documento dell' assemblea nazionale precari - Roma 26 ottobre - per una ripresa unitaria delle mobilitazioni dei precari
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documento dell' assemblea nazionale precari - Roma 26 ottobre - per una ripresa unitaria delle mobilitazioni dei precari
Da mirco81 Gio Nov 06, 2014 10:16 pm
Coordinamento Precari Scuola Roma
Precari Uniti contro i tagli
Precari Cobas Scuola
Coordinamento precari Ata
Coordinamento Precari Scuola Napoli
Coordinamento Precari Scuola Bologna
Precari Cub scuola
Coordinamento lavoratori della scuola "3ottobre" Milano
DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEI PRECARI -ROMA 26 OTTOBRE 2014 (le adesioni sono aperte)
PER UNA RIPRESA UNITARIA DELLE MOBILITAZIONI DEI PRECARI
https://www.facebook.com/groups/precari.uniti/permalink/776744399058851/
Il 26 ottobre, a Roma, nella sede di “Communia”, si è tenuto un incontro tra precari delle diverse categorie, docenti di ruolo e ATA, provenienti da diverse città italiane.
Tutti gli interventi hanno sottolineato l’esigenza di un percorso unitario condiviso che accolga e contemperi le diverse istanze del frammentato mondo del precariato. Se da una parte infatti, con scarsa chiarezza sui tempi, sulle coperture finanziarie e sui modi, e con la pretesa di imporre mobilità selvaggia e demansionamento funzionale, si promette l’assunzione di 150.000 docenti precari, dall’altra si prefigura l’abolizione delle graduatorie di II e III fascia, una misura, questa, che aprirebbe le porte alla chiamata diretta da parte dei Dirigenti Scolastici, i cui poteri, con l’istituzione del portfolio e l’obbligo di raccogliere crediti, previsti nel Piano-Scuola di Renzi, sarebbero equiparati a quelli di un dirigente d’azienda.
Nello stesso tempo, la legge di stabilità taglia 2020 posti a.t.a., blocca, nei fatti, il turn over e congela le costituende graduatorie di III fascia. In buona sostanza, il testo presentato falcia il 50% dei posti ata vacanti. Si calcola che, a effetto della legge di stabilità, circa il 90% delle supplenze degli assistenti amministrativi verrà inesorabilmente tagliato. Si vieta, inoltre, di conferire supplenze ai collaboratori scolastici, se non dopo 7 giorni di assenza, e agli assistenti amministrativi, a meno che le scuole non abbiano meno di 3 unità di personale amministrativo. Infine, non sarà più possibile sostituire gli assistenti tecnici.
Specifico docenti
L’attacco a docenti che da anni lavorano nella scuola è palese e necessita di una risposta forte e compatta. Prioritaria, quindi, diventa la convergenza su una piattaforma condivisa, che miri all’assunzione di tutti i precari, cominciando dai circa 250.000, tra abilitati e abilitandi, presenti nelle graduatorie, e alla costruzione di un organico ampio, procedente anche dallo scorporo delle classi-pollaio, e non di un “organico funzionale”, che sancirebbe l’istituzionalizzazione del lavoro precario.
Ecco quelli che potrebbero essere, coerentemente con quanto sopra affermato, i principali punti di rivendicazione comune:
• La certezza delle immissioni in ruolo promesse dal governo (148mila precari delle GAE entro Settembre 2015) attraverso adeguati stanziamenti, da effettuarsi senza condizionarle all’accettazione di patti “al ribasso”, dal momento che, come è a tutti noto, le assunzioni dei
precari in GAE non sono un regalo del governo, ma il frutto delle lotte condotte negli anni dai precari, nonché un obbligo procedente dall’imminente sentenza che verrà emessa a fine novembre dalla Corte Europea contro il governo italiano, e che con tutta probabilità condannerà il nostro paese per abuso di contratto a tempo determinato e violazione della L.70/1999CE.
• Il rispetto, per gli immessi in ruolo, di quanto stabilito dal CCNL scuola, il che vuol dire ripristino degli scatti di anzianità soppressi, riconoscimento dei diritti pregressi degli abilitati di scuola dell'infanzia e primaria ante 2002 e, soprattutto, ritiro di ogni assurda ipotesi di mobilità del personale verso altre province o regioni, nonché didemansionamento, ovvero utilizzazione su classi di concorso “affini”.
• Istituzione di una nuova graduatoria provinciale degli abilitati (da cui attingere per le immissioni in ruolo e per le nomine sulle supplenze annuali); stabilizzazione dei precari recentemente abilitati tramite percorsi TFA e PAS e tramite laurea in Scienze della formazione, attualmente in II fascia d’istituto.
