prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
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prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
la scuola è iniziata solo da poco, ma in questi giorni non ho praticamente chiuso occhio...
questi i fatti: mi è stato assegnato un caso gravissimo, un tetraplegico che negli anni a fronte del rifiuto sistematico dei genitori di un pei differenziato è stato portato in seconda superiore con il programma curricolare per obiettivi minimi... come questo sia stato possibile è presto detto
1. la famiglia ha rifiutato qualsiasi valutazione del qi
2. il gom non ha preso posizione
3. il consiglio di classe non ha preso posizione unanime e si è piegato alle pressioni della famiglia e alle minacce di andare per le vie legali
4. la famiglia afferma di aver diritto alle prove equipollenti e pretende che gli obiettivi minimi debbano essere calibrati sull'handicap
di fatto il ragazzo non sa leggere perché non può ... per quale motivo non è chiaro
non parla: si limita al si e no
non sa scrivere, e probabilmente non è neanche in grado di usare un computer
la famiglia pretende un lavoro sulla comunicazione alternativa aumentativa (io l'ho usata con una sindrome autistica su pei differenziato e non su curricolare)
a quanto so il ministero prevede che gli obiettivi minimi siano sulla classe e non sull'handicap
che le prove equipollenti siano strutturate in base al bisogno, ma si parla di testi in braille per i non vedenti, di prove scritte per i non udenti e di strumenti compensativi e dispensativi per i dsa...
le prove equipollenti che pretende la famiglia sono di tipo binario (stile vero falso, cioè si o no) e l'insegnante di sostegno gli deve leggere il testo...
il Vertecchi, esperto di didattica e valutazione, si esprime chiaramente rispetto alla validità di quest'ultima tipologia di prova, affermando che essa deve essere inclusa in un test che preveda quesiti a risposta multipla e completamenti, ecc, altrimenti perde qualsiasi validità la verifica stessa...
qualsiasi risposta e riferimento normativo sarà una benedizione, perché non posso prendere l'esaurimento nervoso come le mie due colleghe dell'anno scorso ... che per inciso hanno chiesto il trasferimento ... e neanche voglio rischiare una denuncia...
sono abbastanza avvilita perché a quanto mi è stato riferito, se una verifica va male, la madre se la prende con l'insegnante di sostegno e si permette anche di dare suggerimenti di tipo didattico...
ho il pieno rispetto per il dolore di questa famiglia e per gli sforzi che stanno facendo... ma sono oltremodo convinta che la CAA (comunicazione alternativa aumentativa) potrebbe dare risultati meravigliosi e positivi al di là della pretesa di fare qualcosa che sembra superiore alle forze del ragazzo stesso...
grazie
dopo aver scritto tutto questo mi sento già meno sola
questi i fatti: mi è stato assegnato un caso gravissimo, un tetraplegico che negli anni a fronte del rifiuto sistematico dei genitori di un pei differenziato è stato portato in seconda superiore con il programma curricolare per obiettivi minimi... come questo sia stato possibile è presto detto
1. la famiglia ha rifiutato qualsiasi valutazione del qi
2. il gom non ha preso posizione
3. il consiglio di classe non ha preso posizione unanime e si è piegato alle pressioni della famiglia e alle minacce di andare per le vie legali
4. la famiglia afferma di aver diritto alle prove equipollenti e pretende che gli obiettivi minimi debbano essere calibrati sull'handicap
di fatto il ragazzo non sa leggere perché non può ... per quale motivo non è chiaro
non parla: si limita al si e no
non sa scrivere, e probabilmente non è neanche in grado di usare un computer
la famiglia pretende un lavoro sulla comunicazione alternativa aumentativa (io l'ho usata con una sindrome autistica su pei differenziato e non su curricolare)
a quanto so il ministero prevede che gli obiettivi minimi siano sulla classe e non sull'handicap
che le prove equipollenti siano strutturate in base al bisogno, ma si parla di testi in braille per i non vedenti, di prove scritte per i non udenti e di strumenti compensativi e dispensativi per i dsa...
le prove equipollenti che pretende la famiglia sono di tipo binario (stile vero falso, cioè si o no) e l'insegnante di sostegno gli deve leggere il testo...
il Vertecchi, esperto di didattica e valutazione, si esprime chiaramente rispetto alla validità di quest'ultima tipologia di prova, affermando che essa deve essere inclusa in un test che preveda quesiti a risposta multipla e completamenti, ecc, altrimenti perde qualsiasi validità la verifica stessa...
