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Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione?

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Messaggio Da Isadora Gio Set 10, 2015 3:01 pm

Promemoria primo messaggio :

Ciao. Ieri durante una riunione a scuola é intervenuto un docente (RSU) che ci ha fortemente raccomandato senza ulteriori spiegazioni di non votare per l'elezione del comitato valutazione docenti al prossimo collegio, in modo da destinare quei soldi a progetti utili per la scuola. Tutti hanno annuito. Non ho detto niente, come ogni anno sono l'ultima arrivata. Mi chiedevo: visto che la riforma é legge, può il collegio deliberare di non accettarne un aspetto? In base a che cosa in una scuola ci sarebbe il comitato e in un'altra no?!

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Messaggio Da mac67 Sab Set 12, 2015 1:11 pm

francescaverdi ha scritto:Puoi considerare quello, ma non solo. Altrimenti spiegami a cosa servirebbe il comitato di valutazione (che, come dice la legge, non è quello che valuta, ma quello che stabilisce i criteri)

Non ho scritto "solo". Ma quelle cose sono lì.

Personalmente, sono dell'idea che si paga per primo il lavoro per consentire alle scuole il funzionamento ordinario.

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Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione? - Pagina 3 Empty Re: Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione?

Messaggio Da Annaangelaelvira Sab Set 12, 2015 1:22 pm


Mi chiedo se tu insegni e dove, perché descrivi cose che sarebbero sensate in un mondo ideale, che però non corrisponde a quello in cui lavoro io (e molti altri colleghi, a quel che leggo).

Non nella scuola, sono in università dove tutti, i docenti con i disastri pazzeschi della VQR e delle abilitazioni, ed il personale (compresi noi tecnici laureati che comunque teniamo lezioni ed esercitazioni e seguiamo come tutor laureandi e dottorandi) per il quale tale valutazione è l'unico modo per avere scatti stipendiali.
Nel mio ateneo i docenti sono valutati anche dagli studenti, e chi ha per due o tre anni di fila valutazioni basse, oltre ai richiami del pres viene relegato alle materie meno mbite nei corsi con pochissimi studenti (anche da noi non si licenzia solo perché non si sa insegnare, anche perché a volte, ma solo a volte,si può non saper insegnare ma essere comunque bravi scienziati)

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Messaggio Da mac67 Sab Set 12, 2015 2:01 pm

Annaangelaelvira ha scritto:
Mi chiedo se tu insegni e dove, perché descrivi cose che sarebbero sensate in un mondo ideale, che però non corrisponde a quello in cui lavoro io (e molti altri colleghi, a quel che leggo).

Non nella scuola, sono in università dove tutti, i docenti con i disastri pazzeschi della VQR e delle abilitazioni, ed il personale (compresi noi tecnici laureati che comunque teniamo lezioni ed esercitazioni e seguiamo come tutor laureandi e dottorandi) per il quale tale valutazione è l'unico modo per avere scatti stipendiali.
Nel mio ateneo i docenti sono valutati anche dagli studenti, e chi ha per due o tre anni di fila valutazioni basse, oltre ai richiami del pres viene relegato alle materie meno mbite nei corsi con pochissimi studenti (anche da noi non si licenzia solo perché non si sa insegnare, anche perché a volte, ma solo a volte,si può non saper insegnare ma essere comunque bravi scienziati)

L'università e la scuola sono posti molto diversi, anche se in entrambi si insegna (conosco entrambi, ho fatto ricerca per più di 10 anni).

Se insegnassi fisica a scuola come la insegnerei all'università a studenti di ingegneria (non dico nemmeno fisica, ingegneria) otterrei risultati penosi.

Gli studenti universitari dei corsi di fisica, qualunque sia il corso di laurea, hanno mediamente una preparazione migliore di una classe di liceo (per non parlare di altri istituti).

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Messaggio Da enricat Sab Set 12, 2015 3:21 pm

avidodinformazioni ha scritto:
enricat ha scritto:l'ho già detto ma lo ripeto, è il concetto di meritocrazia a essere marcio, non a caso è nato con una accezione negativa, ma adesso tutti invocano il merito! La meritocrazia è competizione e diseguaglianza.
Gli uomini sono diversi, la meritocrazia ne tiene conto.

La competizione stimola a dare il meglio di se stessi.

