Convocazione colloquio personale con DS: Malattia ed esami corso A DISTANZA

Promemoria primo messaggio :

Ho da tre anni una depressione maggiore con episodi acuti gravi. Sto lavorando e facendo un corso di specializzazione (tfa sostegno). Ad un certo punto il centro che mi segue, vedendo chiaramente una grave ricaduta (mi mettevo a piangere in classe senza riuscire a controllarmi, mi “paralizzavo psichicamente “ e non riuscivo a intervenire sui ragazzi (ad esempio per far rispettare  le norme anticovid) mi ha prescritto un periodo di malattia. Ho chiesto all’università se per loro c’erano problemi se, in malattia da scuola, seguivo i loro corsi. Mi hanno detto di no.
Il mio psichiatra curante mi ha detto che non ero nelle condizioni di poter lavorare, ma di non fermarmi anche per il corso perché questo avrebbe aggravato il senso di vuoto, nullità, etc.

Ora la preside mi convoca ufficialmente e in forma privata per discutere degli esami fatti in periodo di malattia.
È grave? Cosa rischio? Devo portare certificati medici? Devo far mettere per iscritto al medico quel che ho scritto sopra e mi ha detto a voce? Devo andare da sola o con un sindacalista? Devo chiamare un sindacalista?
Cosa faccio? Cosa rischio?
Ho tanta paura. Già sto male e ho fatto una gran fatica per arrivare a maggio. Ho solo seguito un consiglio medico perché davvero altrimenti sarei crollata. Ma non potevo non fare gli esami (quasi 4.000 euro di corso). Aiuto.

ekiv ha scritto:

donadoni ha scritto:Non so cosa succedera', al posto tuo io mi sarei dimessa e avrei portato avanti il tfa ,ma avrei anche cercato di capire se questo lavoro e' adatto a me

Non riuscivo a lavorare perché stavo male. Sono "solo" depressa, non pazza e mi auguro di guarire bene e tornare a insegnare bene.

C'è chi si sfoga con le scale, specie quando non ha da fare nulla, aspettando il consorte. Comunque non preoccuparti, i pettegoli sono della peggior patologia, perché non c'è cura, per il resto relax

Alcune volte sì, alcune no. Perché poi ho avuto anche dieci giorni di febbre e due tamponi, in attesa di una biopsia con esami da fare prima. Un annus horribilis.

sempreconfusa1 ha scritto:Ma a me risulta che sia l'Inps a mandare le visite fiscali, non la scuola. A chi avresti mandato i certificati? Alla ds?

Alla segreteria.

ekiv ha scritto:Alcune volte sì, alcune no. Perché poi ho avuto anche dieci giorni di febbre e due tamponi, in attesa di una biopsia con esami da fare prima. Un annus horribilis.

ma dieci 40 giorni di febbre mica per la depressione, e poi cosa c'entra, sempre l''Inps la manda, anche in questo caso.

ekiv ha scritto:in questo momento non sono in malattia.

ma scusa, come sarebbe? E la depressione? Potresti spiegare meglio tutta la questione? Sembra molto lacunosa

perché io sono precaria e quindi devo centellinare le assenze.
Ho avuto 10 giorni di febbre che ovviamente non c’entrano con la depressione e durante in quali ho dovuto restare a casa. Poi gli esami preoperatori. Per la depressione sono stata a casa “a singhiozzo”: quest’anno mi mancano 5 giorni a superare i 3 mesi di malattia e nel corso del triennio ho fatto 5 mesi e 25 giorni di malattia, per lo stesso motivo. Entrare in malattia non pagata è problematico per me, quindi abbiamo deciso - col centro che mi segue - per delle “pause” lavorative nei momenti acuti. Alla preside avevo parlato in via confidenziale della mia situazione e mi ha capita. E no, non ho mai ricevuto una visita fiscale negli ultimi periodi di malattia. Non ricordo quando sia stata l’ultima.

Preciso che gli esami erano a distanza (da casa mia). Tra i miei sintomi si era sviluppato anche il problema di uscire di casa da sola.

Penso che sappiate anche voi che fare il docente o seguire un corso come studente sono due cose ben diverse. Inoltre a scuola ci sono stati alcuni problemi con una collega (con la quale abbiamo - diciamo - visioni molto diverse del modo di lavorare, di vedere gli studenti, di comunicare).

Questa è la convocazione, per chi è più esperto:

"Oggetto: convocazione per un colloquio riservato con il dirigente scolastico

"Si comunica che la S.V. è invitata ad un colloquio riservato con il Dirigente scolastico il giorno xxxx, h. xxxxx, presso l’Ufficio di Presidenza avente come oggetto chiarimenti su esami sostenuti in concomitanza con assenza per malattia."

Chiarimenti su esami.
Non mi sembra il tono di una convocazione minacciosa, ma quello di chi aspetta solo che venga esibito un documento che sostenga e avalli il tuo comportamento.
Credo che l'attestazione di uno specialista che consiglia di non interrompere la frequenza del corso per non peggiorare il disagio metta al riparo te e fornisca alla DS una pezza d'appoggio per non indagare oltre.
D'altra parte hai detto che ci avevi già parlato ed era stata comprensiva.

E' solo la mia opinione, ma io non mi presenterei in prima battuta con un sindacalista. C'è sempre il tempo di farlo intervenire qualora la situazione mi complichi.

