abilitazione in Romania
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abilitazione in Romania
Promemoria primo messaggio :
Ciao a tutti. Volevo sapere se qualcuno di voi ha mai sentito parlare
oppure si è abilitato all'insegnamento in questa università
in Romania: Valahia University of Targoviste.
ho preso contatto con una scuola privata che per il primo anno
ha preso accordi con questa università estera.
Grezie per l' eventuale risposta.
Ciao a tutti. Volevo sapere se qualcuno di voi ha mai sentito parlare
oppure si è abilitato all'insegnamento in questa università
in Romania: Valahia University of Targoviste.
ho preso contatto con una scuola privata che per il primo anno
ha preso accordi con questa università estera.
Grezie per l' eventuale risposta.
mancarita- Messaggi : 8
Data d'iscrizione : 09.07.14
Re: abilitazione in Romania
Dec ha scritto:Chiedilo a lui perché solo quelli romeni e albanesi e non quelli polacchi, bulgari o svedesi. Può darsi che lui abbia un pregiudizio verso questi due paesi, ma questo non è un insulto, mentre è sicuramente un insulto dire che fa uscire il suono del vuoto spinto che ha nella scatola cranica e affermare con certezza che il suo curriculum di studi rispetto al tuo sia misero e scarno quando immagino che tu non lo conosca (hai ragione sul fatto che non ho letto tutto perché non ho tempo e perché il tenore delle argomentazioni non mi sembra che meriti particolare attenzione); strano che adesso tu non ripeta queste argomentazioni che pure ti ho evidenziato perché tu possa notarle meglio e ne citi altre che nessuno si è sognato di contestarti.
Quanto al fatto che sarei allineato al giobbe pensiero perché osservo che non è corretto scrivere che qualcuno ha il vuoto spinto nel cervello, mi sembra che la finezza dell'argomentazione si commenti da sola.
Troppo facile far finta di non capire il dove volesse arrivare, ma fai pure.
Per me il pregiudizio è un grave problema ma noto dalla tua affermazione che per te non lo è.
Il termine pregiudizio (dal latino prae, "prima" e iudicium, "giudizio") può assumere diversi significati, tutti in qualche modo collegati alla nozione di "giudizio prematuro", ossia parziale e basato su argomenti insufficienti o su una loro non completa o indiretta conoscenza.
Sul pregiudizio si arrampica il razzismo ; )
E per me nuovamente senza nessuna vergona di affermarlo nuovamente, chi ha pregiudizi e chi è razzista ha il vuoto spinto nella scatola cranica.
Ne ho conosciuti tanti di personaggi così sia all'estero che in Italia. Quando vai all'estero alcuni ti trattano da "italiano dire cosa fare altra, qui si studia sai non come da voi, chi sa cosa avrai studiato nel bel paese...", quando torni in Italia stesso discorso, gli studi che hai fatto all'estero per alcuni sono "regalati" frasi del tipo "a ma è una laurea straniera... a ma è una abilitazione straniera..." con il sorrisino ammiccante con il sottointeso che sarà un pezzo di carta stampato in casa dal vicino bravo con il computer : ) Poi quando sentono il nome dell'ateneo allora si genuflettono con espressioni di stupore e reverenza. Quanta ignoranza in chi non si è mai allontanato più di 15 km da casa sua... Li riconosco al volo i 'giobbi' ovunque sbucano fuori nel mondo, be almeno non ci sono solo in Italia...
E ripeto ulteriormente non ho dubbi che ho studiato assai più di lui ed in università assai più prestigiosa di qualunque ateneo italiano e questo rilevato in decine di classifiche internazionali, proprio nessuno dubbio per i titoli esteri pertanto. In Italia se gli dice bene avrà studiato nella mia stessa università e quindi nel primo ateneo italiano riconosciuto tale in tutte le classifiche internazionali, quindi avendo detto solamente la verità non debbo rimangiarmi nulla. Mentre lui il non troppo velato denigrare i miei studi esteri se lo può mangiare tutto boccone per boccone e sono stata anche troppo educata e gentile "...non ne riconoscerei nessuno..." trasformato poi in "...non riconoscerei solo quelli romeni ed albanesi...".
Mica73- Messaggi : 415
Data d'iscrizione : 25.10.15
Re: abilitazione in Romania
Mi fermo qui perché la disputa sta diventando oziosa, comunque ieri ho scorso i messaggi precedenti del topic e la posizione di giobbe non è certo isolata. Tu parli di razzismo, ma è solo un modo per squalificare l'interlocutore ed evitare di entrare nel merito. Il problema esiste, anche se tu fai finta di non vederlo: del resto basta guardare le pubblicità di chi propone di andare all'estero per conseguire l'abilitazione promettendo il pacchetto completo dietro congruo pagamento di denaro. Non ho detto che riguardi il tuo percorso di studi, che sarà serissimo come dici, e nemmeno la Romania più di altri paesi, ma l'idea che qualcuno che ha scritto in questo topic fosse in cerca di una scorciatoia non può non venirti. Bene se il miur vigila e non riconosce le abilitazioni poco serie, ma visto come opera nei confronti degli enti che operano in Italia permettimi di avere qualche dubbio.
Quanto a te, ribadisco che se in altri paesi il percorso è durissimo non c'è ragione di consigliare di andare all'estero, visto che alla favoletta dello scambio culturale non crede davvero nessuno (è un business che conviene a tutti, tanto è vero che si promette di stare all'estero il meno possibile; se una persona volesse davvero immergersi in un'altra cultura, più ci rimane meglio è); se prima dici che il percorso è molto più serio che in Italia e poi consigli a tutti di andarci, continuo a vederci poco chiaro.
