La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
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La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
Buonasera a tutti,
sono un nuovo utente del forum, anche se vi seguo da molto tempo, ritenendo questo sito davvero utile ed esaustivo per tutti noi. Attualmente insegno italiano e storia, da precario di 3° fascia, in due differenti licei della mia provincia.
Ho infine deciso di iscrivermi per partecipare attivamente alle discussioni...e mentre non sapevo come rompere il ghiaccio, mi sono imbattuto in una "dichiarazione" che riporto qui sotto:
11/11/2019 21:35
*Scuola: Salvini, lavoriamo per eliminare ‘buco’ medie*
(ANSA) – CAPRIANO BRIOSCO (MONZA BRIANZA), 11 NOV- Lavoriamo per eliminare i 3 anni di ‘buco’ della scuola media, nessun Paese europeo ha questi tre anni di parcheggio”, così come “tre mesi di vacanze estive”. Lo ha detto Matteo Salvini parlando delle idee della Lega in tema di istruzione a un incontro a Capriano Briosco (Monza e Brianza).
Cosa ne pensate voi (al di là della "sparata" politica, ovviamente)? Intendo dire...il "sistema", secondo voi, funziona bene così com'è, o qualche ragionato cambiamento sarebbe opportuno? Io, che fino ad oggi nella mia (breve) esperienza ho sempre insegnato al biennio dei licei, credo che qualcosa vada fatto (se fatto seriamente, ovviamente). Il tutto senza colpevolizzare tout-court la scuola media...ma è evidente che qualche problema c'è, vedendo quali sono i livelli di ingresso dei ragazzi al primo anno delle superiori.
sono un nuovo utente del forum, anche se vi seguo da molto tempo, ritenendo questo sito davvero utile ed esaustivo per tutti noi. Attualmente insegno italiano e storia, da precario di 3° fascia, in due differenti licei della mia provincia.
Ho infine deciso di iscrivermi per partecipare attivamente alle discussioni...e mentre non sapevo come rompere il ghiaccio, mi sono imbattuto in una "dichiarazione" che riporto qui sotto:
11/11/2019 21:35
*Scuola: Salvini, lavoriamo per eliminare ‘buco’ medie*
(ANSA) – CAPRIANO BRIOSCO (MONZA BRIANZA), 11 NOV- Lavoriamo per eliminare i 3 anni di ‘buco’ della scuola media, nessun Paese europeo ha questi tre anni di parcheggio”, così come “tre mesi di vacanze estive”. Lo ha detto Matteo Salvini parlando delle idee della Lega in tema di istruzione a un incontro a Capriano Briosco (Monza e Brianza).
Cosa ne pensate voi (al di là della "sparata" politica, ovviamente)? Intendo dire...il "sistema", secondo voi, funziona bene così com'è, o qualche ragionato cambiamento sarebbe opportuno? Io, che fino ad oggi nella mia (breve) esperienza ho sempre insegnato al biennio dei licei, credo che qualcosa vada fatto (se fatto seriamente, ovviamente). Il tutto senza colpevolizzare tout-court la scuola media...ma è evidente che qualche problema c'è, vedendo quali sono i livelli di ingresso dei ragazzi al primo anno delle superiori.
mattopris- Messaggi : 1168
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Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
Sarebbe bello se un politico dicesse "stiamo lavorando al problema tal dei tali, inizieremo sentendo i pareri di chi già se ne occupa e già lavora in quel campo perché certamente ne sa più di noi, poi dopo cercheremo con molta cautela di trovare una soluzione".
Invece i politici dicono spesso "abbiamo noi la soluzione per il problema tale, per il problema tal'altro, e pure per altri dieci, per il buco dell'ozono, la fame nel mondo, e pure la cura del cancro". Mi sembrano quelli che commentano le partite e ovviamente ne sanno sempre più di chiunque altro.
I tre anni di medie sono un "problema"? Forse. Certamente prima di pensare a risolverlo con una pezza conviene capire meglio se la soluzione è applicabile davvero e se non creerà una situazione ancora peggiore del problema. Non è un caso che salvini non lo dica. La recente riforma dell'esame di maturità ne è un esempio. Ogni nuovo governo immagina di legare il proprio nome a qualche epocale riforma, e dato che a scuola ci sono stati tutti e pensano quindi di essere in grado di parlarne, la riforma della scuola è lì che si presta bene. Riforma Berlinguer, Gelmini, Moratti, e poi altre mezze innovazioni con Fioroni, Giannini, Profumo, Fedeli fino a arrivare al capovavoro del trash della buona scuola. Il cui principale merito è nel campo del marketing per aver immaginato questo nome geniale. Chi arriva all'Istruzione (Pubblica Istruzione? Poi MURST, poi solo MIUR... perfino il nome non è stabile) pensa subito di modificare tutto. Quasi sempre facendo più danni che altro. Quando va bene le modifiche sono solo di facciata, tipo la riforma epocale che ha abolito la "scuola superiore" e l'ha trasformata in "Secondaria". Grande idea. Superiore a che? Basta con questi termini desueti! Si vuol forse insinuare che chi ha studiato di più sia superiore a qualcun'altro? E allora gli idiot savants?
