10% di aumento in Serbia
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10% di aumento in Serbia
Promemoria primo messaggio :
Post leggero, vista la giornata quasi festiva.
https://www.orizzontescuola.it/aumento-stipendio-docenti-del-10-succede-in-serbia/
Quanto guadagnano in euro i docenti serbi:
da 404,62 euro (47.770 dinari serbi) a 571,74 euro (67.500 dinari serbi) al mese.
Post leggero, vista la giornata quasi festiva.
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Quanto guadagnano in euro i docenti serbi:
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gugu- Messaggi : 39712
Data d'iscrizione : 28.09.09
Re: 10% di aumento in Serbia
In effetti non so quanti siano quelli che prendono la cittadinanza italiana (io non lavoro in quelle zone ad altissima presenza di cinesi, nella mia esperienza ne ho avuti pochi, e quei pochi avevano storie di migrazione personali, con famiglie abbastanza autonome dalle grosse comunità di cui parlavo). Che però, nei distretti particolari di cui sopra, esistono persone che non parlano bene italiano nonostante siano di seconda o terza generazione, con nonni arrivati mezzo secolo fa, perchè le famigliesi frequentano solo tra loro, quello è vero. E mi sembra l'unico caso in cui sia veramente legittimo preoccuparsi dell'impatto sull'attività didattica di una classe a maggioranza di stranieri.
Se invece si parla di una classe in cui c'è una maggioranza di stranieri rispetto agli italiani, sì, ma questi stranieri sono due cinesi, tre albanesi, due marocchini, un senegalese, due romeni, un brasiliano, due moldavi, un pakistano, un polacco, più qualche figlio di famiglia bilingue cosmopolita e borghese (perché anche il figlio dell'astrofisico statunitense e della cantante lirica austriaca contano come stranieri, mica solo i figli delle famiglie semplici immigrate per povertà), e sono abituati da anni a usare l'italiano come lingua veicolare quotidiana fra tutti, ribadisco che di motivazioni per qualche forma di paura sociale, non ne vedo proprio.
Se invece si parla di una classe in cui c'è una maggioranza di stranieri rispetto agli italiani, sì, ma questi stranieri sono due cinesi, tre albanesi, due marocchini, un senegalese, due romeni, un brasiliano, due moldavi, un pakistano, un polacco, più qualche figlio di famiglia bilingue cosmopolita e borghese (perché anche il figlio dell'astrofisico statunitense e della cantante lirica austriaca contano come stranieri, mica solo i figli delle famiglie semplici immigrate per povertà), e sono abituati da anni a usare l'italiano come lingua veicolare quotidiana fra tutti, ribadisco che di motivazioni per qualche forma di paura sociale, non ne vedo proprio.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: 10% di aumento in Serbia
Un enorme riadattamento della didattica se gli alunni non parlano Italiano e lo capiscono pochissimo.lucetta10 ha scritto:
La presenza in classe di una percentuale di alunni non madrelingua implica sempre un riadattamento della didattica. Paura no (semmai stimolo alle nostre tristi e ripetitive lezioni!), ma considerazione di operare in un contesto linguistico multiculturale e di L2 sì
Una anno ho avuto una classe (1^ IT AFM) con 8 alunni stranieri di diversa nazionalità, con enormi difficoltà nella lingua italiana:
- un alunno cinese
- un'alunna filippina
- un alunno indiano
- due alunni del Kirghizistan
- un alunno rumeno
- due alunni albanesi
Puoi immaginare la difficoltà per loro e per noi docenti
Facevano corso di alfabetizzazione al pomeriggio, seguivano una programmazione semplificata, ma solo l'alunna filippina è riuscita a raggiungere gli obiettivi stabiliti
giovanna onnis- Messaggi : 22246
Data d'iscrizione : 15.04.12
Re: 10% di aumento in Serbia
Addirittura.gugu ha scritto:Per quanto mi riguarda la fuga dai professionali verso i licei è causata più dal "sentire comune", il liceo è visto ancora come la scuola "bella"; molti genitori non ascoltano minimamente i consigli orientativi della scuola media e così si arriva alla serie di bocciature di cui sopra.
Quello che mi preoccupa è la discesa vertiginosa del livello al liceo negli ultimi anni; al liceo delle scienze applicate ormai mi ritrovo un'utenza che non è dissimile dal tecnico (ma forse anche da un professionale) non solo a livello didattico ma anche disciplinare. Mi pongo l'interrogativo di come risolvere il problema, visto che spesso per passare da scuola accogliente si deroga a tutto.
Si salveranno solo i licei scientifici tradizionali e i classici fra qualche anno?