Quanto a te, ribadisco che se in altri paesi il percorso è durissimo non c'è ragione di consigliare di andare all'estero, visto che alla favoletta dello scambio culturale non crede davvero nessuno (è un business che conviene a tutti, tanto è vero che si promette di stare all'estero il meno possibile; se una persona volesse davvero immergersi in un'altra cultura, più ci rimane meglio è); se prima dici che il percorso è molto più serio che in Italia e poi consigli a tutti di andarci, continuo a vederci poco chiaro.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: abilitazione in Romania
Dec ha scritto:Mi fermo qui perché la disputa sta diventando oziosa, comunque ieri ho scorso i messaggi precedenti del topic e la posizione di giobbe non è certo isolata. Tu parli di razzismo, ma è solo un modo per squalificare l'interlocutore ed evitare di entrare nel merito. Il problema esiste, anche se tu fai finta di non vederlo: del resto basta guardare le pubblicità di chi propone di andare all'estero per conseguire l'abilitazione promettendo il pacchetto completo dietro congruo pagamento di denaro. Non ho detto che riguardi il tuo percorso di studi, che sarà serissimo come dici, e nemmeno la Romania più di altri paesi, ma l'idea che qualcuno che ha scritto in questo topic fosse in cerca di una scorciatoia non può non venirti. Bene se il miur vigila e non riconosce le abilitazioni poco serie, ma visto come opera nei confronti degli enti che operano in Italia permettimi di avere qualche dubbio.
Quanto a te, ribadisco che se in altri paesi il percorso è durissimo non c'è ragione di consigliare di andare all'estero, visto che alla favoletta dello scambio culturale non crede davvero nessuno (è un business che conviene a tutti, tanto è vero che si promette di stare all'estero il meno possibile; se una persona volesse davvero immergersi in un'altra cultura, più ci rimane meglio è); se prima dici che il percorso è molto più serio che in Italia e poi consigli a tutti di andarci, continuo a vederci poco chiaro.
Finalmente hai espresso il tuo punto di vista palesemente, che intendiamoci mi era chiaro anche prima, non serve la preveggenza per capire dove volevi andare a parare. Ora si può parlare quasi in parità però : )
Il razzismo ed il pressapochismo che ha espresso "l'amico" è piuttosto palese, ma che sia solo lui o qualche migliaio di persone a pensarla in quel mondo è indifferente, del resto i pressapochisti ed i razzisti non sono due o tre. Magari lo fossero. Affermi che per non rispondere al problema mi nascondo dietro questo, ma c'è un problema? Comunque non è assolutamente così e l'ho dimostrato tanto è che replico e spiego argomentando assai approfonditamente il mio punto di vista. Poi se si passa sul personale o sul generalizzato e non per mia colpa o iniziativa, allora qualche 'pedata' la do serenamente e senza vergogne.
Passiamo alla questione, la prima domanda da farsi seriamente è definire per bene quale sia e se ci sia il problema dei titoli esteri ? Perché non l'ho ancora letto qui, come ho scritto mandiamo i nostri figli a studiare all'estero, ci prodighiamo ad insegnargli le lingue, poi però non ci piace la legge italiana sui riconoscimenti dei titoli di studio e professionali esteri ? Come mezza Italia avrebbe voluto lo ius soli, c'è gente in digiuno, però qui che concetto vorremmo far passare? Cittadini si, ma solo se spazzano le strade, i loro titoli di studio e professionali non li vogliamo ? Mi parli di coerenza poi ? : ) Ma i titoli che i nostri concittadini vanno a conseguire all'estero allora non li vogliamo poi far spendere qui da noi ? Coerenza dici ????
Se mischi due cose assai differenti, come giobbe, ma almeno te non hai fatto ammiccamenti generalisti su romeni o altro posto ovvero di quello che è il luogo che nell'italo pensiero del momento dell'idea senza fondamenti di ove si possa prendere diplomi a sbafo nello studiare all'estero, non se ne esce. La domanda precedente non è individuata ancora, si ricade nel circolo vizioso del pressapochismo e dello generalizzare, che si conclude con l'insulto più o meno velato su chi ha avuto formazione estera o mista. Poi se si esagera con la generalizzazione si ricade con l'insulto a milioni di persone straniere tutte assieme. Intendiamoci, all'estero ho messo sull'attenti più di qualche non cittadino italiano che insultava allo stesso modo noi italiani per gli stessi motivi qui in discussione 'in Italia i diplomi si prendono ai mercatini di Natale secondo qualcuno".
Analizziamo la questione in modo serio.
Premesso che non è possibile fare affermazioni generalizzate su dove si studi di più o di meno, meglio o peggio, Italia o Estero, questo semplicemente perché sia in Italia che all'estero l'offerta formativa è assi ampia. Ci sono diplomifici in Italia ci sono diplomifici all'estero. Ci sono eccellenze all'estero ed eccellenze in Italia. E poi c'è un infinito mondo di mezzo tra i due estremi...
Questo è un fatto incontrovertibile ed è tanto vero in Inghilterra, negli USA o in Romania come assolutamente vero in Italia ed in tutto il resto dell'Unione Europea o in qualsiasi altro posto del mondo.
