Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
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Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
Promemoria primo messaggio :
Nella classe di sui sono coordinatrice,
Parlo di scuola superiore, ho redatto ben 8 piani didattici individualizzati: 6 dsa, 1 bes e 1 studente/atleta. Parliamo di circa il 30% del totale. L’aid parla di una incidenza dei dsa del 5% sulla popolazione, pur volendo immaginare che la percentuale fosse al ribasso o di qualche anno fa questi numeri mi lasciano stupita... poiché sono nella stessa scuola da molto tempo iniziò a chiedermi se altrove è lo stesso...
Sarei curiosa inoltre di sapere come funziona la didattica per questi studenti all’estero, dove esiste una tradizione meno ‘inclusiva’... qualcuno ha maggiori info? Non si tratta di una polemica ma di sincera curiosità...
Nella classe di sui sono coordinatrice,
Parlo di scuola superiore, ho redatto ben 8 piani didattici individualizzati: 6 dsa, 1 bes e 1 studente/atleta. Parliamo di circa il 30% del totale. L’aid parla di una incidenza dei dsa del 5% sulla popolazione, pur volendo immaginare che la percentuale fosse al ribasso o di qualche anno fa questi numeri mi lasciano stupita... poiché sono nella stessa scuola da molto tempo iniziò a chiedermi se altrove è lo stesso...
Sarei curiosa inoltre di sapere come funziona la didattica per questi studenti all’estero, dove esiste una tradizione meno ‘inclusiva’... qualcuno ha maggiori info? Non si tratta di una polemica ma di sincera curiosità...
paranoid- Messaggi : 604
Data d'iscrizione : 14.04.16
L'ALTRO POLO- Messaggi : 10398
Data d'iscrizione : 24.01.14
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
Una risposta verosimile al quesito che pone Paniscus non ce l'ho, ma credo che non si possa estrapolare la scuola dal suo contesto sociale.
In parole povere è la società a chiedere alla scuola di essere meno esigente, e la scuola, che fa parte della società, si adegua.
A partire dalla politica, che esprime ministri che promuovono false riforme che vanno sempre nella stessa direzione, quella di una imprecisata "innovazione didattica e tecnologica" che si risolve in semplificazioni di vario tipo; anche la neoministra Azzolina ci tiene a ribadire il concetto che "bisogna riportare l'alunno al centro della scuola", come se questa centralità dell'individuo discente, ormai conclamata da quasi trent'anni, e la conseguente emarginazione dei saperi e degli insegnanti, non avesse già fatto abbastanza disastri.
La scuola si adegua anche attraverso i dirigenti, che eseguono le direttive ministeriali e si assicurano, con vari metodi, che lo facciano anche i suoi operai, cioè noi docenti.
Ma soprattutto la scuola si adegua attraverso i docenti, che in trent'anni hanno ben imparato ad attaccare il ciuccio dove vuole il padrone: e quindi una formazione che da qualche anno a questa parte più che stimolare l'orgoglio per il proprio ruolo sembra voler alimentare sensi di colpa per non aver "messo l'alunno al centro"; corsi di formazione ex 107 sulla 170 (praticamente la metà di tutti i corsi di formazione) nei quali passa il messaggio che sia importante prevedere facilitazioni per gli alunni con bes o dsa, o quanto meno di non essere troppo crudeli nei loro confronti; consapevolezza normativa nulla, per cui "il preside ha detto che si fa così", e così via. I docenti subiscono inoltre le pressioni che le famiglie esercitano in vari modi diversi, da quelli più maneschi di cui sono pieni le cronache a quelli più sottili, che passano spesso attraverso colloqui con i dirigenti contro i metodi del docente col quale il figlio, guarda caso, non raggiunge la sufficienza.
I docenti hanno una loro grande responsabilità, ma non va dimenticato che sono esecutori di direttive provenienti dall'alto e, in molti casi, sono sanzionati per comportamenti difformi. Ad esempio gli insegnanti del primo ciclo, specie quelli della primaria, devono seguire una normativa che in molti casi impone la sufficienza, che chiede loro di farsi in quattro per segnalare eventuali casi di DSA, che invita a una didattica accogliente che si adatti, abbassandosi, agli alunni con bisogni educativi speciali, stranieri, con DSA, con borderline cognitivi, con situazioni familiari gravi, che scoraggia richieste troppo esigenti in fatto di corsivo, riassunto, calcolo, logica eccetera; il tutto condito dalle nozioni di pedagogia apprese nei corsi di scienze della formazione primaria, in cui ancora prevale un'idea di bambino come un semi-incapace, che non va eccessivamente stressato con iniziali richieste di calcolo, astrazione, correttezza ortografica e così via. Le stesse difficoltà le incontrano i docenti della scuola media, per cui, secondo la 107 e il dlgs 62/17, per mettere un'insufficienza bisogna che dimostrino formalmente di aver fatto fuoco e fiamme pur di aiutare l'alunno.