E come no. è pieno. Senza savants però, solo idiot.
Un ciclo di primaria, magari a sei anni, e uno di secondaria, magari pure quello a sei? Così si "perde" un anno. Berlinguer propose qualcosa di simile, mi pare.
Unire elementari e medie in Istituti Comprensivi va in questa direzione? Ma allora l'obbligo scolastico al biennio delle superiori vuol dire che prima o poi le superiori "perderanno" due anni a favore della primaria?
Butto lì nella discussione un altro possibile spunto: magari occorre ripensare l'accesso alle classi di concorso prima di modificare la struttura in cicli della scuola.
Altro spunto possibile: magari alzare l'età dell'obbligo non ha come fine ultimo quello di alzare l'istruzione ma quello di abbassare il tasso di disoccupazione (uno studente non è un disoccupato) e quello di tenere parcheggiati gli adolescenti in qualche posto.
Altro ancora: magari invece di ripensare gli ordini della scuola occorre lavorare su altri fronti, per esempio il peso che i pedagoghi hanno rispetto al "banali" insegnanti di contenuti (invece di competenze).
Altro ancora: l'aumento vertiginoso di casi di dsa (disortografia, dislessia, discalculia e adesso anche disprassia) è un fatto. Nasce veramente dalla compiacenza di medici che firmano una diagnosi per accontentare una famiglia o c'è altro?
Invece i politici dicono spesso "abbiamo noi la soluzione per il problema tale, per il problema tal'altro, e pure per altri dieci, per il buco dell'ozono, la fame nel mondo, e pure la cura del cancro". Mi sembrano quelli che commentano le partite e ovviamente ne sanno sempre più di chiunque altro.
I tre anni di medie sono un "problema"? Forse. Certamente prima di pensare a risolverlo con una pezza conviene capire meglio se la soluzione è applicabile davvero e se non creerà una situazione ancora peggiore del problema. Non è un caso che salvini non lo dica. La recente riforma dell'esame di maturità ne è un esempio. Ogni nuovo governo immagina di legare il proprio nome a qualche epocale riforma, e dato che a scuola ci sono stati tutti e pensano quindi di essere in grado di parlarne, la riforma della scuola è lì che si presta bene. Riforma Berlinguer, Gelmini, Moratti, e poi altre mezze innovazioni con Fioroni, Giannini, Profumo, Fedeli fino a arrivare al capovavoro del trash della buona scuola. Il cui principale merito è nel campo del marketing per aver immaginato questo nome geniale. Chi arriva all'Istruzione (Pubblica Istruzione? Poi MURST, poi solo MIUR... perfino il nome non è stabile) pensa subito di modificare tutto. Quasi sempre facendo più danni che altro. Quando va bene le modifiche sono solo di facciata, tipo la riforma epocale che ha abolito la "scuola superiore" e l'ha trasformata in "Secondaria". Grande idea. Superiore a che? Basta con questi termini desueti! Si vuol forse insinuare che chi ha studiato di più sia superiore a qualcun'altro? E allora gli idiot savants?
E come no. è pieno. Senza savants però, solo idiot.
Un ciclo di primaria, magari a sei anni, e uno di secondaria, magari pure quello a sei? Così si "perde" un anno. Berlinguer propose qualcosa di simile, mi pare.
Unire elementari e medie in Istituti Comprensivi va in questa direzione? Ma allora l'obbligo scolastico al biennio delle superiori vuol dire che prima o poi le superiori "perderanno" due anni a favore della primaria?
Butto lì nella discussione un altro possibile spunto: magari occorre ripensare l'accesso alle classi di concorso prima di modificare la struttura in cicli della scuola.
Altro spunto possibile: magari alzare l'età dell'obbligo non ha come fine ultimo quello di alzare l'istruzione ma quello di abbassare il tasso di disoccupazione (uno studente non è un disoccupato) e quello di tenere parcheggiati gli adolescenti in qualche posto.
