Forse lo psicologo a scuola non sarebbe una cattiva idea...
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franco71
Hoffnung2
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Forse lo psicologo a scuola non sarebbe una cattiva idea...
Mi chiedo questo perchè mi sento impreparata di fronte a una, a mio avviso, richiesta di attenzioni neanche troppo celata, che si presenta spesso a scuola: lavoro nel I grado, sono stata docente di materia e di sostegno e in entrambi i casi ho avuto ragazze/ragazzi che insistevano nel raccontarmi e nel sottolineare il fatto di essere sempre a casa da soli nel pomeriggio. "Prof, io sono SEMPRE da sola/a", "mi cucino da sola/o", "non ho fatto i compiti perchè da solo mi distraggo / non lo so fare"... e via dicendo. Alcuni penseranno che sono cose normali, molti genitori lavorano e non sempre si hanno i nonni disponibili o vicini. Queste esternazioni avvengono sempre in contesti extra lezione (es. in gita, alla ricreazione, quando mi avvicino per aiutarli) e soprattutto mi capitano ora che lavoro su sostegno (ma anche su materia non sono mancati i casi, tanto è vero che una volta ho chiamato una mamma perchè la ragazza era diventata martellante sull'argomento e continuava a ripeterlo anche ai compagni. Ho pensato, da genitore, che non fosse un bene pubblicizzare ai quattro venti il suo essere a casa da sola sempre e tutto il giorno).
Non so, forse sono troppo apprensiva io, ma secondo me un segnale questi ragazzi lo vogliono mandare e forse noi insegnanti possiamo solo accogliere questo sfogo, rispondere in base alla nostra sensibilità, ma non di certo risolvere il problema o confortarli nel loro disagio. Forse lo psicologo a scuola, oltre ad arrivare per l'orientamento o per i casi di bullismo, potrebbe davvero essere utile per un confronto su questi "segnali" da parte dei ragazzi. Ovviamente psicologi con la P maiuscola.
Guarda caso, gli stessi alunni che si spingono in queste confidenze sono gli stessi che ti sfidano, ti cercano per avere una mano nei compiti e gli stessi che cercano di raccontarti della loro famiglia (rapporti con i fratelli, desideri per il futuro...). Io non ho mai cercato questa confidenza e forse nemmeno sono la migliore ascoltatrice che possano avere, ma quando lavori 18 ore nella stessa classe credo sia normale si crei un dialogo su tante tematiche.
Aiuuuuuto, non voglio fare la psicologa della classe, ma nemmeno posso girarmi dall'altra parte no!? Se sono loro i primi ad aprirsi, perchè dovrei creare un muro? Sono in difficoltà. Fin dove restare aperta al dialogo? A voi è mai capitato? Quando ero esclusivamente su materia era più facile creare un certo distacco, soprattutto avendo poche ore per classe. Adesso invece sono seduta dalla loro parte ma non sono ovviamente una di loro. Respiro le loro emozioni, vedo i colleghi con un punto di vista più simile al loro, mentre da curricolare ero tutta concentrata sulla lezione. Questo nuovo ruolo mi sta mettendo molto alla prova, soprattutto da un punto di vista emotivo. Si aprono mille prospettive educative e spunti di riflessione; trovo tutto questo affascinante e sfidante allo stesso tempo. E tornando allo psicologo, si potrebbe anche prevedere una figura che assista noi docenti nel relazionarci nel modo giusto su varie tematiche adolescenziali.
Ho postato in riforme perchè spero che questa diventi un nuovo tema dibattuto e approvato, lo psicologo a scuola. Ma se i moderatori ritengono più corretto spostare il thread lo facciano pure.
Grazie per l'attenzione.
Non so, forse sono troppo apprensiva io, ma secondo me un segnale questi ragazzi lo vogliono mandare e forse noi insegnanti possiamo solo accogliere questo sfogo, rispondere in base alla nostra sensibilità, ma non di certo risolvere il problema o confortarli nel loro disagio. Forse lo psicologo a scuola, oltre ad arrivare per l'orientamento o per i casi di bullismo, potrebbe davvero essere utile per un confronto su questi "segnali" da parte dei ragazzi. Ovviamente psicologi con la P maiuscola.
Guarda caso, gli stessi alunni che si spingono in queste confidenze sono gli stessi che ti sfidano, ti cercano per avere una mano nei compiti e gli stessi che cercano di raccontarti della loro famiglia (rapporti con i fratelli, desideri per il futuro...). Io non ho mai cercato questa confidenza e forse nemmeno sono la migliore ascoltatrice che possano avere, ma quando lavori 18 ore nella stessa classe credo sia normale si crei un dialogo su tante tematiche.