Premesso che il procedimento di riconoscimento della professione è un procedimento assai ostico e lungo, richiede circa 6 mesi, ma anche un anno per la preparazione del solo fascicolo da presentare al MIUR, quattro mesi minimo ma anche più per scoprire l'opinione del Ministero poi.
Premesso che i costi per la preparazione del fascicolo sono assai alti, sia in termini di permanenza all'estero che di professionisti da pagare per le traduzioni, che di tasse per le legalizzazioni.
Premesso che il MIUR ha un ampio potere discrezionale in relazione i contenuti formativi conseguiti al non riconoscere o all'assegnare misure compensative sia di studio che di pratica nell'esercizio della professione ove lo stesso ravveda una differenza sostanziale nella formazione estera conseguita rispetto quello che è lo 'standard' italiano in vigore nel momento dell'analisi dell'istanza.
L'andare a conseguire una abilitazione all'estero in un 'diplomificio' è assai rischioso, è assai probabile che si buttino i soldi. Questo si evince chiaramente analizzando i dati pubblici dei riconoscimenti esteri concessi ad italiani, sono assai limitati, non le migliaia tirate in ballo qui in precedenza, si contano sulla punta delle dita di un mano. E' stato più volte chiesto di smentire quest'ultimo punto in questa discussione, e i dati non sono mai usciti fuori, mentre ho riportato i dati ufficiali che confermano quanto da me scritto.
Che il percorso estero sia 'tremendamente difficile' questo non l'ho scritto, potrebbe essere impegnativo come anche no per i motivi di cui sopra, ma anche in Italia ci sono diversi modelli di abilitazione che si sono succeduti nel tempo, come anche coesistono tutt'oggi, più o meno impegnativi, anche in conseguenza del fatto di ove li si consegua. Ma detto questo la procedure di riconoscimento è invece certo che è assai complessa e l'aver fatto i furbi pone sulla pratica una pesante ipoteca che si corre il rischio di non poter estinguere. Non si può dare un giudizio a priori sulla formazione estera, ma si può essere certi che la formazione straniera passerà le forche caudine prima di essere autorizzata in Italia e se approvata significa che è almeno sovrapponibile a quella impartita nel nostro Paese.
Se invece parliamo di corruzione ovvero di conseguire un titolo in una istituzione 'affidabile' dal punto di vista della preparazione, ma corrompendone i funzionari per il rilascio di false attestazioni di conseguimento degli studi, allora la questione è tutt'altra. Ma in questo caso la questione vale per l'estero nuovamente come per l'Italia. Sempre le statistiche internazionali, purtroppo consolidate da anni, ci dicono che siamo tra i paesi meno virtuosi in tutta Europa in termini di corruzione, se non ricordo male il 63° Paese al mondo, siamo tra gli ultimi posti assieme proprio ai Paesi dei quali giobbe si lamenta. Pertanto anche in questo caso di cosa ci lamentiamo ? Che una decina di persone corre il rischio di finire denunciata perché ha corrotto pubblici ufficiali per dichiarare che si sono conseguiti studi ed invece non è così oppure che qualcuno di loro la faccia franca? Ma questo è altro problema, le truffe sono truffe, ti posso riempire una mezzo forum con articoli di giornale di lauree ed esami comprati in Italia, per denaro o scambio di favori sessuali. Ma di nuovo non vedo i 'numeri' di italiani con titoli stranieri 'facili o meno che potrebbero essere' per preoccuparmi di questo aspetto.
E' chiaro che è un discorso assai complesso che non si può liquidare con mezza riga ? E' chiaro che l'eventuale problema non è 'nazione dipendente' ?
In conclusione:
- studiare all'estero è possibile.
- studiare all'estero è una bella e formativa esperienza, arricchisce non solo profesionalmente per gli specifici studi, ma anche umanamente;
Per me basta questo solo punto per dire che lo rifarei ancora e che se vorranno/potranno cercherò di farlo fare anche ai miei figli.
- studiare all'estero è però più costoso che farlo in Italia per un italiano se non di vive all'estero per altre ragioni, in particolare se si pensa di voler poi tornare e far valere i proprio studi qui, anche nel caso della scelta di Paesi con costi della vita inferiori a quello italiano.
- all'estero esiste come in Italia un ampia scelta formativa, sia di qualità che meno, non dipende dal Paese la qualità, ma dall'istituzione di studi specifica, esattamente come in Italia;
- studiare all'estero richiede la conoscenza della lingua straniera del Paese ove si vuole andare a studiare di buon livello B2/C1, oppure delle lingue veicolari 'professionali' quali inglese o francese, ma non per il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento ove è necessaria la competenza della lingua nazionale.
- ottenere il riconoscimento in Italia è una procedura piuttosto costosa che richiede molto tempo e non è 'automatica' l'amministrazione ha un considerevole livello di discrezionalità nel riconoscimento;
Mica73- Messaggi : 415
Data d'iscrizione : 25.10.15
Re: abilitazione in Romania
Post lunghissimo in cui alcune affermazioni sono condivisibili e altre molto meno. Cosa c'entri lo ius soli lo sai solo tu; e poi dici che sono io che mischio cose differenti. Nessuno nega che i titoli di studio conseguiti all'estero debbano essere riconosciuti dopo essere stati accuratamente vagliati. Il fatto che anche in Italia ci siano i diplomifici e che l'Italia non sia messa bene in quanto a corruzione è innegabile, ma non è un buon motivo per importare anche quella di altri paesi. Poi sulle conclusioni posso anche essere d'accordo ed è chiaro che ognuno fa le sue scelte in piena libertà.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: abilitazione in Romania
Dec ha scritto:Post lunghissimo in cui alcune affermazioni sono condivisibili e altre molto meno. Cosa c'entri lo ius soli lo sai solo tu; e poi dici che sono io che mischio cose differenti. Nessuno nega che i titoli di studio conseguiti all'estero debbano essere riconosciuti dopo essere stati accuratamente vagliati. Il fatto che anche in Italia ci siano i diplomifici e che l'Italia non sia messa bene in quanto a corruzione è innegabile, ma non è un buon motivo per importare anche quella di altri paesi. Poi sulle conclusioni posso anche essere d'accordo ed è chiaro che ognuno fa le sue scelte in piena libertà.
