Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
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Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Promemoria primo messaggio :
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_giugno_22/scuola-milano-fuga-famiglie-italiane-istituti-ghetto-quartiere-tanti-stranieri-piu-iscrizioni-private-fe2c14c6-f1f1-11ec-9347-39962991c7ba.shtml
[...]
Famiglie italiane che non iscrivono i propri figli alla scuola di quartiere, per l’alta presenza di alunni stranieri. E così si creano scuole «ghetto». È il fenomeno del «White flight», comune nelle metropoli. Milano non fa eccezione e se ne è parlato al convegno «Quale scuola? La scelta delle famiglie e la rete scolastica» promosso dal Comune di Milano e dal Politecnico, dove sono state presentati, invece, casi di successo e strategie per contrastare questa tendenza. Nelle scuole milanesi, all’infanzia la quota di stranieri raggiunge il 40 per cento, alle primarie e alle medie va dal 26 al 28 per cento.
[...]
«Tra il 2015 e il 2019 non ci sono cambiamenti nelle tendenze generali, ma vediamo un aumento nelle iscrizioni alle elementari private, dove il 95 per cento della popolazione è composta da italiani. È quasi un fenomeno inverso, di auto-segregazione. Milano è una città sempre più globale e multietnica. Invece loro frequentano le lezioni in un contesto totalmente omogeneo» spiega Costanzo Ranci, docente del Politecnico.
Cari DS non serve creare più le classi di "capre" e classi di "bravi". Ci pensano già i genitori.
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_giugno_22/scuola-milano-fuga-famiglie-italiane-istituti-ghetto-quartiere-tanti-stranieri-piu-iscrizioni-private-fe2c14c6-f1f1-11ec-9347-39962991c7ba.shtml
[...]
Famiglie italiane che non iscrivono i propri figli alla scuola di quartiere, per l’alta presenza di alunni stranieri. E così si creano scuole «ghetto». È il fenomeno del «White flight», comune nelle metropoli. Milano non fa eccezione e se ne è parlato al convegno «Quale scuola? La scelta delle famiglie e la rete scolastica» promosso dal Comune di Milano e dal Politecnico, dove sono state presentati, invece, casi di successo e strategie per contrastare questa tendenza. Nelle scuole milanesi, all’infanzia la quota di stranieri raggiunge il 40 per cento, alle primarie e alle medie va dal 26 al 28 per cento.
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«Tra il 2015 e il 2019 non ci sono cambiamenti nelle tendenze generali, ma vediamo un aumento nelle iscrizioni alle elementari private, dove il 95 per cento della popolazione è composta da italiani. È quasi un fenomeno inverso, di auto-segregazione. Milano è una città sempre più globale e multietnica. Invece loro frequentano le lezioni in un contesto totalmente omogeneo» spiega Costanzo Ranci, docente del Politecnico.
Cari DS non serve creare più le classi di "capre" e classi di "bravi". Ci pensano già i genitori.
cdfjgrjgnjugf- Messaggi : 108
Data d'iscrizione : 04.11.17
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Ovviamente il problema si pone in particolare in quelle scuole dove la percentuale di stranieri è molto alta. Poi, come state già osservando, bisogna fare i distinguo. Cioè che clima si crea nelle classi e per la presenza di quale/i gruppo/i e del loro atteggiamento.
Anch'io ho potuto vedere che i ragazzi cinesi comportano esclusivamente un rallentamento per le difficoltà della lingua, per contro però sono molto rispettosi dell'autorità, educatissimi e non mostrano mai apertamente contrasto uno con l'altro.
In una classe con diversi ragazzi provenienti da Marocco, Tunisia, Pakistan, Egitto, può crearsi invece una situazione al limite dell'insostenibile. Ma di solito si tratta di medie o del biennio di un professionale. I fattori scatenanti sono principalmente tre, interconnessi fra loro:
1. Devono starci per obbligo scolastico e la gran parte non lo desidera (al contrario delle famiglie italiane, il parcheggio non è ben visto, si preferisce un qualsiasi lavoro);
2. Non si sopportano fra loro e sono educati già in famiglia ad una certa discriminazione. Quasi quotidiana, alle superiori, la lite tra il Marocchino che offende la madre o la sorella del Tunisino, giusto per fare un esempio.
