Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
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Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
Promemoria primo messaggio :
Buonasera a tutti e buon 2021.
Vorrei porre un quesito: quali strategie didattiche favoriscono la sedimentazione negli alunni/e?
In questi anni ho fatto alcune ipotesi, chiedo il vostro contributo:
1.Frequenza delle valutazioni: più frequenti sono e maggiormente gli alunni/e sedimentano.
2.Chiedere ogni volta tutto il programma (questo è il mio punto d'orgoglio).
Cosa ne pensate? Quali sono gli elementi che nelle vostre materie favoriscono la sedimentazione?
Buonasera a tutti e buon 2021.
Vorrei porre un quesito: quali strategie didattiche favoriscono la sedimentazione negli alunni/e?
In questi anni ho fatto alcune ipotesi, chiedo il vostro contributo:
1.Frequenza delle valutazioni: più frequenti sono e maggiormente gli alunni/e sedimentano.
2.Chiedere ogni volta tutto il programma (questo è il mio punto d'orgoglio).
Cosa ne pensate? Quali sono gli elementi che nelle vostre materie favoriscono la sedimentazione?
elirpe- Messaggi : 1127
Data d'iscrizione : 02.08.17
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
1) ci sono innumerevoli studi che indicano i forti legami ( linguistici, tematici etc) tra la poesia di Dante e quella di Montale, se vuoi approfondire ti mando la bibliografia. Peraltro questo legame è stato chiarito da Montale stesso in un convegno del 1965. Quindi possiamo anche dire che senza dante montale non sarebbe montale.
2) puoi possedere le conoscenze tecniche per costruire un frigorifero, ma devi prima avere l'idea, inventare un frigorifero, e pensare a qualche cosa di buono da metterci dentro. Altrimenti non lo costruirai mai.
Detto questo, io insegno in una scuola tecnica e i miei alunni non sono, in genere, appassionati di letteratura. Non lo pretendo, e li valuto onestamente apprezzando anche lo sforzo di uno studio mnemonico. Però ne vedo anche i limiti, pur non facendolo particolarmente pesare a loro.
2) puoi possedere le conoscenze tecniche per costruire un frigorifero, ma devi prima avere l'idea, inventare un frigorifero, e pensare a qualche cosa di buono da metterci dentro. Altrimenti non lo costruirai mai.
Detto questo, io insegno in una scuola tecnica e i miei alunni non sono, in genere, appassionati di letteratura. Non lo pretendo, e li valuto onestamente apprezzando anche lo sforzo di uno studio mnemonico. Però ne vedo anche i limiti, pur non facendolo particolarmente pesare a loro.
baustelle- Messaggi : 1745
Data d'iscrizione : 24.08.10
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
[quote="stringiamciacoorte"][quote="elirpe"]Se si pensa di poter comprendere Hegel senza aver sedimentato Kant (non dico tutto, in modo nozionistico, ma almeno i concetti essenziali) non si sa di cosa si sta parlando[/quote]
Sì, hai assolutamente ragione, non so di cosa stai parlando, però so che se Hegel ha bisogno di Kant (e se lo dici ci credo) allora quando interroghi su Hegel se ti accorgi che Kant non se lo ricordano più; gli metti 4 per Hegel e sei a posto così.
Di più ! Se Hegel richiede Kant allora mentre lo spieghi questo viene sicuramente fuori e fungerà da ripasso.
Io al primo anno spiego le disequazioni punto a capo
Io al secondo anno spiego i radicali e spiego che il radicando deve essere non negativo ed imposto una disequazione (una ... mille !); in quel momento sto ripassando le disequazioni e se uno poi fa cazzate sul radicale lo quattrifico a sangue anche se il motivo è che non sa fare le disequazioni.
Al contrario, al primo anno accenno la logica, gli insiemi, le relazioni, tutta roba che ha importanza teorica ma inutile dal punto di vista pratico; lo faccio nella consapevolezza che presto il 95% dei miei alunni lo dimenticherà ed io non mi ci accanirò.
Solo il 5% dei miei alunni sedimenterà l'argomento e sarà il "miglior 5%", quello che si iscriverà a matematica e che beneficerà del supporto teorico che quegli argomenti forniscono.
