Lettera al Ministro Profumo
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Lettera al Ministro Profumo
On.le Ministro Profumo,
Sono un’insegnante di scuola primaria, laureata presso la facoltà di Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi di Padova.
Oltre a me, ci sono molti altri insegnanti abilitati e regolarmente iscritti alle Graduatorie ad Esaurimento che mostrano il loro disappunto riguardo al Concorso di cui si parla in questi giorni.
Insegnanti giovani e “non giovani” (se il metro di misura sono i 30 anni) che in questi anni, oltre a svolgere servizio presso le varie istituzioni scolastiche, hanno conseguito l’abilitazione frequentando la facoltà di Scienze della Formazione Primaria che, come immagino saprà, prevede un percorso di studio impegnativo comprensivo, oltre i vari insegnamenti, di laboratori e tirocini.
Per entrare nella suddetta facoltà abbiamo dovuto superare un test d’ammissione, in cui è stata fatta una selezione iniziale in base ad un numero prestabilito dal Miur.
Dopo i vari anni di studio, che molti di noi hanno svolto lavorando e conseguendo il titolo nei termini previsti (visto che viene messa in discussione anche questa volontà), ci ritroviamo a settembre ad attendere le convocazioni, che vengono sempre più posticipate perdendo l’opportunità di seguire incontri iniziali importanti e conoscere il contesto lavorativo.
Sarebbe interessante vedere se noi precari non ci presentassimo alle convocazioni.
Certo non avremmo il posto di lavoro per l’anno scolastico, ma le scuole funzionerebbero lo stesso?
Domanda retorica.
Mi chiedo a questo punto (e con me tanta gente): perché non assumere tutte queste persone regolarmente abilitate e con anni di servizio/esperienza alle spalle iscritte nelle Graduatorie ad Esaurimento?
Diventa troppo oneroso per lo Stato?
Allora Le chiedo: quanto meno oneroso sarebbe un Concorso che, posto nei termini da Lei descritti, non farebbe altro che aumentare i precari stessi? Se non addirittura umiliare chi è precario da anni?
Proprio Lei infatti parla, per quanto riguarda la scuola primaria, di estendere la domanda anche per chi «ha titoli di studio conseguiti al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, iniziati entro l’anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002» (L’Unità, 28/08/12).
Mi sono diplomata all’istituto magistrale nel 2001, ma nel frattempo mi sono iscritta alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria conseguendo l’abilitazione.
Mi risulta che un aspirante medico o passa il test della facoltà di Medicina oppure non avrà l’opportunità di fare un concorso e trovarsi a lavorare in ospedale come dottore.
La mia non è paura di «mettermi in gioco» o di dover studiare ancora: la professione stessa ci porta a formarci e ad aggiornarci di continuo, aspirando a diventare insegnanti di qualità con competenze disciplinari, gestionali, relazionali, didattiche, riflessive, che al loro interno già comprendono quelle elencate da Lei.
Trovo inoltre ingiusto che precari in possesso dell’abilitazione (o tramite corso o laurea) siano entrati in ruolo in questi anni senza dover affrontare altri esami. Siamo più sfortunati di loro in base a quale parametro?
Non è riesumando la pratica del Concorso che migliorerà il sistema scuola: servirà solo per rimescolare e incrementare le graduatorie già esistenti, creando ancora più confusione e malcontento generale.
In questi anni non si è parlato inoltre di tagli alla scuola pubblica? C’è la possibilità di fare nuove assunzioni? Ben venga! Ci sono circa 180.000 precari che già attendono nelle loro graduatorie. Precari assunti a settembre e licenziati a giugno. Precari che ogni anno cambiano sede lavorativa e prestano con dignità il loro servizio.
Parliamo tanto di meritocrazia? Mi sembra che quello di cui si parla in questi giorni abbia tutt’altro sapore e ne è un esempio (se non bastano le righe qui sopra) l’idea delle “quote giovani”.
Credo nel mio lavoro: ho sacrificato tanto per raggiungere il mio posto precario.
Al mio fianco ritrovo i miei compagni di studio e colleghi, insieme crediamo nella scuola pubblica italiana e non ci piace l’idea di vederla a poco a poco smantellare da persone che non sono mai entrate in classe per capire il reale sforzo che noi insegnanti con tanta passione mettiamo in questo lavoro: aiutare a crescere i futuri cittadini del mondo, spesso in realtà molto difficili.
Con questa lettera esprimo lo sdegno, l’amarezza, la delusione, di chi come me è in attesa di lavorare anche quest’anno assieme ai bambini, di mettere in pratica la teoria studiata, e guidare le future generazioni a credere in un domani migliore.
Venezia, 29/08/2012
Cordialmente,
Dott.ssa Francesca Bidoia
Sono un’insegnante di scuola primaria, laureata presso la facoltà di Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi di Padova.
