Insegnanti o morti di fame?
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Insegnanti o morti di fame?
Promemoria primo messaggio :
Ad ogni elezione ci risiamo:
promesse agli insegnanti (una volta almeno si limitavano ad asfaltare le strade di fretta e furia. Cosa di cui oggi avremmo fortemente bisogno)
Ci sono ancora diversi politici che pensano che gli insegnanti siano dei morti di fame
che si fanno abbindolare da promesse di denaro a pioggia.
Che i pubblici dipendenti siano da sempre oggetto di voto di scambio lo sappiamo
(difatti ahimè vedi come è conciata la PA in generale)
ma che nel 2022 si pensi ancora che il corpo insegnanti sia un gruppo politicamente omogeneo mi fa ridere.
CARI POLITICI (poltronari),
la Scuola non ha bisogno di mancette ma di regole certe:
- programmi ben definiti dal NORD al SUD (l’autonomia è stata un fallimento in quanto permette di fare qualsiasi cosa spesso in peggio);
- delineare per gli studenti percorsi formativi di livello internazionale (non mortificarli con le promozioni facili e livelli penosi)
- un livello del corpo docente ben selezionato che prescinda dai punteggi di servizio accumulati o dai voti dei titoli universitari discutibili (oramai sappiamo come vengono rilasciati i titoli in Italia);
- una retribuzione adeguata al livello della singola professionalità verificata sul campo con un sistema di controllo affidata a terzi (NO autoreferenzialità - NO aumenti a tutti in modo indiscriminato)
Ad ogni elezione ci risiamo:
promesse agli insegnanti (una volta almeno si limitavano ad asfaltare le strade di fretta e furia. Cosa di cui oggi avremmo fortemente bisogno)
Ci sono ancora diversi politici che pensano che gli insegnanti siano dei morti di fame
che si fanno abbindolare da promesse di denaro a pioggia.
Che i pubblici dipendenti siano da sempre oggetto di voto di scambio lo sappiamo
(difatti ahimè vedi come è conciata la PA in generale)
ma che nel 2022 si pensi ancora che il corpo insegnanti sia un gruppo politicamente omogeneo mi fa ridere.
CARI POLITICI (poltronari),
la Scuola non ha bisogno di mancette ma di regole certe:
- programmi ben definiti dal NORD al SUD (l’autonomia è stata un fallimento in quanto permette di fare qualsiasi cosa spesso in peggio);
- delineare per gli studenti percorsi formativi di livello internazionale (non mortificarli con le promozioni facili e livelli penosi)
- un livello del corpo docente ben selezionato che prescinda dai punteggi di servizio accumulati o dai voti dei titoli universitari discutibili (oramai sappiamo come vengono rilasciati i titoli in Italia);
- una retribuzione adeguata al livello della singola professionalità verificata sul campo con un sistema di controllo affidata a terzi (NO autoreferenzialità - NO aumenti a tutti in modo indiscriminato)
takabanda- Messaggi : 109
Data d'iscrizione : 03.08.20
Re: Insegnanti o morti di fame?
franco.71 ha scritto:Questo discorso fa il paio con quello per cui con tre anni di servizio si ha diritto all'assunzione con un concorso per titoli. In altre parole si vuole ottenere per una via ciò che si può ottenere solo per un'altra.hypernova ha scritto:franco.71 ha scritto:…un altro conto è quello di affermare che non si possa essere dei buoni insegnanti se non si è iscritti ad un albo professionale.
Per il lavoro che facevo io non esiste l’albo professionale, in tutti i casi per alcune discipline, soprattutto quelle dei professionali, non aver fatto anche la professione, oltre ad averla insegnata, e molto limitante.
Mi chiedo a cosa servirebbe il pcto con in classe già presenti i cultori della materia.
Non sono cultori della materia..la conoscono dal lato operativo.. capisco che tu, in quanto appartenente al girone degli universitari traghettati a scuola da caronte, abbia difficoltà nell'afferrare il concetto..è stato esemplificato.piu di così...
