Cambio scuola per un autistico significa cambio scuola per i docenti di sostegno?

Buonasera a tutti,
hoo bisogno di un suggerimento urgente: nel caso in cui un ragazzo dva dovesse cambiare scuola durante questo periodo (novembre-dicembre), i docenti di sostegno assegnati sono obbligati a seguirlo ed affiancarlo presso la nuova scuola scelta, pure se dovesse essere situata in una città diversa o un comune vicino?? Mi sembra alquanto strano anche perchè trattandosi di caso grave la nuova scuola dovrebbe garantirgli la copertura del sostegno comunque...

Inoltre, i genitori chiedono a noi docenti un consiglio su quale scuola scegliere per il figlio, onde evitare di fargli seguire per quest'anno una programmazione differenziata e perdere tempo, considerato che non otterrebbe il diploma alla fine del ciclo scolastico. Gli interessi del ragazzo sono la musica, gli piace suonare il piano, i film con effetti speciali e la lingua inglese..ha una buona memoria e riesce a ricordare pagine e concetti a memoria. E' un ragazzo autistico con ritardo cognitivo.
Conoscete qualche scuola a Milano che potrebbe fare a genio per questi casi, anche agari non proprio una scuola pubblica, ma che comunque gli garantisca un accesso futuro nel mondo del lavoro?
Grazie mille a tutti per l'attenzione.

Ogni indirizzo di scuola superiore prevede almeno 10 materie. Con la musica, l'inglese e poco più non si prende il diploma a obiettivi minimi. E' un discorso che noi, del professionale, affrontiamo spesso. Dalle medie arrivano genitori che non sono stati informati; credono che tutto si risolva facendo una pizzetta, una salsetta al pomodoro e magari un caffettino. Poi arrivano i dolori! Triste. Docenti delle medie parlate chiaro, date speranze e non illusioni! L'accesso al mondo del lavoro c'è anche con la certificazione delle competenze e non solo con il diploma. Ci sono i posti riservati ai soggetti con 104. Purtroppo sono pochi. Del resto, i diplomi valgono sempre meno; tutti ragazzi sono assunti per ciò che sanno realmente fare.

In questo caso non è tanto il problema del diploma quanto piuttosto la preoccupazione di non sovraccaricare inutilmente il figlio e sviluppare quelle passioni o interessi che gli agevolerebbero anche la vita sociale e lo stare insieme agli altri. La certificazione dei crediti formativi è sicuramente spendibile nel mondo del lavoro, ma i genitori vogliono evitare frustrazioni al figlio dato che gli obiettivi minimi lo porterebbero ad una certa bocciatura che il figlio non tollererebbe mentre gli obiettivi differenziati non sono da loro contemplati.

Forse non ho capito bene. Obiettivi minimi (= diploma) no, obiettivi differenziati (= certificazione delle competenze) no…. Qual è l'alternativa? Gli obiettivi della classe? Impensabili, perché ancora più duri degli obiettivi minimi…. I genitori dovrebbero accettare gli obiettivi differenziati, lasciare il ragazzo nella scuola in cui si è ambientato e dove ha qualche conoscenza/amicizia, insistere per avere un PEI che dia molto valore alle attività socializzanti e gratificanti …. poi fare musica, teatro, ceramica e ippoterapia nel pomeriggio. A Milano, la ASL non ha un centro specializzato in autismo? E le associazioni dei genitori? Loro conoscono bene il territorio (e la patologia), quindi, possono dare ottimi consigli sul tempo libero. Loro stessi spesso organizzano attività pomeridiane. Socializzanti e formative, spesso validissime. Riguardo alla scuola, se si trova bene a livello umano perché cambiare? Basta strutturare meglio l'intervento didattico. La scuola è cominciata da poco, per i ragazzi di prima serve un po' di tempo per capirli e organizzarsi al meglio.

Ti ringrazio per la tua attenzione. Ti spiego: il ragazzo si è trasferito dal sud a Milano ad inizio anno scolastico e l'istituto è un liceo scientifico; il ritardo cognitivo è medio-grave, dunque i docenti sono propensi a sottoporre alla famiglia un PEI con obiettivi differenziati. E' possibile raccordare gli stessi alla programmazione di classe, ma vi sono alcune materie nelle quali il ragazzo proprio non riesce ad assimilare i concetti astratti e il linguaggio specifico proprio della disciplina. Il clima in classe è abbastanza accettabile, se pure non c'è vera integrazione poichè il ragazzo tende all'isolamento e i compagni non lo coinvolgono nelle attività nè si rivolgono a lui nei momenti informali, anche per timore delle sue reazioni comportamentali peculiari tipiche del suo disturbo.
La famiglia si è spostata a Milano per offrire il meglio al figlio e per quello che si è capito fra le righe non accettano un PEI differenziato, la cui accettazione comporterebbe per loro la frequenza di un anno finalizzata a se stessa; loro aspirano ad un diploma che valorizzi le potenzialità del figlio e sviluppi quelle competenze in cui il figlio eccelle e attraverso le quali magari (io penso) frequentare eventualmente l'università o centri altamente professionalizzati. L'ambiente familiare è medio-alto dal pdv culturale ed economico.