Sta nell'ordine delle cose che solo una piccola parte degli studenti ami le nostre materie quanto le amiamo noi e le impari quanto le abbiamo imparate noi, del resto caro elirpe, io non so una cippa di Kant e non mi interessa impararlo, tu non sai una cippa di equazioni goniometriche e non te ne frega niente di impararle.
Perchè dobbiamo dire la cazzata che Kant è importante per le equazioni goniometriche e lo devo imparare anch'io e le equazioni goniometriche sono importanti per Kant e le devi imparare anche tu ?
Perchè dobbiamo perseguitare gli alunni come me con Kant e quelli come te con le goniometriche ?
Se le cose servono si ripresenteranno, se verranno dimenticate è perchè non servivano.[/quote]
Con la prima parte del discorso in parte concordo, con l'ultima no, almeno a livello individuale (che probabilmente non è universalizzabile). Da studente appassionato di umanesimo in quinta mi concentrai su Pedagogia, Filosofia, Letteratura Italiana, Letteratura Latina Storia dell'Arte e Storia. Sembra strano ma ricordo ancora le lezioni degli insegnanti di queste materie e ho conservato gli appunti, non ho imparato nulla dalle ore di Matematica (sia chiaro: colpa esclusivamente mia) e qualcosa di quelle di Scienze (l'insegnante era ottima e si collegava alla storia della cultura, con Mendel, Cuvier, Darwin, ecc...). Una volta arrivato all'università ebbi sempre ottimi voti ma incontrai tre esami che mi fecero rimpiangere amaramente di aver buttato 13 anni di matematica: Logica, Storia della Scienza I e Storia della Scienza II. Nonostante l'impegno lo iato con i compagni era notevole e mi sono vergognato della mia impreparazione in quei campi. Morale della favola: gli alunni come te dovrebbero essere perseguitati con Kant e quelli come me con le goniometriche perché la cultura non è settoriale.
Sì, hai assolutamente ragione, non so di cosa stai parlando, però so che se Hegel ha bisogno di Kant (e se lo dici ci credo) allora quando interroghi su Hegel se ti accorgi che Kant non se lo ricordano più; gli metti 4 per Hegel e sei a posto così.
Di più ! Se Hegel richiede Kant allora mentre lo spieghi questo viene sicuramente fuori e fungerà da ripasso.
Io al primo anno spiego le disequazioni punto a capo
Io al secondo anno spiego i radicali e spiego che il radicando deve essere non negativo ed imposto una disequazione (una ... mille !); in quel momento sto ripassando le disequazioni e se uno poi fa cazzate sul radicale lo quattrifico a sangue anche se il motivo è che non sa fare le disequazioni.
Al contrario, al primo anno accenno la logica, gli insiemi, le relazioni, tutta roba che ha importanza teorica ma inutile dal punto di vista pratico; lo faccio nella consapevolezza che presto il 95% dei miei alunni lo dimenticherà ed io non mi ci accanirò.
Solo il 5% dei miei alunni sedimenterà l'argomento e sarà il "miglior 5%", quello che si iscriverà a matematica e che beneficerà del supporto teorico che quegli argomenti forniscono.
Sta nell'ordine delle cose che solo una piccola parte degli studenti ami le nostre materie quanto le amiamo noi e le impari quanto le abbiamo imparate noi, del resto caro elirpe, io non so una cippa di Kant e non mi interessa impararlo, tu non sai una cippa di equazioni goniometriche e non te ne frega niente di impararle.
Perchè dobbiamo dire la cazzata che Kant è importante per le equazioni goniometriche e lo devo imparare anch'io e le equazioni goniometriche sono importanti per Kant e le devi imparare anche tu ?
Perchè dobbiamo perseguitare gli alunni come me con Kant e quelli come te con le goniometriche ?