Il pcto è una caxxata. Fare le fotocopie in comune non è praticare . Le non parlare di supercazxole ancora peggiori spacciate per pcto.
Cloretta_2- Messaggi : 252
Data d'iscrizione : 10.06.22
Re: Insegnanti o morti di fame?
Tu invece insegni a scuola perché hai fatto vedere al DS il tuo tesserino di dipendente Alenia? Oppure perché hai un triviale voto di laurea e/o altri titoli valutabili (tra cui non rientra di certo ilCloretta_2 ha scritto:franco.71 ha scritto:Questo discorso fa il paio con quello per cui con tre anni di servizio si ha diritto all'assunzione con un concorso per titoli. In altre parole si vuole ottenere per una via ciò che si può ottenere solo per un'altra.hypernova ha scritto:franco.71 ha scritto:…un altro conto è quello di affermare che non si possa essere dei buoni insegnanti se non si è iscritti ad un albo professionale.
Per il lavoro che facevo io non esiste l’albo professionale, in tutti i casi per alcune discipline, soprattutto quelle dei professionali, non aver fatto anche la professione, oltre ad averla insegnata, e molto limitante.
Mi chiedo a cosa servirebbe il pcto con in classe già presenti i cultori della materia.
Non sono cultori della materia..la conoscono dal lato operativo.. capisco che tu, in quanto appartenente al girone degli universitari traghettati a scuola da caronte, abbia difficoltà nell'afferrare il concetto..è stato esemplificato.piu di così...
Il pcto è una caxxata. Fare le fotocopie in comune non è praticare . Le non parlare di supercazxole ancora peggiori spacciate per pcto.
pedigree aziendale)?
Una cosa invece è certa, con l'abbassamento dei livelli di conoscenza nella scuola pubblica un qualsiasi professionista giganteggia rispetto ad un docente semplice, ma la discrepanza ha appunto altra origine.
franco.71- Messaggi : 552
Data d'iscrizione : 21.01.22
Re: Insegnanti o morti di fame?
franco.71 ha scritto:Tu invece insegni a scuola perché hai fatto vedere al DS il tuo tesserino di dipendente Alenia? Oppure perché hai un triviale voto di laurea e/o altri titoli valutabili (tra cui non rientra di certo ilCloretta_2 ha scritto:franco.71 ha scritto:Questo discorso fa il paio con quello per cui con tre anni di servizio si ha diritto all'assunzione con un concorso per titoli. In altre parole si vuole ottenere per una via ciò che si può ottenere solo per un'altra.hypernova ha scritto:franco.71 ha scritto:…un altro conto è quello di affermare che non si possa essere dei buoni insegnanti se non si è iscritti ad un albo professionale.
Per il lavoro che facevo io non esiste l’albo professionale, in tutti i casi per alcune discipline, soprattutto quelle dei professionali, non aver fatto anche la professione, oltre ad averla insegnata, e molto limitante.
Mi chiedo a cosa servirebbe il pcto con in classe già presenti i cultori della materia.
Non sono cultori della materia..la conoscono dal lato operativo.. capisco che tu, in quanto appartenente al girone degli universitari traghettati a scuola da caronte, abbia difficoltà nell'afferrare il concetto..è stato esemplificato.piu di così...
Il pcto è una caxxata. Fare le fotocopie in comune non è praticare . Le non parlare di supercazxole ancora peggiori spacciate per pcto.
pedigree aziendale)?
Una cosa invece è certa, con l'abbassamento dei livelli di conoscenza nella scuola pubblica un qualsiasi professionista giganteggia rispetto ad un docente semplice, ma la discrepanza ha appunto altra origine.
Alenia? Mah...deliri ferragostani
Cmq non si tratta di titoli di accesso ma gradita esperienza reale e operativa, che è fondamentale in talune materie
Cloretta_2- Messaggi : 252
Data d'iscrizione : 10.06.22
Re: Insegnanti o morti di fame?
