Interrompere supplenza all'estero

Pare che intorno al lavoro di insegnamento all'estero ci siano solo nebbia e mistero, e non solo prima di lavorarci, anche durante. Fatto sta che io ho accettato una supplenza, sono partita senza essere riuscita a trovare informazioni (avevo anche solo due giorni di tempo!), alla presa di servizio mi hanno solo presa per i fondelli senza spiegarmi niente di concreto, le procedure sono ammantate di silenzio, le persone degli uffici non sanno mai niente, il preside al massimo ti urla e ti tratta come una pezzente, che fa rima con supplente. IO non rifarei questa esperienza nemmeno se mi pagassero come quelli di ruolo (bello essere trattati come i servi della gleba accanto ai colleghi che sono assisi tranquilli sul loro scranno indeterminato).

Il problema mio è: AIUTO, qualcuno mi spieghi se, come, con quali conseguenze posso liberarmi di questo incubo.

Io sono fisicamente e pschicamente esaurita e voglio tornare in Italia. Questo non è un lavoro, è un incubo. Ma regna una tale omertà che non è possibile chiedere ai colleghi (che dicono essi stessi continuamente, meno parli meglio è) né tantomeno in ufficio.

Domande:
1. Non credo di avere un preavviso da osservare, da supplente, è corretto?
2. Possono rifiutarsi di farmi il certificato di servizio? O cincischiare a tal punto che io sarò già in italia? (il loro metodo preferito)
3. Il conteggio dei giorni, ai fini di avere i punti pieni per l'anno, è come quello italiano?
4. Qualcuno sa se per i laureati in lingue, l'attribuzione dei punti è piena (12 punti) o dipende dall'arbitrio dei mostruosi ex provveditorati? Una collega che mi ha detto che le hanno riconosciuto i punti pienamente, ma ha fatto ricorso. Tenendo conto che tra l'altro io insegno la lingua che insegno nache in Italia ai ragazzi italiani che sono appena arrivati in questo paese, avrei persino una pezza d'appoggio concreta, ma chissà se al consolato me lo riconoscono, come in ogni schifo italiano io sto insegnando in un ordine di scuole in cui in Italia non avrei mai accesso. Qui è tutto normalissimo.

Vi prego davvero di aiutarmi, perché sono allo stremo e non ne posso più e non so dove sbattere la testa. Grazie.

Intanto complimenti per essere partita in due giorni per l'estero. Mi scuso subito per non poter fornire nessuna risposta alle tue domande, ma leggendo il tuo post si sente che sei proprio giù ed è veramente comprensibile nella situazione che descrivi. Ma in che senso dici che ti hanno preso per i fondelli? Posso chiederti anche in quale nazione ti trovi? Quando si è lì per una supplenza in sostanza a chi ci si rivolge in caso di problemi legati all'incarico?

Amarcord, io non ho risposte da dare, sennò non mi rivolgerei al forum, non so davvero a chi chiedere. Non dirò in che nazione sono, perché mi sa che è meglio. La presa dei fondelli consiste nel fatto che nessuno ti spiega in cosa consta il lavoro: se tu pensi di andare all'estero e trovarti classi pronte e fatte, come in Italia, non è così. Almeno non in questa sede. Bisogna trovarsi gli allievi uno a uno, telefonando. Bisogna creare una scuola da soli. Bisogna fare tutto il lavoro che noi lasciamo con nonchalance alla segreteria in Italia, tutto, immagina tutto, comunicazioni, organizzazione, contatti con le scuole del posto. E questo non te lo dicono. Anzi, non ti dicono niente di niente, non esiste una possibilità di attingere alle esperienze di chi ti ha preceduto, perché non sono in grado o non vogliono costruire un patrimonio di esperienze. E mi fermo, anche se ci sarebbero molte altre cose da dire.

Io però ho bisogno di risposte, non di domande, non chiedetemi dove sei, come hai fatto, almeno non qui, per favore!

le scuole italiane all'estero hanno gli stessi obblighi contrattuali e leggi di quelle in Italia; non c'è preavviso se vuoi andare; i pp sono 12 all'anno; il certificato di servizio ti deve essere fatto

andromaca ha scritto:Amarcord, io non ho risposte da dare, sennò non mi rivolgerei al forum, non so davvero a chi chiedere. Non dirò in che nazione sono, perché mi sa che è meglio. La presa dei fondelli consiste nel fatto che nessuno ti spiega in cosa consta il lavoro: se tu pensi di andare all'estero e trovarti classi pronte e fatte, come in Italia, non è così. Almeno non in questa sede. Bisogna trovarsi gli allievi uno a uno, telefonando. Bisogna creare una scuola da soli. Bisogna fare tutto il lavoro che noi lasciamo con nonchalance alla segreteria in Italia, tutto, immagina tutto, comunicazioni, organizzazione, contatti con le scuole del posto. E questo non te lo dicono. Anzi, non ti dicono niente di niente, non esiste una possibilità di attingere alle esperienze di chi ti ha preceduto, perché non sono in grado o non vogliono costruire un patrimonio di esperienze. E mi fermo, anche se ci sarebbero molte altre cose da dire.

Io però ho bisogno di risposte, non di domande, non chiedetemi dove sei, come hai fatto, almeno non qui, per favore!

Ti chiedo scusa, anche se nel forum ci si scambia opinioni e non credevo di metterti a disagio con le mie domande. Non vedo perché tutta questa segretezza. A chi vorrebbe andare all'estero potrebbero essere d'aiuto le tue risposte. Cosa temi dicendo in quale nazione sei? Hai un nickname dal quale non si può risalire al tuo vero nome e poi non ti ho chiesto città e indirizzo :-) Ad ogni modo ti chiedo ancora scusa. Ciao

Ciao Amarcord, scusa tu! Ma ti posso assicurare che ci sono buoni motivi per mantenere l'anonimato e se scrivo la sede, non è che siamo milioni qui e quasi tutti gli altri hanno trovato le loro tattiche di sopravvivenza - non sempre limpidissime - che io invece rifiuto, quindi non sarebbe difficile risalire a chi sono.
Non credo che tutte le sedi estere siano uguali, questa dicono essere un po' sfortunata (viva gli eufemismi).
Se non ho risposto alla tua domanda di localizzazione, ho tuttavia risposto alle altre due. Non sarà una risposta soddisfacente, ma se voglio andarmene, non credi che un motivo ci sarà? E faccio presente che andando via ora, non troverò più uno straccio di supplenza a casa e ovviamente non ho diritto alla disoccupazione. Il segno tangibile che mi hanno ridotta male.

Grazie a Giulia per le risposte!