qualsiasi risposta e riferimento normativo sarà una benedizione, perché non posso prendere l'esaurimento nervoso come le mie due colleghe dell'anno scorso ... che per inciso hanno chiesto il trasferimento ... e neanche voglio rischiare una denuncia...
sono abbastanza avvilita perché a quanto mi è stato riferito, se una verifica va male, la madre se la prende con l'insegnante di sostegno e si permette anche di dare suggerimenti di tipo didattico...
ho il pieno rispetto per il dolore di questa famiglia e per gli sforzi che stanno facendo... ma sono oltremodo convinta che la CAA (comunicazione alternativa aumentativa) potrebbe dare risultati meravigliosi e positivi al di là della pretesa di fare qualcosa che sembra superiore alle forze del ragazzo stesso...
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nemo78- Messaggi : 71
Data d'iscrizione : 15.09.12
Re: prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
Ti ringrazio molto della tua risposta, avevo già messo in conto quanto mi dici, cercherò di fare del mio meglio... anche perché a quanto pare non ci sono pezze d'appoggio legali a cui aggrapparsi... ho sentito parlare di una sentenza del tar che aveva dato torto ai genitori in quanto avevano chiesto all'insegnante di sostegno di eccedere nella mediazione, ma finora non mi è riuscito di trovarla... il ds è nuovo, vedremo che posizione prenderà e che atteggiamento avranno le mie colleghe... cosa faranno mettere a verbale, ecc. non sono disposta a fare le battaglie contro i mulini a vento... comunque sia non so proprio come regolarmi, il lavoro per i curricolari è diverso in tutto e per tutto dall'impiego di tempo anche per la CAA, e i genitori pretendono l'uno e l'altro di lavoro...
nemo78- Messaggi : 71
Data d'iscrizione : 15.09.12
Re: prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
Condivido pienamente la posizione di sweetbaby863. Durante il corso SOS una docente ci disse che mai e poi mai avremmo dovuto fare certe osservazioni ai genitori perché noi conoscevamo loro e il loro figlio dopo 10/15 anni o più di aspettative frustrate e disattese.
Questi genitori poi vanno un gradino oltre: prevengono tutto, minacciano denunce, entrano a gamba tesa nella didattica, e quindi di fatto mi sembrano ciechi e sordi ai reali progressi (non dico bisogni didattici) del figlio.
Allora, come si dice a Napoli, meglio farli "fessi e contenti".
Si vede che tu ci tieni e hai immaginato un percorso realmente utile o almeno potenzialmente utile per il ragazzo, ma qui bisogna intendersi: se poi il sistema non funziona ovvero i risultati sono poco visibili o apprezzabili sul medio/lungo periodo, tutto il non fatto, dal punto di vista dei genitori, sarà dovuto alle TUE scelte didattiche (rischi di trovarti in grane enormi, se poi il DS non ti dà man forte...).
Allora l'unica cosa è prendere gli obiettivi minimi dei colleghi, ricalibrarli sull'handicap (e purtroppo ciò vale a falsificarli, perché una verifica sì/no pura è statisticamente inaccettabile, dato che col 50% di possibilità, siamo nella non verifica dei risultati). Direi che le strategie suggerite da sweetbaby siano le più adatte.
Del resto noi siamo insegnanti, non assistenti sociali né messia salvatori: se il ragazzo ha dei genitori che hanno deciso che il bene del figlio passa anche per un percorso scolastico siffatto, forse nemmeno è detto che sia sbagliato a priori.
So che può essere vagamente umiliante, ma cerca di capire cosa davvero vogliono e cerca di accontentarli: non credo poi che il ragazzo, dopo anni di queste non pratiche, sia recuperabile (e lo dico con grande dispiacere, ma esistono battaglie perse in partenza e persino battaglia già abbondantemente perse, e questa mi pare fra queste ultime...).
Questi genitori poi vanno un gradino oltre: prevengono tutto, minacciano denunce, entrano a gamba tesa nella didattica, e quindi di fatto mi sembrano ciechi e sordi ai reali progressi (non dico bisogni didattici) del figlio.
Allora, come si dice a Napoli, meglio farli "fessi e contenti".
Si vede che tu ci tieni e hai immaginato un percorso realmente utile o almeno potenzialmente utile per il ragazzo, ma qui bisogna intendersi: se poi il sistema non funziona ovvero i risultati sono poco visibili o apprezzabili sul medio/lungo periodo, tutto il non fatto, dal punto di vista dei genitori, sarà dovuto alle TUE scelte didattiche (rischi di trovarti in grane enormi, se poi il DS non ti dà man forte...).