Post lungo perché argomento complesso giuridicamente e socialmente.
Centra e come lo ius soli, se si vogliono fare a milioni nuovi cittadini, e comunque già lo sono e lo saranno sempre di più in ogni caso, non si può negare loro l'accesso alle professioni più qualificate e pertanto il riconoscimento dei loro studi stranieri eventualmente. Non si può negare loro l'opportunità di tornare a studiare anche nei loro Paesi ed eventualmente poi di voler lavorare qui, in particolare alle seconde e successive generazioni. I nuovi cittadini devono se vogliono debbono poter vivere completamente i loro 'mondi'. Abbiamo molti milioni di neo cittadini già oggi e vengono da tutto il mondo, anche senza le modifiche alla legge sulla cittadinanza è una questione assolutamente attuale che merita attenzione.
Avresti da ridire se ti scrivessi che ho più cittadinanza e che parlo 5 lingue : ) mi vorresti negare l'opportunità di andare a studiare dove più ho il piacere e l'interesse di farlo ? C'è qualcosa di male nel fatto che possiedo più cittadinanze ?
La legge sul riconoscimento degli studi esteri, assai vecchia perché faceva comodo a noi italiani un tempo quando emigravamo in massa, ma tornerà a farci comodo di nuovo purtroppo e delle professioni estere è una grande legge di civiltà ed applicata nel modo giusto è da difendere. L'UE in questo ha dato solo una riorganizzazione, ma l'impianto è nostro una volta tanto ed infatti non riconosciamo i soli titoli comunitari ma quelli di tutto il mondo.
Non è un buono prendere gli 'scarti' degli altri e ok, ma questo non è un buon motivo cambiare un legge di civiltà valida come l'attuale perché qualche 'scarto' forse esiste e ancora la questione non è dimostrata, attendo i numeri e le evidenze. Non metto in galera un quartiere intero perché forse nello stesso c'è una persona o una famiglia di ladroni ; )
Mica73- Messaggi : 415
Data d'iscrizione : 25.10.15
Re: abilitazione in Romania
Ora passi alle domande retoriche, perciò credo di non avere più nulla da dirti. Come hai capito benissimo, non conosco approfonditamente la questione e non mi interessa nemmeno più di tanto. Spero che tu abbia anche capito che non ho nessun pregiudizio nei confronti di nessun paese del mondo. Sono intervenuto solo perché la polemica con giobbe stava prendendo una direzione che non mi sembrava giusta.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: abilitazione in Romania
Dec ha scritto:Ora passi alle domande retoriche, perciò credo di non avere più nulla da dirti. Come hai capito benissimo, non conosco approfonditamente la questione e non mi interessa nemmeno più di tanto. Spero che tu abbia anche capito che non ho nessun pregiudizio nei confronti di nessun paese del mondo. Sono intervenuto solo perché la polemica con giobbe stava prendendo una direzione che non mi sembrava giusta.
Come vuoi, comprendo che sia argomento che non interessi a tutti, per qualche anno ancora ci si può permettere d'ignorare il fenomeno : )) però la mia non è retorica fine a se stessa, ma è argomentazione su temi di sociologia, diritto e politica.
La polemica con "l'amico" non si è spostata di una virgola, verso di lui la mia opinione è invariata le sue tesi vuote e non argomentate, ne dal punto di vista dei dati, ne da quello del diritto, ma neanche dal punto di vista filosofico o politico. Quindi le sue affermazioni rimangono becero vuoto spinto.
Mica73- Messaggi : 415
Data d'iscrizione : 25.10.15
Re: abilitazione in Romania
Ricevo da una collega link ad articolo sull'origine della leggenda delle 'abilitazioni facili romene'
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Riporto la risposta del ministero all'interrogazione parlamentare:
La smentita da parte del Ministero non si è fatta attendere troppo: “È priva di fondamento la notizia relativa a 500 decreti emanati dal Miur per il riconoscimento di titoli di abilitazione all’insegnamento conseguiti in quel Paese (la Romania, per l’appunto). Nel dettaglio, dal 2012 ad oggi sono state oggetto di valutazione e/o riconoscimento 170 istanze presentate da cittadini romeni che hanno svolto tutta la formazione nel loro paese d’origine e 3 istanze presentate da cittadini italiani, che non riguardano il sostegno, come da notizie circolate, che hanno svolto la formazione in Romania”.
Considerate le numerose difficoltà per conseguire l’abilitazione all’insegnamento in Italia, negli ultimi tempi si è assistito al nascere di numerose agenzie che propongono master a pagamento (i cui costi sono davvero notevoli, tra i 7.000 e i 10.000 euro) e che si ritiene permetterebbero ai laureati italiani di conseguire l’abilitazione alla professione di docente; insomma basterebbe iscriversi a un corso intensivo universitario presso un ateneo di una qualsiasi città romena così da ottenere, nell’arco di pochi mesi, l’abilitazione all’insegnamento. Poiché titoli e documentazioni sono in romeno, sarebbe poi sufficiente tornare in Italia e richiedere al Ministero dell’Istruzione – ai sensi della legge comunitaria – il riconoscimento del titolo anche nel nostro Paese.
