Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
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carla75
Blizzard
Paj
Dec
ChiaretaFranklin
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Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Salve a tutti.
Scusate fin d’ora il lungo intervento.
Sono un’insegnante di A022/A012 e lunedì prossimo inizierà per me una nuova e in parte inaspettata sfida, avendo ricevuto un’assegnazione per un sostegno in una secondaria di I grado di Roma (tra l’altro in un quartiere/contesto quantomeno “difficile”).
Non nego di essere piuttosto spaventata, la mia esperienza è di tutt’altro tipo, prevalentemente con ragazzi e adulti all’estero e in Cpia, ma senza particolari BES nè tantomeno DSA.
È una sfida che accolgo, ma so quanto sia complesso il mestiere di un insegnante di sostegno e so già che mi dannerò l’anima per fare del mio meglio.
Rimane tanta paura di non non essere all’altezza e non adeguatamente preparata come i colleghi che si stanno specializzando e formando per questa posizione e anche di essere lasciata "sola" in questo percorso complesso.
Non so cosa aspettarmi, in primis dal rapporto con il ragazzo/la ragazza che mi sarà affidato/a, dal suo “disturbo” e dalla mia capacità di trovare risposte adeguate, in seconda battuta dai colleghi, soprattutto quelli curricolari che so in molti casi (non sempre) assumere atteggiamenti non proprio collaborativi con gli insegnanti di sos, e dal rapporto con loro che vorrei fosse fatto di scambi e confronti, ma che spesso si riduce a uno scarico di responsabilità.
Mi spaventa soprattutto la varietà dei profili di studente che mi sarà chiesto di affiancare, ce ne sono con disturbi più lievi e più gravi, e ho sentito che spesso proprio i casi più complessi e più gravi vengono assegnati ai “novellini”, per “scaricare” tristemente “il problema” all’ultimo arrivato.
E mi sento pressata dalla responsabilità di elaborare un programma educativo adatto al ragazzo, che segua le linee guida e le disposizioni, ma che sia anche flessibile e assolutamente a vantaggio dell’apprendimento del ragazzo.
In ultimo ho il terrore di tutto ciò che concerne le “burocrazie” da espletare, o gli step da affrontare: so di dover reperire la documentazione, consultarla, osservare e poi stilare il PEI di cui non ho alcuna nozione (sto studiando in queste ore su internet), di dover contattare la famiglia, ecc ecc Ma il tutto: come? Con quali tempi e modalità? Si parla di referenti e responsabili sostegno, di Funzione strumentale... ma funzionano poi sempre questi "organi" e coordinamenti?
Sento più esperienze negative che positive.
Un piccolo sfogo per riconoscere le mie mancanze, ma anche per trovare e ascoltare qui le voci di colleghe e colleghi con più esperienza di me. Magari sarebbe rincuorante ricevere da voi qualche consiglio su quegli step fondamentali che mi consigliereste di seguire i primi giorni per muovermi e sapermi comportare con più scioltezza e non fare da subito errori madornali, soprattutto nell’interesse del ragazzo.
Se dovessi sentire che questa responsabilità è troppa per me nel mio stato di preparazione, potrei certo lasciare, ma l'abbandono di servizio so che è sanzionato sicuramente con l'esclusione dalle GPS per quell'anno nella propria cdc, ma nel caso di un sostegno vale lo stesso pur non essendo "in origine" la mia cdc?
Mah, è probabilmente la strizza del novellino a parlare...
Grazie mille per aver letto e come avrei detto quando ero vivevo in Giappone: yoroshiku onegaishimasu
Scusate fin d’ora il lungo intervento.
Sono un’insegnante di A022/A012 e lunedì prossimo inizierà per me una nuova e in parte inaspettata sfida, avendo ricevuto un’assegnazione per un sostegno in una secondaria di I grado di Roma (tra l’altro in un quartiere/contesto quantomeno “difficile”).
Non nego di essere piuttosto spaventata, la mia esperienza è di tutt’altro tipo, prevalentemente con ragazzi e adulti all’estero e in Cpia, ma senza particolari BES nè tantomeno DSA.
È una sfida che accolgo, ma so quanto sia complesso il mestiere di un insegnante di sostegno e so già che mi dannerò l’anima per fare del mio meglio.
