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Messaggio Da frankie78 Ven Dic 04, 2015 8:37 pm

Promemoria primo messaggio :

http://it.blastingnews.com/lavoro/2015/12/statali-senza-tutela-licenziabili-anche-i-71-mila-docenti-assunti-con-la-buona-scuola-00683585.html

"(...) i dipendenti assunti a partire dalla sentenza della Cassazione dello scorso 7 marzo, possono essere licenziati senza giusta causa, per motivazioni economiche e senza che insorga l’obbligo del reintegro. E, come tutti i dipendenti privati assunti con il Jobs Act, perderanno il posto di lavoro compensato da un risarcimento. La norma, pertanto, è applicabile anche a tutti i docenti che sono stati immessi in ruolo dopo il 7 marzo: dunque, anche i circa 71 mila insegnanti immessi in ruolo con la Buona scuola."

inquietante...

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Messaggio Da kalimero Lun Dic 07, 2015 8:35 pm

Giancarlo Dessì ha scritto:
kalimero ha scritto:Grazie ... è la risposta che più temevo ... e non ci potrà opporre in nessun modo ... o neppure sperare che non lo faccia unilateralmente, ma negoziando la cosa con l' interessato?

È quello che succede attualmente da diversi anni. Pur avendo la piena facoltà di disporre le assegnazioni delle cattedre nelle varie classi secondo i criteri stabiliti negli organi collegiali, molti DS si affidano ad una soluzione di compromesso. È probabile che sarà così anche in futuro, ma ci saranno comunque DS che faranno di testa loro.
Adesso non ricordo se i criteri di attribuzione delle funzioni vengano stabiliti in sede di collegio dei docenti o in sede di consiglio di istituto, ma la chiave sarà quello che decideranno gli organi collegiali di competenza in merito ai criteri. Una volta stabiliti questi criteri, deciderà il preside.


Mi sa che mi resta solo stare a vedere quello come andrà a finire ... alternando ansia a rassegnazione ... mah ... magari se venissi forzosamente dirottata sul potenziamento potrei avere più tempo per leggere tutti i libri che mi sto comprando con i 500.00 euro di Renzi e aggiornarmi tantissimo ...

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Messaggio Da francescaverdi Lun Dic 07, 2015 8:35 pm

avidodinformazioni ha scritto:
La sentenza della corte di cassazione va intesa come giudizio sul principio non come concreta modalità applicativa.

Ma infatti. Gli statali non sono illicenziabili, in via di principio, nemmeno adesso: tuttavia il licenziamento di uno statale è un'eventualità remota, anche quando ce ne sarebbe ragionevole motivo (forse anche troppo remota, se vogliamo essere onesti).
E comunque il governo ha detto che il Job Act non si applica agli statali e che il concetto sarà messo nero su bianco nella prossima riforma della PA. Bisognerebbe, a questo punto, che la Corte Costituzionale dichiarasse tutto ciò incostituzionale ... cosa che non è per niente detto che accada. La Corte Costituzionale, per esempio, non ha dichiarato incostituzionale il provvedimento per cui agli statali in malattia vengono tolti dei soldi e ai lavoratori del privato no.

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Messaggio Da Ospite Lun Dic 07, 2015 9:17 pm

Concordo con quanto detto da Avido e Apollonius. La realtà del settore pubblico è un po' complessa per ridurla in termini commensurabili a quella di una qualsiasi azienda, anche grande.
Fermo restando che la licenziabilità nel settore pubblico è una realtà che esiste da parecchio tempo, limitiamoci al caso paventato: la licenziabilità per motivi economici. E limitiamoci al comparto dell'istruzione, che poi è quello più corposo nell'ambito del pubblico impiego.

La sostenibilità finanziaria degli organici della scuola è un problema che si affronta nel lungo periodo. Già dalla fine degli anni ottanta si conoscevano le dinamiche della popolazione scolastica nei decenni successivi. E già negli anni novanta si è affrontato il problema. Ciascun governo ha individuato degli interventi strutturali di breve e di lungo periodo finalizzati proprio a ridurre la spesa. Un po' nelle leggi finanziarie / di stabilità, un po' all'interno della normativa scolastica. Il T.U del 94, la legge sull'autonomia scolastica, la riforma Gelmini, la riforma Renzi, le norme che regolano i reclutamenti, le norme sul dimensionamento delle classi e delle istituzioni scolastiche sono tutti strumenti legislativi che contengono, più o meno esplicitati, meccanismi di contenimento degli organici.
Tutto questo non ha prodotto licenziamenti, perché nella scuola non servono i licenziamenti di massa richiesti dalle ristrutturazioni economiche e finanziarie di altri settori, specie nel privato. Ma ha cambiato parecchie cose intervenendo con un irrigidimento della mobilità e del reclutamento. I giovani non se ne rendono conto perché entrano in un universo apparentemente statico, ma in realtà in continuo lento mutamento. Talvolta si percepisce con scosse sismiche, più o meno violente, provocate dal varo della legge di turno, ma si perde di vista la dinamica di lungo periodo perché si rapporta la percezione alla propria sfera personale.

