Regolamento mobilità deciso unilateralmente.

Vecchie regole se non si mettono d'accordo

erik ha scritto:Vecchie regole se non si mettono d'accordo

Per fortuna l'accordo lo trovano...
Nei gg a ridosso del famoso inoltro hanno dimostrato una coesione mai vista.

erik ha scritto:Vecchie regole se non si mettono d'accordo

Non concordiamo con tale interpretazione. Da quale normativa la desumi?

[quote="lallaorizzonte"]

erik ha scritto:Vecchie regole se non si mettono d'accordo

Non concordiamo con tale interpretazione. Da quale normativa la desumi?[/quote
Già solo con la 107 ci saranno novità.

Nessuna normativa dice che vi saranno vecchie regole se non si mettono d' accordo, ma sicuramente i sindacati hanno molte armi per ottenere almeno di rimandare gli albi:i tempi stretti,il fatto che ad alcuni è concesso il privilegio della mobilità ordinaria, il fatto che il ruolo diventa regionale solo a partire dal settembre 2016, i ricorsi relativi alla costituzionalità della legge 107 (che se passassero produrrebbero ingiustizie insanabili dopo che qualcuno ha subito la mobilità per ambiti). Se i sindacati usassero queste armi come sembra che per ora stiano facendo,si potrebbe arrivare ad una deroga che rimandi gli albi all' anno prossimo (RICORDO CHE OGNI LEGGE è DEROGABILE, SE SI VUOLE, MEGLIO UNA DEROGA GIUSTA CHE L' APPLICAZIONE DI UNA LEGGE INGIUSTA)

Comunque, anche se la non collaborazione dei sindacati non servisse a nulla e la legge si applicasse lo stesso, mi auguro che i sindacati non si prestino a scrivere questa bruttissima pagina per la scuola italiana insieme al MIUR, magari dicendo che che se ci sono anche loro ci garantiscono o qualche altra cosa del genere, mi sentirei davvero tradito

Infatti, nessuna normativa dice nulla (o almeno nulla di chiaro e comprensibile), a parte le sommarie indicazioni contenute nella L. 107.
Purtroppo all'interruzione degli incontri tra rappresentanti delle organizzazioni sindacali e miur ha fatto seguito solo il silenzio. Silenzio che non mi fa ben sperare, ma piuttosto mi fa pensare che prima o poi (più poi che prima) uscirà una qualche norma o chiarimento e sarà davvero unilaterale e non frutto di contrattazione. Temo.