Mi incuriosisce quello che hai scritto sulle origini della parola "meritocrazia"; veramente il significato originale indicava qualcosa di sbagliato ?
sì, nasce con questo romanzo di Michael Young di cui consiglio la lettura http://ilmanifesto.info/storia/la-meritocrazia-il-privilegio-e-solo-di-classe/

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Messaggio Da Ciccio.8 Sab Set 12, 2015 4:15 pm

enricat ha scritto:
avidodinformazioni ha scritto:
enricat ha scritto:l'ho già detto ma lo ripeto, è il concetto di meritocrazia a essere marcio, non a caso è nato con una accezione negativa, ma adesso tutti invocano il merito! La meritocrazia è competizione e diseguaglianza.
Gli uomini sono diversi, la meritocrazia ne tiene conto.

La competizione stimola a dare il meglio di se stessi.

Mi incuriosisce quello che hai scritto sulle origini della parola "meritocrazia"; veramente il significato originale indicava qualcosa di sbagliato ?
sì, nasce con questo romanzo di Michael Young di cui consiglio la lettura http://ilmanifesto.info/storia/la-meritocrazia-il-privilegio-e-solo-di-classe/

Grande enricat!

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Messaggio Da Francesca4 Sab Set 12, 2015 5:16 pm

Anche questa volta devo dissentire da chi ripudia a priori il concetto di merito, ed anche a dispetto del suo significato originario.
Capisco che possa essere " trendy" non valorizzare chi nel lavoro metta impegno e motivazione, ma ho sempre considerato l'appartenenza politica come identità e condivisione di valori ed obiettivi più che un vestito alla moda: l'anticonformismo dichiarato a tutti i costi,ed urlato contro l'evidenza dei fatti, non mi è mai appartenuto, perché essere conformi ai valori sentiti da una comunità in un determinato momento storico, non può essere fonte di spregio per chi crede in quello che fa con tutto se stesso, mettendoci l'anima.
Il fatto è che si confonde il merito con la competizione sfrenata, la lotta senza regole, quella al limite, ma anche oltre, l'umana decenza.
Resto convinta che la valutazione di ogni professione sia cosa buona e giusta, e dovrebbe essere legata a parametri di valutazione chiari e trasparenti che devono essere necessariamente fissati a priori, in modo che l'esito finale non possa risolversi in un vestitino cucito su misura per i soliti noti.
Solo così può essere arginato un giudizio meramente discrezionale che potrebbe facilmente sconfinare nell'arbitrarietà e nell'assegnazione di compiti e funzioni estremamente delicati sulla base della semplice empatia.
Rinunciare a scegliere il comitato di valutazione che fissi quei criteri a priori, oltre ad essere contra legem, aprirebbe sicuramente la strada al facile arbitrio.

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Messaggio Da francescaverdi Sab Set 12, 2015 6:13 pm

Non credo che Annaangelaelvira voglia insegnare, infatti.

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Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione? - Pagina 3 Empty Re: Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione?

Messaggio Da mac67 Dom Set 13, 2015 9:12 am

Lenar ha scritto:
Annaangelaelvira ha scritto:
Non nella scuola, sono in università dove tutti, i docenti con i disastri pazzeschi della VQR e delle abilitazioni, ed il personale (compresi noi tecnici laureati che comunque teniamo lezioni ed esercitazioni e seguiamo come tutor laureandi e dottorandi) per il quale tale valutazione è l'unico modo per avere scatti stipendiali.

Domanda molto OT. Ma uno che riesce ad infilarsi nel dorato mondo universitario perché mai vorrebbe scendere nel pantano della scuola?

Il "mondo dorato" dell'università è popolato anch'esso da uno stuolo di precari (ho fatto ricerca per più di 10 anni, ne so qualcosa) che tra dottorato, assegno di ricerca, contratto a progetto, supplenza per quattro spiccioli, ecc., spera che prima o poi esca il concorso della stabilizzazione.

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Messaggio Da Paolo Santaniello Ven Dic 18, 2015 4:52 pm

Sono d'accordo con enricat. Il concetto di merito è fonte di un equivoco madornale. E ve lo dimostro.
Intervistati in un sondaggio, alla semplice domanda "meritevole si / meritevole no" il 90% dei docenti dicono di se stessi che sono meritevoli. Cio' dimostra che il merito , qualitativamente parlando , è totalmente SOGGETTIVO e quindi non misurabile.
In pratica è come se si usasse la parola "merito" per sostituire un'altra meno digeribile, quale potrebbe essere "simpatia", "raccomandazione" , "corruzione".