Altro ancora: magari invece di ripensare gli ordini della scuola occorre lavorare su altri fronti, per esempio il peso che i pedagoghi hanno rispetto al "banali" insegnanti di contenuti (invece di competenze).
Altro ancora: l'aumento vertiginoso di casi di dsa (disortografia, dislessia, discalculia e adesso anche disprassia) è un fatto. Nasce veramente dalla compiacenza di medici che firmano una diagnosi per accontentare una famiglia o c'è altro?
Miyagi- Messaggi : 133
Data d'iscrizione : 01.03.19
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
[quote="Miyagi"]Altro ancora: l'aumento vertiginoso di casi di dsa (disortografia, dislessia, discalculia e adesso anche disprassia) è un fatto. Nasce veramente dalla compiacenza di medici che firmano una diagnosi per accontentare una famiglia o c'è altro?[/quote]
Per quanto posso essermene fatta un 'idea io, nasce soprattutto dal fatto che i test usati per i DSA sono solo ed esclusivamente fenomenologici, cioè non possono indagare le cause neurologiche strutturali, ma solo prendere atto del livello dei risultati (in generale, ridotto al conteggio degli errori di lettura, scrittura e calcolo fatti, in percentuale rispetto ai livelli medi attesi per la normalità).
Per cui, chiunque faccia un numero di errori significativamente superiore alla media attesa, viene automaticamente certificato come DSA, indipendentemente dal fatto che faccia quegli errori per oggettiva difficoltà strutturale (il che sarebbe il DSA vero), piuttosto che li faccia per semplice ignoranza, per disattenzione, o per disabitudine radicale all'esercizio. Tutto questo, dal test non si vede, e non lo si può distinguere.
E quindi, al ragazzino che ha il DSA vero (che oggettivamente non può essere "curato" artificialmente), e a quello che non ha nessun DSA ma scrive e legge male per altri motivi (e che invece potrebbe benissimo correggersi, semplicemente studiando di più ed esercitandosi di più) viene conferita la stessa identica certificazione, e vengono concessi gli stessi identici strumenti di ausilio, anche se uno ne ha davvero bisogno e l'altro no, e magari a quest'altro che non ne ha bisogno gli fanno pure dei danni.
La stortura (anzi, la vera e propria perversione) non consiste in un "abuso" delle diagnosi, o nella concessione disinvolta di diagnosi "false", ma consiste proprio in una intrinseca contraddizione nella definizione di cosa siano queste diagnosi e come siano fatte.
Se chiunque abbia risultati scolastici scarsi (senza che si sappia per quale motivo) viene automaticamente certificato come portatore di una condizione neurologica innata e immodificabile per tutta la vita (per cui non gli si può chiedere di provare a fare uno sforzo per correggere tali risultati scarsi, perché si sa a priori che per sua natura non potrà mai riuscirci), allora è perfettamente inutile qualsiasi strategia didattica e anche qualsiasi forma di valutazione. E' il bello dell'autoreferenzialità totale, per cui si ha sempre ragione senza nessun obbligo di rendere conto delle motivazioni di ciò che si afferma.
Ovviamente, il fatto che molte famiglie VOGLIANO la diagnosi perché pensano che convenga, e che il professionista subisca pressioni per accontentare il cliente, ha una parte di peso in questa tendenza, ma non è certo il fattore più importante. Il fattore più importante (e più eticamente discutibile) è proprio questo problema dell'autoreferenzialità, che prima o poi dovrà essere affrontato in maniera seria.
Per quanto posso essermene fatta un 'idea io, nasce soprattutto dal fatto che i test usati per i DSA sono solo ed esclusivamente fenomenologici, cioè non possono indagare le cause neurologiche strutturali, ma solo prendere atto del livello dei risultati (in generale, ridotto al conteggio degli errori di lettura, scrittura e calcolo fatti, in percentuale rispetto ai livelli medi attesi per la normalità).
Per cui, chiunque faccia un numero di errori significativamente superiore alla media attesa, viene automaticamente certificato come DSA, indipendentemente dal fatto che faccia quegli errori per oggettiva difficoltà strutturale (il che sarebbe il DSA vero), piuttosto che li faccia per semplice ignoranza, per disattenzione, o per disabitudine radicale all'esercizio. Tutto questo, dal test non si vede, e non lo si può distinguere.
E quindi, al ragazzino che ha il DSA vero (che oggettivamente non può essere "curato" artificialmente), e a quello che non ha nessun DSA ma scrive e legge male per altri motivi (e che invece potrebbe benissimo correggersi, semplicemente studiando di più ed esercitandosi di più) viene conferita la stessa identica certificazione, e vengono concessi gli stessi identici strumenti di ausilio, anche se uno ne ha davvero bisogno e l'altro no, e magari a quest'altro che non ne ha bisogno gli fanno pure dei danni.