Allora l'unica cosa è prendere gli obiettivi minimi dei colleghi, ricalibrarli sull'handicap (e purtroppo ciò vale a falsificarli, perché una verifica sì/no pura è statisticamente inaccettabile, dato che col 50% di possibilità, siamo nella non verifica dei risultati). Direi che le strategie suggerite da sweetbaby siano le più adatte.
Del resto noi siamo insegnanti, non assistenti sociali né messia salvatori: se il ragazzo ha dei genitori che hanno deciso che il bene del figlio passa anche per un percorso scolastico siffatto, forse nemmeno è detto che sia sbagliato a priori.
So che può essere vagamente umiliante, ma cerca di capire cosa davvero vogliono e cerca di accontentarli: non credo poi che il ragazzo, dopo anni di queste non pratiche, sia recuperabile (e lo dico con grande dispiacere, ma esistono battaglie perse in partenza e persino battaglia già abbondantemente perse, e questa mi pare fra queste ultime...).
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
e' la storia di una creatura accettata si, ma a condizione che faccia quello che fanno gli altri. E siccome la scuola non e' un'istituzione e noi non siamo professionisti, nessuno si prende cura effettivamente del ragazzo.
e noi insegnanti di sostesto lottiamo e ci mortifichiamo di far perdere tempo al ragazzino con Dante, quando si potrebbe lavorare tanto sulla percezione, la cinestetica, le abilita' oculo-manuali. mi sento di dirti, se non sei appoggiato da nessuno, di non lottare invano. i colleghi hanno ragione, anche perche' e' il consiglio che decide e non tu.
e noi insegnanti di sostesto lottiamo e ci mortifichiamo di far perdere tempo al ragazzino con Dante, quando si potrebbe lavorare tanto sulla percezione, la cinestetica, le abilita' oculo-manuali. mi sento di dirti, se non sei appoggiato da nessuno, di non lottare invano. i colleghi hanno ragione, anche perche' e' il consiglio che decide e non tu.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
Grazie a tutte, cercherò di stare calma e di cercare di capire cosa vogliono i genitori, non voglio ferirli in alcun modo, anche se da questa cecità deriva la mia sofferenza, perché è vero, potremmo fare tante cose...
nemo78- Messaggi : 71
Data d'iscrizione : 15.09.12
Re: prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
sweetbaby863 ha scritto:Il cdc propone la differenziata ma se i genitori rifiutano si devono perseguire gli obiettivi minimi.nemo78 ha scritto:la scuola è iniziata solo da poco, ma in questi giorni non ho praticamente chiuso occhio...
questi i fatti: mi è stato assegnato un caso gravissimo, un tetraplegico che negli anni a fronte del rifiuto sistematico dei genitori di un pei differenziato è stato portato in seconda superiore con il programma curricolare per obiettivi minimi... come questo sia stato possibile è presto detto
1. la famiglia ha rifiutato qualsiasi valutazione del qi
2. il gom non ha preso posizione
3. il consiglio di classe non ha preso posizione unanime e si è piegato alle pressioni della famiglia e alle minacce di andare per le vie legali
4. la famiglia afferma di aver diritto alle prove equipollenti e pretende che gli obiettivi minimi debbano essere calibrati sull'handicap
di fatto il ragazzo non sa leggere perché non può ... per quale motivo non è chiaro
non parla: si limita al si e no
non sa scrivere, e probabilmente non è neanche in grado di usare un computer
la famiglia pretende un lavoro sulla comunicazione alternativa aumentativa (io l'ho usata con una sindrome autistica su pei differenziato e non su curricolare)
a quanto so il ministero prevede che gli obiettivi minimi siano sulla classe e non sull'handicap
che le prove equipollenti siano strutturate in base al bisogno, ma si parla di testi in braille per i non vedenti, di prove scritte per i non udenti e di strumenti compensativi e dispensativi per i dsa...
le prove equipollenti che pretende la famiglia sono di tipo binario (stile vero falso, cioè si o no) e l'insegnante di sostegno gli deve leggere il testo...
il Vertecchi, esperto di didattica e valutazione, si esprime chiaramente rispetto alla validità di quest'ultima tipologia di prova, affermando che essa deve essere inclusa in un test che preveda quesiti a risposta multipla e completamenti, ecc, altrimenti perde qualsiasi validità la verifica stessa...
