Laboratori esclusivi per alunni h

Nella scuola dove lavoro quest'anno, scuola superiore, si fanno una serie infinita di laboratori dedicati in maniera esclusiva agli alunni e alle alunne con disabilità.
Mi è capitato in diverse scuole che ciò accedesse, ma quest'anno sono veramente troppi! Da quello di ceramica a quello di cucina, da quello di pittura a quello di canto. E in contemporanea, cioè ogni giorno della settimana c'è un laboratorio nell'aula sostegno, a cui partecipano esclusivamente alunni con disabilità. Molti di questi laboratori non hanno una pianificazione didattica, partecipano tutti gli alunni a prescindere dalla disabilità, basta siano disabili, unico requisito necessario per aver accesso. Io ho proposto di allargarli anche ad alunni non certificati, mi è stato detto che così facendo verrebbero sottratti alla didattica. e per gli alunni h non è così?
Io naturalmente non faccio partecipare i "miei" alunni, ma molte/i docenti di sostegno, soprattutto privi di specializzazione e esperienza, adorano questi laboratori.
Anche nelle voste scuole ci sono queste cattive prassi? Il progetto ippoterapia non manca mai nonostante i suoi millantati benefici non abbiano evidenza scientifica? Cosa posso fare, olte a non partecipare e far proposte che cadono nel nulla?

Ippoterapia?! Avete anche i cavalli? Beeeeeellllllo

No, il gruppetto degli autistici veniva portato in un vicino maneggio. Era un progetto finanziato dalla provincia credo, quindi soldi buttati per una "terapia" che non ha alcuna evidenza scientifica. In un'altra scuola venivano invece i cani, sempre per il gruppetto esclusivo dei disabili. Il "mio"alunno era super schizzinoso e non sopportava di stare vicino a questi cani, così io lo lasciavo in classe con tutte le colleghe che sparlavano di me perchè sottraevo l'alunno ai benefici della pet therapy.
Ma il punto è: è normale che la scuola proponga una marea di progetti ghettizzanti?

Nella prima scuola in cui ho fatto sostegno ve ne erano tre; ci sono considerazioni varie da fare:

1) Di per sè un laboratorio speciale è "ghettizzante" necessariamente, è un dato di fatto.
2) Nonostante ciò è anche vero che possono avere un'utilità chiave per i ragazzi, ma solo se mirati per le loro problematiche; ad esempio il più utile che ho fatto era rivolto ai ritardi medio gravi e prevedeva di imparare alcune abilità di base e cioè andare nei negozi, fare un biglietto del treno e muoversi nella città.
3) Per cercare di evitare l'effetto ghettizzante avevamo aperto in alcune giornate a dei ragazzi non certificati, tuttavia il tutto risultava un po' forzato.

Penso non ci sia una soluzione semplice, in piccole dosi e mirate possono avere una loro valenza, in larga scala creano solo disagio.

se le giornate scolastiche dei ragazzi disabili sono improntate sulla partecipazione a progetti senza nessun contatto con la classe io non lo condivido assolutamente. se e' funzionale alla realizzazione del suo progetto di vita allora è inevitabile. anche il laboratorio fatto a scuola, magari una volta alla settimana e' utile, soprattutto per ragazzi gravi e nelle classi terminali. bisogna pensare al loro possibile futuro. ti faccio un esempio. un anno ho avuto una ragazza autistica grave. era stata abituata a stare in classe e non voleva avere nessun contatto con gli altri. soprattutto con gli altri ragazzi disabili. la ragazza frequentata l'ultimo anno e chiedemmo alla mamma se aveva pensato al dopo. la signora ci disse che aveva fatto domanda per inserirla in una struttura per disabili. si era messa in lista perche' si sa come vanno queste cose. in accordo con la mamma e l'assistente sociale abbiamo inserito la ragazza nei progetti per i disabili della nostra scuola. e' stata durissima ma alla fine si e' abituata. poi, contattando uno dei centri, abbiamo iniziato un progetto ponte: una volta alla settimana, con l'educatrice, la ragazza iniziò a frequentare questo centro in modo da permetterle di abituarsi gradualmente alla nuova realtà. e' stata dura, ma del resto il futuro di questi ragazzi, specialmente se gravi, è questo, e noi dobbiamo lavorare per rendere meno gravoso questo passaggio.