Rimane tanta paura di non non essere all’altezza e non adeguatamente preparata come i colleghi che si stanno specializzando e formando per questa posizione e anche di essere lasciata "sola" in questo percorso complesso.
Non so cosa aspettarmi, in primis dal rapporto con il ragazzo/la ragazza che mi sarà affidato/a, dal suo “disturbo” e dalla mia capacità di trovare risposte adeguate, in seconda battuta dai colleghi, soprattutto quelli curricolari che so in molti casi (non sempre) assumere atteggiamenti non proprio collaborativi con gli insegnanti di sos, e dal rapporto con loro che vorrei fosse fatto di scambi e confronti, ma che spesso si riduce a uno scarico di responsabilità.
Mi spaventa soprattutto la varietà dei profili di studente che mi sarà chiesto di affiancare, ce ne sono con disturbi più lievi e più gravi, e ho sentito che spesso proprio i casi più complessi e più gravi vengono assegnati ai “novellini”, per “scaricare” tristemente “il problema” all’ultimo arrivato.
E mi sento pressata dalla responsabilità di elaborare un programma educativo adatto al ragazzo, che segua le linee guida e le disposizioni, ma che sia anche flessibile e assolutamente a vantaggio dell’apprendimento del ragazzo.
In ultimo ho il terrore di tutto ciò che concerne le “burocrazie” da espletare, o gli step da affrontare: so di dover reperire la documentazione, consultarla, osservare e poi stilare il PEI di cui non ho alcuna nozione (sto studiando in queste ore su internet), di dover contattare la famiglia, ecc ecc Ma il tutto: come? Con quali tempi e modalità? Si parla di referenti e responsabili sostegno, di Funzione strumentale... ma funzionano poi sempre questi "organi" e coordinamenti?
Sento più esperienze negative che positive.
Un piccolo sfogo per riconoscere le mie mancanze, ma anche per trovare e ascoltare qui le voci di colleghe e colleghi con più esperienza di me. Magari sarebbe rincuorante ricevere da voi qualche consiglio su quegli step fondamentali che mi consigliereste di seguire i primi giorni per muovermi e sapermi comportare con più scioltezza e non fare da subito errori madornali, soprattutto nell’interesse del ragazzo.
Se dovessi sentire che questa responsabilità è troppa per me nel mio stato di preparazione, potrei certo lasciare, ma l'abbandono di servizio so che è sanzionato sicuramente con l'esclusione dalle GPS per quell'anno nella propria cdc, ma nel caso di un sostegno vale lo stesso pur non essendo "in origine" la mia cdc?
Mah, è probabilmente la strizza del novellino a parlare...
Grazie mille per aver letto e come avrei detto quando ero vivevo in Giappone: yoroshiku onegaishimasu
ChiaretaFranklin- Messaggi : 8
Data d'iscrizione : 09.02.20
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Se abbandoni il servizio, la sanzione è la stessa anche se non sei specializzata.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
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Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Bastava non esprimere preferenze per i posti di sostegno, esattamente come si doveva fare fino al 2019 per non essere nominati. E' cambiata solo la modalità per esprimere o non esprimere la preferenza.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
E ve l'avevano anche spiegato. Non siamo più intelligenti o illuminati dal ministero, ma ci siamo semplicemente informati per tempo, invece di lamentarci dopo.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Difficile dire cosa troverai, dipende tutto da che organizzazione (se presente) si sono dati.
Possiamo parlare di media.
In media avrai un referente che gestirà la parte burocratica e ti dirà cosa fare e come farlo (a volte copia e incolla). Non dovresti essere lasciata sola.
In media la 104 è talmente diffusa che i casi gravi e problematici sono pochi.
In media i casi gravi dovrebbero prenderseli persone esperte per sicurezza.
In media avrai colleghi inesperti e spaesati quanto te con cui farsi forza la maggioranza dei supplenti non ha titoli e viene dalle GPS.
Ascolta e senti come si sono organizzati, non aver fretta di voler fare ma osserva attentamente le dinamiche di classe.
Gli educatori sono i tuoi migliori amici, sono in genere molto disponibili e conosco tanto dei ragazzi, consultati spesso con loro.
