Tribun. di Perugia e insegnanti di religione.
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Tribun. di Perugia e insegnanti di religione.
Gentile Redazione "O.S.", la notizia di cui al link
http://www.orizzontescuola.it/node/25372
Scatti di anzianià ai precari di religione
non è chiara, nella modalità in cui è spiegata e crea - a mio parere - confusione.
Tutti sapevamo che i precari di religione hanno già gli scatti di anzianità conteggiati ovvero li hanno "automaticamente" dopo quattro anni di supplenze: devono cioè solo aspettare quattro anni per vederseli riconosciuti (in quanto, automaticamente, procede la loro ricostruzione di carriera, che a loro è permessa anche da precari mentre agli insegnanti di materia precari è preclusa).
Dunque cosa significa la notizia riportata in home? Significa che gli insegnanti di cui in oggetto non vogliono aspettare nemmeno i quattro anni per vedersi riconosciuti gli scatti?
O significa forse qualcos'altro che non sappiamo e che sarebbe utile sapere, anche - perchè no! - per correggere parzialmente la verità che passa nella vulgata?
Inoltre, ci sarebbe da fare chiarezza relativamente a quale categoria (delle tre) appartengono questi insegnanti di religione di cui parla l'articolo: infatti, gli insegnanti di religione possono appartenere a tre categorie
1) precari non stabilizzati
2) precari stabilizzati (con ricostruzione di carriera anche da precari, che scatta automaticamente dopo quattro anni di supplenze)
3) insegnanti a tempo indeterminato (da C.O. 2005).
Forse che questi insegnanti appartegono alla prima categoria (1. precari non stabilizzati)? Se sì, invece di chiedere la parità con i loro colleghi a tempo indeterminato - come scritto nell'articolo -, dovrebbero chiedere l'eliminazione della categoria intermedia degli insegnanti di religione stabilizzati (2) cioè degli insegnanti a tempo determinato - come loro - che però a differenza di loro godono dei diritti stipendiali e previdenziali propri degli insegnanti a tempo indeterminato, un "unicum" nella scuola che la Conferenza Episcopale Italiana ha ottenuto dal Miur con normative "ad categoriam" per aggirare - per una parte di insegnanti di religione a scapito di tutti gli altri insegnanti di religione e di tutti gli altri insegnanti - l'istituto delle assunzioni in ruolo nel Pubblico Impiego da parte dello Stato Italiano.
In altre parole: faremmo noi tutti la firma che dopo quattro anni di supplenze, ci assumono stabilmente? Ebbene, questo avviene per gli insegnanti di religione. E' appena utile ricordare, in aggiunta, che le graduatorie degli insegnanti di religione - da cui vengono dati gli incarichi - non hanno valore di concorso per titoli (a differenza delle GaE) perchè gli incarichi di religione vengono assegnati secondo criteri discrezionali dalla Curia diocesana ossia "per intuitu personae".
Il fatto che poi alcuni insegnanti di religione stiano notando le discriminazioni di cui sono destinatari rispetto ad altri insegnanti di religione sta evidenziando il sistema di non equità che la Chiesa Cattolica ha posto in essere nella gestione degli insegnanti di religione, creando ben tre categorie di insegnanti di religione (T.D., T.D. ma stabilizzati con ricostruzione di carriera, T.I.) quando invece gli insegnanti di materia hanno solo due categorie (T.D. e T.I.).
Stanno in pratica emergendo le anomalie del monstrum istituzional-politico che è stato il Concorso Ordinario per insegnanti di religione del 2005 (unicum della Storia della Repubblica, effettuato per motivi elettorali... motivi che poi sono venuti a cadere - guardacaso! - sei anni dopo a Todi), che ha creato divisione (determinata dalla disequità) nella comunità degli insegnanti di religione.
---
L'ARTICOLO IN HOME.
A decretarlo è stata una sentenza del tribunale di Perugia depositata giorno 12 luglio 2012.
Alcuni docenti precari di religione hanno presentato ricorso per ottenere partà d trattamento con i docenti a tempo indeterminato per quanto riguarda gli scatti di anziantià e il tribunale ha dato loro ragione.
Non si tratta di una eccezionalità, dal momento che i tribnali di tuta Italia stanno dando ragione ai precari, indipendentemente dalla disciplina insegnata.
Il fenomeno riguardante gli IRC è comunque limitato, dal momento che in questi ultimi anni si è assistito ad una immissione in ruolo di massa che ha riguardato il 58% dei docenti in ruolo.
http://www.orizzontescuola.it/node/25372
Scatti di anzianià ai precari di religione
non è chiara, nella modalità in cui è spiegata e crea - a mio parere - confusione.
Tutti sapevamo che i precari di religione hanno già gli scatti di anzianità conteggiati ovvero li hanno "automaticamente" dopo quattro anni di supplenze: devono cioè solo aspettare quattro anni per vederseli riconosciuti (in quanto, automaticamente, procede la loro ricostruzione di carriera, che a loro è permessa anche da precari mentre agli insegnanti di materia precari è preclusa).
Dunque cosa significa la notizia riportata in home? Significa che gli insegnanti di cui in oggetto non vogliono aspettare nemmeno i quattro anni per vedersi riconosciuti gli scatti?
O significa forse qualcos'altro che non sappiamo e che sarebbe utile sapere, anche - perchè no! - per correggere parzialmente la verità che passa nella vulgata?
Inoltre, ci sarebbe da fare chiarezza relativamente a quale categoria (delle tre) appartengono questi insegnanti di religione di cui parla l'articolo: infatti, gli insegnanti di religione possono appartenere a tre categorie
1) precari non stabilizzati
2) precari stabilizzati (con ricostruzione di carriera anche da precari, che scatta automaticamente dopo quattro anni di supplenze)
3) insegnanti a tempo indeterminato (da C.O. 2005).
Forse che questi insegnanti appartegono alla prima categoria (1. precari non stabilizzati)? Se sì, invece di chiedere la parità con i loro colleghi a tempo indeterminato - come scritto nell'articolo -, dovrebbero chiedere l'eliminazione della categoria intermedia degli insegnanti di religione stabilizzati (2) cioè degli insegnanti a tempo determinato - come loro - che però a differenza di loro godono dei diritti stipendiali e previdenziali propri degli insegnanti a tempo indeterminato, un "unicum" nella scuola che la Conferenza Episcopale Italiana ha ottenuto dal Miur con normative "ad categoriam" per aggirare - per una parte di insegnanti di religione a scapito di tutti gli altri insegnanti di religione e di tutti gli altri insegnanti - l'istituto delle assunzioni in ruolo nel Pubblico Impiego da parte dello Stato Italiano.
In altre parole: faremmo noi tutti la firma che dopo quattro anni di supplenze, ci assumono stabilmente? Ebbene, questo avviene per gli insegnanti di religione. E' appena utile ricordare, in aggiunta, che le graduatorie degli insegnanti di religione - da cui vengono dati gli incarichi - non hanno valore di concorso per titoli (a differenza delle GaE) perchè gli incarichi di religione vengono assegnati secondo criteri discrezionali dalla Curia diocesana ossia "per intuitu personae".
Il fatto che poi alcuni insegnanti di religione stiano notando le discriminazioni di cui sono destinatari rispetto ad altri insegnanti di religione sta evidenziando il sistema di non equità che la Chiesa Cattolica ha posto in essere nella gestione degli insegnanti di religione, creando ben tre categorie di insegnanti di religione (T.D., T.D. ma stabilizzati con ricostruzione di carriera, T.I.) quando invece gli insegnanti di materia hanno solo due categorie (T.D. e T.I.).
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