Nuove metodologie: la scuola scomposta
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Nuove metodologie: la scuola scomposta
Studiando per l’abilitazione, sono venuta a conoscenza di questa “metodologia” che mostra come vorrebbero far diventare la scuola. Praticamente un ambiente ibrido tra il cinema, il bar, la biblioteca, il salotto di casa e l’asilo. L’insegnante diventa una sorta di cameriere/amicone che lavora a comando e gli studenti si auto valutano. Non sia mai nominare la parola “gerarchia”!
https://www.orizzontescuola.it/scuola-scomposta-una-metodologia-che-prevede-il-docente-integrarsi-nel-gruppo-degli-studenti/
https://www.orizzontescuola.it/scuola-scomposta-una-metodologia-che-prevede-il-docente-integrarsi-nel-gruppo-degli-studenti/
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
Questa mi mancava, adesso me la leggo.
pasqui74- Messaggi : 1485
Data d'iscrizione : 27.05.14
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
Tra TFA e concorsi vari ne avevo sentite e lette tante, ma questa devo dire che le supera veramente tutte... è stato distrutto ogni tabù. Per me chi le pensa deve avere qualche problema con l’autorità.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
In realtà non c'è nulla di nuovo; la scuola di Alexander Sutherland Neill condivideva alcuni assunti di base di questa "scuola scomposta"; la critica più efficace è quella di matrice marxista e cioè che questa forma di pedagogia che non forza gli studenti in realtà non è altro che l'affermazione di un'autorità meno visibile, che tende involontariamente a riproporre gli stereotipi sociali non "forzando" l'apprendimento (per chiarire: Neill osservava che le bambine tendevano a non appassionarsi ai lavori manuali e non incoraggiandole rafforzava lo stereotipo di genere).
Naturalmente non significa che Neill o coloro che hanno progettato questo tipo di didattica siano in malafede: semplicemente l'apprendimento richiede una dose di "costrizione" che nemmeno volendo possiamo evitare.
Naturalmente non significa che Neill o coloro che hanno progettato questo tipo di didattica siano in malafede: semplicemente l'apprendimento richiede una dose di "costrizione" che nemmeno volendo possiamo evitare.
elirpe- Messaggi : 1127
Data d'iscrizione : 02.08.17
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
La mala fede per me non è negli studiosi che elaborano certe teorie, ma nei governi che strumentalmente le mettono in atto per mantenere il popolo manipolabile, dipendente e ignorante. Ora non dico che bisogna tornare alla cattedra medievale sollevata di 1 metro da terra, ma questa è proprio la strada della diseducazione.
Condivido che questo “non forzare” in realtà è estremamente manipolativo, inculca appunto quei principi “sessantottini” in maniera subdola. Non è molto lontano dallo stile di manipolazione messo in atto nelle sette.
Condivido che questo “non forzare” in realtà è estremamente manipolativo, inculca appunto quei principi “sessantottini” in maniera subdola. Non è molto lontano dallo stile di manipolazione messo in atto nelle sette.
Ultima modifica di hypernova il Gio Ago 13, 2020 8:49 pm - modificato 1 volta.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
Il problema principale è che li abitui alla completa autogestione, poi i datori di lavoro che li ospitano per il PTCO te li rimandano a scuola perché non conosco le regole minime per relazionarsi con l'autorità.
pasqui74- Messaggi : 1485
Data d'iscrizione : 27.05.14
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
Perché BalanzoneXXI invece che ridicolizzare quello che scrivono gli altri utenti (che non condividi) non intervieni ogni tanto anche per dire quello che pensi, in maniera serena, sull’argomento dei post? Sarebbe interessante avere anche una tua opinione a riguardo.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
[quote="E-scooter"]essi saranno liberi di alzarsi, sedersi sui banchi, aggregarsi in maniera autonoma, uscire dall’aula per andare in altre classi, ascoltare musica o guardare video senza dover chiedere un esplicito permesso ai docenti."[/quote]
Ah, perché non lo fanno già?
Ah, perché non lo fanno già?
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
[quote="balanzoneXXI"]Ma se un intervento mi sembra ridicolo e/o ripugnante io lo evidenzio.[/quote]
Giusto, tuttavia potrebbe essere fatto argomentando la questione con un tono diverso. La ridicolizzazione e il sarcasmo introducono degli elementi di aggressività nella comunicazione, che sono poi alla base dell’intolleranza e del bullismo. In un forum (di insegnanti e non) ci può essere chi idolatra il ‘68 come chi lo vede fonte di tutti i mali... la divergenza di opinioni è la normalità.