NON farti mai mettere i piedi in testa, conosci il tuo ruolo e tieni il punto, sempre.
Un grosso in bocca al lupo, se hai bisogno chiedi, non sentirti sola
Possiamo parlare di media.
In media avrai un referente che gestirà la parte burocratica e ti dirà cosa fare e come farlo (a volte copia e incolla). Non dovresti essere lasciata sola.
In media la 104 è talmente diffusa che i casi gravi e problematici sono pochi.
In media i casi gravi dovrebbero prenderseli persone esperte per sicurezza.
In media avrai colleghi inesperti e spaesati quanto te con cui farsi forza la maggioranza dei supplenti non ha titoli e viene dalle GPS.
Ascolta e senti come si sono organizzati, non aver fretta di voler fare ma osserva attentamente le dinamiche di classe.
Gli educatori sono i tuoi migliori amici, sono in genere molto disponibili e conosco tanto dei ragazzi, consultati spesso con loro.
NON farti mai mettere i piedi in testa, conosci il tuo ruolo e tieni il punto, sempre.
Un grosso in bocca al lupo, se hai bisogno chiedi, non sentirti sola
Ultima modifica di Blizzard il Dom Ott 10, 2021 10:41 am - modificato 2 volte.
Blizzard- Messaggi : 155
Data d'iscrizione : 30.08.14
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Io credo sia molto esagerato.
La maggior parte degli impieghi sul sostegno sono molto tranquilli, anzi, il rischio è affezionarsi troppo.
Poi certo ogni scuola é a se, e ogni DS può essere anche tirannico, ma vale per tutti i ruoli, curricolari compresi.
Vero che ci sono certificazioni un po’ tirate, ma non capisco, va a tuo vantaggio, se il ragazzo non ha davvero bisogno di aiuto, significa un lavoro più semplice no?
Comunque eviterei di deragliare e lasciare spazio per rispondere in tema alla richiesta di aiuto e consigli.
La maggior parte degli impieghi sul sostegno sono molto tranquilli, anzi, il rischio è affezionarsi troppo.
Poi certo ogni scuola é a se, e ogni DS può essere anche tirannico, ma vale per tutti i ruoli, curricolari compresi.
Paj ha scritto:ltre che da alunni che in maniera sfacciata non hanno alcun bisogno del sostegno, ma gli ospedali compilano come un vero proprio fac-simile certificazioni di disabilità uguali fra loro, per tutti quelli che li richiedono, manco avessero la carta carbone di una volta...
Vero che ci sono certificazioni un po’ tirate, ma non capisco, va a tuo vantaggio, se il ragazzo non ha davvero bisogno di aiuto, significa un lavoro più semplice no?
Comunque eviterei di deragliare e lasciare spazio per rispondere in tema alla richiesta di aiuto e consigli.
Blizzard- Messaggi : 155
Data d'iscrizione : 30.08.14
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Ma paj non era quello/a che aveva un caso grave e non lo voleva?
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Blizzard, io però questo è il quinto anno che lavoro su sostegno (da precaria e non specializzata) alla primaria e per i primi tre anni (tre scuole diverse, tre città diverse) mi hanno assegnato solo casi tosti:
-Disturbo di condotta con ADHD e agiti violenti
-Ritardo mentale grave, assolutamente non verbali e verso fine anno arrivò anche una diagnosi di autismo (anche qui c'erano gli agiti violenti e tutta una serie di reazioni oppositive). La difficoltà era raddoppiata dal fatto che si trattava di due gemelle nella stessa classe (ovviamente ognuna aveva la sua insegnante di sostegno, ma una influenzava l'altra, ti immagini il delirio quando una delle due aveva una crisi).
-Nella stessa classe, io ero l'unica insegnante di sostegno per entrambi, avevano un monte ore diverso, ma essendo io sempre presente li dovevo parare entrambi: ritardo mentale medio-lieve e ipoacusia e una bambina con DOP, ADHD e disturbo della sfera emozionale (la bambina giuro mi ha fatto rimpiangere - e non scherzo - il primo bambino, quello con il disturbo di condotta!). Fortunatamente poi si è andati in DAD.