In definitiva la scuola riflette la miopia della società, che soprattutto in un paese di individualisti e furbetti come l'Italia, considera l'alunno nella sua mera dimensione di individuo, quindi portatore di presunti diritti inalienabili, e non lo considera nella sua dimensione sociale, di persona inserita in un contesto sociale, economico, culturale e produttivo.
In parole povere è la società a chiedere alla scuola di essere meno esigente, e la scuola, che fa parte della società, si adegua.
A partire dalla politica, che esprime ministri che promuovono false riforme che vanno sempre nella stessa direzione, quella di una imprecisata "innovazione didattica e tecnologica" che si risolve in semplificazioni di vario tipo; anche la neoministra Azzolina ci tiene a ribadire il concetto che "bisogna riportare l'alunno al centro della scuola", come se questa centralità dell'individuo discente, ormai conclamata da quasi trent'anni, e la conseguente emarginazione dei saperi e degli insegnanti, non avesse già fatto abbastanza disastri.
La scuola si adegua anche attraverso i dirigenti, che eseguono le direttive ministeriali e si assicurano, con vari metodi, che lo facciano anche i suoi operai, cioè noi docenti.
Ma soprattutto la scuola si adegua attraverso i docenti, che in trent'anni hanno ben imparato ad attaccare il ciuccio dove vuole il padrone: e quindi una formazione che da qualche anno a questa parte più che stimolare l'orgoglio per il proprio ruolo sembra voler alimentare sensi di colpa per non aver "messo l'alunno al centro"; corsi di formazione ex 107 sulla 170 (praticamente la metà di tutti i corsi di formazione) nei quali passa il messaggio che sia importante prevedere facilitazioni per gli alunni con bes o dsa, o quanto meno di non essere troppo crudeli nei loro confronti; consapevolezza normativa nulla, per cui "il preside ha detto che si fa così", e così via. I docenti subiscono inoltre le pressioni che le famiglie esercitano in vari modi diversi, da quelli più maneschi di cui sono pieni le cronache a quelli più sottili, che passano spesso attraverso colloqui con i dirigenti contro i metodi del docente col quale il figlio, guarda caso, non raggiunge la sufficienza.
I docenti hanno una loro grande responsabilità, ma non va dimenticato che sono esecutori di direttive provenienti dall'alto e, in molti casi, sono sanzionati per comportamenti difformi. Ad esempio gli insegnanti del primo ciclo, specie quelli della primaria, devono seguire una normativa che in molti casi impone la sufficienza, che chiede loro di farsi in quattro per segnalare eventuali casi di DSA, che invita a una didattica accogliente che si adatti, abbassandosi, agli alunni con bisogni educativi speciali, stranieri, con DSA, con borderline cognitivi, con situazioni familiari gravi, che scoraggia richieste troppo esigenti in fatto di corsivo, riassunto, calcolo, logica eccetera; il tutto condito dalle nozioni di pedagogia apprese nei corsi di scienze della formazione primaria, in cui ancora prevale un'idea di bambino come un semi-incapace, che non va eccessivamente stressato con iniziali richieste di calcolo, astrazione, correttezza ortografica e così via. Le stesse difficoltà le incontrano i docenti della scuola media, per cui, secondo la 107 e il dlgs 62/17, per mettere un'insufficienza bisogna che dimostrino formalmente di aver fatto fuoco e fiamme pur di aiutare l'alunno.
In definitiva la scuola riflette la miopia della società, che soprattutto in un paese di individualisti e furbetti come l'Italia, considera l'alunno nella sua mera dimensione di individuo, quindi portatore di presunti diritti inalienabili, e non lo considera nella sua dimensione sociale, di persona inserita in un contesto sociale, economico, culturale e produttivo.
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
E aggiungerei globalizzato. Non mi stupirebbe se tra qualche anno i nostri facessero i manovali per gli stranieri. Anzi direi che sarebbe auspicabile. Il professionista a cui mi rivolgo deve essere bravo non necessariamente italiano. Al discorso di cui sopra aggiungerei Inoltre la mole di ricorsi a cui le scuole sono sottoposte.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
Altra annotazione. Abbiamo visto che negli ultimi anni il passaggio dalla scuola selettiva ad una scuola inclusiva. Anche forzatamente inclusiva, e questo lo dico da docente di sostegno. Non so dire se sia un bene o male punto Il problema è un altro. Una scuola inclusiva non può conferire diplomi. Ma questo l'ho sempre detto. deve certificare le competenze. faccio un esempio a me sta bene che il medico mi dica che ragazzo non deve fare temi riassunti. Ma questo poi io lo certifica. Sei ragazzo conosce la lingua inglese solo oralmente ma non la so scrivere questo va certificato. E così via. Questa soluzione comporterebbe due conseguenze. 1. l'insegnante non è costretto a dichiarare il falso. Viene certificato solamente quello che ragazzo sa fare e non di più. 2. Se queste certificazioni hanno un peso nella carriera lavorativa e universitaria vedrete che le famiglie presseranno affinché il figlio faccia tutto e senza facilitazioni.
