Abbasso il prof...

Buonasera,
da sempre (perfino da quando ero studente) trovavo rivoltante il termine "prof.", onomatopea intestinale. La mia domanda è: da voi a scuola gli alunni/e usano "professore" e "professoressa" o "prof" ?

prof...

prof pure i bidelli, spesso anche i genitori, al bar nei dintorni, il rappresentante dei libri, diversi della segreteria, i miei figli (con i loro prof...).

Direi che ormai "prof" è largamente la variante dominante

da studente mai sentito... sarò più vecchia

lucetta10 ha scritto:prof pure i bidelli, spesso anche i genitori, al bar nei dintorni, il rappresentante dei libri, diversi della segreteria, i miei figli (con i loro prof...).

Direi che ormai "prof" è largamente la variante dominante

Per fortuna non più mortale

Ma veramente io non tollererei sentirmi chiamare prof ne da bidelli ne da genitori.
Dai ragazzi è comune, anche se qualcuno ancora rimane sul " professore".
Tornando ai bidelli, esigo che mi diano del lei, dopodiché spesso instauro rapporti di cordialità , si fa la battuta e allora mi danno del tu e mi possono chiamare per nome o prof. Ma in assenza di una mia disponibilità non ammetto che mi chiamino prof.
Genitori mai sentito che usino il prof.

La badessa ha scritto:Ma  veramente io non tollererei sentirmi chiamare prof ne da bidelli ne da genitori.
Dai ragazzi è comune, anche se qualcuno ancora rimane sul " professore".
Tornando ai bidelli, esigo che mi diano del lei, dopodiché spesso instauro rapporti di cordialità , si fa la battuta  e allora mi danno del tu e mi possono chiamare per nome o prof. Ma in assenza di una mia disponibilità non ammetto che mi chiamino prof.
Genitori mai sentito che usino il prof.

... e vabbé, ma mica siamo tutti prestigiosi come te!
Ma per curiosità... quando non ammetti, concretamente che fai? Sbraiti "leinonsachisonoio", tiri fuori il cartellino rosso, lanci il cancellino, mandi il bidello dal preside...

La badessa ha scritto:
Tornando ai bidelli, esigo che mi diano del lei, dopodiché spesso instauro rapporti di cordialità , si fa la battuta  e allora mi danno del tu e mi possono chiamare per nome o prof. Ma in assenza di una mia disponibilità non ammetto che mi chiamino prof.

Ma veramente tra i due saranno i bidelli a dover essere disponibili a instaurare rapporti di cordialità verso i prof(essori) e non viceversa dato che loro sono più "alti in grado"...

in Toscana si dice "profe", che è pure peggio

A Roma prima della sigla (ma ancora usa) era tutto contratto: pressoré / pressó

lucetta10 ha scritto:

La badessa ha scritto:Ma  veramente io non tollererei sentirmi chiamare prof ne da bidelli ne da genitori.
Dai ragazzi è comune, anche se qualcuno ancora rimane sul " professore".
Tornando ai bidelli, esigo che mi diano del lei, dopodiché spesso instauro rapporti di cordialità , si fa la battuta  e allora mi danno del tu e mi possono chiamare per nome o prof. Ma in assenza di una mia disponibilità non ammetto che mi chiamino prof.
Genitori mai sentito che usino il prof.

... e vabbé, ma mica siamo tutti prestigiosi come te!
Ma per curiosità... quando non ammetti, concretamente che fai? Sbraiti "leinonsachisonoio", tiri fuori il cartellino rosso, lanci il cancellino, mandi il bidello dal preside...

Non ammetto l idea. Dopodiche non è mai successo che, atterrato in una scuola nuova, per i corridoi i bidelli mi abbiano salutato con un "weee professo'..". Sono io spesso a dare confidenza e al momento, dopo 3 anni, alcune bidelle mi dicono ciao. Quelle che vogliono continuare a darmi del lei facciano pure ,così come i colleghi che tengono perennemente a distanza le bidelle , e il metodo migliore è proprio dare del lei.
Non penso che la collega capitolina sia solita dare e ricevere il " tu" da genitori o bidelli, comunque, e che non sia necessario nemmeno a roma prendere per le orecchie una bidella perché irrispettosa.
Parimenti non mi è mai passato per l anticamera del cervello di dare del tu al preside..