-Adesso sono su due anni sugli stessi casi, entrambi gestibilissimi pur con le loro difficoltà (principalmente di linguaggio).
Quindi devo dire che per qualche strana ragione i casi più tosti li affidano agli ultimi arrivati.
-Disturbo di condotta con ADHD e agiti violenti
-Ritardo mentale grave, assolutamente non verbali e verso fine anno arrivò anche una diagnosi di autismo (anche qui c'erano gli agiti violenti e tutta una serie di reazioni oppositive). La difficoltà era raddoppiata dal fatto che si trattava di due gemelle nella stessa classe (ovviamente ognuna aveva la sua insegnante di sostegno, ma una influenzava l'altra, ti immagini il delirio quando una delle due aveva una crisi).
-Nella stessa classe, io ero l'unica insegnante di sostegno per entrambi, avevano un monte ore diverso, ma essendo io sempre presente li dovevo parare entrambi: ritardo mentale medio-lieve e ipoacusia e una bambina con DOP, ADHD e disturbo della sfera emozionale (la bambina giuro mi ha fatto rimpiangere - e non scherzo - il primo bambino, quello con il disturbo di condotta!). Fortunatamente poi si è andati in DAD.
-Adesso sono su due anni sugli stessi casi, entrambi gestibilissimi pur con le loro difficoltà (principalmente di linguaggio).
Quindi devo dire che per qualche strana ragione i casi più tosti li affidano agli ultimi arrivati.
Ultima modifica di Ellie* il Dom Ott 10, 2021 3:15 pm - modificato 3 volte.
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Buongiorno.
Ringrazio i colleghi che con comprensione ed empatia hanno risposto al mio messaggio.
Non sono qui per far giudicare le mie scelte, nemmeno qualora queste possano rivelarsi errate.
Potrei fornire un milione di “scuse” o come preferirei chiamarle motivazioni ragionevoli per cui ho scelto di inserire (come ULTIMA preferenza) anche il sostegno in certi distretti. Siamo tutti diversi, veniamo da background diversi e abbiamo esigenze di vita diverse.
Non conosco quali fossero “le regole” per esprimere preferenze nel 2019 perché all’epoca vivevo in un altro continente e facevo un lavoro presso un istituto di cultura, in un contesto per forza di cose di natura molto diversa da quello in cui mi trovo ora. Insegno perché amo farlo. Sono insegnante perché VOGLIO esserlo, non come ripiego, e quest’anno PROVERO’ a fare l’insegnante di sostegno perché VOGLIO PROVARCI. Questo però non mi impedisce di avere timori e non cancella due fatti: 1) che sono stata ingiustamente scavalcata da più di una decina di insegnanti con punteggio inferiore al mio su posto comune (non riservisti a quanto pare, ma per questo ci sarà l’accesso agli atti e il ricorso a dimostrarlo) 2) che le modalità NON sono state rese chiare come qualcuno sostiene ed è stato tutto fatto in fretta e furia lasciando agli insegnanti poco tempo per ragionare (escludiamo anche il fatto che sono stata ricoverata fino alla settimana di ferragosto e mi sono trovata a guardare le palle del sito di Istanze online girare a vuoto per ore, dovendo ridurmi a fare due notti di inserimento fino alle 4 e mezza del mattino): non tutti infatti siamo affiliati a sindacati, abbiamo avuto la possibilità di dedicare ore e ore dal giorno alla notte ore per formarci davanti ai tutorial dei sindacati, non tutti siamo veterani di questo mestiere le cui procedure di accesso, tra l’altro, cambiano di ora in ora e non mi sento di affermare comunque che la procedura con l’algoritmo sia giusta o sia stata presentata con chiarezza e trasparenza. Se un sistema è fatto male, è ingiusto e lascia a casa chi di diritto dovrebbe lavorare, va combattuto e cambiato. E lasciatemi dire che qualche lamentela la possiamo anche sopportare da parte dei colleghi. Tutto ciò a prescindere dal fatto che quest’anno dovremo accettare questa situazione per quello che è.
