DSA articolo a firma Eleonora Fortunato
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peregrinus
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DSA articolo a firma Eleonora Fortunato
Promemoria primo messaggio :
Vorrei esprimere la mia profonda amarezza relativamente all'articolo letto presso questo sito, "DSA: l'origine sarebbe colpa del metodo di insegnamento nei primi anni di scuola" che porta la firma di Eleonora Fortunato. L'articolo è corredato da una vignetta che trovo offensiva nei confronti di chi fatica duramente ogni giorno per superare difficoltà oggettive imposte da un sistema che ci considera tutti omologabili, quasi scimmiette ammaestrate che compiendo i dovuti passi alla fine del ciclo scolastico sapranno arrampicarsi sugli alberi con perizia e abilità.
Ci sono aspetti condivisibili, ma la conclusione appare totalmente avulsa dalla realtà, dal buon senso e dalle conoscenze del campo delle "difficoltà di apprendimento". In sostanza si sostiene che basta insistere nell'allenamento e si raggiungeranno i risultati, del resto tutti abbiamo imparato a leggere, a scrivere e a far di conto. Se lavori ottieni il risultato e se non ce la fai una sana bocciatura costituisce la giusta scuola di vita. Questa la tesi.
La realtà è ben diversa. Poco importa se li chiamiamo “disturbi”, “difficoltà”, “malattie”, DSA, BES questa è una questione nominalista. Il fatto è che siamo diversi e in questo condivido la tesi esposta. In questa diversità la maggior parte degli studenti è in grado di imparare a leggere fluentemente, a scrivere rapidamente senza errori di ortografia, a fare addizioni e moltiplicazioni. Qualcuno incontra delle difficoltà oggettive ed è dimostrato che insistere questi aspetti deficitari spesso non giova e a volte è pernicioso.
Passando alla mia esperienza personale, mio figlio disgrafico dedica mediamente due ore al giorno, nel pomeriggio, alla riscrittura di ciò che non è riuscito a completare in classe, poi deve fare i compiti che spesso richiedono ulteriori abilità grafiche. Non ha però difficoltà a studiare dal libro o dal fotocopie ed è bravo nel trasferire le sue conoscenze in forma orale.
Cito del vostro articolo: 《Non ci sono disturbi di apprendimento da diagnosticare, ma neppure differenze da “rispettare”. Gli errori di ortografia vanno corretti e ricorretti. E garbatamente sanzionati: “Riscrivi tutta la pagina!”》. La tesi appare la seguente: siamo diversi ma dobbiamo tendere all’omologazione, se non riesci a scrivere dedica tutto il tuo impegno a colmare la tua lacuna. Quindi si esorta chi è in difficoltà a compiere ogni sforzo possibile al fine di recuperare (inutilmente) abilità che non si hanno, trascurando quelle che si posseggono.
In base a questa dottrina mio figlio dovrebbe passare cinque o sei ore al giorno a riscrivere pagine che risulteranno illeggibili, ripetere la terza elementare un numero indefinito di volte cercando di raggiugere abilità che non acquisirà mai, con grande senso di frustrazione e inadeguatezza. Conformemente alla tesi esposta, il miope non porti occhiali, si sforzi fino ad ottenere la visione, il basso non utilizzi la scala per prendere il libro in cima allo scaffale, lo zoppo si alleni con più impegno nella corsa. Einstein disse: “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.”.
Non si vogliono giustificare i fannulloni: chi ha un talento e non lo coltiva deve essere giustamente ripreso.
Infine, non v’è chi non veda come l’omologazione costituisca un grosso disimpegno per l’insegnante. Posso fare una supposizione riguardo all’occupazione di chi ha scritto l'articolo?
