Incompatibilità attività d'insegnamento con quella di imprenditore

Buonasera, ho letto un articolo pubblicato dalla redazione in cui la corte dei conti ha condannato al risarcimento di un imprenditore al miur della somma di 148000,00 euro. Da premettere che il signore quei soldi credo che li abbia guadagnati onestamente, com'è possibile tutto questo nonostante qualcosa di autorizzazione il signore in questione abbia prodotto alla scuola (anche se non rispondente a quella effettivamente svolta stando all'articolo) in questione. Ora io mi trovo in una situazione in cui dovrò ereditare dei terreni che inevitabilmente mi daranno un reddito. Allora che devo fare, vendere tutto, quindi l'azienda di famiglia dove i miei hanno buttato tanto sudore e lavoro in quanto rischio di dover rimborsare non so chi e in nome di chi...
E' giusto tutto questo? Grazie a chi mi potrà dare suggerimenti in merito

Forse non hai letto bene l'articolo: il soggetto in questione è stato in posizione di incompatibilità per cinque anni.
Guadagnare onestamente non significa guadagnare legittimamente. Se il contratto da docente è incompatibile con attività d'impresa, bisogna scegliere.

Venendo al tuo problema, nessuno ti obbliga a vendere l'azienda di famiglia, ma non puoi esserne titolare e, contemporaneamente, fare l'insegnante.
Quando erediterai, quindi, dovrai decidere.

fradacla ha scritto:Forse non hai letto bene l'articolo: il soggetto in questione è stato in posizione di incompatibilità per cinque anni.
Guadagnare onestamente non significa guadagnare legittimamente. Se il contratto da docente è incompatibile con attività d'impresa, bisogna scegliere.

Venendo al tuo problema, nessuno ti obbliga a vendere l'azienda di famiglia, ma non puoi esserne titolare e, contemporaneamente, fare l'insegnante.
Quando erediterai, quindi, dovrai decidere.

Quindi, dovrei cedere l'azienda ad altri "gestori" e fidarmi sperando che non sperperino tutto quanto di buono la mia famiglia a fatto fino ad ora. Qualcosa non mi torna, in questo caso c'è un legame anche di natura affettiva che non dovrebbe essere messo in secondo piano. Comunque, ti ringrazio per la tua risposta. Io avevo letto che l'attività di impendritore agricolo è compatibile con quella dell'insegnamento. Grazie

http://win.gildavenezia.it/normativa/schede/incompatibilia_lavorative_professionali.htm

10. L’ATTIVITÀ AGRICOLA

L’attività imprenditoriale in agricoltura[106] è incompatibile con l’impiego pubblico nel momento in cui venga svolta in maniera prevalente e, quindi, presenti i caratteri di stabilità e ripetitività [107]. La circolare n. 6/97 della Funzione Pubblica ha prospettato il caso della partecipazione in società agricole a conduzione familiare e ha ribadito che l’attività rientra tra quelle compatibili solo se l’impegno richiesto è modesto e non abituale o continuato durante l’anno. Sottolinea, altresì, che spetta all’amministrazione valutare che le modalità di svolgimento siano tali da non interferire sull’attività ordinaria.
Per la nozione di prevalenza è necessario fare riferimento all’art. 12 della legge di attuazione delle direttive del Consiglio delle Comunità Europee n. 153 del 9 maggio 1975. Secondo tale normativa “la qualifica di imprenditore agricolo principale va riconosciuta a chi dedichi all’attività agricola almeno 2/3 del proprio tempo di lavoro complessivo e ricavi dall’attività medesima almeno i 2/3 del proprio reddito globale da lavoro risultante dalla propria posizione fiscale”.
Nel caso in cui sussistano i presupposti della prevalenza, l’esercizio di tale attività è consentita solo previa trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, con prestazione lavorativa non superiore al 50% di quella a tempo pieno.
E’, comunque, necessaria l’autorizzazione, anche qualora l’attività in questione rimanga nei limiti dell’occasionalità.
Quindi, anche in questo caso, per il personale a tempo pieno o con orario di servizio superiore al 50%, il lavoro svolto non deve comportare un impegno eccessivamente gravoso e prolungato nel tempo tale da far venire meno il requisito dell’occasionalità.

Grazie per la risposta. Quindi un insegnante che guadagna 30 mila euro annui, può ricavare dal settore agricolo una cifra inferiore alle 60 mila euro (ad es. 59 mila euro). Aiutami se sbaglio

Non si tratta solo di far restare i ricavi sotto i 2/3 del reddito complessivo...

Io capisco questo:
- l'imprenditore agricolo può continuare a fare l'insegnante full time se l'attività agricola non è prevalente, cioè non ha caratteri di stabilità e ripetitività
- l'attività agricola si considera prevalente se da essa si ricavano almeno i 2/3 del reddito globale da lavoro e se ad essa si dedica almeno 2/3 del tempo lavoro complessivo.
- va chiesta l'autorizzazione all'esercizio dell'attività, anche se essa non fosse prevalente
- quanto sopra si riferisce ad una fattispecie precisa: la partecipazione in società agricole a conduzione familiare

Credo che la questione si ponga in altri termini se si parla di impresa agricola individuale, laddove non si può ragionevolmente sostenere che l'impegno sia modesto e non abituale e non continuativo...