Richiesta frequenza dva maggiorenne

Salve,
vorrei chiedere una informazione: nel caso di uno studente maggiorenne dva, spesso assente alle videolezioni e poco reperibile, che ha svolto solo qualche verifica (tra l'altro insufficiente) durante l'anno, può la famiglia presentare richiesta di frequenza del figlio in quanto dva? L'alunno è sicuro del fatto che il DS lo promuova ogni anno, perchè così è sempre stato e certo di questa cosa non si preoccupa più di tanto della scuola.
Insomma, la scuola deve approntare un piano di rientro per la sua frequenza ed impostare una organizzazione oraria, anche se li ragazzo in questione non ha fatto eplicita richiesta e sicuramente farà tante assenze, a discapito invece dei docenti che saranno tenuti quindi ad andare a scuola ugualmente? Grazie a chi mi risponderà

dolcetto ha scritto:L'alunno è sicuro del fatto che il DS lo promuova ogni anno, perchè così è sempre stato

E' il DS che lo promuove?
Non il consiglio di classe?

paniscus_2.1 ha scritto:

dolcetto ha scritto:L'alunno è sicuro del fatto che il DS lo promuova ogni anno, perchè così è sempre stato

E' il DS che lo promuove?
Non il consiglio di classe?

Fa l' istess, evidentemente, almeno in quella scuola. Come un dirigente può farci lavorare d'estate così può decretare la promozione di un alunno ( a detta di alcuni).

balanzoneXXI ha scritto:Fa  l' istess

Fa l' Istituto Superiore Tecnico Economico Sociale Statale

Più che altro il DS non permetterebbe mai la bocciatura di questo ragazzo che ha una situazione personale molto delicata. Comunque io vorrei sapere se in caso di un ragazzo dva maggiorenne la richiesta di frequenza in presenza deve essere inoltrata dal ragazzo stesso oppure dalla famiglia, anche senza il consenso da parte del figlio.

Dipende. Se il ragazzo è in grado di gestirsi autonomamente, o se uno o entrambi i genitori sono suoi tutori legali. A scuola abbiamo diversi dva, ma per quanto riguarda la maggiore età credo che solo 2 o 3 si possano considerare maggiorenni a tutti gli effetti, tutti gli altri per qualunque decisione dipendono in toto dai genitori.

Il ragazzo è sulla carozzina elettronica, ma ha piena falcoltà intellettiva. Mi chiedo solo se la famiglia può obbligare il figlio ad un rientro in presenza e se in tal senso la scuola deve attivarsi per organizzare un piano di rientro, a prescindere se poi il ragazzo frequenterà in toto o meno

Se la disabilità è solo fisica, il problema è diverso.

dolcetto ha scritto:Il ragazzo è sulla carozzina elettronica, ma ha piena falcoltà intellettiva. Mi chiedo solo se la famiglia può obbligare il figlio ad un rientro in presenza e se in tal senso la scuola deve attivarsi per organizzare un piano di rientro, a prescindere se poi il ragazzo frequenterà in toto o meno

Allora potrebbe seguire anche in dad, o mista, visto che la disabilità riguarda la deambulazione? La presenza forse potrebbe essere derogata, in quel caso particolare.

[quote="sempreconfusa1"]

Allora potrebbe seguire anche in dad

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probabilmente i genitori
non ne possono piu' di averlo a casa
(per chi lo sa quale insieme di ragioni)

Se la famiglia di un qualunque bes ne fa richiesta la scuola deve predisporre.

Generalmente è la famiglia che fa richiesta. La scuola al massimo informa, ma è dalla famiglia che deve partire la richiesta.
La famiglia in quanto tutrice legale del bambino o ragazzo. La famiglia nei confronti di un minore quello è. Il pater familias è un retaggio del passato che nel nostro codice per fortuna non ha posto. So che i deliri moderni del tipo "per mio figlio decido io!" ci hanno convinto a vedere sempre più i figli come proprietà privata dei genitori, loro emanazione.
Ma se il DVA è maggiorenne e capace di intendere e volere, è lui e solo lui a optare o meno (esplicitamente) per la frequenza. E a richiederlo esplicitamente.

Non è tutrice la famiglia. Madre e padre sono investiti della responsabilità genitoriale. Non è vera La tua affermazione sui maggiorenni, dva o normodotati. Giurisprudenza insegna che fino alla fine delle superiori il genitore deve partecipare alle decisioni, anche per i maggiorenni, in virtù del fatto che le scelte influiscono sulle sue tasche.

Le vicissitudini di studio dei maggiorenni influiscono sulle tasche dei genitori anche per tutta l'università, ma non per questo all'università ci sono i ricevimenti dei genitori, i rappresentanti dei genitori o le firme dei genitori sui documenti.

Quindi l'argomentazione delle "tasche" non sta in piedi.

paniscus_2.1 ha scritto:Le vicissitudini di studio dei maggiorenni influiscono sulle tasche dei genitori anche per tutta l'università, ma non per questo all'università ci sono i ricevimenti dei genitori, i rappresentanti dei genitori o le firme dei genitori sui documenti.

Quindi l'argomentazione delle "tasche" non sta in piedi.

Stavo per scriverlo io. Ma che razza di ragionamento è ?

balanzoneXXI ha scritto:Stavo per scriverlo io. Ma che razza di ragionamento è ?

e che ragionamento vuoi che sia?

Il consueto ragionamento secondo cui "i 'ggenitori hanno sempre raggione" e "le richieste della famiglia vengono prima di tutto", perché si sa che la scuola pubblica è un'istituzione dittatoriale, rapinosa e ostile che ha come unico obiettivo quello di deprivare la santa famiglia dei suoi insindacabili diritti.

Se c'è qualcuno che la pensa veramente così, io continuo a chiedemi perché mai non sceglie lo homeschooling, che è perfettamente legale, anche se un sacco di gente non lo sa, o la frequenza di una scuola privata NON parificata e non allineata con le direttive dello stato (con esami finali da privatista, SE vogliono il titolo di studio legale... o senza nemmeno quelli, se non sono interessati al titolo ma vogliono solo un'istruzione su misura).

paniscus_2.1 ha scritto:Le vicissitudini di studio dei maggiorenni influiscono sulle tasche dei genitori anche per tutta l'università, ma non per questo all'università ci sono i ricevimenti dei genitori, i rappresentanti dei genitori o le firme dei genitori sui documenti.

L'ultima volta che ho portato un gruppo di studenti agli "Open" universitari l'organizzatore mi raccontava della pressione dei genitori per avere un'ora di ricevimento. Non si capacitavano che il ricevimento fosse dedicato solo agli studenti.