Faccio un esempio. Io mi sono laureato nel luglio del 1989, ho perso per un soffio la possibilità di iscrivermi alle graduatorie provinciali, ma nel corso dell'estate ho avuto la possibilità di iscrivermi in quelle che corrispondono alle attuali graduatorie di istituto, entrando in quella che corrisponde all'attuale terza fascia. Il 20 dicembre ho avuto una supplenza per maternità fino al termine delle lezioni. Alcuni giorni prima dell'inizio delle vacanze di natale. La supplenza non è stata interrotta, sono stato regolarmente pagato anche durante le vacanze. Ho fruito delle ferie non godute.
Nei due anni successivi ho iniziato a lavorare tra ottobre e novembre, prima con una supplenza annuale (al 31 agosto), poi con una supplenza temporanea di 18 ore al termine delle lezioni combinata con una supplenza annuale di 4 ore al 31 agosto.
Nel quarto anno sono entrato di ruolo perché ho vinto il concorso del 1990.

Qualche anno dopo è iniziato il calvario per il personale docente, sia di ruolo sia precario. Trasferimenti d'ufficio, riconversioni, esuberi, per i docenti di ruolo. Per i precari ancora peggio, anche se alla fine degli anni novanta ci sono state ulteriori possibilità per l'immissione in ruolo. Negli ultimi 15 anni la situazione si è ulteriormente inasprita fino a raggiungere dimensioni drammatiche, con il precariato di ruolo (DOP) a lungo termine e con il precariato storico. Con condizioni sempre più vessanti. I precari ne sanno molto più di me, non è il caso di elencarle.

Fino alla fine degli anni 80 la prospettiva di un neolaureato era quella di farsi pochi anni di precariato ed entrare in ruolo. Peraltro potendo permettersi di valutare diverse opportunità di lavoro. Oggi sono molto più nere. Da diversi anni la prospettiva di un neolaureato che vuole entrare nella scuola è quella di farsi 10-15-20 anni di precariato molto più instabile, dal punto di vista sia logistico sia economico, investire migliaia di euro in percorsi formativi, sgomitare con una concorrenza spietata per superare un concorso, operare in un contesto lavorativo molto più stressante e vessatorio, ecc. E le prospettive future saranno ancora più nere se si realizzeranno i disegni che prevedono il tirocinio triennale dopo il superamento del concorso.

L'handjobs act applicato al comparto della scuola è lo scenario che dovrebbe preoccupare di meno. Le "innovazioni" introdotte da questo governo e da questa legislatura, sia in materia di lavoro, sia in materia di istruzione, sono più subdole del principio di licenziabilità applicato ai lavoratori della Scuola, perché sono innovazioni di carattere strutturale che incidono su altri aspetti. I docenti di ruolo molto difficilmente saranno licenziati, ma saranno più coinvolti nel precariato logistico e funzionale. E al precariato strutturale dei docenti di ruolo si aggiunge il precariato più aleatorio dei precari. Tutto previsto nei provvedimenti legislativi degli ultimi 10 anni e, ancora di più, nella bellissima riforma Renzi.

Oggi siamo tutti qui a lamentarci delle "deportazioni" delle immissioni in ruolo, della difficoltà di rientro nella provincia di origine, degli ambiti territoriali, dell'alea della futura mobilità 2016-2017. Possibile che non ci passi nell'anticamera del cervello che sono tutti fenomeni di breve periodo che si integrano alla perfezione in un disegno organico di lungo periodo - in atto da parecchio tempo - finalizzato a ridurre l'onere finanziario del personale della Scuola?

E tutto senza ricorrere ai licenziamenti :-)

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Messaggio Da Babbeus Lun Dic 07, 2015 10:38 pm

apollonius ha scritto:La corte di Cassazione ha stabilito che lo Statuto dei lavoratori vale anche nel lavoro pubblico. Lo Statuto dei Lavoratori è stato modificato dal Jobs Act. Questo è chiarissimo.

Chi però vuole vendere la storia che lavoro pubblico e lavoro privato siano la stessa medesima cosa mente sapendo di mentire. Chi afferma che un insegnante può essere licenziato con la stessa facilità di un operatore di call center o è in malafede o è un ignorante.
L'analisi di avido è esatta. Quando la Madia dice che c'è una differenza fondamentale nel datore di lavoro dice il vero. Da un lato il datore di lavoro è un privato e dall'altro è la collettività.

Ma non è vero che chi licenzia debba essere il "datore di lavoro" nè per il pubblico nè per il provato: ci può essere un dirigente a cui sono delegate le responsabilità di decidere chi/quando assumere e chi/quando licenziare.


I motivi economici possono valere, ad esempio, per la scuola, che non ha lo scopo di generare profitto ma quello di gestire un servizio costituzionalmente garantito?

Perchè no se l'amministrazione centrale impone vincoli di bilancio al singolo istituto?
Ma poi perchè focalizzarsi sui motivi economici quando il problema è quello dell' abolizione del reintegro quando la causa è ingiusta?
Ti licenziano pensando che sia giusto farlo, tu fai ricorso, si scopre che la causa era ingiusta ma ormai sei fuori.


La materia non può essere banalizzata come state facendo. Continuate a fare il vostro lavoro, impegnatevi, migliorate la vita dei vostri studenti tramite l'istruzione e l'inclusione sociale e vedrete che nessuno mai vi licenzierà.