Se le cose servono si ripresenteranno, se verranno dimenticate è perchè non servivano.[/quote]
Con la prima parte del discorso in parte concordo, con l'ultima no, almeno a livello individuale (che probabilmente non è universalizzabile). Da studente appassionato di umanesimo in quinta mi concentrai su Pedagogia, Filosofia, Letteratura Italiana, Letteratura Latina Storia dell'Arte e Storia. Sembra strano ma ricordo ancora le lezioni degli insegnanti di queste materie e ho conservato gli appunti, non ho imparato nulla dalle ore di Matematica (sia chiaro: colpa esclusivamente mia) e qualcosa di quelle di Scienze (l'insegnante era ottima e si collegava alla storia della cultura, con Mendel, Cuvier, Darwin, ecc...). Una volta arrivato all'università ebbi sempre ottimi voti ma incontrai tre esami che mi fecero rimpiangere amaramente di aver buttato 13 anni di matematica: Logica, Storia della Scienza I e Storia della Scienza II. Nonostante l'impegno lo iato con i compagni era notevole e mi sono vergognato della mia impreparazione in quei campi. Morale della favola: gli alunni come te dovrebbero essere perseguitati con Kant e quelli come me con le goniometriche perché la cultura non è settoriale.
elirpe- Messaggi : 1127
Data d'iscrizione : 02.08.17
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
Per i "debiti" di Montale rispetto a Dante basta una velocissima e superficiale ricerca in rete, non servono libri e libri. In tutte le Occasioni la figura di Clizia è modellata su Beatrice (ma comunque i rimandi sono moltissimi anche negli Ossi o nella Bufera, soprattutto per quanto riguarda lessico e immagini).
Più in generale, non è che non si possa "capire" Montale senza Dante, o Foscolo senza Catullo o Catullo senza Saffo eccetera a ritroso (e di lato, perchè per comprendere il contesto di un'opera non servono solo i suoi antecedenti diretti ma anche tutto l'orizzonte storico, artistico, culturale che la circonda). La comprensione di un dato artistico ha diversi livello: più ne sai, dell' insieme di riferimenti che la compongono, meglio comprenderai l'opera e più sarai consapevole del suo valore.
A parte questo, però, nella scuola l'insegnamento della storia letteraria serve a sviluppare una competenza precisa, ovvero quella analitica per mezzo dell'analisi del testo. Le nozioni possono essere comprese e apprese più meno bene e, in seguito, ricordate più o meno bene (o per nulla): quello che conta è aver sviluppato la competenza.
Più in generale, non è che non si possa "capire" Montale senza Dante, o Foscolo senza Catullo o Catullo senza Saffo eccetera a ritroso (e di lato, perchè per comprendere il contesto di un'opera non servono solo i suoi antecedenti diretti ma anche tutto l'orizzonte storico, artistico, culturale che la circonda). La comprensione di un dato artistico ha diversi livello: più ne sai, dell' insieme di riferimenti che la compongono, meglio comprenderai l'opera e più sarai consapevole del suo valore.
A parte questo, però, nella scuola l'insegnamento della storia letteraria serve a sviluppare una competenza precisa, ovvero quella analitica per mezzo dell'analisi del testo. Le nozioni possono essere comprese e apprese più meno bene e, in seguito, ricordate più o meno bene (o per nulla): quello che conta è aver sviluppato la competenza.
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
Però "sedimentare" mi sa da feccia stagnante.
I saperi non li vedrei così. Inizialmente un apprendimento si può assimilare, poi fissare meglio, riprendere, ampliare, mettere in relazione con altri, articolare e persino usarlo per nuove teorie e scoperte da proporre.
O magari scordare e rimuovere (possibile?), anche questi utilissimi processi per far spazio nella memoria.
A questo scopo smuovere la fanghiglia per spurgare selettivamente mi pare un'operazione altrettanto fastidiosa.
I saperi non li vedrei così. Inizialmente un apprendimento si può assimilare, poi fissare meglio, riprendere, ampliare, mettere in relazione con altri, articolare e persino usarlo per nuove teorie e scoperte da proporre.
O magari scordare e rimuovere (possibile?), anche questi utilissimi processi per far spazio nella memoria.
A questo scopo smuovere la fanghiglia per spurgare selettivamente mi pare un'operazione altrettanto fastidiosa.