La stessa cosa me l'ha detta un'altra persona,io mi lamentavo del destino dei docenti di materie tecniche confinati fra istituti tecnici e professionali e auspicavo più cattedre nei licei delle scienze applicate vedendoli come un'opportunità e questo mi ha detto la stessa cosa e cioè che praticamente di liceo hanno solo il nome,di fatto poi le classi sono come i tecnici se non addirittura i professionali,con tuttociò che ne consegue.
Ospite- Ospite
Re: 10% di aumento in Serbia
La scuola accoglente,la scuola inclusiva....e alla fine poi nelle classi gli studenti si prendono tutte le libertà che vogliono.
Il singolo professore può poco,anzi non può nulla,per far cambiare le cose devono essere tutti i docenti uniti però poi.....se si boccia troppo c'è quello che perde il posto....
Allora il male non sta tanto nell'idea di accoglienza ed inclusione quanto nelle regole relative agli organici
Il singolo professore può poco,anzi non può nulla,per far cambiare le cose devono essere tutti i docenti uniti però poi.....se si boccia troppo c'è quello che perde il posto....
Allora il male non sta tanto nell'idea di accoglienza ed inclusione quanto nelle regole relative agli organici
Ospite- Ospite
Re: 10% di aumento in Serbia
Us3R ha scritto:
Il singolo professore può poco,anzi non può nulla,per far cambiare le cose devono essere tutti i docenti uniti però poi.....se si boccia troppo c'è quello che perde il posto....
Allora il male non sta tanto nell'idea di accoglienza ed inclusione quanto nelle regole relative agli organici
Ho sempre detto come la penso su questo punto: quella categoria di nostri colleghi che si presta a promuovere tutti solo per opportunismo (cioè, paura di perdere il posto, paura di beccarsi la seccatura di un ricorso, o paura di scontentare i DS) è eticamente deprecabile, ma nel concreto fa sempre meno danni rispetto a quelli che fanno la stessa cosa perché ci credono davvero, perché pensano seriamente di fare del bene ai ragazzi coccolandoli e viziandoli a oltranza, e provano veramente soddisfazione nel sentirsi tanto buoni, affettuosi e comprensivi.
E ultimamente questa categoria è in crescita vertiginosa, di più di quelli che lo fanno per opportunismo.
Il motivo teorico francamente non lo so.
Forse può dipendere in parte dal lavaggio di cervello prodotto dalle nuove mode pedagogiche e dalle nuove impostazioni dei percorsi di formazione, abilitazione, aggiornamento e argomenti richeisti nei concorsi.
Ma non mi torna molto, perché si tratta di un atteggiamento dilagante che ha "contagiato" colleghi di qualsiasi età e di qualsiasi tipo di esperienza didattica precedente, compresi quelli che nel corso della loro vita professionale, la retorica della fuffa pedagoghese se la scono scampata del tutto. Magari c'è un effetto generale, su tutti, del martellamento mediatico (che eiste ovunque, non solo nella scuola) sulla fragilità delle nuove giovani generazioni tanto delicate, tanto sperdute e tanto bisognose di affetto, non lo so. Di sicuro questi colleghi non si rendono conto che il loro atteggiamento iperprotettivo e stucchevole non fa altro che peggiorare i problemi di fragilità e di scarsa autonomia dei ragazzi, invece che risolverli...
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: 10% di aumento in Serbia
Il mio invito era però a tenere comunque in considerazione il contesto multiculturale e plurilingue.
Anche quando ci si capisce tutti in italiano, una composizione multietnica e plurilingue della classe comporta comunque una differenza di cui si dovrebbe a mio parere tenere conto, spesso rappresenta un potenziale che andrebbe sfruttato didatticamente
Penso che questo dipenda molto dall'età dei ragazzi e dal tipo di materie insegnate.
Anche in presenza di classi multietniche ma con ragazzi integrati, nati qui o arrivati da piccolissimi, che hanno già fatto tutto il percorso scolastico in Italia (quindi, ESCLUDENDO il caso del neoarrivato che non capisce una parola di italiano e che ha già fatto diversi anni di scuola al suo paese), penso che insegnare lettere alle medie, insegnare filosofia alle scienze umane o insegnare fisica allo scientifico sollevino "differenze" completamente diverse.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: 10% di aumento in Serbia
Lucetta, mi pareva di averlo detto chiaramente, che il fattore fondamentale è (APPUNTO) il grado di integrazione.
Ma nel caso che si vada a parlare di ragazzi "poco integrati", c'è comunque una bella differenza tra quello che è poco integrato perché è appena arrivato in un paese di cui non conosce niente e deve partire da zero... e quello che invece è poco integrato perché è nato e cresciuto qui, magari di terza generazione, ma in una comunità chiusa e ostile all'integrazione.
E se si sta parlando di quello che è appena arrivato e non sa la lingua, ma è arrivato da una storia di autonomia individuale della singola famiglia e non di appartenza feudale a un gruppo chiuso, le cose cambiano ancora.