Ma, anche su questo versante, interviene il MIUR con un pronto chiarimento: “È priva di fondamento anche la notizia secondo cui questo Ministero ha stipulato convenzioni tra Università italiane e/o straniere, tanto meno con enti privati che pubblicizzano – ingannevolmente – tali informazioni. Chi fosse interessato a svolgere tale tipo di formazione straniera non può chiedere anticipatamente al Miur garanzie sull’effettiva validità del titolo conseguito all’estero, piuttosto deve rivolgersi al Ministero dell’istruzione del Paese presso il quale ha o intende conseguire il titolo, che deve invero essere abilitante nel Paese straniero. Soltanto dopo è possibile inoltrare la richiesta di riconoscimento al Miur”.
Nell’interrogazione parlamentare viene chiesto di far chiarezza anche sul fatto che “tali corsi sono molto costosi, ma consentono in tempi rapidissimi di conseguire un titolo attraverso cui si può essere inseriti in graduatoria una volta tornati in Italia. Infatti, si può facilmente richiedere il riconoscimento del titolo conseguito attraverso una verifica di omologazione da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca in applicazione della direttiva 2005/36, recepita dal decreto-legge 206 del 6 novembre 2006”.
Ma come ben si sa, come stabilito dal Ministero e come vale la pena ancora una volta precisare e sottolineare, in linea generale, “il riconoscimento della professione docente avviene in attuazione del principio della libera circolazione delle professioni sulla base della reciproca fiducia tra i Paesi dell’Unione Europea. Ma non esiste un “riconoscimento automatico” dei titoli ottenuti all’estero. La Direttiva 2013/55/CE, recepita in Italia dal decreto legislativo numero 15 del 2016, prevede infatti la valutazione della formazione attraverso l’analisi comparata dei percorsi formativi previsti nei due Stati membri coinvolti”.
Per esercitare la professione regolamentata di docente è noto che non si beneficia del riconoscimento automatico; ciò avviene, invece, su richiesta individuale ed è importante ribadire che la formazione professionale è sempre soggetta a un procedimento di verifica. La richiesta di riconoscimento del titolo professionale di docente va rivolta, appunto, al MIUR.
Presupposto fondamentale per chiedere e ottenere il riconoscimento professionale di docente è che la formazione professionale sia regolamentata nel Paese d’origine. “L’eventuale rilascio del provvedimento finale avviene soltanto dopo accurata e attenta analisi della documentazione prodotta, nonché dalla verifica dei presupposti giuridico-amministrativi”.
L’iter di riconoscimento della professione docente
L’iter di riconoscimento della professione docente prevede:
la verifica dell’autenticità dei titoli;
la valutazione della formazione posseduta, comparata per contenuti e durata con quella italiana;
l’accertamento della competenza linguistica;
l’accertamento del superamento di eventuali misure compensative.
Difatti, nel caso in cui si riscontrino differenze nei contenuti e/o nella durata della formazione confrontata a quella italiana, “il riconoscimento può essere richiesto per gli insegnamenti per i quali l’interessato sia legalmente abilitato nel Paese che ha rilasciato il titolo ed a condizione che tali insegnamenti trovino corrispondenza nell’ordinamento scolastico italiano (professione corrispondente). Qualora dall’esame della domanda emerga che non vi è completa corrispondenza tra la formazione professionale richiesta in Italia e quella posseduta dall’interessato, questa Direzione Generale richiederà il superamento di una prova attitudinale o la frequenza di un tirocinio di adattamento”. Le succitate misure compensative, per l’appunto.
Tali misure compensative sono quegli ulteriori accertamenti predisposti per colmare le differenze evidenziate nel confronto tra la formazione posseduta dall’individuo e quella richiesta nel territorio nazionale; esse mirano, quindi, a compensare la differenza nei contenuti della formazione o nella durata della stessa.
Le misure possono consistere in:
una prova attitudinale, per accertare le conoscenze professionali dell’individuo (che prevede una prova scritta/pratica e in una prova orale sulla base dei contenuti delle materie stabilite dall’Autorità competente e consistente in un esame avente lo scopo di accertare le conoscenze professionali del richiedente per valutarne l’idoneità ad esercitare la professione di docente)
un tirocinio di adattamento, ovvero un’attività di insegnamento affiancata dalla presenza del docente titolare, accompagnato eventualmente da una formazione complementare secondo modalità stabilite dalla legge.
A conclusione e a conferma di quanto sopra esplicitato dal MIUR, riportiamo la nota di Avviso Urgente da parte del Ministero stesso:
Si avvisa l’utenza che, a seguito della pubblicazione del decreto legislativo 28 gennaio 2016, n. 15, di attuazione della direttiva comunitaria 2013/55/CE, sono messi in linea i nuovi fac-simile dei modelli di domanda per il riconoscimento della formazione professionale di docente acquisita in Paesi comunitari e non comunitari. I soli cittadini comunitari in possesso di titolo rilasciato da un Paese membro dell’UE dovranno documentarne il valore legale solo ed esclusivamente con attestazione della competente autorità. Non saranno di conseguenza accettate più le dichiarazioni di valore in loco rilasciate dalla rappresentanze diplomatiche italiane all’estero in quanto non previste dalla normativa di riferimento.