Quando parlavo di controsenso logico in questo approccio aziendale all'insegnamento non mi sbagliavo: gradita ...fondamentale, gli aggettivi non collimano.
Se non è un tesserino alenia sarà di un'altra azienda.
Se non è un tesserino alenia sarà di un'altra azienda.
franco.71- Messaggi : 552
Data d'iscrizione : 21.01.22
Re: Insegnanti o morti di fame?
franco.71 ha scritto:Mi chiedo a cosa servirebbe il pcto con in classe già presenti i cultori della materia.
Il PCTO nel mio settore professionale a mio parere serve a molto poco, se la risorsa non è precedentemente formata da una persona competente. Un ragazzino in un’azienda che non sa lavorare è più di intralcio che di aiuto, e a lavorare ti può insegnare solo un insegnante che ha fatto il mestiere (Nessuno in azienda ha tempo di mettersi lì a perder tempo con un ragazzino che non sa fare nulla arrivato dalle scuole). Un insegnante che ha fatto la professione, nel mio settore, ti fa uscire da scuola che sei pronto per entrare in azienda, uno che non l’ha fatto non dico che non ti insegna niente, ma ti insegna delle cose che al 70% sul lavoro non utilizzerai. Mi riferisco a materie di indirizzo di istituti professionali o tecnici che servono per lavorare, non a materie tipo fisica, matematica, letteratura o simili.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Insegnanti o morti di fame?
Aggiungo che per me in certe discipline di indirizzo ai professionali e ai tecnici sarebbe proprio dovuto richiedere dei titoli professionali oltre che di studio. Quando insegni all'università le nostre materie ad esempio sono richiesti.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Insegnanti o morti di fame?
hypernova ha scritto:Aggiungo che per me in certe discipline di indirizzo ai professionali e ai tecnici sarebbe proprio dovuto richiedere dei titoli professionali oltre che di studio. Quando insegni all'università le nostre materie ad esempio sono richiesti.
Più che altro, quando sei ripieghista e hai 10 15 anni di esperienza aziendale, entri nella Scuola e ti rendi conto di entrare nel Comune di Checco Zalone.
Manifesti la tua frustrazione perchè vorresti lavorare in un sistema efficiente e la collega, che vive da 20 anni di solo pubblico impiego ed ha paura della competizione, ti risponde "Se ti piaceva tanto l'Azienda, ritornaci".
Sono entrati molti colleghi in ruolo quest'anno, tutti giovani 30-35 anni Commercialisti, Ingegneri, gente che ha lavorato fuori....altro passo, anche perchè ai ragazzi puoi far capire come ci si deve comportare a lavoro, cosa è sbagliato cosa no etc... chi ha vissuto di solo pubblico, generalmente, ha una concezione dei diritti e degli obblighi lavorativi tutti suoi.
Oltre la Scuola, sono praticamente nulli i posti dove lavori da libero professionista con retribuzione e tutele da lavoratore dipendente. Totalmente diseducativo, a maggior ragione nei professionali.
MarcoTerzi82- Messaggi : 640
Data d'iscrizione : 16.03.21
Re: Insegnanti o morti di fame?
MarcoTerzi82 ha scritto:Oltre la Scuola, sono praticamente nulli i posti dove lavori da libero professionista con retribuzione e tutele da lavoratore dipendente.
Comunque fare libera professione e 18 ore di cattedra è molto difficile, nel mio lavoro sarebbe praticamente impossibile, devi essere a disposizione del cliente praticamente sempre. Quando insegni fai magari anche qualche lavoro, ma non come se fossi un freelance normale.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Insegnanti o morti di fame?
MarcoTerzi82 ha scritto:
Più che altro, quando sei ripieghista e hai 10 15 anni di esperienza aziendale, entri nella Scuola e ti rendi conto di entrare nel Comune di Checco Zalone.