E' proprio qui che sorge l'equivoco. La legge non dà dei criteri OGGETTIVI per stabilire univocamente chi sono i docenti meritevoli. Indica, con periodi vaghi e ambigui, delle linee guida... e lascia poi ai "comitati di valutazione" l'incombenza di stabilire "a te si e a te no".
Sono molto curioso di vedere cosa ne salterà fuori, ma l'ipotesi più probabile è che saranno consegnate ai dirigenti pagine altrettanto vaghe e piene di paroloni fuffosi, totalmente soggetti a interpretazione personale, ovvero sarà consegnato al dirigente il potere di dare i soldi a chi vuole lui, o quasi... cioè si sta foraggiando la creazione di una "corte". Con tutte le conseguenze che ne derivano.

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Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione? - Pagina 3 Empty Re: Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione?

Messaggio Da serpina Sab Dic 19, 2015 10:51 am

Isadora ha scritto:Ciao. Ieri durante una riunione a scuola é intervenuto un docente (RSU) che ci ha fortemente raccomandato senza ulteriori spiegazioni di non votare per l'elezione del comitato valutazione docenti al prossimo collegio, in modo da destinare quei soldi a progetti utili per la scuola. Tutti hanno annuito. Non ho detto niente, come ogni anno sono l'ultima arrivata. Mi chiedevo: visto che la riforma é legge, può il collegio deliberare di non accettarne un aspetto? In base a che cosa in una scuola ci sarebbe il comitato e in un'altra no?!

anche nella mia provincia le RSU stanno insistendo (con qualche eccezione come Gilda) per boicottare l'elezione del comitato di valutazione. mi riesce difficile afferrare il senso di questa operazione che non farebbe altro che lasciare al DS (e al membro esterno) la totale discrezionalità sulla nostra valutazione.
sarei curiosa di sapere quali criteri si stanno dando i collegi in materia. anche nella mia scuola il dibattito ferve.
è chiara a tutti la difficoltà di valutare il merito senza le necessarie risorse (=monitoraggio, effettuato da un ente esterno, sull'attività didattica nel suo insieme e sul lungo periodo).
penso che una strada percorribile sia quella di utilizzare come parametro qualcosa di più oggettivamente misurabile come la quantità di lavoro svolto (in termini di aggiornamento, preparazione e correzione di verifiche, produzione di materiali per la didattica). la maggior parte di queste attività può essere tracciata grazie al registro elettronico o alle piattaforme (tipo moodle, per chi le usa). non parlo di attività extra già incentivate da fis ma proprio di attività legate alla didattica curricolare.
qualche collegio si sta muovendo in questa direzione? o in quali altre?
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Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione? - Pagina 3 Empty Re: Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione?

Messaggio Da comp_xt Sab Dic 19, 2015 4:24 pm

serpina ha scritto:
anche nella mia provincia le RSU stanno insistendo (con qualche eccezione come Gilda) per boicottare l'elezione del comitato di valutazione. mi riesce difficile afferrare il senso di questa operazione che non farebbe altro che lasciare al DS (e al membro esterno) la totale discrezionalità sulla nostra valutazione.

Il DS gode comunque della totale discrezionalità nell'attribuzione del bonus visto che il comitato si limita solo a stilare dei criteri che, per loro natura, non potranno che essere generici e quindi interpretabili in maniera discrezionale dall'unica persona a cui la legge attribuisce questa facoltà (a meno che non si voglia sostenere la boiata secondo cui il merito di un docente sarebbe "misurabile" - anche perché a quel punto sarebbe d'obbligo fornire la definizione operativa della grandezza che si ritiene di essere  in grado di misurare).

La libertà di insegnamento è  un principio costituzionale e non può essere derogato da una legge ordinaria, nemmeno dalla 107/2005. Viene pertanto difficile stilare criteri che identificano un insegnamento di qualità senza ledere tale principio e comunque,non vedo come la scuola potrebbe giovarsi di criteri che tengono a uniformare le pratiche didattiche, sacrificando un pluralismo di punti di vista che è invece una vera ricchezza.

Per questo motivo sono del parere che non solo i docenti, ma anche i genitori e gli studenti dovrebbero guardarsi bene dal partecipare a questo comitato (gli insegnanti, al massimo, potrebbero accettare l'elezione impegnandosi però a partecipare solo alle riunioni in cui si esprime il parere sul superamento dell'anno di prova dei colleghi neo assunti), lasciando così al Dirigente Scolastico la totale responsabilità della decisione (se il comitato si forma nella sua interezza il DS potrebbe giustificare le decisioni più discutibili con l'applicazione di criteri scritti collegialmente).
Ma perché tutto questo abbia senso è necessario un ulteriore passo: che tutti i docenti abbiano il coraggio di dichiarare a priori che non vogliono quei soldi perché sono una vergognosa mancetta con la quale il governo vuole comprare la dignità degli insegnanti.