> dare del tu al preside

no di certo perche' ha il potere
di poter rendere la vita molto difficile a un docente
anche se si sta comportando in modo del tutto normale

ho avuto una collega
alla quale davo tranquillamente del tu
come preside ... ho incominciato a darle del lei

per il resto prof professore lei tu vale poco

conta molto di piu' il tono della voce usato

uno studente
puo' dirti < ciao prof > e rispettarti veramente
puo' dire < mi scusi professore > col tono evidente della presa in giro

(207)

La badessa ha scritto:

lucetta10 ha scritto:

La badessa ha scritto:Ma  veramente io non tollererei sentirmi chiamare prof ne da bidelli ne da genitori.
Dai ragazzi è comune, anche se qualcuno ancora rimane sul " professore".
Tornando ai bidelli, esigo che mi diano del lei, dopodiché spesso instauro rapporti di cordialità , si fa la battuta  e allora mi danno del tu e mi possono chiamare per nome o prof. Ma in assenza di una mia disponibilità non ammetto che mi chiamino prof.
Genitori mai sentito che usino il prof.

... e vabbé, ma mica siamo tutti prestigiosi come te!
Ma per curiosità... quando non ammetti, concretamente che fai? Sbraiti "leinonsachisonoio", tiri fuori il cartellino rosso, lanci il cancellino, mandi il bidello dal preside...

Non ammetto l idea. Dopodiche non è mai successo che, atterrato in una scuola nuova, per i corridoi i bidelli mi abbiano salutato con un "weee professo'..". Sono io spesso a dare confidenza e al momento, dopo 3 anni, alcune bidelle mi dicono ciao. Quelle che vogliono continuare a darmi del lei facciano pure ,così come i colleghi che tengono perennemente a distanza le bidelle , e il metodo migliore è proprio dare del lei.
Non penso che la collega capitolina sia solita dare e ricevere il " tu" da genitori o bidelli, comunque,  e che non sia necessario nemmeno a roma prendere per le orecchie una bidella perché irrispettosa.
Parimenti non mi è mai passato per l anticamera del cervello di dare del tu al preside..

Quindi in sostanza "non ammetto" sarebbe "fate un po' come vi pare"?

elirpe ha scritto:Buonasera,
da sempre (perfino da quando ero studente) trovavo rivoltante il termine "prof.", onomatopea intestinale. La mia domanda è: da voi a scuola gli alunni/e usano "professore" e "professoressa" o "prof" ?

A me non fa ne' caldo ne' freddo. Già lo sentivo usare quando andavo al liceo e non sono giovanissimo.

paniscus_2.1 ha scritto:in Toscana si dice "profe", che è pure peggio

Orrore, non conoscevo

elirpe ha scritto:

paniscus_2.1 ha scritto:in Toscana si dice "profe", che è pure peggio

Orrore, non conoscevo

ma come orrore...fa tanto spagna! Curioso che sia usato in toscana, piuttosto, non sapevo che facessero l'occhietto a los companeros

