Servizio nelle paritarie: giusto non valutarlo

Non voglio suscitare polemiche, ma per accedere al servizio in una scuola paritaria non esistono nè graduatorie, nè concorsi, pertanto l' attribuzione di contratti nelle scuole paritarie è LEGALMENTE E PALESEMENTE CLIENTELARE, come si può pensare di valutare tale servizio al fine della mobilità? E a chi dice che però il servizio nelle paritarie è valutato al fine delle graduatorie dei precari, rispondo che per sanare questa discrepanza non bisognerebbe valutare il servizio nelle scuole paritarie a nessun fine nella scuola pubblica. D'altro canto non mi risulta che nelle paritarie si valutino i tipici titoli valutati nella scuola pubblica. E' ANNI CHE VEDO GENTE NEANCHE ABILITATA LAVORARE NELLE PARITARIE  E CONTEMPORANEAMENTE GENTE CON 3 ABILITAZIONI A SPASSO AD ASPETTARE LE CHIAMATE  DALLE GAE.

Quello che tu dici è vero.
Scandali a parte (finti contratti con solo il versamento dei contributi), in diverse scuole paritarie, anche qui del nord, puoi insegnare solo se provieni da determinanti ambienti.

Però la visione politica è altra: se ben ricordo alcuni anni i servizi nelle paritarie sono stati valutati (mi riferisco alle GAE), altri no. E' una scelta del legislatore, esattamente come quella dei finanziamenti pubblici alle stesse.

Per quanto riguarda i ricorsi, io sono perplessa sul fatto che ricorrere per vedersi riconosciuto il servizio nelle paritarie porti ad una vittoria automatica. Sul web vengono sbandierate solo le sentenze che hanno portato alla vittoria dei ricorrenti (parlo di ogni tipo di ricorso, non solo di quelli relativi alle paritarie)... quando mai si legge "insegnante perde il ricorso per vedere riconosciuto il tal titolo?"
Possibile che i ricorsi vengano vinti TUTTI, SEMPRE? Dipenderà dai casi, no?

Stefania, io sono pienamente d' accordo con il fatto che fare ricorso non vuol dire necessariamente vincerlo, e anche sul fatto che sui siti vengano sbandierate le vittorie (magari poche) e ignorate le sconfitte (ad esempio a Monza il ricorso sulle paritarie è stato perso, e così da molte altre parti).

Il problema, dal mio punto di vista, è che chi propone certi ricorsi dovrebbe avere coscienza del fatto che non tutti sono dei pecoroni, e che si stanno accorgendo di quello che sta succedendo (basta vedere sui vari gruppi facebook). Inoltre un sindacato dovrebbe agire spinto da una motivazione ideologica universalmente condivisibile, mi chiedo come si possa giustificare (al di là dei cavilli legali) il paragonare il servizio di ruolo nella scuola pubblica (il cui accesso è severamente regolato) al servizio nella scuola paritaria (il cui accesso è, come dici anche tu, severamente legato al fare parte di certi ambienti).

Indipendemente da questo credo che farsi sentire possa servire, se non a fare cambiare idea al legislatore, almeno a rendere conscio chi propone certi ricorsi, di quanto sta facendo e di come la cosa è vista dagli occhi degli altri.

Condivido e sottoscrivo! Sono assolutamente d'accordo.

Carissimi colleghi ancora una volta leggo giudizi sulle scuole paritarie che fanno di tutta un'erba un fascio personalmente ho insegnato per 15 anni in una scuola paritaria assolutamente seria e del tutto proficua per i ragazzi. Al contrario, da quando insegno nella scuola pubblica mi sono ritrovato a gestire situazioni riguardanti gli alunni del tutto fuori controllo ma ancora peggio, colleghi docenti che insegnano da decenni totalmente inadatti al loro ruolo. Pertanto prima di giudicare è bene saper fare le giuste distinzione, io al posto vostro mi asterrei dal parlare di argomenti che conoscete parzialmente.

scusa ciccio, perchè sei passato alla pubblica?

Perché nella paritaria ero part time. Ma non vorrei essere stato frainteso, per completare il ragionamento che facevo nel post precedente ed ancor più a conferma del fatto che non bisogna mai fare di tutta un'erba un fascio tengo a sottolineare che conosco altresì realtà di scuole pubbliche assolutamente ottime.

