materie di terza prova

Salve a tutti, lurkavo questo forum da un po', ma è la prima volta che intervengo.

Sono una docente di ruolo sulla 49 (matematica e fisica) e quest'anno sarò commissaria interna, per la prima volta dopo parecchi anni.

Da qualche anno agli esami si ripresenta puntualmente una controversia sulle materie ammissibili per la terza prova. Ossia, esiste un'interpretazione secondo cui il commissario che insegna più materie (che sono entrambe materie dell'ultimo anno e potenzialmente materie d'esame), in realtà sia formalmente nominato "soltanto per una", e quindi alcuni presidenti e/o ispettori sono fissati con l'idea che non si possa mettere l'altra nella terza prova. E allora come si spiega che possa (anzi, DEBBA) interrogare all'orale su entrambe?

Visto che a me è capitato di assistere a discussioni accesissime con conclusioni esattamente opposte, come minimo vuol dire che la normativa non è affatto chiara.

Mi spiego meglio, descrivendo i due esempi:

- due anni fa, esame in un istituto in cui non sono previsti né latino né filosofia, e quindi le cattedre di lettere sono tutte su "italiano e storia". La commissaria esterna sosteneva di essere stata nominata "solo per italiano" e quindi si opponeva alla decisione di includere anche storia nella terza prova. Invece la commissione, a maggioranza, con il peso decisivo del presidente che riteneva che la scelta fosse opportuna, praticamente la obbligò (accusandola anche larvatamente di non volerla fare solo ragioni opportunistiche, ossia, il non aver voglia di correggere altri scritti).

- un anno fa, io ero esterna in un liceo scientifico, e insistevo per far mettere fisica nella terza prova perché ritenevo che fosse opportuno (nonostante la fatica di dover correggere roba in più)... ma, esattamente al contrario di ciò che era successo la volta precedente, mi fu impedito da una presidente che sosteneva che fosse assolutamente vietato, in quanto io ero nominata "solo per matematica". Ma nessuno si sognò di obiettare al fatto che facessi anche domande di fisica all'orale.

Anzi, da quest'anno (a seguito di un precedente giudiziario di pochi mesi fa) si è addirittura sparsa la paura che qualcuno faccia ricorso per essere stato interrogato in una materia IN MENO, e quindi tutti stanno martellando perché chiunque sia presente in commissione interroghi su tutte le materie di propria competenza, anche se insegna in una classe di concorso che non le include. Per cui, ad esempio, gente che è di ruolo sulla 47 ma ha anche un'abilitazione sulla 49 è tenuta a interrogare in fisica anche se non l'ha mai insegnata...

Quindi, scusate la prolissità, ma qualcuno ha le idee più chiare in materia?

Esempio: al liceo classico, dove la seconda prova scritta è più variabile di anno in anno, come fanno? Solitamente il docente di lettere antiche fa sia latino che greco. Se c'è latino al secondo scritto, allora è vietato mettere greco nella terza prova, o viceversa? Ma non mi risulta manco di striscio, i ragazzi se l'aspettano, che quella delle due lingue classiche che non sta nel secondo scritto, starà sicuramente nella terza prova! E ancora peggio... allo scientifico, visto che lo scritto è SEMPRE di matematica, potranno tranquillamente contare sul fatto che fisica nella terza prova non ci sarà mai, e trascurarla allegramente (comprese le classi a PNI o potenziamento scientifico, in cui fisica è sempre stata una materia anche scritta?)

Tra le varie leggende che girano in materia, c'è anche quella più fantasiosa: che se il docente in questione è interno, allora la scelta è possibile, mentre se è esterno no. Ossia, se io faccio da commissaria interna a una classe mia, in cui per tutto l'anno ho insegnato matematica e fisica, allora si può mettere fisica nella terza prova, mentre se sono esterna (come l'anno scorso), allora no.

Questo sarebbe giustificato dal fatto che sulla nomina ministeriale ci sia scritto solo "matematica", mentre la nomina interna fatta dal consiglio di classe include tutte le materie effettivamente insegnate. E addirittura, si sostiene che sia una scelta fatta apposta per evitare di dare troppo potere decisionale a una persona sola (cosa assurda, perché la correzione dello scritto è comunque collegiale, il voto del colloquio è complessivo, e comunque non vedo perché questa preoccupazione debba esistere solo se il commissario è esterno, mentre se è interno no).

Ma a me questa sembra una bufala realmente poco credibile.

Immagino che la nomina ministeriale con su scritto *solo* matematica (o *solo* italiano) sia riferita all'incarico di gestire e correggere le prove ministeriali scritte, mentre ogni commissione è libera di decidere come gestire la terza prova e gli orali... e infatti fino a pochi anni fa si faceva regolarmente così. Oppure, è solo l'effetto di una noncuranza burocratica, ma dubito che sia motivata da una preoccupazione di principio.

Qualcuno ha le idee più chiare?

Grazie!
Lisa

1. E' vero che il commissario è nominato per una materia e non per tutte le materie della sua classe di concorso.

2. Questo significa che, ad esempio, se viene nominato un commissario esterno di greco, la scuola può nominare un commissario interno di latino.

3. Il Presidente, all'insediamento, ha l'obbligo di verificare quali materie può chiedere il commissario agli studenti. Ad esempio, se in un liceo linguistico è nominato un commissario esterno di italiano e non c'è nessun commissario (interno o esterno) che fa latino, è il commissaio esterno di italiano che deve fare latino. Se poi è nominato anche un commissario esterno di filosofia, si concorda (e si verbalizza) se ad interrogare in storia spetta a quello di filosofia o a quello di italiano. Sicuramente a quello di italiano, se non c'è la filosofia.

4. Ne consegue che un commissario nominato per matematica ha tutto il diritto di mettere fisica in terza prova se non c'è il commissario di fisica espressamente nominato. E' una mancanza della Commissione se non viene prospettata questa possibilità.

ciao