La stortura (anzi, la vera e propria perversione) non consiste in un "abuso" delle diagnosi, o nella concessione disinvolta di diagnosi "false", ma consiste proprio in una intrinseca contraddizione nella definizione di cosa siano queste diagnosi e come siano fatte.
Se chiunque abbia risultati scolastici scarsi (senza che si sappia per quale motivo) viene automaticamente certificato come portatore di una condizione neurologica innata e immodificabile per tutta la vita (per cui non gli si può chiedere di provare a fare uno sforzo per correggere tali risultati scarsi, perché si sa a priori che per sua natura non potrà mai riuscirci), allora è perfettamente inutile qualsiasi strategia didattica e anche qualsiasi forma di valutazione. E' il bello dell'autoreferenzialità totale, per cui si ha sempre ragione senza nessun obbligo di rendere conto delle motivazioni di ciò che si afferma.
Ovviamente, il fatto che molte famiglie VOGLIANO la diagnosi perché pensano che convenga, e che il professionista subisca pressioni per accontentare il cliente, ha una parte di peso in questa tendenza, ma non è certo il fattore più importante. Il fattore più importante (e più eticamente discutibile) è proprio questo problema dell'autoreferenzialità, che prima o poi dovrà essere affrontato in maniera seria.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
[quote="Miyagi"]Sarebbe bello se ...
Altro ancora: l'aumento vertiginoso di casi di dsa (disortografia, dislessia, discalculia e adesso anche disprassia) è un fatto. Nasce veramente dalla compiacenza di medici che firmano una diagnosi per accontentare una famiglia o c'è altro?[/quote]
Concordo abbastanza con il discorso in generale.
Riguardo all'ultima frase, non assisto solo a un aumento esponenziale di casi di DSA certificati, ma anche a una strisciante "diesseaizzazione" di quella che ormai è una maggioranza degli alunni, che pur non presentando minimamente alcun disturbo -specifico o meno- non riescono più a stare attenti, a scrivere con pochi errori e con grafie comprensibili, a capire quello di cui si parla, a rapportarsi agli altri compagni e ai professori in maniera positiva, a non avere crolli emotivi per un sei anziché un sette. I motivi di questa realtà nascono sicuramente da fattori storici esterni alla scuola come l'accesso ai dispositivi, la disgregazione delle famiglie, il moltiplicarsi delle agenzie formative e tante belle frasi fatte. Ma secondo me il problema principale è che si considera antistorica un'idea di insegnamento che i suoi frutti li ha sempre dati e che poteva essere emendata anziché buttata a mare. In particolare nella primaria si dovrebbe tornare a cose tanto semplici quanto utili e fuori moda come il corsivo, il riassunto, i problemi matematici; ma le insegnanti stesse ritengono impossibile proporre un insegnamento "tradizionale" agli alunni di oggi (per non parlare della pazienza che le pur spicciative maestre di venti-trent'anni fa avevano nel provare a recuperare quegli alunni che oggi definiremmo "con DSA"). Nessuno vuole riesumare i sussidiari patriottici ed edificanti, ma non è che con loro dobbiamo buttare al mare quella costruzione dei saperi di base che la scuola primaria, storicamente, ha sempre saputo portare avanti.
Altro ancora: l'aumento vertiginoso di casi di dsa (disortografia, dislessia, discalculia e adesso anche disprassia) è un fatto. Nasce veramente dalla compiacenza di medici che firmano una diagnosi per accontentare una famiglia o c'è altro?[/quote]
Concordo abbastanza con il discorso in generale.
Riguardo all'ultima frase, non assisto solo a un aumento esponenziale di casi di DSA certificati, ma anche a una strisciante "diesseaizzazione" di quella che ormai è una maggioranza degli alunni, che pur non presentando minimamente alcun disturbo -specifico o meno- non riescono più a stare attenti, a scrivere con pochi errori e con grafie comprensibili, a capire quello di cui si parla, a rapportarsi agli altri compagni e ai professori in maniera positiva, a non avere crolli emotivi per un sei anziché un sette. I motivi di questa realtà nascono sicuramente da fattori storici esterni alla scuola come l'accesso ai dispositivi, la disgregazione delle famiglie, il moltiplicarsi delle agenzie formative e tante belle frasi fatte. Ma secondo me il problema principale è che si considera antistorica un'idea di insegnamento che i suoi frutti li ha sempre dati e che poteva essere emendata anziché buttata a mare. In particolare nella primaria si dovrebbe tornare a cose tanto semplici quanto utili e fuori moda come il corsivo, il riassunto, i problemi matematici; ma le insegnanti stesse ritengono impossibile proporre un insegnamento "tradizionale" agli alunni di oggi (per non parlare della pazienza che le pur spicciative maestre di venti-trent'anni fa avevano nel provare a recuperare quegli alunni che oggi definiremmo "con DSA"). Nessuno vuole riesumare i sussidiari patriottici ed edificanti, ma non è che con loro dobbiamo buttare al mare quella costruzione dei saperi di base che la scuola primaria, storicamente, ha sempre saputo portare avanti.