Ultima modifica di carla75 il Dom Dic 29, 2019 11:20 am - modificato 1 volta.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
Aggiungo infine un'altra riflessione. È capitato anche a Me di visionare una certificazione medica in cui si invita la scuola a non far fare riassunti e temi al ragazzo punto ora Qualcuno dice che anche i medici devono dire la loro punto A me va benissimo ma sappiano questi medici che lo studente alla fine del quinto anno cessa di essere studente che diventa candidato punto gli unici strumenti ad appannaggio dei ragazzi DSA per l'esame di stato sono il computer e il lettore umano o mp3.li il tema di italiano deve farlo come gli altri punto con l'unica particolarità che la propria griglia di valutazione non tiene conto degli errori grammaticali e ortografici punto ora un medico mi deve spiegare come fa un ragazzo a sostenere appunto la prima prova quando non l'ha mai fatta. vuol dire che il ragazzo non sarà mai ammesso all'esame di Stato perché non in grado di svolgere la prima prova. Il problema è che i medici prendono gli strumenti dispensativi e compensativi della legge 170 e li appiccicano nella diagnosi senza sapere Cosa prevede il ministero come competenze in uscita per il conseguimento del titolo punto cosa che ovviamente sa invece il docente
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
[quote="bread&butter"]Dalla stessa analisi si può già intravedere una scuola parallela a quella trainata dai docenti visibili.
«I docenti subiscono inoltre le pressioni che le famiglie esercitano in vari modi diversi (...) che passano spesso attraverso colloqui con i dirigenti contro i metodi del docente col quale il figlio, guarda caso, non raggiunge la sufficienza. [Non solo dirigenti, ma l'intera dirigenza. E anche da parte di docenti che di padroni devono averne almeno due. Questi però lavorano molto più nell'ombra che a cielo aperto]»
Perché ai pargoli non sfugge il rapporto causa-effetto. E concettualizzano velocemente.
ps si deve anche aggiungere che i medici hanno le loro linee guida che sono obbligati a seguire.
Ognuno ha i suoi padroni. [/quote]
Le linee guida sono le misure compensative e dispensative previste dalla legge 170 e dai decreti. Non devono essere indicate h
Tutte. Inoltre le misure devono essere adeguate al percorso di studi punto Ti faccio un esempio. Il ragazzo che fa il liceo classico che ha il greco e atino alla seconda prova Non può essere esonerato dallo scritto punto del resto il nostro Ministero lo ha ribadito compiutamente.Le lingue morte non possono non prevedere le prove scritte. Se il medico mi scrive che il ragazzo non deve fare le prove scritte di altra lingua, Io ho docente ho il dilemma. Eseguo quanto impostomi dal medico e quindi boccio L'alunno, oppure pretendo dal ragazzo ugualmente la prova scritta? perché si potrebbe imputare a me la bocciatura del ragazzo stesso visto che non l'ho preparato adeguatamente a raggiungere gli obiettivi previsti dal ministero... La soluzione potrebbe essere far presente la cosa nel patto formativo e quindi mettere la famiglia di fronte alla realtà. Lo stesso dicasi per i licei linguistici punto Il ministero Infatti ha raccomandato di far sostenere Le prove scritte ai ragazzi DSA quando essi scelgono corsi di studio Che inevitabilmente prevedono anche la conoscenza scritta della lingua straniera
«I docenti subiscono inoltre le pressioni che le famiglie esercitano in vari modi diversi (...) che passano spesso attraverso colloqui con i dirigenti contro i metodi del docente col quale il figlio, guarda caso, non raggiunge la sufficienza. [Non solo dirigenti, ma l'intera dirigenza. E anche da parte di docenti che di padroni devono averne almeno due. Questi però lavorano molto più nell'ombra che a cielo aperto]»
Perché ai pargoli non sfugge il rapporto causa-effetto. E concettualizzano velocemente.
ps si deve anche aggiungere che i medici hanno le loro linee guida che sono obbligati a seguire.