Manifesti la tua frustrazione perchè vorresti lavorare in un sistema efficiente e la collega, che vive da 20 anni di solo pubblico impiego ed ha paura della competizione, ti risponde "Se ti piaceva tanto l'Azienda, ritornaci".
Però allora non capisco per quale motivo si è lasciato un lavoro che piaceva tanto.
Ma poi competizione di cosa? Il nostro compito è istruire dei ragazzi, lo si fa in modo corale, non competendo tra di noi.
MarcoTerzi82 ha scritto:
Sono entrati molti colleghi in ruolo quest'anno, tutti giovani 30-35 anni Commercialisti, Ingegneri, gente che ha lavorato fuori....altro passo, anche perchè ai ragazzi puoi far capire come ci si deve comportare a lavoro, cosa è sbagliato cosa no etc... chi ha vissuto di solo pubblico, generalmente, ha una concezione dei diritti e degli obblighi lavorativi tutti suoi.
Oltre la Scuola, sono praticamente nulli i posti dove lavori da libero professionista con retribuzione e tutele da lavoratore dipendente. Totalmente diseducativo, a maggior ragione nei professionali.
Quindi li educhiamo subito al fatto che alcuni diritti non li avranno mai ed è meglio che nemmeno ci provino a chiederli. Anzi sarebbe meglio se certe tutele venissero tolte anche nel pubblico, giusto?
diderot.m7- Messaggi : 108
Data d'iscrizione : 22.10.14
Re: Insegnanti o morti di fame?
MarcoTerzi82 ha scritto: Più che altro, quando sei ripieghista e hai 10 15 anni di esperienza aziendale, entri nella Scuola e ti rendi conto di entrare nel Comune di Checco Zalone.
Manifesti la tua frustrazione perchè vorresti lavorare in un sistema efficiente e la collega, che vive da 20 anni di solo pubblico impiego ed ha paura della competizione, ti risponde "Se ti piaceva tanto l'Azienda, ritornaci".
Sono entrati molti colleghi in ruolo quest'anno, tutti giovani 30-35 anni Commercialisti, Ingegneri, gente che ha lavorato fuori....altro passo, anche perchè ai ragazzi puoi far capire come ci si deve comportare a lavoro, cosa è sbagliato cosa no etc... chi ha vissuto di solo pubblico, generalmente, ha una concezione dei diritti e degli obblighi lavorativi tutti suoi.
Oltre la Scuola, sono praticamente nulli i posti dove lavori da libero professionista con retribuzione e tutele da lavoratore dipendente. Totalmente diseducativo, a maggior ragione nei professionali.
Sono abbastanza d'accordo sul valore aggiunto apportato dai cosiddetti "ripieghisti", che su alcune cose hanno un altro passo: in particolare nel capire e sviluppare negli alunni quelle "soft skills" che poi servono nella vita reale, che per una buona parte coincide con il mondo del lavoro; soprattutto per quanto concerne i doveri da abbinare ai diritti. Eviterei invece di fare una caricatura degli insegnanti con esperienza, per quanto nella categoria si possano incontrare una minoranza di persone stanche, bruciate o semplicemente di fancazzisti.
Sul fatto che la scuola conservi delle tutele direi che è un bene; il male è che negli impieghi privati, al contrario, prevalgano la precarietà, la mancanza di diritti e lo sfruttamento.
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: Insegnanti o morti di fame?
Secondo me chi insegna materia scientifiche e non apprezza il sistema scuola, con le sue tutele, i suoi immobilismi e la mancanza di competizione dovrebbe prendere seriamente in considerazione l'idea di diventare insegnante libero professionista; la tassazione attuale è al 15%, la burocrazia non è complessa come sembra e gli introiti ci sono (la tassazione agevolata è però vincolata al fatto di essere di ruolo); chiaramente la valutazione in questo caso la dà il mercato e non il DS.
Un mio ex compagno di università lo fa da 20 anni e, nonostante impartisca lezioni di materie umanistiche, ha entrate di poco inferiori a quelle di un docente di scuola paritaria.
