L'Italia non sarà MAI un paese civile

copio e incollo quasi integralmente un messaggio che ho scritto altrove, scusate se è lungo...

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Leggete questa che è carina:

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Qualche mese fa, agli esami di maturità, una ragazza viene sorpresa a copiare durante una prova scritta, collegandosi a internet da un telefono palmare, e cercando materiale in rete. Come è previsto dal regolamento dell'esame, e come viene puntualmente ribadito agli studenti prima dell'inizio delle prove, viene esclusa dall'esame stesso e automaticamente bocciata.

Nel giro di pochi giorni presenta ricorso al TAR.

Il TAR le concede la sospensiva precauzionale, ossia la ragazza può accedere provvisoriamente a sostenere comunque le prove suppletive, in attesa che il TAR esamini tutti i verbali.

Il TAR esamina tutto e giudica che il ricorso era INFONDATO. Cioè, che avevano fatto benissimo a escluderla dall'esame per aver violato gravemente le regole, e che lei non aveva alcuna ragione per ricorrere. La ragazza non demorde (quanto ci scommettete che avesse il padre avvocato, o qualcosa del genere?) e presenta un nuovo ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR.

E il consiglio di Stato... ribalta la sentenza e dice che è la decisione del TAR ad essere illegittima, implicando quindi che la studentessa aveva ragione, e che i commissari d'esame hanno sbagliato LORO ad allontanarla dall'esame, perché in fondo non era poi vero che la violazione fosse così tanto grave da meritare una punizione così eccessiva.

Ma la perla migliore sono le motivazioni formali espresse nella sentenza.

Ossia, la ragazza meriterebbe delle attenuanti per i seguenti motivi:

- "in considerazione del suo curriculum scolastico precedente", che era buono, e questo sarebbe stato dimostrato dal fatto che poi ha superato l'esame suppletivo con un voto discreto;

- "per aver agito in preda a uno stato d'ansia incontrollabile" che le avrebbe annebbiato le capacità di giudizio sull'effettiva gravità del fatto;

- e "per essersi mostrata sinceramente pentita" dell'errore commesso.

Innanzi tutto la prima argomentazione è ridicola di per sé.
Perché nella decisione di allontanarla dall'esame, non c'era da discutere sulla sua preparazione scolastica, e nessuno era entrato nel merito se meritasse il diploma o no per la sua bravura: era stata buttata fuori perché sorpresa a commettere un'illegalità che invalida l'esame, non perché volevano bocciarla in quanto somara! Il fatto che poi si sia dimostrata in grado di passare l'esame lo stesso, cosa dovrebbe cambiare, l'illecito l'ha commesso o no????

...poi, osserviamo l'elegantissima finezza di coerenza tra la prima argomentazione e la seconda:

prima si dice che la ragazza era già bravina di suo, e quindi NON AVEVA NESSUN BISOGNO DI COPIARE (e quindi se ne deduce che abbia copiato lo stesso senza nessun motivo serio, così, giusto per leggerezza, per pigrizia, per rendersi le cose un po' più comode... e perché mai questo dovrebbe rendere il suo atto meno grave? semmai è il contrario!);

e poi, poche righe dopo, si sostiene invece che la poveretta era stata travolta dall'impulso irrefrenabile di copiare perché in preda a uno stato di alterazione disperata, che le aveva annebbiato completamente i criteri di giudizio sulla gravità della cosa.

E allora, decidiamoci: è giustificata perché non aveva bisogno di copiare, o è giustificata perché ne aveva un bisogno drammatico? E in entrambi i casi, PERCHE'?

Incidentalmente: prima delle prove di esame si ripete chiaramente ai ragazzi che non è consentito usare nessun dispositivo elettronico che consente comunicazione, e li si invita esplicitamente a consegnare al banco della commissione qualsiasi cellulare, ipad, tablet, eccetera. Quindi, i casi sono due: o la ragazza aveva dichiarato di non avere con sé alcun telefono e non aveva consegnato niente, e invece ce l'aveva... oppure se ne era portati dietro DUE, e aveva consegnato quello che serviva solo per fare scena, tenendosi ben stretto l'altro. In entrambi i casi, la cosa era premeditata parecchie ore prima, quindi come accidenti si fa a dire che abbia agito d'impulso, accecata da un irrefrenabile attacco d'ansia?

La terza motivazione è da brivido: la poveretta merita comprensione perché si è subito dimostrata PENTITA della disonestà commessa. Questa è peggio di Berlusconi che giura di aver creduto sinceramente che la Ruby fosse la nipote di Mubarak, eddaje! Immaginate quanto si sarebbe amaramente pentita se non l'avessero beccata...

