Renzi e i salari "quantitativi".
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Renzi e i salari "quantitativi".
ESEMPIO B (di cui sotto): paghiamo di più insegnanti di religione, di educazione fisica, di arte e disegno e di tutte quelle materie che hanno due ore/settimana perchè hanno più alunni; paghiamo di meno gli insegnanti di lettere, italiano e latino, matematica.
ESEMPIO A (di cui sotto): le ore "lavorate" A SCUOLA oltre le ore di lezione; in genere i colleghi che si impegnano di più A SCUOLA in progetti et al. sono coloro che non hanno molti compiti da correggere, perchè chi ha compiti da correggere davvero non ce la fa (neanche a casa, si può dire e non stacca mai).
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Dobbiamo forse correggere i compiti a Scuola. Bene, ci sto.
PROBLEMA: gli altri dipendenti pubblici hanno matenuto i buoni-mensa? Mi sembra di sì, anche se ridotti.
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In effetti, un criterio quantitativo potrebbe essere quello di dare maggior stipendio agli insegnanti di materie con valutazione anche scritta, idea già venuta a qualche politico: di questo abbiamo già parlato in altro thread e abbiamo detto che ormai tutti gli insegnanti sono costretti a fare qualche compito scritto a causa della riduzione delle ore e dell'aumento degli alunni per classe (ma anche qualche compito scritto, in realtà, va fatto anche per le materie orali... perchè serve).
Si potrebbe - perchè no? - pagare 1 euro per ogni tema; 0,50 per compiti con domande aperte; 0,30 per ogni test a risposta multipla; 0,15 per ogni test a risposta V/F.
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Perchè - invece di farsi tutte queste pippe mentali (dato che dobbiam parlar toscano) - non iniziamo a pagare gli Insegnanti di Religione come tutti gli altri insegnanti e smettiamo di pagarli di più come avviene oggi?
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PROBLEMA: se dobbiamo stare a scuola fino alle ore 17, non vi possono essere scuole con soli 7 pc e la sala-insegnanti non può certo accogliere tutti i docenti come se fossimo in un Ufficio Pubblico. Ci sistemano nelle aule? L'energia elettrica chi la paga? L'energia elettrica del pc - che attualmente paghiamo noi nelle nostre case - chi la paga? Il personale Ata dovrà "rimettere a posto le aule" dopo le ore 17? La cancelleria, che per il momento è fornita solo al personale ata, dovrà essere fornita ad ogni docente, così come è fornita ad ogni impiegato pubblico di altra Amministrazione.
INSOMMA, I CRITERI MERAMENTE QUANTITATIVI NON VANNO BENE: LO SANNO LORO COSA SUCCEDEREBBE AGLI ALUNNI E ALLE FAMIGLIE SE GLI INSEGNANTI VALUTASSERO GLI ALUNNI CON CRITERI MERAMENTE QUANTITATIVI (MISURAZIONE) E NON FACESSERO QUINDI VALUTAZIONE, COSI' COME CI INSEGNANO I PEDAGOGISTI ACCADEMICI DELLE VARIE SSIS, TFA, SSOS E ACRONIMI VARI?
LO SANNO LORO CHE NON ESISTEREBBERO I DSA E I BES (MA NEANCHE MOLTI ALUNNI, CHE NON SI IMPEGNANO) SE L'INSEGNAMENTO FOSSE DAVVERO UNA "PRATICA QUANTITATIVA"?
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http://www.orizzontescuola.it/news/concorsi-triennali-e-gae-chiuse-salari-proporzionali-al-lavoro-svolto-licei-4-anni-vediamo-come
- "differenziare le carriere e definire dei criteri obiettivi, il meno discrezionali possibili"
- "in modo quantitativo"
- esempio A: con il numero delle ore effettivamente “lavorate” a scuola oltre le ore di lezione,
- esempio B: con il numero degli alunni,
- esempio C: con la definizione dello status di scuole a rischio,
- esempio D: con la qualità certificata di formazione in servizio.
- "un tema da affrontare in sede di contrattazione, assieme alla necessaria revisione dello stato giuridico e al superamento di alcune rigidità del contratto nazionale non sempre compatibili con l’autonomia scolastica. Serve un confronto franco e aperto, non preordinato: si può partire con la prossima contrattazione".
ESEMPIO A (di cui sotto): le ore "lavorate" A SCUOLA oltre le ore di lezione; in genere i colleghi che si impegnano di più A SCUOLA in progetti et al. sono coloro che non hanno molti compiti da correggere, perchè chi ha compiti da correggere davvero non ce la fa (neanche a casa, si può dire e non stacca mai).
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Dobbiamo forse correggere i compiti a Scuola. Bene, ci sto.
PROBLEMA: gli altri dipendenti pubblici hanno matenuto i buoni-mensa? Mi sembra di sì, anche se ridotti.