Un mio ex compagno di università lo fa da 20 anni e, nonostante impartisca lezioni di materie umanistiche, ha entrate di poco inferiori a quelle di un docente di scuola paritaria.
elirpe- Messaggi : 1127
Data d'iscrizione : 02.08.17
Re: Insegnanti o morti di fame?
diderot.m7 ha scritto:
Però allora non capisco per quale motivo si è lasciato un lavoro che piaceva tanto.
Ma poi competizione di cosa? Il nostro compito è istruire dei ragazzi, lo si fa in modo corale, non competendo tra di noi.
Hai mai fatto il trasfertista fuori per 2 mesi filati dormendo in un container insieme a un Cingalese e un Croato?
Ci sono N mila motivi per cui uno lascia un lavoro e ripiega su un altro, non capisco perchè questo debba annullare ogni ragionamento sulle criticità del nuovo "ripiegato" impiego.
Competizione di cosa? Se io ho 8 classi, mi sbatto per fare valutazioni serie, mi metto contro genitori,alunni e ds, preparo compiti seri ed esercitazioni etc etc, prendo gli stessi soldi di te che fai il compitino a crocette e regali 6 a tutti. Ecco la competizione di cosa!
E poi arriva quello del Sostegno che non c'ha nemmeno da preparli i compiti o a fare ricevimenti o a preparare le lezioni....
Il 23 del mese tutti uguali...
E' sempre il solito disco rotto: "se non ti piace come funziona, potevi rimanere dov'eri" disse il chiagnifottista che sotto sotto vuole che non cambi niente.
diderot.m7 ha scritto:
Quindi li educhiamo subito al fatto che alcuni diritti non li avranno mai ed è meglio che nemmeno ci provino a chiederli. Anzi sarebbe meglio se certe tutele venissero tolte anche nel pubblico, giusto?
Elencali questi "alcuni diritti" e tutele perchè alcuni non sono diritti ma privilegi, che poi ti si ritorgono contro chiaramente.
Il fatto di non poter essere licenziato per demeriti o per esubero, è un privilegio ad esempio.
herman il lattoniere ha scritto:
Eviterei invece di fare una caricatura degli insegnanti con esperienza, per quanto nella categoria si possano incontrare una minoranza di persone stanche, bruciate o semplicemente di fancazzisti.
Sul fatto che la scuola conservi delle tutele direi che è un bene; il male è che negli impieghi privati, al contrario, prevalgano la precarietà, la mancanza di diritti e lo sfruttamento.
Purtroppo,dal mio punto di vista, le persone stanche bruciate o semplicemente fancazziste, sono la maggioranza ma lo considero fisiologico: fare per 30-40 anni lo stesso lavoro senza nessun meccanismo di carriera, porta a rompersi le balle. Figuriamoci con i ragazzini, che assorbono energie e che ogni X anni cambiano il loro modo di fare, di comunicare etc...
E' fisiologico, non è una colpa, l'insegnante è un lavoro molto usurante: andrebbe prevista una sorta di rotazione e/o avvicendamento magari in altri posti pubblici compatibili con le skills possedute
"E il professore, che ti legge sempre la stessa storia
sullo stesso libro,
nello stesso modo,
con le stesse parole da quarant'anni
di onesta professione."
MarcoTerzi82- Messaggi : 640
Data d'iscrizione : 16.03.21
Re: Insegnanti o morti di fame?
ohhh, finalmente qualcosa di ragionevole.MarcoTerzi82 ha scritto:
Purtroppo,dal mio punto di vista, le persone stanche bruciate o semplicemente fancazziste, sono la maggioranza ma lo considero fisiologico: fare per 30-40 anni lo stesso lavoro senza nessun meccanismo di carriera, porta a rompersi le balle. Figuriamoci con i ragazzini, che assorbono energie e che ogni X anni cambiano il loro modo di fare, di comunicare etc...