qualsiasi risposta e riferimento normativo sarà una benedizione, perché non posso prendere l'esaurimento nervoso come le mie due colleghe dell'anno scorso ... che per inciso hanno chiesto il trasferimento ... e neanche voglio rischiare una denuncia...
sono abbastanza avvilita perché a quanto mi è stato riferito, se una verifica va male, la madre se la prende con l'insegnante di sostegno e si permette anche di dare suggerimenti di tipo didattico...
ho il pieno rispetto per il dolore di questa famiglia e per gli sforzi che stanno facendo... ma sono oltremodo convinta che la CAA (comunicazione alternativa aumentativa) potrebbe dare risultati meravigliosi e positivi al di là della pretesa di fare qualcosa che sembra superiore alle forze del ragazzo stesso...
grazie
dopo aver scritto tutto questo mi sento già meno sola
Gli obiettivi minimi li trovi nella programmazione dei tuoi colleghi.
Prova a fargli raggiungere gli obiettivi minimi.
Un tempo sarei stata più battagliera, ma ho capito che prima di tutto viene la mia sanità psicofisica, quindi se il ragazzo ha avuto la sfortuna di avere dei genitori così "intelligenti" peggio per lui, tu fai di tutto per fargli raggiungere gli obiettivi minimi, poi tanto nessuno si prende la rogna di bocciarlo e sarà promosso.
Te lo dico sinceramente, chi te lo fa fare dare vita a battaglia nelle quali poi ti ritroveresti sola (altrimenti già gli anni scorsi questo "problema" sarebbe stato risolto dal DS).
Hai ragione, una bella programmazione differenziata magari con attività realmente utili al ragazzo sarebbe migliore per il ragazzo, ma mica è colpa tua se ha dei genitori deficienti...
Ascoltami, fa la brava e non cercarti le rogne...te lo dico per esperienza...purtroppo a volte questi genitori sono "esasperati" dalla loro situazione e magari, anche incosciamente, tendono a cercare il "capro" su cui scaricare la propria rabbia e frustrazione...stai attenta perchè poi oltre ai genitori ti ritrovi contro DS e colleghe (e ti ripeto se avessero voluto risolvere il "problema" lo avrebbero fatto negli anni scorsi).
Quindi io ti consiglio di farli contenti...non sai quanti colleghi ho nella tua situazione...spesso li vedo fare lezione al disabile (che avrebbe davvero bisogno di altro)...poi scrivere sul quadernino "oggi con X abbiamo fatto l'Eneide, è stato bravissimo e attento ed è sembrato interessantissimo, abbiamo incollato i personaggi principali e lui li ha riconosciuti" (quando in verità il ragazzo X non ha ascoltato una parola, non c'ha capito una mazza, il collega ha incollato i personaggi e poi passando il dito sulla figura e ripetendo il nome del personaggio ad alta voce ha "colto" (ahahah) l'assenso (quale??') del disabile!!!)...così facendo però i genitori sono contentissimi che il figlio fa "le cose dei ragazzi normali", il docente di sostegno "è bravissimo", ed il figlio "è contentissimo" e "si vede che lavora"...
Ascoltami a volte meglio una confortante bugia che una verità che porterebbe rogne a tutti.
Poi fai come vuoi.
Io sono doc. di sostegno da 10 anni, quanta esperienza sul sost. hai sweetbaby??? Devo dire che sei brava e hai capito tutto come va la vita e come devono andare le cose. Complimenti condivido molto di quello che hai detto.
Al mio paese c'è un detto "Lega l'asino dove vuole il padrone"
totò- Messaggi : 999
Data d'iscrizione : 26.03.11
Età : 54
Località : Milano
Re: prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
Vi ringrazio tutti, i vostri interventi mi hanno commosso, e senz'altro mi sento meno sola... e mi piace il detto di totò! Devo dire che farò tesoro dei vostri consigli e nell'incertezza, se non vi spiace, chiederò ancora consiglio...
nemo78- Messaggi : 71
Data d'iscrizione : 15.09.12
Re: prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
sweetbaby863 ha scritto:Durante il corso SOS una docente ci disse che mai e poi mai avremmo dovuto fare certe osservazioni ai genitori perché noi conoscevamo loro e il loro figlio dopo 10/15 anni o più di aspettative frustrate e disattese.
Sai Albith oggi mi sono ripetuta a mente un'infinita di volte queste tue parole mentre parlavo con la madre di un ragazzo.