3. La cosa più importante di tutte, che tiene in continua ebollizione questo clima, è che in famiglia questi stessi ragazzi sono costretti a rispettare rigidamente certe regole, non per impostazione culturale e continuo esempio come in Cina, ma attraverso punizioni impartite da una certa gerarchia familiare. Appena entrano in una scuola pubblica italiana si accorgono che possono invece scatenarsi, così come fuori, per strada, possono facilmente atteggiarsi a teppistelli.
Di questo passo, continuando a comporre classi così e affidandosi alle astratte teorie dell'inclusione senza ascoltare gli operatori sociali che tracciano la situazione reale, o i docenti che lavorano ormai da anni in queste scuole ghetto, il cambiamento sarà sempre lento e difficoltoso.
Probabilmente, per formare seriamente alcune generazioni di stranieri, portandole ad un atteggiamento culturale diverso, occorre lavorare in compresenza sin dalla primaria con educatori (valli a trovare!) che facciano da ponte.
I genitori di certe famiglie italiane dunque, che siano radical qualcosa o che non lo siano, non stanno solo fuggendo dalla scuola scomoda, stanno fuggendo dalla realtà.
Anch'io ho potuto vedere che i ragazzi cinesi comportano esclusivamente un rallentamento per le difficoltà della lingua, per contro però sono molto rispettosi dell'autorità, educatissimi e non mostrano mai apertamente contrasto uno con l'altro.
In una classe con diversi ragazzi provenienti da Marocco, Tunisia, Pakistan, Egitto, può crearsi invece una situazione al limite dell'insostenibile. Ma di solito si tratta di medie o del biennio di un professionale. I fattori scatenanti sono principalmente tre, interconnessi fra loro:
1. Devono starci per obbligo scolastico e la gran parte non lo desidera (al contrario delle famiglie italiane, il parcheggio non è ben visto, si preferisce un qualsiasi lavoro);
2. Non si sopportano fra loro e sono educati già in famiglia ad una certa discriminazione. Quasi quotidiana, alle superiori, la lite tra il Marocchino che offende la madre o la sorella del Tunisino, giusto per fare un esempio.
3. La cosa più importante di tutte, che tiene in continua ebollizione questo clima, è che in famiglia questi stessi ragazzi sono costretti a rispettare rigidamente certe regole, non per impostazione culturale e continuo esempio come in Cina, ma attraverso punizioni impartite da una certa gerarchia familiare. Appena entrano in una scuola pubblica italiana si accorgono che possono invece scatenarsi, così come fuori, per strada, possono facilmente atteggiarsi a teppistelli.
Di questo passo, continuando a comporre classi così e affidandosi alle astratte teorie dell'inclusione senza ascoltare gli operatori sociali che tracciano la situazione reale, o i docenti che lavorano ormai da anni in queste scuole ghetto, il cambiamento sarà sempre lento e difficoltoso.
Probabilmente, per formare seriamente alcune generazioni di stranieri, portandole ad un atteggiamento culturale diverso, occorre lavorare in compresenza sin dalla primaria con educatori (valli a trovare!) che facciano da ponte.
I genitori di certe famiglie italiane dunque, che siano radical qualcosa o che non lo siano, non stanno solo fuggendo dalla scuola scomoda, stanno fuggendo dalla realtà.
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Cloretta_2 ha scritto:Eccellenze ucraine. Il mondo le scopre nel 2022..
Fa parte dell’ondata propagandistica ridicola nella quale siamo immersi… Io sono sempre stata molto amante dell’arte ucraina folk popolare, come anche di quella russa, prima di questa situazione non se la filava nessuno.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
paniscus_2.1 ha scritto:MOLTO diversa è la situazione di certi comuni limitrofi della mia città, in cui esistono classi della primaria con 4 o 5 italiani e 20 stranieri, che sono praticamente TUTTI cinesi, che arrivano da una comunità consolidatissima da mezzo secolo, e che quindi possono anche essere nati di terza o quarta generazione, ma ugualmente non parlano bene l'italiano, perché anche i loro genitori e anche i loro nonni si sono sempre frequentati soltanto tra di loro e hanno sempre condiviso mestieri e interessi ricorrenti molto simili. Oppure quella di certi quartieri ad altissimo tasso di immigrazione peruviana, con comunità altrettanto strette.
In casi del genere, anche a livello umano la capisco, la preoccupazione di un genitore.
Ma non vuol dire che il problema siano gli stranieri in quanto stranieri....