• Istituzione di graduatorie dei non abilitati con percorsi abilitanti da attivare gratuitamente e senza selezione per chi abbia maturato almeno 2 anni di contratti a tempo determinato.
Dalla discussione è emersa la convinzione generale che il miglioramento delle condizioni di lavoro e di studio è indissolubilmente legato a nuove assunzioni, e che il livello di efficacia della didattica sia strettamente correlato alla riduzione del numero di alunni per classe, alla possibilità di individualizzare i percorsi di apprendimento, all’incremento del tempo-scuola, garantito dai docenti e non dall’intervento interessato e snaturante di soggetti privati, al ripristino dei laboratori, al potenziamento o alla reintroduzione di materie umiliate o eliminate dai quadri-orario gelminiani, all’incentivazione del turn-over (ritiro riforma Fornero e pensionamento Quota ‘96). Questa riteniamo sia la prospettiva per parlare realmente di “buona scuola”.
Specifico personale Ata
Con il ventilato demansionamento dei docenti, c’è il fondato timore che il 50% di posti a.t.a. vacanti possa essere coperto dal personale docente in esubero, attraverso l’organico funzionale, timore reso ancora più concreto dal fatto che già da quest’anno ai docenti è consentito avere, nello stesso anno, sia supplenze da docenti, che da a.t.a. Nonostante il recente pronunciamento della corte europea abbia ribadito il principio che gli impiegati delle pubbliche amministrazioni che abbiano prestato lavoro precario per più di tre anni continuativi abbiano diritto all’assunzione a tempo indeterminato, e nonostante il fatto che tra i precari a.t.a. storici ci siano persone ormai prossime all’età pensionabile, lavoratrici e lavoratori precari a.t.a. vengono licenziati. Se si stabilizzano i docenti delle Gae, il personale a.t.a., che ha maturato gli stessi requisiti giuridici, deve essere parimenti stabilizzato, non licenziato!
CHIEDIAMO:
• Il ritiro dei tagli
• Il rispetto dello specifico professionale delle singole categorie (Ata su posti Ata e docenti in cattedra)
• La stabilizzazione per tutti coloro che hanno maturato i requisiti
Una buona scuola è solo quella che funziona, e la scuola che funziona è quella in cui il lavoro di ogni componente viene riconosciuto e rispettato.
Per iniziare un percorso di mobilitazione e per continuare a confrontarsi, i coordinamenti romani invitano tutte le realtà locali a costruire una mobilitazione nazionale al Miur il 14 novembre, in concomitanza con il social strike.
Precari Uniti contro i tagli
Precari Cobas Scuola
Coordinamento precari Ata
Coordinamento Precari Scuola Napoli
Coordinamento Precari Scuola Bologna
Precari Cub scuola
Coordinamento lavoratori della scuola "3ottobre" Milano
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PER UNA RIPRESA UNITARIA DELLE MOBILITAZIONI DEI PRECARI
https://www.facebook.com/groups/precari.uniti/permalink/776744399058851/
Il 26 ottobre, a Roma, nella sede di “Communia”, si è tenuto un incontro tra precari delle diverse categorie, docenti di ruolo e ATA, provenienti da diverse città italiane.
Tutti gli interventi hanno sottolineato l’esigenza di un percorso unitario condiviso che accolga e contemperi le diverse istanze del frammentato mondo del precariato. Se da una parte infatti, con scarsa chiarezza sui tempi, sulle coperture finanziarie e sui modi, e con la pretesa di imporre mobilità selvaggia e demansionamento funzionale, si promette l’assunzione di 150.000 docenti precari, dall’altra si prefigura l’abolizione delle graduatorie di II e III fascia, una misura, questa, che aprirebbe le porte alla chiamata diretta da parte dei Dirigenti Scolastici, i cui poteri, con l’istituzione del portfolio e l’obbligo di raccogliere crediti, previsti nel Piano-Scuola di Renzi, sarebbero equiparati a quelli di un dirigente d’azienda.
Nello stesso tempo, la legge di stabilità taglia 2020 posti a.t.a., blocca, nei fatti, il turn over e congela le costituende graduatorie di III fascia. In buona sostanza, il testo presentato falcia il 50% dei posti ata vacanti. Si calcola che, a effetto della legge di stabilità, circa il 90% delle supplenze degli assistenti amministrativi verrà inesorabilmente tagliato. Si vieta, inoltre, di conferire supplenze ai collaboratori scolastici, se non dopo 7 giorni di assenza, e agli assistenti amministrativi, a meno che le scuole non abbiano meno di 3 unità di personale amministrativo. Infine, non sarà più possibile sostituire gli assistenti tecnici.