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In effetti, un criterio quantitativo potrebbe essere quello di dare maggior stipendio agli insegnanti di materie con valutazione anche scritta, idea già venuta a qualche politico: di questo abbiamo già parlato in altro thread e abbiamo detto che ormai tutti gli insegnanti sono costretti a fare qualche compito scritto a causa della riduzione delle ore e dell'aumento degli alunni per classe (ma anche qualche compito scritto, in realtà, va fatto anche per le materie orali... perchè serve).
Si potrebbe - perchè no? - pagare 1 euro per ogni tema; 0,50 per compiti con domande aperte; 0,30 per ogni test a risposta multipla; 0,15 per ogni test a risposta V/F.
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Perchè - invece di farsi tutte queste pippe mentali (dato che dobbiam parlar toscano) - non iniziamo a pagare gli Insegnanti di Religione come tutti gli altri insegnanti e smettiamo di pagarli di più come avviene oggi?
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PROBLEMA: se dobbiamo stare a scuola fino alle ore 17, non vi possono essere scuole con soli 7 pc e la sala-insegnanti non può certo accogliere tutti i docenti come se fossimo in un Ufficio Pubblico. Ci sistemano nelle aule? L'energia elettrica chi la paga? L'energia elettrica del pc - che attualmente paghiamo noi nelle nostre case - chi la paga? Il personale Ata dovrà "rimettere a posto le aule" dopo le ore 17? La cancelleria, che per il momento è fornita solo al personale ata, dovrà essere fornita ad ogni docente, così come è fornita ad ogni impiegato pubblico di altra Amministrazione.
INSOMMA, I CRITERI MERAMENTE QUANTITATIVI NON VANNO BENE: LO SANNO LORO COSA SUCCEDEREBBE AGLI ALUNNI E ALLE FAMIGLIE SE GLI INSEGNANTI VALUTASSERO GLI ALUNNI CON CRITERI MERAMENTE QUANTITATIVI (MISURAZIONE) E NON FACESSERO QUINDI VALUTAZIONE, COSI' COME CI INSEGNANO I PEDAGOGISTI ACCADEMICI DELLE VARIE SSIS, TFA, SSOS E ACRONIMI VARI?
LO SANNO LORO CHE NON ESISTEREBBERO I DSA E I BES (MA NEANCHE MOLTI ALUNNI, CHE NON SI IMPEGNANO) SE L'INSEGNAMENTO FOSSE DAVVERO UNA "PRATICA QUANTITATIVA"?
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- "differenziare le carriere e definire dei criteri obiettivi, il meno discrezionali possibili"
- "in modo quantitativo"
- esempio A: con il numero delle ore effettivamente “lavorate” a scuola oltre le ore di lezione,
- esempio B: con il numero degli alunni,
- esempio C: con la definizione dello status di scuole a rischio,
- esempio D: con la qualità certificata di formazione in servizio.
- "un tema da affrontare in sede di contrattazione, assieme alla necessaria revisione dello stato giuridico e al superamento di alcune rigidità del contratto nazionale non sempre compatibili con l’autonomia scolastica. Serve un confronto franco e aperto, non preordinato: si può partire con la prossima contrattazione".
LucaPS- Messaggi : 1960
Data d'iscrizione : 08.11.10
Re: Renzi e i salari "quantitativi".
Ottimo sistema per realizzare in pochi anni il passaggio dal semianalfabetismo all'alfabetismo totale.LucaPS ha scritto:ESEMPIO B (di cui sotto): paghiamo di più insegnanti di religione, di educazione fisica, di arte e disegno e di tutte quelle materie che hanno due ore/settimana perchè hanno più alunni; paghiamo di meno gli insegnanti di lettere, italiano e latino, matematica.
non è vero, i colleghi che si impegnano di più (fisicamente) a scuola sono quelli che "storicamente" hanno mostrato una maggiore disponibilità e impegno e finiscono per diventare un punto di riferimento per DS e docenti. C'è il caso di qualche trafficone, ma nella generalità dei casi si tratta di colleghi che di fatto dedicano più tempo e nel tempo finiscono per vedersi riconosciuto il contentino dal fondo di istituto che, in genere, non è mai direttamente correlato al tempo dedicato.ESEMPIO A (di cui sotto): le ore "lavorate" A SCUOLA oltre le ore di lezione; in genere i colleghi che si impegnano di più A SCUOLA in progetti et al. sono coloro che non hanno molti compiti da correggere, perchè chi ha compiti da correggere davvero non ce la fa (neanche a casa, si può dire e non stacca mai).
A parte questa considerazione, penso che l'attività volontaria (più o meno retribuita dalle elemosine del FIS) sia del tutto scollegata dal numero di compiti da correggere.
I compiti si dovrebbero (uso il condizionale) correggere a scuola, perché non si potrebbero portare fuori dalla scuola.Dobbiamo forse correggere i compiti a Scuola. Bene, ci sto.