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
[quote="franco71"][quote="Ciccio.8"]Però "sedimentare" mi sa da feccia stagnante.
I saperi non li vedrei così. ...[/quote]
In effetti meglio un'immagine più fluida dei saperi, tipo quella dei vasi comunicanti.[/quote]
Infatti. Oppure, senza esempi vari, vederla per quello che è realmente, così come la scienza ci conferma a più riprese: una rete incredibilmente fitta di interconnessioni (proprio come quella neuronale), che sviluppa i suoi punti nodali principali nei primi anni di vita, elastica e plasmabile, anche se con l'età sempre meno e con possibili vari intoppi.
Io anni fa ho dovuto farmi un po' una cultura sulla betamiloide, la proteina responsabile, con le sue mutazioni e degenerazioni, dell'Alzheimer.
Il concetto di "ipertesto" appare minimale in confronto al cervello e alle sue iper-interazioni.
Vero pure che con questi presupposti... stupisce come molti dimostrino di avere una testa comunque piena di melma, per non dire altro.
Vabbé, considerazioni sparse come semi-OT d'inizio anno!
I saperi non li vedrei così. ...[/quote]
In effetti meglio un'immagine più fluida dei saperi, tipo quella dei vasi comunicanti.[/quote]
Infatti. Oppure, senza esempi vari, vederla per quello che è realmente, così come la scienza ci conferma a più riprese: una rete incredibilmente fitta di interconnessioni (proprio come quella neuronale), che sviluppa i suoi punti nodali principali nei primi anni di vita, elastica e plasmabile, anche se con l'età sempre meno e con possibili vari intoppi.
Io anni fa ho dovuto farmi un po' una cultura sulla betamiloide, la proteina responsabile, con le sue mutazioni e degenerazioni, dell'Alzheimer.
Il concetto di "ipertesto" appare minimale in confronto al cervello e alle sue iper-interazioni.
Vero pure che con questi presupposti... stupisce come molti dimostrino di avere una testa comunque piena di melma, per non dire altro.
Vabbé, considerazioni sparse come semi-OT d'inizio anno!
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
[quote="stringiamciacoorte"][quote="baustelle"]
2) L'idea di costruire i frigoriferi e di cosa metterci dentro chi l'ha data ? Dante ? Ariosto ? D'Annunzio ?
Ti prego dimmi che sei consapevole di esserti arrampicato sui vetri.[/quote]
Dante, Ariosto e D'Annunzio hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo della lingua italiana e in più generale hanno mostrato che vi sono nuove vie e nuovi modi di pensare ed esprimersi. Così come tutti i grandi letterati e pensatori di ogni epoca, altrimenti ci esprimeremmo ancora a gesti e a rutti, senza avere la più pallida idea di cosa sia un frigorifero o tantomeno da dove provenga la parola frigorifero.
2) L'idea di costruire i frigoriferi e di cosa metterci dentro chi l'ha data ? Dante ? Ariosto ? D'Annunzio ?
Ti prego dimmi che sei consapevole di esserti arrampicato sui vetri.[/quote]
Dante, Ariosto e D'Annunzio hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo della lingua italiana e in più generale hanno mostrato che vi sono nuove vie e nuovi modi di pensare ed esprimersi. Così come tutti i grandi letterati e pensatori di ogni epoca, altrimenti ci esprimeremmo ancora a gesti e a rutti, senza avere la più pallida idea di cosa sia un frigorifero o tantomeno da dove provenga la parola frigorifero.
Alex_ct- Messaggi : 473
Data d'iscrizione : 14.09.10
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
Galileo Galilei suonava il liuto, era un bravissimo disegnatore, e uno scrittore in grado di appassionare un pubblico vasto agli argomenti scientifici, lodato anche da Leopardi per il suo stile, tant' è che le sue opere si studiano in letteratura al quarto anno delle superiori. Il cannocchiale era stato inventato da dei tecnici olandesi, ma è Galileo che l'ha utilizzato per gli studi astronomici. Hai mai letto il brano sull'elogio dell'intelletto umano dal Dialogo sopra i due massimi sistemi, stringy?
baustelle- Messaggi : 1745
Data d'iscrizione : 24.08.10
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
[quote="stringiamciacoorte"]Galileo era intelligentissimo e faceva un sacco di cose intelligenti, alcune per puro diletto altre per soldi ed altre per amore del sapere (filosofia ?); come lui tanti altri, lo sappiamo bene.