In definitiva, il Consiglio di Stato le dà ragione, nonostante l'irregolarità compiuta dalla ragazza sia reale, palese e confessata. E a questo punto, visto che le hanno dato ragione, non solo il suo diploma è valido, ma lei potrà anche divertirsi a fare causa a sua volta contro i professori che hanno fatto "l'atto illegittimo" di cacciarla via dall'esame, presumibilmente traumatizzandola e causandole danni psicologici e morali gravi. Il tutto, nonostante ci sia una legge, che è ancora in vigore e che non è stata mai cambiata, che dice chiaramente che il comportamento tenuto dalla studentessa è vietato, e che inficia la validità dell'esame.

Ora, domanda seria: se l'anno prossimo un altro commissario d'esame (che oltre alle varie cose, ha l'OBBLIGO di legge di "vigilare sul corretto svolgimento delle prove", e sul rispetto della loro legalità), beccherà uno studente intento a un trucchetto del genere, che probabilità ci sono che abbia il coraggio di rispettare davvero la normativa e di prendere i provvedimenti previsti? E casomai quell'insegnante fosse disposto a farlo, ma si trovasse in mezzo a una commissione di colleghi che non vogliono saperne perché "tanto, se ci fanno ricorso lo vincono", che probabilità ci sarà che la legge venga rispettata?

L'Italia non sarà MAI un paese civile. MAI.

Che tristezza...

- "per aver agito in preda a uno stato d'ansia incontrollabile" che le avrebbe annebbiato le capacità di giudizio sull'effettiva gravità del fatto;
E' RESPONSABILITA' DELLA PSICOLOGIA E DELLA PEDAGOGIA ENTRATA A GAMBA TESA NELLA NOSTRA VITA. IN ALTRE PAROLE, E' COLPA DELLA (PSICO)PEDAGOGIA CHE SI E' SOSTITUITA ALL'EDUCAZIONE.

- e "per essersi mostrata sinceramente pentita" dell'errore commesso
E' COLPA DELLA CULTURA RELIGIOSA CATTOLICA, CHE ANNULLA - COL PERDONISMO - IL PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITA' (IN GERMANIA UN MINISTRO SI E' DIMESSO PER AVER COPIATO LA TESI DI LAUREA). OVVERO E' COLPA DELLA DISTORSIONE DELLA CULTURA CATTOLICA DEL CONCETTO DI PERDONO CRISTIANO. IL PENTIMENTO PASSA PER LA RIPARAZIONE. E INOLTRE, UN CONTO E' LA TEODICEA (GIUSTIZIA DI DIO) E UN ALTRO CONTO E' LA GIUSTIZIA DELL'UOMO (LE DUE "GIUSTZIE" SONO STATE OGGETTO DI CONFUSIONE PER UNA ERRATA INTERPRETAZIONE - A TUTTI COMODA - DEL "SICUT ET NOS DIMITTIMUS" DEL "PADRE NOSTRO").

- "in considerazione del suo curriculum scolastico precedente", che era buono, e questo sarebbe stato dimostrato dal fatto che poi ha superato l'esame suppletivo con un voto discreto;
E' COLPA DELLE DUE CULTURE CITATE NEI PUNTI PRECEDENTI.

Valerie ha scritto:Che tristezza...

Concordo Valerie e...che schifezza!!!!!!!!!!!

lucaps...è esattamente come dici tu...esattamente!purtroppo il vero cancro dell'italia è la giustizia, forte coi deboli e debole coi forti....giustizia sociale, economica e anche scolastica...bravo anche paniscus a scriverci le motivazioni di una sentenza (che sono la parte più interessante, al di là dell'innocenza/colpevolezza) e queste motivazioni purtroppo non reggono....

O mammaaaaa!!!!! Ma che faccia di corna certa gente!

A me l'anno scorso una CRETINA si fece beccare con un temino scritto su un foglietto a fisarmonica dal presidente di commissione. Alla domanda " E questo???" la candidata rispose " ME l'hanno dato le mie insegnanti"... VOlevo prenderla per i capelli, giuro! Per fortuna dopo averglielo sequestrato ne ha cacciato un altro e a quel punto il commissario si è reso conto che aveva a che fare con un caso umano... non ha invalidatoil compito, ma all'orale questa è venuta dicendo " Vi avviso che non so niente".
Va da se' che quest'anno CI riprova!