La verità è che lo straniero viene accettato e piace quando si adegua alla nostra cultura e alle nostre usanze, quando invece è veramente straniero non ci piace. Per cui il problema sono gli stranieri in quanto stranieri, quando non accettano di trasformarsi adeguandosi al nostro modo di vivere e pensare. Poi sono d’accordo che certe situazioni possono mettere a disagio. Ho abitato per qualche anno in un quartiere con alta percentuale di immigrazione africana, in alcuni bar entravi ed eri l’unica persona caucasica…
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
mordekayn ha scritto:
E' chiaro che se avessimo una forte immigrazione di studenti coreani/giapponesi/finlandesi etc i nostri sarebbero indietro
Sui finlandesi non ci giurerei per niente.
La fama dilagante dell'eccellenza finlandese è in gran parte immeritata.
Oppure era legittima 15 o 20 anni fa, ma adesso dovrebbe essere ridimensionata pesantemente.
Citofonare Giorgio Israel (purtroppo, nell'aldilà).
Le sue considerazioni sul vecchio blog sono ancora leggibili.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
hypernova ha scritto: in alcuni bar entravi ed eri l’unica persona caucasica…
Sei di origine georgiana, armena o abkhaza? : - )
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
paniscus_2.1 ha scritto:hypernova ha scritto: in alcuni bar entravi ed eri l’unica persona caucasica…
Sei di origine georgiana, armena o abkhaza? : - )
Avrà visto molti polizieschi americani.
balanzone21- Messaggi : 773
Data d'iscrizione : 29.08.21
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
hypernova ha scritto:Cloretta_2 ha scritto:Eccellenze ucraine. Il mondo le scopre nel 2022..
Fa parte dell’ondata propagandistica ridicola nella quale siamo immersi… Io sono sempre stata molto amante dell’arte ucraina folk popolare, come anche di quella russa, prima di questa situazione non se la filava nessuno.
E invece adesso tutti si filano il folk ucraino? Ah beh!
lucetta.10- Messaggi : 720
Data d'iscrizione : 06.02.22
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
balanzone21 ha scritto:paniscus_2.1 ha scritto:hypernova ha scritto: in alcuni bar entravi ed eri l’unica persona caucasica…
Sei di origine georgiana, armena o abkhaza? : - )
Avrà visto molti polizieschi americani.
L'unico "caucasico" INDUBBIAMENTE meritevole di questo termine è questo qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_georgicus
Per chi si sente "caucasico" ma sta in Emilia, consiglio questa, che è straordinaria:
https://www.youtube.com/watch?v=j9blGO7taZo
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Oppure si occupa di nutrizione.balanzone21 ha scritto:paniscus_2.1 ha scritto:hypernova ha scritto: in alcuni bar entravi ed eri l’unica persona caucasica…
Sei di origine georgiana, armena o abkhaza? : - )
Avrà visto molti polizieschi americani.
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
paniscus_2.1 ha scritto:hypernova ha scritto: in alcuni bar entravi ed eri l’unica persona caucasica…
Sei di origine georgiana, armena o abkhaza? : - )
Guarda cara che sei tu quella che ha scritto per prima che comprendi chi non iscrivere i figli nelle scuole dove ci sono etnie non integrate. Io sono andata anche più volte a dei matrimoni eritrei, dove di italiani forse eravamo in tre…
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Si mangia bene ai matrimoni eritrei?hypernova ha scritto:paniscus_2.1 ha scritto:hypernova ha scritto: in alcuni bar entravi ed eri l’unica persona caucasica…
Sei di origine georgiana, armena o abkhaza? : - )
Guarda cara che sei tu quella che ha scritto per prima che comprendi chi non iscrivere i figli nelle scuole dove ci sono etnie non integrate. Io sono andata anche più volte a dei matrimoni eritrei, dove di italiani forse eravamo in tre…
Cloretta_2- Messaggi : 252
Data d'iscrizione : 10.06.22
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
hypernova ha scritto:paniscus_2.1 ha scritto:hypernova ha scritto: in alcuni bar entravi ed eri l’unica persona caucasica…
Sei di origine georgiana, armena o abkhaza? : - )
Guarda cara che sei tu quella che ha scritto per prima che comprendi chi non iscrivere i figli nelle scuole dove ci sono etnie non integrate. Io sono andata anche più volte a dei matrimoni eritrei, dove di italiani forse eravamo in tre…
Se è per questo, io sono andata anche a dei matrimoni zingari (sia in Italia che altrove)
ma non capisco cosa c'entri con l'uso a sproposito del termine "caucasico" per indicare un italiano,
o chiunque abbia la pelle chiara.