Vorrei esprimere la mia profonda amarezza relativamente all'articolo letto presso questo sito, "DSA: l'origine sarebbe colpa del metodo di insegnamento nei primi anni di scuola" che porta la firma di Eleonora Fortunato. L'articolo è corredato da una vignetta che trovo offensiva nei confronti di chi fatica duramente ogni giorno per superare difficoltà oggettive imposte da un sistema che ci considera tutti omologabili, quasi scimmiette ammaestrate che compiendo i dovuti passi alla fine del ciclo scolastico sapranno arrampicarsi sugli alberi con perizia e abilità.
Ci sono aspetti condivisibili, ma la conclusione appare totalmente avulsa dalla realtà, dal buon senso e dalle conoscenze del campo delle "difficoltà di apprendimento". In sostanza si sostiene che basta insistere nell'allenamento e si raggiungeranno i risultati, del resto tutti abbiamo imparato a leggere, a scrivere e a far di conto. Se lavori ottieni il risultato e se non ce la fai una sana bocciatura costituisce la giusta scuola di vita. Questa la tesi.
La realtà è ben diversa. Poco importa se li chiamiamo “disturbi”, “difficoltà”, “malattie”, DSA, BES questa è una questione nominalista. Il fatto è che siamo diversi e in questo condivido la tesi esposta. In questa diversità la maggior parte degli studenti è in grado di imparare a leggere fluentemente, a scrivere rapidamente senza errori di ortografia, a fare addizioni e moltiplicazioni. Qualcuno incontra delle difficoltà oggettive ed è dimostrato che insistere questi aspetti deficitari spesso non giova e a volte è pernicioso.
Passando alla mia esperienza personale, mio figlio disgrafico dedica mediamente due ore al giorno, nel pomeriggio, alla riscrittura di ciò che non è riuscito a completare in classe, poi deve fare i compiti che spesso richiedono ulteriori abilità grafiche. Non ha però difficoltà a studiare dal libro o dal fotocopie ed è bravo nel trasferire le sue conoscenze in forma orale.
Cito del vostro articolo: 《Non ci sono disturbi di apprendimento da diagnosticare, ma neppure differenze da “rispettare”. Gli errori di ortografia vanno corretti e ricorretti. E garbatamente sanzionati: “Riscrivi tutta la pagina!”》. La tesi appare la seguente: siamo diversi ma dobbiamo tendere all’omologazione, se non riesci a scrivere dedica tutto il tuo impegno a colmare la tua lacuna. Quindi si esorta chi è in difficoltà a compiere ogni sforzo possibile al fine di recuperare (inutilmente) abilità che non si hanno, trascurando quelle che si posseggono.
In base a questa dottrina mio figlio dovrebbe passare cinque o sei ore al giorno a riscrivere pagine che risulteranno illeggibili, ripetere la terza elementare un numero indefinito di volte cercando di raggiugere abilità che non acquisirà mai, con grande senso di frustrazione e inadeguatezza. Conformemente alla tesi esposta, il miope non porti occhiali, si sforzi fino ad ottenere la visione, il basso non utilizzi la scala per prendere il libro in cima allo scaffale, lo zoppo si alleni con più impegno nella corsa. Einstein disse: “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.”.
Non si vogliono giustificare i fannulloni: chi ha un talento e non lo coltiva deve essere giustamente ripreso.
Infine, non v’è chi non veda come l’omologazione costituisca un grosso disimpegno per l’insegnante. Posso fare una supposizione riguardo all’occupazione di chi ha scritto l'articolo?
peregrinus- Messaggi : 6
Data d'iscrizione : 10.11.15
Re: DSA articolo a firma Eleonora Fortunato
jazzist ha scritto:Deve ancora nascere chi ci indica la via per risolvere i problemi, dentro e fuori la scuola.
E non può essere che così.
A parità di problema ciascuno di noi arriva alla soluzione, anche alla stessa soluzione, percorrendo strade diverse in base a se stesso.
A che servono quegli incontri? Forse a qualcuno non servono più almeno fino a quando non ci saranno novità di rilievo, a qualcun altro invece servono tanto perchè ancora c'è chi pensa che i dsa siano dovuti al fatto che il ragazzo è distratto svogliato asino.
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