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
Concordo con chi dice che sotto sotto può esserci l'idea di arrivare al tanto agognato (da politici e Soloni vari della pedagogia) "taglio" di un anno di scuola, "per metterci alla pari con gli altri Paesi europei" (cit.). Però vedrei di difficile realizzazione un sistema 6+6 (primaria + secondaria)...se non altro per il "cosa" si insegna e per il "chi" lo insegna, visto che alle elementari serve la laurea in Scienze dell'educazione e dalle medie in su occorre seguire altri percorsi universitari.
mattopris- Messaggi : 1168
Data d'iscrizione : 12.11.19
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Località : Treviso
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
Lasciate ai medici la questione delle diagnosi e delle certificazioni. E' già lusinghiero e nobile riuscire a insegnare decentemente. Non sforzatevi in altri mestieri ardui e che necessitano di una ben altra preparazione accademica. La medicina.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
Per il resto concordo con il discorso di Paniscus sull'autoreferenzialità del sistema DSA.
Ogni volto che provo ad esprimerla c'è sempre un grillo parlante che alza il ditino e dico che non sono un medico, ma la mia opinione è che a fronte di un esiguo numero di alunni con disturbi tanto specifici quanto reali, di natura neurologica, esiste una massa di alunni del tutto "normali" instradata da insegnanti e famiglie in direzione della certificazione al primo segnale negativo, magari durante uno di quegli abominnevoli screening di massa, o in classe al primo momento di difficoltà dovuto a un qualsiasi problema temporaneo, emotivo o di apprendimento, un litigio a casa, una maestra con cui non si va d'accordo... Tanto con il nuovo DSM tutto può rientrare in un "disturbo misto dell'apprendimento", magari con comorbilità con "ansia" o con qualche disordine dell'attenzione.
Ogni volto che provo ad esprimerla c'è sempre un grillo parlante che alza il ditino e dico che non sono un medico, ma la mia opinione è che a fronte di un esiguo numero di alunni con disturbi tanto specifici quanto reali, di natura neurologica, esiste una massa di alunni del tutto "normali" instradata da insegnanti e famiglie in direzione della certificazione al primo segnale negativo, magari durante uno di quegli abominnevoli screening di massa, o in classe al primo momento di difficoltà dovuto a un qualsiasi problema temporaneo, emotivo o di apprendimento, un litigio a casa, una maestra con cui non si va d'accordo... Tanto con il nuovo DSM tutto può rientrare in un "disturbo misto dell'apprendimento", magari con comorbilità con "ansia" o con qualche disordine dell'attenzione.
Ultima modifica di herman il lattoniere il Mer Nov 13, 2019 8:46 pm - modificato 1 volta.
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
[quote="Davide"]Lasciate ai medici la questione delle diagnosi e delle certificazioni. E' già lusinghiero e nobile riuscire a insegnare decentemente. Non sforzatevi in altri mestieri ardui e che necessitano di una ben altra preparazione accademica. La medicina.[/quote]
Se noi non possiamo minimamente giudicare i medici in base alle evidenze che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi a scuola, perché i medici devono dirci come affrontare i disturbi specifici dell'apprendimento preparandoci una lista della spesa di misure e strumenti che il più delle volte all'alunno non servono assolutamente a niente?
Se noi non possiamo minimamente giudicare i medici in base alle evidenze che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi a scuola, perché i medici devono dirci come affrontare i disturbi specifici dell'apprendimento preparandoci una lista della spesa di misure e strumenti che il più delle volte all'alunno non servono assolutamente a niente?
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
Lascia che siano i medici a parlare di ciò. Tu, se sei docente, se!, devi solo prendere atto di eventuali certificazioni o diagnosi e applicare le relative misure dispensative e strumenti compensativi previsti dalla normativa vigente.
