Alunno sudamericano

Ho un alunno sudamericano che è stato appena inserito in una terza media, il quale non conosce l'italiano; anche i suoi genitori parlano solo spagnolo.
Può sostenere gli esami e in che modo? Cosa è possibile fargli fare in storia, geografia e letteratura? Per il momento sta facendo il corso di italiano L2 e sta studiando la grammatica di italiano per stranieri A1, ma può bastare?
Ho cercato la versione in lingua spagnola dei vari libri di testo che abbiamo adottato ma purtroppo i nostri libri non la prevedono...

Dovete fargli un pdp per bes linguistico. Da neoarrivato ha diritto alle raccomandazioni delle Linee guida per per l'inserimento degli alunni stranieri (2014).
Il suo primo obiettivo per ora sarà l'apprendimento della lingua (può fare italiano anche al posto della LS2 certo se la seconda lingua è spagnolo non rinuncerei a un possibile punto di forza), per gli apprendimenti procederei dove possibile in spagnolo, procedendo parallelamente a introdurre un lessico specifico per ogni materia, ma è più facile a dirsi... potrà poi rinforzare la parte pratica delle discipline, da cui non va mai dispensato.

Per la letteratura lascerei perdere e sostituirei con la comprensione del testo. Storia e geografia su brevi testi sempre insistendo sulla comprensione e il rinforzo linguistico
In rete ci sono tanti materiali al di là del libro di testo

Se potrà affrontare l'esame lo stabilirete a fine anno facendo le vostre valutazioni.

Certo sarebbe stato meglio, potendo, inserirlo in una classe non terminale. Per i neoarrivati si può retrocedere di un anno derogando al criterio anagrafico.

PS che il quesito sia posto nella sezione del sostegno è un po' "inappropriato"... Parlare spagnolo e provenire dal sudamericano non è una forma di disabilità, mi auguro che non lo si tratti di conseguenza

Il docente di sostegno NON è docente dell'alunno con disabilità. E' docente di tutta la classe, di alunni senza disabilità, con BES, in questo caso per non italofoni quindi con PDP. Quindi non creiamo sezioni chiuse, il docente di sostegno è un docente SULLA CLASSE. Il sostegno non è legato solo alla disabilità, parte da lì ma va a vantaggio di tutto il gruppo classe, ISPANOFONI COMPRESI.

davide senza che ti scaldi sai benissimo che le vostre ore vengono assegnate nella classe per la presenza dell'alunno con sostegno e che lo scopo principale del vostro operato è l'integrazione didattica e scolastica dell'alunno con sostegno.

Il trattamento degli alunni NAI non italofoni sulla carta è molto più semplice che nella realtà, specie se avviene in classi terminali come la terza media. Concordo con quanto detto da Lucetta, ma temo che a fine anno la scelta più opportuna non sia quella dell'ammissione all'esame, a meno che l'alunno non manifesti doti personali eccezionali; neanche l'ipotesi di fargli sostenere un esame in spagnolo mi sembrerebbe particolarmente ragionevole e utile per il suo inserimento in Italia. Non si impara una lingua in pochi mesi, a maggior ragione se a casa continui a sentire e parlare la lingua madre. Se l'alunno è estroverso e curioso forse in un anno e mezzo ce la fa, altrimenti no.

file:///C:/Users/oscui/Downloads/linee_guida_integrazione_alunni_stranieri.pdf


punto 4.1

Davide ha scritto:Il docente di sostegno NON è docente dell'alunno con disabilità. E' docente di tutta la classe, di alunni senza disabilità, con BES, in questo caso per non italofoni quindi con PDP. Quindi non creiamo sezioni chiuse, il docente di sostegno è un docente SULLA CLASSE. Il sostegno non è legato solo alla disabilità, parte da lì ma va a vantaggio di tutto il gruppo classe, ISPANOFONI COMPRESI.

si ma questa non è la sezione "docente di sostegno" ma la sezione "sostegno" e non credo di aver mai letto qui post sulla preparazione di compiti di geometria o prove per plusdotati, non nascondiamoci dietro un dito: a scuola si considera l'essere straniero nella sfera del disagio e dello svantaggio... e spesso è anche vero.
Non è un problema solo del docenti di sostegno ma anche.

Giova ricordare che l'ultima normativa di riferimento per gli esami è quella relativa all'anno scolastico 2020-21, nel quale, causa pandemia, gli scritti sono stati sostituiti dalla presentazione di un "elaborato". Personalmente spero che si torni presto a una situazione di normalità con la reintroduzione degli scritti momentaneamente accantonati; in ogni caso non sono previsti particolari "sconti" per gli alunni con svantaggio linguistico.
Resta valida la parte di normativa che prevede che sia il consiglio di classe a deliberare motivatamente l'ammissione o la non ammissione dell'alunno; in un caso di NAI che presenti ancora a maggio, come ovvio, delle competenze nell'espressione in italiano totalmente deficitarie, personalmente mi esprimerei in sede di consiglio per la non ammissione all'esame e la ripetizione dell'anno, nello stesso interesse dell'alunno.

herman il lattoniere ha scritto:Giova ricordare che l'ultima normativa di riferimento per gli esami è quella relativa all'anno scolastico 2020-21, nel quale, causa pandemia, gli scritti sono stati sostituiti dalla presentazione di un "elaborato". Personalmente spero che si torni presto a una situazione di normalità con la reintroduzione degli scritti momentaneamente accantonati; in ogni caso non sono previsti particolari "sconti" per gli alunni con svantaggio linguistico.
Resta valida la parte di normativa che prevede che sia il consiglio di classe a deliberare motivatamente l'ammissione o la non ammissione dell'alunno; in un caso di NAI che presenti ancora a maggio, come ovvio, delle competenze nell'espressione in italiano totalmente deficitarie, personalmente mi esprimerei in sede di consiglio per la non ammissione all'esame e la ripetizione dell'anno, nello stesso interesse dell'alunno.

Si, ma attenzione perchè l'ordinanza del 2019 ha introdotto la possibilità di utilizzare gli strumenti compensativi anche in sede di esame per gli alunni BES, quindi un cambiamento c'è.

Le valutazioni sull'ammissione all'esame si possono fare solo in base alla situazione dei singoli alunni e agli obiettivi raggiunti, impossibile generalizzare.
In passato mi è capitato uno scrutinio molto sofferto per stabilire l'ammissione o meno di un ragazzone indiano di 17 anni, già ripetente, all'esame di terza media, lì pensare a un anno di permanenza ulteriore diventava più complicato e l'interesse del ragazzo molto più difficile da fissare

a 17 anni una non ammissione sarebbe puro sadismo, a 13 anni invece va valutata.