Chi è inidoneo, non ha scelto di diventare ATA e fa una richiesta non gradita al DS

Ciao a tutti.
Come docente disabile costretta a chiedere l'inidoneità per sopraggiunti motivi gravi, mi trovo ora a lavorare nella biblioteca di una scuola che lavora su sei giorni.
Per l'evidente inutilità del bibliotecario il sabato (non ci viene nessuno), ho chiesto di poter abbreviare in 5 gg. la mia presenza a scuola, allungando di conseguenza l'orario giornaliero a 5h e 12m, come facevo in un'altra sede l'anno scorso e in forza della l. 104.
Tra le confuse motivazioni addotte dalla DS per negarmi questa possibilità, spiccava: 1. non si può perché "lei già gode di riduzione oraria poi vuole anche i 3 gg. della 104"; 2. non si può perché "tutti lo vogliono e l'ho dato solo a un bidello ATA (io che non sono ATA, ne seguo solo l'orario!) con approvazione del collegio docenti"; 3. non si può perché "non si può e non ne parliamo più. Piuttosto si metta assente, o magari la utilizzo in segreteria".
Pongo una domanda, allora:
E' proprio inconciliabile la riduzione dei giorni di servizio a 5 con conseguente aumento dell'orario settimanale a un totale di 26 ore invece delle 24 attuali su 6 gg.?
Prego di tener presente che ho consultato tutte le più recenti normative ed in nessuna viene evidenziato qualcosa del genere. In queste si distingue nettamente tra frazionamento in ore dei 3 gg. previsti dalla 104 e semplice riduzione oraria, quella che ho scelto. Anzi, nei commenti del legale viene addirittura detto che la prima soluzione è decisamente autolesionista...
Ma nonostante avessi chiesto per iscritto una sua risposta scritta con indicazione di riferimenti normativi contrari, e nonostante le chiedessi perché mai avesse così tanto bisogno al sabato di un docente inutilizzato, mi sono dovuta accontentare di una convocazione breve e seccata ed alla fine siccome il capo è lei ho obbedito anche se non convinta...
Ma se qualcuno sa darmi indicazioni sul tema, sono pronta a riprendere l'argomento. L'impressione è sempre la stessa: chi "gode" del fatto di essere disabile, in qualche modo deve pagarla...

Grazie del parere, ma con un ds str ahimè servono carte e interventi autorevoli, ecco perché mi servono riferimenti normativi.
la mia impressione, come al solito, è che chi è disabile e gode (bella parola) di una legge che ne riduce il carico di lavoro, provoca una reazione inversamente proporzionale alla pietà generica che ispira quando se ne parla astrattamente. Io mi sono sentita chiamare str da colleghi che volevano le classi attribuite a me perché meno numerose o in aule migliori, troppo esigente perché semplicemente chiedevo una lavagna più bassa (che non ho avuto per anni), furbetta perché me ne andavo prima degli altri in certi giorni, faccia di... perché ho osato dire di attendere da due anni una rampa durante la visita di un politico, per poter uscire da sola in caso di probabilissimo terremoto, o da incontinente, perché il bagno al mio piano sarebbe stato chiuso il giorno dopo e il ds mi ha intimato di venire e di non bere, e ti assicuro che era serissimo.
Ho desiderato rinunciare a quei "privilegi" più di una volta, pur di non vedermi trattata da outsider o da persona che "è meglio che resti in ospedale o a casa piuttosto che rompere le scatole agli altri che lavorano". E alla fine ho riempito il mio curriculum di corsi, di titoli, di funzioni obiettivo, di workshop e seminari, congressi, progetti, lingue straniere, deleghe sindacali, ruoli negli organi collegiali, pur di essere considerata qualcuno con un valore che va al di là di due ruote.
Ma i disabili diventamo ministri solo in Germania...
Era un piccolo sfogo, sorry