sono amareggiata. Vi racconto stamani quello che mi è stato detto a scuola

Promemoria primo messaggio :

Stamani ho conosciuto a scuola una collega che fa il concorso. Ci siamo messe a chiacchierare e mi ha detto che sta studiando su dei riassuntini di filosofia. Su questo nulla di strano, sono affari suoi. Ha continuato dicendo che spera in una commissione buona che faccia "dare un occhio", visto che lei si porterà i suoi riassuntini dietro. Io le ho detto: <<ma che dici?>>. La sua risposta candida è stata, mica possiamo sapere l'intero scibile umano....ed io ovvio, ma infatti ognuno dovrebbe scrivere quello che ricorda no? Mi auguro che tu non pretenderai mai dai tuoi alunni che non copino, le ho detto e me ne sono andata.
Vi chiedo se è normale? Io non porterò nemmeno mezzo foglietto e desidererei che ci fossero futuri insegnanti onesti. Che ha da insegnare questa gente? Per me nulla

Assolutamente d'accordo con te, Aglaia.
La capacità di trasmettere nozioni, metodi di studio e severità - questa spesso abusata per nascondere problematiche relazionali comuni a molti insegnanti - restano forme istituzionalizzate e fini a se stesse. Diversa e quasi miracolosa è la competenza capace di coinvolgere, piuttosto che atterrire.

ladytron ha scritto:

totalrec ha scritto:

ladytron ha scritto:I ragazzi trovano carismatico non chi si pone cattedraticamente, sventagliandosi e difendendosi col proprio sapere, ma chi, invece, trasmette anzitutto una concezione intrigante del sapere, la capacità di tirar fuori identità in potenza

Scusa, ma chi se ne strafrega di cosa i ragazzi trovano "carismatico"?
Personalmente, ciò che di un insegnante mi è stato utile nella vita - e che oggi me lo fa ricordare con affetto - non è certo il carisma, bensì la capacità di trasmettere nozioni e metodi di studio, imponendo alla classe una disciplina severa, senza la quale nessun apprendimento effettivo è possibile.
Ho avuto un sacco di insegnanti "carismatici" da ragazza. Il carisma è morto con loro, salvo nei casi in cui ha saputo transustanziarsi in nozioni precise e sistematicamente enumerate.

I miei maestri sono sempre stati uomini liberi e scapestrati, gente che ha letto, studiato e, al contempo, vissuto, dal docente di italiano, latino, greco, storia e geografia del ginnasio, al presidente di commissione durante la seduta di laurea, un filosofo cacciato fieramente dai Salesiani ai tempi del suo liceo, passando attraverso la mirabile umanità ed il lucido, luminoso sapere del mio relatore.
Invece non dimenticherò mai la spocchia di taluni latinisti, grecisti, filosofi, sì, anche filosofi, incapaci di qualsiasi forma d'umana interazione, chiusi e ottusi nel loro rigido e vetusto sapere, timorosi di liberarsi dalla veste del ruolo, una coperta di ghisa, piuttosto che una possibilità di donare e donarsi.
Tra l'altro, che piacere c'è nel farsi odiare dai propri studenti? E' forse più gratificante gloriarsi della propria memoria e dell'incosciente bulimia da erudizione, sino ad implodere?
E con questo, spero davvero vinca chi, prima di tutto, ha coscienza della propria, preziosa funzione.

forse ci stiamo scontrando con due menti scientifiche.... noi menti filosofiche siamo più aperte... :))
ti racconto cosa è successo oggi a scuola... il prof. di matematica chiama uno ad uno i propri studenti in sala insegnanti perché hanno quasi tutti copiato il compito... il mio collega della A036 ed io assistiamo divertiti alla scena... i ragazzi scorrono un ad uno a testa china.... finita la transumanza, il mio collega dice al prof. di matematica... "ma dai, lasciali imparare anche un po' a copiare, aiuta la socializzazione!!" il prof. di matematica lo guarda scandalizzato e se ne va... due insegnanti, due modi di vedere la scuola e il mondo... io quoto il secondo e dentro di me penso "magari i miei studenti dell'Ipsia sapessero copiare... non sono capaci a fare neanche quello!!!"