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Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione? - Pagina 3 Empty Re: Si può scegliere di non eleggere il comitato di valutazione?

Messaggio Da Ospite Sab Dic 19, 2015 7:51 pm

Scordiamoci ogni velleità sulla premialità relativa ad una presunta qualità della didattica. Il bonus sulla premialità coadiuvato dal potenziamento è strumentale al ridimensionamento del FIS, che presumo sarà ridotto allo stretto necessario per compensi destinati al personale ATA, non interessato da questa "riforma".
In sostanza trasferisce l'incentivazione dalla contrattazione d'istituto alla decisione unilaterale del dirigente scolastico che, attraverso l'attribuzione delle mansioni (riduzione di orario coperta dal potenziamento) e l'attribuzione del bonus, avrà la competenza esclusiva nella gestione del tesoretto, sottraendola alla contrattazione.

Rifiutare l'elezione della componente docenti del comitato di valutazione, a mio parere, non servirà a nulla. Dal momento che questo tesoretto dovrà essere comunque elargito, anche in assenza di un comitato di valutazione dovrebbe subentrare a mio parere un principio di sussidiarietà, per cui il DS stabilirebbe autonomamente i criteri di attribuzione.

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Messaggio Da comp_xt Sab Dic 19, 2015 9:00 pm

Giancarlo Dessì ha scritto:Scordiamoci ogni velleità sulla premialità relativa ad una presunta qualità della didattica. Il bonus sulla premialità coadiuvato dal potenziamento è strumentale al ridimensionamento del FIS, che presumo sarà ridotto allo stretto necessario per compensi destinati al personale ATA, non interessato da questa "riforma".
In sostanza trasferisce l'incentivazione dalla contrattazione d'istituto alla decisione unilaterale del dirigente scolastico che, attraverso l'attribuzione delle mansioni (riduzione di orario coperta dal potenziamento) e l'attribuzione del bonus, avrà la competenza esclusiva nella gestione del tesoretto, sottraendola alla contrattazione.

Rifiutare l'elezione della componente docenti del comitato di valutazione, a mio parere, non servirà a nulla. Dal momento che questo tesoretto dovrà essere comunque elargito, anche in assenza di un comitato di valutazione dovrebbe subentrare a mio parere un principio di sussidiarietà, per cui il DS stabilirebbe autonomamente i criteri di attribuzione.

La legge però prevede che il dirigente, seppur utilizzando criteri stabiliti dal comitato, dia un giudizio sulla qualità della didattica:

Il comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti sulla base:
a) della qualità dell'insegnamento e del contributo al miglioramento
dell'istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli
studenti;
b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al
potenziamento delle competenze degli alunni e dell'innovazione didattica e
metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla
documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;
c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e
nella formazione del personale


Siamo quindi in aperta violazione dell'articolo 33 della Costituzione. L'unico modo per non esserne complici è:

a) non partecipare all'elaborazione dei suddetti criteri

b) rinunciare, a priori e non a posteriori, a quei soldi perché la nostra dignità non è in vendita.

Il FIS, al contrario, funziona con una logica profondamente diversa: si attribuiscono dei soldi valutando (seppur spesso in maniera forfettaria) l'impegno richiesto per l'aver svolto una determinata attività aggiuntiva, senza che questo comporti un giudizio sulla qualità del proprio lavoro.

Io credo che lasciare ai dirigenti scolastici la patata bollente di individuare in solitudine sia i criteri che i destinatari possa togliere loro ogni alibi e fare in modo che salti il banco.
Nella scuola ci sono tante attività che non costituiscono obbligo contrattuale ma che sono importanti per il suo funzionamento. In un clima sereno queste vengono normalmente divise fra tanti docenti: c'è chi si occupa dell'alternanza scuola lavoro, chi fa il coordinatore, chi si occupa della distribuzione dei libri in comodato d'uso, chi gestisce la biblioteca, chi fa il responsabile dei laboratori, chi accompagna i ragazzi nei viaggi di istruzione e nelle visite guidate,...
Immaginate lo scenario probabile (visto che questo prevede la legge) in cui pochi prescelti dal DS si suddividono il gruzzolo. Cosa pensate che faranno i colleghi giudicati non meritevoli? Diranno ai colleghi giudicati meritevoli: VISTO CHE VOI SIETE BREVI E NOI SIAMO SCARSI, OCCUPATEVI VOI ANCHE DI TUTTE QUELLE ATTIVITÀ CHE SINORA ABBIAMO SVOLTO NOI.
Riuscirebbe un 10% del corpo docente a far fronte a un impegno gravoso che, di norma, viene suddiviso fra il 75% dei docenti più per spirito di servizio che per convenienza economica?