Per me i "caucasici" sono appunto i georgiani, gli armeni, gli osseti, i ceceni, gli abkhazi e gli azeri,
e altri gruppi di quelle parti, NON certo gli italiani (o i francesi, o gli svedesi).
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Cloretta_2 ha scritto:Si mangia bene ai matrimoni eritrei?
Molto!
paniscus_2.1 ha scritto:Per me i "caucasici" sono appunto i georgiani, gli armeni, gli osseti, i ceceni, gli abkhazi e gli azeri, e altri gruppi di quelle parti, NON certo gli italiani (o i francesi, o gli svedesi).
Hai capito benissimo cosa intendevo senza bisogno di fare sto pippone…
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Secondo la classificazione di Blumenbach, gli europei sono caucasici
Cloretta_2- Messaggi : 252
Data d'iscrizione : 10.06.22
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Beh, pure noi. A meno di non essere parenti del giudice D'Andrea.paniscus_2.1 ha scritto:Per me i "caucasici" sono appunto i georgiani, gli armeni, gli osseti, i ceceni, gli abkhazi e gli azeri,
e altri gruppi di quelle parti, NON certo gli italiani (o i francesi, o gli svedesi).
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
hypernova ha scritto:paniscus_2.1 ha scritto:
In casi del genere, anche a livello umano la capisco, la preoccupazione di un genitore.
Ma non vuol dire che il problema siano gli stranieri in quanto stranieri....
La verità è che lo straniero viene accettato e piace quando si adegua alla nostra cultura e alle nostre usanze, quando invece è veramente straniero non ci piace. Per cui il problema sono gli stranieri in quanto stranieri, quando non accettano di trasformarsi adeguandosi al nostro modo di vivere e pensare. Poi sono d’accordo che certe situazioni possono mettere a disagio.
Veramente in questo caso non si parlava di disagio personale o di "gradimento" verso lo straniero in sé, si parlava di scuola e di didattica,
e in particolare delle scuole primarie, cioè dell'apprendimento delle abilità di base di lettura, scrittura e comprensione.
Se un genitore di uno di quei comuni toscani di cui sopra è spaventato a mandare suo figlio in una classe in cui ci sono 20 cinesi, di cui 10 non sanno l'italiano e comunque anche gli altri 10 parlano solo tra di loro e non rivolgono la parola ai residui 4 o 5 compagni italiani,
non è perché "non gli piacciono i cinesi" o perché "non accetta gli stranieri che non si vogliono trasformare",
ma è perché ha la genuina preoccupazione che, in una classe composta così, suo figlio non impari niente,
preoccupazione che invece non c'è in una classe con tanti stranieri, ma di tante provenienze diverse e tutti già felicemente bilingui e già abituati al mondo scolastico italiano fin dall'asilo nido. Non è un giudizio di merito su quanto siano stati bravi a integrarsi, è un dato di fatto sull'efficacia della didattica in classi così.
Ma non è che la differenza stia nel fatto che a quel genitore i cinesi stanno antipatici, mentre gli fa tenerezza vedere che i migliori amici di suo figlio siano un peruviano, un egiziano e un moldavo contentissimi di giocare insieme e con genitori contentissimi di invitarli spesso a casa. Semplicemente, nel primo caso si preoccupa per l'apprendimento (e un bel po' di ragione ce l'ha), ma nel secondo no.
L'articolo originale faceva riferimento alla preoccupazione che la presenza di troppi stranieri faccia un danno alla didattica. E questo è oggettivamente molto plausibile nel primo caso (tanti stranieri e tutti della stessa comunità chiusa e poco integrata, e con scarsa padronanza dell'italiano) ma non nell'altro (tanti stranieri, ma quasi tutti già bilingui e senza grossa prevalenza di una nazionalità sulle altre).