Link nota del MIUR:
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Riporto la risposta del ministero all'interrogazione parlamentare:
La smentita da parte del Ministero non si è fatta attendere troppo: “È priva di fondamento la notizia relativa a 500 decreti emanati dal Miur per il riconoscimento di titoli di abilitazione all’insegnamento conseguiti in quel Paese (la Romania, per l’appunto). Nel dettaglio, dal 2012 ad oggi sono state oggetto di valutazione e/o riconoscimento 170 istanze presentate da cittadini romeni che hanno svolto tutta la formazione nel loro paese d’origine e 3 istanze presentate da cittadini italiani, che non riguardano il sostegno, come da notizie circolate, che hanno svolto la formazione in Romania”.
Considerate le numerose difficoltà per conseguire l’abilitazione all’insegnamento in Italia, negli ultimi tempi si è assistito al nascere di numerose agenzie che propongono master a pagamento (i cui costi sono davvero notevoli, tra i 7.000 e i 10.000 euro) e che si ritiene permetterebbero ai laureati italiani di conseguire l’abilitazione alla professione di docente; insomma basterebbe iscriversi a un corso intensivo universitario presso un ateneo di una qualsiasi città romena così da ottenere, nell’arco di pochi mesi, l’abilitazione all’insegnamento. Poiché titoli e documentazioni sono in romeno, sarebbe poi sufficiente tornare in Italia e richiedere al Ministero dell’Istruzione – ai sensi della legge comunitaria – il riconoscimento del titolo anche nel nostro Paese.
Ma, anche su questo versante, interviene il MIUR con un pronto chiarimento: “È priva di fondamento anche la notizia secondo cui questo Ministero ha stipulato convenzioni tra Università italiane e/o straniere, tanto meno con enti privati che pubblicizzano – ingannevolmente – tali informazioni. Chi fosse interessato a svolgere tale tipo di formazione straniera non può chiedere anticipatamente al Miur garanzie sull’effettiva validità del titolo conseguito all’estero, piuttosto deve rivolgersi al Ministero dell’istruzione del Paese presso il quale ha o intende conseguire il titolo, che deve invero essere abilitante nel Paese straniero. Soltanto dopo è possibile inoltrare la richiesta di riconoscimento al Miur”.
Nell’interrogazione parlamentare viene chiesto di far chiarezza anche sul fatto che “tali corsi sono molto costosi, ma consentono in tempi rapidissimi di conseguire un titolo attraverso cui si può essere inseriti in graduatoria una volta tornati in Italia. Infatti, si può facilmente richiedere il riconoscimento del titolo conseguito attraverso una verifica di omologazione da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca in applicazione della direttiva 2005/36, recepita dal decreto-legge 206 del 6 novembre 2006”.
Ma come ben si sa, come stabilito dal Ministero e come vale la pena ancora una volta precisare e sottolineare, in linea generale, “il riconoscimento della professione docente avviene in attuazione del principio della libera circolazione delle professioni sulla base della reciproca fiducia tra i Paesi dell’Unione Europea. Ma non esiste un “riconoscimento automatico” dei titoli ottenuti all’estero. La Direttiva 2013/55/CE, recepita in Italia dal decreto legislativo numero 15 del 2016, prevede infatti la valutazione della formazione attraverso l’analisi comparata dei percorsi formativi previsti nei due Stati membri coinvolti”.
Per esercitare la professione regolamentata di docente è noto che non si beneficia del riconoscimento automatico; ciò avviene, invece, su richiesta individuale ed è importante ribadire che la formazione professionale è sempre soggetta a un procedimento di verifica. La richiesta di riconoscimento del titolo professionale di docente va rivolta, appunto, al MIUR.
Presupposto fondamentale per chiedere e ottenere il riconoscimento professionale di docente è che la formazione professionale sia regolamentata nel Paese d’origine. “L’eventuale rilascio del provvedimento finale avviene soltanto dopo accurata e attenta analisi della documentazione prodotta, nonché dalla verifica dei presupposti giuridico-amministrativi”.
L’iter di riconoscimento della professione docente
L’iter di riconoscimento della professione docente prevede:
la verifica dell’autenticità dei titoli;
la valutazione della formazione posseduta, comparata per contenuti e durata con quella italiana;
l’accertamento della competenza linguistica;
l’accertamento del superamento di eventuali misure compensative.
Difatti, nel caso in cui si riscontrino differenze nei contenuti e/o nella durata della formazione confrontata a quella italiana, “il riconoscimento può essere richiesto per gli insegnamenti per i quali l’interessato sia legalmente abilitato nel Paese che ha rilasciato il titolo ed a condizione che tali insegnamenti trovino corrispondenza nell’ordinamento scolastico italiano (professione corrispondente). Qualora dall’esame della domanda emerga che non vi è completa corrispondenza tra la formazione professionale richiesta in Italia e quella posseduta dall’interessato, questa Direzione Generale richiederà il superamento di una prova attitudinale o la frequenza di un tirocinio di adattamento”. Le succitate misure compensative, per l’appunto.
Tali misure compensative sono quegli ulteriori accertamenti predisposti per colmare le differenze evidenziate nel confronto tra la formazione posseduta dall’individuo e quella richiesta nel territorio nazionale; esse mirano, quindi, a compensare la differenza nei contenuti della formazione o nella durata della stessa.