Tornando al sostegno, nessuno nasce imparato. Nemmeno chi è specializzato o chi “se la sente”. Posso essermela sentita fino a ieri e cambiare idea oggi, mi prendo le mie responsabilità e abbandono il servizio. Ok. Chi critica questo modo di fare dovrebbe tacere, perché siamo liberi di provare e sbagliare, cambiate idea, rimediare, trovare la nostra strada. L’importante è prendersi le proprie responsabilità.
Sia ben chiaro: non mi stavo e non mi sto LAMENTANDO. Sto esprimendo i miei dubbi in merito a un sistema, incluso quello del sostegno, che non tiene conto di molti fattori e spesso lascia fare il comodo loro ai furbetti. Sono stata per anni insegnante di L2, anche in classi di bambini tra l’altro, sia all’estero sia qui in Italia con classi di migranti per lo più (non sempre nel pubblico). Conosco il disagio che si può provare come discenti in una classe e conosco che potrebbero esserci classi difficili, complesse da affrontare, con casi limite al loro interno. Ho avuto studenti adulti benestanti dislessici, con ritardo cognitivo, analfabeti o ancora provenienti da situazioni svantaggiate. Non mi sarei però mai e poi mai sognata di “appiopparli” al collega più giovane appena arrivato anche se con una parolina alla segreteria avrei potuto farlo. Questo invece si verifica nella scuola italiana. Molto spesso a quanto pare. La non collaborazione da parte dei colleghi (curricolari, di sostegno o responsabili di quel che volete) è tristemente una realtà.
Questo sì che lo temo. E ho tutto il diritto di temerlo.
Così come temo che mi sia dato un bambino con autismo di livello grave. Si, sostengo che ci debba essere una formazione graduale sul campo sia di chi ha sia di che non ha specializzazione: chi è al suo primo incarico non dovrebbe, in un mondo giusto, mai e poi mai ricevere in affido un bambino con patologia grave, così come non si fa operare un tumore al cervello allo specializzando di turno. E questo nell’interesse del paziente/studente in primis, che è condizione necessaria e imprescindibile. Poi viene anche il “benessere” dell’insegnante, perché se l’insegnante si sente a suo agio farà anche un ottimo, superbo lavoro. E imparerà.
Gradualità è quel che ambirei a trovare nella scuola. Perché nessuno ha parlato di tirarsi indietro davanti a quello che mi sento di affrontare, casi di sostegno dove realmente posso aiutare. Ma è ovvio che trattandosi di disturbI dell’apprendimento al plurale, di autismI al plurale (lo chiamiamo spettro proprio per questo), i casi che possono “capitare”, beh a mio avviso non dovrebbero capitare ma essere orientati e assegnati in base al livello di preparazione reale dell’insegnante in quello specifico momento. Livello che potrà aumentare con l’esperienza.
Detto questo ringrazio e abbraccio i colleghi come Blizzard e altri, che hanno voluto comprendere il senso del mio messaggio e anche quelli che vorranno continuare a rendermi consigli utili e sempre ben accetti.
Ringrazio i colleghi che con comprensione ed empatia hanno risposto al mio messaggio.
Non sono qui per far giudicare le mie scelte, nemmeno qualora queste possano rivelarsi errate.
Potrei fornire un milione di “scuse” o come preferirei chiamarle motivazioni ragionevoli per cui ho scelto di inserire (come ULTIMA preferenza) anche il sostegno in certi distretti. Siamo tutti diversi, veniamo da background diversi e abbiamo esigenze di vita diverse.