Questa è retorica da quattro soldi infarcita di bias cognitivi. Stai dicendo che tutti coloro che in futuro saranno licenziati sono sicuramente colpevoli di aver lavorato male ed è dunque unicamente colpa loro, vedi:
https://en.wikipedia.org/wiki/Just-world_hypothesis


Ultima modifica di Babbeus il Mar Dic 08, 2015 10:21 am - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Babbeus Lun Dic 07, 2015 10:44 pm

francescaverdi ha scritto:
E comunque il governo ha detto che il Job Act non si applica agli statali

Non mi risulta che quello che "dice" un governo "a parole" sia mai stato un punto di riferimento solido a cui fare affidamento.


e che il concetto sarà messo nero su bianco nella prossima riforma della PA.

Ah quindi non è nero su bianco attualmente? O se lo è perchè serve un altra legge che lo ribadisca? Per stabilire un principio non basta una legge? Bisogna farne 3 o 4 che lo ripetono?

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Messaggio Da Ospite Mar Dic 08, 2015 8:05 am

Qualunque cosa dicano le varie Madie e Renzi's girls, la Corte di Cassazione mi pare certamente più competente. Delle due l'una: o non avevano previsto le conseguenze (e dunque sono improvvisati) o hanno mentito sapendo di mentire. Così hanno accontentato i lavoratori del privato, livorosi contro i "privilegi" degli statali, e che ora possono brindare perché gli statali sono licenziabili e così si sono risollevate le sorti dell'Italia. E vissero tutti (tranne gli statali) felici e contenti.

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Messaggio Da apollonius Mar Dic 08, 2015 9:15 am

Questa discussione inizia a odorare di scontro politico, quindi me ne tengo fuori. Non amo difendere questo governo ma non amo nemmeno chi è capace soltanto di ripetere slogan o storielle per sentito dire senza usare il proprio cervello.

Mi limito a farvi notare due cose:
1- La celebre sentenza della corte di cassazione ordina il reintegro del dipendente licenziato, perchè il licenziamento non è avvenuto secondo le procedure decodificate dalla legge.

2- Il lavoro pubblico e quello privato sono già distinti di diritto sin dalle modalità di accesso. Al primo si accede mediante chiamata diretta, al secondo mediante concorso pubblico o procedura analoga.
Questa è solo una, e la più triviale, delle differenze. Il governo non potrebbe equiparare pubblico e privato nemmeno se volesse.

Comunque, se volete, fatevi prendere pure dal panico. Nel lungo periodo perderemo tutti il lavoro. D'altra parte, nel breve periodo saremo tutti morti!

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Messaggio Da Ospite Mar Dic 08, 2015 9:59 am

R.I.P.

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Messaggio Da Francesca4 Mar Dic 08, 2015 10:13 am

apollonius ha scritto:Questa discussione inizia a odorare di scontro politico, quindi me ne tengo fuori. Non amo difendere questo governo ma non amo nemmeno chi è capace soltanto di ripetere slogan o storielle per sentito dire senza usare il proprio cervello.

Mi limito a farvi notare due cose:
1- La celebre sentenza della corte di cassazione ordina il reintegro del dipendente licenziato, perchè il licenziamento non è avvenuto secondo le procedure decodificate dalla legge.

2- Il lavoro pubblico e quello privato sono già distinti di diritto sin dalle modalità di accesso. Al primo si accede mediante chiamata diretta, al secondo mediante concorso pubblico o procedura analoga.
Questa è solo una, e la più triviale, delle differenze. Il governo non potrebbe equiparare pubblico e privato nemmeno se volesse.

Comunque, se volete, fatevi prendere pure dal panico. Nel lungo periodo perderemo tutti il lavoro. D'altra parte, nel breve periodo saremo tutti morti!

Quanto intendo quotarti?
100!!!

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Messaggio Da Babbeus Mar Dic 08, 2015 10:33 am

avidodinformazioni ha scritto:
Stellastellina1975 ha scritto:Però c'è qualcosa che mi sfugge.

"Licenziabili" potrebbe significare ad esempio che in un periodo di crisi economica saranno operati ulteriori tagli all'istruzione e gli insegnanti potranno essere mandati a casa? Se fosse così allora tutti i bei discorsi che avete appena fatto non avrebbero più senso. Se è lo Stato che ti licenzia, e non il DS, allora puoi essere un ottimo docente e migliorare la vita degli studenti quanto vuoi, ma nessun giudice del TAR potrebbe mai darti ragione!

Sì, in linea di principio sì, in linea pratica questo genere di cose si risolvono bloccando il turn over; l'ultima volta è successo nel 2009 con la Gelmini: 80000 licenziati ....... tutti precari con contratto non rinnovato.

1) Negli ultimi anni i vertici UE hanno iniziato a chiedere ed ottenere da stati membri il licenziamento di massa di dipendenti pubblici.
2) Una volta che hai "eliminato il precariato" assumendolo in massa e creando posti cuscinetto come quelli del potenziamento non puoi più scaricare il peso del taglio sui precari, devi agire su quelli di ruolo che hanno un regime contrattuale più "flessibile in uscita"


Ultima modifica di Babbeus il Mar Dic 08, 2015 10:35 am - modificato 1 volta.