Non devi domandarti il perchè, quello è compito del medico, tu SE sei docente devi agire sul cosa fare in conseguenza della certificazione.
Non devi domandarti il perchè, quello è compito del medico, tu SE sei docente devi agire sul cosa fare in conseguenza della certificazione.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
E ci sarebbe da aggiungere che queste nuove trovate articolate, di fatto, demoliscono completamente il significato di DSA.
Un disturbo SPECIFICO di apprendimento dovrebbe significare una disfunzione puramente settoriale, che coinvolge una sola area limitata di abilità, senza inficiare le capacità generali in altri ambiti.
Ci hanno martellati per 20 anni con il principio secondo cui un disturbo specifico di apprendimento consiste in una limitazione di alcune singole abilità concrete (esempio: lentezza nella lettura; difficoltà a incolonnare le cifre; difficoltà nella coordinazione fine della mano che porta a grafia disordinata... eccetera), ma che non dovrebbe avere niente a che fare con l'intelligenza, con le capacità logiche, con la memoria e con la coordinazione mentale in generale.
Invece adesso non esistono praticamente più i disturbi SPECIFICI, sono quasi sempre disturbi "misti" o "in comorbilità", in cui va bene tutto e il contrario di tutto...pur di certificare che il ragazzo capisce poco, ragiona poco, ricorda poco, riesce a fare poco, ha capacità logiche limitatissime, però, per carità, non si può dire che ha problemi cognitivi, o che ha gravi difficoltà generalizzate, ma bisogna dire che ha disturbi SPECIFICI.
E allora cosa vuol dire il termine "specifico"?
Un disturbo SPECIFICO di apprendimento dovrebbe significare una disfunzione puramente settoriale, che coinvolge una sola area limitata di abilità, senza inficiare le capacità generali in altri ambiti.
Ci hanno martellati per 20 anni con il principio secondo cui un disturbo specifico di apprendimento consiste in una limitazione di alcune singole abilità concrete (esempio: lentezza nella lettura; difficoltà a incolonnare le cifre; difficoltà nella coordinazione fine della mano che porta a grafia disordinata... eccetera), ma che non dovrebbe avere niente a che fare con l'intelligenza, con le capacità logiche, con la memoria e con la coordinazione mentale in generale.
Invece adesso non esistono praticamente più i disturbi SPECIFICI, sono quasi sempre disturbi "misti" o "in comorbilità", in cui va bene tutto e il contrario di tutto...pur di certificare che il ragazzo capisce poco, ragiona poco, ricorda poco, riesce a fare poco, ha capacità logiche limitatissime, però, per carità, non si può dire che ha problemi cognitivi, o che ha gravi difficoltà generalizzate, ma bisogna dire che ha disturbi SPECIFICI.
E allora cosa vuol dire il termine "specifico"?
Ultima modifica di paniscus_2.1 il Gio Nov 14, 2019 7:07 am - modificato 1 volta.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
[quote="Davide"]Lascia che siano i medici a parlare di ciò. Tu, se sei docente, se!, devi solo prendere atto di eventuali certificazioni o diagnosi e applicare le relative misure dispensative e strumenti compensativi previsti dalla normativa vigente.
Non devi domandarti il perchè, quello è compito del medico, tu SE sei docente devi agire sul cosa fare in conseguenza della certificazione.[/quote]
Non mi risulta che esista un prontuario esatto di quali strumenti compensativi e dispensativi siano "previsti dalla normativa vigente" per ogni singola voce della certificazione.
La scelta di quali strumenti compensativi e dispensativi applicare spetta unicamente al consiglio di classe, non può essere prescritta dal diagnosta come se fosse una terapia medica.
Non devi domandarti il perchè, quello è compito del medico, tu SE sei docente devi agire sul cosa fare in conseguenza della certificazione.[/quote]
Non mi risulta che esista un prontuario esatto di quali strumenti compensativi e dispensativi siano "previsti dalla normativa vigente" per ogni singola voce della certificazione.
La scelta di quali strumenti compensativi e dispensativi applicare spetta unicamente al consiglio di classe, non può essere prescritta dal diagnosta come se fosse una terapia medica.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
E' una tua invenzione.
La normativa prevede di applicare misure dispensative e strumenti compensativi.
La parola prontuari esatti è di tua invenzione dunque.
La normativa prevede di applicare misure dispensative e strumenti compensativi.
La parola prontuari esatti è di tua invenzione dunque.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
[quote="Davide"]E' una tua invenzione.
La normativa prevede di applicare misure dispensative e strumenti compensativi.[/quote]
E a chi compete la scelta di quali strumenti applicare?