Giusto, tuttavia potrebbe essere fatto argomentando la questione con un tono diverso. La ridicolizzazione e il sarcasmo introducono degli elementi di aggressività nella comunicazione, che sono poi alla base dell’intolleranza e del bullismo. In un forum (di insegnanti e non) ci può essere chi idolatra il ‘68 come chi lo vede fonte di tutti i mali... la divergenza di opinioni è la normalità.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
[quote="elirpe"]In realtà non c'è nulla di nuovo; la scuola di Alexander Sutherland Neill condivideva alcuni assunti di base di questa "scuola scomposta"; la critica più efficace è quella di matrice marxista e cioè che questa forma di pedagogia che non forza gli studenti in realtà non è altro che l'affermazione di un'autorità meno visibile, che tende involontariamente a riproporre gli stereotipi sociali non "forzando" l'apprendimento [/quote]
Questa mi ricorda moltissimo certe discussioni epocali sui forum a tema genitoriale (che frequentavo quando avevo i figli piccoli, poi giuro che ho smesso :-)
C'era sempre un piccolo ma battagliero drappello di autodefinite "mamme gordoniane", che, tipicamente con toni stucchevolissimi, si vantavano di aver sempre usato solo metodi educativi basati sull'empatia e sul dialogo (parlando di "dialogo" anche in un'età in cui bambini ancora non parlavano), e di non aver mai e poi mai fatto una cosa così traumatizzante e riprovevole come rimproverare un figlio, vietargli qualcosa o imporsi per fargli fare qualcosa che non voleva.
In pratica, il bambino deve essere completamente libero di autodeterminarsi esattamente come un adulto, e il ruolo dell'adulto deve essere solo quello di sorvegliarlo con discrezione per evitare incidenti o danni seri, e sorridendogli sempre, rassicurandolo sul fatto che qualsiasi cosa faccia è sempre meravigliosa. In tal modo si rafforzerebbe la sua autostima e lo si farebbe crescere senza paure e senza complessi.
Quando si chiedeva "ma se tuo figlio fa qualcosa di oggettivamente negativo, tipo spintonare un altro bambino, o danneggiare un oggetto di proposito, non lo rimproveri nemmeno in quei casi? e come fai a fargli capire che non si deve fare?", oppure: "come fai a fargli fare qualcosa che proprio non vuole, ma che è oggettivamente necessaria, tipo prendere una medicina che non gli piace o essere legato sul seggiolino della macchina?"...
...la risposta era sempre quella: "glielo faccio capire con il diaaaloogooooooo! Chi sa usare bene il dialogo non ha maaiiiiiiiii bisogno di rimproverare, di punire o di obbligare!"
Ovviamente sui forum non ci se ne rende conto bene, ma quando poi questa tipologia di genitori la incontri dal vivo in un giardinetto pubblico, in un asilo, a una festa di compleanno o a uno spettacolo teatrale per bambini, li si riconosce immediatamente, in una di queste tre tipicissime categorie:
a) quelli che, per puro caso, hanno avuto figli dal carattere eccezionalmente arrendevole, i famosi "ragazzi con cui basta un'occhiata" (sono pochi ma qualcuno esiste) e si sono fissati che invece il merito sia del loro straordinario metodo educativo e di come sono stati bravi loro ad abituarlo così bene; (in qualche caso, si prendono una batosta tale con il secondo figlio, che invece è tutto un altro tipo, da dover ritrattare tutto)
b) quelli che hanno una soglia incredibilmente alta di tolleranza a qualsiasi sregolatezza, qualsiasi comportamento scorretto, qualsiasi atto di maleducazione o di semplice confusione e disturbo... e grazie che non rimproverano mai, perché lasciano fare al figlio tutto quello che gli pare e pensano che sia normale così;
c) quelli che sono tanto empatici, gentili e dialoganti solo di facciata, ma che in realtà hanno straordinarie capacità manipolatorie e le utilizzano sui figli a man bassa, riuscendo a portare il presunto dialogo esattamente dove vogliono loro, e riuscendo quasi sempre a far fare al bambino quello che vogliono loro mentre lui è convintissimo di esserci arrivato da solo e di aver deciso da solo.
Mi pare che ci sia molto in comune con quegli insegnanti e pedagogisti citati da elirpe.