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Messaggio Da Ospite Sab Dic 19, 2015 10:24 pm

@ comp_xt
quello che dici è vero e sacrosanto, però c'è una realtà ben consolidata nella scuola, lo spirito di servizio di una parte non trascurabile degli insegnanti, a prescindere dalle gratificazioni. Ne possiamo fare tantissimi di esempi, ne cito solo alcuni:
- molti insegnanti pur avendo la consapevolezza che il loro lavoro a casa non ha alcun riconoscimento, si adoperano per migliorare la qualità del loro lavoro a casa, con l'autoaggiornamento, la preparazione delle lezioni, la preparazione di materiale didattico, ecc. È tutto lavoro sommerso, previsto - è vero - dal contratto, ma mai riconosciuto visto che il mantra reiterato è che gli insegnanti lavorano solo 18 ore a settimana e si fanno 3 mesi di ferie
- non sono pochi gli insegnanti che sopperiscono alla carenza di strumenti e materiali mettendo a disposizione i loro. C'è chi si porta il computer in classe, chi stampa materiale di qualsiasi natura mettendoci carta inchiostro e stampante, ecc.
- tutti gli insegnanti che svolgono mansioni aggiuntive lo fanno ben sapendo che il loro lavoro extra è sottopagato. Prendi 100 euro dal fondo d'istituto, ma se poi vai a vedere la remunerazione effettiva, quei 100 euro, tolte le spese aggiuntive, si traducono in 5 euro l'ora (se va bene). Perché lo fanno? per vari motivi: per far bella figura con il DS e i colleghi, per fornire un'immagine di maggiore efficienza, per acquisire una sensazione di maggiore importanza del proprio ruolo, per passione, per spirito di missione, ecc.
- ecc.
L'elenco è lungo.
Poi è anche vero che ci sono molti insegnanti che riducono al minimo sindacale la loro attività funzionale, che si fossilizzano in una didattica ripetitiva, che si svincolano da qualsiasi impegno aggiuntivo e, nei limiti del possibile, anche da quello dovuto. Ma sono a mio parere la minoranza. La concentrazione della premialità su pochi insegnanti non farà altro che incrementare il senso di frustrazione e la percezione di un'ingiustizia, ma gli insegnanti continueranno a rimboccarsi le maniche, perché sono i primi a pagare lo scotto di una scuola che non funziona se non ci si rimbocca le maniche.

Dal fondo d'istituto ho percepito poco più di 1300 euro netti per lo scorso anno scolastico. Per l'attività svolta come referente di plesso, come coordinatore di una classe e come ASPP, più probabilmente qualcosa per l'orientamento e la gestione dell'orario. Si tratta di poco più di 100 euro al mese. In quei 100 euro sono comprese, oltre ai costi impliciti, anche spese vive: carburante, telefonate dal cellulare, varie ed eventuali. Alla fine cosa resta?

Eppure lo si fa, perché ti rimbocchi le maniche anche se non ne vale la pena sotto l'aspetto del tornaconto personale. Ogni anno è sempre peggio, si è sempre più frustrati, si percepisce sempre di più la denigrazione de facto, la svalutazione del proprio ruolo, l'ingiustizia e la sperequazione. Eppure si tira avanti, mettendo sempre qualcosa in più di proprio per tirare la carretta.

Ma soprattutto viviamo in una realtà composta da zone grigie dove il confine tra il volontariato e il dovuto non è ben delineato. Certo, potremmo far fronte comune e rifiutarci di prestarci a questo gioco perverso. Ammesso che si riuscisse a farlo, quanto pensi che ci vorrebbe per l'implosione? Pochi anni e la scuola, a causa della contrazione, perde iscritti. E ti ritrovi soprannumerario. Ti ritrovi a doverti spostare di scuola in scuola, magari su 2 o 3 scuole, con costi aggiuntivi di carburante e con impegni più gravosi a causa dell'incidenza dei tempi morti, e così via.