Aiuuuuuto, non voglio fare la psicologa della classe, ma nemmeno posso girarmi dall'altra parte no!? Se sono loro i primi ad aprirsi, perchè dovrei creare un muro? Sono in difficoltà. Fin dove restare aperta al dialogo? A voi è mai capitato? Quando ero esclusivamente su materia era più facile creare un certo distacco, soprattutto avendo poche ore per classe. Adesso invece sono seduta dalla loro parte ma non sono ovviamente una di loro. Respiro le loro emozioni, vedo i colleghi con un punto di vista più simile al loro, mentre da curricolare ero tutta concentrata sulla lezione. Questo nuovo ruolo mi sta mettendo molto alla prova, soprattutto da un punto di vista emotivo. Si aprono mille prospettive educative e spunti di riflessione; trovo tutto questo affascinante e sfidante allo stesso tempo. E tornando allo psicologo, si potrebbe anche prevedere una figura che assista noi docenti nel relazionarci nel modo giusto su varie tematiche adolescenziali.
Ho postato in riforme perchè spero che questa diventi un nuovo tema dibattuto e approvato, lo psicologo a scuola. Ma se i moderatori ritengono più corretto spostare il thread lo facciano pure.
Grazie per l'attenzione.
Hoffnung2- Messaggi : 2473
Data d'iscrizione : 16.05.14
Re: Forse lo psicologo a scuola non sarebbe una cattiva idea...
Mi sembra la sezione più indicata. In realtà in alcune scuole lo psicologo per affrontare problemi come questi (sia per gli studenti sia per gli insegnanti) c'è già. Forse può essere utile, forse no. Penso che se i ragazzi manifestano questo disagio siano i genitori che devono fare qualcosa (hai fatto bene, secondo me, ad avvisare la mamma) per farli sentire meno soli, al di là dei problemi che possono obiettivamente esserci nella gestione familiare.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: Forse lo psicologo a scuola non sarebbe una cattiva idea...
La scuola non li vorrebbe gli psicologi, gli educatori, gli assistenti sociali; la scuola vorrebbe rimanere pura nella sua mission:"ti insegno le cose del mondo, così, forse, potrai stare al mondo..."
La scuola, per come è concepita, si aspetta che i suoi utenti siano pronti a recepire i suoi insegnamenti. Mi immagino sempre che i suoi utenti li desideri come vasi ben fatti e capienti. E lei che ci mette dentro l'occorrente.
Quando si ritrova vasi piccoli, bucati, fragili, fessi va in crisi. E' stata preparata solo per riversare, magari usando qualche accortezza, ma riversare.
Ecco, gli psicologi fanno i "vasari", nel senso però di "ripara-vasi"....
E' chiaro che se una persona (non importa se bambino, ragazzino o giovane) non è nella giusta condizione esistenziale (psicologica , motivazionale) a scuola rende ben poco. Alcuni risolvono proprio usando l'impegno scolastico per distrarsi dai problemi, ma i più lo soffrono.
La scuola cerca di stimolare usando anche le minacce (il brutto voto, la comunicazione a casa, la bocciatura), ma si sa oggi dove vanno a finire tutte queste minacce. L'insegnante , d'altra parte non è stato formato per affrontare certi problemi. Abbiamo detto che è più pronto a far uso di vasi ben torniti.
Quindi ecco a sostegno, lo psicologo o lo psicopedagogista. Sono figure temporanee, che vanno e che vengono. Non ci sono i soldi , non c'è una filosofia, non c'è necessariamente stima. C'è piuttosto conflitto di interessi perchè pure la scuola si presenta con i suoi deficit e a volte peccando di insensibilità acuisce i problemi.
Il compito del professionista è di riparare il vaso così l'alunno può tornare a frequentare con profitto la scuola.
Questa è ritenuta la vera e possibile alleanza.
A mio avviso invece manca una visione di insieme. Gli aspetti psicologici , motivazionali sono pregnanti e bisogna essere più pronti a trattarli. Il professionista può dare una mano , ma non lo vedrei sganciato dal sistema scuola, un mero ospite che dopo tre giorni puzza.
Sia per quanto riguarda i problemi di un'esistenza che inevitabilmente si riversa a scuola , sia per quanto riguarda i problemi che l'esistenza della scuola riversa su suoi utenti, gli aspetti psicologici vanno considerati. Quindi a mio avviso , la scuola per prima dovrebbe avere un'altra formazione (più vasari e meno macchinette di distribuzione automatica).
Si sarebbe veramente più educatori (competenza spesso citata a vanvera)
In un contesto del genere lo psicologo non sarebbe un pesce fuor d'acqua e sarebbe decisamente più efficace nel suo fare. Quante critiche - inespresse - si prende per la sua presenza! E d'altra parte è vero, c'è tanta psicologia d'accatto, spesso fuori dal mondo essa stessa.
Ma lo psicologo, con un mansionario ben preciso (capace di sporcarsi le mani, pronto a sua volta a fare scuola) è giusto a mio avviso che entri nelle aule perchè la scuola, capillare nella sua presenza sul territorio, è contesto rivelatore del disagio umano, esistenziale o formativo che sia.