Questa mi ricorda moltissimo certe discussioni epocali sui forum a tema genitoriale (che frequentavo quando avevo i figli piccoli, poi giuro che ho smesso :-)
C'era sempre un piccolo ma battagliero drappello di autodefinite "mamme gordoniane", che, tipicamente con toni stucchevolissimi, si vantavano di aver sempre usato solo metodi educativi basati sull'empatia e sul dialogo (parlando di "dialogo" anche in un'età in cui bambini ancora non parlavano), e di non aver mai e poi mai fatto una cosa così traumatizzante e riprovevole come rimproverare un figlio, vietargli qualcosa o imporsi per fargli fare qualcosa che non voleva.
In pratica, il bambino deve essere completamente libero di autodeterminarsi esattamente come un adulto, e il ruolo dell'adulto deve essere solo quello di sorvegliarlo con discrezione per evitare incidenti o danni seri, e sorridendogli sempre, rassicurandolo sul fatto che qualsiasi cosa faccia è sempre meravigliosa. In tal modo si rafforzerebbe la sua autostima e lo si farebbe crescere senza paure e senza complessi.
Quando si chiedeva "ma se tuo figlio fa qualcosa di oggettivamente negativo, tipo spintonare un altro bambino, o danneggiare un oggetto di proposito, non lo rimproveri nemmeno in quei casi? e come fai a fargli capire che non si deve fare?", oppure: "come fai a fargli fare qualcosa che proprio non vuole, ma che è oggettivamente necessaria, tipo prendere una medicina che non gli piace o essere legato sul seggiolino della macchina?"...
...la risposta era sempre quella: "glielo faccio capire con il diaaaloogooooooo! Chi sa usare bene il dialogo non ha maaiiiiiiiii bisogno di rimproverare, di punire o di obbligare!"
Ovviamente sui forum non ci se ne rende conto bene, ma quando poi questa tipologia di genitori la incontri dal vivo in un giardinetto pubblico, in un asilo, a una festa di compleanno o a uno spettacolo teatrale per bambini, li si riconosce immediatamente, in una di queste tre tipicissime categorie:
a) quelli che, per puro caso, hanno avuto figli dal carattere eccezionalmente arrendevole, i famosi "ragazzi con cui basta un'occhiata" (sono pochi ma qualcuno esiste) e si sono fissati che invece il merito sia del loro straordinario metodo educativo e di come sono stati bravi loro ad abituarlo così bene; (in qualche caso, si prendono una batosta tale con il secondo figlio, che invece è tutto un altro tipo, da dover ritrattare tutto)
b) quelli che hanno una soglia incredibilmente alta di tolleranza a qualsiasi sregolatezza, qualsiasi comportamento scorretto, qualsiasi atto di maleducazione o di semplice confusione e disturbo... e grazie che non rimproverano mai, perché lasciano fare al figlio tutto quello che gli pare e pensano che sia normale così;
c) quelli che sono tanto empatici, gentili e dialoganti solo di facciata, ma che in realtà hanno straordinarie capacità manipolatorie e le utilizzano sui figli a man bassa, riuscendo a portare il presunto dialogo esattamente dove vogliono loro, e riuscendo quasi sempre a far fare al bambino quello che vogliono loro mentre lui è convintissimo di esserci arrivato da solo e di aver deciso da solo.
Mi pare che ci sia molto in comune con quegli insegnanti e pedagogisti citati da elirpe.
Ultima modifica di paniscus_2.1 il Ven Ago 14, 2020 2:50 pm - modificato 1 volta.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
A scuola li riconosci perché se alzi la voce, io lo faccio solo in situazioni potenzialmente pericolose altrimenti le corde vocali cerco di non strapazzarle, ti rimproverano perché neanche i genitori alzano mai la voce con loro.
pasqui74- Messaggi : 1485
Data d'iscrizione : 27.05.14
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
[quote="paniscus_2.1"][quote="elirpe"]In realtà non c'è nulla di nuovo; la scuola di Alexander Sutherland Neill condivideva alcuni assunti di base di questa "scuola scomposta"; la critica più efficace è quella di matrice marxista e cioè che questa forma di pedagogia che non forza gli studenti in realtà non è altro che l'affermazione di un'autorità meno visibile, che tende involontariamente a riproporre gli stereotipi sociali non "forzando" l'apprendimento [/quote]
Questa mi ricorda moltissimo certe discussioni epocali sui forum a tema genitoriale (che frequentavo quando avevo i figli piccoli, poi giuro che ho smesso :-)
C'era sempre un piccolo ma battagliero drappello di autodefinite "mamme gordoniane", che, tipicamente con toni stucchevolissimi, si vantavano di aver sempre usato solo metodi educativi basati sull'empatia e sul dialogo (parlando di "dialogo" anche in un'età in cui bambini ancora non parlavano), e di non aver mai e poi mai fatto una cosa così traumatizzante e riprovevole come rimproverare un figlio, vietargli qualcosa o imporsi per fargli fare qualcosa che non voleva.