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Messaggio Da catiusciagr Mar Dic 08, 2015 10:34 am

Giancarlo Dessì ha scritto:Concordo con quanto detto da Avido e Apollonius. La realtà del settore pubblico è un po' complessa per ridurla in termini commensurabili a quella di una qualsiasi azienda, anche grande.
Fermo restando che la licenziabilità nel settore pubblico è una realtà che esiste da parecchio tempo, limitiamoci al caso paventato: la licenziabilità per motivi economici. E limitiamoci al comparto dell'istruzione, che poi è quello più corposo nell'ambito del pubblico impiego.

La sostenibilità finanziaria degli organici della scuola è un problema che si affronta nel lungo periodo. Già dalla fine degli anni ottanta si conoscevano le dinamiche della popolazione scolastica nei decenni successivi. E già negli anni novanta si è affrontato il problema. Ciascun governo ha individuato degli interventi strutturali di breve e di lungo periodo finalizzati proprio a ridurre la spesa. Un po' nelle leggi finanziarie / di stabilità, un po' all'interno della normativa scolastica. Il T.U del 94, la legge sull'autonomia scolastica, la riforma Gelmini, la riforma Renzi, le norme che regolano i reclutamenti, le norme sul dimensionamento delle classi e delle istituzioni scolastiche sono tutti strumenti legislativi che contengono, più o meno esplicitati, meccanismi di contenimento degli organici.
Tutto questo non ha prodotto licenziamenti, perché nella scuola non servono i licenziamenti di massa richiesti dalle ristrutturazioni economiche e finanziarie di altri settori, specie nel privato. Ma ha cambiato parecchie cose intervenendo con un irrigidimento della mobilità e del reclutamento. I giovani non se ne rendono conto perché entrano in un universo apparentemente statico, ma in realtà in continuo lento mutamento. Talvolta si percepisce con scosse sismiche, più o meno violente, provocate dal varo della legge di turno, ma si perde di vista la dinamica di lungo periodo perché si rapporta la percezione alla propria sfera personale.

Faccio un esempio. Io mi sono laureato nel luglio del 1989, ho perso per un soffio la possibilità di iscrivermi alle graduatorie provinciali, ma nel corso dell'estate ho avuto la possibilità di iscrivermi in quelle che corrispondono alle attuali graduatorie di istituto, entrando in quella che corrisponde all'attuale terza fascia. Il 20 dicembre ho avuto una supplenza per maternità fino al termine delle lezioni. Alcuni giorni prima dell'inizio delle vacanze di natale. La supplenza non è stata interrotta, sono stato regolarmente pagato anche durante le vacanze. Ho fruito delle ferie non godute.
Nei due anni successivi ho iniziato a lavorare tra ottobre e novembre, prima con una supplenza annuale (al 31 agosto), poi con una supplenza temporanea di 18 ore al termine delle lezioni combinata con una supplenza annuale di 4 ore al 31 agosto.
Nel quarto anno sono entrato di ruolo perché ho vinto il concorso del 1990.

Qualche anno dopo è iniziato il calvario per il personale docente, sia di ruolo sia precario. Trasferimenti d'ufficio, riconversioni, esuberi, per i docenti di ruolo. Per i precari ancora peggio, anche se alla fine degli anni novanta ci sono state ulteriori possibilità per l'immissione in ruolo. Negli ultimi 15 anni la situazione si è ulteriormente inasprita fino a raggiungere dimensioni drammatiche, con il precariato di ruolo (DOP) a lungo termine e con il precariato storico. Con condizioni sempre più vessanti. I precari ne sanno molto più di me, non è il caso di elencarle.

Fino alla fine degli anni 80 la prospettiva di un neolaureato era quella di farsi pochi anni di precariato ed entrare in ruolo. Peraltro potendo permettersi di valutare diverse opportunità di lavoro. Oggi sono molto più nere. Da diversi anni la prospettiva di un neolaureato che vuole entrare nella scuola è quella di farsi 10-15-20 anni di precariato molto più instabile, dal punto di vista sia logistico sia economico, investire migliaia di euro in percorsi formativi, sgomitare con una concorrenza spietata per superare un concorso, operare in un contesto lavorativo molto più stressante e vessatorio, ecc. E le prospettive future saranno ancora più nere se si realizzeranno i disegni che prevedono il tirocinio triennale dopo il superamento del concorso.

L'handjobs act applicato al comparto della scuola è lo scenario che dovrebbe preoccupare di meno. Le "innovazioni" introdotte da questo governo e da questa legislatura, sia in materia di lavoro, sia in materia di istruzione, sono più subdole del principio di licenziabilità applicato ai lavoratori della Scuola, perché sono innovazioni di carattere strutturale che incidono su altri aspetti. I docenti di ruolo molto difficilmente saranno licenziati, ma saranno più coinvolti nel precariato logistico e funzionale. E al precariato strutturale dei docenti di ruolo si aggiunge il precariato più aleatorio dei precari. Tutto previsto nei provvedimenti legislativi degli ultimi 10 anni e, ancora di più, nella bellissima riforma Renzi.

