SUPERAMENTO ANNO DI PROVA

Ciao.
mia cugina e' stata immessa in ruolo quest'anno con me.
lei e' in malattia da circa 2 mesi, il DS le ha consigliato di rifare l'anno di prova l'anno prossimo, e di risolvere adesso bene i suoi problemi di salute.
Siccome lei pensa di poter tornare al lavoro a MArzo e quidi di riuscire a completare i 180 giorni entro maggio, il DS potrebbe comunque non ritenere valido l'anno di prova e crearle dei problemi? Ci decide alla fine se l'anno di prova e' valido o meno?


Grazie, Antonio

comitato di valutazione e DS

posso sapere su quali punti possono decidere se l'anno di prova non è superato? E se tale decisione(al negativo) si ritiene ingiusta si può fare un ricorso? Questo quesito è per una mia carissima amica....Grazie!

Infatti,
mi chiedevo, se per legge bisogna fare ALMENo 180 giorni, come si potrebbe giustificare l'esito negativo? e cosa si puo fare contro questa eventuale decisione?

Forse per capire bene come agire, bisognerebbe domandarsi cosa sia l'anno di prova.

Sulla carta sarebbe una "prova", e come tale può essere superata oppure no.

Nella realtà dei fatti è un anno come gli altri, solo un po' più "monitorato", ma per il resto è un mero pro forma

Se la statistica non mi inganna, i casi di anni di prova non superati sono una percentuale così irrisoria da non costituire preoccupazioni, e quei pochi casi ricadono appunto in una "forma" non rispettata (180 giorni non raggiunti, qualche carta non compilata nel modo giusto, ecc. ecc.).

La quasi totalità di questi mancati superamenti si risolve nella ripetizione dell'anno: il fatto che si possa ripetere ad libitum, fa già capire che nei fatti e addirittura nella normativa è e resta un pro forma (altrimenti dopo un secondo tentativo fallito, il docente dovrebbe essere dichiarato non idoneo all'insegnamento). Io credevo infatti che fosse così, ma leggendo poi le osservazioni degli esperti, ho inteso che invece lo si può ripetere praticamente all'infinito (il che poi non deve farci sorprendere che non si sappia come applicare criteri meritocratici nella scuola: persino laddove si dovrebbe davvero vedere se un docente sa insegnare oppure no, tale occasione è solo formale).

Suggerirei quindi di seguire la forma: se il DS avanza qualche dubbio, sarà sicuramente nella direzione della forma dell'anno di prova, non certo nella sostanza (e se anche lo fosse, come da più parti suggerito, l'anno successivo si cambia scuola, si cambia aria, si rifà l'anno di prova e tarallucci e vino per tutti).

Se tua cugina sente odore di malumori nei suoi confronti, seguirei il consiglio del DS e rimanderei l'anno di prova, e magari cambierei anche scuola.

In ogni caso in bocca al lupo :-)

Io sapevo che se e' il comitato di valutazione a ritenerti non idonea dopo 2 anni vieni licenziata. Puoi proseguire all'infinito se non raggiungi i 180 gg. Così avevo compreso...

esiste normativa precisa anche per questo, di fatto l'anno non è ripetibile all'infinito ne avevamo discusso in un precedente intervento con Paolo 1974 e recentemente è uscita una nota del Ministro inserita nella home di os

In caso di esito sfavorevole del Comitato, il rinvio può avvenire solo una volta. Se però i motivi per esempio del mancato raggiungimento dei 180 gg sono legittimi (maternità, malattie documentate ecc.), allora il rinvio non può avere scadenze.

Ma nella realtà dei fatti, qual è la percentuale di docenti bocciati nell'anno di prova che poi siano stati licenziati definitivamente e senza ricorsi poi vinti?

Se tale percentuale è prossima allo zero, evidentemente si aggira facilmente anche un vincolo di un massimo di due anni di prova.

Albith ha scritto:Ma nella realtà dei fatti, qual è la percentuale di docenti bocciati nell'anno di prova che poi siano stati licenziati definitivamente e senza ricorsi poi vinti?

Se tale percentuale è prossima allo zero, evidentemente si aggira facilmente anche un vincolo di un massimo di due anni di prova.

Poca quella del mancato superamento, per carenze di diverso tipo, quindi parliamo di docenti che hanno compito i 180 gg ma che hanno avuto un esito sfavorevole per decreto; diciamo una percentuale vicina allo 0 del secondo esito sfavorevole.