In pratica, il bambino deve essere completamente libero di autodeterminarsi esattamente come un adulto, e il ruolo dell'adulto deve essere solo quello di sorvegliarlo con discrezione per evitare incidenti o danni seri, e sorridendogli sempre, rassicurandolo sul fatto che qualsiasi cosa faccia è sempre meravigliosa. In tal modo si rafforzerebbe la sua autostima e lo si farebbe crescere senza paure e senza complessi.
Quando si chiedeva "ma se tuo figlio fa qualcosa di oggettivamente negativo, tipo spintonare un altro bambino, o danneggiare un oggetto di proposito, non lo rimproveri nemmeno in quei casi? e come fai a fargli capire che non si deve fare?", oppure: "come fai a fargli fare qualcosa che proprio non vuole, ma che è oggettivamente necessaria, tipo prendere una medicina che non gli piace o essere legato sul seggiolino della macchina?"...
...la risposta era sempre quella: "glielo faccio capire con il diaaaloogooooooo! Chi sa usare bene il dialogo non ha maaiiiiiiiii bisogno di rimproverare, di punire o di obbligare!"
Ovviamente sui forum non ci se ne rende conto bene, ma quando poi questa tipologia di genitori la incontri dal vivo in un giardinetto pubblico, in un asilo, a una festa di compleanno o a uno spettacolo teatrale per bambini, li si riconosce immediatamente, in una di queste tre tipicissime categorie:
a) quelli che, per puro caso, hanno avuto figli dal carattere eccezionalmente arrendevole, i famosi "ragazzi con cui basta un'occhiata" (sono pochi ma qualcuno esiste) e si sono fissati che invece il merito sia del loro straordinario metodo educativo e di come sono stati bravi loro ad abituarlo così bene; (in qualche caso, si prendono una batosta tale con il secondo figlio, che invece è tutto un altro tipo, da dover ritrattare tutto)
b) quelli che hanno una soglia incredibilmente alta di tolleranza a qualsiasi sregolatezza, qualsiasi comportamento scorretto, qualsiasi atto di maleducazione o di semplice confusione e disturbo... e grazie che non rimproverano mai, perché lasciano fare al figlio tutto quello che gli pare e pensano che sia normale così;
c) quelli che sono tanto empatici, gentili e dialoganti solo di facciata, ma che in realtà hanno straordinarie capacità manipolatorie e le utilizzano sui figli a man bassa, riuscendo a portare il presunto dialogo esattamente dove vogliono loro, e riuscendo quasi sempre a far fare al bambino quello che vogliono loro mentre lui è convintissimo di esserci arrivato da solo e di aver deciso da solo.
Mi pare che ci sia molto in comune con quegli insegnanti i pedagogisti citati da elirpe.
[/quote]
Seguono la pedagogia del dottor Spock (non quello di Star Trek, ma Benjamin Spock), che tanti danni ha fatto e fa ancora...
Questa mi ricorda moltissimo certe discussioni epocali sui forum a tema genitoriale (che frequentavo quando avevo i figli piccoli, poi giuro che ho smesso :-)
C'era sempre un piccolo ma battagliero drappello di autodefinite "mamme gordoniane", che, tipicamente con toni stucchevolissimi, si vantavano di aver sempre usato solo metodi educativi basati sull'empatia e sul dialogo (parlando di "dialogo" anche in un'età in cui bambini ancora non parlavano), e di non aver mai e poi mai fatto una cosa così traumatizzante e riprovevole come rimproverare un figlio, vietargli qualcosa o imporsi per fargli fare qualcosa che non voleva.
In pratica, il bambino deve essere completamente libero di autodeterminarsi esattamente come un adulto, e il ruolo dell'adulto deve essere solo quello di sorvegliarlo con discrezione per evitare incidenti o danni seri, e sorridendogli sempre, rassicurandolo sul fatto che qualsiasi cosa faccia è sempre meravigliosa. In tal modo si rafforzerebbe la sua autostima e lo si farebbe crescere senza paure e senza complessi.
Quando si chiedeva "ma se tuo figlio fa qualcosa di oggettivamente negativo, tipo spintonare un altro bambino, o danneggiare un oggetto di proposito, non lo rimproveri nemmeno in quei casi? e come fai a fargli capire che non si deve fare?", oppure: "come fai a fargli fare qualcosa che proprio non vuole, ma che è oggettivamente necessaria, tipo prendere una medicina che non gli piace o essere legato sul seggiolino della macchina?"...