aglaia76 ha scritto:La mia riflessione aveva un sapore diverso... ma probabilmente non sono stata capita... per quanto mi riguarda "conoscere è ricordare" (Platone docet), ma se per altri non sarà così, non sarò certo io a denunciarli... in quel momento penserò solo alla mia prova... quello che fanno gli altri, sono affari loro...

ladytron ha scritto:E con questo, spero davvero vinca chi, prima di tutto, ha coscienza della propria, preziosa funzione.

Forse non sono stato capito io.
Ci sono quelli che devono copiare, e ci sono quelli che sono grandi maestri.
I due gruppi sono indipendenti, nel senso che ci sono le quattro categorie: copioni super maestri, copioni maestruncoli, non copioni super maestri, non copioni maestruncoli.
Quando uno copia è sicuramente un copione; sarà un super maestro ?
Se uno non copia cos'è secondo te ? Necessariamente un maestruncolo ?
Giudichiamo le persone per quello che dimostrano di essere e non per quello che promettono di essere: copi ? Fuori a calci in culo !

Roberto_R ha scritto:

aglaia76 ha scritto:La mia riflessione aveva un sapore diverso... ma probabilmente non sono stata capita... per quanto mi riguarda "conoscere è ricordare" (Platone docet), ma se per altri non sarà così, non sarò certo io a denunciarli... in quel momento penserò solo alla mia prova... quello che fanno gli altri, sono affari loro...

ladytron ha scritto:E con questo, spero davvero vinca chi, prima di tutto, ha coscienza della propria, preziosa funzione.

Forse non sono stato capito io.
Ci sono quelli che devono copiare, e ci sono quelli che sono grandi maestri.
I due gruppi sono indipendenti, nel senso che ci sono le quattro categorie: copioni super maestri, copioni maestruncoli, non copioni super maestri, non copioni maestruncoli.
Quando uno copia è sicuramente un copione; sarà un super maestro ?
Se uno non copia cos'è secondo te ? Necessariamente un maestruncolo ?
Giudichiamo le persone per quello che dimostrano di essere e non per quello che promettono di essere: copi ? Fuori a calci in culo !

appunto! giudichiamo le persone per quello che dimostrano di essere, per me meglio copioni super maestri che non copioni maestruncoli!

Roberto_R ha scritto:

aglaia76 ha scritto:.... la madre pensava che non avrebbe mai combinato nulla, ed è diventato non solo un grande insegnante, ma anche il mio autore preferito... un genio della scrittura... beh, non mi importa se uno così è arrivato dove è arrivato con un aiuti o meno... io guardo all'insegnante e scrittore che è oggi e.. tanto di cappello!

Ok, sappi che anch'io sono un genio, te lo autocertifico, quindi se mi vedrai copiare fai finta di nulla, anzi coprimi, e se mi dovessero beccare immolati per me, digli che i bigliettini sono i tuoi; in fondo, è molto meglio che passi io anzichè tu no ?

Ah ah!! Meno male che c'è Roberto_R! : -)

cleb ha scritto:

Roberto_R ha scritto:

aglaia76 ha scritto:.... la madre pensava che non avrebbe mai combinato nulla, ed è diventato non solo un grande insegnante, ma anche il mio autore preferito... un genio della scrittura... beh, non mi importa se uno così è arrivato dove è arrivato con un aiuti o meno... io guardo all'insegnante e scrittore che è oggi e.. tanto di cappello!

Ok, sappi che anch'io sono un genio, te lo autocertifico, quindi se mi vedrai copiare fai finta di nulla, anzi coprimi, e se mi dovessero beccare immolati per me, digli che i bigliettini sono i tuoi; in fondo, è molto meglio che passi io anzichè tu no ?