Allora probbilmente tutti quelli che erano nelle paritarie erano in part time, visto che appena hanno potuto sono passati nella pubblica,vantando punteggi ottenuti con servizio a cui hanno acceduto senza nessuna selezione!

veramente i tanti che han lavorato a tempo pieno anche per oltre dieci, 15 anni nelle private...al momento del ruolo nella scuola pubblica han serenamente salutato la paritaria.
ci sarà un perché...chissà.
sulla differente qualità delle scuole paritarie non discuto, dai racconti che me ne han fatto (non ci ho mai lavorato e nemmeno studiato), sento di eccellenze reali, presunte e vere schifezze.
pur essendo ormai fuori dai giochi (finalmente!), non posso che appoggiare l'appello di nadine, fosse anche solo per il sistema di selezione che porta a lavorare in una tal scuola o no.
se c'è libertà di scelta (e nel privato mi par sacrosanto, sia chiaro), altrettanto non è corretto utilizzare il punteggio nella scuola pubblica dove lo stesso criterio di selezione non è contemplato (e mi pare altrettanto sacrosanto, sia chiaro anche questo).
se non erro prima della moratti il punteggio nella paritaria almeno valeva a metà...da lì in poi è stato uno scempio totale.

Ribadisco il concetto non bisogna fare di tutta un'erba un fascio io personalmente sono stato assunto nella paritaria solo perché in possesso dell'abilitazione che poi è la stessa identica e unico criterio di selezione che si adotta nella scuola pubblica o no? L'unica variante è che nella scuola pubblica il dirigente deve accollarsi chiunque gli capiti mentre nella MIA ex scuola paritaria oltre al titolo di abilitazione sì seleziona la persona.

e dici poco ciccio...
nella scuola pubblica si viene assunti, fosse anche solo per una supplenza, seguendo una graduatoria formata da punteggi (che si sperano essere reali, onesti, sinceri, legali).
la selezione personale che fa il ds, nel privato, come nel pubblico, potrebbe realmente fare la differenza anche in positivo.
lo vado dicendo da sempre.
in un mondo perfetto composto da onesti sarei favorevolissima allo stesso tipo di selezione anche nel pubblico.
in italia...no.

ciccioprof ha scritto:Ribadisco il concetto non bisogna fare di tutta un'erba un fascio io personalmente sono stato assunto nella paritaria solo perché in possesso dell'abilitazione che poi è  la stessa identica e unico criterio di selezione che si adotta nella scuola pubblica o no? L'unica variante è che nella scuola pubblica il dirigente deve accollarsi chiunque gli capiti mentre nella MIA ex scuola paritaria oltre al titolo di abilitazione sì seleziona la persona.

Se sei stato assunto solo perchè avevi l' abilitazione, allora ne desumo che nella tua provincia e nella tua classe di concorso nella TUA scuola paritaria abbiano assunto tutti quelli con l' abilitazione che non riuscivano a lavorare nella pubblica.

Si.

ciccioprof ha scritto:Si.

Quindi contando che in certe provincie, in certe Gae c' erano più di 300 persone e che lavoravano solo le prime 20, mi devo immaginare scuole paritarie con 280 insegnanti di italiano, 250 di matematica e così via? 10 insegnanti ogni alunno in altre parole?

Io ho semplicemente detto che ci sono delle scuole paritarie che lavorano in maniera seria e che assumono i docenti in base all'obbligo di essere in possesso dell'abilitazione e chiaramente in funzione di un colloquio. Una volta assunti stipulano un contratto assolutamente identica contratto nazionale della scuola pubblica. Con questo non voglio dire che tutte le scuole paritarie si comportano allo stesso modo Ma ma non è nemmeno esatto affermare che la scuola pubblica è di gran lunga meglio di tutta la scuola paritaria

ciccioprof ha scritto:Io ho semplicemente detto che ci sono delle scuole paritarie che lavorano in maniera seria e che assumono i docenti  in base all'obbligo di essere in possesso dell'abilitazione e chiaramente in funzione di un colloquio.  Una volta assunti stipulano un contratto assolutamente identica contratto nazionale della scuola pubblica. Con questo non voglio dire che tutte le scuole paritarie si comportano allo stesso modo Ma ma non è nemmeno esatto affermare che la scuola pubblica è di gran lunga meglio di tutta la scuola paritaria

Con la differenza che, almeno sulla carta, ci sono 120 ore gratis da dare alla scuola (forse più?) e che lo stipendio è circa di 300 euro inferiore a quello della statale.

Certo che ci sono buone scuole paritarie e pessime scuole pubbliche.

Il problema è la trasparenza: per entrare nella scuola pubblica devi rispondere a determinati criteri oggettivi. Di solito è il punteggio, poi naturalmente se il legislatore decide di immettere in ruolo chiunque sia iscritto in GAE, anche a punteggio 0, la responsabilità è politica. E' anche vero che il punteggio non garantisce affatto la competenza e la professionalità del singolo docente, però almeno un criterio ufficiale,
verificabile, esiste.