A mio avviso la questione è di chiaro interesse sociolinguistico. Ho riflettuto molto in questi anni e scritto a proposito, e le cose continuano ad evolversi e direi in negativo.
Per quanto mi riguarda, da 5-6 anni appena ho una nuova classe chiedo di essere chiamato professore e non prof, e chiedo che chiamino in questo modo anche gli altri docenti. Con le classi che ho coordinato, dove avevo molte ore settimanali, ce l'ho fatta, con le altre solo in parte. In questi ultimi due anni però è diventata una cosa veramente difficile. I soli che riescono a chiamarmi professore sono i ragazzi che appartengono a famiglie attente alla forma e alla formalità. Pensate che anche all'Università, dove insegno parallelamente alla scuola, da ormai qualche anno gli studenti chiamano prof i docenti. Quando ho provato ad affrontare la questione, mi hanno guardato come se fossi un pazzo che se la tira. Ai quindicenni alcune cose le si riesce a far passare, ai 22enni no!
Ritengo che chiamare prof i professori sia un evidente segno della perdita di prestigio della figura del docente. Per un motivo banalissimo: prof , senza un punto, non è un'abbreviazione, ma è un diminutivo che diminuisce. E' normale abbreviare i titoli nello scritto. L'avvocato diventa avv., l'ingegnere ing., il dottore dott., il professore prof. Ma solo i docenti vengono abbreviati anche nel parlato, dove il punto scompare, e rimane solo un diminutivo che appunto diminuisce. Provate domani ad andare dal vostro medico di famiglia e chiedergli: "ehi doc mi fai l'impegnativa per la mammografia?". Ci sbatte fuori. La svolta è avvenuta pochi anni fa, quando sui titoli degli articoli di cronaca dei giornali sono cominciati a comparire i primi "prof" senza puntino ("concorsone, la carica dei prof"), e da lì si è sdoganato il tutto. Ora i genitori a ricevimento ti chiamano prof, sempre quei genitori che si presentano in infradito o che durante il ricevimento on line stanno in videochiamata mentre guidano l'auto. State comunque sicuri che i genitori magistrati, notai, avvocati, commercialisti, professori.....continueranno a chiamarci professori. E si spera anche i loro figli. E i figli dei loro figli.
La questione dei bidelli che danno del tu o si prendono troppa confidenza poi è un'altra faccenda. Io per natura sono molto educato e disponibile, e faccio di tutto per mettere a suo agio una persona, ma nel 95% dei casi i bidelli se ne approfittano dimenticandosi completamente il contesto in cui sono, il senso della gerarchia (sì, della gerarchia) le semplici buone maniere. Ma come diceva prima qualcuno, i veri padroni della scuola sono loro.

Se fosse questione esclusivamente sociolinguistica, bisognerebbe distinguere però l'uso che ne fanno i ragazzi da quello dei loro genitori.
I primi acquisiscono in fondo maggiore confidenza, nel corso di un intero anno scolastico, con i loro professori (quando non in più anni di frequenza); i genitori non altrettanto.
In generale, l'uso del diminutivo denota una certa confidenza nei toni e nel rapporto, ma anche una maggiore speditezza e immediatezza del messaggio.

A parte il fatto, poi, che esistono anche forme come il dialettale "a dotto", usato in alcune regioni, che non necessariamente riducono la distanza tra i ruoli, o conducono alla perdita di prestigio professionale per il destinatario.
Io credo che, in questo caso, si possa anche ricordare quel fenomeno di "economia linguistica" che l'evoluzione del codice linguistico effettua a prescindere. Professore, o ancor di più. professoressa hanno bisogno di più tempo per l'articolazione, rispetto a dottore, per esempio. Nel parlato, in particolare, esiste una tendenza diffusa alle sigle o abbreviazioni (la scrittura giornalistica, in fondo, è una forma di scrittura particolare, che molto riprende dal parlato).

Sull'uso da parte dei genitori, invece, certamente si può dire che denoti la volontà di ridurre la distanza nei ruoli, dovuto spesso alla giovane età degli stessi genitori.
Sono gli stessi che poi disquisiscono tranquillamente di programmi, di note disciplinari, di didattica in senso generale, con gli stessi professori. Generazione che di solito ha un livello culturale superiore, rispetto alle precedenti, e che per questo si sente (spesso a torto), autorizzata a considerare la scuola come una seconda famiglia dove poter opinare su tutte le questioni, anche quelle che poco o nulla gli competono.

" livello culturale superiore"?
Io vedo genitori che a malapena spiaccicano due parole in italiano corretto ed hanno una visione del mondo ampia come la punta di un dito.

"Il senso della gerarchia"

Sicché nella scuole esiste una scala gerarchica.

Allora noi prof ci collocheremmo subito dopo il Dirigente e davanti agli assistenti amministrativi e ai bidelli, che non ci hanno la laura.Non e' cosi'? Ma con i dsga come la mettiamo? Sono nostri superiori, pari grado o subordinati? Immagino che chi la pensa cosi' ritenga i collaboratori dei ds docenti " più uguali degli altri".

La badessa ha scritto:" livello culturale superiore"?
Io vedo genitori che a malapena spiaccicano due parole in italiano corretto ed hanno una visione del mondo ampia come la punta di un dito.