Ah ah!! Meno male che c'è Roberto_R! : -)

Ah ah!! spero allora che Roberto_R sia un non copione super maestro!! :-)

aglaia76 ha scritto:

ladytron ha scritto:

totalrec ha scritto:

ladytron ha scritto:I ragazzi trovano carismatico non chi si pone cattedraticamente, sventagliandosi e difendendosi col proprio sapere, ma chi, invece, trasmette anzitutto una concezione intrigante del sapere, la capacità di tirar fuori identità in potenza

Scusa, ma chi se ne strafrega di cosa i ragazzi trovano "carismatico"?
Personalmente, ciò che di un insegnante mi è stato utile nella vita - e che oggi me lo fa ricordare con affetto - non è certo il carisma, bensì la capacità di trasmettere nozioni e metodi di studio, imponendo alla classe una disciplina severa, senza la quale nessun apprendimento effettivo è possibile.
Ho avuto un sacco di insegnanti "carismatici" da ragazza. Il carisma è morto con loro, salvo nei casi in cui ha saputo transustanziarsi in nozioni precise e sistematicamente enumerate.

I miei maestri sono sempre stati uomini liberi e scapestrati, gente che ha letto, studiato e, al contempo, vissuto, dal docente di italiano, latino, greco, storia e geografia del ginnasio, al presidente di commissione durante la seduta di laurea, un filosofo cacciato fieramente dai Salesiani ai tempi del suo liceo, passando attraverso la mirabile umanità ed il lucido, luminoso sapere del mio relatore.
Invece non dimenticherò mai la spocchia di taluni latinisti, grecisti, filosofi, sì, anche filosofi, incapaci di qualsiasi forma d'umana interazione, chiusi e ottusi nel loro rigido e vetusto sapere, timorosi di liberarsi dalla veste del ruolo, una coperta di ghisa, piuttosto che una possibilità di donare e donarsi.
Tra l'altro, che piacere c'è nel farsi odiare dai propri studenti? E' forse più gratificante gloriarsi della propria memoria e dell'incosciente bulimia da erudizione, sino ad implodere?
E con questo, spero davvero vinca chi, prima di tutto, ha coscienza della propria, preziosa funzione.

forse ci stiamo scontrando con due menti scientifiche.... noi menti filosofiche siamo più aperte... :))
ti racconto cosa è successo oggi a scuola... il prof. di matematica chiama uno ad uno i propri studenti in sala insegnanti perché hanno quasi tutti copiato il compito... il mio collega della A036 ed io assistiamo divertiti alla scena... i ragazzi scorrono un ad uno a testa china.... finita la transumanza, il mio collega dice al prof. di matematica... "ma dai, lasciali imparare anche un po' a copiare, aiuta la socializzazione!!" il prof. di matematica lo guarda scandalizzato e se ne va... due insegnanti, due modi di vedere la scuola e il mondo... io quoto il secondo e dentro di me penso "magari i miei studenti dell'Ipsia sapessero copiare... non sono capaci a fare neanche quello!!!"

:-D Rido, ma amaramente, perchè il fatto di non esercitarsi nemmeno a copiare è sintomatico di un totale disinteresse anche al barcamenarsi, tipico dell'età.
In realtà, credo che l'educazione e la formazione siano qualcosa di assolutamente complesso, nel quale mettersi costantemente in discussione, versare le proprie energie e convinzioni.
Sicuramente per molti, scientisti e non, è più comodo imporre un rigore pre-confezionato, attuando strategie del terrore, piuttosto che insegnare a non copiare, scardinando in toto la presunta utilità di quell'atto e trasmettendo la consapevolezza che l'autostima non passa attraverso qualcosa di posticcio.

aglaia76 ha scritto: il mio collega dice al prof. di matematica... "ma dai, lasciali imparare anche un po' a copiare, aiuta la socializzazione!!" il prof. di matematica lo guarda scandalizzato e se ne va... due insegnanti, due modi di vedere la scuola e il mondo... io quoto il secondo e dentro di me penso "magari i miei studenti dell'Ipsia sapessero copiare... non sono capaci a fare neanche quello!!!"