Se la carretta non tira siamo i primi a dover pagare. Molti insegnanti ne sono consapevoli e si mettono a disposizione della scuola, a prescindere dal compenso aggiuntivo. Perché sono interessati a non perdere quel posto. Se poi si riesce a strappare un benefit simbolico, va be', fa tutto brodo.

Mi spiace, ma non c'è speranza. Le alternative sono due: entrare nel gruppo di coloro che vegetano all'ombra del minimo sindacale oppure abbandonare la scuola e cercarsi un altro mestiere.

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Messaggio Da Babbeus Dom Dic 20, 2015 9:22 am

avidodinformazioni ha scritto:Perchè invece di boicottare la premialità non ci si sforza di realizzarla in maniera corretta ?

Qual è la maniera corretta?

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Messaggio Da comp_xt Dom Dic 20, 2015 10:48 am

Giancarlo Dessì ha scritto:@ comp_xt

Se la carretta non tira siamo i primi a dover pagare. Molti insegnanti ne sono consapevoli e si mettono a disposizione della scuola, a prescindere dal compenso aggiuntivo. Perché sono interessati a non perdere quel posto. Se poi si riesce a strappare un benefit simbolico, va be', fa tutto brodo.

Mi spiace, ma non c'è speranza. Le alternative sono due: entrare nel gruppo di coloro che vegetano all'ombra del minimo sindacale oppure abbandonare la scuola e cercarsi un altro mestiere.

Guarda che quello che scrivi ce l'ho ben chiaro ed è per questo che  auspico che per il bene della scuola e di tutti i docenti ci si astenga dall'essere complici di questa operazione. E non essere complici significa:

a) non accettare di far parte del comitato

ma soprattutto:

b) dichiarare a priori, tramite comunicazione formale da inviare al DS, che non si è disponibili ad accettare quei soldi in quanto offensivi per la propria professionalità.

Se così fosse la "pace sociale" sarebbe garantita e tutti continuerebbero a prendersi carico, a titolo di quasi-volontaristico, delle tante piccole incombenze necessarie per il buon funzionamento nella scuola.
Se così non dovesse essere, cosa vuoi che ti dica? Personalmente non sono disponibile a continuare alcuna forma di collaborazione gratuita o semigratuita e, come me, ti posso garantire che faranno molti insegnanti italiani.
Sarà lo sfascio? Purtroppo si, ma in tanti preferiranno vagare negli ambiti territoriali piuttosto che perdere la propria dignità.
C'è comunque un altro discorso: non tutte le classi di concorso sono sature come le A017-A019-A060 e questo significa che in alcuni casi i ruoli potrebbero invertirsi, con il dirigente megalomane costretto a leccare il culo al docente "contrastivo".

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Messaggio Da mac67 Dom Dic 20, 2015 11:36 am

comp_xt ha scritto:
Guarda che quello che scrivi ce l'ho ben chiaro ed è per questo che  auspico che per il bene della scuola e di tutti i docenti ci si astenga dall'essere complici di questa operazione. E non essere complici significa:

a) non accettare di far parte del comitato

ma soprattutto:

b) dichiarare a priori, tramite comunicazione formale da inviare al DS, che non si è disponibili ad accettare quei soldi in quanto offensivi per la propria professionalità.


Forse ti sfugge un particolare: un componente del comitato è eletto dal Consiglio d'Istituto, uno è nominato dall'ufficio scolastico, almeno uno è un genitore. Anche se noi non eleggiamo alcun collega, il comitato è costituito e procede lo stesso. Vogliamo lasciare ad altri in mano il destino di questi soldi?

A me pare autolesionismo. L'idea di partenza della 107 è pessima, ma c'è spazio di manovra per depotenziare molto l'effetto.

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Messaggio Da comp_xt Dom Dic 20, 2015 11:52 am

mac67 ha scritto:
comp_xt ha scritto:
Guarda che quello che scrivi ce l'ho ben chiaro ed è per questo che  auspico che per il bene della scuola e di tutti i docenti ci si astenga dall'essere complici di questa operazione. E non essere complici significa:

a) non accettare di far parte del comitato

ma soprattutto:

b) dichiarare a priori, tramite comunicazione formale da inviare al DS, che non si è disponibili ad accettare quei soldi in quanto offensivi per la propria professionalità.