Mettiamo che mi inseriscano di colpo, in una classe di triennio del liceo scientifico, un ragazzo appena arrivato dalla Russia, che non capisce una parola di italiano e che parla solo russo e qualche frammento approssimativo di inglese con accento slavo ingestibile, e che fa una fatica enorme a leggere i caratteri latini perché è abituato al cirillico... e che però è figlio di un ingegnere elettronico (che qua fa il magazziniere) e di una laureata in chimica (che qua fa la barista), e che al suo paese si è già fatto diversi anni di scuola media/superiore a indirizzo scientifico tosto, che so, al liceo scientifico "Sonia Kovalevskaja" di San Pietroburgo (si fa per dire) o all'istituto tecnico industriale "Bruno Pontecorvovich" (si fa ancora di più per dire) di Dubna.
Beh, immagino che insegnargli la trigonometria o lo studio di funzioni sia un affare un po' diverso rispetto all'insegnargli la Divina Commedia o le controversie tra Machiavelli e Guicciardini.
Ma nel caso che si vada a parlare di ragazzi "poco integrati", c'è comunque una bella differenza tra quello che è poco integrato perché è appena arrivato in un paese di cui non conosce niente e deve partire da zero... e quello che invece è poco integrato perché è nato e cresciuto qui, magari di terza generazione, ma in una comunità chiusa e ostile all'integrazione.
E se si sta parlando di quello che è appena arrivato e non sa la lingua, ma è arrivato da una storia di autonomia individuale della singola famiglia e non di appartenza feudale a un gruppo chiuso, le cose cambiano ancora.
Mettiamo che mi inseriscano di colpo, in una classe di triennio del liceo scientifico, un ragazzo appena arrivato dalla Russia, che non capisce una parola di italiano e che parla solo russo e qualche frammento approssimativo di inglese con accento slavo ingestibile, e che fa una fatica enorme a leggere i caratteri latini perché è abituato al cirillico... e che però è figlio di un ingegnere elettronico (che qua fa il magazziniere) e di una laureata in chimica (che qua fa la barista), e che al suo paese si è già fatto diversi anni di scuola media/superiore a indirizzo scientifico tosto, che so, al liceo scientifico "Sonia Kovalevskaja" di San Pietroburgo (si fa per dire) o all'istituto tecnico industriale "Bruno Pontecorvovich" (si fa ancora di più per dire) di Dubna.
Beh, immagino che insegnargli la trigonometria o lo studio di funzioni sia un affare un po' diverso rispetto all'insegnargli la Divina Commedia o le controversie tra Machiavelli e Guicciardini.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: 10% di aumento in Serbia
Concordo pienamentelucetta10 ha scritto:giovanna onnis ha scritto:Un enorme riadattamento della didattica se gli alunni non parlano Italiano e lo capiscono pochissimo.lucetta10 ha scritto:
La presenza in classe di una percentuale di alunni non madrelingua implica sempre un riadattamento della didattica. Paura no (semmai stimolo alle nostre tristi e ripetitive lezioni!), ma considerazione di operare in un contesto linguistico multiculturale e di L2 sì
Una anno ho avuto una classe (1^ IT AFM) con 8 alunni stranieri di diversa nazionalità, con enormi difficoltà nella lingua italiana:
- un alunno cinese
- un'alunna filippina
- un alunno indiano
- due alunni del Kirghizistan
- un alunno rumeno
- due alunni albanesi
Puoi immaginare la difficoltà per loro e per noi docenti
Facevano corso di alfabetizzazione al pomeriggio, seguivano una programmazione semplificata, ma solo l'alunna filippina è riuscita a raggiungere gli obiettivi stabiliti
Lo capisco eccome, io ho avuto classi a maggioranza di stranieri.
La mia risposta era a Paniscus che distingueva, correttamente, tra classi come quella che descrivi tu, in cui una percentuale importante non padroneggia la lingua, e classi in cui gli stranieri ci sono, ma sono di seconde e terze generazioni o provengono da contesti poliglotta, e che non dovrebbero quindi "dare problemi".
Nel primo caso è impossibile ignorare lo scoglio linguistico (e culturale), nel secondo si sarebbe invece tentati di farlo senza l'evidenza della lingua straniera. Il mio invito era però a tenere comunque in considerazione il contesto multiculturale e plurilingue.
Anche quando ci si capisce tutti in italiano, una composizione multietnica e plurilingue della classe comporta comunque una differenza di cui si dovrebbe a mio parere tenere conto, spesso rappresenta un potenziale che andrebbe sfruttato didatticamente
giovanna onnis- Messaggi : 22246
Data d'iscrizione : 15.04.12
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