Quando dovranno prendere decisioni, lo faranno sulla base di idee copiate (quelle che gli passerà la TV) visto che non saranno in grado di elaborarne di loro.
Quando andranno a lavorare e dovranno risolvere un problema pratico bisognoso di calcoli, si perderanno in un bicchier d'acqua e verranno giustamente mandati ad ingrossare le file di quel 35% di giovani disoccupati di cui spesso si parla.
Quando andranno a fare il test d'ingresso di medicina o del TFA, si faranno superare dagli altri, che non gli passeranno il compito visto che sono in competizione.
Poi visto che sono imbecilli e non in grado di capire in cosa la loro vita è fallita, torneranno a salutare ed elogiare il loro prof delle superiori (quello che li faceva copiare), perchè con lui si trovavano bene.
Io sono vecchio, ho vecchi ricordi di fisica (25 anni fa) ed ho fatto le selezioni per il TFA di fisica; le ho vinte. oggi mi sono iscritto.
Mi sono trombato con grande soddisfazione, circa 100 giovincelli neolaureati in fisica (su 160) che evidentemente, per usare un'espressione calabrese, non valevano un pelo dei miei coglioni.
Erano vostri alunni ? Quando verranno a salutarvi, salutatemeli.

Roberto_R ha scritto:

aglaia76 ha scritto: il mio collega dice al prof. di matematica... "ma dai, lasciali imparare anche un po' a copiare, aiuta la socializzazione!!" il prof. di matematica lo guarda scandalizzato e se ne va... due insegnanti, due modi di vedere la scuola e il mondo... io quoto il secondo e dentro di me penso "magari i miei studenti dell'Ipsia sapessero copiare... non sono capaci a fare neanche quello!!!"

Quando dovranno prendere decisioni, lo faranno sulla base di idee copiate (quelle che gli passerà la TV) visto che non saranno in grado di elaborarne di loro.
Quando andranno a lavorare e dovranno risolvere un problema pratico bisognoso di calcoli, si perderanno in un bicchier d'acqua e verranno giustamente mandati ad ingrossare le file di quel 35% di giovani disoccupati di cui spesso si parla.
Quando andranno a fare il test d'ingresso di medicina o del TFA, si faranno superare dagli altri, che non gli passeranno il compito visto che sono in competizione.
Poi visto che sono imbecilli e non in grado di capire in cosa la loro vita è fallita, torneranno a salutare ed elogiare il loro prof delle superiori (quello che li faceva copiare), perchè con lui si trovavano bene.
Io sono vecchio, ho vecchi ricordi di fisica (25 anni fa) ed ho fatto le selezioni per il TFA di fisica; le ho vinte. oggi mi sono iscritto.
Mi sono trombato con grande soddisfazione, circa 100 giovincelli neolaureati in fisica (su 160) che evidentemente, per usare un'espressione calabrese, non valevano un pelo dei miei coglioni.
Erano vostri alunni ? Quando verranno a salutarvi, salutatemeli.

... Il tono astioso e risentito che usi riguardo ad un contesto scherzoso che ho raccontato mi fa pensare, mi dispiace per te, che invece sarai un non copione maestruncolo... non ho mai detto che ho lasciato i miei studenti del Liceo copiare... non ne hanno mai avuto bisogno... primo perché la filosofia è una disciplina che necessita la prova orale, secondo perché mi stavano semplicemente tutti a sentire e quindi a casa non avevano bisogno di studiare poi così tanto... cosa diversa è per la scuola dove sono quest'anno, come insegnante di sostegno, in cui, ribadisco, se almeno si preoccupassero di copiare significherebbe almeno un minimo interesse per la materia...
Detto questo vado a dormire perché domani ho scuola e invece di studiare per il concorso ho passato il tempo a chattare in un forum... ma che importa tanto ho i bigliettini!!! :)))))

Buona notte, e fai un bel sogno; se posso suggerire, sogna di un mondo dove non sia necessario sapere e saper fare, ma sia sufficiente saper dire, in quel mondo l'Italia sarebbe un faro di sapienza.