Non per intromettermi ma ritardo mentale "moderato" significa una età mentale di un bimbo di 4-7 anni (non arrivano nemmeno al periodo delle operazioni concrete); ritardo mentale grave, per dirtene una, non dovrebbe nemmeno apprendere la letto-scrittura (al massimo riconoscere, a mo' di immagini, le parole più importanti (tipo stato logografico di Frith).
Ora tu parli di obiettivi minimi al liceo scientifico e di proseguire all'università: sicuro che la diagnosi sia corretta?

Forse potrebbe frequentare un liceo musicale, ma anche lì si studiano comunque le materie di base.
Quanto all’università... no comment.
Comunque per informazioni serie dovrebbero rivolgersi all’associazione delle famiglie di Persone autistiche, che saprebbe certamente indirizzarli.

Grazie Annaangelaelvira.
Per caso conosci scuole anche private o centri che potrebbero fare a caso per i ragazzi autistici cn queste peculiarità?
Grazie

Comunque avviserò i genitori circa la possibilità di informarsi tramite l'Associazione genitori.

Se in prima liceo ha queste difficoltà, immaginiamoci cosa sarà la quinta! Nei professionali, la situazione non cambia molto. Non si fa solo laboratorio.

Il ragazzo potrebbe frequentare quei centri professionali anzichè la scuola pubblica, in modo da imparare qualcosa fruttuoso per un domani per lui? Secondo me proseguire il Liceo con un differenziato non ha senso, ancor più perchè la famiglia non lo accetta...accetterebbe di più inserire il figlio in qualche scuola o centro dove possa sviluppare le sue attitudini...non so, però Milano offre tanto..

Scusa ma con un ritardo cognitivo medio-grave non credo che possa avere una programmazione differenziata neanche in un istituto professionale (ovviamente non conosco il caso, ma quando si parla di ritardo così...

Fossi la famiglia resterei sulla strada principale. Scuola pubblica (anche liceo scientifico), programmazione differenziata non necessariamente aderente a quella della classe su tutte le materie e fortemente centrata sull'integrazione sociale, il potenziamento dell'autostima, una maggiore consapevolezza di sé, le autonomie di base, ecc. Pomeriggio a svolgere attività integrative in contesti strutturati, seri e di comprovata esperienza (siete a Milano! Un sogno per noi del paesello!) Il resto verrà dopo. Non rischierei. Alcune situazioni sono pericolose: truffatori in giro ce ne sono molti. E la disperazione è spesso tanta. I centri a cui pensa la famiglia, quali sono? E poi non rilasciano alcun titolo in uscita, neppure la certificazione delle competenze. Sempre che non si trovi la scuola privata, costosissima, truffaldina che vede titoli. Poi il ragazzo che ci farà? Il solito quadretto … Consiglia la via maestra! L'unica realistica. Non essere titubante. Devi mettere la giusta distanza tra te e la famiglia dell'alunno. Non lasciarti contagiare dai loro dubbi. (Nel tuo post, leggo la tua indecisione).

Tornando al titolo del post:gli insegnanti non cambiano scuola con l'alunno.Verrete trasferiti su altri ragazzi della scuola

[quote="dolcetto"]Buonasera a tutti,
hoo bisogno di un suggerimento urgente: nel caso in cui un ragazzo dva dovesse cambiare scuola durante questo periodo (novembre-dicembre), i docenti di sostegno assegnati sono obbligati a seguirlo ed affiancarlo presso la nuova scuola scelta, pure se dovesse essere situata in una città diversa o un comune vicino?? Mi sembra alquanto strano anche perchè trattandosi di caso grave la nuova scuola dovrebbe garantirgli la copertura del sostegno comunque...[/quote]

La nuova scuola, se non ha la possibilità di copertura del sostegno, ad anno iniziato, può rifiutarsi di accettere lo studente.

Grazie mille per i suggerimenti. Sì, sono indecisa perchè i genitori non accetteranno la differenziata e quindi con gli o.m. il figlio verrebbe bocciato, ma tale ipotesi non è contemplata da loro..quindi ovviamente se loro si impuntano noi docenti non potremo fare molto, se loro decideranno di spostare il figlio lo faranno comunque a prescindere...qualora si dovesse trasferire in un'altra scuola, ho capito che il DS non potrebbe imporre a noi docenti di sostegno di seguirlo...meglio così, perchè mi hanno detto il contrario alcuni colleghi di scuola..

il preside non puo fare nulla, non ha il potere di prendere e mandare via gli insegnanti . Sarebbe diverso se il ragazzo andasse in un altro indirizzo dello stesso istituto