Forse ti sfugge un particolare: un componente del comitato è eletto dal Consiglio d'Istituto, uno è nominato dall'ufficio scolastico, almeno uno è un genitore. Anche se noi non eleggiamo alcun collega, il comitato è costituito e procede lo stesso. Vogliamo lasciare ad altri in mano il destino di questi soldi?

A me pare autolesionismo. L'idea di partenza della 107 è pessima, ma c'è spazio di manovra per depotenziare molto l'effetto.

Non mi sfugge affatto.
Io sto sostenendo che a quei soldi si debba rinunciare.
Loro facciano pure dei criteri, se però nessuno vorrà quei soldi e lo dichiara a priori, questi risulteranno essere totalmente inutili. E sarebbe un fortissimo segnale di disprezzo verso chi ha l'ardire di formulare criteri per misurare ciò che per sua natura non può essere misurato.

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Messaggio Da Ospite Dom Dic 20, 2015 12:13 pm

comp_xt ha scritto:
mac67 ha scritto:
comp_xt ha scritto:
Guarda che quello che scrivi ce l'ho ben chiaro ed è per questo che  auspico che per il bene della scuola e di tutti i docenti ci si astenga dall'essere complici di questa operazione. E non essere complici significa:

a) non accettare di far parte del comitato

ma soprattutto:

b) dichiarare a priori, tramite comunicazione formale da inviare al DS, che non si è disponibili ad accettare quei soldi in quanto offensivi per la propria professionalità.


Forse ti sfugge un particolare: un componente del comitato è eletto dal Consiglio d'Istituto, uno è nominato dall'ufficio scolastico, almeno uno è un genitore. Anche se noi non eleggiamo alcun collega, il comitato è costituito e procede lo stesso. Vogliamo lasciare ad altri in mano il destino di questi soldi?

A me pare autolesionismo. L'idea di partenza della 107 è pessima, ma c'è spazio di manovra per depotenziare molto l'effetto.

Non mi sfugge affatto.
Io sto sostenendo che a quei soldi si debba rinunciare.
Loro facciano pure dei criteri, se però nessuno vorrà quei soldi e lo dichiara a priori, questi risulteranno essere totalmente inutili. E sarebbe un fortissimo segnale di disprezzo verso chi ha l'ardire di formulare criteri per misurare ciò che per sua natura non può essere misurato.

Sarebbe un atto politico di grande valenza, se la nostra fosse una categoria coesa. Ma così non è ;-)

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Messaggio Da Stellastellina1975 Dom Dic 20, 2015 12:20 pm

Sono veramente schifata da alcuni dei precedenti interventi (mi riferisco a chi sostiene che la valutazione dei docenti è giusta). Mi rifiuto di rispondere a cotanto qualunquismo, vorrei soltanto ricordare a tutti voi che la legge 107 sancisce i seguenti "abomini":

1 - Il comitato di valutazione è formato dal personale che lavora nei singoli istituti, ma affinchè una valutazione sia oggettiva, quindi non condizionata da simpatie/antipatie e da tornaconti personali, occorre che la commissione valutativa sia formata da membri esterni alla vita della scuola.

2 - La didattica di un docente dovrà essere giudicata da alcuni colleghi e dal dirigente, quindi da coloro che non sono mai entrati in classe ad assistere ad una lezione di tale docente, e saranno quindi costretti a basarsi su maldicenze e pettegolezzi vari.

3 - Affinché la valutazione abbia un senso occorre che il "valutatore" abbia titoli e competenze maggiori rispetto al "valutato", in questo caso invece è sancito l'esatto opposto (un alunno e un genitore che valutano i professori).

4 - Del comitato di valutazione faranno parte docenti di qualsiasi disciplina, potrà quindi accadere che docenti di matematica valutino colleghi di lettere, oppure docenti di materie tecniche valutino colleghi di discipline artistiche, e viceversa, ma una siffatta valutazione non potrà avere alcun fondamento.

5 - La didattica non può essere giudicata in base ai risultati degli studenti per svariati motivi. Tanto per fare alcuni esempi: ad alcuni docenti vengono affidate classi migliori rispetto ad altri, i voti non sempre rispecchiano le reali competenze degli alunni, la didattica può essere condizionata da fattori totalmente indipendenti dalla bravura del docente (come ad esempio le competenze pregresse, il rapporto relazionale, la presenza di alunni "disturbatori" in classe, l'importanza che viene assegnata a quella materia e a quel docente da parte del DS e del c.d.c., ecc...).