Non conosco quali fossero “le regole” per esprimere preferenze nel 2019 perché all’epoca vivevo in un altro continente e facevo un lavoro presso un istituto di cultura, in un contesto per forza di cose di natura molto diversa da quello in cui mi trovo ora. Insegno perché amo farlo. Sono insegnante perché VOGLIO esserlo, non come ripiego, e quest’anno PROVERO’ a fare l’insegnante di sostegno perché VOGLIO PROVARCI. Questo però non mi impedisce di avere timori e non cancella due fatti: 1) che sono stata ingiustamente scavalcata da più di una decina di insegnanti con punteggio inferiore al mio su posto comune (non riservisti a quanto pare, ma per questo ci sarà l’accesso agli atti e il ricorso a dimostrarlo) 2) che le modalità NON sono state rese chiare come qualcuno sostiene ed è stato tutto fatto in fretta e furia lasciando agli insegnanti poco tempo per ragionare (escludiamo anche il fatto che sono stata ricoverata fino alla settimana di ferragosto e mi sono trovata a guardare le palle del sito di Istanze online girare a vuoto per ore, dovendo ridurmi a fare due notti di inserimento fino alle 4 e mezza del mattino): non tutti infatti siamo affiliati a sindacati, abbiamo avuto la possibilità di dedicare ore e ore dal giorno alla notte ore per formarci davanti ai tutorial dei sindacati, non tutti siamo veterani di questo mestiere le cui procedure di accesso, tra l’altro, cambiano di ora in ora e non mi sento di affermare comunque che la procedura con l’algoritmo sia giusta o sia stata presentata con chiarezza e trasparenza. Se un sistema è fatto male, è ingiusto e lascia a casa chi di diritto dovrebbe lavorare, va combattuto e cambiato. E lasciatemi dire che qualche lamentela la possiamo anche sopportare da parte dei colleghi. Tutto ciò a prescindere dal fatto che quest’anno dovremo accettare questa situazione per quello che è.
Tornando al sostegno, nessuno nasce imparato. Nemmeno chi è specializzato o chi “se la sente”. Posso essermela sentita fino a ieri e cambiare idea oggi, mi prendo le mie responsabilità e abbandono il servizio. Ok. Chi critica questo modo di fare dovrebbe tacere, perché siamo liberi di provare e sbagliare, cambiate idea, rimediare, trovare la nostra strada. L’importante è prendersi le proprie responsabilità.
Sia ben chiaro: non mi stavo e non mi sto LAMENTANDO. Sto esprimendo i miei dubbi in merito a un sistema, incluso quello del sostegno, che non tiene conto di molti fattori e spesso lascia fare il comodo loro ai furbetti. Sono stata per anni insegnante di L2, anche in classi di bambini tra l’altro, sia all’estero sia qui in Italia con classi di migranti per lo più (non sempre nel pubblico). Conosco il disagio che si può provare come discenti in una classe e conosco che potrebbero esserci classi difficili, complesse da affrontare, con casi limite al loro interno. Ho avuto studenti adulti benestanti dislessici, con ritardo cognitivo, analfabeti o ancora provenienti da situazioni svantaggiate. Non mi sarei però mai e poi mai sognata di “appiopparli” al collega più giovane appena arrivato anche se con una parolina alla segreteria avrei potuto farlo. Questo invece si verifica nella scuola italiana. Molto spesso a quanto pare. La non collaborazione da parte dei colleghi (curricolari, di sostegno o responsabili di quel che volete) è tristemente una realtà.
Questo sì che lo temo. E ho tutto il diritto di temerlo.
Così come temo che mi sia dato un bambino con autismo di livello grave. Si, sostengo che ci debba essere una formazione graduale sul campo sia di chi ha sia di che non ha specializzazione: chi è al suo primo incarico non dovrebbe, in un mondo giusto, mai e poi mai ricevere in affido un bambino con patologia grave, così come non si fa operare un tumore al cervello allo specializzando di turno. E questo nell’interesse del paziente/studente in primis, che è condizione necessaria e imprescindibile. Poi viene anche il “benessere” dell’insegnante, perché se l’insegnante si sente a suo agio farà anche un ottimo, superbo lavoro. E imparerà.
Gradualità è quel che ambirei a trovare nella scuola. Perché nessuno ha parlato di tirarsi indietro davanti a quello che mi sento di affrontare, casi di sostegno dove realmente posso aiutare. Ma è ovvio che trattandosi di disturbI dell’apprendimento al plurale, di autismI al plurale (lo chiamiamo spettro proprio per questo), i casi che possono “capitare”, beh a mio avviso non dovrebbero capitare ma essere orientati e assegnati in base al livello di preparazione reale dell’insegnante in quello specifico momento. Livello che potrà aumentare con l’esperienza.
Detto questo ringrazio e abbraccio i colleghi come Blizzard e altri, che hanno voluto comprendere il senso del mio messaggio e anche quelli che vorranno continuare a rendermi consigli utili e sempre ben accetti.