Lo sai che guardava le stelle per fare oroscopi ? Uno direbbe "coglione cosa ti guardi ! Gli oroscopi sono tutte cazzate !".
Anche dalle cose più insensate le persone intelligenti riescono a tirar fuori qualcosa di buono, dunque ?[/quote]
Galileo (a differenza di Keplero che almeno in parte ci credeva) ammetteva tranquillamente di fare gli oroscopi solo perché i gonzi lo pagavano per farli e lui si adeguava. Non so se abbia usato direttamente queste parole, ma il suo punto di vista sulla credibilità degli oroscopi mi pare abbastanza chiaro ^_^
Lo sai che guardava le stelle per fare oroscopi ? Uno direbbe "coglione cosa ti guardi ! Gli oroscopi sono tutte cazzate !".
Anche dalle cose più insensate le persone intelligenti riescono a tirar fuori qualcosa di buono, dunque ?[/quote]
Galileo (a differenza di Keplero che almeno in parte ci credeva) ammetteva tranquillamente di fare gli oroscopi solo perché i gonzi lo pagavano per farli e lui si adeguava. Non so se abbia usato direttamente queste parole, ma il suo punto di vista sulla credibilità degli oroscopi mi pare abbastanza chiaro ^_^
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
stringiamciacoorte ha scritto:serpina ha scritto:Per i "debiti" di Montale rispetto a Dante basta una velocissima e superficiale ricerca in rete, non servono libri e libri. In tutte le Occasioni la figura di Clizia è modellata su Beatrice (ma comunque i rimandi sono moltissimi anche negli Ossi o nella Bufera, soprattutto per quanto riguarda lessico e immagini).
Più in generale, non è che non si possa "capire" Montale senza Dante, o Foscolo senza Catullo o Catullo senza Saffo eccetera a ritroso (e di lato, perchè per comprendere il contesto di un'opera non servono solo i suoi antecedenti diretti ma anche tutto l'orizzonte storico, artistico, culturale che la circonda). La comprensione di un dato artistico ha diversi livello: più ne sai, dell' insieme di riferimenti che la compongono, meglio comprenderai l'opera e più sarai consapevole del suo valore.
Quasi quasi viene da dire che Montale ha commesso il reato di plagio nei confronti di Dante !
Le trovate letterarie sono numerose ma non infinite, è inevitabile che autori diversi nel corso dei secoli le ripetano; in particolare se Montale avesse voluto avrebbe potuto parlare delle grandi tette di Clizia ? Avrebbe potuto osannare il suo supplì ? Avrebbe potuto idealizzare la sua abilità nel ricamare ?
Le cose che vale la pena citare sono una decina e dieci autori le esauriscono, l'undicesimo o copia o si ispira o ripercorre autonomamente. Io non credo che Montale abbia detto "ora scimmiotto Dante, se le sue opere sono risultate bello lo stesso avverrà per le mie"; mi rifiuto di credere che se Montale non avesse letto Dante sarebbe rimasto "senza versi"; soprattutto mi rifiuto di credere che se un cinese dovesse leggere Montale (in italiano) senza aver prima letto Dante non riuscirebbe ad apprezzarlo.
Di questo si parlava ! Dallo studio di Montale emerge Dante, così tanto che non capisci il primo (e prendi 4) se hai dimenticato il secondo ?
Se poi dici che conoscere Dante è meglio che non conoscerlo non penserai che io dica il contrario ? Ovvio che è così ! Più sai e meglio è, ma da qui a dire che devi sapere tutto altrimenti sarai niente ce ne passa; ognuno di noi opererà una selezione in base ai propri interessi ed ovviamente tenderà a dimenticare le cose che non usa e che non l'hanno appassionato.
Forse mi sono spiegata male.
