Verifica prerequisiti di ingresso

Dopo quanti giorni di lezione di solito si fala verifica dei prerequisiti di ingresso?
E se una classe inizia la materia per la prima volta come ci si regola? Si può non fare questa verifica o va fatta su materie non proprie che hanno un collegamento ?
Grazie

dipende da quello che stabilisce il dipartimento. I test d'ingresso riguardano sempre la propria disciplina, a meno che non si decida di fare test conoscitivi ma in questo caso le domande sono molto generiche e riguardano per lo più hobby e famiglia (non penso che siano molte le scuole che lo facciano ancora)

Disillusa ha scritto:dipende da quello che stabilisce il dipartimento. I test d'ingresso riguardano sempre la propria disciplina, a meno che non si decida di fare test conoscitivi ma in questo caso le domande sono molto generiche e riguardano per lo più hobby e famiglia (non penso che siano molte le scuole che lo facciano ancora)

Ma se la propria disciplina inizia il terzo anno??

Se inizia il terzo anno come ad edempio filosofia, Non si fa niente si inizia a spiegare e basta

Us3R ha scritto:

Disillusa ha scritto:dipende da quello che stabilisce il dipartimento. I test d'ingresso riguardano sempre la propria disciplina, a meno che non si decida di fare test conoscitivi ma in questo caso le domande sono molto generiche e riguardano per lo più hobby e famiglia (non penso che siano molte le scuole che lo facciano ancora)

Ma se la propria disciplina inizia il terzo anno??

Puoi fare un test di comprensione dell'italiano scritto.

Se inizia al terzo anno nessuno ti vieta di fare una verifica in autonomia, se lo ritieni opportuno.

E comunque non è affatto obbligatorio fare la verifica di ingresso. Se non ci sono delibere precise del dipartimento, ognuno può regolarsi come gli pare.

>non e' obbligatorio fare la verifica di ingresso

e' molto consigliato se hai avuto la stessa classe o puoi parlare col collega che la ha avuta

>se non ci sono delibere precise del dipartimento

l'unica legge che vale e' avere un congruo numero di voti (in pratica 2) per il resto vale la costituzione (liberta' di insegnamento) e le linee guida che ovviamente non indicano date

io se la materia inizia e non e' stata fatta prima svolgo una intervista d'ingresso senza valore di voto a risposta aperta dicendo che pero' anche se non c'e' voto viene corretta ed eventualmente fatta vedere ai genitori al ricevimento

cosi' puoi iniziare a farti una idea di quelli che cercano di rispondere bene con buona calligrafia e dei casi problematici

con l'intervista di informatica su pc e smartphone (che e' un pc tascabile) (in base al sapere comune e quello studiato alle medie) ho normalmente varie risposte che sono tra il ridicolo e il tragico e non si capisce bene se stanno scherzando o sono veramente di una ignoranza allucinante

domanda

spiega cosa sai di sicurezza informatica

risposta

devo stare attento che il pc non si prenda un virus perche' altrimenti si ammala pero' pensandoci bene non so come fare

in terza al tecnico ci sono studenti che se gli domandi di convertire 1 m/s in km/h si arrabbiano e allora mi domando cosa hanno fatto al biennio di fisica e STA

finisco con una domanda in grado di mettere ko il 100 PERcento degli studenti (o quasi) e il 98 PERcento dei colleghi

in ambiente tecnico, considerando l'uso misto di italiano e parole inglesi, per significa moltiplicato o diviso?

(360)

seasparrow ha scritto:>non e' obbligatorio fare la verifica di ingresso

e' molto consigliato se hai avuto la stessa classe o puoi parlare col collega che la ha avuta

Per me è esattamente il contrario: se non conosco la classe, può servirmi per capire il livello e adeguare la programmazione; se li conosco già, so qual è più o meno il loro livello (al di là di quello che avranno dimenticato durante l'estate) e perciò è inutile perdere tempo.

Stessa cosa per me.
Somministro i test d'ingresso solo alle classi nuove che non conosce dall'anno precedente

Io faccio la prova di ingresso solamente se ho una prima.
In generale la prova serve a darmi un'idea generale della classe anche se, riprendendo quasi tutti gli argomenti che hanno trattato alle medie, non mi è di grande aiuto dal punto di vista dei contenuti appresi (più che altro mi dà un'idea della loro capacità di apprendere contenuti).

seasparrow ha scritto: smartphone (che e' un pc tascabile)

Ma col cavolo...

L'unica cosa che hanno in comune un PC e uno smartphone è che entrambi possono essere usati per navigare su internet.

Per tutto il resto, sono su due pianeti diversi.

Certo che, se ci si adegua alla vulgata più diffusa, secondo cui "informatica" vuol dire solo "navigare su internet", allora le due cose sono davvero intercambiabili, ma da un insegnante di informatica questa mistificazione non me la sarei aspettata.