Oggi siamo tutti qui a lamentarci delle "deportazioni" delle immissioni in ruolo, della difficoltà di rientro nella provincia di origine, degli ambiti territoriali, dell'alea della futura mobilità 2016-2017. Possibile che non ci passi nell'anticamera del cervello che sono tutti fenomeni di breve periodo che si integrano alla perfezione in un disegno organico di lungo periodo - in atto da parecchio tempo - finalizzato a ridurre l'onere finanziario del personale della Scuola?

E tutto senza ricorrere ai licenziamenti :-)

Solo ora ho letto questo post....
Consiglio a tutti di impararlo a memoria.
Grazie gian!

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Messaggio Da Johannesolbrand Mar Dic 08, 2015 11:29 am

Giancarlo Dessì ha scritto:Concordo con quanto detto da Avido e Apollonius. La realtà del settore pubblico è un po' complessa per ridurla in termini commensurabili a quella di una qualsiasi azienda, anche grande.
Fermo restando che la licenziabilità nel settore pubblico è una realtà che esiste da parecchio tempo, limitiamoci al caso paventato: la licenziabilità per motivi economici. E limitiamoci al comparto dell'istruzione, che poi è quello più corposo nell'ambito del pubblico impiego.

La sostenibilità finanziaria degli organici della scuola è un problema che si affronta nel lungo periodo. Già dalla fine degli anni ottanta si conoscevano le dinamiche della popolazione scolastica nei decenni successivi. E già negli anni novanta si è affrontato il problema. Ciascun governo ha individuato degli interventi strutturali di breve e di lungo periodo finalizzati proprio a ridurre la spesa. Un po' nelle leggi finanziarie / di stabilità, un po' all'interno della normativa scolastica. Il T.U del 94, la legge sull'autonomia scolastica, la riforma Gelmini, la riforma Renzi, le norme che regolano i reclutamenti, le norme sul dimensionamento delle classi e delle istituzioni scolastiche sono tutti strumenti legislativi che contengono, più o meno esplicitati, meccanismi di contenimento degli organici.
Tutto questo non ha prodotto licenziamenti, perché nella scuola non servono i licenziamenti di massa richiesti dalle ristrutturazioni economiche e finanziarie di altri settori, specie nel privato. Ma ha cambiato parecchie cose intervenendo con un irrigidimento della mobilità e del reclutamento. I giovani non se ne rendono conto perché entrano in un universo apparentemente statico, ma in realtà in continuo lento mutamento. Talvolta si percepisce con scosse sismiche, più o meno violente, provocate dal varo della legge di turno, ma si perde di vista la dinamica di lungo periodo perché si rapporta la percezione alla propria sfera personale.

Faccio un esempio. Io mi sono laureato nel luglio del 1989, ho perso per un soffio la possibilità di iscrivermi alle graduatorie provinciali, ma nel corso dell'estate ho avuto la possibilità di iscrivermi in quelle che corrispondono alle attuali graduatorie di istituto, entrando in quella che corrisponde all'attuale terza fascia. Il 20 dicembre ho avuto una supplenza per maternità fino al termine delle lezioni. Alcuni giorni prima dell'inizio delle vacanze di natale. La supplenza non è stata interrotta, sono stato regolarmente pagato anche durante le vacanze. Ho fruito delle ferie non godute.
Nei due anni successivi ho iniziato a lavorare tra ottobre e novembre, prima con una supplenza annuale (al 31 agosto), poi con una supplenza temporanea di 18 ore al termine delle lezioni combinata con una supplenza annuale di 4 ore al 31 agosto.
Nel quarto anno sono entrato di ruolo perché ho vinto il concorso del 1990.

Qualche anno dopo è iniziato il calvario per il personale docente, sia di ruolo sia precario. Trasferimenti d'ufficio, riconversioni, esuberi, per i docenti di ruolo. Per i precari ancora peggio, anche se alla fine degli anni novanta ci sono state ulteriori possibilità per l'immissione in ruolo. Negli ultimi 15 anni la situazione si è ulteriormente inasprita fino a raggiungere dimensioni drammatiche, con il precariato di ruolo (DOP) a lungo termine e con il precariato storico. Con condizioni sempre più vessanti. I precari ne sanno molto più di me, non è il caso di elencarle.

Fino alla fine degli anni 80 la prospettiva di un neolaureato era quella di farsi pochi anni di precariato ed entrare in ruolo. Peraltro potendo permettersi di valutare diverse opportunità di lavoro. Oggi sono molto più nere. Da diversi anni la prospettiva di un neolaureato che vuole entrare nella scuola è quella di farsi 10-15-20 anni di precariato molto più instabile, dal punto di vista sia logistico sia economico, investire migliaia di euro in percorsi formativi, sgomitare con una concorrenza spietata per superare un concorso, operare in un contesto lavorativo molto più stressante e vessatorio, ecc. E le prospettive future saranno ancora più nere se si realizzeranno i disegni che prevedono il tirocinio triennale dopo il superamento del concorso.