Al consiglio di classe o a chi ha scritto la diagnosi?
Per favore, rispondi a questo.
La normativa prevede di applicare misure dispensative e strumenti compensativi.[/quote]
E a chi compete la scelta di quali strumenti applicare?
Al consiglio di classe o a chi ha scritto la diagnosi?
Per favore, rispondi a questo.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
[quote="Davide"]Lascia che siano i medici a parlare di ciò. Tu, se sei docente, se!, devi solo prendere atto di eventuali certificazioni o diagnosi e applicare le relative misure dispensative e strumenti compensativi previsti dalla normativa vigente.
Non devi domandarti il perchè, quello è compito del medico, tu SE sei docente devi agire sul cosa fare in conseguenza della certificazione.[/quote]
Davide, mi spiace contraddirti ma la normativa vigente non prescrive affatto che io "prenda atto" e basta... A norma di legge i vari strumenti compensativi e misure dispensative sono SOLO suggeriti dalla normativa vigente o dal medico, ma spetta alla scuola, attraverso il consiglio di classe, decidere quali e quanti usarne. In definitiva la scelta spetta ai docenti, visto che del resto mi risulti ancora viga l'articolo 33 della costituzione e un combinato disposto di previsioni normative che respinge l'assegnazione al docente del ruolo di "mero esecutore" che tu delinei.
Questa responsabilità affidata ai docenti non risponde soltanto a una previsione di legge - che molti fingono di ignorare - ma è una scelta funzionale, perché, accantonato il fantoccio dialettico dei docenti ignoranti in maniera di dsa, gli insegnanti passano molte più ore con l'alunno di qualunque medico e conoscono le potenzialità e i limiti dell'alunno nella situazione scolastica, non attraverso batterie di test in ambiente asettico e ansiogeno. Inoltre, a differenza dei medici, gli insegnanti conoscono i metodi e le strategie di insegnamento e soprattutto conoscono la disciplina.
Un sofista potrebbe eccepire che gli insegnanti in realtà non conoscano così bene il proprio mestiere, ma un altro sofista potrebbe controbattere che anche per quanto riguarda i medici non abbiamo le prove che ciascuno di essi sia così ferrato a livello professionale; del resto non è un caso se la maggior parte delle certificazioni siano fatte col copincolla e suggeriscano, ad esempio, l'uso della calcolatrice per alunni che non hanno alcun disturbo nella sfera del calcolo, o della sintesi vocale ad alunni che non ne avrebbero alcun vantaggio.
Non devi domandarti il perchè, quello è compito del medico, tu SE sei docente devi agire sul cosa fare in conseguenza della certificazione.[/quote]
Davide, mi spiace contraddirti ma la normativa vigente non prescrive affatto che io "prenda atto" e basta... A norma di legge i vari strumenti compensativi e misure dispensative sono SOLO suggeriti dalla normativa vigente o dal medico, ma spetta alla scuola, attraverso il consiglio di classe, decidere quali e quanti usarne. In definitiva la scelta spetta ai docenti, visto che del resto mi risulti ancora viga l'articolo 33 della costituzione e un combinato disposto di previsioni normative che respinge l'assegnazione al docente del ruolo di "mero esecutore" che tu delinei.
Questa responsabilità affidata ai docenti non risponde soltanto a una previsione di legge - che molti fingono di ignorare - ma è una scelta funzionale, perché, accantonato il fantoccio dialettico dei docenti ignoranti in maniera di dsa, gli insegnanti passano molte più ore con l'alunno di qualunque medico e conoscono le potenzialità e i limiti dell'alunno nella situazione scolastica, non attraverso batterie di test in ambiente asettico e ansiogeno. Inoltre, a differenza dei medici, gli insegnanti conoscono i metodi e le strategie di insegnamento e soprattutto conoscono la disciplina.
Un sofista potrebbe eccepire che gli insegnanti in realtà non conoscano così bene il proprio mestiere, ma un altro sofista potrebbe controbattere che anche per quanto riguarda i medici non abbiamo le prove che ciascuno di essi sia così ferrato a livello professionale; del resto non è un caso se la maggior parte delle certificazioni siano fatte col copincolla e suggeriscano, ad esempio, l'uso della calcolatrice per alunni che non hanno alcun disturbo nella sfera del calcolo, o della sintesi vocale ad alunni che non ne avrebbero alcun vantaggio.