ChiaretaFranklin- Messaggi : 8
Data d'iscrizione : 09.02.20
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
I casi dovrebbero essere orientati ed assegnati in base al livello di preparazione reale dell'insegnante, non c'è dubbio. Forse nel migliore dei mondi possibili è così. Nella mia scuola invece no, e semplicemente perchè c'è solo 1 insegnante specializzato: gli altri sono tutti precari senza la minima esperienza, nè di sostegno nè di insegnamento. Quello specializzato di solito garantisce continuità ai casi che seguiva da prima. La logica per cui allo specializzato dovrebbero spettare solo i casi più gravi sarebbe punitiva per lui: dovrebbe marciare a casi gravi da 10 anni, sarebbe una condizione oltremodo usurante.
A me pare che candidarsi per una professione, anche se si è alle prime armi, implichi l'accettazione delle mansioni che quella professione richiede. Certo, sarebbe bello poter tenere conto anche delle esigenze dei singoli docenti e del "benessere dell'insegnante", ma non sempre è possibile perchè queste esigenze sono tante (anche se ognuno tende a vedere solo le proprie).
A me pare che candidarsi per una professione, anche se si è alle prime armi, implichi l'accettazione delle mansioni che quella professione richiede. Certo, sarebbe bello poter tenere conto anche delle esigenze dei singoli docenti e del "benessere dell'insegnante", ma non sempre è possibile perchè queste esigenze sono tante (anche se ognuno tende a vedere solo le proprie).
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Le mansioni certo che le si accetta, ma i timori sono leciti, proprio perché si è in una sorta di “prova generale”, che necessita di indicazioni onde evitare di fare male o commettere errori che nuociano agli studenti. Se avessi sentito più casi di supporto e collaborazione tra colleghi e meno di “scaricabarile” forse non staremmo qui a parlarne.
ChiaretaFranklin- Messaggi : 8
Data d'iscrizione : 09.02.20
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Mi permetto di aggiungere una cosa. Il lavoro con uno studente con un disturbo grave è certamente più usurante e logorante da un punto di vista emotivo e relazionale ma non necessariamente più "difficile" in termini di didattica. Credo anzi che dal punto di vista degli apprendimenti sia più facile, ad esempio, gestire una programmazione differenziata che una per obiettivi minimi (soprattutto per un insegnante neofita).
Il problema del "caso grave" non dipende quindi tanto da un deficit di formazione dell'insegnante (intendiamoci, la formazione, in particolare quella di base fornita dal percorso di specializzazione, aiuta ma -e basta leggere i veterani del forum sos per farsene un'idea- non è la bacchetta magica) quanto piuttosto dalla fatica che inevitabilmente un caso di quel genere comporta: per questo tipo di fatica non credo che un docente di lungo corso debba essere necessariamente più attrezzato di un novellino (anzi, può essere vero il contrario).
Il problema del "caso grave" non dipende quindi tanto da un deficit di formazione dell'insegnante (intendiamoci, la formazione, in particolare quella di base fornita dal percorso di specializzazione, aiuta ma -e basta leggere i veterani del forum sos per farsene un'idea- non è la bacchetta magica) quanto piuttosto dalla fatica che inevitabilmente un caso di quel genere comporta: per questo tipo di fatica non credo che un docente di lungo corso debba essere necessariamente più attrezzato di un novellino (anzi, può essere vero il contrario).
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Grazie Serpina, questo tuo punto di vista è molto utile e mi fa aprire anche un po’ gli occhi accecati dall’ansia da prestazione del pre-primo giorni. Concordo pienamente con la tua riflessione, con la differenziata subentrano altri problemi ma di certo si guadagna dal punto di vista della “difficoltà didattica”, dunque si acquista tempo per dedicarsi al tipo di approccio adatto a interagire con lo studente, e quello a prescindere dalle teoria (che poi c’è sempre tempo di apprendere in itinere) va anche modulato alla persona che si ha davanti e si potrà trovare solo vivendo l’esperienza con lui/lei in prima persona, non c’è niente da fare. E meno male.