L'handjobs act applicato al comparto della scuola è lo scenario che dovrebbe preoccupare di meno. Le "innovazioni" introdotte da questo governo e da questa legislatura, sia in materia di lavoro, sia in materia di istruzione, sono più subdole del principio di licenziabilità applicato ai lavoratori della Scuola, perché sono innovazioni di carattere strutturale che incidono su altri aspetti. I docenti di ruolo molto difficilmente saranno licenziati, ma saranno più coinvolti nel precariato logistico e funzionale. E al precariato strutturale dei docenti di ruolo si aggiunge il precariato più aleatorio dei precari. Tutto previsto nei provvedimenti legislativi degli ultimi 10 anni e, ancora di più, nella bellissima riforma Renzi.

Oggi siamo tutti qui a lamentarci delle "deportazioni" delle immissioni in ruolo, della difficoltà di rientro nella provincia di origine, degli ambiti territoriali, dell'alea della futura mobilità 2016-2017. Possibile che non ci passi nell'anticamera del cervello che sono tutti fenomeni di breve periodo che si integrano alla perfezione in un disegno organico di lungo periodo - in atto da parecchio tempo - finalizzato a ridurre l'onere finanziario del personale della Scuola?

E tutto senza ricorrere ai licenziamenti :-)

Discorso di una lungimiranza profetica, analisi di una chiarezza limpida come l'acqua di fonte. Questo a mio modesto parere vuol dire ragionare, vuol dire finalmente avere uno sguardo in prospettiva e non farsi fregare dagli allarmismi tipici del sistema in cui viviamo, messi in giro per esaurire ulteriormente le risorse psicologiche di chi già fa un lavoro così importante per l'evoluzione personale e spirituale che ovviamente deve essere colpito nel pieno dello stomaco, e sentirsi inutile, inadeguato, sul filo del rasoio sempre e comunque.

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Messaggio Da Ospite Mar Dic 08, 2015 1:18 pm

apollonius ha scritto:Questa discussione inizia a odorare di scontro politico, quindi me ne tengo fuori. Non amo difendere questo governo ma non amo nemmeno chi è capace soltanto di ripetere slogan o storielle per sentito dire senza usare il proprio cervello.

Mi limito a farvi notare due cose:
1- La celebre sentenza della corte di cassazione ordina il reintegro del dipendente licenziato, perchè il licenziamento non è avvenuto secondo le procedure decodificate dalla legge.

2- Il lavoro pubblico e quello privato sono già distinti di diritto sin dalle modalità di accesso. Al primo si accede mediante chiamata diretta, al secondo mediante concorso pubblico o procedura analoga.
Questa è solo una, e la più triviale, delle differenze. Il governo non potrebbe equiparare pubblico e privato nemmeno se volesse.

Comunque, se volete, fatevi prendere pure dal panico. Nel lungo periodo perderemo tutti il lavoro. D'altra parte, nel breve periodo saremo tutti morti!

Se siete contenti, affari vostri. Trovo comunque che a non usare il cervello sia chi ostenta sicurezza e dà dei pappagalli a chi dissente. Questo, a mio avviso, è scontro politico celato da politicamente corretto. Mi fermo qui.

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Messaggio Da eragon Mar Dic 08, 2015 5:05 pm

Manca questo pezzo per avere il quadro totale:
http://www.orizzontescuola.it/diventareinsegnanti/diventare-insegnanti-della-buona-scuola-del-futuro-laurea-concorso-tirocinio-tri

Un collega sopra chiariva giustamente come nelle pubbliche amministrazione in periodo di crisi si blocca il turn over visto che non si "poteva" licenziare.
Nel mondo della scuola, a volte, e purtroppo (vista la riforma), non è che si crea una condizione per la quale, ad esempio, ci sono 10.000 insegnanti di troppo, ma spesso si crea una situazione tale per la quale ci sono 5.000 insegnanti di troppo delle materia X e Y, e contemporaneamente una carenza di insegnanti delle materie K e Z.
Prima si gestiva la cosa (ammetto a volte con grande difficoltà) facendo riconversioni, spostamenti di provincia, cattedre e ore "a disposizione" poichè appunto non potevi mandare a casa nessuno.
Adesso, stante la sentenza, puoi benissimo licenziare i 5000 delle materie X e Y, e assumere dei "tirocinanti" (che costano meno) delle materie K e Z.
Chiaro il discorso?
(Posto che, tutto l'ambaradan dei contratti triennali, del preside che rinnova, dell'usp che ti ricolloca e bla bla bla, lo capiremo bene solo tra tre anni quando partiranno i primi ricorsi di qualcuno che ci rimette le penne e i tribunali si esprimeranno anche su questo!)

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Messaggio Da Stellastellina1975 Mar Dic 08, 2015 5:52 pm

eragon ha scritto:Manca questo pezzo per avere il quadro totale:
http://www.orizzontescuola.it/diventareinsegnanti/diventare-insegnanti-della-buona-scuola-del-futuro-laurea-concorso-tirocinio-tri

Un collega sopra chiariva giustamente come nelle pubbliche amministrazione in periodo di crisi si blocca il turn over visto che non si "poteva" licenziare.
Nel mondo della scuola, a volte, e purtroppo (vista la riforma), non è che si crea una condizione per la quale, ad esempio, ci sono 10.000 insegnanti di troppo, ma spesso si crea una situazione tale per la quale ci sono 5.000 insegnanti di troppo delle materia X e Y, e contemporaneamente una carenza di insegnanti delle materie K e Z.
Prima si gestiva la cosa (ammetto a volte con grande difficoltà) facendo riconversioni, spostamenti di provincia, cattedre e ore "a disposizione" poichè appunto non potevi mandare a casa nessuno.
Adesso, stante la sentenza, puoi benissimo licenziare i 5000 delle materie X e Y, e assumere dei "tirocinanti" (che costano meno) delle materie K e Z.
Chiaro il discorso?
(Posto che, tutto l'ambaradan dei contratti triennali, del preside che rinnova, dell'usp che ti ricolloca e bla bla bla, lo capiremo bene solo tra tre anni quando partiranno i primi ricorsi di qualcuno che ci rimette le penne e i tribunali si esprimeranno anche su questo!)