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
paniscus_2.1 ha scritto:Se un genitore di uno di quei comuni toscani di cui sopra è spaventato a mandare suo figlio in una classe in cui ci sono 20 cinesi, di cui 10 non sanno l'italiano e comunque anche gli altri 10 parlano solo tra di loro e non rivolgono la parola ai residui 4 o 5 compagni italiani,
non è perché "non gli piacciono i cinesi" o perché "non accetta gli stranieri che non si vogliono trasformare",
ma è perché ha la genuina preoccupazione che, in una classe composta così, suo figlio non impari niente,
Dal mio punto di vista, a livello generale, c’è anche un problema di non accettazione di quello che è diverso da sé, che non è conosciuto e conoscibile, oltre alla paura che quello che arriva da fuori ti possa portare via la “fetta di torta”. Paure abbastanza comuni e normali.
In alcune zone sono più abituati ad avere scambi con culture diverse, quasi sempre nelle città portuali. In altre vieni visto come straniero anche sei nato a 50 km. Io stessa ho vissuto questa cosa, mio padre è meridionale e mia madre del Nord, ho vissuto da entrambe le parti, quando mi sono ritrasferita nel paese di mia madre odiavano i meridionali e ho avuto problemi. L’immigrazione senza regole crea delle tensioni sociali, è inevitabile.
Poi, in riferimento alla scuola, c’è anche la paura che il figlio possa non imparare niente, ma anche soprattutto quella che vada a finire in scuole dove c’è droga e delinquenza.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
hypernova ha scritto:
Poi, in riferimento alla scuola, c’è anche la paura che il figlio possa non imparare niente, ma anche soprattutto quella che vada a finire in scuole dove c’è droga e delinquenza.
Beh, si spera che alle elementari questo problema ancora non si ponga...
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Interessante visione cinesofoba: il problema sono i cinesi, qualsiasi altra etnia e' perfettamente integrata..paniscus_2.1 ha scritto:hypernova ha scritto:paniscus_2.1 ha scritto:
In casi del genere, anche a livello umano la capisco, la preoccupazione di un genitore.
Ma non vuol dire che il problema siano gli stranieri in quanto stranieri....
La verità è che lo straniero viene accettato e piace quando si adegua alla nostra cultura e alle nostre usanze, quando invece è veramente straniero non ci piace. Per cui il problema sono gli stranieri in quanto stranieri, quando non accettano di trasformarsi adeguandosi al nostro modo di vivere e pensare. Poi sono d’accordo che certe situazioni possono mettere a disagio.
Veramente in questo caso non si parlava di disagio personale o di "gradimento" verso lo straniero in sé, si parlava di scuola e di didattica,
e in particolare delle scuole primarie, cioè dell'apprendimento delle abilità di base di lettura, scrittura e comprensione.
Se un genitore di uno di quei comuni toscani di cui sopra è spaventato a mandare suo figlio in una classe in cui ci sono 20 cinesi, di cui 10 non sanno l'italiano e comunque anche gli altri 10 parlano solo tra di loro e non rivolgono la parola ai residui 4 o 5 compagni italiani,
non è perché "non gli piacciono i cinesi" o perché "non accetta gli stranieri che non si vogliono trasformare",
ma è perché ha la genuina preoccupazione che, in una classe composta così, suo figlio non impari niente,
preoccupazione che invece non c'è in una classe con tanti stranieri, ma di tante provenienze diverse e tutti già felicemente bilingui e già abituati al mondo scolastico italiano fin dall'asilo nido. Non è un giudizio di merito su quanto siano stati bravi a integrarsi, è un dato di fatto sull'efficacia della didattica in classi così.
Ma non è che la differenza stia nel fatto che a quel genitore i cinesi stanno antipatici, mentre gli fa tenerezza vedere che i migliori amici di suo figlio siano un peruviano, un egiziano e un moldavo contentissimi di giocare insieme e con genitori contentissimi di invitarli spesso a casa. Semplicemente, nel primo caso si preoccupa per l'apprendimento (e un bel po' di ragione ce l'ha), ma nel secondo no.
L'articolo originale faceva riferimento alla preoccupazione che la presenza di troppi stranieri faccia un danno alla didattica. E questo è oggettivamente molto plausibile nel primo caso (tanti stranieri e tutti della stessa comunità chiusa e poco integrata, e con scarsa padronanza dell'italiano) ma non nell'altro (tanti stranieri, ma quasi tutti già bilingui e senza grossa prevalenza di una nazionalità sulle altre).