La prova di ingresso per le prime, in arte, è uguale per tutte le classi prime: un semplice test grafico per verificare le capacità di riconosceee simmetria, colori e fantasia.
Per le classi seconde e terze invece ogni docente decide in autonomia, per me si tratta di una verifica riassuntiva del programma di storia dell'arte dell'anno precedente e diventa il primo voto dell'anno.

Temo che seasparrow abbia ragione: PC e cellulari, dal punto di vista dell'architettura HW, hanno moltissimo in comune. Il modello di Von Neumann si può usare per descrivere sia i PC che i cellulari. Inoltre sia i PC che i cellulari sfruttano un sistema operativo come layer software tra la macchina fisica e gli utenti. Il fatto che i cellulari siano per lo più strumenti di cazzeggio ed i PC, per lo più, strumenti di lavoro non rileva importanza: tutti e due i dispositivi sono riconducibili allo stesso modello architetturale.

>l'unica legge che vale e' avere un congruo numero di voti (in pratica 2)

mi sono scordato minimo due

>domanda
spiega cosa sai di sicurezza informatica
risposta
devo stare attento che il pc non si prenda un virus perche' altrimenti si ammala pero' pensandoci bene non so come fare

mi sono scordato poi di far notare che i problemi di avere password robuste, del furto di dati personali, dell'adescamento su Internet sembrano sconosciute a quelli di 14 anni

https://www.generazioniconnesse.it/site/it/home-page/

se a tutto questo si aggiunge la possibilita' di guardare qualsiasi tipo di pornografia anche la piu' oscena, violenta e vomitevole semplicemente cliccando il falso "ho18anni" allora dico
che i legislatori, i genitori e i colleghi delle medie semplicemente hanno perso il controllo della situazione

>l'unica legge che vale e' avere un congruo numero di voti (in pratica 2)

mi sono scordato minimo due

>domanda
spiega cosa sai di sicurezza informatica
risposta
devo stare attento che il pc non si prenda un virus perche' altrimenti si ammala pero' pensandoci bene non so come fare

mi sono scordato poi di far notare che i problemi di avere password robuste, del furto di dati personali, dell'adescamento su Internet sembrano sconosciute a quelli di 14 anni

https://www.generazioniconnesse.it/site/it/home-page/

se a tutto questo si aggiunge la possibilita' di guardare qualsiasi tipo di pornografia anche la piu' oscena, violenta e vomitevole semplicemente cliccando il falso "ho18anni" allora dico
che i legislatori, i genitori e i colleghi delle medie semplicemente hanno perso il controllo della situazione

seasparrow ha scritto: allora dico
che i legislatori, i genitori e i colleghi delle medie semplicemente hanno perso il controllo della situazione

Ma io, quanti anni sono che lo dico, che soprattutto i genitori hanno perso completamente il controllo della situazione, e che di fatto si sono lasciati andare a una sconcertante abdicazione di massa dal ruolo stesso di genitore?

Il mio secondo figlio ha undici anni, le medie ancora non le ha nemmeno iniziate. Circa un anno fa, quando ha cominciato a farsi qualche breve uscita autonoma per il quartiere, è stato dotato di un telefonino semplice, senza collegamento a internet e senza fronzoli, e per di più con il credito che scala e che viene ricaricato all'occorrenza da noi genitori: il che vuol dire, un telefonoche serve solo per telefonare, e possibilmente per fare telefonate brevi e pratiche o per inviare messaggi sintetici, essere reperibile quando non è accompagnato, avvertire se fa un po' di ritardo, e simili. Prima non aveva nemmeno quello, visto che non ce n'era nessun bisogno, in quanto era sempre accompagnato da qualche adulto e non veniva mai lasciato solo. Se ha bisogno di consultare internet, è libero di farlo dai computer fissi di casa, dei quali siamo responsabili noi adulti.

Bene, tra tutti i coetanei che frequenta (sostanzialmente, un po' di compagni di classe e quelli di una squadretta sportiva, tutti nati tra il 2006 e il 2007) sono solo in due ad avere un telefono di quel tipo, più uno solo che ancora non ha nemmeno quello: tutti gli altri hanno lo smartphone.

Alcuni di loro - non moltissimi, per la verità, ma qualcuno sì - ce l'hanno già da due o tre anni (cioè, diciamo dalla quarta elementare o anche dalla fine della terza)... e vista l'elevata percentuale di stranieri provenienti da culture non cristiane, o di famiglie laiche toscane magnapreti, non c'è nemmeno la scusa che gliel'abbiano regalato per la prima comunione : - )

Tra questi, nella quasi totalità dei casi, è stato loro messo in mano direttamente uno smartphone, senza PRIMA nessuna educazione graduale all'uso di cellulari più semplici o alla navigazione su internet più mediata

(concetti che probabilmente sono estranei anche ai genitori, che a loro volta hanno cominciato a conoscere l'esistenza di internet solo dopo i 40 anni, solo dai cellulari, e quasi esclusivamente attraverso facebook, non avendo mai avuto un computer in casa e non essendo nemmeno abituati a usare l'email).