6 - L'istituzione di una valutazione trasformerà l'ambiente scolastico in una specie di azienda americana (di quelle in cui viene eletto l'"impiegato del mese"), in cui gli insegnanti non potranno più lavorare serenamente collaborando tra di loro, ma saranno spinti alla competizione reciproca. Di conseguenza il corpo docente, che già di per sé è una categoria poco unita, subirà una spaccatura interna profonda e insanabile.

7 - Il Dirigente potrà assegnare il bonus in maniera totalmente autonoma e soggettiva e potrà persino scegliere i docenti neoassunti, quindi si innescherà inevitabilmente un sistema di favoritismi e raccomandazioni (come già succede da molti anni in Italia per altre categorie di lavoratori), oltre naturalmente ad interferire con la libertà di insegnamento.

8 - Il Dirigente non dovrebbe avere alcun diritto di valutare un docente, visto che non segue le sue lezioni in classe, visto che nella maggior parte dei casi non è abilitato in una cdc affine, visto che non possiede titoli superiori (ha soltanto vinto un concorso che non richiedeva competenze didattiche), e visto che spesso non è realmente interessato al successo formativo degli studenti ma soltanto a non avere "rogne" con i loro genitori. Soltanto in una azienda il Dirigente può valutare i suoi dipendenti e premiare coloro che producono di più e meglio; invece la scuola non è un'azienda, la cultura non è una merce, e con noi i "clienti" sono soddisfatti soltanto quando li promuoviamo a pieni voti!

9 - Come qualcuno di voi ha sottolineato, quelli che finora sono stati compiti esterni alla funzione docente, e quindi volontari e retribuiti, d'ora in poi saranno svolti a titolo gratuito con lo scopo di farsi benvolere dal DS e di accaparrarsi una ridicola "mancetta".

In conclusione: è estremamente difficile, se non quasi impossibile, trovare un metodo oggettivo per valutare un docente. E se questo metodo esistesse, allora sarebbe ESTREMAMENTE LONTANO DA QUESTO. La meritocrazia in Italia non esiste ormai da molti anni, basta guardare chi occupa le cariche politiche e dirigenziali più importanti, figuriamoci se potrebbe essere introdotta seriamente nella scuola da questi signori. La dignità dei docenti è stata calpestata e svenduta sull'altare della propaganda politica e chi afferma il contrario non può essere altro che un troll.


Ultima modifica di Stellastellina1975 il Dom Dic 20, 2015 1:12 pm - modificato 3 volte.

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Messaggio Da comp_xt Dom Dic 20, 2015 1:07 pm

Giancarlo Dessì ha scritto:

Sarebbe un atto politico di grande valenza, se la nostra fosse una categoria coesa. Ma così non è ;-)

La categoria non è coesa, ma davanti a una componente maggioritaria che dichiara di non volere quei soldi, chi ha posto gli occhi sul gruzzolo potrebbe avere qualche problema ad accettare.
Io so benissimo chi, fra i miei colleghi, ambisce ad essere considerato "meritevole" e a prendere il premio. Ho però notato anche una evidente paura a dichiararlo pubblicamente. L'individuazione dei "meritevoli" però è pubblica e le conseguenze che ne deriverebbero potrebbero consigliare un rifiuto. Non tutti sono indifferenti rispetto al disprezzo sociale.

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Messaggio Da Francesca4 Dom Dic 20, 2015 2:21 pm

avidodinformazioni ha scritto:
Babbeus ha scritto:
avidodinformazioni ha scritto:Perchè invece di boicottare la premialità non ci si sforza di realizzarla in maniera corretta ?

Qual è la maniera corretta?
Valutare chi merita di più e chi di meno è cosa difficilissima, qualunque criterio si stabilisca qualcuno non lo condividerà; i primi tentativi del governo sono stati di calare dall'alto un meccanismo ("lo fa il DS"); tale filosofia è giustamente naufragata.

Il governo non ha rinunciato alla valutazione e sostanzialmente ha risposto "se non sono capace io di trovare i migliori allora fatelo voi" ed ha istituito l'attuale meccanismo; ora NOI, ognuno con la propria sensibilità, siamo chiamati ad esercitarci nella democrazia, a proporre ognuno la propria modalità valutativa, a difenderla in Collegio Docenti, a far convergere su di essa il maggior consenso possible (attraverso l'elezione in comitato di valutazione di docenti che la pensino in modo simile), a votarla ed a rispettare le decisioni democraticamente prese.

A me come approccio piace.

Anche a me!

Francesca4

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