E' fisiologico, non è una colpa, l'insegnante è un lavoro molto usurante: andrebbe prevista una sorta di rotazione e/o avvicendamento magari in altri posti pubblici compatibili con le skills possedute
"E il professore, che ti legge sempre la stessa storia
sullo stesso libro,
nello stesso modo,
con le stesse parole da quarant'anni
di onesta professione."
Mario1970- Messaggi : 591
Data d'iscrizione : 29.07.21
Re: Insegnanti o morti di fame?
MarcoTerzi82 ha scritto:
Purtroppo,dal mio punto di vista, le persone stanche bruciate o semplicemente fancazziste, sono la maggioranza ma lo considero fisiologico: fare per 30-40 anni lo stesso lavoro senza nessun meccanismo di carriera, porta a rompersi le balle. Figuriamoci con i ragazzini, che assorbono energie e che ogni X anni cambiano il loro modo di fare, di comunicare etc...
E' fisiologico, non è una colpa, l'insegnante è un lavoro molto usurante: andrebbe prevista una sorta di rotazione e/o avvicendamento magari in altri posti pubblici compatibili con le skills possedute
"E il professore, che ti legge sempre la stessa storia
sullo stesso libro,
nello stesso modo,
con le stesse parole da quarant'anni
di onesta professione."
pensa che nella mia scuola i docenti prossimi alla pensione sono generalmente i migliori, insieme ai docenti di sostegno... mentre di giovani fanatici dell'efficientismo aziendalista o delle mode pedagogico-didattiche ce ne sono fin troppi. I docenti descritti da Venditti sono andati in pensione da almeno venti anni. Poi qualche eccezione c'è sempre.
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: Insegnanti o morti di fame?
All'università, su una laurea tecnica (tipo ingegneria), è anche peggio. Direi che come minimo l'80 % di quanto si studia purtroppo poi non lo si utilizza sul lavoro.hypernova ha scritto:Un insegnante che ha fatto la professione, nel mio settore, ti fa uscire da scuola che sei pronto per entrare in azienda, uno che non l’ha fatto non dico che non ti insegna niente, ma ti insegna delle cose che al 70% sul lavoro non utilizzerai.
Mah... Io non ho mai visto, a ingegneria, che fossero richiesti dei titoli professionali per insegnare. Tra l'altro, i pochissimi docenti titolari di corsi pratici, erano tutti docenti precari "a contratto". Invece, i posti fissi sono saldamente in mano a docenti pieni di titoli, ma che non hanno mai lavorato nelle aziende.hypernova ha scritto:per me in certe discipline di indirizzo ai professionali e ai tecnici sarebbe proprio dovuto richiedere dei titoli professionali oltre che di studio. Quando insegni all'università le nostre materie ad esempio sono richiesti.
Quand'anche qualcuno avesse l'abilitazione alla professione d'ingegnere, ricordiamoci che - a tutt'oggi - per partecipare al relativo esame di stato non è richiesto nemmeno un minuto di tirocinio o di qualsiasi altra attività pratica.
Learner- Messaggi : 306
Data d'iscrizione : 18.07.20
Re: Insegnanti o morti di fame?
E' un equivoco antico. A scuola o nelle università NON si impara quello che serve per il lavoro, non sono corsi di formazione professionale. In genere a scuola si imparano le nozioni di base e le basi disciplinari, all'università le basi disciplinari diventano costruzioni complete. Poi grazie al grazio che difficilmente a lavoro si utilizzerà quanto appreso in analisi matematica o in fisica tecnica... la formazione universitaria è più ampia e più profonda di una formazione professionale. E l'istruzione primaria e secondaria ha proprio tutti altri scopi rispetto all'apprendimento di un mestiere
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: Insegnanti o morti di fame?