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
Tornando alle dichiarazioni dell'ex ministro mi sembrano l'ennesima sparata propagandistica basata su un luogo comune, vizio che condivide con l'altro Matteo. Il luogo comune che vuole la media "buco nero" della scuola italiana va avanti da decenni e in parte è legata all'età della pre e della prima adolescenza degli alunni, che rappresentano un vero e proprio buco nero esistenziale; per il resto le innegabili difficoltà didattiche e identitarie della scuola media credo emergano adesso in cui è massimo il divario tra la scuola primaria e quella superiore, divario che proprio le medie sono chiamate, per statuto, a colmare. Da una parte, infatti, c'è una scuola superiore che non è sostanzialmente cambiata rispetto a 30/40 anni fa, dall'altra c'è una scuola primaria che invece è stata rivoluzionata dall'apporto di una nuova visione pedagogica, ormai maggioritaria grazie al "nudge", alla "spinta gentile" del ministero, e che ha abbassato moltissimo i propri obiettivi e con essi i livelli di competenza globale degli alunni in uscita. Ormai il lavoro che dobbiamo fare noi insegnanti delle medie è quello di prendere alunni buoni al massimo per i test ocse-pisa, ma con grossi limiti in una serie di capacità che trent'anni fa erano normale corredo dell'alunno in uscita dalla primaria , e trasformarli in alunni sufficientemente pronti per affrontare la scuola superiore o scuola secondaria di secondo grado.
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
[quote="herman il lattoniere"] Da una parte, infatti, c'è una scuola superiore che non è sostanzialmente cambiata rispetto a 30/40 anni fa, [/quote]
Questo non è proprio così vero.
Anche nelle scuole superiori è dilagato il modello "innovativo" ossia coccoloso, buonista, gratificante a ogni costo, e basato quindi sulla drastica riduzione delle richieste di impegno e delle responsabilità da prendersi. Meno che alle primarie, ma non si può certo dire che le superiori ne siano immuni.
Anzi, in un certo senso è pure peggio, perché alle superiori esiste un contesto di "concorrenza" molto più marcata tra una scuola e l'altra, e una capacità decisionale più autonoma dei ragazzi stessi, invece di essere tutto delegato ai genitori come succede alla primaria... per cui l'ansia di mettere in atto comportamenti sempre più concilianti e sempre più "ruffiani" per comprarsi le simpatie e i consensi degli studenti (che altrimenti potrebbero cominciare a manifestare il desiderio di cambiare scuola) è ancora più diffusa, e le pressioni dall'alto in quel senso sono sempre più pesanti.
Questo non è proprio così vero.
Anche nelle scuole superiori è dilagato il modello "innovativo" ossia coccoloso, buonista, gratificante a ogni costo, e basato quindi sulla drastica riduzione delle richieste di impegno e delle responsabilità da prendersi. Meno che alle primarie, ma non si può certo dire che le superiori ne siano immuni.
Anzi, in un certo senso è pure peggio, perché alle superiori esiste un contesto di "concorrenza" molto più marcata tra una scuola e l'altra, e una capacità decisionale più autonoma dei ragazzi stessi, invece di essere tutto delegato ai genitori come succede alla primaria... per cui l'ansia di mettere in atto comportamenti sempre più concilianti e sempre più "ruffiani" per comprarsi le simpatie e i consensi degli studenti (che altrimenti potrebbero cominciare a manifestare il desiderio di cambiare scuola) è ancora più diffusa, e le pressioni dall'alto in quel senso sono sempre più pesanti.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: La scuola media: un "parcheggio"? (cit.)
Attenzione, con il mio post non intendevo avallare la proposta in questione (né tantomeno il politico in questione). Non sono d'accordo assolutamente con un eventuale taglio della durata della scuola (e nemmeno con sperimentazioni quadriennali in corso), ma allo stesso tempo credo impensabile che si intendano eliminare in un sol colpo tre anni di scuola! Nessun Paese europeo ha una scuola che finisce a 16 anni.
E' una questione, forse, di modello scolastico: capire se il modello attuale, al di là degli anni di corso, sia attuale oppure no. Il tutto, ovviamente, correlato alla scuola buonista protettiva coccolosa inclusiva con la quale si crede di fare il bene dei nostri ragazzi ma che in realtà prima o poi presenterà loro il conto.
E' una questione, forse, di modello scolastico: capire se il modello attuale, al di là degli anni di corso, sia attuale oppure no. Il tutto, ovviamente, correlato alla scuola buonista protettiva coccolosa inclusiva con la quale si crede di fare il bene dei nostri ragazzi ma che in realtà prima o poi presenterà loro il conto.
mattopris- Messaggi : 1168
Data d'iscrizione : 12.11.19
Età : 36
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