...la risposta era sempre quella: "glielo faccio capire con il diaaaloogooooooo! Chi sa usare bene il dialogo non ha maaiiiiiiiii bisogno di rimproverare, di punire o di obbligare!"
Ovviamente sui forum non ci se ne rende conto bene, ma quando poi questa tipologia di genitori la incontri dal vivo in un giardinetto pubblico, in un asilo, a una festa di compleanno o a uno spettacolo teatrale per bambini, li si riconosce immediatamente, in una di queste tre tipicissime categorie:
a) quelli che, per puro caso, hanno avuto figli dal carattere eccezionalmente arrendevole, i famosi "ragazzi con cui basta un'occhiata" (sono pochi ma qualcuno esiste) e si sono fissati che invece il merito sia del loro straordinario metodo educativo e di come sono stati bravi loro ad abituarlo così bene; (in qualche caso, si prendono una batosta tale con il secondo figlio, che invece è tutto un altro tipo, da dover ritrattare tutto)
b) quelli che hanno una soglia incredibilmente alta di tolleranza a qualsiasi sregolatezza, qualsiasi comportamento scorretto, qualsiasi atto di maleducazione o di semplice confusione e disturbo... e grazie che non rimproverano mai, perché lasciano fare al figlio tutto quello che gli pare e pensano che sia normale così;
c) quelli che sono tanto empatici, gentili e dialoganti solo di facciata, ma che in realtà hanno straordinarie capacità manipolatorie e le utilizzano sui figli a man bassa, riuscendo a portare il presunto dialogo esattamente dove vogliono loro, e riuscendo quasi sempre a far fare al bambino quello che vogliono loro mentre lui è convintissimo di esserci arrivato da solo e di aver deciso da solo.
Mi pare che ci sia molto in comune con quegli insegnanti i pedagogisti citati da elirpe.
[/quote]
Seguono la pedagogia del dottor Spock (non quello di Star Trek, ma Benjamin Spock), che tanti danni ha fatto e fa ancora...
pepe- Messaggi : 1812
Data d'iscrizione : 15.03.11
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
Live long and prosper!
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
Proprio per il fatto che questa impostazione pedagogica permissivista si è rivelata palesemente fallimentare, solo la malafede dei governi può far si che venga ancora sostenuta a spron battuto. Su INDIRE va quasi tutto in questa direzione... è un caso?
[quote="balanzoneXXI"]Certo, uno potrebbe ignorare le provocazioni, ma perché tali provocatori...[/quote]
Probabilmente è una questione di percezione, personalmente non mi sento provocata tanto da queste cose, come invece lo sono da risposte anche solo velatamente aggressive, a prescindere da ciò che vanno a sostenere.
[quote="balanzoneXXI"]Certo, uno potrebbe ignorare le provocazioni, ma perché tali provocatori...[/quote]
Probabilmente è una questione di percezione, personalmente non mi sento provocata tanto da queste cose, come invece lo sono da risposte anche solo velatamente aggressive, a prescindere da ciò che vanno a sostenere.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Nuove metodologie: la scuola scomposta
Poveri ragazzi, con teorie simili a queste li abbiamo messi in condizioni di non essere educati e di imparare sempre di meno...
L'esperienza invece mi dice che funzionano le classi dove il docente sa imporre un certo stile di lavoro e di relazione: sorprendentemente i ragazzi sono più concentrati, rispettosi, si impegnano maggiormente e ottengono migliori risultati. Il docente avvertito come più severo (ma sempre rispettoso nei loro confronti) è considerato bravo da alunni e genitori.
Provato sulla mia pelle, e visto tutti i giorni in classe da quando faccio sostegno.
Qualcosa mi dice che anche fra genitori e figli funzioni più o meno così....
L'esperienza invece mi dice che funzionano le classi dove il docente sa imporre un certo stile di lavoro e di relazione: sorprendentemente i ragazzi sono più concentrati, rispettosi, si impegnano maggiormente e ottengono migliori risultati. Il docente avvertito come più severo (ma sempre rispettoso nei loro confronti) è considerato bravo da alunni e genitori.
Provato sulla mia pelle, e visto tutti i giorni in classe da quando faccio sostegno.
Qualcosa mi dice che anche fra genitori e figli funzioni più o meno così....
Venturina- Messaggi : 274
Data d'iscrizione : 04.03.20
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