Bene, il ragazzino mi racconta esplicitamente che, tra suoi amici che hanno lo smartphone, la maggior parte sono lasciati totalmente liberi di farci quello che vogliono, senza NESSUN controllo da parte dei genitori, né sulla rubrica dei contatti, né sui test delle chat e delle liste whatsapp, né sulle applicazioni installate, né su eventuali profili social. Quelli che vengono regolarmente monitorati, e informati correttamente in famiglia sul perché questo monitoraggio è importante, sono pochi.

Quale margine di controllo e di limitazione dei danni dovrebbero avere gli insegnanti delle medie, se all'inizio della prima media arrivano già abituati così?

paniscus_2.1 ha scritto:

seasparrow ha scritto: smartphone (che e' un pc tascabile)

Ma col cavolo...

L'unica cosa che hanno in comune un PC e uno smartphone è che entrambi possono essere usati per navigare su internet.

Per tutto il resto, sono su due pianeti diversi.  

Certo che, se ci si adegua alla vulgata più diffusa, secondo cui "informatica" vuol dire solo "navigare su internet", allora le due cose sono davvero intercambiabili, ma da un insegnante di informatica questa mistificazione non me la sarei aspettata.

Scusami, ma ormai i moderni smartphone sono Turing Completi, pertanto permettono potenzialmente le stesse operazioni di calcolo di qualsiasi computer.

Sul nuovo phablet ho pure il pacchetto Office completo!

Se si pensa davvero che il pacchetto office completo si possa usare comodamente senza tastiera, senza mouse e con uno schermo di pochi centimetri quadrati, vuol dire che di fatto non lo si usa, o che lo si usa solo per consultazione veloce e passiva di documenti già pronti, non certo per produrli...

Se dovessi preparare il testo di un compito in classe su un cellulare o su un cosiddetto phablet, sarebbe un incubo!

L'office per dispositivi mobile è comunque diverso.

arrubiu ha scritto:L'office per dispositivi mobile è comunque diverso.

Ma a prescindere dalle differenze interne nella progettazione informatica, che non conosco, non è scomodissimo e inefficace usare una cosa come office (o suoi equivalenti) su un aggeggio tascabile? I pacchetti di tipo office (come dice anche la parola) sono pensati come strumento di lavoro, ossia per attività che richiedono concentrazione, rigore, pazienza, attenzione ai dettagli, controlli e revisioni continue, compresa anche apertura di più finestre e più documenti contemporaneamente, parti copiate e incollate, impaginazioni, incolonnamenti di calcoli e formule, magari anche tabelle, grafici e disegni, didascalie, colpo d'occhio continuo sull'effetto generale...

...come si fa a gestirli su uno schermo in cui non si visualizza nemmeno una riga intera alla volta (cioè, o si visualizza in caratteri microscopici, oppure se la si vuole vedere in caratteri leggibili bisogna scorrerla lateralmente un pezzetto alla volta) e con una tastiera virtuale touch screen in cui per premere un carattere se ne toccano accidentalmente altri quattro o cinque, visto che le dimensioni del polpastrello di un dito sono molto più grandi di quelle del tasto?

Posso capire che sia funzionale, appunto, per consultazioni veloci, ma non certo per scrivere documenti elaborati, o per utilizzare fogli di calcolo con formule complesse!

Mi è capitato di scrivere un documento dettandolo e comunque avendo il phablet di 8" si digita tranquillamente e comodamente.
Arrubiu l'Office sarà diverso ma l'utilizzo è uguale, stampa successiva compresa.
Paniscus...sul phablet non faccio tutto quello che riesco a fare a PC, ovvio... Ma faccio molto più di quanto potessi mai immaginare.
Inutile continuare a relegare i dispositivi mobile a puro intrattenimento... Ho preparato anche lezioni di storia dell'arte da far scaricare gratuitamente ai miei alunni e la cosa pare funzionare oltre ogni mia immaginazione.
Il futuro sta in una mano...meglio prepararsi.

Ma infatti non penso siano la stessa cosa:)
I dispositivi mobile, dal punto di vista architetturale, sono sostanzialmente dei computer.
La differenza la fa il sistema operativo e il software, oltre che ovviamente dettagli hardware: i dispositivi di "puntamento", tastiera o monitor.

Sì @cozza, dipende per cosa usi word o excel o quello che è:)