Riflessioni semi-serie su noi insegnanti
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Riflessioni semi-serie su noi insegnanti
Ciao amici, stasera non scrivo per chiedere aiuto come al solito, ma per esternare quello che mi passa per la testa
Ho scoperto Orizzonte Scuola e il suo forum quando ero un ingenuo studente SSIS e devo dire che mi ha aiutato molto e che ancora continua a farlo. Tuttavia sono sconcertato, e anche un po' amareggiato, dai numerosi post carichi di rancore che trovo qua e là.
Sconcertato e amareggiato perché tali messaggi sono come un riflettore che mi costringe a guardare la nostra natura di insegnanti, certo, ma anche di esseri umani.
Leggo continue recriminazioni contro chie viene "a rubare il lavoro nella mia terra", chi ha più punti solo perché ha "pagato", chi "mi ha tolto il posto" perché ha creduto alle lusinghe di questo e quell'altro sindacato.
Certo, queste persone hanno tutte le ragioni per essere fuori di sé dalla rabbia... e se io mi fossi trovato al loro posto? Già, in molti penserebbero che io sia fortunato, perché dopo soli due anni di precariato forse entrerò in ruolo quest'anno. E in effetti non posso dire di essere stato disgraziato. Io però avevo ben presente la situazione quando ho deciso di intraprendere il cammino dell'insegnante. Ho scelto una cdc che offriva più opportunità, e ho deciso di trasferirmi a mille chilometri da casa, solo soletto come una "q" senza la "u". Ho rischiato, ma tutto sommato era un rischio calcolato: se fosse andata male non avrei perseverato accusando chicchessia di aver rovinato i miei progetti di vita. Avrei tranquillamente lasciato l'insegnamento per dedicarmi ad altro, chessò, alla coltivazione diretta.
Guardiamo in faccia la realtà amici: ognuno è artefice delle proprie (s)venture. Io, per esempio, sono fra quelli che hanno "pagato" e non me ne vergogno. In molti, dalla moralità salda come una roccia, non l'hanno fatto e se ne pentono. Ma non dovrebbero prendersela con altri: si dovrebbe essere coerenti con i propri principii, almeno credo.
Molti si lamentano del continuo cambiamento delle regole. Ma davvero qualcuno ne è stupìto, considerando chi ci guida e governa?
Chi siamo noi insegnanti? Siamo veramente un gruppetto di frustrati come tempo fa ci definì qualcuno? Si potrebbe pensare che in realtà siamo molto peggiori: tanti ometti piccoli piccoli che hanno a cuore solo lo stato di salute del proprio giardino, pronti a uccidersi fra loro per un tozzo di pane. Forse è per questo che è così facile disporre delle nostre vite.
Ma io non ci credo, non voglio crederci. O, per lo meno, credo che possiamo cercare di migliorare la situazione di tutti migliorando pian piano noi stessi.
OK, ho sputato il rospo, vi ringrazio per l'ascolto, scendo dal mio sgabello e me ne torno a casa.
Ho scoperto Orizzonte Scuola e il suo forum quando ero un ingenuo studente SSIS e devo dire che mi ha aiutato molto e che ancora continua a farlo. Tuttavia sono sconcertato, e anche un po' amareggiato, dai numerosi post carichi di rancore che trovo qua e là.
Sconcertato e amareggiato perché tali messaggi sono come un riflettore che mi costringe a guardare la nostra natura di insegnanti, certo, ma anche di esseri umani.
Leggo continue recriminazioni contro chie viene "a rubare il lavoro nella mia terra", chi ha più punti solo perché ha "pagato", chi "mi ha tolto il posto" perché ha creduto alle lusinghe di questo e quell'altro sindacato.
Certo, queste persone hanno tutte le ragioni per essere fuori di sé dalla rabbia... e se io mi fossi trovato al loro posto? Già, in molti penserebbero che io sia fortunato, perché dopo soli due anni di precariato forse entrerò in ruolo quest'anno. E in effetti non posso dire di essere stato disgraziato. Io però avevo ben presente la situazione quando ho deciso di intraprendere il cammino dell'insegnante. Ho scelto una cdc che offriva più opportunità, e ho deciso di trasferirmi a mille chilometri da casa, solo soletto come una "q" senza la "u". Ho rischiato, ma tutto sommato era un rischio calcolato: se fosse andata male non avrei perseverato accusando chicchessia di aver rovinato i miei progetti di vita. Avrei tranquillamente lasciato l'insegnamento per dedicarmi ad altro, chessò, alla coltivazione diretta.
Guardiamo in faccia la realtà amici: ognuno è artefice delle proprie (s)venture. Io, per esempio, sono fra quelli che hanno "pagato" e non me ne vergogno. In molti, dalla moralità salda come una roccia, non l'hanno fatto e se ne pentono. Ma non dovrebbero prendersela con altri: si dovrebbe essere coerenti con i propri principii, almeno credo.
Molti si lamentano del continuo cambiamento delle regole. Ma davvero qualcuno ne è stupìto, considerando chi ci guida e governa?
Chi siamo noi insegnanti? Siamo veramente un gruppetto di frustrati come tempo fa ci definì qualcuno? Si potrebbe pensare che in realtà siamo molto peggiori: tanti ometti piccoli piccoli che hanno a cuore solo lo stato di salute del proprio giardino, pronti a uccidersi fra loro per un tozzo di pane. Forse è per questo che è così facile disporre delle nostre vite.
Ma io non ci credo, non voglio crederci. O, per lo meno, credo che possiamo cercare di migliorare la situazione di tutti migliorando pian piano noi stessi.
OK, ho sputato il rospo, vi ringrazio per l'ascolto, scendo dal mio sgabello e me ne torno a casa.
ProfessorPanza- Messaggi : 66
Data d'iscrizione : 01.10.09
Re: Riflessioni semi-serie su noi insegnanti
chiudo il topic perchè di solito il forum è per la consulenza e il mutuo aiuto su questioni tecniche, il tuo intervento innesca invece una serie di considerazioni che esulano dai nostri obiettivi.
auguri sinceri per il tuo ruolo :-) e ti auguro anche un po' meno presunzione nella vita quotidiana, quella in cui ti confronti con gli altri.
auguri sinceri per il tuo ruolo :-) e ti auguro anche un po' meno presunzione nella vita quotidiana, quella in cui ti confronti con gli altri.
lallaorizzonte- Moderatore
- Messaggi : 24491
Data d'iscrizione : 28.09.09
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