Cosa vuoi dire ad una madre che si fa 50 kilometri per lasciare il figlio a scuola e poi resta 5 ore "in zona" così se avete bisogno mi chiamate?
Credo che ci sia l'istinto materno, sviluppato all'ennesima potenza...come se dopo la grave ingiustizia subita dal figlio da "madre natura", la madre biologica facesse il possibile e l'impossibile per far si che nessuno, mai più, possa fare la minima ingiustizia al figlio.
Io credo che quella madre si sarebbe fatta uccidere piuttosto che permettere la minima ingiustizia al figlio, e "purtroppo" IN 15 ANNI DI ATTESE FRUSTRATE E DISATTESE, la madre ha maturato fortissimamente cosa sia giusto per il figlio, e credo che per "quel che è giusto per mio figlio" si sarebbe fatta torturare.
Ed io, cosa avrei dovuto dirle? Che il suo concetto di "giusto per suo figlio" non aveva nessun fondamento didattico? Che vedeva in suo figlio potenzialità che non ci sono nella maniera più assoluta? Che doveva "rassegnarsi" che suo figlio "le cose che fanno gli altri" è solo una perdita di tempo? (e lo penso) Che negli anni scorsi, i miei colleghi precedenti, per evitare rogne la hanno sempre assecondata ma che è stato tutto un bluff?
Comincio davvero a fare fatica a capire cosa sia giusto fare...mi trovo paralizzata.
Ti contestualizzo la frase, che non è mia ma appunto di una docente di sostegno che ci fece alcune lezioni durante il corso di specializzazione.
Lei ci tenne a dire che quando incontravamo un genitore era "meglio" non fare i presuntuosi o i sapientoni (anche in buonissima fede) suggerendo questa cura o quell'altra soluzione didattica/pedagogica. Sue parole: "volete che un genitore non le abbia provate tutte e anche di più?" e di qui la frase "voi li incontrate dopo 10/15 di aspettative disattese e frustrate".
Allora cos'è il meglio? Innanzitutto non credo nel concetto del "meglio" bensì, al massimo, dell'obiettivo. Che obiettivo voglio, devo e posso avere?
Fare la quadra non è facile: forse ho ancora troppa poca esperienza, per il momento seguo ancora molto l'istinto. Però quella frase è un mio faro: certo, qualche rischio di spiaggiare c'è sempre, ma cerco di rimanere a galla ;-)
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
Pongo il problema in un'altra ottica. La differenza molto grande tra chi insegna alle elementari, medie, infanzia e chi insegna alle superiori e' che i secondo hanno vincoli normativi ben precisi. O prende il diploma o non lo prende. e siccome un diploma e' un titolo, e la commissione esaminatrice e' composta da pubblici ufficiali, prima degli esami sono tutti buoni e ti fanno passare di tutto, all'atto dell'ammissione poi tutti ti dicono che un ragazzo cosi' non potrebbe mai superare l'esame di Stato. e non lo ammettono. Tutto legale ovviamente. ma la legge perche' prende il sopravvento solo nel momento in cui non si vogliono rogne? perche' non si spiega congiuntamente, anche con l'aiuto degli assistenti sociali scolastici e i neuropsichiatri, alla famiglia che la strada da percorrere e' diversa?
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: prove equipollenti e famiglia che non vuole accettare pei differenziato
carla75 ha scritto:Pongo il problema in un'altra ottica. La differenza molto grande tra chi insegna alle elementari, medie, infanzia e chi insegna alle superiori e' che i secondo hanno vincoli normativi ben precisi. O prende il diploma o non lo prende. e siccome un diploma e' un titolo, e la commissione esaminatrice e' composta da pubblici ufficiali, prima degli esami sono tutti buoni e ti fanno passare di tutto, all'atto dell'ammissione poi tutti ti dicono che un ragazzo cosi' non potrebbe mai superare l'esame di Stato. e non lo ammettono. Tutto legale ovviamente. ma la legge perche' prende il sopravvento solo nel momento in cui non si vogliono rogne? perche' non si spiega congiuntamente, anche con l'aiuto degli assistenti sociali scolastici e i neuropsichiatri, alla famiglia che la strada da percorrere e' diversa?
L'hai appena detto: non si vogliono rogne.
Se la maturità fosse gestibile in autonomia come la licenza media, avremmo frotte di diplomati H certificati, anzi le certificazioni alle superiori, notoriamente di molto inferiori a quelle delle medie, avrebbero un'impennata.
E' sgradevole dirlo, ma è così...
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
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