Tante belle parole sull'insegnante piu' bravo e piu' capace di insegnare. Ma la sostanza rimane una sole: questo e' un concorso con certe regole usate per selezionare una minima parte dei partecipanti.

Chi siete voi per dire che uno e' piu' adatto di un altro ad insegnare? Questa decisione la lascio alle commissioni preposte, ma presentandoci tutti nel medesimo modo.

Chi copia e cosi' facendo prende posto ad un altro, lo fa a scapito della famiglia e dei figli di quest'ultimo e solo per quest'infamita' non merita assolutamente di fare l'insegnante!

Non siamo qui al compito di matematica il cui risultato influenza solo il mio egoistico essere. Qui siamo tutti coinvolti ed intimamente legati. Se passi tu, non passo io!!!

aglaia76 ha scritto:Aiuto!! spero che i miei figli non ti abbiano mai come insegnante... che prima di tutto è un educatore e non una macchina che trasmette informazioni... se poi vogliamo ritornare alla scuola degli anni '40 fate vobis... io ho un altro ideale di scuola, dove non esiste più la bacchetta... e sono felice di essere così... i miei alunni che ora sono all'università ancora mi vengono a trovare e per me vale più di mille nozioni trasmesse.

La solita tiritera: "I miei alunni, ora che sono all'università, mi vengono a trovare. Quanto, oh quanto, mi vogliono bene! Guardate che bella persona che sono!"
Poco importa se poi detti alunni, istruiti senza bacchetta nei vaghi ideali del filosofeggiamento a ruota libera, diventino ignoranti come capre e mollino l'università dopo il primo anno. L'importante è che abbiano avuto non degli insegnanti (i quali, con umiltà e disciplina, trasmettono utili nozioni), bensì (udite, udite!) degli "educatori", che ricorderanno con affetto durante i lunghi inverni di disoccupazione, tra una cena alla Caritas e l'altra.
Gli alunni della mia insegnante di latino (che veniva dritta dritta dal ventennio fascista, e si vedeva!), me compresa, hanno oggi tutti un lavoro, a volte assai redditizio, o almeno una prospettiva di lavoro, in Italia o all'estero. Se fosse ancora viva la andrei senz'altro a ringraziare, ma probabilmente non mi riceverebbe nemmeno, tanto era scorbutica. Nonostante ciò, devo la vita a lei, non certo agli "educatori" filosofeggianti.

Non mi sembra che tu abbia un lavoro così redditizio...solo per curiosità...ci sei mai entrata in una scuola?

maxmary ha scritto:a voi che vi definite sapienti custodi di tutto lo scibile umano, auguro
un 'ottima prova.... a noi comuni mortali speriamo non ci sgami nessuno......

Comuni mortali?
Comuni furfanti, vorrai dire.

Mi dispiace ma non credo ad una parola di questi bei discorsi: ho cinquanta anni, ho perso il lavoro tre anni fa, a parità di punteggio mi vedrò superare da chi è più giovane di me e da chi ha famiglia e figli, io non ho ne un marito ne figli. Ho visto passarmi avanti persone che hanno un cervello come "tabula rasa", queste persone lavorano, occupano quello che poteva essere il mio posto, visto che ho da decenni l'abilitazione. Ditemi, cari ragazzi, come dovrei comportarmi? Vi sembra realistico non essere preoccupati, terrorizzati all'idea di non poter lavorare, come se noi "single" non avessimo il diritto ad esistere?

aglaia76 ha scritto:non ne hanno mai avuto bisogno... primo perché la filosofia è una disciplina che necessita la prova orale, secondo perché mi stavano semplicemente tutti a sentire e quindi a casa non avevano bisogno di studiare poi così tanto...