Oltre a me, ci sono molti altri insegnanti abilitati e regolarmente iscritti alle Graduatorie ad Esaurimento che mostrano il loro disappunto riguardo al Concorso di cui si parla in questi giorni.
Insegnanti giovani e “non giovani” (se il metro di misura sono i 30 anni) che in questi anni, oltre a svolgere servizio presso le varie istituzioni scolastiche, hanno conseguito l’abilitazione frequentando la facoltà di Scienze della Formazione Primaria che, come immagino saprà, prevede un percorso di studio impegnativo comprensivo, oltre i vari insegnamenti, di laboratori e tirocini.
Per entrare nella suddetta facoltà abbiamo dovuto superare un test d’ammissione, in cui è stata fatta una selezione iniziale in base ad un numero prestabilito dal Miur.
Dopo i vari anni di studio, che molti di noi hanno svolto lavorando e conseguendo il titolo nei termini previsti (visto che viene messa in discussione anche questa volontà), ci ritroviamo a settembre ad attendere le convocazioni, che vengono sempre più posticipate perdendo l’opportunità di seguire incontri iniziali importanti e conoscere il contesto lavorativo.
Sarebbe interessante vedere se noi precari non ci presentassimo alle convocazioni.
Certo non avremmo il posto di lavoro per l’anno scolastico, ma le scuole funzionerebbero lo stesso?
Domanda retorica.
Mi chiedo a questo punto (e con me tanta gente): perché non assumere tutte queste persone regolarmente abilitate e con anni di servizio/esperienza alle spalle iscritte nelle Graduatorie ad Esaurimento?
Diventa troppo oneroso per lo Stato?
Allora Le chiedo: quanto meno oneroso sarebbe un Concorso che, posto nei termini da Lei descritti, non farebbe altro che aumentare i precari stessi? Se non addirittura umiliare chi è precario da anni?
Proprio Lei infatti parla, per quanto riguarda la scuola primaria, di estendere la domanda anche per chi «ha titoli di studio conseguiti al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, iniziati entro l’anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002» (L’Unità, 28/08/12).
Mi sono diplomata all’istituto magistrale nel 2001, ma nel frattempo mi sono iscritta alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria conseguendo l’abilitazione.
Mi risulta che un aspirante medico o passa il test della facoltà di Medicina oppure non avrà l’opportunità di fare un concorso e trovarsi a lavorare in ospedale come dottore.
La mia non è paura di «mettermi in gioco» o di dover studiare ancora: la professione stessa ci porta a formarci e ad aggiornarci di continuo, aspirando a diventare insegnanti di qualità con competenze disciplinari, gestionali, relazionali, didattiche, riflessive, che al loro interno già comprendono quelle elencate da Lei.
Trovo inoltre ingiusto che precari in possesso dell’abilitazione (o tramite corso o laurea) siano entrati in ruolo in questi anni senza dover affrontare altri esami. Siamo più sfortunati di loro in base a quale parametro?
Non è riesumando la pratica del Concorso che migliorerà il sistema scuola: servirà solo per rimescolare e incrementare le graduatorie già esistenti, creando ancora più confusione e malcontento generale.
In questi anni non si è parlato inoltre di tagli alla scuola pubblica? C’è la possibilità di fare nuove assunzioni? Ben venga! Ci sono circa 180.000 precari che già attendono nelle loro graduatorie. Precari assunti a settembre e licenziati a giugno. Precari che ogni anno cambiano sede lavorativa e prestano con dignità il loro servizio.
Parliamo tanto di meritocrazia? Mi sembra che quello di cui si parla in questi giorni abbia tutt’altro sapore e ne è un esempio (se non bastano le righe qui sopra) l’idea delle “quote giovani”.
Credo nel mio lavoro: ho sacrificato tanto per raggiungere il mio posto precario.
Al mio fianco ritrovo i miei compagni di studio e colleghi, insieme crediamo nella scuola pubblica italiana e non ci piace l’idea di vederla a poco a poco smantellare da persone che non sono mai entrate in classe per capire il reale sforzo che noi insegnanti con tanta passione mettiamo in questo lavoro: aiutare a crescere i futuri cittadini del mondo, spesso in realtà molto difficili.
Con questa lettera esprimo lo sdegno, l’amarezza, la delusione, di chi come me è in attesa di lavorare anche quest’anno assieme ai bambini, di mettere in pratica la teoria studiata, e guidare le future generazioni a credere in un domani migliore.
Venezia, 29/08/2012
Cordialmente,
Dott.ssa Francesca Bidoia
chicc@- Messaggi : 1
Data d'iscrizione : 29.08.12
Età : 41
Località : Venezia
Re: Lettera al Ministro Profumo
Ciao, hai tutta la mia comprensione e la mia solidarietà... inviala e diffondila ovunque...
Sweptaway80- Messaggi : 400
Data d'iscrizione : 20.08.10
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