolo.
Insegnanti degli Enti gestori che da un ventennio insegnano nei corsi di lingua e cultura italiana, sono considerati di serie B, quasi come dei parassiti a cui nessun diritto debba essere riconosciuto. Perché anche se insegnano da decenni, non saranno mai al livello di un docente italiano che venga dall’Italia…Lo è solo finché serve.
E i sindacati? Loro si preoccupano dello stipendio che diminuisce. Noi non ci preoccupiamo dello stipendio, ci preoccupiamo di veder riconosciuti i nostri diritti di docenti a tutti gli effetti.
A causa della Spending Review quest’anno molti corsi sono passati agli Enti gestori. Ancora il privato contro il pubblico, si afferma. Ma noi siamo persone, che abbiamo investito risorse e passione in questo ambito e che meritiamo di poter continuare a lavorare serenamente.
Si parla di riforma della scuola in direzione aziendalistica, i sindacati sono un’azienda là dove si preoccupano solo dei propri interessi e hanno smarrito il senso del loro esistere: proteggere i diritti di tutti.
Io non sono tra quelli che intende far guerra ai docenti di ruolo che vengono dall’Italia, sebbene capisca le rimostranze dei miei colleghi. Io credo che anche loro, per legge, abbiano diritto di venire all’estero ad insegnare e semmai di collaborare con noi per gli obiettivi comuni: fornire gli alunni di strumenti per lo sviluppo di competenze per l’autopromozione di sé, sviluppo di consapevolezza della ricchezza delle proprie costellazioni culturali e per la promozione della nostra lingua e cultura.
COLLABORAZIONE, SOLIDARIETÀ, NON COMPETIZIONE E INDIVIDUALISMI. Ma non capisco perché, come ho letto dagli inizi dell’anno, i cari signori votanti la sinistra (?!)chiedessero al MAECI di prevedere la conservazione dei corsi con i supplenti per poi in fase di crescita economica riprenderseli…
Insegnanti usa e getta.
Adesso che i Corsi sono stati passati agli Enti, si vorrebbe far passare una maggiore capacità di spesa per poterseli riprendere.
È una vergogna. Non sono dipesi da noi i tagli ed io con i miei colleghi chiediamo che finalmente nella Riforma della Scuola all’estero venga cancellata la norma secondo cui in qualsiasi momento i corsi dei docenti degli Enti possono essere tolti e dati ai docenti di ruolo provenienti dall’Italia.
Inoltre bisogna anche far notare che non è giusto che all’insegnamento all’estero possano accedervi solo insegnanti italiani dall’Italia, nei successivi concorsi bisognerebbe prevedere possibilità d’accesso anche ai docenti locali. Quanti alunni sceglierebbero di studiare l’italiano anche all’Università, se avessero anche loro le opportunità di insegnare nei corsi, un giorno? Perché i nostri alunni non dovrebbero poter accedere all’insegnamento dei Corsi (prevedendone la formazione adeguata e i soggiorni in Italia).
Ribadisco la mia gentile richiesta al Governo e ai sindacati, così come a Voi giornalisti di riflettere sulla disparità di trattamento e la totale mancanza di rispetto dei più elementari diritti di un docente che lavora da anni nei Corsi di un Ente gestore o di un’insegnante come me che comunque si è formato esattamente come gli italiani in Italia e che ha servizio.
Chiedo rispetto anche per gli alunni che meritano continuità nell’insegnamento e di non assistere a queste guerre di basso profilo tra lavoratori.
Per la Vs. cortese attenzione e profonda riflessione,
Vi ringrazio in anticipo.
azzurriALLestero- Messaggi : 1
Data d'iscrizione : 15.05.15
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