che sia una bufala?

https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/politica/18_settembre_26/come-facciamo-cacciare-salvini-bufera-tema-da-prof-08ff73b8-c17a-11e8-9767-630cc90bb6ba.shtml

mi domando, ma se la frase è della professoressa, perché mai in alto in rosso c'è il numero dell'esercizio?

Nel titolo dell'articolo si dice che sarebbe un compito "a casa", nel corpo invece che sarebbe "in classe", ma da quando in qua i compiti in classe si fanno sul quaderno con la spirale?  
Boh... a me pare la soluzione a un esercizio scritta da un alunno, del tipo "scrivi cinque frasi interrogative".
Non riesco invece a capire come si possa ipotizzare solo a guardare l'immagine che si tratti della "domanda" di una insegnante di italiano a un compito! Domanda su cosa? L'unica cosa che mi viene in mente sono le tracce di un tema argomentativo... ma 5, così generiche e sciatte, e... "smettere la guerra"?

La cosa più impressionante è che chi denuncia il fattaccio non considera nemmeno possibile che un ragazzo di scuola media sia capace, da solo, di formulare giudizi generici e trancianti contro un politico di cui sentirà continuamente parlare in famiglia e per la strada, senza che intervenga un dottor Mabuse dalla cattedra.
Chi scrive poi pare non aver notizie sulla scuola da una trentina d'anni. La sagra del vintage: la scuola è "media inferiore", il dirigente il "direttore scolastico"

A me sembra talmente palese che l'esercizio chiedesse di formulare cinque frasi interrogative..

https://www.orizzontescuola.it/usr-mai-dato-compito-su-come-cacciare-salvini/

E comunque rimane sempre il solito interrogativo ricorrente, che è sempre lo stesso: chi q*zz è stato a fotografare quella pagina e a postarla sui social?

L'alunno stesso? Un bambino di 11 anni ha libero accesso ai social senza nessun filtro adulto?

Oppure sono stati i suoi stessi genitori, dimostrandosi meno maturi del figlio?

(ma in tal caso cosa avrebbero avuto da denunciare e da protestare?... visto che evidentemente sono loro stessi a pensarla così, essendo probabile che il bambino abbia espresso concetti che ha sentito in casa)

Mi sembra piuttosto improbabile che siano stati i genitori di qualcun altro che ha trascritto la frase del compagno (e che invece politicamente erano di tutt'altra pasta), perché a occhio quella, con tanto di pagina e numero, mi sembra proprio la stesura iniziale dell'esercizio fatto a casa, non la rielaborazione successiva.

In definitiva: il casino l'hanno creato solo ed esclusivamente i genitori dell'interessato, o postando la foto, o consentendo che il proprio figlio lo facesse. Cretini abissali, indipendentemente da come la pensino su Salvini.

Nell'articolo è riportata una possibile spiegazione:

«Si tratta della “bottega dei desideri”, una pratica didattica fatta all’inizio di un nuovo ciclo scolastico per far conoscere i bambini tra di loro e all’insegnante». Ogni alunno esprime un desiderio e trascrive sul quaderno quelli degli altri, per parlarne poi insieme al docente e conoscersi. Il “casus belli” sarebbe un desiderio particolare, «cacciare Salvini», che l’insegnante, secondo quanto riferito dalla dirigente scolastica dell’istituto al direttore Versari, avrebbe anche chiesto di non trascrivere insieme agli altri (tra questi figurano «risolvere la desertificazione» o «guarire le malattie»). Qualche bambino zelante non l’ha ascoltata e una volta portato a casa il quaderno un genitore avrebbe fatto il resto pubblicando sui social la pagina del quaderno.

Va bene qualsiasi scemenza per "indinniarsi".