Ti quoto in pieno! Volevo dire le stesse cose ma probabilmente non sono stata compresa.


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Messaggio Da francescaverdi Mar Dic 08, 2015 7:35 pm

Francesca4 ha scritto:
apollonius ha scritto:Questa discussione inizia a odorare di scontro politico, quindi me ne tengo fuori. Non amo difendere questo governo ma non amo nemmeno chi è capace soltanto di ripetere slogan o storielle per sentito dire senza usare il proprio cervello.

Mi limito a farvi notare due cose:
1- La celebre sentenza della corte di cassazione ordina il reintegro del dipendente licenziato, perchè il licenziamento non è avvenuto secondo le procedure decodificate dalla legge.

2- Il lavoro pubblico e quello privato sono già distinti di diritto sin dalle modalità di accesso. Al primo si accede mediante chiamata diretta, al secondo mediante concorso pubblico o procedura analoga.
Questa è solo una, e la più triviale, delle differenze. Il governo non potrebbe equiparare pubblico e privato nemmeno se volesse.

Comunque, se volete, fatevi prendere pure dal panico. Nel lungo periodo perderemo tutti il lavoro. D'altra parte, nel breve periodo saremo tutti morti!

Quanto intendo quotarti?
100!!!

Anch'io. A prescindere da quello che ognuno pensa del governo e della riforma, questo pericolo è del tutto inesistente.
Oltre a tutti i giusti rilievi qui sopra, è evidente che non c'è nessuna volontà politica, né da parte dell'attuale governo né da parte della Cassazione (non facciamo gli gnorri, ha una volontà politica anche la Magistratura ...) di licenziare i dipendenti pubblici.
Potrebbero averla un Parlamento e un Governo prossimi venturi ... Grillo, per esempio, ogni tanto lo dice. Ma non possiamo certo impedire a un'eventuale nuova maggioranza di fare le sue riforme ... per ora le cose stanno così e il licenziamento per i neoassunti non è affatto in vista.

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Messaggio Da Stellastellina1975 Mar Dic 08, 2015 8:11 pm

francescaverdi ha scritto:
Francesca4 ha scritto:
apollonius ha scritto:Questa discussione inizia a odorare di scontro politico, quindi me ne tengo fuori. Non amo difendere questo governo ma non amo nemmeno chi è capace soltanto di ripetere slogan o storielle per sentito dire senza usare il proprio cervello.

Mi limito a farvi notare due cose:
1- La celebre sentenza della corte di cassazione ordina il reintegro del dipendente licenziato, perchè il licenziamento non è avvenuto secondo le procedure decodificate dalla legge.

2- Il lavoro pubblico e quello privato sono già distinti di diritto sin dalle modalità di accesso. Al primo si accede mediante chiamata diretta, al secondo mediante concorso pubblico o procedura analoga.
Questa è solo una, e la più triviale, delle differenze. Il governo non potrebbe equiparare pubblico e privato nemmeno se volesse.

Comunque, se volete, fatevi prendere pure dal panico. Nel lungo periodo perderemo tutti il lavoro. D'altra parte, nel breve periodo saremo tutti morti!

Quanto intendo quotarti?
100!!!

Anch'io. A prescindere da quello che ognuno pensa del governo e della riforma, questo pericolo è del tutto inesistente.
Oltre a tutti i giusti rilievi qui sopra, è evidente che non c'è nessuna volontà politica, né da parte dell'attuale governo né da parte della Cassazione (non facciamo gli gnorri, ha una volontà politica anche la Magistratura ...) di licenziare i dipendenti pubblici.
Potrebbero averla un Parlamento e un Governo prossimi venturi ... Grillo, per esempio, ogni tanto lo dice. Ma non possiamo certo impedire a un'eventuale nuova maggioranza di fare le sue riforme ... per ora le cose stanno così e il licenziamento per i neoassunti non è affatto in vista.

COSA DICE GRILLO?????
Non ne sapevo nulla! Per caso hai una fonte da linkare oppure qualche utente può confermare ciò?


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Messaggio Da Ospite Mar Dic 08, 2015 8:17 pm

Stellastellina1975 ha scritto:
francescaverdi ha scritto:
Francesca4 ha scritto:
apollonius ha scritto:Questa discussione inizia a odorare di scontro politico, quindi me ne tengo fuori. Non amo difendere questo governo ma non amo nemmeno chi è capace soltanto di ripetere slogan o storielle per sentito dire senza usare il proprio cervello.