Specifico docenti
L’attacco a docenti che da anni lavorano nella scuola è palese e necessita di una risposta forte e compatta. Prioritaria, quindi, diventa la convergenza su una piattaforma condivisa, che miri all’assunzione di tutti i precari, cominciando dai circa 250.000, tra abilitati e abilitandi, presenti nelle graduatorie, e alla costruzione di un organico ampio, procedente anche dallo scorporo delle classi-pollaio, e non di un “organico funzionale”, che sancirebbe l’istituzionalizzazione del lavoro precario.
Ecco quelli che potrebbero essere, coerentemente con quanto sopra affermato, i principali punti di rivendicazione comune:
• La certezza delle immissioni in ruolo promesse dal governo (148mila precari delle GAE entro Settembre 2015) attraverso adeguati stanziamenti, da effettuarsi senza condizionarle all’accettazione di patti “al ribasso”, dal momento che, come è a tutti noto, le assunzioni dei
precari in GAE non sono un regalo del governo, ma il frutto delle lotte condotte negli anni dai precari, nonché un obbligo procedente dall’imminente sentenza che verrà emessa a fine novembre dalla Corte Europea contro il governo italiano, e che con tutta probabilità condannerà il nostro paese per abuso di contratto a tempo determinato e violazione della L.70/1999CE.
• Il rispetto, per gli immessi in ruolo, di quanto stabilito dal CCNL scuola, il che vuol dire ripristino degli scatti di anzianità soppressi, riconoscimento dei diritti pregressi degli abilitati di scuola dell'infanzia e primaria ante 2002 e, soprattutto, ritiro di ogni assurda ipotesi di mobilità del personale verso altre province o regioni, nonché didemansionamento, ovvero utilizzazione su classi di concorso “affini”.
• Istituzione di una nuova graduatoria provinciale degli abilitati (da cui attingere per le immissioni in ruolo e per le nomine sulle supplenze annuali); stabilizzazione dei precari recentemente abilitati tramite percorsi TFA e PAS e tramite laurea in Scienze della formazione, attualmente in II fascia d’istituto.
• Istituzione di graduatorie dei non abilitati con percorsi abilitanti da attivare gratuitamente e senza selezione per chi abbia maturato almeno 2 anni di contratti a tempo determinato.
Dalla discussione è emersa la convinzione generale che il miglioramento delle condizioni di lavoro e di studio è indissolubilmente legato a nuove assunzioni, e che il livello di efficacia della didattica sia strettamente correlato alla riduzione del numero di alunni per classe, alla possibilità di individualizzare i percorsi di apprendimento, all’incremento del tempo-scuola, garantito dai docenti e non dall’intervento interessato e snaturante di soggetti privati, al ripristino dei laboratori, al potenziamento o alla reintroduzione di materie umiliate o eliminate dai quadri-orario gelminiani, all’incentivazione del turn-over (ritiro riforma Fornero e pensionamento Quota ‘96). Questa riteniamo sia la prospettiva per parlare realmente di “buona scuola”.
Specifico personale Ata
Con il ventilato demansionamento dei docenti, c’è il fondato timore che il 50% di posti a.t.a. vacanti possa essere coperto dal personale docente in esubero, attraverso l’organico funzionale, timore reso ancora più concreto dal fatto che già da quest’anno ai docenti è consentito avere, nello stesso anno, sia supplenze da docenti, che da a.t.a. Nonostante il recente pronunciamento della corte europea abbia ribadito il principio che gli impiegati delle pubbliche amministrazioni che abbiano prestato lavoro precario per più di tre anni continuativi abbiano diritto all’assunzione a tempo indeterminato, e nonostante il fatto che tra i precari a.t.a. storici ci siano persone ormai prossime all’età pensionabile, lavoratrici e lavoratori precari a.t.a. vengono licenziati. Se si stabilizzano i docenti delle Gae, il personale a.t.a., che ha maturato gli stessi requisiti giuridici, deve essere parimenti stabilizzato, non licenziato!
CHIEDIAMO:
• Il ritiro dei tagli
• Il rispetto dello specifico professionale delle singole categorie (Ata su posti Ata e docenti in cattedra)
• La stabilizzazione per tutti coloro che hanno maturato i requisiti
Una buona scuola è solo quella che funziona, e la scuola che funziona è quella in cui il lavoro di ogni componente viene riconosciuto e rispettato.
Per iniziare un percorso di mobilitazione e per continuare a confrontarsi, i coordinamenti romani invitano tutte le realtà locali a costruire una mobilitazione nazionale al Miur il 14 novembre, in concomitanza con il social strike.
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