La scuola, per come è concepita, si aspetta che i suoi utenti siano pronti a recepire i suoi insegnamenti. Mi immagino sempre che i suoi utenti li desideri come vasi ben fatti e capienti. E lei che ci mette dentro l'occorrente.
Quando si ritrova vasi piccoli, bucati, fragili, fessi va in crisi. E' stata preparata solo per riversare, magari usando qualche accortezza, ma riversare.
Ecco, gli psicologi fanno i "vasari", nel senso però di "ripara-vasi"....
E' chiaro che se una persona (non importa se bambino, ragazzino o giovane) non è nella giusta condizione esistenziale (psicologica , motivazionale) a scuola rende ben poco. Alcuni risolvono proprio usando l'impegno scolastico per distrarsi dai problemi, ma i più lo soffrono.
La scuola cerca di stimolare usando anche le minacce (il brutto voto, la comunicazione a casa, la bocciatura), ma si sa oggi dove vanno a finire tutte queste minacce. L'insegnante , d'altra parte non è stato formato per affrontare certi problemi. Abbiamo detto che è più pronto a far uso di vasi ben torniti.
Quindi ecco a sostegno, lo psicologo o lo psicopedagogista. Sono figure temporanee, che vanno e che vengono. Non ci sono i soldi , non c'è una filosofia, non c'è necessariamente stima. C'è piuttosto conflitto di interessi perchè pure la scuola si presenta con i suoi deficit e a volte peccando di insensibilità acuisce i problemi.
Il compito del professionista è di riparare il vaso così l'alunno può tornare a frequentare con profitto la scuola.
Questa è ritenuta la vera e possibile alleanza.
A mio avviso invece manca una visione di insieme. Gli aspetti psicologici , motivazionali sono pregnanti e bisogna essere più pronti a trattarli. Il professionista può dare una mano , ma non lo vedrei sganciato dal sistema scuola, un mero ospite che dopo tre giorni puzza.
Sia per quanto riguarda i problemi di un'esistenza che inevitabilmente si riversa a scuola , sia per quanto riguarda i problemi che l'esistenza della scuola riversa su suoi utenti, gli aspetti psicologici vanno considerati. Quindi a mio avviso , la scuola per prima dovrebbe avere un'altra formazione (più vasari e meno macchinette di distribuzione automatica).
Si sarebbe veramente più educatori (competenza spesso citata a vanvera)
In un contesto del genere lo psicologo non sarebbe un pesce fuor d'acqua e sarebbe decisamente più efficace nel suo fare. Quante critiche - inespresse - si prende per la sua presenza! E d'altra parte è vero, c'è tanta psicologia d'accatto, spesso fuori dal mondo essa stessa.
Ma lo psicologo, con un mansionario ben preciso (capace di sporcarsi le mani, pronto a sua volta a fare scuola) è giusto a mio avviso che entri nelle aule perchè la scuola, capillare nella sua presenza sul territorio, è contesto rivelatore del disagio umano, esistenziale o formativo che sia.
macro- Messaggi : 91
Data d'iscrizione : 06.03.19
Re: Forse lo psicologo a scuola non sarebbe una cattiva idea...
Dovreste cercare un accordo con la ASL (si chiama ancora così?) per avere uno dei loro psicologi a disposizione una volta al mese (a più, dipende dalla disponibilità) per supporto psicologico a richiesta di docenti, studenti o genitori.
mac67- Messaggi : 7123
Data d'iscrizione : 09.04.12
Località : Pianeta Terra
Re: Forse lo psicologo a scuola non sarebbe una cattiva idea...
[quote="Mariagraziana"]
Comunque, gli insegnanti si facciano il loro lavoro di insegnare e lascino ad altre professioni quello che è di loro competenza. Non rubiamo il lavoro agli altri. Infatti per colpa di noi docenti lo Stato non mette personale come medici e infermieri a scuola pagando i loro stipendi come avviene in altri stati occidentali come, per esempio negli Stati Uniti, perchè sa che c'è sempre il docente "asino" (nel senso di colui che porta pesi) che gli fa risparmiare soldi.[/quote]
Nessuno vuole rubare il lavoro agli psicologi, anzi. Mi sembra offensiva la tua risposta sinceramente. Mi ricordi un nick bellicoso di qualche tempo fa... Mi sbaglierò!
Comunque, gli insegnanti si facciano il loro lavoro di insegnare e lascino ad altre professioni quello che è di loro competenza. Non rubiamo il lavoro agli altri. Infatti per colpa di noi docenti lo Stato non mette personale come medici e infermieri a scuola pagando i loro stipendi come avviene in altri stati occidentali come, per esempio negli Stati Uniti, perchè sa che c'è sempre il docente "asino" (nel senso di colui che porta pesi) che gli fa risparmiare soldi.[/quote]
Nessuno vuole rubare il lavoro agli psicologi, anzi. Mi sembra offensiva la tua risposta sinceramente. Mi ricordi un nick bellicoso di qualche tempo fa... Mi sbaglierò!
Hoffnung2- Messaggi : 2473
Data d'iscrizione : 16.05.14
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