D altro canto le baby gang di ragazzini cinesi imperversano, e a Desenzano i cinesi hanno devastato il lungo lago
Cloretta_2- Messaggi : 252
Data d'iscrizione : 10.06.22
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Dalla mia esperienza i Cinesi sono veramente tra gli alunni più studiosi ed educati che ho avuto. Ma anche i Pachistani, ho lavorato in delle classi dove praticamente erano solo loro ed erano molto corretti. Poi magari ti trovi tra di loro anche quello che a scuola ha tutti 10 e che diventa un integralista che si fa saltare per aria durante un attentato, ma sappiamo quali sono le etnie che in generale creano problemi a livello disciplinare… Poi ovviamente non è un giudizio su tutta la nazione nel suo insieme, ma è un dato di fatto che alcuni sono statisticamente in generale più molesti. La cosa brutta è che chi tra di loro invece è educato e corretto poi risente del giudizio che c’è in generale sul connazionale buzzurro. Io sono di origine napoletana, da parte di padre, tuttora ne sento dire di tutti colori…
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Cloretta_2 ha scritto:
Interessante visione cinesofoba: il problema sono i cinesi, qualsiasi altra etnia e' perfettamente integrata..
Io parlo di situazioni locali ben precise in cui le proporzioni sono quelle: cioè, in grande maggioranza rispetto al resto della classe, e tutti della stessa comunità.
NON sono al corrente di situazioni analoghe che riguardino altre etnie, cioè classi in cui l'80% degli alunni sono stranieri e sono tutti senegalesi, o tutti marocchini o tutti indiani.
E non ho affatto detto che i cinesi siano teppisti o che vadano a terrorizzare i passanti, parlavo solo di oggettiva situazione anomala di sbilanciamento numerico in situazioni che conosco bene, parlando esclusivamente dielle ripercussioni sulla didattica, perché l'argomento era quello.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Un’esperienza molto simile posso testimoniare anche iohypernova ha scritto:Dalla mia esperienza i Cinesi sono veramente tra gli alunni più studiosi ed educati che ho avuto. Ma anche i Pachistani, ho lavorato in delle classi dove praticamente erano solo loro ed erano molto corretti. Poi magari ti trovi tra di loro anche quello che a scuola ha tutti 10 e che diventa un integralista che si fa saltare per aria durante un attentato, ma sappiamo quali sono le etnie che in generale creano problemi a livello disciplinare… Poi ovviamente non è un giudizio su tutta la nazione nel suo insieme, ma è un dato di fatto che alcuni sono statisticamente in generale più molesti. La cosa brutta è che chi tra di loro invece è educato e corretto poi risente del giudizio che c’è in generale sul connazionale buzzurro. Io sono di origine napoletana, da parte di padre, tuttora ne sento dire di tutti colori…
Mario1970- Messaggi : 591
Data d'iscrizione : 29.07.21
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Cloretta_2 ha scritto:Interessante visione cinesofoba: il problema sono i cinesi, qualsiasi altra etnia e' perfettamente integrata..paniscus_2.1 ha scritto:hypernova ha scritto:paniscus_2.1 ha scritto:
In casi del genere, anche a livello umano la capisco, la preoccupazione di un genitore.
Ma non vuol dire che il problema siano gli stranieri in quanto stranieri....
La verità è che lo straniero viene accettato e piace quando si adegua alla nostra cultura e alle nostre usanze, quando invece è veramente straniero non ci piace. Per cui il problema sono gli stranieri in quanto stranieri, quando non accettano di trasformarsi adeguandosi al nostro modo di vivere e pensare. Poi sono d’accordo che certe situazioni possono mettere a disagio.
Veramente in questo caso non si parlava di disagio personale o di "gradimento" verso lo straniero in sé, si parlava di scuola e di didattica,
e in particolare delle scuole primarie, cioè dell'apprendimento delle abilità di base di lettura, scrittura e comprensione.
Se un genitore di uno di quei comuni toscani di cui sopra è spaventato a mandare suo figlio in una classe in cui ci sono 20 cinesi, di cui 10 non sanno l'italiano e comunque anche gli altri 10 parlano solo tra di loro e non rivolgono la parola ai residui 4 o 5 compagni italiani,
non è perché "non gli piacciono i cinesi" o perché "non accetta gli stranieri che non si vogliono trasformare",
ma è perché ha la genuina preoccupazione che, in una classe composta così, suo figlio non impari niente,
preoccupazione che invece non c'è in una classe con tanti stranieri, ma di tante provenienze diverse e tutti già felicemente bilingui e già abituati al mondo scolastico italiano fin dall'asilo nido. Non è un giudizio di merito su quanto siano stati bravi a integrarsi, è un dato di fatto sull'efficacia della didattica in classi così.