Le misure possono consistere in:
una prova attitudinale, per accertare le conoscenze professionali dell’individuo (che prevede una prova scritta/pratica e in una prova orale sulla base dei contenuti delle materie stabilite dall’Autorità competente e consistente in un esame avente lo scopo di accertare le conoscenze professionali del richiedente per valutarne l’idoneità ad esercitare la professione di docente)
un tirocinio di adattamento, ovvero un’attività di insegnamento affiancata dalla presenza del docente titolare, accompagnato eventualmente da una formazione complementare secondo modalità stabilite dalla legge.
A conclusione e a conferma di quanto sopra esplicitato dal MIUR, riportiamo la nota di Avviso Urgente da parte del Ministero stesso:
Si avvisa l’utenza che, a seguito della pubblicazione del decreto legislativo 28 gennaio 2016, n. 15, di attuazione della direttiva comunitaria 2013/55/CE, sono messi in linea i nuovi fac-simile dei modelli di domanda per il riconoscimento della formazione professionale di docente acquisita in Paesi comunitari e non comunitari. I soli cittadini comunitari in possesso di titolo rilasciato da un Paese membro dell’UE dovranno documentarne il valore legale solo ed esclusivamente con attestazione della competente autorità. Non saranno di conseguenza accettate più le dichiarazioni di valore in loco rilasciate dalla rappresentanze diplomatiche italiane all’estero in quanto non previste dalla normativa di riferimento.
Link nota del MIUR:
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Mica73- Messaggi : 415
Data d'iscrizione : 25.10.15
Re: abilitazione in Romania
Buonasera, avete mai sentito parlare dell'universita' il cui sito e' unimagnagrecia.it che ha sede in San Pietro Vernotico (Brindisi) che eroga corsi abilitanti in Romania? Tale universita' ha un nome molto simile ad un'altra universita' che ha sede a Catanzaro ed il cui logo e' UMG. Secondo voi l'universita' con sede a San Pietro Vernotico e' reale e riconosciuta dal Miur?
ata2017- Messaggi : 489
Data d'iscrizione : 02.09.17
Re: abilitazione in Romania
Non la conoscevo, non ho capito se sia una università. Nel sito offre corsi di abilitazione vari in Romania a 6800 euro.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: abilitazione in Romania
La cosa strana e' ke nel modulo di iscrizione c'e' scritto ke la somma x iscriversi va intestata all'universita', ma ke in seguito sarebbe stato indicato il numero di conto corrente. Le coordinate bancarie di solito, non devono essere indicate prima?
Non e' strano il fatto ke il nome si confonde con quello di un'altra universita'?
Cosa ne pensate?
Non e' strano il fatto ke il nome si confonde con quello di un'altra universita'?
Cosa ne pensate?
ata2017- Messaggi : 489
Data d'iscrizione : 02.09.17
Re: abilitazione in Romania
Sono molto antipatico se, in un forum sulla scuola, ti chiedo di scrivere almeno in italiano?
arrubiu- Moderatore
- Messaggi : 28333
Data d'iscrizione : 24.10.14
Località : Casteddu70
Re: abilitazione in Romania
Hi hi hi hiDavide ha scritto:Non la conoscevo, non ho capito se sia una università. Nel sito offre corsi di abilitazione vari in Romania a 6800 euro.
Sai, Davide, queste cose farlocche le fanno pure in Italia. Ops, ora sono diventato razzista anche nei confronti degli italiani...
Lo sai perché molti aspiranti odontoiatri si iscrivono alle università spagnole? Peché lì non c'è il numero chiuso come in Italia. Dicendo questo sono razzista anche nei confronti degli spagnoli per caso?
Dici, assieme a Mica73, che le abilitazioni rumene riconosciute in Italia sono prossime a zero. Allora perché Mica73 si impegna tanto nel promuoverle? Una cosa è certa: in Romania, per abilitarsi, non c'è nessun numero chiuso, è solo questione di argent. Su quest'ultima cosa l'Italia non è da meno. Vedi, sono talmente razzista, che sono critico anche con me stesso (italiano).
Ospite- Ospite
Re: abilitazione in Romania
Le abilitazioni estere riconosciute con Direttiva 2013/55/CE sono ovviamente legali.
Esse danno reale riconoscimento MIUR, sono legali e autorizzate.
La questione riguarda invece le altre abilitazioni che non vengono riconosciute dal MIUR e che quindi bisogna evitare.
La nazione europea dove un docente si abilita è del tutto ininfluente se l'abilitazione segue tale direttiva comunitaria.
L'Europa è un'unione, la normativa comunitaria prevede tale possibilità di studio valida in tutti i paesti dell'unione stessa.
Bisogna dunque evitare i titoli esteri a pagamento che non garantiscono la Direttiva 2013/55/CE e il conseguente riconoscimento MIUR.
Esse danno reale riconoscimento MIUR, sono legali e autorizzate.
La questione riguarda invece le altre abilitazioni che non vengono riconosciute dal MIUR e che quindi bisogna evitare.
La nazione europea dove un docente si abilita è del tutto ininfluente se l'abilitazione segue tale direttiva comunitaria.
L'Europa è un'unione, la normativa comunitaria prevede tale possibilità di studio valida in tutti i paesti dell'unione stessa.
Bisogna dunque evitare i titoli esteri a pagamento che non garantiscono la Direttiva 2013/55/CE e il conseguente riconoscimento MIUR.