ChiaretaFranklin- Messaggi : 8
Data d'iscrizione : 09.02.20
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
ChiaretaFranklin ha scritto:Le mansioni certo che le si accetta, ma i timori sono leciti, proprio perché si è in una sorta di “prova generale”, che necessita di indicazioni onde evitare di fare male o commettere errori che nuociano agli studenti. Se avessi sentito più casi di supporto e collaborazione tra colleghi e meno di “scaricabarile” forse non staremmo qui a parlarne.
Certo che i timori sono leciti, ci mancherebbe.
Li avevo anch'io quando ho cominciato, anche se non lavoro sul sos.
Adesso che son passati vent'anni mi sembra che gli errori si possano fare sempre, e quando non ricevo indicazioni ho l'impressione che, semplicemente, nessuno me le sappia dare.... insomma, l'esperienza mi ha portato più domande che risposte. Eppure continuo a trovare gratificante questo lavoro.
In bocca al lupo per la tua esperienza.
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Il solo fatto di porti e dubbi domande è encomiabile, in una scuola dove ormai tutti sanno tutto e nessuno ha dubbi.
Comunque la realtà qui è distorta, si scrive per lamentarci, se si sta bene non si scrive nulla. Ci sono tanti racconti di mancata collaborazione, ma non è davvero la media. Ripeto, chi sta bene non viene qui ad aprire argomenti.
Io ho trovato, come in tutti i posti, chi collaborava e chi no. Ma almeno nell’ambito del sostegno, buona collaborazione.
Blizzard- Messaggi : 155
Data d'iscrizione : 30.08.14
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Per il resto, abbi fiducia, se le cose vanno male, ci rimettono in primis referente e DS e non è interesse loro passare male.
Riferisci senza timori il campo dove potresti aiutare meglio, e che non hai esperienza. All’inizio magari servirà assestamento, magari avrai ore di matematica invece di storia, magari non riuscirai a comunicare.
Non avere fretta. Non devi dimostrare nulla, osserva e domanda sempre.
Io il primo incarico sul sostegno avevo più terrore di te. Fu un anno meraviglioso.
Cerchiamo tutti comunque di essere meno cinici, non vedo perché attaccare una collega che ha legittime paure, che credo tutti abbiamo avuto.
Riferisci senza timori il campo dove potresti aiutare meglio, e che non hai esperienza. All’inizio magari servirà assestamento, magari avrai ore di matematica invece di storia, magari non riuscirai a comunicare.
Non avere fretta. Non devi dimostrare nulla, osserva e domanda sempre.
Io il primo incarico sul sostegno avevo più terrore di te. Fu un anno meraviglioso.
Cerchiamo tutti comunque di essere meno cinici, non vedo perché attaccare una collega che ha legittime paure, che credo tutti abbiamo avuto.
Blizzard- Messaggi : 155
Data d'iscrizione : 30.08.14
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Comunque ti dirò una cosa, hai esperienza di insegnamento in generale, anche all'estero e secondo me basta. Certo poi ti dovrai formare sul campo e studiare il caso specifico, ma questo tutti perché ogni bambino è diverso e anche la stessa patologia ha infinite sfumature, non ti capiterà mai un bambino uguale all'altro.
Una preside disse una volta che un bravo insegnante di classe è un bravo insegnante di sostegno e viceversa e sono d'accordo.
Una preside disse una volta che un bravo insegnante di classe è un bravo insegnante di sostegno e viceversa e sono d'accordo.
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Poi ricordati che nessuno ti chiede di fare miracoli: il bambino non verbale non parlerà, quello con il ritardo mentale non diverrà mai Einstein etc
Hanno una disabilità, il tuo compito è includerli all'interno della classe.
Hanno una disabilità, il tuo compito è includerli all'interno della classe.
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: Primo incarico su sostegno: RESPONSABILITA' e TIMORI
Blizzard ha scritto:Cerchiamo tutti comunque di essere meno cinici, non vedo perché attaccare una collega che ha legittime paure, che credo tutti abbiamo avuto.
Ma chi l'ha attaccata o ha detto che le sue paure non sono legittime o comunque comprensibili? Rileggetevi il topic, per favore. C'è stato qualcun altro che si è inserito per provocare e deviare la discussione.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
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