Ma non è che la differenza stia nel fatto che a quel genitore i cinesi stanno antipatici, mentre gli fa tenerezza vedere che i migliori amici di suo figlio siano un peruviano, un egiziano e un moldavo contentissimi di giocare insieme e con genitori contentissimi di invitarli spesso a casa. Semplicemente, nel primo caso si preoccupa per l'apprendimento (e un bel po' di ragione ce l'ha), ma nel secondo no.
L'articolo originale faceva riferimento alla preoccupazione che la presenza di troppi stranieri faccia un danno alla didattica. E questo è oggettivamente molto plausibile nel primo caso (tanti stranieri e tutti della stessa comunità chiusa e poco integrata, e con scarsa padronanza dell'italiano) ma non nell'altro (tanti stranieri, ma quasi tutti già bilingui e senza grossa prevalenza di una nazionalità sulle altre).
D altro canto le baby gang di ragazzini cinesi imperversano, e a Desenzano i cinesi hanno devastato il lungo lago
Mi pare di capire che Paniscus esemplifichi la situazione del tutto particolare che c’è dalle sue parti, dove un’intera provincia è in pratica una grande chinatown, ma senza alcuna cinesofobia.
Cinesofobia che invece aleggia lieve lieve fra i residenti della zona intorno alla chinatown milanese, ma che è totalmente assente nelle altre zone cittadine dove i cinesi sono comunque presenti - il cognome prevalente a Milano ormai da anni non è più Brambilla ma Wu - ma non sono il 90% dei residenti.
Ed in altre zone milanesi è peruvianofobia, oppure islamofobia, o nomadofobia, a seconda della prevalenza etnico-culturale locale.
Il discrimine in ogni caso è sempre di natura economicosociale, a scuola si intessono relazioni sociali, nascono amicizie che durano tutta la vita, e dove queste possono essere problematiche a causa di situazioniborderline e di degrado si preferisce allontanare i propri figli, e questo è umanamente comprensibilissimo.
Annaangelaelvira- Messaggi : 2310
Data d'iscrizione : 03.09.15
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Se leggete i RAV di alcuni comprensivi milanesi che faticano a raggiungere gli standard cittadini e regionali nelle prove invalsi potete notare che hanno un importante numero di stranieri che “vanno e vengono”, perché rientrano nei paesi d’origine per lunghi periodi, poi tornano e rallentano il lavoro di tutta la classe, frequentano tre giorni sì e uno no, hanno famiglie che non capiscono una parola di italiano e non sono partecipi.
Queste sono le scuole dalle quali le famiglie allontanano i propri figli, ma alcune di queste hanno messo in atto strategie tali da ottenere risultati notevoli, ed in queste le famiglie stanno tornando.
Queste sono le scuole dalle quali le famiglie allontanano i propri figli, ma alcune di queste hanno messo in atto strategie tali da ottenere risultati notevoli, ed in queste le famiglie stanno tornando.
Annaangelaelvira- Messaggi : 2310
Data d'iscrizione : 03.09.15
Re: Scuola a Milano, fuga delle famiglie italiane dagli «istituti ghetto» di quartiere con tanti stranieri: «Più iscrizioni alle private»
Annaangelaelvira ha scritto:…un importante numero di stranieri che “vanno e vengono”, perché rientrano nei paesi d’origine per lunghi periodi, poi tornano e rallentano il lavoro di tutta la classe…
Sì è vero c’è anche questo problema, l’ho riscontrato però solo nelle scuole medie di paese, in situazioni dove il lavoro della famiglia è prevalentemente stagionale in campagna. Dove lavoro adesso, professionale di città capoluogo di provincia, non l’ho mai notata questa cosa.
C’è anche da tenere conto che la popolazione scolastica straniera cambia molto se si confronta quella residente nei piccoli comuni e nelle grandi città. In linea di massima ho sempre notato che quelli che risiedono nei piccoli paesi tendono essere più tranquilli, ma dipende molto se il paese è o meno collegato a una città. Basta che ci sia anche solo un mezzo pubblico che renda possibile lo spostamento verso una zona densamente popolata, e i prezzi delle case bassi, l’innoquo paesello si può trasformare in un’appendice dormitorio stile Bronx. Ho lavorato in parecchi paesi dove per questo motivo le scuole private facevano una fortuna.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
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