Il sindacalista, quando ha sentito la storia, ha voluto esserci. La scuola è un po' particolare, la preside è nuova. Anche io però mi sono chiesta se la mossa di presentarmi con lui non appaia un po' "aggressiva".
Non ho problemi a chiedere allo specialista che mi metta per iscritto il consiglio di non interrompere il corso.

La questione è anche che io avevo chiesto di fare il tirocinio lì dove lavoravo, in modo da non dover prendere i permessi studio (o comunque ridurli al minimo). Invece una segretaria mi ha bloccato (storia lunga) e sono andata a fare tirocinio dall'altra parte della provincia (non sono automunita). Sono 150 + 25 ore di tirocinio, quindi dal lavoro ho dovuto stare assente moltissimo. Per questo alcuni colleghi mi "accusano" di lassismo. Alcuni invece hanno capito.
In particolare c'è una collega che mi ha preso di mira per qualche motivo che non mi è ancora chiaro, mi scrive a tutte le ore dandomi ordini o criticandomi. Preciso che è una collega mia pari, senza alcuna funzione aggiuntiva, al primo anno di insegnamento (ma ciò, di per sé, non significa molto, tranne per il fatto - che è normale - che alcune cose non le sa). La vicepreside in passato mi ha scritto che le mie assenze (tirocinio + malattie) mostrano che non ho rispetto o attenzione per gli studenti, che interrompo un pubblico servizio, etc. Un gran caos, insomma.
(E, se vado da sola, è possibile che pianga e non riesca a parlare e non sia quindi lucida. Per quello, sapendo anche la natura del mio malessere e la mia prostrazione attuale, il sindacalista ha voluto accompagnarmi. Non gliel'ho chiesto io.)

Abbiamo un regolamento di istituto che prevede "niente mail dopo le 18 e in ogni caso se arrivano, non hanno valore". Ho ricevuto mail di sabato sera alle 22, di domenica mattina, alle 21.30 di sera...

ekiv ha scritto:Il sindacalista, quando ha sentito la storia, ha voluto esserci. La scuola è un po' particolare, la preside è nuova. Anche io però mi sono chiesta se la mossa di presentarmi con lui non appaia un po' "aggressiva".
Non ho problemi a chiedere allo specialista che mi metta per iscritto il consiglio di non interrompere il corso.

Il fatto di presentarti con un sindacalista È UN TUO DIRITTO.
Se il DS la ritiene aggressiva è un suo problema e non conosce la normativa.

Capisco la depressione, ma sei una persona adulta e padrona della propria vita e dei propri diritti, quindi affronta il tutto a testa alta, perché chi ti troverai davanti è una persona come te, non vale di più: lei esprimerà il suo pensiero e tu il tuo.

Come ti scrissi prima presentati comunque con la dichiarazione del tuo curante, perché quella è assolutamente inoppugnabile da parte di un non medico specialista.

Purtroppo ho faldoni di dichiarazioni dello specialista. Bastano i referti di quest'anno o porto anche quelli degli anni scorsi?

Non intendo di certo dare suggerimenti ad un professionista, ma credo che a te basterebbe un suo certificato/attestazione riassuntivo, riferito alla data in cui è iniziata la tua assenza per malattia, che si concluda con il suggerimento/prescrizione di non interrompere la frequenza del corso e le attività di studio individuale per le motivazioni che ti ha già espresso.

fradacla ha scritto:Non intendo di certo dare suggerimenti ad un professionista, ma credo che a te basterebbe un suo certificato/attestazione riassuntivo, riferito alla data in cui è iniziata la tua assenza per malattia, che si concluda con il suggerimento/prescrizione di non interrompere la frequenza del corso e le attività  di studio individuale per le motivazioni che ti ha già espresso.

Sì, credo non avrà problemi a scrivermelo. Grazie

Ma cosa rischio?
Nella peggiore delle ipotesi?
Che mi tolgono il pagamento di quelle giornate di malattia nelle quali ho fatto esami? (ero pagata comunque già al 50)

Nessuno?

mi licenziano? mi tolgono TUTTA la malattia? se me la tolgono, la posso usare per questo ultimo periodo dove non mi pagano più (conservo solo il diritto alla conservazione del posto per 3 mesi). se ho capito bene.

La malattia è legittimata dal certificato medico, non può essere oggetto di contestazione a meno che il medico fiscale non obietti qualcosa. Per il resto è impossibile fare previsioni in questa sede visto la frammentarietà dei fatti esposti. La cosa migliore è chiarire col DS gli aspetti che, evidentemente, sono poco chiari.

Cosa intendi con “frammentarietà dei fatti esposti”. Se avete bisogno di altri dati per farvi un’idea, chiedete pure. Sono molto in ansia per il colloquio

Dovresti elencare le date delle varie assenze e dirci se tra un periodo e l'altro hai ripreso servizio

Sì, come vi dicevo ho fatto assenze "a singhiozzo", sempre su consiglio e prescrizione medica, per necessità di "pause", visto il mio stato.

ho fatto assenze da inizio anno quasi. ho avuto una grave ricaduta in ottobre.
ma io sono precaria: non posso permettermi (come avrei avuto bisogno) di alcuni mesi per riprendermi bene. ho dovuto appunto centellinare.