Si può capire Montale senza conoscere, o avendo dimenticato, Dante? Sì, ad un certo livello. Tutti i grandi parlano da sè, altrimenti non sarebbero grandi. Cosa leggesse Saffo non lo sappiamo e di lei abbiamo 3 frammenti in croce ma percepiamo comunque la sua grandezza -certo però la percepiremmo diversamente e meglio se avessimo letto tutto quello che c'era prima di lei e intorno a lei.
Tuttavia meno sappiamo degli antecedenti di un autore più la sua immagine ci risulta appiattita e non ne comprendiamo l'originalità: a scuola questo può crearci problemi di motivazione.
Questo in generale. Circa la tua domanda (prendo 4 su Montale se non so Dante?) la risposta è comunque sì. L'analisi del testo, oltre alla comprensione e all'analisi tecnica, chiede di fare raffronti con altri autori: in un compito su Montale il raffronto con Dante è scontato. Se di Dante non mi ricordo nulla magari non prendo 4 (se azzecco il resto) ma un 5 è verosimile. Per prevenire un'altra domanda: questo vale anche per Boccaccio rispetto a Petrarca, per Tasso rispetto ad Ariosto ecc.
Dopodichè: certo che operiamo tutti una selezione, ma DOPO la maturità : )
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
Al contrario penso che un po' a tutti gli insegnanti di lettere sia capitato che qualche alunno dicesse che alcune poesie o novelle o alcuni autori erano diventati più interessanti dopo le spiegazioni ( a me anche un insegnante di sostegno). Ciò non significa necessariamente che dopo la scuola avranno continuato per conto loro, ma è già qualcosa.
baustelle- Messaggi : 1745
Data d'iscrizione : 24.08.10
Re: Sedimentare gli apprendimenti: quale strategia?
Strimgianci, da dove ti viene questa idea che la matematica possa assurgere al rango di disciplina che produce apprendimenti mentre tutte quelle umanistiche debbano esser buone soltanto a far emozionare? (Dal fatto di essere un ingegnere, forse?)
Spero comunque che anche tu riconosca che un'emozione estemporanea, così come la descrivi,
1) è un fenomeno che risente di moltissime variabili, anche contingenti: può essere provato da un soggetto predisposto davanti a qualsiasi crostone, o non provato da un soggetto non predisposto nemmeno davanti alla Pietà. È cioè un sentimento, una cosa che eventualmente ha valore in sè, non in relazione a ciò che lo provoca: qualcosa che ha a che fare col soggetto, non con l'oggetto.
2) non produce, evidentemente, alcuna competenza, mentre lo scopo dell'insegnamento è esattamente quello: esercitare, attraverso i testi che costituiscono la nostra storia letteraria, la capacità di capire un testo, analizzarlo, confrontarlo con altri -cioè relazionarsi al testo in modo non emotivo ma razionale (non leggendoci quello che vogliamo leggerci noi ma lasciandogli dire quello che l'autore voleva dire). La fruizione emotiva dell'arte come tu la descrivi si avvicina molto all'onanismo -e molto poco all'apprendimento.
Spero comunque che anche tu riconosca che un'emozione estemporanea, così come la descrivi,
1) è un fenomeno che risente di moltissime variabili, anche contingenti: può essere provato da un soggetto predisposto davanti a qualsiasi crostone, o non provato da un soggetto non predisposto nemmeno davanti alla Pietà. È cioè un sentimento, una cosa che eventualmente ha valore in sè, non in relazione a ciò che lo provoca: qualcosa che ha a che fare col soggetto, non con l'oggetto.
2) non produce, evidentemente, alcuna competenza, mentre lo scopo dell'insegnamento è esattamente quello: esercitare, attraverso i testi che costituiscono la nostra storia letteraria, la capacità di capire un testo, analizzarlo, confrontarlo con altri -cioè relazionarsi al testo in modo non emotivo ma razionale (non leggendoci quello che vogliamo leggerci noi ma lasciandogli dire quello che l'autore voleva dire). La fruizione emotiva dell'arte come tu la descrivi si avvicina molto all'onanismo -e molto poco all'apprendimento.
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
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