Aggiungo un OT: ogni anno, in ogni classe, corrego due o tre compiti in classe durante la lezione. Lo scopo è di illustrare i criteri che applico nella correzione e preparare gli studenti all'autovalutazione.
A prescindere dall'ultima considerazione (compiti scritti anche in caso di valutazione solo dell'orale), un criterio basato sulla correzione dei compiti è l'apoteosi della DEMENZA. Cito qualche concetto chiave:In effetti, un criterio quantitativo potrebbe essere quello di dare maggior stipendio agli insegnanti di materie con valutazione anche scritta, idea già venuta a qualche politico: di questo abbiamo già parlato in altro thread e abbiamo detto che ormai tutti gli insegnanti sono costretti a fare qualche compito scritto a causa della riduzione delle ore e dell'aumento degli alunni per classe (ma anche qualche compito scritto, in realtà, va fatto anche per le materie orali... perchè serve).
1) la correzione di un compito di biologia è MOLTO MENO impegnativa della correzione di un tema di italiano (a scanso di equivoci, insegno scienze e per il mio insegnamento è prevista la valutazione sia all'orale sia allo scritto)
2) a mio parere una verifica orale di filosofia è molto più impegnativa, in termini di tempo e energia, di una verifica scritta di chimica basata su 10 quesiti a risposta breve aperta assegnata ad un'intera classe (idem come sopra)
3) la funzione docente non si esaurisce nella correzione dei compiti e chi lo pensa è un IMBECILLE. Pensiamo al paradosso di un insegnante che assegna le pagine da studiare senza fare lezione e impiega gran parte del tempo-cattedra nelle verifiche che sarebbe valorizzato più di un insegnante che dedica gran parte del tempo-cattedra all'apprendimento.
LOL... sperando che i genitori non pretendano poi una percentuale sui compensi dai test (più compiti > più entrate per il prof | più stress per il genitore)Si potrebbe - perchè no? - pagare 1 euro per ogni tema; 0,50 per compiti con domande aperte; 0,30 per ogni test a risposta multipla; 0,15 per ogni test a risposta V/F.
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Perchè - invece di farsi tutte queste pippe mentali (dato che dobbiam parlar toscano) - non iniziamo a pagare gli Insegnanti di Religione come tutti gli altri insegnanti e smettiamo di pagarli di più come avviene oggi?
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PROBLEMA: se dobbiamo stare a scuola fino alle ore 17, non vi possono essere scuole con soli 7 pc e la sala-insegnanti non può certo accogliere tutti i docenti come se fossimo in un Ufficio Pubblico. Ci sistemano nelle aule? L'energia elettrica chi la paga? L'energia elettrica del pc - che attualmente paghiamo noi nelle nostre case - chi la paga? Il personale Ata dovrà "rimettere a posto le aule" dopo le ore 17? La cancelleria, che per il momento è fornita solo al personale ata, dovrà essere fornita ad ogni docente, così come è fornita ad ogni impiegato pubblico di altra Amministrazione.
INSOMMA, I CRITERI MERAMENTE QUANTITATIVI NON VANNO BENE: LO SANNO LORO COSA SUCCEDEREBBE AGLI ALUNNI E ALLE FAMIGLIE SE GLI INSEGNANTI VALUTASSERO GLI ALUNNI CON CRITERI MERAMENTE QUANTITATIVI (MISURAZIONE) E NON FACESSERO QUINDI VALUTAZIONE, COSI' COME CI INSEGNANO I PEDAGOGISTI ACCADEMICI DELLE VARIE SSIS, TFA, SSOS E ACRONIMI VARI?
LO SANNO LORO CHE NON ESISTEREBBERO I DSA E I BES (MA NEANCHE MOLTI ALUNNI, CHE NON SI IMPEGNANO) SE L'INSEGNAMENTO FOSSE DAVVERO UNA "PRATICA QUANTITATIVA"?
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http://www.orizzontescuola.it/news/concorsi-triennali-e-gae-chiuse-salari-proporzionali-al-lavoro-svolto-licei-4-anni-vediamo-come
- "differenziare le carriere e definire dei criteri obiettivi, il meno discrezionali possibili"
- "in modo quantitativo"
- esempio A: con il numero delle ore effettivamente “lavorate” a scuola oltre le ore di lezione,
- esempio B: con il numero degli alunni,
- esempio C: con la definizione dello status di scuole a rischio,
- esempio D: con la qualità certificata di formazione in servizio.
- "un tema da affrontare in sede di contrattazione, assieme alla necessaria revisione dello stato giuridico e al superamento di alcune rigidità del contratto nazionale non sempre compatibili con l’autonomia scolastica. Serve un confronto franco e aperto, non preordinato: si può partire con la prossima contrattazione".[/quote]
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