Ghettizzarli... Includerli a forza. ..
Come sempre la perfezione non esiste.
Dipende dal singolo caso, dal ragazzo, dell'ambiente in cui si ritrova, dalla stessa classe in cui stato inserito.
Ho smesso di credere alla favoletta dell'inclusione ormai da anni.
Spesso è solo di facciata, altre volte è talmente forzata ed imposta (ad entrambe le parti) da risultare controproducente.
Mi piacerebbe vedere laboratori e progetti con partecipanti misti ma personalmente son riuscita a realizzarne solo uno, di ceramica, in ore pomeridiane su partecipazione volontaria mentre nella mia scuola attuale, media, funziona bene quello di cucina rivolto a tutte le classi a rotazione, in compresenza con scienze/tecnica.

Non si tratta di laboratori per lo sviluppo di autonomie o pensati in un'ottica di progetto di vita, o almeno non tutti, molti sono attività fini a se stesse, senza alcuna progettazione dietro. Ma soprattutto sono tantissime! In un giorno ci sono anche due laboratori a cui partecipano tutti gli alunni con disabilità medio/gravi, a prescindere dai bisogni e dall'effettiva utilità. Tra i laboratori ce ne sono alcuni rivolti alla produzione di prodotti da vendere in mercatini interni alla scuola per finanziare nuovo materiale per nuovi laboratori, ma i disabili medio/gravi non hanno spesso manualità tale da far un prodotto vendibile, quindi fanno praticamente tutto i docenti. Vi assicuro che non hanno alcun senso!

Molto spesso i laboratori, soprattutto in caso di disabilità grave sono un'ottima occasione per lavorare sulle abilità manuali e/o far acquisire delle competenze elementari difficilmente "trasmissibili" con la normale attività d'aula.
Chiaramente ogni progetto deve avere una sua strutturazione, una lista PRECISA di obiettivi da perseguire e, correttezza vorrebbe, che alla fine del progetto qualcuno si prendesse la briga di misurare il raggiungimento o meno di quegli obiettivi (che possono essere semplici, per carità, ma devono essere misurati, anche solo per permettere di aggiustare il tiro le volte successive).
Dalla mia esperienze di laboratori fatti con tutti i crismi ne ho visti ben pochi, spesso sono un modo per intrattenere i disabili gravi (ed ammetto apertamente che a volte la frustrazione del "non sapere cosa fare" è fortissima e che quindi un momento collettivo in cui provare a fare qualcosa essere una valvola di sfogo per gli stessi docenti).
Discorso diverso quando i laboratori sono un modo per arrotondare lo stipendio di qualcuno: in quel caso, si dovrebbe avere almeno la decenza di mettere in piedi qualcosa di serio.
Un mio cruccio personale è la pet-therapy: se fatta così:
http://www.toninocantelmi.it/userfiles/modelli-per-la-mente/Pettherapy3_10-3.pdf
ancora ancora, ma quando ficchi 10 disabili in una stanza con un cane e lo accarezzano a turno...be diventa perdere tempo, ma fa molto trendy, fa molto genitori contenti che il figlio disabile fa qualcosa di diverso e quindi si fa (a caxxo ma si fa).

Più che altro... Povero cane.

per la serie toglieteci dalle pal... ehm dalla classe i disabili

Anche io penso, ormai, che non è cosa semplice l'inclusione... ma cosa significa poi veramente...?!? Spesso gli alunni H stanno solo in classe facendo altro... Del resto, pure i bisogni dei "normodotati" non vanno sottovalutati, il tempo per le varie discipline è sempre poco, siamo realistici. Per me è una sopportazione  dover a volte tenere la mia lezione con il docente di sostegno e l'alunno H che parlottano tutta l'ora in classe, magari neanche tanto sottovoce, facendo altro. Mi affatica tanto.
Inoltre, a volte si fa qualcosa "per tutti" che solo esteriormente è "inclusivo" ...
Certo che laboratori solo per disabili fuori dall'aula non dovrebbero farsi, diventano classi speciali!!!
Anche io mi sentivo a disagio alcuni anni fa quando accompagnavo all'ippoterapia; ma dicevano che i soldi stanziati erano pochi e normodotati non potevano partecipare, anche perchè avrebbero "perso le lezioni".
Mi sa che ci diciamo sempre le stesse cose qua...