Mi limito a farvi notare due cose:
1- La celebre sentenza della corte di cassazione ordina il reintegro del dipendente licenziato, perchè il licenziamento non è avvenuto secondo le procedure decodificate dalla legge.

2- Il lavoro pubblico e quello privato sono già distinti di diritto sin dalle modalità di accesso. Al primo si accede mediante chiamata diretta, al secondo mediante concorso pubblico o procedura analoga.
Questa è solo una, e la più triviale, delle differenze. Il governo non potrebbe equiparare pubblico e privato nemmeno se volesse.

Comunque, se volete, fatevi prendere pure dal panico. Nel lungo periodo perderemo tutti il lavoro. D'altra parte, nel breve periodo saremo tutti morti!

Quanto intendo quotarti?
100!!!

Anch'io. A prescindere da quello che ognuno pensa del governo e della riforma, questo pericolo è del tutto inesistente.
Oltre a tutti i giusti rilievi qui sopra, è evidente che non c'è nessuna volontà politica, né da parte dell'attuale governo né da parte della Cassazione (non facciamo gli gnorri, ha una volontà politica anche la Magistratura ...) di licenziare i dipendenti pubblici.
Potrebbero averla un Parlamento e un Governo prossimi venturi ... Grillo, per esempio, ogni tanto lo dice. Ma non possiamo certo impedire a un'eventuale nuova maggioranza di fare le sue riforme ... per ora le cose stanno così e il licenziamento per i neoassunti non è affatto in vista.

COSA DICE GRILLO?????
Non ne sapevo nulla! Per caso hai una fonte da linkare oppure qualche utente può confermare ciò?


https://www.youtube.com/watch?v=uK_3i4nfo-U

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Messaggio Da michetta Mar Dic 08, 2015 8:37 pm

quant'è monotono questo Grillo!
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Messaggio Da eragon Mar Dic 08, 2015 9:15 pm

Il vostro errore è che pensate sempre nel breve periodo e alle situazioni a voi strettamente vicine, fatto sta che hanno creato un precedente ed una legge ad hoc.
In Irlanda nel 2012 licenziarono 24.000 statali (che rapportati alla popolazione sarebbe come se in Italia avessero licenziato 350.000 persone), in Grecia contano di arrivare a 150.000 entro fine anno, in Spagna già nel 2012 approvarono leggi che facilitavano il licenziamento del settore pubblico, tralascio gli altri stati (es. GB) dove licenziare un dipendente pubblico è normalissimo (in Gran Bretagna 50.000 in 18 mesi)
Fino a ieri (a questo punto fino al 7 marzo 2015) in Italia questo non potevano accadere, oggi si.
Su 3.000.000 di dipendenti pubblici, il settore scuola ne occupa quasi 1.000.000. Considerato che forze armate e affini non li tocca nessuno, secondo voi questa norma è davvero così "ingenua"?
In tempi di crisi basterà un dl che rimoduli i quadri orari delle scuole e voilà...
Alla prossima crisi sistemica TENETEVI FORTE ALLE VOSTRE CATTEDRE!

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-13/grecia-altri-150mila-licenziamenti-095730.shtml?uuid=AaFzkoTE
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/09/inghilterra-cameron-taglia-spesa-pubblica-e-con-licenziamenti-sale-rischio-suicidi/407865/
http://www.agoravox.it/Crisi-Irlanda-Portogallo-e-Spagna.html
http://www.solofinanza.it/15092014/il-precariato-dramma-ma-il-vero-problema-la-mentalit-italiana/10491

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Messaggio Da Stellastellina1975 Mar Dic 08, 2015 9:31 pm

eragon ha scritto:
In tempi di crisi basterà un dl che rimoduli i quadri orari delle scuole e voilà...
Alla prossima crisi sistemica TENETEVI FORTE ALLE VOSTRE CATTEDRE!

Non è affatto necessario un DL. Grazie alle deleghe in bianco, aumentare il nostro orario di lavoro sarà un attimo...



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Messaggio Da marcob Mar Dic 08, 2015 9:40 pm

Domanda, probabilmente stupida: un passaggio di cattedra si configura come un nuovo contratto? Chi ottiene un passaggio di cattedra dopo il famigerato 7 marzo è soggetto al jobs act?

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Messaggio Da gugu Mar Dic 08, 2015 10:09 pm

Stellastellina1975 ha scritto:
eragon ha scritto:
In tempi di crisi basterà un dl che rimoduli i quadri orari delle scuole e voilà...
Alla prossima crisi sistemica TENETEVI FORTE ALLE VOSTRE CATTEDRE!

Non è affatto necessario un DL. Grazie alle deleghe in bianco, aumentare il nostro orario di lavoro sarà un attimo...





Non mi pare ci sia da attendere nessuna nuova crisi; è logico che fra pochi mesi l'orario sarà aumento almeno a 24 ore. Ovviamente questo anche in un'ottica di mobilità nazionale obbligatoria per tutti ed annuale. Se un anno fai le tue 32 ore di lezione a Torino e l'anno dopo devi farne 39 a Viterbo ti trasferisci.
Se poi poi 3 anni le ore di lezione frontale saranno 52 a Nuoro, vai a Nuoro.
Non c'è problema.
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