Ultima modifica di Davide il Lun Set 10, 2018 9:19 pm - modificato 1 volta.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: abilitazione in Romania
Arrabiu, scrivero' in italiano, ma proprio perche' me lo chiedi tu
ata2017- Messaggi : 489
Data d'iscrizione : 02.09.17
Re: abilitazione in Romania
Arrubiu, scrivero' in italiano, ma proprio perche' me lo chiedi tu
ata2017- Messaggi : 489
Data d'iscrizione : 02.09.17
Re: abilitazione in Romania
Davide ha scritto:Le abilitazioni estere riconosciute con Direttiva 2013/55/CE sono ovviamente legali.
Esse danno reale riconoscimento MIUR, sono legali e autorizzate.
Bisogna dunque evitare i titoli esteri a pagamento che non garantiscono la Direttiva 2013/55/CE e il conseguente riconoscimento MIUR.
Quali sono ie abilitazioni estere che garantiscono la Direttiva?
paperina1969- Messaggi : 243
Data d'iscrizione : 13.09.16
Re: abilitazione in Romania
Io non lo so. Non mi sono mai informato perchè non interessato direttamente. Chi è interessato deve chiederlo all'ateneo estero, prima di pagare qualsivoglia tariffa. Altrimenti non c'è garanzia. Mi sembra logico.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: abilitazione in Romania
Non è detto che valga quello che dice l'ateneo. Dovrebbe esserci un elenco del MIUR per essere certi
paperina1969- Messaggi : 243
Data d'iscrizione : 13.09.16
Re: abilitazione in Romania
Finalmente una frase assennata!paperina1969 ha scritto:Non è detto che valga quello che dice l'ateneo. Dovrebbe esserci un elenco del MIUR per essere certi
Ospite- Ospite
Re: abilitazione in Romania
Avevo controllato l'elenco del miur e non c'e'. Ma credo che la cosa da capire e' se effettivamente l'universita' rumena sia collegata con questa specie di ente italiano. Ditemi se sbaglio
ata2017- Messaggi : 489
Data d'iscrizione : 02.09.17
Re: abilitazione in Romania
giobbe ha scritto:Hi hi hi hiDavide ha scritto:Non la conoscevo, non ho capito se sia una università. Nel sito offre corsi di abilitazione vari in Romania a 6800 euro.
Sai, Davide, queste cose farlocche le fanno pure in Italia. Ops, ora sono diventato razzista anche nei confronti degli italiani...
Lo sai perché molti aspiranti odontoiatri si iscrivono alle università spagnole? Peché lì non c'è il numero chiuso come in Italia. Dicendo questo sono razzista anche nei confronti degli spagnoli per caso?
Dici, assieme a Mica73, che le abilitazioni rumene riconosciute in Italia sono prossime a zero. Allora perché Mica73 si impegna tanto nel promuoverle? Una cosa è certa: in Romania, per abilitarsi, non c'è nessun numero chiuso, è solo questione di argent. Su quest'ultima cosa l'Italia non è da meno. Vedi, sono talmente razzista, che sono critico anche con me stesso (italiano).
Non promuovo nulla, ma contesto chi come te ne sparla spesso con disprezzo o con velate note di razzismo, pertanto cosa assai differente da quello che scrivi.
Ultima modifica di Mica73 il Gio Set 13, 2018 12:13 am - modificato 1 volta.
Mica73- Messaggi : 415
Data d'iscrizione : 25.10.15
Re: abilitazione in Romania
paperina1969 ha scritto:Davide ha scritto:Le abilitazioni estere riconosciute con Direttiva 2013/55/CE sono ovviamente legali.
Esse danno reale riconoscimento MIUR, sono legali e autorizzate.
Bisogna dunque evitare i titoli esteri a pagamento che non garantiscono la Direttiva 2013/55/CE e il conseguente riconoscimento MIUR.
Quali sono ie abilitazioni estere che garantiscono la Direttiva?
Tutte quelle rilasciate dalle Università regolari di Paesi UE, nessuno escluso. Certo se vai da un venditore di fumo a comprare la 'pergamena magica' non ti puoi aspettare che poi ti venga riconosciuta.
Iscriviti in qualunque Università Statale ufficiale estera, fai le cose secondo le regole senza scorciatoie e non avrai problemi.
Mica73- Messaggi : 415
Data d'iscrizione : 25.10.15
Re: abilitazione in Romania
ata2017 ha scritto:Avevo controllato l'elenco del miur e non c'e'. Ma credo che la cosa da capire e' se effettivamente l'universita' rumena sia collegata con questa specie di ente italiano. Ditemi se sbaglio
elenco di cosa perdonami ? il Mìur secondo te ha un elenco di tutte le università europee ??
Ti serve un certificato rilasciato dalla competente autorità estera (es ministero dell'istruzione) che conferma la validità del titolo conseguito ovvero la tua abilitazione all'insegnamento e pertanto anche l'università che lo ha rilasciato. Ottenuto questo documento il miur riconosce secondo le disposizioni UE.
Se invece vuoi vedere quali sono le università che hanno rilasciato titoli che sono già stati riconosciuti, ti scarichi i decreti pubblicati dal MIUR. Questo ti permetterà conseguito lo stesso titolo nella stessa università di avere una pratica di riconoscimento più semplice e infatti per legge un medesimo titolo se già riconosciuto ad altri sarà riconosciuto.
Mica73- Messaggi : 415
Data d'iscrizione : 25.10.15
Re: abilitazione in Romania
Ma per abilitarsi all'estero bisogna trasferirsi la e parlare la lingua del posto?
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
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