1° quesito primaria: le eterogeneità all'interno di una classe...

Ho letto che molti di voi hanno interpretato la parola "eterogeneità" come presenza in classe di alunni diversamente abili e con bisogni educativi speciali. Questo è senz'altro esatto, ma in primo luogo io ho interpretato l'eterogeneità come gruppo classe formato da un insieme di individui ognuno diverso dall'altro nella propria specificità. Poi naturalmente può esservi anche la presenza dei bes e degli alunni stranieri. Quella parola insegnamento "personalizzato" era secondo me fuorviante. che ne pensate?

io avevo iniziato così: come indicato anche dalle Indicazioni nazionali del 6-12-2012 il contesto scolastico italiano è molto variegato per presenze culturali diverse, alunni diversamente abili, alunni con bisogni educativi speciali, ma anche semplicemente con stili cognitivi differenti. Compito e dovere di ogni insegnante è mettere al centro della propria attività educativa l'alunno rispettandone e valorizzandone le diversità. Gardener, fu negli anni '80 del 900 fra i primi teorici delle "intelligenze multiple" e della grande possibilità offerta dalle nuove tecnologie per differenziare la didattica mirando alla personalizzazione degli apprendimenti. ... ma poi non ho scritto niente di tutto questo, non so se ho fatto bene o male, ma a mio avviso la domanda non era di spiegare il significato di eterogeneità ma indicare e giustificare possibili scelte di insegnamento e strumenti valutativi. Se avessi scritto come sopra non avrei avuto né lo spazio né il tempo di scrivere altro, quindi ho scritto due righe sull'eterogeneità, le indicazioni di Gardener di utilizzare le tecnologie per personalizzare le modalità di apprendimento, ho parlato di ambienti di apprendimento e di cooperative learning e di valutazione come valutazione formativa volta alla funzione di guida dell'insegnante, una valutazione che non deve essere intrusiva ma portare i ragazzi all'autovalutazione, rendendosi conto delle dinamiche che si sono create nel gruppo e nell'andamento del loro lavoro. quindi, per risponderti, non penso sia importante definire l'eterogeneità; la domanda mi sembrava un'altra. Detto questo; non sono affatto contenta di come ho fatto il mio lavoro. Troppo poco tempo per spiegarsi bene; troppo poco spazio...

gianna77 ha scritto:Ho letto che molti di voi hanno interpretato la parola "eterogeneità" come presenza in classe di alunni diversamente abili e con bisogni educativi speciali. Questo è senz'altro esatto, ma in primo luogo io ho interpretato l'eterogeneità come gruppo classe formato da un insieme di individui ognuno diverso dall'altro nella propria specificità. Poi naturalmente può esservi anche la presenza dei bes e degli alunni stranieri. Quella parola insegnamento "personalizzato" era secondo me fuorviante. che ne pensate?

Io ho inteso il quesito come eterogeneità negli stili di apprendimento, ho citato anche io le Indicazioni Nazionali

La scuola primaria è già in discussione qui

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Zero Tagliato ha scritto:La scuola primaria è già in discussione qui

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Hai ragione, scusa complichiamo solo il lavoro

Cigu77 ha scritto:io avevo iniziato così: come indicato anche dalle Indicazioni nazionali del 6-12-2012 il contesto scolastico italiano è molto variegato per presenze culturali diverse, alunni diversamente abili, alunni con bisogni educativi speciali, ma anche semplicemente con stili cognitivi differenti. Compito e dovere di ogni insegnante è mettere al centro della propria attività educativa l'alunno rispettandone e valorizzandone le diversità. Gardener, fu negli anni '80 del 900 fra i primi teorici delle "intelligenze multiple" e della grande possibilità offerta dalle nuove tecnologie per differenziare la didattica mirando alla personalizzazione degli apprendimenti. ... ma poi non ho scritto niente di tutto questo, non so se ho fatto bene o male, ma a mio avviso la domanda non era di spiegare il significato di eterogeneità ma indicare e giustificare possibili scelte di insegnamento e strumenti valutativi. Se avessi scritto come sopra non avrei avuto né lo spazio né il tempo di scrivere altro, quindi ho scritto due righe sull'eterogeneità, le indicazioni di Gardener di utilizzare le tecnologie per personalizzare le modalità di apprendimento, ho parlato di ambienti di apprendimento e di cooperative learning e di valutazione come valutazione formativa volta alla funzione di guida dell'insegnante, una valutazione che non deve essere intrusiva ma portare i ragazzi all'autovalutazione, rendendosi conto delle dinamiche che si sono create nel gruppo e nell'andamento del loro lavoro. quindi, per risponderti, non penso sia importante definire l'eterogeneità; la domanda mi sembrava un'altra. Detto questo; non sono affatto contenta di come ho fatto il mio lavoro. Troppo poco tempo per spiegarsi bene; troppo poco spazio...

anch'io come te mi stavo crucciando...ho impostato la risposta com te citando gardner....