Questa trasparenza non è è altrettanto evidente nelle paritarie, anche buone.
A Bologna, che è una città medio-grande con diverse scuole paritarie, esistono le scuole che hanno una buona fama e quelle che sono considerate meri diplomifici (basta che paghi... e col cavolo che il figlio di immigrato con molti fratelli avrà le stesse opportunità di diplomarsi del figlio di papà della buona borghesia). Però in città è notorio che in una determinata scuola di buona fama, che offre una preparazione seria, non entri ad insegnare se non sei cattolico praticante, e nello specifico se non appartieni ad un determinato movimento. Il ragazzo che si iscriverà, retta a parte, potrà essere anche ateo, ma si troverà solo insegnanti, molto bravi, non dico, appartenenti al suddetto movimento. Insegnanti molto bravi, sì, ma che avranno l'opportunità di avere anni di preruolo che i loro colleghi miscredenti rimasti nelle graduatorie pubbliche si sogneranno.

. La parità è riconosciuta alle scuole non statali che ne fanno richiesta e che, in possesso dei seguenti requisiti :

a) un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione; un piano dell’offerta formativa conforme agli ordinamenti e alle disposizioni vigenti; attestazione della titolarità della gestione e la pubblicità dei bilanci;
b) la disponibilità di locali, arredi e attrezzature didattiche propri del tipo di scuola e conformi alle norme vigenti;
c) l’istituzione e il funzionamento degli organi collegiali improntati alla partecipazione democratica;
d) l’iscrizione alla scuola per tutti gli studenti i cui genitori ne facciano richiesta, purchè in possesso di un titolo di studio valido per l’iscrizione alla classe che essi intendono frequentare;
e) l’applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con handicap o in condizioni di svantaggio;
f) l’organica costituzione di corsi completi: non può essere riconosciuta la parità a singole classi, tranne che in fase di istituzione di nuovi corsi completi, ad iniziare dalla prima classe;
g) personale docente fornito del titolo di abilitazione;
h) contratti individuali di lavoro per personale dirigente e insegnante che rispettino i contratti collettivi nazionali di settore.

SE LA SCUOLA È SERIA NON CI SONO ORE IN PIÙ NE EMOLUMENTI IN MENO.

Serie o meno, sono una cosa diversa dalla scuola statale! E come nelle paritarie se ne infischiano dei parametri utilizzati nella statale per assumere i docenti (concorsi e graduatorie) ed i posti vengono dati LEGALMENTE PER CONOSCENZA, non vedo perchè qualcuno proponga di valutare nella SCUOLA pubblica un servizio ottenuto LEGALMENTE PER CONOSCENZA.

Aggiungo che il punto g) di cui parla ciccio nei criteri per riconoscere la parità NON E' REGOLARMENTE RISPETTATO DALLE SCUOLE PARITARIE, e sto parlando del profondo nord!

ciccioprof ha scritto:

SE LA SCUOLA È SERIA NON CI SONO ORE IN PIÙ NE EMOLUMENTI IN MENO.

I contratti delle paritarie, per legge, hanno ore aggiuntive e una contribuzione maggiore.
Se una scuola paritaria decide di dare ai suoi docenti lo stesso stipendio della statale significa che ha un fondo extra contrattuale dal quale attingere.

gugu ha scritto:

ciccioprof ha scritto:

SE LA SCUOLA È SERIA NON CI SONO ORE IN PIÙ NE EMOLUMENTI IN MENO.

I contratti delle paritarie, per legge, hanno ore aggiuntive e una contribuzione maggiore.
Se una scuola paritaria decide di dare ai suoi docenti lo stesso stipendio della statale significa che ha un fondo extra contrattuale dal quale attingere.

Quindi, per legge, non sono la stessa cosa di quelli statali!

Correggo: stipendio minore.

Basta leggersi i contratti AGIDAE e ANINSEI.

Leggo che a Catania i giuduici riconoscono in base alla legge 62/2000 il servizio nelle paritarie. La cosa è assurda in quanto la legge 62/2000 non parifica il servizio, nè gli stipendi, ma solo le scuole.

Quello che consola è che molti tribunali non seguono questa giurisprudenza (vedi Monza, ed altre su cui non si fa molta pubblicità), inoltre per fortuna  sono solo sentenze di I grado (impugnabili dal MIUR) e di lì ad un effettivo riconoscimento il passo è fortunatamente ancora lungo. D' altro canto l' Anief sosteneva, di fronte a vittorie in I grado, di aver vinto riguardo l' inserimento dei diplomati magistrali in Gae, mentre la cosa è ancora assolutamente da vedere.

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/17_giugno_22/bus-la-maturita-privatista-melito-centinaia-tutta-italia-a6ce579a-5721-11e7-ab96-89044b88698d.shtml

Ecco. Equiparare i servizi sarebbe l' ennesima ingiustizia di questa repubblica delle banane

Verissimo.