Ilcorso di laurea in ingegneria si propone di costruire una poderosa forma mentis sulle capacita d'analisi, di problem solving e sui fenomeni fisici e tecnologici..è chiaro che per " allenarsi" occorre un robusto studio di base di matematica e fisica,così come un pugile si allena .molto in palestra anche se l esercizio di per se non è funzionale al combattimento.
..e infatti poi gli ingegneri ,dove li metti lì metti,spaccano, proprio perché sanno adattarsi ai più svariati ambiti
..e infatti poi gli ingegneri ,dove li metti lì metti,spaccano, proprio perché sanno adattarsi ai più svariati ambiti
Maestro.neoborbonico- Messaggi : 40
Data d'iscrizione : 13.06.22
Re: Insegnanti o morti di fame?
Bene. Allora spero quanto prima che aboliscano le lauree in medicina e chirurgia o infermieristica a favore delle profondamente più formative "medicina teorica" e "infermieristica concettuale".herman il lattoniere ha scritto:E' un equivoco antico. A scuola o nelle università NON si impara quello che serve per il lavoro, non sono corsi di formazione professionale.
Learner- Messaggi : 306
Data d'iscrizione : 18.07.20
Re: Insegnanti o morti di fame?
Tutto molto indispensabile quando poi in azienda ti mettono a fare il perito, il trasfertista, l'impiegato uff. acquisti / spedizioni / vendite o il passacarte in qualità.Maestro.neoborbonico ha scritto:Ilcorso di laurea in ingegneria si propone di costruire una poderosa forma mentis sulle capacita d'analisi, di problem solving e sui fenomeni fisici e tecnologici
Learner- Messaggi : 306
Data d'iscrizione : 18.07.20
Re: Insegnanti o morti di fame?
Learner ha scritto:Tutto molto indispensabile quando poi in azienda ti mettono a fare il perito, il trasfertista, l'impiegato uff. acquisti / spedizioni / vendite o il passacarte in qualità.Maestro.neoborbonico ha scritto:Ilcorso di laurea in ingegneria si propone di costruire una poderosa forma mentis sulle capacita d'analisi, di problem solving e sui fenomeni fisici e tecnologici
Ma di cosa stiamo parlando? Ma soprattutto con chi sto parlando? Io ho fatto l ingegnere in 3 aziende prima di insegnare..ho sempre avuto ruolitecnici, di responsabilità, con innumerevoli corsi di aggiornamento ed un ottimo stipendio in relazione al grande impegno.
Ho sempre fatto l ingegnere. E tutti quelli che ho conosciuto laureati al Poli fanno gli ingegneri..
Se poi tu con laurea in ingegneria facevi il rag Fantozzi o lavavi i vetri dell ufficio questo è un problema tuo,statisticamente più unico che raro
Maestro.neoborbonico- Messaggi : 40
Data d'iscrizione : 13.06.22
Re: Insegnanti o morti di fame?
Learner ha scritto:Bene. Allora spero quanto prima che aboliscano le lauree in medicina e chirurgia o infermieristica a favore delle profondamente più formative "medicina teorica" e "infermieristica concettuale".herman il lattoniere ha scritto:E' un equivoco antico. A scuola o nelle università NON si impara quello che serve per il lavoro, non sono corsi di formazione professionale.
tanto per fare un esempio banale che confuta la tua provocazione, uno studente di medicina deve studiare obbligatoriamente ginecologia, anche se non farà il ginecologo. Serve ad avere una forma mentis ampia, che permetta di comprendere i problemi complessi.
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: Insegnanti o morti di fame?
La formazione teorica, quella "inutile", acquista un altissimo potenziale aggiunto quando le aziende (e i dipendenti) devono riconvertire la produzione, cosa che nelle economie moderne capita spesso.Learner ha scritto:Tutto molto indispensabile quando poi in azienda ti mettono a fare il perito, il trasfertista, l'impiegato uff. acquisti / spedizioni / vendite o il passacarte in qualità.Maestro.neoborbonico ha scritto:Ilcorso di laurea in ingegneria si propone di costruire una poderosa forma mentis sulle capacita d'analisi, di problem solving e sui fenomeni fisici e tecnologici
franco.71- Messaggi : 552
Data d'iscrizione : 21.01.22
Re: Insegnanti o morti di fame?