Anche questo è un bell'esempio ricorrente di pedagogia all'avanguardia, non c'è che dire: il concetto che la rielaborazione autonoma e l'impegno quotidiano siano roba vecchia e superata, perché per imparare non c'è bisogno di studiare, ma basta essere partecipativi in classe.

Magari è una tecnica utile per prendere un bel voto due giorni dopo... ma voglio vedere, quel genere di preparazione, quanto rimane solida a lungo termine, e quanto riescono a utilizzarla e a rielaborarla per riflettere su argomenti successivi, riconoscere riferimenti e citazioni ad argomenti svolti anche solo poche settimane prima, e metterli insieme in un quadro coerente.

Sono un tradizionalista: per tradizione i ladri cercano di rubare, nascondendosi e cercando di non farsi beccare.
Se vengono beccati non dicono "ce l'hanno con me", nè "è mio diritto rubare"; semplicemente dicono "vi state sbagliando, non è come sembra".
Se finiscono in galera cercano di accorciare la detenzione, fingendo una buona condotta.
Volete copiare ? Fatelo, se vi va bene buon per voi e pazienza per noi; se vi beccano, prendetevi i calci in culo che vi siete meritati e non menatecela.
Il gioco delle parti prevede questo; almeno il gioco delle parti, giocatelo onestamente.
Ricordo un film di Totò in cui lui era a processo per aver rubato del cibo; il giudice gli chiedeva perchè l'avesse fatto, e lui rispondeva "per fame"; alla replica "e le sembra un buon motivo ?" Totò rispondeva "me ne dica lei uno migliore !".
Essere disoccupati può anche essere un buon motivo per rubare posti di lavoro, a condizione che se ti beccano tu sia disposta a pagarne silenziosamente le conseguenze.

che amarezza, ci penso sempre anche io... alla fine vinceranno quelli che copiano... anche questo fatto di avere i propri dizionari è un invito a nozze per gli esperti del copiare... maledizione...

madreperla ha scritto:Mi dispiace ma non credo ad una parola di questi bei discorsi: ho cinquanta anni, ho perso il lavoro tre anni fa, a parità di punteggio mi vedrò superare da chi è più giovane di me e da chi ha famiglia e figli, io non ho ne un marito ne figli. Ho visto passarmi avanti persone che hanno un cervello come "tabula rasa", queste persone lavorano, occupano quello che poteva essere il mio posto, visto che ho da decenni l'abilitazione. Ditemi, cari ragazzi, come dovrei comportarmi? Vi sembra realistico non essere preoccupati, terrorizzati all'idea di non poter lavorare, come se noi "single" non avessimo il diritto ad esistere?

Stai dicendo che non puoi lavorare perché gente molto più giovane, senza titoli e senza abilitazione, e per di più anche stupida e ignorante, ti è passata avanti in massa solo perché ha figli? Scusami, ma non mi pare tanto realistico, magari ti sono passati avanti semplicemente perché hanno più titoli...

Roberto_R ha scritto:Sono un tradizionalista: per tradizione i ladri cercano di rubare, nascondendosi e cercando di non farsi beccare.
Se vengono beccati non dicono "ce l'hanno con me", nè "è mio diritto rubare"; semplicemente dicono "vi state sbagliando, non è come sembra".

No, in realtà non è esatto, la tradizione di cui parli si è evoluta e ampliata: adesso la tecnica del dire "ce l'hanno con me" è diventata ancora più popolare di quella del "vi state sbagliando"...


Lisa

manaus ha scritto:Non mi sembra che tu abbia un lavoro così redditizio...solo per curiosità...ci sei mai entrata in una scuola?

No, sto sul Forum di OrizzonteScuola solo per godermi la simpatia e la cultura dei suoi partecipanti.
Ragazzi, quante braccia rubate ai McDonald's...