Ognuno ha i suoi padroni. [/quote]
Le linee guida sono le misure compensative e dispensative previste dalla legge 170 e dai decreti. Non devono essere indicate h
Tutte. Inoltre le misure devono essere adeguate al percorso di studi punto Ti faccio un esempio. Il ragazzo che fa il liceo classico che ha il greco e atino alla seconda prova Non può essere esonerato dallo scritto punto del resto il nostro Ministero lo ha ribadito compiutamente.Le lingue morte non possono non prevedere le prove scritte. Se il medico mi scrive che il ragazzo non deve fare le prove scritte di altra lingua, Io ho docente ho il dilemma. Eseguo quanto impostomi dal medico e quindi boccio L'alunno, oppure pretendo dal ragazzo ugualmente la prova scritta? perché si potrebbe imputare a me la bocciatura del ragazzo stesso visto che non l'ho preparato adeguatamente a raggiungere gli obiettivi previsti dal ministero... La soluzione potrebbe essere far presente la cosa nel patto formativo e quindi mettere la famiglia di fronte alla realtà. Lo stesso dicasi per i licei linguistici punto Il ministero Infatti ha raccomandato di far sostenere Le prove scritte ai ragazzi DSA quando essi scelgono corsi di studio Che inevitabilmente prevedono anche la conoscenza scritta della lingua straniera
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
Io volevo porre l'accento su un'altra questione. è vero che la legge 170 che riguarda sia i medici che gli insegnanti dà una serie di indicazioni precipue a vantaggio dell'alunno sia in termini di strumenti compensativi che in termini di strumenti dispensativi. Poi però il Ministero dell'Istruzione pretende che L'alunno DSA, non essendo un alunno disabile, debba fare lo stesso esame di stato dei suoi compagni per poter acquisire il titolo. mi dovete spiegare come fa un ragazzo dispensato dal tema e dal riassunto a fare la prima prova d'esame di Stato. Siccome si parla e si ragiona di normativa L'unica cosa che mi viene in mente è questa punto lo studente fino a quando rimane tale ha tutti i diritti di di questo mondo. Quando cessa di esserlo e diventa candidato si attacca al tram e se vuole prendere il diploma deve fare il tema che per anni non ho mai fatto. col computer, con qualcuno che gli legge la traccia, bypassando gli errori grammaticali, ma lo deve fare. A questo punto Egoisticamente non ragiono in termini di utilità del ragazzo punto io docente per anni Ho applicato la legge 170 punto Ma quando questo candidato non affronterà il tema di italiano perché non lo ha mai fatto sarò io docente che per anni lo esonerato ad essere responsabile? Perché capace che qualcuno fa ricorso anche su questo
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
Mariagrazia Permettimi di dire che non sono esattamente d'accordo su questo punto in questo senso So benissimo come funzionava la scuola Svizzera, visto che molti figli di immigrati tornavano d'estate ci raccontavano. Se è ancora così Vuol dire che in Svizzera la scuola è ancora selettiva, tipico di una concezione Nordica della società. Non dico che sia giusto o sbagliato. Per gli svizzeri se lo Stato paga a te la scuola tu studente fai quello che sei capace di fare, se i professori delle scuole medie dicono che al massimo puoi andare in un professionale e pretendi di fare il liceo, lo puoi fare Certo ma a pagamento. Di per sé il concetto non è nemmeno sbagliato letto in questi Termini. A me la scuola inclusiva non dispiace, s'è fatta però con criterio punto l'acquisizione del titolo presuppone certe competenze che non possono essere bypassate, a meno che non si valuti completamente il titolo stesso facendo diventare la scuola una vera e propria barzelletta punto va bene la scuola inclusiva, dove Ognuno però ottiene una certificazione reale delle sue competenze punto per cui se non sei in grado di fare un riassunto o un tema, io non posso certificartelo, come non posso certificare il fatto che tu sappia scrivere in inglese quando non lo sai fare
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
Ma guarda che io non sono mica in disaccordo! So benissimo che è una scuola di qualità ma ormai impraticabile in Italia. Ti parlo da docente di sostegno.: spesso i genitori pretendono da noi prestazioni da logopedisti, fisioterapisti, ortottisti, assistenza alla persona, psicologi ecc.... Cosa che noi non siamo. Nelle scuole speciali del Nord avrebbero tutto questo e anche di più. Prova a chiedere cosa preferiscono.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
Ma la domanda senza risposta è: se l.'alunno non deve fare temi e riassunti come lo fa l'esame di Stato?
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Quanti alunni dsa/bes in ogni classe? Statistica...
No colleghi. Io lavoro in una scuola superiore punto le indicazioni in merito all'esame di Stato sui DSA arrivano direttamente dal ministero. possono avere il lettore vocale e il computer. Il tema lo devono fare esattamente come gli altri nella griglia di valutazione non si terrà conto degli errori grammaticali.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
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