Ecco l'ultimo articolo strappalacrime sulle immissioni in ruolo troppo tardive:
http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/08/28/news/storia_di_ivana_io_nominata_maestra_a_61_anni-94573700/?ref=HREC1-9
Mediamente ogni anno ce ne sono uno o due che finiscono sulle prime pagine, sbandierando il presunto caso penoso di persona che, dopo essere stata precaria tutta la vita, ha avuto finalmente un posto stabile quando era già alla soglia dell'età della pensione.
Ma guarda caso, non si tratta quasi mai di VERI precari della scuola, che hanno effettivamente dedicato il grosso della loro vita lavorativa all'insegnamento, senza riceverne il giusto riconoscimento... ma di persone che hanno lavorato a scuola solo occasionalmente, con lunghissime pause, perché nel frattempo hanno preferito fare altri lavori, o magari andare all'estero, o ritirarsi a vita privata dedicandosi alla famiglia a tempo pieno, mentre tanti altri loro colleghi hanno effettivamente insegnato a tempo pieno e si sono sbattuti per seguire tutte le strade legittimamente previste per ottenere il ruolo.
Qua si parla di una persona di 61 anni, che si presume nata nel 1952 o 1953, e diplomata all'istituto magistrale intorno al 1970, ossia quando sono nata io.
Se la data è quella, in quarantaquattro anni (e lo so per certo perché li compio tra pochi giorni, in fila per sei col resto di due, q*zzarola!) 'sta donna avrebbe avuto la possibilità di partecipare ad almeno quattro o cinque concorsi ordinari, per non parlare di quelli riservati, che adesso non ci sono più ma che negli anni settanta e ottanta erano abbordabilissimi e hanno immesso in ruolo chiunque, compresi cani, porci, capre, molluschi, vegetali e blocchi di granito.
Se ha scelto di non partecipare a tali concorsi perché aveva di meglio da fare, oppure ci ha provato ma è stata sempre respinta, e se nel frattempo non ha NEMMENO fatto con continuità la maestra, sia pure da precaria... ma allora, santiddìolamadonnaetuttigliangelincolonna, e scusate per la dissacrazione, ma di che si lamenta, per il fatto di essere stata chiamata in ruolo solo a 61 anni? Le è andata di lusso, altro che!
Invece la signora, stando all'articolo, in quegli anni aveva preferito dedicarsi all'attività di impiegata in uffici aziendali, di traduttrice (presumibilmente free-lance), di custode in palazzi della provincia, di baby sitter in case private, e di educatrice in asili privati (presumibilmente non parificati e non riconosciuti), ricominciando a fare supplenze occasionali nella scuola pubblica solo da un anno o due... e dovrebbe essere considerata un caso significativo ed esemplare di "precaria storica della scuola italiana", sfruttata e vessata da un sistema ingiusto, e finalmente immessa in ruolo troppo tardi?
Sarà stata chiamata in ruolo così tardi, semplicemente perché aveva un punteggio MINIMO e se l'era sempre fatto andare bene così...
Cosa avrebbe preteso, che le facessero valere come punteggio di anni di servizio nella scuola anche quelli passati a fare la baby sitter privata, la portinaia in un ufficio, o la massaia in casa sua?
Scusate se appaio cinica, ma non mi sembra proprio che tali bordate approssimative, che si appellano alla commozione sentimentale del lettore, siano adeguate per rappresentare un quadro realistico dei problemi VERI del precariato della scuola!
L.
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