Sì, forse meglio parlare di livello di istruzione superiore rispetto alle vecchie generazioni; ci ho anche pensato, mentre mi affaccendavo in altre cose, di ritornare a fare un po' di editing, ma tu ciai la manina più veloce dell'west e hai risposto prima.
In ogni caso, io parlavo in generale, non dei casi singoli. Che si esprimano con due parole di italiano corretto, forse chi non è di madrelingua, altrimenti si esprimono eccome.

Anche nei casi di disabilità che mi sono capitati, io ho visto spesso genitori informatissimi, che si esprimono in modo curato e generalmente sempre molto agguerriti.

La badessa ha scritto:" livello culturale superiore"?
Io vedo genitori che a malapena spiaccicano due parole in italiano corretto ed hanno una visione del mondo ampia come la punta di un dito.

Già, pensa che alcuni dicono che i negri scendono dal barcone con l'iphone e pensano che i vaccini uccidano più di quanto salvano.

Lo straordinario mondo delle gerarchie potrebbe produrre nelle scuole ircocefali fantastici: già mi immagino in un istituto comprensivo proporre una gerarchia sociolinguisticamente segnalata tra maestri e professori, o magari ne valutiamo una tra docenti di ruolo e precari, ma anche tra Ata di ruolo e precari e poi vicari, referenti...

A Roma risolviamo facilmente con la livella del dialetto: si taglia la parte finale per tutti. Dotto' a tutto pasto dal chirurgo al magistrato, professo' avvoca'

lucetta10 ha scritto:A Roma risolviamo facilmente con la livella del dialetto: si taglia la parte finale per tutti. Dotto' a tutto pasto dal chirurgo al magistrato, professo' avvoca'

Pronunciando qualche lettera in meno nello stesso tempo si possono dire più parole; lo scopo deve sicuramente essere l'aumento di produttività.

lucetta10 ha scritto:Lo straordinario mondo delle gerarchie potrebbe produrre nelle scuole ircocefali fantastici: già mi immagino in un istituto comprensivo proporre una gerarchia sociolinguisticamente segnalata tra maestri e professori, o magari ne valutiamo una tra docenti di ruolo e precari, ma anche tra Ata di ruolo e precari e poi vicari, referenti...

A Roma risolviamo facilmente con la livella del dialetto: si taglia la parte finale per tutti. Dotto' a tutto pasto dal chirurgo al magistrato, professo' avvoca'

Io ricordavo del termine " dottorino " in realtà..
Comunque da che pulpito: e' dall era craxi che esprimi sdegno e sconcerto nei confronti dei docenti " precarinonabilitati", che a tuo dire hanno invaso la scuola italiana abbassandone drasticamente il livello, giacché non avrebbero quel robusto know how che solo l abilitazione e la sacra investitura del ruolo conferita alla Carlo Magno puo dare...

La badessa ha scritto:

lucetta10 ha scritto:Lo straordinario mondo delle gerarchie potrebbe produrre nelle scuole ircocefali fantastici: già mi immagino in un istituto comprensivo proporre una gerarchia sociolinguisticamente segnalata tra maestri e professori, o magari ne valutiamo una tra docenti di ruolo e precari, ma anche tra Ata di ruolo e precari e poi vicari, referenti...

A Roma risolviamo facilmente con la livella del dialetto: si taglia la parte finale per tutti. Dotto' a tutto pasto dal chirurgo al magistrato, professo' avvoca'

Io ricordavo del termine " dottorino " in realtà..
Comunque da che pulpito: e' dall era craxi che esprimi sdegno e sconcerto nei confronti dei docenti " precarinonabilitati",  che a tuo dire hanno invaso la scuola italiana abbassandone drasticamente il livello, giacché non avrebbero quel robusto know how che solo l abilitazione e la sacra investitura del ruolo conferita alla Carlo Magno puo dare...

e chi ha mai detto una cosa del genere? E soprattutto quale persona sana di mente potrebbe mai pensare che la qualità di un servizio non migliori sensibilmente quando si fa accedere personale meno qualificato e precario? Lo sanno tutti che il tasso di personale precario non abilitato dà la misura dell'efficienza di un sistema. Mi pare si dica anche "molti precari, molto onore!"

A margine ti faccio notare che sei tu quello del leinonsachisonoio al bidello...