Come mai non sei rimasto a fare l'ingegnere?Maestro.neoborbonico ha scritto:Io ho fatto l ingegnere in 3 aziende prima di insegnare..ho sempre avuto ruolitecnici, di responsabilità, con innumerevoli corsi di aggiornamento ed un ottimo stipendio in relazione al grande impegno.
Ho sempre fatto l ingegnere. E tutti quelli che ho conosciuto laureati al Poli fanno gli ingegneri
Probabilmente sei rimasto al mercato del lavoro di 30 anni fa.Maestro.neoborbonico ha scritto:Se poi tu con laurea in ingegneria facevi il rag Fantozzi o lavavi i vetri dell ufficio questo è un problema tuo,statisticamente più unico che raro
Learner- Messaggi : 306
Data d'iscrizione : 18.07.20
Re: Insegnanti o morti di fame?
Così come non ci soddisfava il lavoro di prima e lo si è cambiato, allora si può fare la stessa cosa nella scuola, se non ci piace l'ambiente.
In ogni caso mi pare che qui viga la presunzione di fare meglio a prescindere, basandosi su dati e non già sull'osservazione di quanto svolto dai colleghi.
Se vi sono docenti che non hanno problematiche particolari nelle proprie classi a livello di profitto deve per forza essere perché "si regalano voti"? Non potrebbe essere, semplicemente, che quel professore è capace di coinvolgere i propri studenti al punto di farli arrivare più o meno tutti agli obiettivi minimi?
Stessa cosa per quanto concerne il sostegno: a parte che la preparazione dei compiti per i percorsi A (e ora anche quelli B secondo il nuovo PEI) è a carico del curricolare che dovrebbe coinvolgere il collega, ma che spesso purtroppo non lo fa, ma a parte questo, si è veramente certi che non vi sia dietro un lavoro che noi non vediamo in classe, ma che invece c'è?
E non parlo solo dal punto di vista didattico, ma anche relazionale.
Davvero... non capisco questo sparlare per partito preso.
Di certo un atteggiamento del genere non va bene nemmeno in una azienda privata dove ormai si parla di sostenibilità anche dal punto di vista di team management.
In ogni caso mi pare che qui viga la presunzione di fare meglio a prescindere, basandosi su dati e non già sull'osservazione di quanto svolto dai colleghi.
Se vi sono docenti che non hanno problematiche particolari nelle proprie classi a livello di profitto deve per forza essere perché "si regalano voti"? Non potrebbe essere, semplicemente, che quel professore è capace di coinvolgere i propri studenti al punto di farli arrivare più o meno tutti agli obiettivi minimi?
Stessa cosa per quanto concerne il sostegno: a parte che la preparazione dei compiti per i percorsi A (e ora anche quelli B secondo il nuovo PEI) è a carico del curricolare che dovrebbe coinvolgere il collega, ma che spesso purtroppo non lo fa, ma a parte questo, si è veramente certi che non vi sia dietro un lavoro che noi non vediamo in classe, ma che invece c'è?
E non parlo solo dal punto di vista didattico, ma anche relazionale.
Davvero... non capisco questo sparlare per partito preso.
Di certo un atteggiamento del genere non va bene nemmeno in una azienda privata dove ormai si parla di sostenibilità anche dal punto di vista di team management.
Necloe- Messaggi : 90
Data d'iscrizione : 27.02.22
Re: Insegnanti o morti di fame?
La pratica non serve per la forma mentis?herman il lattoniere ha scritto:Serve ad avere una forma mentis ampia, che permetta di comprendere i problemi complessi.
Perché nel resto del mondo esistono le Fachhochschule e le università delle scienze applicate?
Learner- Messaggi : 306
Data d'iscrizione : 18.07.20
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